La Moto2 è una classe intermedia di moto da corsa che gareggiano nel Motomondiale.
Questa categoria è stata introdotta nel 2010 in sostituzione della precedente classe intermedia, la classe 250. Il cambiamento del nome è stato necessario a causa del nuovo regolamento in merito alla cilindrata, non più limitata a 250 cm³; si è passati a una categoria con maggiori limitazioni e con precisi obblighi, con l'asserita finalità di garantire un minor impegno economico da parte dei team.
A differenza di quanto è successo con la MotoGP, il passaggio alla nuova classe è stato immediato: infatti nessuno ha usufruito dell'anno di deroga che era stato concesso ai mezzi della classe 250 di correre assieme a questa nuova classe.
La prima gara di Moto2 si è disputata in Qatar ed è stata vinta da Shoya Tomizawa, alla guida di una Suter MMX.[1][2][3]
In questa classe si obbliga all'uso di un unico motore da 600 cm3 4T, fornito in esclusiva dalla Honda (derivato dalla CBR600RR),[4] con potenza di 150 CV, limitata però a 130 CV per garantire la sua durata minima di 3 gare. I propulsori vengono assegnati per estrazione e, in caso di reclamo, bisogna anticipare 20.000 euro e attendere la revisione; secondo l'esito di questa, o si restituisce la cauzione e avviene la sostituzione del motore, oppure si perdono i soldi e si rimane al motore assegnato. Si resta sempre in regime di monogomma Dunlop con le misure di 125/75 R 17 e 195/75 R 17[5] (Dunlop già forniva la classe 250 e 125); l'elettronica viene limitata (centralina unica): si potrà solo permettere la raccolta dati, l'ECU e il transponder, tutti forniti dagli organizzatori; viene abolito l'impianto frenante con dischi in carbonio, mentre il peso minimo è di 135 kg, la frizione è unica (Suter)[6][7] e la benzina è a 100 ottani della ENI (per i primi tre anni).[8]
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