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Campionato di Serie A stagione 2017/2018

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 12:22
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Napoli-Fiorentina 0-0, Sarri senza Insigne non ritrova la vetta

Zielinski e Mertens hanno le migliori occasioni, ma non trovano il gol.
L'Inter resta in testa alla classifica



Niente sorpasso sull'Inter, tutto come una settimana fa. Il Napoli non batte a domicilio la Fiorentina, non approfitta quindi dello scontro diretto finito pari allo Stadium tra i nerazzurri e la Juve. Poca brillantezza nella manovra azzurra, nessun gol e solo qualche occasione sciupata. Che non sia il miglior momento della squadra di Sarri, complici anche gli infortuni, è ormai chiaro: ma va reso merito alla Fiorentina perché la formazione di Pioli per un tempo si è resa pericolosa e per l'altro si è difesa bene.

SIMEONE PERICOLOSO — Confermate le indiscrezioni della vigilia e quindi formazioni con moduli simili anche se Pioli ha sacrificato Thereau su Jorginho (del regista della Nazionale la prima occasione della partita) allargando spesso Veretout a sinistra in una sorta di 4-4-1-1. Incessante il sostegno del San Paolo agli azzurri. Partenza lanciata della squadra di Sarri, anche se al 12' Simeone ha fatto paura ai 45.00 di Fuorigrotta quando su assist di Thereau è andato in gol prima di essere fermato in posizione di fuorigioco dal guardalinee Peretti (poi supportato dal Var). Fiorentina brava ad accorciare sui mediani del Napoli e a ripartire con Chiesa e Benassi (suo il destro parato da Reina al 16'). L'atteggiamento propositivo della Viola è stato davvero apprezzabile anche se è mancata concretezza lì davanti (Simeone al 41' si è visto respingere da Reina un tiro da posizione ravvicinata seppur defilata e poi di testa ha messo tra le mani del portiere avversario un'altra buona occasione). Meno possesso palla del solito, invece, per il Napoli che ha provato ad incidere solo quando ha difeso in avanti e rubato palla agli ospiti sulla loro trequarti. Male nel primo tempo Zielinski, finta ala sinistra.

MERTENS SCIUPA — Ripresa iniziata senza cambi ma con più emozioni: la prima è targata proprio Zielinski, sinistro alto su grande imbeccata di un ispirato Allan (da lui è partita anche l'azione del destro di Hamsik che ha scosso l'esterno della rete). Paradossale che siano stati spesso i padroni di casa ad agire in contropiede. La Fiorentina è rimasta ordinata, ma ha sofferto la manovra "alla mano" del Napoli da destra a sinistra: vedi parata con l'ausilio del palo di Sportiello su Zielinski al 10'. Simeone e Thereau (poi sostituito) quando le squadre si sono allungate hanno avuto poca benzina però nel motore per ripartire. Nei venti minuti finali il Napoli ha spinto forte: Mertens ha sciupato un grande assist di Allan, però, sparando su Sportiello. Ounas ha dato vivacità ed effettuato un buon cross per Callejon, impreciso nella volée che è finita fuori. Sul fondo si sono spente anche le speranze del Napoli di tornare in testa alla classifica.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/12/2017 18:10
 
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Spal-Verona 2-2: Cerci e Caceres in gol,
Semplici rimonta negli ultimi 5 minuti

Spettacolo a Ferrara: la squadra ospite dal 2-0 viene ripresa dai gol di Paloschi e Antenucci



Un secondo tempo elettrizzante, un finale sconvolgente (per il Verona) e un punto a testa che lascia l'amaro in bocca sia a Semplici che a Pecchia. Il Verona vinceva 2-0 a pochi minuti dalla fine grazie alla mossa del suo tecnico in apertura di ripresa: un 4-2-3-1 che ha sorpreso nettamente la Spal. Per giunta un inutile fallo da rigore di Viviani, tra i migliori, su Cerci apriva agli ospiti la via del successo. Rigore trasformato impeccabilmente da Cerci. Per giunta un contropiede finalizzato in maniera ottimale da Verde con un assist all'arrembante Caceres dava agli ospiti il secondo vantaggio (24').

AL TAPPETO — Qui la Spal era oggettivamente al tappeto. Ebbene Semplici tenta il tutto per tutto inserendo la terza punta (Antenucci) e costringe il Verona ad abbassarsi. Tra un assalto e un palo (di Grassi), tra un gol annullato a Floccari per fallo sul portiere commesso da Paloschi e una parata decisiva di Nicolas, arrivano due sciocchezze consecutive dei difensori gialloblu. Prima è Ferrari a indugiare in contrasto con Paloschi fino a regalare palla all'avversario che a quel punto infila il portiere. Passano due minuti ed è Caracciolo a commettere un inutile fallo da rigore su Floccari. Il neo entrato Antenucci trasforma con freddezza.

EQUITA' — Tutto sommato il punto a testa appare equo poiché i padroni di casa (in completo anni 50 per festeggiare i 110 anni di vita del club) hanno prodotto più occasioni ma gli ospiti avevano la partita in banca sino alla storica zona Cesarini di antica memoria, quando cioè hanno subito la rimonta. Molto da fare per Rocchi e la Var gestita da Calvarese, con proteste equamente distribuite fra le due panchine. Fra i singoli in grande evidenza Grassi e Lazzari fra gli spallini e Caceres e Romulo tra i veronesi. Però gli acuti decisivi sono di Cerci e Verde da una parte e di Paloschi e Floccari dall'altra.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/12/2017 18:18
 
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Udinese-Benevento 2-0: decidono i gol di Barak e Lasagna

I campani, dopo il clamoroso pareggio col Milan, crollano contro i friulani alla loro terza vittoria di fila con Oddo in panchina


Una settimana di elogi, titoloni, speranze. Il pareggio col Milan aveva illuso innanzitutto il presidente del Benevento Vigorito, ma l'Udinese presa in mano da Massimo Oddo non sarà ancora bellissima, ma è incredibilmente concreta. I bianconeri sbrigano la pratica nel primo tempo con un gol in avvio di Barak, favorito da un errore di Del Pinto e risolvono quattro minuti prima dell'intervallo con un gran tiro di Kevin Lasagna abile a sfruttare la gran palla del solito sorprendente Barak, vero valore aggiunto dell'Udinese. Che si toglie dai guai per il momento, lasciando ovviamente ancor più nella depressione il Benevento che ha un solo punto in classifica dopo 16 giornate, ha la peggior difesa del torneo e pure il peggior attacco, solo otto reti segnate.


LA PARTITA — Eppure il Benevento, sistemato con un 4-3-3 che diventava 3-4-3 con Letizia libero di agire, era partito forte, affidando a D'Alessandro tutte le sgommate a destra, l'ex romanista e atalantino è stato quasi sempre imprendibile per gli esterni bianconeri, ma i suoi compagni non sono mai riusciti a finalizzare e sulla palla migliore avuta Puskas si è fatto ribattere il tiro ravvicinato da Bizzarri. L'Udinese ha decisamente cambiato atteggiamento, più solida, più attenta, con Maxi Lopez e Lasagna davanti che sembrano una coppia navigata. Non convince tanto l'esperimento di Fofana in mezzo nel centrocampo a cinque. Sbaglia troppi passaggi e troppi palloni e siccome la pazienza ha un limite dopo 55 minuti Oddo lo spedisce in panchina, cercando maggior ordine con Balic. I sanniti giocano bene, ma la qualità è quella che è. Manca un centravanti forte (Iemmello è infortunato, Coda non è entrato), e la qualità di Ciciretti sarebbe servita prima. In questo modo l'Udinese è riuscita a controllare quasi con serenità un match in cui il Benevento ha attaccato di più andando al tiro 15 volte, ma senza mai trovare fortuna o incappando in Bizzarri al quale è sfuggito soltanto un pallone su un tiro da fuori di Letizia, abile a proporsi in avanti agendo da quarto in difesa, ma molto spesso da ala pura perché è in fase di possesso che crea pericolo. L'Udinese ha capitalizzato tirando tre volte nel primo tempo nello specchio: risultato due gol è una traversa di Ali Adnan su punizione.

CHE NUMERI! — Oddo ha vinto tre partite di fila, compresa quella di coppa Italia col Perugia e non ha più il complesso della vittoria che lo aveva avvilito a Pescara in serie A. Ha dato sostanza e coraggio a una squadra che aveva un po' di paure, ha recuperato alcuni uomini che avevano perso spazi e fiducia e ora va a San Siro pronto a rendere dura la vita all'Inter. Il Benevento è atteso da un altro scontro, in casa con la Spal. Forse l'ultima occasione per poter svoltare.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/12/2017 18:23
 
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Serie A, Sassuolo-Crotone 2-1. Esordio amaro per Zenga

Goldaniga e Politano lanciano Iachini, l'autogol di Acerbi risveglia i calabresi, che sfiorano il pari.
Cordaz para anche un rigore a Matri. Gli emiliani sorpassano proprio gli Squali



Svolta Sassuolo. In fondo ad un match vivace solo nella ripresa, Iachini vince l’atteso scontro salvezza con Zenga e conquista la prima vittoria in casa della stagione salendo a quota 14, a più 3 dalla zona retrocessione. La squadra neroverde risorge grazie ai gol di Goldaniga e Politano e costringe il Crotone al quarto k.o. di fila.

BERARDI DOVE SEI? — Partita ultratattica e fisica nel gelo di Reggio Emilia, tra due squadre ancora alla ricerca di una nuova identità dopo i rispettivi e recenti cambi di allenatori in panchina. Emozioni col contagocce, nei primi 45’. Il Sassuolo si fa vivo in avvio con un tiraccio sull’esterno della rete di Berardi, mentre il primo Crotone di Zenga, subentrato in settimana a Nicola, attacca sfruttando la catena di sinistra Martella-Stoian. La prima vera occasione si materializza per i calabresi al 25’, quando Martella pennella un bel cross in mezzo per Budimir che manca l’aggancio sul più bello. I padroni di casa, alla costante ricerca del Berardi perduto, rispondono con un siluro dai 25 metri di Missiroli che si perde sul fondo a pochi centimetri dal palo alla sinistra di Cordaz e con un tiro telefonato dell’ex di giornata Falcinelli che si spegne tra le braccia di Cordaz.

IL VERO POLITANO — Alla ripresa del gioco il portiere del Crotone deve respingere con i piedi una bordata di Missiroli leggermente deviata: è il preludio al gol. Che arriva puntuale al 4’ con la testa vincente di Goldaniga, attaccante aggiunto in area, su assist di Politano. L’esterno del Sassuolo guida la riscossa neroverde e al 16’ s’inventa il gol del 2-0 con uno splendido destro a giro su cui Cordaz non può arrivare. Tracce di vero Politano e tracce di vero Sassuolo per un riscatto a lungo rinviato. Zenga, che dopo l’1-0 aveva cercato di rivitalizzare la sua squadra con gli innesti di Aristoteles e Trotta e schierando un tridente vero, trova il gol della speranza al 21’ con l’autorete di Acerbi che insacca nella propria porta nel tentativo di anticipare Budimir su un cross di Mandragora. E 2’ dopo per poco Budimir non impacchetta il 2-2: il suo tiro dal margine destro dell’area piccola va a sbattere sul corpo di Lirola che s’immola salvando i suoi. E’ l’ultimo sussulto dei calabresi, poi i padroni di casa riprendono in mano il comando del match permettendosi pure di fallire un calcio di rigore con lo sciagurato Matri al 44’.

Alessio d'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/12/2017 23:41
 
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Milan-Bologna 2-1: doppietta di Bonaventura e gol di Verdi

La doppietta del centrocampista regala il primo successo a Gattuso sulla panchina rossonera.
Per un buon Bologna inutile il gol di Verdi



Chissà come sarebbero stati quei due lì, a giocare insieme a San Siro: Gattuso che ringhia e strappa palloni sporchi in mezzo al campo, Jack che li pulisce fino a farli luccicare e li spedisce in porta. A Rino, però, basta e avanza guardarlo giocare dalla panchina, Jack Bonaventura: la sua doppietta ammazza-Bologna regala a Ringhio il primo successo da allenatore dei rossoneri e fa respirare il Diavolo. Il 2-1 agli emiliani riporta il Milan al successo dopo tre gare senza, e per le gare interne la statistica si allunga: i rossoneri non vincevano in casa da 81 giorni e quel 2-0 alla Spal che sembrava preistoria. Jack trascina Gattuso e Gattuso trascina Jack: siamo a tre reti e un assist in due partite.

IN VERTICALE — La curva canta ininterrottamente dal primo minuto, come chiesto da Ringhio. Lui invece le canta ai suoi, bombardandoli di indicazioni dalla “gabbia” dell’area tecnica: se potesse, entrerebbe in campo a dare una mano. Il suo Milan ci mette grinta, cuore e gambe: la palla corre più veloce e le giocate sono più semplici rispetto alla fase montelliana, Bonucci e compagni tentano spesso il lancio in verticale per la torre Kalinic ad aprire spazi davanti a Mirante. E i gol del Diavolo nascono così: al 10’ Abate cerca la profondità, il croato vince il duello con Helander e appoggia di testa per Bonaventura, che batte Mirante con la complicità di Gonzalez. Stesso copione per il gol partita, al 76’: Borini crossa dalla trequarti e pesca Jack che di testa infila la doppietta.

LA COSTANTE — Come succede da agosto, però, il Diavolo non sfrutta fino in fondo il momento buono e rimette in partita l’avversario: il Bologna, schierato da Donadoni con un 4-3-3 che passa a 4-5-1 in fase di non possesso, fa pochino per rendersi pericoloso, ma ai rossoblù basta spostare Verdi dalle parti di Abate e Musacchio per creare problemi ai rossoneri. Il pareggio emiliano al 23’ nasce da un’azione tutta costruita dagli ex milanisti: Destro – non esattamente un funambolo – salta Musacchio e scarica al centro per Verdi, che aggiunge il sinistro di stasera alla sua collezione di gol da copertina. E la costante rossonera si ripresenta puntuale anche dopo aver segnato il 2-1: Donnarumma e la traversa dicono di no a Taider e Masina mentre i 39500 di San Siro esultano ancora per la doppietta di Bonaventura.

IL PROBLEMA — Risultato a parte, è un Milan che dà segnali di ripresa. Tra i due gol di Jack un ottimo Torosidis salva due volte sui cross di Kessie e Rodriguez e Bonucci sfiora il colpaccio di testa su angolo di Suso. Lì davanti, però, siamo alle solite: Kalinic e il tiro in porta sono come le rette parallele, non si incontreranno mai, e i fischi che lo accompagnano al momento del cambio con Silva glielo ricordano. Gattuso le prova tutte: passa al 4-4-2 inserendo Cutrone per Abate (con Borini che scala da esterno d’attacco a terzino) e concede una ventina di minuti al portoghese. Ma il risultato non cambia: i rossoneri arrivano in area ma mancano i colpi degli attaccanti. Ringhio li manderà a ripassare da Bonaventura?

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/12/2017 23:45
 
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Lazio-Torino 1-3: Berenguer, Rincon, Luis Alberto e Edera.
Espulso Immobile

Var decisiva a fine primo tempo: la Lazio reclama un rigore ma arriva
l'espulsione del centravanti per un abbozzo di testata a Burdisso.
Poi i granata dilagano e vincono con merito



Dopo quattro pareggi di fila il Torino riconquista la vittoria con un 3-1 all'Olimpico ai danni della Lazio . In una partita che esplode di veleni a fine primo tempo quando la Lazio reclama un rigore per un mani di Iago Falque e Immobile viene espulso per una testata su Burdisso. Le decisioni dell’arbitro Giacomelli smontano gli equilibri della gara che nella ripresa il Torino fa sua con lucidità dinanzi a una Lazio che non riesce più a riagganciare il risultato. Per i biancocelesti una sconfitta amara nel giorno in cui puntavano a riagganciare il quarto posto.

VAR AL VELENO — Inzaghi conferma la stessa formazione per l’ottava giornata di fila. In panchina si rivede Felipe Anderson, rientrato giovedì in Europa League dopo quattro mesi di stop. Mihajlovic apporta una novità per reparto: in difesa, spazio a Molinaro; a metà campo c’è Valdifiori; in avanti Berenguer. Infortunati Niang e Ansaldi. Ma la sorpresa riguarda Ljajic, che sembrava destinato alla panchina per scelta tecnica: Mihajlovic invece alla fine lo manda in tribuna e nel Torino esplode un caso ancor prima del via della gara. Al 5’ granata pericolosi con Belotti che colpisce il palo. All’8’ risponde la Lazio con una botta di Immobile deviata in angolo da N’Koulou. La squadra di Inzaghi prova a farsi largo in velocità sulla fascia destra con Luis Alberto e Marusic. Al 19’ bordata di Rincon che sorvola la porta della Lazio. Al 21’ fiondata di Marusic deviata in angolo da Sirigu. Ma la vera occasione arriva per il Torino: al 24’, bel lancio di Iago Falque per Molinaro che conclude con un sinistro di poco a lato. La Lazio manovra, ma è la formazione di Mihajlovic a puntare con più frequenza la porta: al 31’, stacco aereo di Belotti fuori bersaglio. Colpo di classe di Luis Alberto: al 42’ punizione che viene ribattuta in volo da Sirigu. Finale di tempo incandescente. Su tocco di Immobile c’è un mani di Iago Falque in area, l’azione prosegue e lo stesso centravanti della Lazio va a colpire un il palo. Subito dopo faccia a faccia di Immobile con Burdisso: testata del laziale al genoano. L’arbitro Giacomelli decide di ricorrere alla Var. Giacomelli rivede i due episodi a bordo campo, ma interviene solo per espellere Immobile, graziando Burdisso che aveva provocato l’attaccante e non sanzionando il mani di Iago Falque. Clima di grande tensione in campo nei due minuti d recupero. A fine primo tempo, è Inzaghi a frenare la rabbia dei suoi giocatori.

TRIS GRANATA — Nella ripresa, la Lazio parte con Milinkovic in posizione più avanzata mentre Luis Alberto agisce da terminale del gioco. Tentativo a rete di Rincon, ma sono i biancocelesti forzare il ritmo. Ci prova Leiva: Molinaro ribatte in angolo. Al 9’ passa il Torino: sgroppata di Berenguer sulla sinistra, rimpallo con Bastos e tocco angolato dello spagnolo che fulmina Strakosha. Inzaghi fa subito due sostituzioni: dentro Basta e Felipe Anderson, fuori Bastos e Marusic. Subito dopo il terzo cambio per la Lazio: Caicedo rileva Leiva. Inzaghi ordina l’assalto. La sua squadra ci crede anche se con tanta tensione e tantissima frenesia. Così al 19’ il Torino sfrutta il varco per il raddoppio: una parabola di Rincon dalla distanza timbra il 2-0. La Lazio non molla: al 24’ spettacolare incursione di Luis Alberto che batte Sirigu. Nel Torino esce Iago Falque ed entra Edera che al 28’ va a segnare il terzo gol dei granata con una parabola dalla distanza. Anche per lui come per Berenguer, prima rete in Serie A. E la partita dell’Olimpico non ha più storia.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/12/2017 23:48
 
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Serie A, Genoa-Atalanta 1-2: Ilicic e Masiello ribaltano Bertolacci

Prima vittoria esterna in campionato per la squadra di Gasperini, che riavvicina la zona Europa.
Per Ballardini è il primo k.o. da quando è tornato sulla panchina rossoblù



Il Ferraris resta terra di conquista, l'Atalanta ottiene il suo primo successo esterno stagionale in campionato con i gol di Ilicic e Masiello, il Genoa, invece, incassa l’ottava partita senza successi in casa e il primo stop dell’era Ballardini.

PRIMO TEMPO — I bergamaschi non hanno l’approccio giusto alla sfida, il Genoa sì. I rossoblù sono aggressivi e determinati e in 4 minuti raggiungono il vantaggio: Taarabt rima triangola con Pandev, poi serve Bertolacci al limite dell’area, sinistro secco e uno a zero. La sfida, stappata velocemente, diventa vibrante: Freuler, al 15’ si vede ribattere dalla traversa un sinistro potente su respinta corta della difesa, Laxalt sfiora il raddoppio al 18’, Toloi, di testa al 26’, impegna severamente Perin su punizione di Gomez. Il pareggio arriva al 44’ sugli sviluppi di un’azione apparentemente innocua: lancio dalle retrovie, Zukanovic e Petagna si scontrano, il difensore resta a terra e il centravanti serve al centro Ilicic: destro micidiale ed è 1 a 1. Per la Var è tutto regolare.

SECONDO TEMPO — L’intervallo non porta cambiamenti e non cancella le emozioni. Bertolacci, al 4’ innesca splendidamente Pandev. Il centravanti conclude due volte, ma Berisha respinge sempre. Tre minuti e l’Atalanta è in vantaggio: punizione di Ilicic da sinistra, la palla attraversa lo specchio della porta e trova sul secondo palo Masiello, dimenticato da Rigoni. Il tocco di testa in rete e semplicissimo. Ballardini inserisce Lapadula, Omeonga e Ricci, ma il tutto inutile ed è Perin a compiere l’intervento più difficile ribattendo un colpo di testa ravvicinato di Palomino.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2017 00:16
 
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SERIE A 2017/2018 16ª Giornata (16ª di Andata)

09/12/2017
Cagliari - Sampdoria 2-2
Juventus - Inter 0-0
10/12/2017
Chievo - Roma 0-0
Napoli - Fiorentina 0-0
Spal - Hellas Verona 2-2
Udinese - Benevento 2-0
Sassuolo - Crotone 2-1
Milan - Bologna 2-1
11/12/2017
Lazio - Torino 1-3
12/12/2017
Genoa - Atalanta 1-2

Classifica
1) Inter punti 40;
2) Napoli punti 39;
3) Juventus punti 38;
4) Roma(*) punti 35;
5) Lazio(*) punti 32;
6) Sampdoria(*) punti 27;
7) Milan punti 24;
8) Atalanta e Torino punti 23;
10) Fiorentina punti 22;
11) Bologna e Chievo punti 21;
13) Udinese(*) punti 18;
14) Cagliari punti 17;
15) Sassuolo punti 14;
16) Genoa punti 13;
17) Crotone punti 12;
18) Spal punti 11;
19) Hellas Verona punti 10;
20) Benevento punti 1.

(*) Sampdoria, Roma, Lazio e Udinese una partita in meno.
13/12/2017 00:18
 
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Inter-Udinese 1-3, Lasagna, De Paul e Barak fermano Spalletti

Primo k.o. per i nerazzurri: non basta il temporaneo pareggio di Icardi.
Terza vittoria di fila per Oddo


Dopo 23 risultati utili consecutivi, tra amichevoli e gare ufficiali, l'Inter di Luciano Spalletti incontra la prima sconfitta in campionato. Gliela presenta Massimo Oddo con la sua Udinese. Al Meazza finisce 3-1 per i friulani, in vantaggio con Lasagna, ripresi subito da Icardi, e poi scattati con il rigore di De Paul e il centro di Barak. Al triplice fischio i tifosi applaudono comunque. In tribuna, prima volta stagionale, c'era il presidente Erick Thohir: nessuna dietrologia, una constatazione. Amichevole.

LE FORMAZIONI — Per restare in vetta un'altra giornata senza dover attendere il Napoli l'Inter prova a dimenticarsi della prova negativa offerta contro il Pordenone in Coppa Italia e affronta un'altra friulana, l'Udinese di Massimo Oddo. La nuova versione dei bianconeri è materia da verificare con attenzione: due vittorie consecutive in campionato e zero gol subiti. Per questo Luciano Spalletti alza l'attenzione degli oltre 52 mila del Meazza che cantano "Inter Bells" e degli undici in campo. Brozovic trequartista e Santon terzino sinistro si guadagnano le conferme, Maxi Lopez invece va in panchina.

PRIMO TEMPO INTER — Al fischio d'inizio il Natale passa sullo sfondo. Quattro minuti e il cross di Brozovic trova la testa di Vecino che a sua volta incontra solo la rete esterna. L'avvio pende a sinistra, al 7' è Perisic a crossare per Candreva che taglia sul primo palo e con la testa non impensierisce Bizzarri. Un minuto e Icardi si veste da assistman: difende palla sul lato corto dell'area e pesca Perisic che al volo, disturbato, gira largo. I nerazzurri, senza forzare il ritmo, tengono in mano la partita con il canonico 4-2-3-1 mentre l'Udinese risponde con un 5-3-2 da albero natalizio con le folte radici. Ma un'ingenuità di Santon regala il vantaggio all'Udinese. Il terzino perde palla in uscita, Widmer la recupera e la mette in mezzo per Lasagna che, dimenticato dai difensori nerazzurri appoggia comodamente in rete. Ma lo svantaggio, sotto gli occhi presidenziali di Erick Thohir, dura pochissimo. Prima azione nerazzurra, cross di Candreva per Icardi che sul primo palo gira subito in rete. E' 1-1, è come se si ripartisse dopo 15'. Al 19' Santon prova a farsi perdonare, ma il destro è centrale e comodo per Bizzarri. Meglio, decisamente, il destro il Candreva che al 21' tenta la giocata dell'anno con una conclusione al volo dal limite dell'area defilato sulla destra: palla alta di pochissimo. Al 28' arriva il primo giallo, è per Adnan che ferma la ripartenza di Candreva. L'iracheno pochi minuti dopo rischia il secondo giallo per un fallo di mano volontario: Mariani decide di sorvolare. La magia di Borja Valero al 33' fa spellare le mani al pubblico: tunnel a Fofana e destro centrale. Tempo di proiezioni fantastiche: prima Candreva direttamente da calcio d'angolo e poi Brozovic, stessa fonte, provano al volo dal limite. I tiri finiscono fuori di poco con coefficiente di difficoltà elevatissimo. Gioca solo l'Inter e al 40' il sinistro di Perisic costringe Bizzarri a una respinta imbastita all'improvviso. I friulani restano in partita per le poche leggerezze interiste che consentono loro di affacciarsi ogni tanto dal davanzale del Meazza.

RIPRESA FRIULANA — Si riprende con un brivido gigantesco per il popolo nerazzurro. Lasagna si ritrova in area piccola un pallone-gol dopo 29 secondi e Handanovic compie una parata che vale come un gol. Avvio fin troppo morbido per la banda di Spalletti. Il qual dopo 9' cambia qualcosa: dentro Gagliardini per Brozovic con Borja Valero che diventa il trequartista. Al 12' interviene la Var. Il cross di Widmer sbatte sul braccio sinistro di Santon. L'arbitro Mariani però deve prima verificare che la palla non sia uscita e insieme con i colleghi impiega più di 2 minuti. Alla fine è rigore che batte De Paul al 16' trasformando il 2-1 per i friulani. Una sveglia potente, spera Spalletti, per la sua squadra rientrata intorpidita. L'Inter barcolla, sembra capirci poco e dopo 22' della ripresa non ci sono segnali di quella continuità vista nella prima frazione. La traversa di Skriniar del 23' è un lampo. Quello che Spalletti si aspetterebbe di vedere con maggior frequenza dai suoi, ecco perché inserisce Karamoh al 24' per Santon. I nerazzurri passano a tre dietro e davanti a una specie di 2-1 con l'ala e Borja Valero alle spalle di Icardi. Sale la pressione interista, al 27' colpo di testa di Gagliardini da corner di Candreva, Bizzarri ancora in corner. Pochi secondi e Vecino si prende il giallo che gli farà saltare la prossima per squalifica contro il Sassuolo. Al 32' l'Udinese allunga: discesa sulla sinistra di Jankto, cross per Barak che sigla il 3-1. Vecino esce ed entra Eder, ma ciò che è mancata è stata la stessa volontà del primo tempo. Barak, in fiducia, ci prova anche dalla distanza ma il sinistro è bloccato da Handanovic. Il finale vede i nerazzurri con cinque giocatori offensivi in campo. Ma il numero non fa il contenuto. Oddo si prende la terza vittoria consecutiva in campionato - più quella di Coppa Italia contro il Perugia -, l'Inter si prende i primi schiaffi dell'anno. Il Napoli, in campo tra un'ora a nella Torino granata, può tornare primo. E la Juve, domani a Bologna, cacciare i nerazzurri al terzo posto.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2017 23:27
 
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Torino-Napoli 1-3: Sarri al 1° posto,
gol di Koulibaly, Zielinski, Hamsik e Belotti

Gli azzurri approfittano del k.o. dell'Inter e la sorpassano:
pratica risolta dopo mezzora, Mihajlovic chiude in 10 contro 11 perché Ljajic entra e si fa male.
Insigne dentro nella ripresa



Rieccolo il Napoli. Dopo due settimane, si riprende il primato stravincendo contro il Torino (leggi qui la classifica). Rieccola la squadra spettacolare, che impartisce lezioni di gioco ed entusiasma per la qualità della sua manovra. Tutto come prima, dunque, nessuna sorpresa, nemmeno quella di rivedere i campo Lorenzo Insigne dal primo minuto, così come s'era paventato alla vigilia. Niente di tutto questo, Sarri ha schierato la solita formazione con la sola eccezione di Zielinski in luogo dell'attaccante della Nazionale, destinato alla panchina dopo il principio di pubalgia diagnosticato qualche settimana fa: entrerà a metà ripresa. Di contro, Mihajlovic tiene fuori Liajic, una decisione che non sorprende: con la stessa formazione, il Toro aveva battuto la Lazio nel posticipo di lunedì sera. A nulla è servito, perché il Napoli ha trovato quelle reti alternative così come aveva auspicato l'allenatore, in attesa che gli attaccanti si sblocchino. Koulibaly, Zielinski e Hamsik hanno costretto il Toro alla resa già nei primi quarantacinque minuti. In pratica, non c'è stata partita, l'accorgimento tattico di Mihajlovic con la marcatura a uomo sui centrocampisti napoletani non è stato sufficiente per contrastare l'egemonia dell'avversario.

APRE KOULIBALY — Pronti via ed il Napoli è già in vantaggio su azione di calcio d'angolo. La battuta di Callejon trova la spizzata di Allan sulla quale irrompe Koulibaly che di testa realizza (4'). La mazzata disorienta il Toro che fa fatica a uscire dalla propria meta campo, Jorginho è padrone della mediana, mentre Allan va in contrasto evitando qualsiasi ripartenza avversaria. Ed è proprio il metodista della Nazionale che s'inventa la verticalizzazione sulla quale s'inserisce Zileinski per il raddoppio (25'). Non basta l'impegno ai granata: il Napoli è nettamente superiore, soprattutto nella qualità del palleggio. Così, alla mezz'ora, arriva il terzo gol ad opera di Marek Hamsik che ritorna a segnare dopo 10 partite. Il primo tiro verso Reina lo scaglia l'inerme Belotti al 40', ma la palla va fuori.

DENTRO LJAJIC — Ad inizio ripresa, Mihajlovic inserisce Ljajic per dare un tantino di fantasia al gioco offensivo, mentre il Napoli continua a macinare gioco e creare occasioni senza concretizzarle. Il Toro accorcia le distanze al 18', l'azione parte proprio da Ljajic che apre per Belotti: il diagonale dell'attaccante, che non segnava dal 20 settembre, non lascia scampo a Reina. Intanto, Sarri inserisce Insigne, mentre Ljajic è costretto ad uscire per un problema muscolare lasciando il Toro in dieci. Il finale è un monologo napoletano.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 16/12/2017 23:32]
16/12/2017 23:32
 
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