Camila Vallejo (immagine di A. Arrigo)
Mi ha colpito la bellezza di Camila Vallejo, 23 anni, la ragazza che guida ormai da mesi la protesta degli studenti cileni. Si battono per un diritto elementare: scuole pubbliche economicamente accessibili a tutti e non, come accade dai tempi del dittatore Pinochet, soltanto ai ricchi. Di fatto l’istruzione costa in Cile mille euro al mese e i genitori s’indebitano pesantemente per mandare i figli a scuola. Così Camila, figlia di comunisti e studentessa di geografia, è diventata un simbolo, la Pasionaria (e non vorrei che, su quel pugno chiuso, si facessero riflessioni ideologiche che qui non c’entrano). La forza dei suoi argomenti, aiutata dall’evidente bellezza, l’ha portata al tavolo di governo per trattare sui diritti studenteschi. Da quando c’è lei, il presidente Sebastian Pinera è sempre più in difficoltà…
La bellezza di Camila, occhi verdi, piercing al naso, lineamenti perfetti, ha sostanza e verità. E’ un valore aggiunto, un mezzo che lei usa (anche mediaticamente, certo) per un obiettivo politico. Camila ha un’Idea, buona e utile per tutti i giovani come lei, ed è questo che la rende così affascinante, modello positivo e vincente che trascina le masse. Con una Bella così tira aria di rivoluzione e infatti Camila, per ben due volte, ha portato in piazza 200 mila studenti.
Questa ragazza ha ricevuto minacce di morte e nella migliore delle ipotesi (ma proprio nella migliore) diranno nelle alte sfere che è una gran rompiballe. Il tradizionale rimprovero rivolto alle donne (quello, appunto, di essere delle gran rompiballe), in questo caso è un’arma spuntata. Anche perché Camila dimostra che i cosiddetti attributi sono, talvolta, prerogativa femminile.
Stavo pensando: ma in Italia – la repubblica delle Olgettine – ce l’abbiamo una ragazza così? Su due piedi, non mi viene in mente nessuna…