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Le 6 cose più belle delle #midterms2014

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2014 21:51
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09/11/2014 17:39

Le 6 cose più belle delle #midterms2014 - articolo del 6 novembre 2014

Se martedì notte eravate svegli come noi, pronti a scoprire sconosciute contee della Virginia e le tante storie di queste elezioni di midterm che solo l’America, è probabile che ve ne siate accorti anche voi. Fra le molte cose degne di nota dell’appuntamento elettorale ci sono stati modi nuovi, interessanti, digitali di raccontare le elezioni. Abbiamo selezionato i 6 che ci sono piaciuti di più.

1) I risultati delle elezioni da condividere, in tempo reale, come tweet o post Facebook. Strumento semplice, ma molto efficace per aumentare la dimensione social della copertura di un evento elettorale. L’hanno usato, fra gli altri, New York Times, Huffington Post e Politico. Perché no.


Nella foto qui sopra, condivisione social dei risultati elettorali

2) Le probabilità di una maggioranza democratica o repubblicana al Senato, espresse in percentuali, aggiornate durante tutta la campagna elettorale. Un tempo marchio di fabbrica di Nate Silver e FiveThirtyEight (che rivedevano le percentuali in corso di spoglio, a mano a mano che gli stati venivano dichiarati vinti dal candidato democratico o da quello repubblicano), in questa tornata vi si sono cimentati anche altri media come il New York Times, aggiungendoci un gioco che ricorda la Ruota della fortuna, e l’Election Lab del WaPo. Prevedevano tutti almeno il 75% di probabilità di un Senato a maggioranza repubblicana, come poi è stato. Un nuovo classico.


Nella foto qui sopra, le probabilità di vittoria stato per stato su FiveThirtyEight

3) I bellissimi diagrammi dell’Huffington Post, che mettevano a confronto il risultato che emergeva dallo scrutinio, in ciascuna delle contee, con quello delle scorse presidenziali e delle scorse elezioni per il Senato. Un modo arguto per capire in maniera intuitiva come si stava muovendo il consenso nelle diverse zone dello stato, utile soprattutto per territori complessi come Virginia e Georgia. Team Excel.


Nella foto qui sopra, i diagrammi dell’Huffington Post

4) Lo strabiliante Live Senate Model che il New York Times ha affidato a The Upshot, la sua sezione di analisi e visualizzazione dei dati. A mano a mano che la conta dei voti andava avanti, un grafico mostrava in quali aree dello stato dovevano ancora essere scrutinate le schede, aggiungendo al candidato democratico e a quello repubblicano una stima dei voti ancora da conteggiare. In questo modo per esempio l’effetto ottico dei primi risultati della Virginia, che vedevano il repubblicano Ed Gillespie in vantaggio di quasi 10 punti sull’uscente Mark Warner, è stato da subito ridimensionato, prevedendo una vittoria del democratico per circa 1-2 punti (ha poi vinto dello 0,8 per cento). Visionario.


Nella foto qui sopra, il Live Model di The Upshot, che “aggiustava” le percentuali di scrutinio

5) Risaliamo a prima del voto, ma lo strumento è così formidabile da meritare una menzione. Il Wall Street Journal, in collaborazione con Facebook, ha analizzato i post che oltre 20 milioni di utenti americani hanno dedicato alle elezioni di midterm. Di qui sono state realizzate mappe interattive che, contea per contea, mostrano i temi più dibattuti sul social network (dall’occupazione all’energia, dalla sanità all’immigrazione). Big data.


Nella foto qui sopra, il volume di post su Facebook legati al tema immigrazione, nella mappa pubblicata dal Wall Street Journal

6) Da ultimo, come sempre, le fantastiche mappe elettorali a cui i media americani ci hanno abituati negli ultimi anni. Quest’anno la CNN ha portato il suo Magic Wall anche online, ma la novità più interessante è ancora targata New York Times. Il giornale, guidato dalla graphics editor Amanda Cox, ha raccolto i dati di scrutinio di ogni voting precinct – la più piccola unità di divisione del territorio, sovrapponibile alla nostra sezione elettorale: negli Usa in media ciascuna ha 1.100 elettori iscritti – e li ha riportati su una mappa interattiva. Le tonalità più scure rappresentano le aree più popolose. Chapeau.


Nella foto qui sopra, le mappe per voting precinct della Georgia

Articolo di Lorenzo Pregliasco del 6 novembre 2014
[Modificato da Robert - W la... foiga! 09/11/2014 17:40]

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09/11/2014 18:30

Negli Usa danno un sacco di importanza a queste elezioni di midterms... quasi più del superbowl
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03/12/2014 21:45

Re:
Da da da, 09/11/2014 18:30:

Negli Usa danno un sacco di importanza a queste elezioni di midterms... quasi più del superbowl



Semplicemente (anche) perchè il Senato Federale degli Stati Uniti determina la politica estera (anche contro i desideri della Casa Bianca e/o del Dipartimento di Stato). Poi non dimentichiamoci poi che il Senato partecipa al processo decisionale nella scelta, ad esempio, dei giudici della Corte Suprema: se il Senato (o meglio, l'apposita commissione) dice NO ad un candidato, il Presidente può solo rassegnarsi alla sconfitta. E le nomine presidenziali passano tutte per il Senato (dai ministri del governo federale ai dirigenti degli enti federali - esempio: CIA - per non parlare dei procuratori generali, cioè i magistrati di alto livello). Ergo, è importante per il Presidente avere un Senato amico (o almeno non del tutto ostile) e infatti di solito tra la Casa Bianca e il Senato, specie se di colore / partito opposto, c'è molta collaborazione (ma storicamente ci sono stati anche parecchi scontri).
[Modificato da Robert - W la... foiga! 03/12/2014 21:51]

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