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I Marò

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2018 21:47
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03/06/2012 02:07

Scarcerati i maro', in albergo a Kochi

Tribunale Kollam ha accolto documenti e garanzie relativi a concessione liberta' dietro cauzione
02 giugno, 20:31


I maro' Massimiliano Latorre (destra) e Salvatore Girone

dell'inviato Maurizio Salvi

KOCHI (INDIA) - Era quello che più desideravano ed il fatto che la ritrovata libertà in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sia coincisa con la Festa della Repubblica ha avuto certamente per loro un sapore ancora più forte e beneaugurante. A salutare così la scarcerazione dei due fucilieri di Marina, stasera a Kochi, è stato il presidente del Consiglio Mario Monti. E non è un caso che in mattinata l'applauso più caloroso tributato dai Fori Imperiali durante la sfilata per la festa del 2 giugno era stato per i due marò.

"Un obiettivo importante della nostra azione è stato raggiunto - ha detto Monti -. Ma la conclusione finale che vogliamo, per la quale abbiamo lavorato fin dal primo giorno con determinazione nei confronti delle autorità indiane di ogni livello è il ritorno in Italia dei nostri militari". Dopo aver atteso per l'intero giorno, il beneficio è scattato in serata ed in un attimo i due marò, salendo sull'auto scura che li attendeva, hanno messo tra parentesi i 104 giorni trascorsi in varie forme di carcerazione ed anche l'udienza in cui stamani la 'session court' di Kollam ha fissato per il 18 giugno il primo capitolo del processo che li coinvolge per la morte di due pescatori indiani.

Per la prima volta, i due hanno abbandonato le uniformi a cui sono attaccati e che hanno indossato scrupolosamente ogni giorno per ribadire il loro status di funzionari dello Stato italiano, adottando una tenuta semplice di jeans e t-shirt con cui hanno varcato la soglia dell'Hotel Trident di Kochi, sorridendo, congiungendo le mani e salutando il personale indiano che li accoglieva con un vibrante 'Namaste!'. Non hanno rilasciato dichiarazioni, seguendo il prevedibile invito alla prudenza della delegazione italiana, ed hanno subito abbandonato la hall dell'albergo non in ascensore, ma attraverso le scale, affrontate con ampie falcate.

Da oggi la loro vita recupererà una parvenza di normalità, anche se fra le condizioni poste per il beneficio della libertà dietro cauzione (quasi 290mila euro, garantiti dalle proprietà di due cittadini keralesi) c'é quella di non allontanarsi oltre la zona di competenza del Commissariato di Kochi. Un'area che dovrà comunque sembrargli enorme se paragonata con i pochi metri in cui dovevano muoversi nelle guest-house di Kochi e Kollam e nel carcere di Trivandrum, dove hanno risieduto dal 19 febbraio. Teso per tutta la giornata a causa del delicato passaggio dei marò davanti al giudice e delle sfibranti esigenze della burocrazia indiana per la concessione del 'bail' , il console generale a Mumbai, Giampaolo Cutillo, si è abbandonato dopo l'ingresso di Latorre e Girone in hotel ad un sorriso stanco ma soddisfatto che aveva il significato di 'Missione compiuta!'.

Serviranno ora alcuni giorni per tirare il fiato e riordinare le idee in vista del futuro processuale che per ora, ha detto all'ANSA l'avvocato Rajendran Nair, "si basa su un 'chargesheet' (dossier accusatorio) che noi smonteremo perché contiene accuse, come quella di omicidio volontario, che non stanno né in cielo né in terra". Lo stesso legale ha provato oggi a convincere il giudice P.D. Rajan a non fissare subito la prima udienza del processo di primo grado, visto che la Corte Suprema a New Delhi si accinge a discutere (il 26 luglio) una petizione italiana che sostiene l'incostituzionalità di tutto l'operato della polizia e della magistratura del Kerala. Ma il giudice ha disposto ugualmente l'apertura del dibattimento processuale che a suo avviso può svolgersi perché riguarda la necessità di stabilire fatti e circostanze dell'incidente in mare del 15 febbraio, e non tocca questioni di principio di pertinenza dei giudici della Corte Suprema

ANSA
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La cauzione fissata non sembra eccessiva, rispetto al clamore della cosa ed a quanto è già costata anche solo per le spese dirette dei numerosi interventi dei nostri funzionari, e si potrebbe ventilare l'ipotesi di "fuga" e rimpatrio nascosto perdendo la somma, ma il fatto che non sia, a quanto pare, un deposito liquido, ma dei beni di proprietà di cittadini indiani lì residenti renderebbe la cosa, se non impossibile, altamente scorretta, quindi speriamo che tutto si svolga in regolarità.
[Modificato da fabius039 03/06/2012 02:09]
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