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Essere bilingue aiuta a prendere decisioni

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2011 23:16
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09/11/2011 21:28

Veloci a prendere le decisioni, grazie ad un cervello allenato dall'apprendimento di due lingue diverse fin dalla nascita. Uno studio dei ricercatori dell'Università Vita-Salute e dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, in collaborazione con le Università di Hong Kong, Londra e Barcellona, pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, ha dimostrato che i soggetti bilingui sono più veloci nel prendere decisioni in tempi brevi.
Gli scienziati hanno studiato e confrontato due gruppi: il primo formato da cittadini dell’Alto Adige, bilingui fin dall’infanzia (tedesco-italiano); il secondo monolingue, composto da persone della stessa età e con un background educativo e socio-economico comparabile con il primo. Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a particolari compiti cognitivi, mentre i ricercatori hanno misurato le attività cerebrali con tecniche avanzate di neuroimaging: la “voxel-based morphometry” per misurare la densità della materia grigia del cervello, e la risonanza magnetica funzionale per misurare l’attività cerebrale.
«Abbiamo dimostrato che i bilingui hanno più materia grigia nella corteccia del cingolo anteriore, la struttura più importante nel monitorare le nostre azioni e decisioni - spiega Jubin Abutalebi, docente di neuropsicologia all’Università Vita-Salute San Raffaele e primo autore dello studio - Abbiamo inoltre evidenziato che vi è una correlazione positiva tra la loro performance nel risolvere conflitti cognitivi e lo spessore della materia grigia del cingolo anteriore. Questo dato è significativo e in più dimostra che il bilinguismo, presente dalla nascita, ha degli effetti diretti sullo sviluppo del cervello».
La tesi è che «il cervello dei bilingui si “ottimizzerebbe” durante la crescita per svolgere compiti cognitivi che richiedono rapide ed efficienti decisioni. Infatti, i bilingui che abbiamo studiato hanno meno bisogno dei monolingui di impegnare la corteccia del cingolo anteriore per prendere decisioni».
Dallo studio risulta dunque che i bilingui sono mentalmente più efficienti: pur essendo più veloci, usano meno risorse del cervello. Ma qual è l’origine di questo vantaggio neuro-cognitivo? L’ipotesi formulata dai ricercatori è che i bilingui devono imparare fin da piccolissimi a tenere distinti due idiomi, per evitare di mescolarli.
Mischiare le due lingue è un fatto abbastanza comune nei più piccoli, perché solo dall’età di 3 anni circa i bambini imparano a tenere distinti i due idiomi. E per farlo, i bilingui userebbero le stesse strutture neurali che sono impiegate in generale nel prendere rapide decisioni. Per questo il bilingue, a differenza del monolingue, userebbe maggiormente queste aree sin dalla nascita. Con due conseguenze: un maggiore sviluppo anatomico e, a parità di difficoltà del compito, una minore necessità di coinvolgerle rispetto al soggetto monolingue, anche per decisioni che non riguardano il linguaggio.
«Il risultati di questo studio - conclude la nota dell’Istituto scientifico universitario di via Olgettina - portano ulteriori evidenze a supporto dell’idea che imparare più di una lingua, il più precocemente possibile, possa conferire un vantaggio anche in termini di capacità che con il linguaggio non sono direttamente connesse».

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09/11/2011 23:09

Re:
killing zoe, 11/9/2011 9:28 PM:

Veloci a prendere le decisioni, grazie ad un cervello allenato dall'apprendimento di due lingue diverse fin dalla nascita. Uno studio dei ricercatori dell'Università Vita-Salute e dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, in collaborazione con le Università di Hong Kong, Londra e Barcellona, pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, ha dimostrato che i soggetti bilingui sono più veloci nel prendere decisioni in tempi brevi.
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Mischiare le due lingue è un fatto abbastanza comune nei più piccoli, perché solo dall’età di 3 anni circa i bambini imparano a tenere distinti i due idiomi.
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Con due conseguenze: un maggiore sviluppo anatomico e, a parità di difficoltà del compito, una minore necessità di coinvolgerle rispetto al soggetto monolingue, anche per decisioni che non riguardano il linguaggio.
«Il risultati di questo studio - conclude la nota dell’Istituto scientifico universitario di via Olgettina - portano ulteriori evidenze a supporto dell’idea che imparare più di una lingua, il più precocemente possibile, possa conferire un vantaggio anche in termini di capacità che con il linguaggio non sono direttamente connesse».



Mi vergogno di mandare in vacca una dotta e seria notizia, ma in questo periodo buio di sole brutte notizie un qualche sfogo pur ci vuole, e sapere che in via Olgettina si studia lo sviluppo anatomico del bilinguismo, e come i minori mischiano le lingue, non può che stimolarmi un qualche tristissimo sorriso di bassa lega (ho detto lega? [SM=x44522] ).
09/11/2011 23:16

Re: Re:
fabius039, 09/11/2011 23.09:



Mi vergogno di mandare in vacca una dotta e seria notizia, ma in questo periodo buio di sole brutte notizie un qualche sfogo pur ci vuole, e sapere che in via Olgettina si studia lo sviluppo anatomico del bilinguismo, e come i minori mischiano le lingue, non può che stimolarmi un qualche tristissimo sorriso di bassa lega (ho detto lega? [SM=x44522] ).



[SM=x44498] [SM=x44498] [SM=x44498]


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