Mondo di Mezzo : Mafia Capitale (Buzzi & Carminati)

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03/12/2014 21:32

Re: Re:
Quak150, 02/12/2014 21:34:

Certo che ti vorrai anche far credere mezzo francese ma di savoir faire proprio ne hai meno di zero



Per favore, evita di lanciare (contro la mia persona) offese di tipo personale: c'è un limite a tutto. Comunque, non posso neanche criticare Alemanno adesso? Che ti ho fatto?

c'eraunavodka, 03/12/2014 01:01:

che sia un gollista? [SM=x44452]



Per favore, evitate di dire stronzate: c'è un limite a tutto. Comunque, ormai il gollismo è finito tra il 2002 e il 2007 (secondo mandato di Chirac all'Eliseo, periodo in cui Sarkozy è progressivamente emerso come leader. Notare che Sarkozy ha forti legami con gli USA e questa cosa "puzza molto" per un leader francese, specie se è - almeno a parole - di orientamento gollista). Tornando su Alemanno, direi che FDI (Fratelli d'Italia) si è suicidato nel (patetico) tentativo di ricostruire "in piccola scala" AN o addirittura il vecchio MSI
[Modificato da Robert - W la... foiga! 03/12/2014 21:37]

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04/12/2014 11:22


Mafia e appalti: Odevaine e il nuovo cognome per celare una condanna



Un cognome cambiato per celare una condanna per droga, poi beneficiata dall'indulto, e non inficiare le sue possibilità di carriera nelle istituzioni.
Il segreto. Questo il segreto di Luca Odevaine, già vice capo di gabinetto con Walter Veltroni e capo della polizia provinciale con Nicola Zingaretti, svelato nell'ordinanza dell'operazione dei Ros e della Procura di Roma che lo descrive come anello fondamentale dell'organizzazione mafiosa per il business sugli immigrati.

Cognome galeotto. Odevaine è descritto dal gip Flaminia Costantini come «un signore che per non compromettere le sue possibilità istituzionali si fa cambiare il cognome a seguito di condanne riportate». La condanna risale al 1989: Odevaine fu condannato «per il reato di stupefacenti alla pena di anni 2 di reclusione, pena per la quale gli è stato concesso l'indulto nel 1991 e la riabilitazione nel 2003».

In Usa più attenti. Una circostanza, rileva il gip nell'ordinanza, «di cui nessuna delle amministrazioni interessate si accorge», proprio per l'escamotage del cognome cambiato. Ad accorgersene però è «l'amministrazione Usa, che gli nega il visto d'ingresso per i suoi precedenti penali, fatto di cui l'indagato si duole assai, proprio mentre commette gravissimi reati contro la Pubblica amministrazione».

Visto negato. Nell'aprile del 2014  «il Dipartimento di Stato americano, dopo aver esperito gli accertamenti del caso, ne respinse il visto d'ingresso, in conformità ad una loro legge nazionale». In un'intercettazione Odevaine commenta con disappunto: «sai che gli americani mi hanno respinto il visto... mi hanno messo l'articolo di una legge... e mi hanno citato l'articolo di una legge che dirà che se uno è stato condannato non può andà negli Stati Uniti cioè una roba da matti... è veramente una cosa assurda, cioè in una democrazia come quella cioè che uno abbia avuto una condanna 26 anni fà che sia stato riabilitato e comunque ha avuto ruoli pubblici e tutto quanto tu non puoi andà negli Stati Uniti...».
Fonte: Il Messaggero - Mercoledì 3 Dicembre 2014, 13:40 - Ultimo aggiornamento: 13:53 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

Per fortuna negli USA ancora c'è un limite oltre cui nessuno può andare  

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04/12/2014 11:43

MAFIA E POLITICA CONTINUANO A DIALOGARE

“È la teoria del mondo di mezzo compà. …. ci stanno . . . come si dice . . . i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo … e allora …. e allora vuol dire che ci sta un mondo… un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano… come è possibile… che ne so… che un domani io posso stare a cena con Berlusconi”.
Parola di Massimo Carminati, ex terrorista di estrema destra dei Nar ed ex membro della Banda della Magliana, numero uno dell’organizzazione criminale decapitata dagli uomini del Ros.

Un gruppo, chiamato Mafia Capitale, capace di infiltrarsi e fare business nella gestione dei centri accoglienza per immigrati e dei campi nomadi, di finanziare cene e campagne elettorali, come quella dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, tramite la Fondazione Nuova Italia di cui l’esponente di Fratelli d’Italia è presidente.

Un mondo trasversale.
Dove vi erano interessi politici di destra e sinistra, vedi i continui contatti con importanti esponenti del Partito Democratico, come confermano le indagini.

Un mondo fatto di cene con importanti esponenti politici e delle cooperative, un mondo dove la trasparenza non esiste ma esistono gli interessi personali e gli interessi illegali.

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Il fatto più preoccupante è la trasversalità.
Tutte le parti avverse, destra e sinistra si sono accordati per creare queste associazioni a delinquere... è preoccupante... e criminali come Carminati erano noti già 20 anni fa.... [SM=x44471]
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04/12/2014 14:42

Re:
raggio di luna78, 04/12/2014 12:29:

Il fatto più preoccupante è la trasversalità.
Tutte le parti avverse, destra e sinistra si sono accordati per creare queste associazioni a delinquere... è preoccupante... e criminali come Carminati erano noti già 20 anni fa.... [SM=x44471]



E di preoccupante c'è anche che stò Santo di Carminati stava scappando perchè avvisato della cattura imminente, l'operazione di cattura è stata dovuta anticipare di 2 giorni, come nei film la questura è piena di talpe.
Mio parere? tutta questa vicenda di cupola romana mafiosa/fascista è venuta fuori perchè la cosa oramai puzzava troppo e qualche d'uno non è stato alle regole, ed è scoppiato il bubbone.
Tutti sti nomi politici e nò, destra sinistra da quanto tempo andavano avanti senza che nessuno lo sapesse?
Qui si parla di stato, ma lo stato non esiste più!!! la politica ci muove come i burattini e noi ci muoviamo!!

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04/12/2014 17:57


"Report" Puntata del 05/12/2014

Romanzo Capitale

Rai 3
replicherà venerdì 5 dicembre alle ore 21 l’inchiesta aggiornata con i fatti di questi giorni.

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Re: Re:
pliskiss, 04/12/2014 14:42:



E di preoccupante c'è anche che stò Santo di Carminati stava scappando perchè avvisato della cattura imminente, l'operazione di cattura è stata dovuta anticipare di 2 giorni, come nei film la questura è piena di talpe. ...
Qui si parla di stato, ma lo stato non esiste più!!! la politica ci muove come i burattini



Dalle indagini sembra che Carminati e gli altri criminali di questa retata godessero degli aiuti di alcune talpe all'interno dei servizi segreti e varie forze dell'ordine.

Più esattamente: la vera politica la fanno i criminali: sembra che siano loro a muovere i politici come burattini e piegarli al loro volere, insieme a banchieri e tanti altri...

Ma vuoio scommettere che presto le indagini si allargherano alla banca vaticana? Quando ci sono enormi flussi di denaro sporco la storia c'insegna che passano spesso per lo IOR per essere ripuliti [SM=x44499]

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05/12/2014 10:53

Re: Re:
pliskiss, 04/12/2014 14:42:



E di preoccupante c'è anche che stò Santo di Carminati stava scappando perchè avvisato della cattura imminente, l'operazione di cattura è stata dovuta anticipare di 2 giorni, come nei film la questura è piena di talpe.




Ho visto il filmato del blitz dove lo arrestano incastrandolo su quella stradina, mi immaginavo chissù che invece sembrava un rubagalline altro che grande boss della mala... un peracottaro insomma, fuggiva con la Smart? Non ha nemmeno accennato a opporre resistenza, strano per un leone come lo hanno descritto, a meno che non confidi di uscirne pulito tramite i suoi avvocati [SM=x44473]
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05/12/2014 13:13


L’EX LEADER DELLA LEGACOOP, GIANNI E IL CONDANNATO PER OMICIDIO

Il portavoce del ministro del Lavoro è intervenuto sulla cena del 2010 in cui Giuliano Poletti (2), allora presidente di Legacoop, sedeva di fronte a Salvatore Buzzi (7), responsabile della Cooperativa 29 giugno già condannato per omicidio [SM=x44472] e ora in carcere per l’inchiesta sulla “mafia capitale”: “Sapeva della condanna per omicidio ma il presidente della Lega parla con tutti”, dicono dal ministero. Nella foto anche il pluripregiudicato Luciano Casamonica (1), Franco Panzironi ex ad della muncipalizzata Ama e arrestato (3), l'Onorevole PD Umberto Marroni (4), l’assessore PD Daniele Ozzimo che si è dimesso perché indagato (5), Angiolo Marroni garante dei detenuti del Lazio (6) e Gianni Alemanno (8).
Il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2014. [SM=g1700002]
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05/12/2014 13:14

Sottoscrivo [SM=x44456] [SM=x44459] [SM=x44462]

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05/12/2014 13:18


“FACEVO LE BUSTE PER I POLITICI FINO A 10MILA EURO ALLA VOLTA” (Valeria Pacelli).
PRIME AMMISSIONI DELLA CONTABILE DELLA COOP AL CENTRO DELLA MAXIRETATA: ”LE LASCIAVO IN CASSAFORTE, SEGNATE CON LA B. POI CI PENSAVA IL CAPO BUZZI”

Il Fatto Quotidiano, 5 Dicembre 2014.

Preparavo le buste con il denaro, come mi ordinavano, che poi venivano custodite in cassaforte. Ognuna veniva segnata con una B.”. La B. di Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative e il braccio “sinistro” di Massimo Carminati. Ad ammettere l’esistenza di un “libro nero” con una contabilità delle mazzette che la mafia capitale elargiva a politici e pubblici ufficiali è Nadia Cerrito, classe ’65, romana, due figlie e un marito operaio, arrestata anche lei nella retata che qualche giorno fa si è abbattuta sul presunto sodalizio criminale della capitale. Dopo un primo giorno di interrogatori dove tutti – a eccezione di Franco Panzironi, ex ad di Ama – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ieri con Nadia Cerrito si è rotto il silenzio. La donna è accusata di essere la “segretaria personale di Salvatore Buzzi che custodisce la contabilità occulta della attività corruttiva dell’associazione”. Si tratta di un libro mastro che, come scritto nell’ordinanza, “contiene una vera partita doppia del dare e avere illecito, dei destinatari delle tangenti; contiene l’indicazione dei soggetti cui vengono veicolati i profitti”.

DAVANTI AL GIP Flavia Costantini e al pm Luca Tescaroli – titolare dell’inchiesta con i sostituti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini – Nadia Cerruti ha ammesso di “aver gestito la contabilità in nero negli ultimi tre anni”. Inoltre, come gli comandava Buzzi, “ogni mese preparavo le buste paga dei dipendenti delle cooperative”. Infatti la donna era consigliere e vicepresidente dal 2010 del Cda di Formula Sociale Coop Sociale Integrata Srl , ma anche dal 2006 al 2010 consigliere della 29 giugno servizi Società, entrambe cooperative riconducibili al gruppo Buzzi. Ma non preparava solo le buste paga per i dipendenti. Perché “sotto indicazione di Buzzi” riempiva anche le “buste con altro denaro di importi” che potevano arrivare fino a 10mila euro. Su ogni busta c’era una “B.” con il relativo l’importo e venivano tutte custodite in una cassaforte. Poi, secondo quanto ricostruito dalla donna, le consegnava a Buzzi, lo stesso che in una conversazione del 20 aprile 2014 si vanta di “pagare tutti. Anche due cene con il sindaco (Gianni Alemanno, ndr), 75 mila euro ti sembrano pochi? (...) Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, pago cena, pago manifesti.”
Dalla cassaforte il denaro passava a pubblici ufficiali e non solo. Nell’ordinanza che ha portato agli arresti 37 persone, tra gli amministratori a libro paga viene menzionato Franco Panzironi, ex ad di Ama, la municipalizzata romana per l’ambiente, anche lui agli arresti. Avrebbe incassato 15 mila euro al mese, come emerge in una conversazione del 2 maggio 2013 dello stesso Buzzi: “L’ho messo a 15 mila euro al mese”. Ma non è l’unico che riceveva denaro secondo le accuse della Procura di Roma, tutte da riscontrare. L’ordinanza cita anche Luca Odevaine, già vice capo di gabinetto con Walter Veltroni e capo della polizia provinciale con Nicola Zingaretti, al quale Buzzi “dava cinquemila euro al mese, a Mario Schina (ex dirigente del comune, ndr) dava millecinquecento euro al mese”. Poi c’è anche Franco “Figurelli, che veniva retribuito con 1.000 euro mensili, oltre a 10.000 euro pagati per poter incontrare il Presidente Coratti, (Mirko, presidente del consiglio comunale capitolino, dimissionario a seguito dell’inchiesta, ndr)”. Altri invece avrebbero ricevuto buste “una tantum”. “In questo senso – scrivono i pm – assume rilievo la figura di Patanè, consigliere regionale pd. In relazione a tale figura istituzionale, Buzzi a più riprese afferma di aver ricevuto imponenti richieste di denaro” e in un altro passaggio, i magistrati aggiungono che Buzzi “aveva già provveduto alla dazione di 10.000”. Poi ci sono i soldi alle fondazioni. “Significativo, in questo senso – è scritto nell’ordinanza – è il pagamento alla Nuova Italia (fondazione di cui Panzironi è socio e Alemanno presidente, ndr) del 6.12.12, per un valore di 30.000 euro, proveniente da società di Buzzi”. Anche la disposizione delle erogazioni a favore della fondazione presieduta dall’ex sindaco di Roma e indagato, viene attribuite a Cerrito che “dispone materialmente le erogazioni a favore della Fondazione Nuova Italia”.
La donna si difende spiegando che faceva solo il suo lavoro di ragioniera, anche perché non poteva negare l’esistenza delle buste, più volte citate nelle conversazioni intercettate.

COME QUELLA del 29 gennaio, quando “Paolo Di Ninno
(ritenuto il commercialista di fiducia di Buzzi, ndr), alla presenza della Cerrito, faceva un resoconto al Buzzi ed al Carminati della contabilità, ufficiale e parallela, delle cooperative dagli stessi gestite, interloquendo con il Carminati, circa il modo per fargli pervenire un flusso economico”. Intanto Cerrito, tramite l’avvocato Bruno Andreozzi, ha fatto richiesta di andare ai domiciliari, ma il gip si è riservato di decidere nei prossimi giorni.
Ieri è stato sentito anche Claudio Turella, funzionario del Comune di Roma, responsabile del Verde pubblico, arrestato con l’accusa di aver aiutato l’organizzazione “facendo pressioni sugli organi della giunta comunale o anche a proposito della determinazione dell’ammontare del corrispettivo per la manutenzione delle piste ciclabili”. A casa di Turella durante le perquisizioni sono stati trovati 570 mila euro in contanti. Ma interrogato il funzionario ha detto di non sapere di avere quel denaro in casa, senza convincere i pm. Oggi nuovi interrogatori, dopo questa prima ed importante ammissione che rafforza l’inchiesta.

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N.B. Nella cena sopra degli Apostoli ho notato che la bottiglia piena non mancava mai, a vederli mi vergogno io x loro, meditate gente meditate, ma in quali mani siamo? TUTTI NESSUNO ESCLUSO!
Er re de ROMA !!! [SM=x44511] stavolta vietato sbagliare, dritto in fronte!! [SM=x44458]
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Non interverrò più sull'argomento, ma dico l'ultima cosa:
Qui in Italia a questo punto, ci vogliono meno politici magna soldi, e quei pochi che dovrebbero rimanere, andrebbero scortati da polizia e esercito, se nò quà non ne andiamo più fuori.
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Da Vigna Stelluti a Ponte Milvio, l'abito buono della mafia nelle vie della Roma bene
Per incontrare i suoi complici Carminati preferiva restare tra i Parioli e Vigna Clara
Sabato 6 Dicembre 2014 - 06:23 di Raffaella Troili

Le parole sussurrate, le minacce al parcheggiatore abusivo, gli incontri al mercato Parioli, gli appuntamenti al tavolo.
L'ufficio di rappresentanza è in un gazebo del bar Vigna Stelluti.
m.ilmessaggero.it/m/messaggero/articolo/ROMA/1051807

Non è una scelta casuale, Massimo Carminati, sceglie il cuore del quartiere per il suo, di quartier generale. E sceglie il ritrovo storico della destra estrema di Roma nord, fin dagli anni di piombo frequentato anche da Brugia. Siamo a Vigna Clara, nel salotto bene di Roma nord, tra le vetrine chic e le signore biondissime, nel quadrilatero urbano «che ha per confini ideali via Flaminia–corso Francia ad est, via Cassia ad ovest, via Vilfredo Pareto a nord e via Luigi Bodio a sud». Qui è zona sua, e lui rimarca il controllo del territorio, tanto che tenta pure di recuperare un orologio scippato a un passante, da due ladri in scooter, «non famo noi i reati qua...».
Qui - dove con un certo reciproco fastidio s'incontrano lui ed Ernesto Diotallevi - è rimasto però forte il vincolo di solidarietà con gli esponenti di destra. Perché «è normale che hai più feeling con un vecchio camerata - spiega Grilli in un interrogatorio - molti adesso sono diventati politici, chi è deputato, chi è senatore, però sono tutta gente cresciuta in quell'ambiente e questi rapporti rimangono e negli anni se devi chiede un favore, una cosa, è facile che hai rispondenze quando c'hai un appoggio di questo tipo». Altro punto di ritrovo, resta piazza Stefano Jacini, a Vigna Clara, ancora oggi frequentata da ex Nar e vecchi amici di Brugia. Tra questi, fino a poco prima che morisse l'ideologo di destra Paolo Signorelli.

IL BENZINAIO
«Perché tanto nella strada glielo devi dire... aaa come ti chiami? comandiamo sempre noi... non comanderà mai uno come te nella strada. E nella strada tu c'avrai sempre bisogno»: il manifesto programmatico dell'organizzazione criminale per gli investigatori, tant'è che l'altro luogo chiave «centro d'interesse del sodalizio» è la stazione di rifornimento Eni di corso Francia di proprietà di Roberto Lacopo. Un posto anonimo eppure frequentatissimo infatti i filmati intercettano per anni incontri ravvicinati e minacce anche fisiche. Dall'utenza fissa partono telefonate inequivocabili: «Qua deve portà i soldi... E' il benzinaio», qui il cecato si fa consegnare un televisore da 60 pollici. A pochi metri di distanza da un altro luogo sotto osservazione, il negozio Blu Marlyn della compagna del boss, di via villa Severini. Alle spalle del benzinaio, c'è la Collina Fleming, con la pasticceria Fleming, anche questa frequentata da ex estremisti di destra. Nell'area della movida, dei ristoranti in e dei locali che chiudono all'alba, a Ponte Milvio s'incontrano e si alleano esponenti criminali.

PONTE MILVIO
Un mondo parallelo a quello dei giovani che arrivano da tutta Roma e che affollano la zona, con le microcar e il bicchiere in mano. Nel 2012 avviene una lite dentro al pub Coco Loco, non sono ragazzi ubriachi i protagonisti, in quel momento nel bar ci sono pregiudicati che operano per conto del clan di Michele Senese, il figlio di Nicoletti, camorristi e albanesi, a vendicare poco tempo dopo quel tentativo di estorsione, tutti sanno nell'ambiente che è Carminati. Il bene e il male, il divertimento e il malaffare si mescolano. Poco lontano in via Flaminia vecchia troviamo il Factory club, cocktail bar, del figlio di Carminati (proprietario di molti campi di paintball) e di altri amici di zona. E ancora: in via Riano due concessionarie, “Concept garage srl” dove capitava d'incontrare Giovanni De Carlo e lo stesso Carminati, i boss si fanno rivendere le macchine, incassano i saluti deferenti di commercianti e imprenditori che chiedono protezione. S'incontrano, come dimostrano le intercettazioni, con politici collusi sulle tavole del Casale lungo la Flaminia, del Galletto sulla Cassia, del Frate sulla Tiberina. Soprattutto al Villa Brasini- Met in piazzale Ponte Milvio, nato sulle ceneri dello storico Vigna dei Cardinali, negli anni '80 nota bisca clandestina che gravitava nell'orbita della banda della Magliana. Vanno e vengono De Carlo sulla sua Audi Q7, Carminati sull'Audi a1, nel viavai di incontri è agli atti anche quello con il calciatore Giuseppe Sculli.

JET, IL RITROVO
Non c'è più da qualche anno, un altro ritrovo storico, il negozio di jeans Jet, di proprietà di Carminati, in via Marco Besso. All'apparenza ritrovo fricchettone per ragazzini alla moda, in sostanza covo di estremisti di destra poi diventati terroristi di dietro. Per sport, allenamento, il pomeriggio, con le moto andavano a scippare gli occhiali e i cappelli alle ragazze e ai ragazzi bene in motorino su corso Francia. Nella stessa via è ricominciato tutto, negli anni '90 nella palestra Sex Appeal dove Carminati, Brugia e altri fascisti rinsaldano il patto criminale, mentre belle donne in tuta e trucco perfetto, corrono ignare, ma chissà.., sul tapis roulant. Altro ignaro punto di ritrovo, dei giovani, è il bar Mondi a via Flaminia Vecchia. E in quella zona che è nata la moda delle macchinette che si possono guidare a 14 anni. Nel regno incontrastato del Re cecato, fino a pochi giorni fa.

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Adesso mi capite meglio quando dicevo che sono stato costretto a andare fuori regione perchè a Roma non si riusciva più a lavorare? non onestamente almeno...
Maledetti, hanno rovinato un'intera città....
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06/12/2014 23:04

Ma cosa vi aspettavate? A Roma girano troppi soldi per poter pensare che la criminalità e burocrati corrotti non ne potessero approfittare.
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<header>

Mafia, modello romano


</header>

Ha tutti gli elementi costitutivi del reato di associazione mafiosa
ma secondo il procuratore antimafia Franco Roberti, quello di “mafia capitale” è un modello “autoctono”

cupola mafia capitale

L’inchiesta “Mafia capitale” o “Mondo di mezzo”, come è stata anche ribattezzata dagli inquirenti per sintetizzare un’area di confine tra i due diversi “mondi”, quello legale e quello illegale, in grado di garantire le relazioni funzionali al conseguimento degli interessi dell’organizzazione, continua ad andare avanti anzi si allarga. Tutto ruota intorno a Roma e al suo modo di fare affari e politica, e in quel “mondo di mezzo” sembrano siano passati anche uomini dello spettacolo e del calcio. Almeno così risulta da suggestive intercettazioni tra Giovanni De Carlo, considerato il factotum dell’organizzazione criminale, e Vip. Finora non risultano entrate nell’inchiesta che, però, si sta allargando e non potrebbero non mancheranno sorprese.cupola mafia capitale arresti
Intanto Nadia Cerrito, l’affidataria del registro contabile dell’organizzazione mafiosa, in carcere continua a rispondere alle domande del gip Flavia Costantini in sede di interrogatorio di garanzia.
Nel libro nero ci sono i nomi degli amministratori e dei politici corrotti e il corrispettivo, a volte veri stipendi mensili che venivano passati, appunto, a politici e amministratori per oliarne i meccanismi.
Cerrito ha ammesso di aver gestito il libro mastro che conteneva questa vera e propria partita doppia del dare e avere illecito dei destinatari delle tangenti.
Cerrito, già segretaria di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa “29 giugno”, ha detto, secondo quanto si è appreso, che le cifre annotate sul libro mastro erano elargite da Massimo Carminati e dallo stesso Buzzi. E qui rientra la questione dell’accoglienza dei migranti e dei campi rom, gestiti proprio dalla cooperativa di Buzzi. Gare d’appalto, o meglio servizi assegnati senza gare d’appalto giustificati con l’urgenza, la necessità di accogliere gruppi di migranti che, Buzzi, si diceva addirittura in grado di gestire e di dirottare a seconda delle necessità. Un affare d’oro di cui si sta lentamente conoscendo la vera consistenza.

Ed emergono anche peculiarità sul tipo di organizzazione criminale che, secondo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, caratterizzano questo intreccio tra mafia, politica e mondo degli affari nella capitale.
“Una indagine molto seria e rigorosa – dichiara alla stampa Roberti – ha evidenziato l’esistenza di un gruppo criminale che ha i connotati riconducibili al reato di associazione di tipo mafioso. Vedremo nella prosecuzione delle indagini quali saranno le decisioni anche del tribunale del riesame, ma io credo che ci siano tutti gli elementi che correttamente, la procura di Roma e il Giudice per le indagini preliminari, hanno contestato a questo gruppo criminale: il reato di associazione mafiosa”.
Si tratta però di un modello non mutuato da quelli attuali “E’ un modello autoctono – continua Roberti – perché non ha presenti al suo interno soggetti provenienti da realtà criminali … di criminalità organizzata tradizionale, di tipo mafioso tradizionale. Però è un modello – ha ribadito – perché contiene in sé tutti i caratteri, gli elementi costitutivi del reato di associazione mafiosa, quindi la forza di intimidazione del vincolo associativo e la condizione di assoggettamento ed omertà per chi aderiva, la capacità corruttiva, la capacità relazione che è tipica delle organizzazioni mafiose, appunto, di rapportarsi a soggetti istituzionali corrotti, a soggetti imprenditoriali collusi, di fare gruppo e di fare, addirittura, una programmazione delittuosa che passa attraverso, appunto, la gestione, nel caso dell’indagine romana, di numerosi appalti pubblici”.

Mafia capitale. Gli abitanti del “mondo di mezzo”

I nomi degli arrestati:
Massimo Carminati, ex Nar e Banda della Magliana
Salvatore Buzzi, uomo, legato al Pd, presidente della cooperativa sociale, “29 giugno”, che si occupa di gestione dei campi rom e asservita al boss Massimo Carminati
Riccardo Mancini, ex amministratore delegato di Ente Eur
Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto del Campidoglio
Franco Panzironi, ex amministratore delegato dell’Ama
Claudio Turella, ex dirigente del servizio giardini del Comune di Roma
Giovanni Fiscon, ex dirigente Ama
Alessandra Garrone, compagna di Buzzi,
Emilio Gammuto, collaboratore di Buzzi
Paolo Di Ninno, commercialista di Buzzi
Nadia Cerrito, collaboratrice di Buzzi, affidataria del registro contabili
e ancora:
Riccardo Brugia, Roberto Lacopo, Matteo Calvio, Fabio Gaudenzi, Raffaele Bracci, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Agostino Gaglianone, Fabrizio Franco Testa, Carlo Pucci, Sandro Coltellacci, Claudio Caldarelli, Carlo Maria Guarany, Emanuela Bugitti, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Mogliani, Giovanni Lacopo, Claudio Turella, Giovanni De Carlo.

Ai domiciliari sono finiti invece:
Patrizia Caracuzzi, Emanuela Salvatori, Sergio Menichelli, Franco Cancelli, Marco Placidi, Raniero Lucci, Rossana Calistri, Mario Schina.


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pliskiss, 09/12/2014 19:31:

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