lady considine, 05/03/2014 21:42:
Non sono riuscita a dare un commento a caldo sul film di Sorrentino, condivido e comprendo le impressioni iniziali che leggo qua e là, ma se l'abilità di un regista o scrittore è quella di trasmettere la stessa sensazione/emozione che lui stesso prova, allora Sorrentino è stato bravissimo! esito riuscito! Di sicuro è un film da vedere al cinema e non da casa, ma riflettendoci bene (nonostante il sonno che avevo ieri sera), i momenti di noia sono compensati, secondo me, da un finale molto profondo; poche parole ma taglienti, oltre alle immagini davvero suggestive. Credo che Sorrentino volesse proprio lasciarci una sensazione di vuoto, sconcerto, disorientamento, tipici della nostra epoca (in particolare dell'alta borghesia). Le frivolezze, la superficialità, l'ipocrisia, a tratti lo squallore, della mondanità messi in scena sul palco di Roma (Bellezza per eccellenza); l'effimero in stridente contrasto con l'eterna Grande Bellezza di Roma; la decadenza di oggi in contrasto con la gloria del nostro grande passato. Questa è la mia lettura personale del film
Quoto in toto.
Il degrado, il vuoto e la superficialità sono descritte perfettamente dalle scene dell' "artista" dalla vulva comunista (che non sa cosa sia l'arte) e del chirurgo plastico che opera nel suo studio surreale, quasi fosse un circo.
É film che, secondo me, deve lasciare poco. Deve lasciare un vuoto, una sorta di straniamento, che necessita anche di momenti di "noia".
Io sono, più che altro, basita dai commenti dei novelli membri dell'Academy ( che fino all'altro giorno pubblicavano video di "uomini e donne" o si sbellicavano al suon di "8mismo") in cui non si spiegano come sia possibile abbia vinto un Oscar.
D'accordo che il film non sia piaciuto, ma da qui ad ergersi navigati critici cinematografici ne passa.