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Autenticarsi col pensiero

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2013 09:47
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12/04/2013 09:47

Computer: autenticarsi con il pensiero

 

I ricercatori della UC Berkeley School of Information, dicono che i pensieri potrebbero sostituire i caratteri e i simboli della vecchia password.

Chuang(Nell’immagine, John Chuang, mentre indossa il dispositivo) 

In uno studio intitolato “I Think, Therefore I Am”, il professor John Chuang della School of Information, insieme a tre studenti della UC Berkeley, ha trovato che le onde cerebrali possono essere utilizzate per differenziare gli individui e quindi come mezzo di autenticazione, a posto di una password tradizionale.

Nella ricerca è stato usato un dispositivo, con auricolare connesso in modalità wireless a un computer tramite Bluetooth, dotato di un sensore che appoggiato sulla fronte dell’utente, fornisce un segnale elettroencefalografico (EEG) del cervello.

Nei test effettuati, il dispositivo è stato in grado di identificare la password pensata dagli utenti con un livello di errore inferiore all’1%.

Anche se Chuang crede che l’autenticazione tramite onde cerebrali non potrà sostituire completamente le password tradizionali, afferma che l’esperimento pone le basi per lo sviluppo di un nuovo modo di concepire la sicurezza informatica.

Oltre ai pensieri, costituiti da ricordi specifici, i ricercatori hanno esplorato l’utilizzo di altre attività mentali, come la respirazione, i movimenti delle dita, la visualizzazione di determinati colori, il canticchiare mentalmente una canzone…

I risultati hanno mostrato che le onde cerebrali sono differenti da individuo a individuo.

Anche se tutti noi cantiamo la stessa canzone nello stesso modo, c’è qualcosa di fondamentalmente diverso sulle onde cerebrali di ciascuno, ha detto Chuang.

Se le onde cerebrali sono uniche per ogni individuo, anche se qualcuno scopre la password utilizzata, avrebbe comunque segnali cerebrali diversi, che non gli permetterebbero di autenticarsi.

Lo studio non solo ha mostrato che è possibile utilizzare i pensieri e le onde cerebrali, ma anche che questo tipo di tecnologia potrebbe essere accessibile ai più e facile da usare.

Fonte: In Dies

 

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