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Alan Mathison Turing

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2012 13:28
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 Statua di Alan M. Turing in Whitworth Gardens a ManchesterInghilterra.

Alan Mathison Turing (Londra23 giugno 1912 – Wilmslow7 giugno 1954) è stato un matematicologico e crittografo britannico,
considerato uno dei padri dell'informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo.

Il suo lavoro ebbe vasta influenza sullo sviluppo dell'informatica, grazie alla sua formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo mediante la macchina di Turing, che a sua volta ha svolto un ruolo significativo nella creazione del moderno computer. Per questi contributi Turing è solitamente considerato il padre della scienza informatica e dell'intelligenza artificiale.

Fu anche uno dei più brillanti crittoanalisti che operavano in Inghilterra, durante la seconda guerra mondiale, per decifrare i messaggi scambiati da diplomatici e militari delle Potenze dell'Asse. Durante la Seconda Guerra Mondiale Turing lavorò infatti a Bletchley Park, il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito, dove ideò una serie di tecniche per violare i cifrari tedeschi, incluso il metodo della bomba, una macchina elettromeccanica in grado di decodificare codici creati mediante la macchina Enigma.

Omosessuale, morì suicida a soli 41 anni in seguito a una persecuzione omofobica condotta nei suoi confronti da parte del governo britannico. In suo onore la Association for Computing Machinery (ACM) ha creato nel 1966 il Turing Award, massima riconoscenza nel campo dell'informatica, dei sistemi intelligenti e dell'intelligenza artificiale.

Indice

Infanzia e giovinezza 

Turing venne concepito in India, durante uno dei frequenti viaggi di suo padre, Julius Mathison Turing, membro del Indian Civil Service. Sia Julius sia sua moglie, Ethel Sara Stoney, madre del futuro Alan Turing, decisero tuttavia che il piccolo dovesse nascere sul suolo inglese. Tornarono quindi a Londra dove il 23 Giugno 1912 nacque Alan Mathison Turing.

Già fin dalla più tenera età Turing diede segno della genialità che negli anni futuri lo renderà famoso in tutto il mondo, accademico e non.[1] Tuttavia a seguito della sua enorme passione per le materie scientifiche divenne inviso ai professori del St. Michael, la sua prima scuola, i quali avevano sempre posto più enfasi agli studi classici. Durante i primi anni di scuola ebbe quindi grosse difficoltà, ottenendo il diploma a stento. Poco appassionato al latino e alla religione, preferiva letture riguardanti la teoria della Relatività, i calcoli astronomici, la chimica o il gioco degli scacchi.

Nel 1931 venne ammesso al King's College dell'Università di Cambridge dove approfondì i suoi studi sulla meccanica quantistica, la logica e la teoria della probabilità (dimostrò separatamente il teorema del limite centrale, già dimostrato nel 1922 dal matematico Lindeberg). Nel 1934 si laureò con il massimo dei voti e nel 1936 vinse il premio Smith(riconoscimento che veniva assegnato ai due migliori studenti ricercatori in Fisica e Matematica presso l'Università di Cambridge). Nello stesso anno si trasferì alla Princeton University dove studiò per due anni, ottenendo infine un Ph.D.. In questi anni pubblicò l'articolo "On computable Number, with an application to the Entscheidungsproblem" dove descriveva, per la prima volta, quella che sarebbe poi stata definita come la macchina di Turing.

Il lavoro come crittografo 

Durante la seconda guerra mondiale, Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Department of Communications inglese per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, criptate tramite il cosiddetto sistema Enigma (progettato da Arthur Scherbius).

Una ricostruzione della macchina Bomba

Con l'entrata in guerra dell'Inghilterra Turing fu "arruolato" nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò stabilmente, per tutta la durata della guerra, alla decrittazione, sviluppando le ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina Bomba, progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 e ultimata nel 1938.[2] Basandosi su tali esperienze Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della bomba di Rejewski. Fu sul concetto di macchina di Turing che nel 1942 il matematico di Bletchley Park, Max Newman progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antesignana dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati con la cifratrice Lorenz SZ40/42, perfezionamento della cifratrice Enigma.[3]

Al termine della guerra Turing fu invitato al National Physical Laboratory (NPL, Laboratorio Nazionale di Fisica) a Londra per disegnare il modello di un computer. Il suo rapporto che proponeva l'Automatic Computing Engine (ACE, Motore per il Calcolo Automatico) fu presentato nel marzo 1946, ma ebbe scarso successo a causa degli alti costi preventivati. Bisogna inoltre sottolineare che l'attività di Alan Turing nel gruppo di Bletchley Park fu coperta dal segreto più assoluto. Finita la guerra il governo inglese impose a tutti coloro che avevano lavorato alla decrittazione, realizzando macchine e sistemi per violare i codici crittografici tedeschi, giapponesi e italiani[4], il divieto di parlare o, ancor peggio, scrivere di qualsiasi argomento trattato in quel periodo. Tale "silenzio" quindi impedì che Turing, come altri suoi colleghi anche meno famosi, ricevesse i riconoscimenti in campo scientifico che in altro ambito gli sarebbero stati ampiamente e pubblicamente riconosciuti. Dati e informazioni su queste attività cominciarono a essere pubblicate, previa autorizzazione dei servizi segreti inglesi, solo nel 1974, quando Turing e molti altri suoi colleghi nella decrittazione erano già defunti da tempo.[5]

Per l'anno accademico 1947/48 tornò a Cambridge e spostò i suoi interessi verso la neurologia e la fisiologia. Fu in questo periodo che iniziò a esplorare la relazione tra i computer e la natura. Ebbe anche interessi al di fuori dell'ambito accademico: divenne membro del Walton Athletic Club e vinse alcune gare di corsa sulle tre e dieci miglia. Raggiunse inoltre ottimi livelli nella maratona, correndo con un record personale di 2 ore 46 minuti e 11 secondi (il vincitore della XIV Olimpiade nel 1948 vinse con un tempo inferiore di soli 11 minuti[6]).

Nel 1950 scrisse un articolo dal titolo Computing machinery and intelligence sulla rivista Mind in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come il test di Turing: su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull'intelligenza artificiale.[7]

L'anno seguente fu eletto Membro della Royal Society di Londra. Si trasferì all'Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatica Digital Machine(MADAM). Convinto che entro l'anno 2000 sarebbero state create delle macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADAM, partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali fruitori.

Targa in memoria di Turing, presso la sua abitazione

Nel 1952 sviluppò un approccio matematico all'embriologia. Il 31 marzo dello stesso anno fu arrestato per omosessualità e condotto in giudizio, dove a sua difesa disse semplicemente che «... non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Secondo alcune fonti Turing avrebbe denunciato per furto un amico ospite in casa sua e ammesso il proprio orientamento sessuale in risposta a delle domande pressanti della polizia. In quel periodo si dibatteva nel parlamento britannico l'abrogazione del reato di omosessualità e ciò probabilmente avrebbe indotto Turing a un comportamento incauto[8]. La pena inflitta fu severissima: fu sottoposto alla castrazione chimica, che lo rese impotente e gli causò lo sviluppo del seno; alcuni dei motivi che probabilmente lo condussero, di lì a poco, al suicidio. Secondo altri Turing sarebbe stato indotto al suicidio dagli stessi servizi di intelligence inglesi.

Nel 1954 Alan Turing morì ingerendo una mela avvelenata con cianuro di potassio, in tono col proprio carattere eccentrico e prendendo spunto dalla fiaba di Biancaneve da lui apprezzata fin da bambino[9]. La madre sostenne che il figlio, con le dita sporche per qualche esperimento chimico, avesse ingerito per errore la dose fatale di veleno; ma il verdetto ufficiale parlò senza incertezze di suicidio: «Causa del decesso: cianuro di potassio autosomministrato in un momento di squilibrio mentale».[10].


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