Berlusconi avrebbe versato 185 mila euro alla Minetti.

Ruby, ombre su Berlusconi «Soldi ai legali della Minetti»

Nota di Bankitalia su bonifici, a processo iniziato. A Milano supplementi d'indagine
«Versamenti per centinaia di migliaia di euro» Ghedini: nulla di non lecito, generosità in trasparenza

13/04/2012



MILANO Mentre il processo a suo carico per il caso Ruby (concussione e prostituzione minorile) era già iniziato da un paio di mesi, Silvio Berlusconi avrebbe pagato, anche se non direttamente, gli avvocati di Nicole Minetti, consigliere regionale lombarda imputata nell'altro procedimento con al centro la giovane marocchina, e testimone nel dibattimento a carico dell'ex premier.
Il sospetto emerge da una segnalazione della Banca d'Italia, contenuta negli atti depositati dalla Procura di Milano come «indagini suppletive» sulla vicenda dei presunti festini ad Arcore. Carte dalle quali emerge anche che alla Minetti sarebbero stati versati in totale 185 mila euro da parte del leader del Pdl dall'aprile scorso fino a novembre.
E la vicenda ieri si è pure arricchita delle moltivazioni con cui la Consulta ha bocciato nel merito il conflitto sollevato dalla Camera: non solo «spettava» alla Procura di Milano indagare sull'allora premier Berlusconi per un reato di natura «comune».
Intanto in una nota dell'Unità di informazione finanziaria di Bankitalia del 28 giugno 2011, trasmessa alla Gdf di Milano e ai procuratori aggiunti Boccassini e Forno e al pm Sangermano, si parla del «possibile pagamento da parte di un terzo (Silvio Berlusconi) delle spese di difesa» della Minetti. E il riferimento è a un «bonifico» da 100 mila euro del 22 giugno ricevuto dalla consigliera con la «causale prestito infruttifero» da parte dell'ex premier da un suo conto. Il giorno dopo, il 23 giugno, come segnala Bankitalia, circa 87 mila euro sarebbero stati girati ai legali della ragazza. La nota spiega che i destinatari di tre versamenti potrebbero «coincidere con altrettanti elementi che hanno curato in diverse fasi la difesa della Minetti». Le carte depositate dai pm milanesi rivelano anche l'esistenza di altri tre bonifici - da Berlusconi alla Minetti su un conto che tra il marzo 2009 e il dicembre scorso ha avuto «movimentazione» per «volumi complessivi pari a 402 mila euro» - quando il processo a carico dell'ex premier (dove Minetti è testimone imputato in procedimento connesso, il cosiddetto Ruby 2 con Fede e Mora) era in corso. «Somme di denaro che ho ricevuto in prestito per esigenze personali», replica Minetti. Due bonifici da 72 mila euro in totale, invece, sarebbero partiti dal conto di Berlusconi con direzione le gemelle De Vivo, Imma e Eleonora, anche loro ospiti alle feste di Arcore e testi nel processo.
L'avvocato dell'ex premier, Ghedini, ha spiegato che i soldi versati a Minetti e gemelle sono «nulla di men che lecito»: «Berlusconi ha ritenuto di aiutare delle persone che, a cagione del clamore su inesistenti vicende processuali, stanno vivendo momenti di difficoltà familiare, professionale ed economica». Gli atti sono finiti a supplemento di indagine.

L'Arena
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A parte l'irresistibile ilarità che possono generare le parole di Ghedini: "Berlusconi ha ritenuto di aiutare delle persone che, a cagione del clamore su inesistenti vicende processuali, stanno vivendo momenti di difficoltà familiare, professionale ed economica" , che se non altro dimostrano che le laute parcelle che incassa dal cavaliere sono ben meritate, se devono tacitare anche quel pur minimo senso di dignità che perfino lui deve avere, dicevo che a parte questo la notizia è abbastanza clamorosa ed emblematica.

Ovviamente non per la parte del foraggiamento alle tizie, ma per come è venuta fuori la notizia: non una indagine di prevenuti magistrati, ama una spontanea segnalazione della Banca d'Italia!

Oibò, segno dei tempi: quando il nostro era in soglio mai e poi mai un oscuro funzionario di palazzo Koch avrebbe avuto l'ardire di stilare tale segnalazione, mai e poi mai i funzionari l'avrebbero inoltrata alla amatissima Guardia di Finanza, mai e poi mai le Fiamme Gialle l'avrebbero recapitata fresca fresca sul tavolo della Procura.

Quante altre volte questi stessi soggetti hanno fatto finta di niente? chi li può rimproverare di non essersi accorti di tale quisquilie? Se ora hanno l'ardire ed il coraggio di fare il loro lavoro (cosa rarissima ed encomiabile), vuol dire che si sentono al sicuro da possibili rappresaglie.

E questa è una notizia.

Sic transit gloria mundi.