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Lega Nord: fondi pubblici finiscono in Tanzania

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2012 08:47
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09/01/2012 11:44

anche i leghisti rubano: il tesoriere Francesco Belsito

Il caso: Il tesoriere investe milioni anche a Cipro e in Norvegia

I fondi pubblici alla Lega finiscono in Tanzania

Belsito gestisce i rimborsi elettorali e rende conto soltanto al segretario Bossi


 

Bossi e Maroni confabulano in ParlamentoBo$$i € Maroni confabulano in Parlamento

MILANO - Dal Regno dei fiordi all'isola di Afrodite, con un ultimo passaggio in Africa Orientale.
È il percorso dei milioni di euro appena investiti dalla Lega
e minuziosamente documentato da Giovanni Mari sul Secolo XIX .
Secondo la sua ricostruzione, il segretario amministrativo federale - Francesco Belsito, tesoriere del Carroccio ed ex sottosegretario alla Semplificazione nell'ultimo governo Berlusconi - alla fine del 2011 ha messo in moto una considerevole serie di operazioni finanziarie coordinate da Banca Aletti, il sistema di private e investment banking del Banco popolare.






Bossi e Belsito, un lungo sodalizio:
 Bossi e Belsito, un lungo sodalizio    Bossi e Belsito, un lungo sodalizio    Bossi e Belsito, un lungo sodalizio    Bossi e Belsito, un lungo sodalizio    Bossi e Belsito, un lungo sodalizio

Ecco il giro dei soldi della Lega Nord: il 14 dicembre «un investimento in 7,7 milioni di corone norvegesi (poco più di un milione di euro) vincolato per 6 mesi a un interesse del 3,5%»; il 28 dicembre «1,2 milioni di euro per l'acquisto di quote del fondo Krispa Enterprise ltd » di base a Larnaca, nell'isola di Cipro, e infine il 30 dicembre «il collocamento di 4,5 milioni di euro in Tanzania. È l'ultimo spostamento dell'anno e, nei fatti, svuota una delle dotazioni consegnate a Banca Aletti da Belsito per conto della Lega Nord». Totale: quasi 8 milioni di euro in una decina di giorni, se si aggiungono anche i movimenti-base di 700.000 euro trasferiti ad altri conti del partito, di 450.000 euro emessi in assegni circolari e di 50.000 euro ritirati in contanti direttamente da Belsito. L'operazione in Tanzania, inoltre - specifica Il Secolo XIX - «coinvolge il consulente finanziario Stefano Bonet, coinvolto in un rocambolesco fallimento societario nel 2010 e in affari con l'ex ministro "meteora" Aldo Brancher».

Il tesoriere del Carroccio - che come sanno tutti i lumbard è figura con un enorme autonomia decisionale e, di fatto, rende conto solo al grande capo Umberto Bossi - ha risposto con fastidio alle domande del quotidiano ligure: «Queste informazioni sono una grave violazione della privacy e delle regole bancarie». E però non si è sottratto all'intervista, spiegando che i soldi investiti arrivano dal finanziamento pubblico - «rimborsi elettorali» - che personalmente non conosce l'entità delle operazioni perché «noi ci affidiamo a banche e promotori di cui ci fidiamo» e che i contanti prelevati sono serviti a rimborsare «spese per i nostri collaboratori».
Gli spostamenti all'estero, poi, «non sono operazioni in paradisi fiscali ma investimenti alla luce del sole. Noi investiamo con concretezza, ci fidiamo dei nostri consulenti e scegliamo le cose migliori». Anche se in quel periodo i Bot rendevano più del 6%? «Evidentemente quei fondi erano più convenienti».

A Belsito, comunque, non risulta che il fondo africano sia legato a Bonet, «ma anche se fosse così, non vedo quale sia il problema». Il problema è che la girandola di milioni ha a dir poco stupito i vertici del Carroccio: persino i notabili di primissimo piano non sapevano nulla delle destinazioni finali di quei soldi e qualche imbarazzo in via Bellerio c'è. Uno sbalordito Matteo Salvini parla a nome dei padani, preoccupandosi del bene della Lega e del nord: «Ci sono diverse sezioni che chiedono 100 euro ai militanti per pagare l'affitto a fine mese. La Padania , il nostro quotidiano, versa in difficoltà economiche che tutti conoscono. E poi leggiamo della Tanzania... Spero, per rispetto dei militanti, che ci sarà una spiegazione per ogni quattrino speso».

Un'interpretazione economica dei movimenti prova a darla Angelo Drusiani, esperto obbligazionario della banca italo-svizzera Albertini Syz: «Affidarsi a promotori specializzati è prassi: i tesorieri di partito li scelgono spesso. Avere in portafoglio diverse valute, poi, è naturale per chi fa investimenti di rilievo: la corona norvegese è la moneta di un Paese ricco che non dovrebbe subire contraccolpi. Piuttosto, le operazioni in Tanzania e a Cipro sono una scelta estrema: serve un rapporto di estrema fiducia con un intermediario esperto. La decisione di non comprare Bot, però, mi sembra politica: se fossero stati al governo non l'avrebbero fatta».

Fonte: Corriere della Sera - Elsa Muschella 9 gennaio 2012 | 10:25

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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03/04/2012 10:39

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Truffa sui finanziamenti ai partiti, indagato
il tesoriere della Lega Francesco Belsito

Le ipotesi di reato: appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. Operazioni in Tanzania e a Cipro

 

Francesco Belsito Il tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito

MILANO - Operazione congiunta tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria con un'inchiesta sui finanziamenti della Lega.
Il tesoriere del partito di Bossi, Francesco Belsito, è indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali. Sono anche indagate alcune delle persone che hanno gestito le contestate operazioni finanziarie della Lega in Tanzania e a Cipro.

LE PERQUISIZIONI - I 3 uffici giudiziari, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, dal pm Woodcock per Napoli e dal pm Lombardo di Reggio Calabria, hanno disposto una perquisizione, eseguita da militari della Guardia di Finanza e dai Carabinieri, negli uffici di Belsito in via Bellerio, sede della Lega, per acquisire alcuni documenti.

Belsito è da tempo sotto accusa per una serie di «stranezze» che lo riguardano, dal diploma taroccato a Napoli alle lauree fantasma, dal giro di assegni all'investimento in Tanzania.

GLI ALTRI INDAGATI - Il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, confermando la notizia pubblicata martedì mattina in esclusiva da Corriere.it, ha specificato che con Belsito sono indagati anche Paolo Scala e Stefano Bonet, «con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord». Per Belsito l'ipotesi di reato è truffa aggravata ai danni dello Stato «con riferimento alle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali».

Inoltre un'altra contestazione di truffa ai danni dello Stato riguarda Belsito e Bonet con riferimento alle erogazioni concesse dallo Stato sotto forma di credito d'imposta a favore della società Siram Spa, con sede a Milano.

Fonte: Corriere della Sera - Luigi Ferrarella3 aprile 2012 | 10:01© RIPRODUZIONE RISERVATA
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04/04/2012 00:12

Sarà il caso di cambiare slogan ...

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04/04/2012 00:31

Triangolazioni sospette per milioni
E con Belsito spunta la 'ndrangheta

E' a Reggio Calabria uno dei tre filoni dell'inchiesta sul tesoriere leghista. Giri di fatture e compravendite sospette con società in tutta Italia e un faccendiere in rapporti con il potente caln dei De Stefano

Il terremoto giudiziario nella Lega arrivato con l'avviso al tesoriere Belsito e il blitz nella storica sede milanese di via Bellerio, è partito seguendo un sospetto personaggio calabrese. Su Belsito sono ben tre le inchieste aperte: Milano, Napoli, Reggio Calabria.

A lui la Dda di Reggio è arrivata seguendo gli affari di Romolo Girardelli, un procacciatore di business in odore di 'ndrangheta. Girardelli, o meglio "l'ammiraglio", come lo chiamavano nell'ambiente, nel 2002 era stato indagato per associazione di stampo mafioso. Gli investigatori lo ritengono vicino ai vertici del clan "De Stefano", famiglia potentissima della città dello Stretto con interessi in Liguria e Francia. Il faccendiere fin dal 2002 è legato a Paolo Martino e Antonio Vittorio Canale, braccia economiche della cosca. Il Pm reggino Giuseppe Lombardo e gli specialisti della Dia gli stavano dietro da tempo, nella speranza di mettere le mani sul tesoro della "famiglia". Una pista buona, che ha poi partato a scoprire anche i rapporti tra la presunta testa economica dei De Stefano e il tesoriere della Lega.

Girardelli, secondo l'inchiesta, di affari ne aveva procacciati anche a Belsito, all'imprenditore Stefano Bonet e all'avvocato Bruno Mafrici. "L'ammiraglio", oltre che broker era socio di fatto di Belsito in una immobiliare con sede a Genova. Ma non è tutto, perché gli inquirenti hanno ricostruito una serie di passaggi milionari tra grandi società che si occupavano di consulenza e ricerca. Affari per diversi milioni di euro che consentivano utili sotto forma di crediti d'imposta. Giri di soldi e di "regali" che coinvolgono direttamente il tesoriere della Lega e alcuni altri manager di grandi aziende.

C'è ad esempio il caso della Siram che "acquista" servizi per circa 8 milioni dalla Polare del gruppo Bonet (di cui Giradelli è responsabile della sede genovese). La Polare poi è in affari con la Marco Polo da cui compra consulenze per 7 milioni. Ed è attraverso quest'ultima che la stesssa cifra torna nuovamente a Siram. Una triangono strano per i magistrati reggini, che ritengono che nei diversi passaggi alcune centinaia di migliaia di euro restino impigliate in diverse mani. Tra queste quelle di Belsito. L'inchiesta accerta che gli vengono liquidate circa 250 mila euro in due trance. Un caso analogo è quello che coinvolge Siran, Polare e Fin.tecno. Sono 8 gli indagati dell'inchiesta che si muove su tre diversi filoni. Quello reggino che riguarda gli interessi della 'ndrangheta, quello milanese legato a Belsito al riciclaggio e all'appropriazione indebita e quello napoletano dove ha sede una delle società coinvolte nel giro. Le ipotesi di reato sarebbe la truffa allo Stato per i falsi crediti d'imposta e il finanziamento illecito dei partiti oltre che riciclaggio di denaro su conti esteri.

Fonte: Repubblica

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04/04/2012 08:42

Hanno voluto dimostrare che non sono razzisti.

I "negher" vanno aiutati, ma a casa loro
[SM=x44455]
04/04/2012 08:47

Re:
Il ToBot, 4/4/2012 8:42 AM:

Hanno voluto dimostrare che non sono razzisti.

I "negher" vanno aiutati, ma a casa loro
[SM=x44455]




lo avevano già dimostrato in passato di non esser razzisti... [SM=x44463]




























hai dimenticato i fondi neri della prima repubblica? [SM=x44457]
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