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La campagna del Governo Renzi per ottenere un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel biennio 2017-2018 entra nella fase calda

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2014 22:39
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17/12/2014 22:39

Il neo Ministro degli Esteri, il renziano Paolo Gentiloni, dice: “E’ un’iniziativa che riguarda l’interesse del paese e deve vederci tutti mobilitati”

Articolo de La Stampa dell'11 dicembre 2014



La campagna dell’Italia per ottenere un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel biennio 2017 - 2018 entra nella fase calda. Lo ha detto lo stesso ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, visitando mercoledì il Palazzo di Vetro. Il capo della Farnesina ha incontrato gli ambasciatori di diversi paesi africani e degli stati insulari del Pacifico e dei Caraibi, per segnalare l’impegno di Roma e cominciare a prendere contatto con stati che saranno decisivi al momento del voto,previsto alla fine del 2016. “E’ un’iniziativa - ha detto Gentiloni - che riguarda l’interesse del paese, e deve vederci tutti mobilitati”.
L’Italia è candidata a uno dei due posti riservati al gruppo occidentale, e dovrà vedersela con Svezia e Olanda. Due paesi nordici che hanno una grande tradizione di presenza nelle strutture del sistema Onu, grande impegno sui diritti umani, e anche mezzi per attirare consensi. Ora quindi nel prossimo anno e mezzo dovremo andare a caccia degli appoggi, uno per uno, come accade sempre in questi confronti internazionali.

Gentiloni ha dedicato la sua giornata al Palazzo di Vetro ai paesi africani e a quelli insulari, perché rappresentano un ampio serbatoio di voti a cui possiamo parlare. Solo l’Africa ne ha più di cinquanta, e Roma può usare come leva il suo impegno per la pace, il contributo alle missioni dei caschi blu, l’attenzione per i temi dello sviluppo, i diritti umani, la lotta alle malattie come l’ebola. Nel caso dei paesi insulari, anche loro molto numerosi in una competizione dove ogni nazione vale un voto, c’è un antica consonanza con l’Italia, una penisola che si trova ad affrontare molti de loro stessi problemi. Il nostro governo, ad esempio, è sempre stato attento alle tematiche ambientali, e in particolare all’effetto che il riscaldamento globale può avere sull’innalzamento dei mari, che minaccia il futuro di questi stati.

Gentiloni ha discusso la strategia italiana cominciando con una battuta: “Il mio impegno dipenderà dalla stabilità del governo, perché stiamo parlando di una votazione che avverrà tra quasi due anni”. I tempi delle campagne onusiane però sono questi, e il ministro ha detto che il nostro governo intende attivarsi subito, ad esempio usando l’Expò di Milano nel 2015 anche per corteggiare paesi che ci potrebbero votare. “L’Italia - ha spiegato il ministro - ha un appeal riconosciuto in tutto il mondo che viene dal fatto di essere un paese mediterraneo, tollerante, sempre aperto al dialogo”. L’ambasciatore al Palazzo di Vetro, Sebastiano Cardi, è sceso nel dettaglio dei nostri punti di forza: “Siamo parecchio più avanti, rispetto tanto all’Olanda, quanto alla Svezia. Siamo il settimo contributore all’Onu in termini finanziari, e il primo paese occidentale fornitore di truppe. Abbiamo una tradizione di impegno riconosciuta su terreni importanti come il peacekeeping, lo sviluppo, l’ambiente e i diritti umani”. Olanda e Svezia invece hanno il problema di appartenere entrambe all’Europa del nord, che le renderebbe alternative in un’ottica di equilibri regionali. La Svezia poi è già sovresposta in termini di cariche ricoperte al Palazzo di Vetro, fra cui quella di vice segretario con Eliasson, mentre per l’Olanda è ancora vivo il ricordo del fallimento della sua missione di pace a Srebrenica. Sarà un partita complessa, dove giocheranno fino in fondo molti fattori, non ultima la capacità dei concorrenti di offrire aiuti e sponde politiche ai votanti. L’Italia però ha le sue carte da mettere sul tavolo, come dimostrano le simpatie raccolte in varie votazioni, come la più recente sulla moratoria della pena di morte.

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