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Anche l'UE riconosce lo Stato di Palestina

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2014 15:06
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Dopo il riconoscimento ONU e di Google...

3 maggio 2013 ore 16:43

Anche Google riconosce la Palestina

03/05/2013 - Il gigante i Mountain View si allinea alla realtà certificata dall'ONU

Anche Google riconosce la Palestina
 È online Google.ps ovvero Google Palestina, versione “nazionale” del popolare motore di ricerca, dedicata allo stato di Palestina.

anon palestine

ZITTI, ZITTI - Il cambiamento è avvenuto senza tanta fanfara, tanto che se ne sono accorti alcuni giornalisti palestinesi, che hanno notato come la scritta in arabo e in inglese “Palestinian territories” (Territori palestinesi) sia stata sostituita da un più sintetico e corretto “Palestine”.

LEGGI ANCHE: Israele ha un governo, forse

LO STATO DI PALESTINA ESISTE - La decisione non rappresenta una fuga in avanti, quanto l’adeguarsi a una realtà che dopo il riconoscimento da parte dell’Assemblea Generale e di più di un centinaio di paesi al mondo, vede l’esistenza dello stato di Palestina una realtà incontestabile, anche se Israele ha deciso d’ignorare il riconoscimento come se non fosse mai avvenuto e anche se buona parte dei media occidentali continuano a comportarsi allo stesso modo, riferendosi a Gaza e ai Territori occupati senza mai pronunciare o scrivere la parola vietata: Palestina. Sempre che ne scrivano, perché in assenza di “terrorismo” palestinese, le vicende di quel paese sono da anni relegate in un cono d’ombra.

CHI ANCORA FA FINTA DI NIENTE - L’indeterminatezza dello status palestinese è stata per decenni lo scudo dietro al quale Israele si è riparato fingendo che il diritto internazionale non fosse applicabile a quella terra che non apparteneva ad alcuno stato e a quelle persone che non erano cittadini di nessuna nazione. Da qualche mese non è più così e il mondo si sta adeguando, probabilmente tra qualche anno ci arriveranno anche i nostri giornali e telegiornali.

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05/05/2013 12:01

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Palestine now recognised by greater power than US or Israel – Google

Internet giant follows UN in recognising statehood, changing home page tagline from 'Palestinian territories' to 'Palestine'

Anche Google riconosce la Palestina
 È online Google.ps ovvero Google Palestina, versione “nazionale” del popolare motore di ricerca, dedicata allo stato di Palestina.

Google has chosen to recognise Palestine.

When the UN recognized Palestine as an observer state last November,Israel retaliated by announcing new settlements. Now an organization of arguably greater authority has recognized Palestine: Google.

On Friday, the search engine changed the tagline on its home page in the occupied territories from "Palestinian territories" to, simply, "Palestine".

"We consult a number of sources and authorities when naming countries," a Google spokesman, Nathan Tyler, told the BBC. "In this case, we are following the lead of the UN, Icann [Internet Corporation for Assigned Names and Numbers], ISO [International Organisation for Standardisation] and other international organisations."

What to call the area south of Lebanon and Syria, west of Jordan and north of Sinai that isn't Israel is a matter of fierce debate. Before 1948 the entire area, including present-day Israel, was called Palestine. In 1988, leaders of the remaining territory declared a state of Palestine, but the state has had trouble gaining recognition. In November's UN vote, 138 nations voted to recognize a state of Palestine, nine voted against and 41 abstained.

Google's homeland, the United States, is currently the most powerful opponent of recognizing Palestine.

Fonte: The Guardian

[Modificato da Etrusco 07/05/2013 16:07]

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17/12/2014 14:55

Mo, l'Europa riconosce lo Stato di Palestina e 'scongela' Hamas
Articolo pubblicato il: 17/12/2014

Dall'Europa doppia mossa oggi sulla questione palestinese. A Strasburgo infatti il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui si sostiene "in linea di principio" il riconoscimento dello Stato di Palestina e la soluzione dei 2 Stati, che "deve procedere mano nella mano con lo sviluppo dei colloqui di pace, che devono andare avanti". Nelle stesse ore a Bruxelles il Tribunale dell'Unione europea ha annullato la decisione del Consiglio Ue di inserire Hamas nella lista europea delle organizzazioni terroristiche. L'annullamento è stato deciso per "motivi procedurali", ma, si spiega dal Tribunale, gli effetti degli atti annullati sono mantenuti temporaneamente per garantire il congelamento dei beni finanziari.

Secondo il Tribunale dell'Unione europea, l'inserimento di Hamas nella lista europea delle organizzazioni terroristiche non si basa su decisioni giuridicamente valide prese dalle autorità nazionali, ma "su accuse fattuali tratte dalla stampa e da internet".

Invece per il Tribunale Ue una decisione presa da Bruxelles sul congelamento di beni finanziari in materia di terrorismo deve basarsi "su elementi esaminati concretamente e decisi dalle autorità nazionali competenti".

In ogni caso il Tribunale della Ue conserva per 3 mesi l'efficacia delle misure in caso di ricorso e precisa che la decisione "non implica alcun tipo di apprezzamento di fondo sulla questione della qualifica di Hamas come gruppo terroristico".

Immediata la reazione del movimento palestinese che, per bocca di un suo dirigente, Izzet al-Risheq, ha definito la decisione del Tribunale Ue: "la correzione di un errore e di un'ingiustizia nei confronti di Hamas, che è un movimento di liberazione nazionale".

Fonte: ADNKronos, 17 Dicembre 2014

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17/12/2014 15:06

Da: Il Sole 24 Ore, 11 dicembre 2014 - 09:51

Stato di Palestina – Chi l’ha riconosciuto e chi no in Europa


La posizione dell’Europa nei confronti del conflitto arabo-israeliano  sta cambiando.
Un numero crescente di paesi sta riconoscendo lo Stato palestinese, o per lo meno sta riflettendo seriamente alla questione.
La Svezia è diventata quest’anno il 1° paese dell’Unione europea a riconoscere pienamente il nuovo paese.
images Altri 8 stati membri della UE riconoscono la Palestina, ma hanno compiuto la scelta prima di aderire all’Unione.
Lo fecero nel 1988, sulla scia della dichiarazione d’indipendenza del Consiglio nazionale palestinese: la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Polonia, la Bulgaria, la Romania, Malta e Cipro. La settimana scorsa, l’Assemblea nazionale in Francia ha esortato il governo a fare altrettanto; la mozione è stata approvata con 339 voti a favore e 151 voti contrari (i due deputati del Fronte Nazionale si sono astenuti). Nel testo si legge che “la soluzione dei 2 stati, difesa con costanza dalla Francia e dall’Unione europea, presuppone il riconoscimento dello stato palestinese, accanto a quello di Israele”. La Francia non è sola. Lo stesso hanno fatto nelle ultime settimane i deputati inglesi, spagnoli e irlandesi.
Il parlamento danese dovrebbe votare a breve. Secondo il quotidiano belga Le Soir, l’idea del riconoscimento dello stato palestinese è nel programma del governo Michel. Oggi voterà sulla questione il parlamento vallone. Ogni volta, i motivi sono simili. C’è il desiderio di considerare sullo stesso piano israeliani e palestinesi e quindi di rilanciare il processo di pace. La Libre Belgique ha messo a confronto le posizioni di chi è contrario e di chi è favorevole in Vallonia. I primi temono che la scelta possa creare nuove tensioni. I secondi sono convinti che solo con il riconoscimento si possa fermare “il processo di colonizzazione” da parte israeliana. Le mozioni parlamentari non hanno valore vincolante, ma sono certamente il riflesso di una crescente sensibilità nei confronti della situazione dei palestinesi nel conflitto arabo-israeliano. Da tenere presente è che lo stato palestinese è già dal 2012 membro osservatore alle Nazioni Unite. In novembre, il Parlamento europeo ha tenuto un acceso dibattito sulla questione. Parlando dinanzi all’assemblea di Strasburgo, il nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza, Federica Mogherini, ha spiegato che la discussione sul riconoscimento dello stato palestinese è “cruciale”.
Il voto è previsto sempre a Strasburgo il 17 dicembre 2014. Israele ha definito “triste” la decisione svedese e avvertito che un riconoscimento dello stato palestinese da parte francese sarebbe “un grave errore”. Proprio in questi giorni il governo Netanyahu ha proposto di considerare nella legge israeliana Israele come “lo stato-nazione del popolo ebraico”. Nel contempo, la legge ebraica diventerebbe fonte d’ispirazione della legislazione nazionale e la lingua araba non sarebbe più una delle lingue ufficiali del paese.

Da: Il Sole 24 Ore, 11 dicembre 2014 - 09:51

(Nella foto, Stefan Lofven, 57 anni, il primo ministro socialdemocratico svedese il cui governo – oggi dimissionario – ha deciso di riconoscere lo stato palestinese)

Dal Fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook


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