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Yunnan-Vietnam. L'Oriente più vero

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2012 10:51
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17/10/2012 10:51

Ecco la terra "a sud delle nuvole", lo Yunnan, in quella regione che si trova nell'estremità sud-occidentale della Cina, ai confini con il Tibet, il Myanmar, il Laos e il Vietnam. La magia dello Yunnan si perde nella sua distanza, si confonde nell'imbrunire dei suoi fumi, nei paesaggi peculiari che degradano su terrazze di riso e che delineano antiche pagode disegnate di eterno.
Ogni angolo di questo luogo nasconde le leggende e le storie di antiche etnie, ci sono infatti più di 25 minoranze etniche, pari circa ad un terzo di quelle dell'intera Cina. Laddove l'altopiano dello Yunnan e Guizhou confina a nord con il "tetto del mondo", scorrono fiumi infiniti sovrastati da monti che si snodano da nord-ovest a sud-est, mentre straordinari paesaggi naturali dipingono colorati costumi etnici, paesaggi rurali, canyon, grotte e foreste pluviali tropicali. Kunming è la città dell'eterna primavera, fondata dalla dinastia Han, si erge a circa 2000 metri sul livello del mare, fu raggiunta da Marco Polo che la descrisse come "grande, affollata di mercati e di mille razze". A circa 120 km dalla città di Kunming, dove la fantasia, regina indiscussa, ha disegnato fantastici picchi grigiastri, bizzarre creazioni divine si innalzano fino a sfidare il cielo, ricordando al mondo degli umani, che le foreste possono essere anche di pietra.
Ci sono voluti milioni di anni, per consacrare il Picco del Loto e quei macigni sospesi tra due spuntoni di roccia, che minacciano di cadere al primo volere del vento ma che incarnano, secondo la leggenda locale, eroi che combatterono i demoni malefici e le inondazioni. Il periodo migliore per visitare la foresta di pietra, dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, è giugno, quando le luci dei falò, le lanterne di riso, i canti e le danze raccontano al mondo della minoranza etnica degli Hani, in occasione della loro festa tradizionale, quella delle fiaccole, momento unico per celebrare il fidanzamento dei giovani del popolo.
Proseguendo in macchina o trasferendosi in aereo, appare tra le montagne e il lago Erhai Hu, la splendida località di Dali, tra antichi fumi e salite di nebbia, si svelano le Tre Pagode, tra le più antiche strutture esistenti della Cina sud-occidentale, il vero simbolo di questo luogo. La più importante è la Pagoda Qianxun, alta 70 m e costituita da 16 piani, mentre le due pagode laterali, si piegano leggermente al vento a causa di un terribile terremoto che colpì l'area. Scendendo dalle nebbie e passeggiando in bicicletta ci si potrà perdere nei vicoli di misteriosi villaggi, ricreati dai cinesi per catturare il tempo, qui tra mercati, case con antichi cortili, limpidi ruscelli e barbieri intenti a salvare la tradizione, si potrà visitare un villaggio tradizionale dell'etnia Bai per poi chiudere gli occhi e respirare la verità di antiche storie.
Giungiamo poi a Lijiang, un gioiello rubato alla storia, alle pendici dell'Himalaya, snodo commerciale lungo la via del Tè e dei Cavalli. Donne che lavano sciarpe coloratissime o che camminano a passo svelto portando cesti pieni di frutta sui piccoli capi, mentre tra vicoli remoti ci si perde ascoltando il suono di flauti magici. Sulle vecchie strade, soffuse lanterne rosse, svelano per un attimo l'anima magica di questa terra, mentre candele lente galleggiano sugli specchi d'acqua, perse nell'odore di zuppe ai funghi e di spezie tipiche di questi luoghi. Cortili centrali, esili ponti di legno sovrastano ruscelli, correndo tra sentieri e piccoli negozi, le cui porte di antico legno intarsiato con pesci e altri simboli bene auguranti, vengono ancora rimosse la mattina e poste accanto all'entrata, per poi essere risollevate la sera a richiudere i vecchi usci. Non sarà difficile assaggiare del buon peperoncino, imbattersi in una porzione di vermi fritti o di quguoji, un pollo marinato in erbe locali e cotto al vapore in tegami di terracotta, mentre garofani e crisantemi, inebriano l'aria circostante, sovvertendo la nostra simbologia e celebrando da queste parti l'amore. E' questo il luogo dove vive la popolazione dei Naxi, una società matrilineare, dove le donne da sempre, hanno il controllo delle questioni sociali e lavorative più rilevanti.
Salendo ancora più in alto, si susseguono valli incantate, che portano fino alla Gola del Salto della Tigre, un passaggio stretto che in agosto è invaso dalla forza esplosiva dell'acqua, dove il fiume Jinsha attraversa la gola, per poi gettarsi nel fratello Yangtze (il Fiume Azzurro). Arrivati a Zhongdian, si viene subito avvolti dall'atmosfera della cultura tibetana, si ha la sensazione di passare attraverso una porta misteriosa, l'entrata in una regione oggi definita Shangri Là dai turisti, un luogo leggendario e mitico, dove lo splendore dei paesaggi si sposa con l'anima gentile della sua gente.
Visitare il monastero di Songzanlin, il più grande dello Yunnan, significa sfiorare il dolore di questa gente e la verità della sua storia, comprendere per un attimo la vita dei monaci tibetani, molti di loro ancora giovanissimi e già intenti a trascorrere un'esistenza autentica, lontana dai fasti della mondanità. Alle pendici dell'Himalaya, il primo stupa (monumento buddista), poggiato su una base cubica di mattoni, lascia sventolare da corde sottili, una serie di piccole bandiere colorate, sono i mantra, preghiere buddiste, che veloci come pensieri in movimento, raggiungono l'anima di chi li osserva. Le montagne sono spolverate di neve e nelle valli sottostanti si scorgono pecore, capre e i primi greggi di yak, mentre uomini color porpora, schivi e silenziosi, con teste rasate e sandali, sono intenti a leggere testi sacri o a svolgere le loro mansioni. La sera nel cuore vecchio del villaggio, tra le case di terra essiccata, colorate di un bianco sfumato dalle candele, esili fiammelle danzano al ritmo di una musica popolare che si diffonde, mentre uomini e donne dai tratti ben definiti e dalle guance screpolate dal freddo, fanno roteare polsi e mani accompagnati da copricapi bianchi, simbolo della presenza di una piccola comunità cinese musulmana. Prendendo un aereo o volendo proseguire in macchina, si potrà completare questo intenso viaggio, giungendo nel Vietnam del Nord. Passando per le zone di confine, ci si potrà far ospitare da alcuni abitanti, oppure arrivando direttamente ad Hanoi, capitale del Vietnam, si rimarrà affascinati dalla Pagoda a forma di fiore di loto, per poi proseguire verso Halong Bay, letteralmente la "baia del dragone che discende".
Dichiarata seconda meraviglia del mondo, la baia è formata da faraglioni calcarei, che si innalzano al cielo dalle acque, dinanzi ad una miriade di isolette, scrigni di un mare ancora color smeraldo. Secondo una leggenda, le isole della baia furono create da un grande drago che viveva sulle colline, infatti Ha Long significa "luogo dove i draghi scendono nel mare", è per questo che nelle notti invase di stelle, pagaiando su un Kayak o sdraiandosi su una giunca (tipica imbarcazione costruita con il giunco), tra i giochi di luce delle stalattiti e stalagmiti, si avrà la sensazione di scorgere creature misteriose, immergersi negli abissi di questo paese lontano dal tempo, la cui anima è racchiusa in uno scrigno segreto ancora capace di suscitare meraviglia.



di Anita Zechender
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