Morto a 100 anni Priebke: ex capitano SS
Morto Erich Priebke, ex ufficiale SS:
fu condannato per strage Fosse Ardeatine
L'ex capitano tedesco aveva compiuto a luglio 100 anni. Il suo legale: "Ha lasciato un'intervista scritta e un video, testamento umano e politico". L'Argentina rifiuta la sepoltura nel suo territorio
ROMA - È morto a Roma Erich Priebke, l'ex capitano delle SS, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine. Priebke aveva 100 anni. Lo annuncia il suo legale. Priebke è stato trovato priva di vita all'ora di pranzo sul divano dell'abitazione di via Cardinal San Felice. "Da alcuni giorni non stava bene e alcuni medici lo seguivano - ha spiegato Paolo Giachini, l'avvocato storico di Priebke - è comunque stato lucido fino alla fine. L'ultima volta che l'ho sentito è stato ieri sera. È sicuramente morto di vecchiaia". L'ex capitano ha lasciato, fa sapere l'avvocato, un'intervista scritta e un video, "testamento umano e politico": "La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealta", ha detto.
SCHEDA Chi era Erich Priebke
La strage delle Fosse Ardeatine. L'ex ufficiale fu uno dei responsabili dell'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, in cui 335 civili e militari furono fucilati come rappresaglia per un attacco partigiano che aveva provocato la morte di 33 militari tedeschi compiuto da membri dei GAP romani contro truppe germaniche che passavano in via Rasella. Per le modalità, il numero delle vittime e le circostanze in cui si svolsero i fatti, l'eccido delle Fosse Ardeatine divenne l'evento-simbolo della durezza dell'occupazione nazista di Roma.
La condanna. Priebke era nato a Hennigsdorf il 29 luglio 1913. A 20 anni aderì al partito nazionalsocialista tedesco. Dopo la fine della guerra fuggì da un campo di prigionia vicino a Rimini e si rifugiò in Argentina. Fu estradato in Italia nel 1995 e al termine di un lungo processo, nel 1998, fu condannato all'ergastolo, ma vista l'età avanzata - aveva già 85 anni - fu mandato ai domiciliari. Nel 2009 ha ottenuto il permesso di lasciare la sua casa "per fare la spesa, andare a messa, in farmacia" e affrontare "indispensabili esigenze di vita". Priebke abitava in una strada tra via Boccea e via Aurelia. Nessun curioso, ma tanti cronisti e un corposo presidio delle forze dell'ordine si sono radunati sotto casa di Priebke. Il palazzo, grigio e modesto, è presidiato da una camionetta dell'esercito, e da macchine di polizia e carabinieri. La cancellata gialla è chiusa.
L'intervista-testamento. Nemmeno alla fine della vita Priebke si è pentito. "Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau'', dice nell'
intervista-testamento politico, rilasciata nei giorni a cavallo del suo 100esimo compleanno, negando l'evidenza dell'Olocausto e rivendicando con orgoglio di aver ''scelto di essere me stesso''. ''La fedeltà al proprio passato - sottolinea - è qualche cosa che a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali e ha a che fare con il senso dell'amor proprio e dell'onore''. Sette cartelle di
domande e risposte senza alcuno spazio per il pentimento.
Nessuna camera ardente. Non sarà allestita alcuna camera ardente per l'ex ufficiale delle SS e in molti si chiedono dove sarà sepolto. ''A Bariloche c'è un posto per lui accanto alla salma della moglie. Però è ancora un'ipotesi perché ci sono aspetti burocratici da affrontare'', ha detto Giachini. A Bariloche, località sciistica dell'Argentina, Priebke ha trascorso gli anni dopo la guerra. Intanto, per questa sera, la salma "rimarrà nell'appartamento di via Cardinal San Felice", ha detto il legale, che ha chiarito che il corpo di Priebke "non è solo in una stanza vuota e gelida. Con lui ci sono anche troppe persone: il medico militare, soldati, polizia, carabinieri, badanti, io e qualcun'altro".
No dell'Argentina a sepoltura sul proprio territorio. Il ministro degli esteri dell' Argentina Hector Timerman "ha dato ordine di respingere ogni procedura che possa permettere l'ingresso nel paese del corpo del criminale Erich Priebke". Lo ha reso noto il ministero, precisando che "gli argentini non accettano questo tipo di offese alla dignità dell'uomo". Ieri, l'avvocato di Priebke, Paolo Giachini, aveva riferito che l'ex SS sarebbe stato sepolto accanto alla moglie a Bariloche, nella città argentina dove si era rifugiato anni fa.
Severino: "Con pentimento avrebbe ottenuto attenuanti". ''Se avesse mostrato segni di pentimento, Erich Priebke avrebbe ottenuto le attenuanti generiche. Me lo disse il gup del tribunale militare''. A rivelarlo è Paola Severino, che, all'epoca del processo per il massacro delle Fosse Ardeatine, rappresentava come legale di parte civile l'Unione delle Comunità Ebraiche. ''Nelle fasi successive del processo - spiega l'ex ministro della Giustizia - si è poi potuta constatare questa volontà di Priebke di non pentirsi''.
Festa e polemiche. Il 29 luglio scorso l'ex ufficiale nazista responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine ha compiuto 100 anni. Tensioni e parapiglia ci furono sotto la sua casa in zona Boccea. Sotto l'abitazione dell'ex capitano delle SS naziste, i manifestanti esposero diverse bandiere di Israele con la stella di David e alcuni manifesti con scritto "Lui può festeggiare il suo compleanno, le sue vittime no". Sulle auto del quartiere su altri volantini c'era scritto "Quando si è assassini l'età non conta. Diciamo no alle feste di compleanno per l'assassino nazista". Poi la commossa lettura dei nomi delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, pronunciati al megafono.
Il cordoglio di alcuni familiari vittime. Tra alcuni messaggi di cordoglio giunti per la morte di Erich Priebke ci sono anche quelli di alcuni familiari delle vittime della strage delle Fosse Ardeatine, ha riferito l'avvocato Giachini, specificando che "si tratta di quattro famiglie che si erano riconciliate con l'uomo.
Le voci del quartiere. Abitanti e negozianti che sono intorno a casa di Erich Priebke sembrano sollevati: "Meno male che è finita - dice Luca, propietario di un negozio di armi - così almeno finiremo di pagargli i domiciliari". "Aveva il ghiaccio negli occhi - dice Lucia che abita nel palazzo di fronte - quando andava a passeggio era altero. Quando lo incontravo provavo disagio e fastidio". Giuseppe, un inquilino del palazzo: "I primi anni provavo rabbia, non volevo vivere nello stesso palazzo con un ufficiale nazista. Poi tutti ci siamo riappacificati con lui, perché abbiamo capito che la sua vera pena era vivere". Carlo Buscalferri responsabile di zona dell'Anpi, afferma: "Abbiamo vissuto un problema per molto tempo, non capivamo perché proprio a Roma si dovesse ospitare uno degli esecutori dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Il nostro pensiero va oggi alle vittime". Bruno de Cesari militante di Sel, parlando del circolo del suo partito in via Cardinal Sanfelice afferma: "Noi non sapevamo, quando siamo venuti qui, che quella di fronte a noi era la casa di Priebke. Abbiamo visto i militari e abbiamo chiesto a loro. Lo vedevamo sempre uscire per strada iperscortato. Andava a prendere il giornale e faceva impressione, aveva lo sguardo glaciale. Era una persona fredda, cinica, senza umanità. Ci siamo liberati da questa presenza inquietante, direi oscena".
LA NOTIZIA SUI SITI STRANIERI
Le reazioni. ''Rispettiamo la persona di fronte alla morte, ma non possiamo dimenticare le vittime delle fosse Ardeatine. Erich Priebke è stato un criminale, al servizio di una dittatura sanguinaria''. Così il presidente Anpi, Carlo Smuraglia, ha commentato la notizia della morte del nazista. A lui fa eco il presidente Anpi Roma, Francesco Polcaro: "È naturale che una persona di cento anni muoia e non ho altri commenti da fare. Mi auguro solo -ha detto - che le autorità non permettano che i funerali di questa persona si trasformino in una manifestazione di apologia del nazismo. Per i partigiani resterà sempre un feroce assassino e un nazista". "Non ho mai trattato un caso di un nazista che fosse dispiaciuto o mostrasse rimorso per i suoi crimini e Erich Priebke era certamente di quel genere", ha detto Efraim Zuroff, del Centro Wiesenthal. Anche Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, si rammarica del mancato pentimento dell'ufficiale tedesco: "È morto un essere vivente, non un uomo. Di fronte alla morte di Priebke non si piange e non si ride perché in nessuno dei due casi le vittime potrebbero tornare indietro, in vita. Resta l'amarezza per una figura che non si è mai pentita di ciò che ha compiuto e si è sporcata le mani di sangue come tutte le truppe naziste. Ora le sue vittime sono ad attenderlo lassù in cielo, nella speranza che ci sia giustizia divina". C'è anche chi non ha intenzione di dare alla morte dell'ufficiale nazista alcun rilievo: "La morte di Priebke? Non la considero una notizia. Non ha importanza. E non scriverò niente nemmeno sul mio blog", ha detto il giornalista Gad Lerner. Mentre il coordinatore nazionale di Cantiere Democratico, Stefano Pedica, spera che i funerali si svolgano nel totale silenzio, ignorati da tutti i media.
Fonte:
Repubblica