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La parrocchia che uccide

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2011 13:19
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26/11/2011 21:53

il difficile cammino dell'integrazione...

I volontari cattolici: «Rachida picchiata. Aveva iniziato un percorso verso una fede nuova»

Va in parrocchia, il marito la uccide

Reggio Emilia, marocchina presa a martellate.
Si stava convertendo e separando 

Rachida Radi, la donna uccisa dal marito a Brescello Rachida Radi, la donna uccisa dal marito a Brescello

BRESCELLO (Reggio Emilia) - Nella mano sinistra stringeva l'atto di separazione chiesto dalla moglie Rachida alle autorità marocchine: il grande affronto. Nella destra, il martello: la punizione. Uno, due, tre, dieci colpi per spezzare quella donna che gli stava sfuggendo, che «voleva cambiare vita», che aveva smesso di portare il velo, si sforzava di parlare italiano, frequentava altre mamme e aveva trovato negli ambienti della parrocchia, tra i volontari della Caritas e il gruppo ricreativo per i bambini, aiuto, solidarietà e parole nuove. Intollerabile per Mohamed El Ayani, 39 anni, figlio del profondo Marocco, musulmano osservante, la famiglia vissuta come una proprietà. La sola idea che qualche amico potesse irriderlo per le frequentazioni cattoliche della sua donna ha spento anche l'ultima luce nella mente dell'uomo, che ha colpito Rachida Radi, 35 anni, fino a sfondarle il cranio. «Voleva lasciarmi...» ha poi biascicato in uno sdrucciolevole italiano ai carabinieri, ai quali si è presentato un'ora dopo, insanguinato e con in braccio la figlia piccola di 4 anni, che probabilmente ha assistito al delitto, è il sospetto degli inquirenti, anche se l'omicida confusamente nega.
Rachida è rimasta nel soggiorno di via Manzoni, in un lago di sangue: e solo per caso la figlia grande di 11 anni, che rientrava da scuola, non si è imbattuta in quel cadavere deturpato.
Non è molto importante a questo punto sapere se El Ayani, a 7 giorni da quel delitto che ha fatto piangere Sorbolo Levante, frazione di Brescello, terra di Po, pioppeti, Peppone e don Camillo, sia pentito o abbia la minima coscienza dell'orrore commesso.

È Rachida, solo lei, che ci interessa. Il suo martirio. Il suo sogno spezzato. Ennesimo volto di quella guerra troppo spesso dimenticata, e dove le vittime sono sempre e solo da una parte, che ha fatto ieri da sfondo alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, a firma delle Nazioni Unite. Donne immigrate che pagano con la vita il tentativo di sottrarsi al giogo medievale di mariti e parenti. El Ayani, come decine di altri padri padroni, è un uomo che non aveva capito niente. Non aveva capito che Rachida, anche se tutte le notti si coricava al suo fianco, lo aveva lasciato da un pezzo. Non aveva capito che lui e la moglie erano due lontanissimi pianeti sotto lo stesso tetto. Lui, un lavoro in un'impresa di pulizie a Parma, pochi amici e nessuna frequentazione a Sorbolo Levante. Era arrivato in Italia nel '95. Schivo, silenzioso, incapace di fronteggiare la voglia di autonomia della moglie e della figlia più grande. Lei, l'esatto contrario. «Aveva una grande voglia di integrarsi» racconta il sindaco, Giuseppe Vezzani. Per arrotondare il bilancio domestico, faceva lavoretti per la parrocchia, ma, più che i pacchi dono che ogni tanto riceveva, a Rachida interessava conoscere persone nuove. «La sua vita con il marito era diventata un inferno, spesso lui alzava le mani: lei non l'ha mai denunciato, ma l'estate scorsa, approfittando di un viaggio in Marocco, aveva avviato le pratiche per la separazione» raccontano alcuni volontari di un'associazione cattolica. Parlare di conversione, non è tecnicamente esatto. Quello di Rachida, come spiega chi la frequentava, «si configurava come un graduale percorso verso un mondo e una fede completamente nuovi».

Il giorno della mattanza, il parroco di Brescello, don Giovanni, è stato tra i primi a precipitarsi nella casa di via Manzoni. Impietrito davanti a quel sangue, si è messo a pregare.

Francesco Alberti 26 novembre 2011 | 8:41© RIPRODUZIONE RISERVATA

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29/11/2011 10:18

ma perchè succedono queste cose? e questi si definiscono uomini? No, un vero uomo è quello in grado di capire che tua moglie non non è di tua proprietà e per assurdo se l'avesse lasciata andare non l'avrebbe perduta, invece ha dovuto ucciderla per ribadire la sua superiorità...che schifo [SM=x44504]

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29/11/2011 11:04

Re:
strega@rossa, 11/29/2011 10:18 AM:

ma perchè succedono queste cose? e questi si definiscono uomini? No, un vero uomo è quello in grado di capire che tua moglie non non è di tua proprietà e per assurdo se l'avesse lasciata andare non l'avrebbe perduta, invece ha dovuto ucciderla per ribadire la sua superiorità...che schifo [SM=x44504]




prima di tutto, il mio dispiacere per un'altra donna vittima dell'ignoranza (purtroppo di suo marito, ma anche sua).


Poi, una considerazione...
È vero che nella società occidentale non si uccide più come una volta per il tradimento (anche se fino a metà del secolo scorso, circa 50 anni fa!) era ancora possibile uccidere la moglie per il tradimento e farla franca.

Detto ciò, aldilà della violenza o meno, mi duole riscontrare che non bisogna andare poi così lontano per vedere uomini - ma anche donne eh! - che considerano la compagna di proprietà e alle proprie necessità e disponibilità.
Secono me se facessimo un giro sul forum scopriremmo persone "insospettabili" di ciò...

purtroppo è un atteggiamento molto diffuso, sebbene per fortuna non sfocia in omidicio... ma se non si sradica l'atteggiamento, è difficile poi gestire i conseguenti comportamenti. [SM=x44464]
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29/11/2011 11:35

Re: Re:
KuntaKinte77, 29/11/2011 11.04:




prima di tutto, il mio dispiacere per un'altra donna vittima dell'ignoranza (purtroppo di suo marito, ma anche sua).


Poi, una considerazione...
È vero che nella società occidentale non si uccide più come una volta per il tradimento (anche se fino a metà del secolo scorso, circa 50 anni fa!) era ancora possibile uccidere la moglie per il tradimento e farla franca.

Detto ciò, aldilà della violenza o meno, mi duole riscontrare che non bisogna andare poi così lontano per vedere uomini - ma anche donne eh! - che considerano la compagna di proprietà e alle proprie necessità e disponibilità.
Secono me se facessimo un giro sul forum scopriremmo persone "insospettabili" di ciò...

purtroppo è un atteggiamento molto diffuso, sebbene per fortuna non sfocia in omidicio... ma se non si sradica l'atteggiamento, è difficile poi gestire i conseguenti comportamenti. [SM=x44464]



non so se hai notato che non ho per nulla menzionato il fatto che lui è un marocchino, quando parlavo di uomini padroni mi riferivo anche a tutte le vittime donne Italiane ed occidentali che vengono uccise per lo stesso motivo: uomini che non accettano una moglie che li lascia o che non sia sottomessa.
per il resto sono daccordo con te: è un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso ma nascosto e forse questi individui sono i nostri vicini di casa, i nostri colleghi e potrei dire, ma non oso, anche i nostri amici che insospettati all'interno della propria casa si scatenano con la propria moglie/compagna....

p.s. perchè lei ignorante? non so se hai letto che aveva chiesto la separazione quindi non era certo una poverina sottomessa e succube del marito, stava cercando di fare una vita "normale" e lui non gliel'ha permesso arrivando ad ucciderla quando ha visto la sua determinazione.
[Modificato da strega@rossa 29/11/2011 11:35]

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30/11/2011 10:06

il tema secondo me scorre su due binari...
il primo già sviscerato della parità uomo-donna o meglio del rispetto per le scelte anche di chi fa solo un tratto di vita con noi, figuriamoci per un coniuge...
ed il secondo binario, che si attacca però al primo partendo anche'esso dal rispetto per il prossimo, è quello della pervasiva ingerenza di TUTTI gli insegnamenti religiosi che soto TUTTI calibrati per una qualche forma di benessere solo per gli adepti e considerano 'nemici' tutti i non credenti o credenti in altre religioni.
Duole pensare che anche menti elevate ed insigni continuino a cadere nel tranello dei dogmi e dettami religiosi, quando il solo civile convivere nel XXI secolo potrebbe essere la rotta da seguire

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30/11/2011 11:29

Re: Re: Re:
strega@rossa, 11/29/2011 11:35 AM:



p.s. perchè lei ignorante? non so se hai letto che aveva chiesto la separazione quindi non era certo una poverina sottomessa e succube del marito, stava cercando di fare una vita "normale" e lui non gliel'ha permesso arrivando ad ucciderla quando ha visto la sua determinazione.




ignorava, non conosceva o si era dimenticata, di quali reazioni ha un uomo musulmano al divorzio e al cambio di casacca di religione...
se poi quell'uomo musulmano era pure suo marito e ne conosceva reazioni ed eccessi...

Per farla breve: se sei di un certo tipo di religione e sposata, devi chiedere la separazione e sparire nel nulla. È dura da dire, ma non vedo possibilità di uscirne senza ferite gravi o morire. [SM=x44464]
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IperCafone Doc 2012
30/11/2011 11:32

La disparità uomo-donna è un problema che deve essereancora risolto, 'è tantissimo da fare,soprattutto a livello di vita quotidiana e di educazione basilare.

La mia famiglia è composta prevalentemente da genere maschile, 3 cognati, 1 fratello, un figlio, un marito e 2 nipoti, quindi riscontro ogni giorno come certi retaggi sono duri a scomparire.

La cosa che a volte mi sconcerta è che spesso siamo anche noi donne a non abbattere certi dogma, anzi permettiamo che si radichino ancor di più nei nostri figli.

Non sono una donna sottomessa, almeno ci provo a non esserlo, ma certe volte è durissima, specialmente quando dopo l'ennesimo confronto sui soliti stereotipi vieni bollata come eterna suffragetta.
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30/11/2011 11:35

Re: Re: Re: Re:
KuntaKinte77, 30/11/2011 11.29:




ignorava, non conosceva o si era dimenticata, di quali reazioni ha un uomo musulmano al divorzio e al cambio di casacca di religione...
se poi quell'uomo musulmano era pure suo marito e ne conosceva reazioni ed eccessi...

Per farla breve: se sei di un certo tipo di religione e sposata, devi chiedere la separazione e sparire nel nulla. È dura da dire, ma non vedo possibilità di uscirne senza ferite gravi o morire. [SM=x44464]




Più che sparire avrebbe dovuto denunciare, le violenze subite e chiedere aiuto, fino a quando avalleremo certi comportamenti fare del male a noi stesse e permetteremo che sia fatto ad altre o altri.
30/11/2011 12:01

Re: Re: Re: Re: Re:
merinze, 11/30/2011 11:35 AM:




Più che sparire avrebbe dovuto denunciare, le violenze subite e chiedere aiuto, fino a quando avalleremo certi comportamenti fare del male a noi stesse e permetteremo che sia fatto ad altre o altri.




non è mai facile denunciare... so che cercando di sostenere e aiutando a farlo sempre più donne lo faranno.
Ma è altrettando vero che sempre molte non denunceranno, perchè... perchè ciò che scatena dentro di noi la violenza di chi pensiamo di amare, è un miscuglio di emozioni e significati molto più profondi di un aiuto esterno che ci aiuta a denunciare.
Per questo motivo, scappare a volte può aiutare chi non riesce a denunciare. Fa male dirlo, ma così si risolvono molte situazioni intricate dove la violenza non è facile da denunciare. [SM=x44465]
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30/11/2011 13:19

Re:
merinze, 30/11/2011 11.32:



Non sono una donna sottomessa, almeno ci provo a non esserlo, ma certe volte è durissima, specialmente quando dopo l'ennesimo confronto sui soliti stereotipi vieni bollata come eterna suffragetta.




idem per me sono sempre stata accusata di essere una femminista sfegatata... sinceramente ora che sono separata mi sento veramente libera, ma non di fare quello che voglio, ma libera di gestire me stessa secondo le mie esigenze e non in quelle degli altri...

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