Mafia Capitale, l'ex magistrato Antonio Di Pietro riabilita l'ex premier socialista Bettino Craxi

Articolo del 10 dicembre 2014

Fa un certo effetto sentire Di Pietro riabilitare Bettino Craxi. Dopo quasi ventitre anni dallo scoppio di Mani pulite, l'inchiesta che spazzò via la Prima repubblica, facendo tabula rasa delle forze politiche che, nel bene o nel male, avevano retto il Paese per 45 anni, il pm testa d'ariete del pool milanese riconosce che, in fondo in fondo, il leader del Partito socialista qualche ragione ce l'aveva.

Nella foto, Antonio Di Pietro (foto di repertorio).


In un'intervista a Lettera43.it Di Pietro parte da un assunto: "Craxi si assunse le sue responsabilità e denunciò in eguale misura quelle degli altri, aiutando così la nostra inchiesta. E questo Craxi lo sapeva, non lo fece insomma a sua insaputa, non era un ingenuo. Denunciò il sistema di Tangentopoli nell’aula della Camera e davanti ai giudici del tribunale di Milano. Gli altri invece hanno fatto gli ipocriti e hanno continuato a farsi i ca… loro".

Di Pietro fa un parallelo con l'ultimo scandalo che ha investito la politica, quello di Roma: "Mafia capitale ha fatto emergere con forza il ruolo delle cooperative che anche per conto della sinistra, ex Pci-Pds-Ds, ha messo in piedi un sistema tangentizio molto sofisticato, con modalità innovative e di tipo ingegneristico. Ma quel sistema emergeva già dalla nostra inchiesta". Emergeva già dalle inchieste, dunque, ma gli ex comunisti furono solo sfiorati dai pm. E per i loro leader valse sempre, a differenza di Craxi, l'assunto che "potevano non sapere".

Nell'intervista a Lettera43 Di Pietro sottolinea di non avere nulla da rimproverarsi su Craxi. Ma per la prima volta sottolinea una differenza non di poco conto tra l'ex leader socialista e quelli degli altri partiti "che finora hanno fatto finta di non vedere e non sentire e che ora fanno ipocritamente gli scandalizzati, come se cadessero dalle nuvole".

Nella foto, Di Pietro interroga Craxi nel 1993.


Con minuzia di particolari Di Pietro spiega il sistema ingegneristico delle tangenti usato dall'ex Pci. "Vi era un sistema delle imprese che rispondeva economicamente e periodicamente a questo o quel partito (Dc, Psi partiti laici minori), suddividendosi fra loro la quota di tangente da pagare in cambio dell’appalto da loro ricevuto come associazione temporanea d’impresa (Ati) che avevano nel frattempo costituito appositamente per realizzare l’appalto in questione senza mettersi in concorrenza reale fra loro. In tali Ati molto spesso veniva inserita questa o quella cooperativa, la quale, però non pagava direttamente una quota di tangente al proprio partito di riferimento ma si assumeva l’onere di far fronte alle spese di gestione ed alle campagne elettorali del partito stesso, senza alcun specifico riferimento all’appalto a cui avevano partecipato, eliminando così furbescamente il rischio di poter essere incriminati per corruzione".

Un sistema molto sofisticato e ben congeniato dal punto di vista giuridico. E che secondo Di Pietro, "alla luce di quel che si sta scoprendo ora a Roma si è ulteriormente ingegnerizzato, addirittura interloquendo con organizzazioni criminali in grado di far valere le loro richieste anche con la forza e la violenza". Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Ma solo una drammatica evoluzione della specie.

Nell'ultima domanda Paola Sacchi (giornalista di Lettera43) chiede a Di Pietro se si sia mai pentito di aver detto, pubblicamente, che Craxi era affetto da un "foruncolone" e che si fingeva malato per non finire in carcere in Italia. Di Pietro prova a smussare i toni e risponde così: "Quella di Craxi è una storia che dovrà essere ancora scritta e non voglio fare polemiche". Glissa evitando di tornare sull'argomento. Ma le sue parole di allora - così come molte di quelle accuse a senso unico - pesano ancora oggi come macigni.

Di Pietro? io non sò scrivere, ma quello non è neanche buono di parlare, adesso sapevano tutto tutti, invece di picchiare il martello sui tavoli dei tribunali, picchiatelo in testa.
Un altro parassita della Repubblica Italiana da PM a politico.
Stendiamo un altro velo pietoso!

Però Craxi denunciò che tutto il sistema era marcio solo dopo che era stato invischiato, avrebbe dovuto parlare prima, solo così avrebbe avuto valore la sua denuncia.

Il patrimonio di Di Pietro ha suscitato notevoli polemiche che hanno avuto influenze sul partito Italia dei valori, nella trasmissione Report si è affermato che Di Pietro sarebbe intestatario di 56 immobili valore 15 milioni di euro,tutto ciò sarebbe stato il ricavato da fondi x rimborsi elettorali, storia valutata dalla magistratura con sentenza a lui favorevole, mavà? generalmente si dice che: Cane non mangia cane, in un intervista rilascia che sono tutte donazioni, più la fortuna di avere una moglie molto ricca, soldi guadagnati col sudore del suo lavoro, con una causa del 95 il signor Di Pietro si è portato a casa 1 miliardo di lire.
Menomale che è un PM!! A PARLARE SONO BRAVI TUTTI! dOPO!

Da da da, 11/12/2014 23:06:

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Però Craxi denunciò che tutto il sistema era marcio solo dopo che era stato invischiato, avrebbe dovuto parlare prima, solo così avrebbe avuto valore la sua denuncia.

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Ti sbagli: la denuncia di Craxi è datato 3 luglio 1992 (discorso di Craxi alla Camera in occasione del voto di fiducia al Governo Amato I in carica dal 28 giugno 1992). L'avviso di garanzia a Craxi è datato 15 dicembre 1992. Tangentopoli all'inizio (cioè prima della ripresa autunnale dei lavori parlamentari) era un fenomeno legato alle piccole realtà locali e comunali, non alla dirigenza nazionale dei partiti: ironia della sorte, con Tangentopoli è stato fatto fuori l'unico che era, a vario titolo e a modo suo, "ostile" all'Euro (Craxi aveva previsto che l'Euro per l'Italia sarebbe stato "l'inferno sulla Terra"). Se prendiamo il PSI, la DC e il PCI-PDS con i vari indagati, condannati, assolti e "intoccabili", notiamo che Tangentopoli ha "ucciso" gli euro-critici / euro-dubbiosi / euro-scettici e tutti coloro che si opponevano alle privatizzazioni: ovviamente sono stati salvati quasi tutti quelli della sinistra DC, della sinistra PSI e ovviamente l'intero PCI-PDS, ovvero gli euro-fanatici e quelli che poi hanno regalato agli amici degli amici i beni dello Stato con le privatizzazioni