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Campionato di Serie A stagione 2017/2018

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 12:22
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Chievo-Cagliari 2-1: Giaccherini e
Inglese in gol, Pavoletti rete inutile

L'ex Napoli entra e segna il primo gol in gialloblù con una bellissima punizione,
nel finale Sorrentino salva i suoi: Maran torna a vincere dopo 10 gare



I gol di Giaccherini e Inglese, la paratona di Sorrentino. Il Chievo rinasce grazie ai suoi uomini simbolo e affonda il Cagliari. Il nuovo (Giak) che entra dalla panchina e firma su punizione il primo gol in gialloblù; il bomber (Inglese) che torna a segnare; il portiere (Sorrentino) che al 43’ del secondo tempo ci mette la manona e respinge il possibile 2-2 di Pavoletti. Non vinceva dal 25 novembre Maran (2-1 alla Spal in casa) e questi tre punti (dopo i 2 fatti in 10 partite) sono una manna per una classifica che si stava facendo preoccupante (ora, a quota 25, ha affiancato proprio i rossoblù). Il Cagliari, che ha offeso poco, torna a casa deluso. Senza Cigarini, fuori per infortunio, si è abbassato troppo nel secondo tempo e ha pagato. Svegliandosi solo quando ha preso i due schiaffoni alla mezzora della ripresa.

POCA ROBA — Il primo tempo offre poco. Il Chievo gioca ma non riesce quasi mai a essere pericoloso. Lopez fa fatica a fare gioco. Dopo 50 secondi ci prova Lykogiannis: il greco avanza sulla sinistra e tira in porta, Joao Pedro non ci arriva e la palla esce alla sinistra di Sorrentino. Il Chievo è messo meglio, ha quasi sempre il pallone sui piedi e prova a costruire. Al 10’ Joao Pedro regala una palla a centrocampo, Castro ha spazio sulla destra e il suo cross viene girato a lato da Inglese. Al 36’ occasione per Ionita. Il moldavo approfitta di un rimpallo in area ma tira tra le braccia di Sorrentino. Due minuti dopo l’occasionissima è del Chievo: Birsa, che si è guadagnato l’angolo, crossa sulla testa di Inglese. L’attaccante lascia sul posto Andreolli, la girata è perfetta, ma Cragno è superlativo e con la mano aperta ricaccia il pallone fuori dalla porta rossoblù.

FUOCHI D’ARTIFICIO — Il secondo tempo inizia come il primo, a ritmo non troppo alto. Al 9’ Cragno per poco non fa il patatrac, attaccato da Birsa sul passaggio all’indietro di Castan ritarda il rilancio di piede e butta via il pallone praticamente sulla linea di porta. Al 23’ cross di Birsa, ancora Inglese di testa e ancora Cragno risponde alla grande. Il Cagliari si fa schiacciare, Padoin e Barella non costruiscono, il Chievo macina soprattutto sulla fascia sinistra, dove Gobbi (ex mai dimenticato in Sardegna) sale di giri. La mossa della serata arriva al 25’, quando Maran mette dentro Giaccherini. L’ex Napoli ci mette 4’ per indirizzare la partita e cambiare, forse, la stagione del suo Chievo: la sua punizione dal limite è perfetta, scavalca la barriera e batte Cragno. L’entusiasmo gialloblù è dirompente e al 31’ ecco servito il raddoppio: Inglese, stavolta di piede, riesce finalmente a battere Cragno. Tutto finito? Niente affatto. Perché il Cagliari, d’orgoglio, si butta in avanti: prima Pavoletti fima il 2-1, poi di nuovo Pavo va vicinissimo al clamoroso pareggio, ma super Sorrentino, fin lì solo spettatore, si oppone.

Carlo Angioni

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 17/02/2018 23:58]
17/02/2018 23:56
 
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Genoa-Inter 2-0: Pandev e un autogol
di Ranocchia affondano i nerazzurri

Nerazzurri sotto per un clamoroso e sfortunato autogol, poi colpiti dall'ex:
Spalletti ora è quarto, ma rischia il sorpasso della Lazio lunedì


Un timido passo avanti una settimana fa con il Bologna. Due convinti balzi verso il basso oggi a Genova. Non era guarita l'Inter, la giocata e l'energia di Karamoh avevano solo mascherato i problemi. Il compatto e vigoroso Genoa di questi tempi (tre vittorie di fila) scopre il bluff e riapre le ferite di una squadra che perde anche il conforto del terzo posto a favore della Roma. E che rischia il sorpasso, lunedì, da parte della Lazio. L'Inter affonda 2-0, colpita da un Pandev in versione Triplete e da un clamoroso autogol di Ranocchia, simbolo suo malgrado dell'Inter post-Triplete. Le attenuanti generiche sono le assenze di Icardi, Perisic e Miranda, ma sicuri che con loro sarebbe andata diversamente?

IL PATATRAC — È un condensato delle ultime malaugurate stagioni nerazzurre di Ranocchia l'episodio che sblocca la partita in chiusura di primo tempo. Un mix di sfortuna e impotenza, con il centrale sostituto di Miranda al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sul cross di Zukanovic il nuovo colonnello della difesa Skriniar rinvia alla disperata (un po' troppo alla disperata, vista la situazione) e lo centra. La palla colpisce il ginocchio di Ranocchia e fra tutte le direzioni che potrebbe prendere sceglie quella verso la porta di Handanovic. L'effetto è comico, per chi è neutrale. L'effetto principale è che l'Inter va negli spogliatoi sotto. La punizione è probabilmente eccessiva, ma il primo tempo non era stato esattamente convincente. I nerazzurri avevano già rischiato di prendere gol su un cross dalla trequarti di Pandev, che rimbalza davanti ad Handanovic e si stampa sulla traversa.

PANDEV BIS — I nerazzurri nel primo tempo avevano costruito un paio di occasioni chiare: con Eder poco coinvolto, le azioni partono ancora dalle fasce. Candreva, piazzato a sinistra, al 19' trova il cross giusto per Karamoh (che parte da destra ma è libero di svariare), ma il francesino al volo svirgola. Al 31' allora l'azzurro fa da solo, rientrando da sinistra per il tiro (sarà una costante): Perin sventa in tuffo. Prima di trovare la terza occasione però la squadra di Spalletti subisce un altro gol. A rendere più amara la serata degli interisti ci pensa Pandev (assolutamente fra i migliori anche prima del gol). Sugli sviluppi di un corner Laxalt tira rasoterra: a centro aerea il reduce del Triplete stoppa e infila in solitudine il 2-0. Gli ingressi di Rafinha, Pinamonti e Brozovic cambiano poco, un tiro a giro di Eder viene respinto sulla linea da Rossettini. Pressione finale, qualche giocata dell'ex Barça, ma il Genoa nemmeno suda troppo: ottimo match di lotta e di governo, per la squadra di Ballardini, che chiude qui ogni timore di lotta da salvezza.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 11:28
 
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Juve, Alex Sandro è un giocatore ritrovato.
E quanto pesa Bernardeschi

Grande partita del brasiliano, ancora a segno nel derby, e dell'ex viola.
Rugani bravissimo nel duello con Belotti, Asamoah sempre concreto



La Juve vince un derby pesantissimo, nonostante il Torino abbia mostrato di avere ancora limiti evidenti. A inizio partita mancavano per infortunio Matuidi, Cuadrado, Mandzukic e Barzagli, con Allegri che ha fatto rifiatare Benatia. L'infortunio iniziale di Higuain ha lasciato dal 13' al 66' Allegri senza centravanti, visto che Dybala (un gol fallito ma ottimi segnali al rientro) non aveva più di 30' nelle gambe. La vittoria nel derby non fa perdere terreno alla Juve in una giornata favorevole al Napoli, e mostra ancora una volta la forza mentale dei campioni d'Italia, che reagiscono subito alla rimonta subìta dal Tottenham. Scopriamo i protagonisti del derby.

BERNARDESCHI — Finito l'apprendistato bianconero, gli infortuni in attacco gli hanno dato lo spazio necessario per far vedere di essere da Juve. E Federico ha risposto alla grande: 6 tra gol e assist nelle ultime 7 presenze, una presenza a tutto campo continua, una cattiveria e una concretezza nelle giocate che non aveva appena arrivato a Torino. Esce per infortunio nel finale (iperestensione al ginocchio).

ALEX SANDRO — Dura stabilire il migliore in campo tra lui e Bernardeschi. Gioca alto nel tridente in un ruolo un po' alla Mandzukic e lo fa benissimo. Avvia alla grande e chiude l'azione del gol, castigando come all'andata il Torino, stavolta da due passi col destro. Solido in fase difensiva e negli strappi in avanti. Serve una palla stupenda a Dybala per il 2-0, ma la Joya calcia alto. Giocatore totalmente ritrovato.

RUGANI — Tolto il primo tempo col Sassuolo, non giocava dall'inizio dalla sconfitta di Genova con la Samp e doveva sostituire un Benatia in condizioni scintillanti. Inizia subito galleggiando bene nell'uno contro due tra Obi e Belotti, che graziano la Juve. Poi Rugani non concede più nulla a un Gallo con la cresta un po' bassa, bravo sia nel corpo a corpo che nelle letture.

ASAMOAH — Per la prima volta dall'inizio dell'anno gioca insieme ad Alex Sandro, a cui di solito dà fiato sulla fascia sinistra. E' il primo a sfiorare il gol, in fase difensiva concede il minimo sindacale a Iago Falque. Sembra sempre sul punto di partire, ma capiamo perché Allegri non se ne voglia mai privare.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 16:44
 
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Benevento-Crotone 3-2: Diabate firma il gol che blinda il risultato

Grandi emozioni al Vigorito per la sfida salvezza tra la squadra di De Zerbi e quella di Zenga.
Buon gioco dei sanniti, che riescono a recuperare con il gol dell'attaccante maliano



Roberto De Zerbi mette nel "frullatore" Benevento altri nuovi ingredienti e agita, con la speranza di realizzare la bevanda della speranza. Anche con i gol del brasiliano Sandro (già utilizzato nelle precedenti gare) e del franco-maliano Diabatè, alla sua "prima", la squadra campana si aggiudica per 3-2 la sfida col Crotone e riduce a 11 punti il distacco dalla formazione calabrese, quart’ultima in classifica. Resta un’impresa difficilissima, ma la corsa può continuare. Dopo l’1-1 del primo tempo, con sigilli di Sandro e Crociata (il ragazzo di scuola Milan, acquisito dal club di Vrenna), la partita propone una girandola di emozioni nella ripresa. Di nuovo avanti i campani, con Viola (e deviazione beffarda di Faraoni), il 2-2 segnato da Benali (primo centro con i rossoblù) e proprio in coda la zampata di Diabatè, al debutto assoluto, come Tosca, in Serie A. Strana coincidenza, sul match ci sono tutte… prime firme, cioè giocatori alla prima marcatura personale in questo campionato.

LE SCELTE — De Zerbi è costretto a fare scelte forzate, anche per le assenze di D’Alessandro e Guilherme, bloccati da infortuni, e per le condizioni ancora non al meglio di Sagna e Cataldi, quest’ultimo appena recuperato da un problema muscolare. Nel Benevento, schierato col 4-2-3-1, fa l’esordio il difensore Tosca, schierato al centro con Djimsiti, con Letizia e Venuti esterni; a centrocampo Sandro e Viola. In attacco Coda è il terminale, piazzato davanti al tridente composto da Brignola, Djuricic e Parigini. Zenga sorprende tutti, puntando sin dall’inizio su Ajeti (che aveva fatto bene nella ripresa contro l’Atalanta) nel ruolo di centrocampista, in mezzo a Benali e Mandragora – inizia in panchina Barberis – e su Crociata, che va a comporre con Ricci e Nalini un tridente offensivo, che non concede un riferimento preciso alla difesa avversaria.

CHE COLORE… — Gli ultras della curva sud ricordano con uno striscione Carmelo Imbriani, giocatore e allenatore giallorosso, morto il 15 febbraio 2013: "Il mondo ha narrato la tua esistenza, ora il cielo ne gode l’essenza. Per questa terra e la passione della sua gente: Carmelo vive negli occhi di non mente!". Questo il pensiero dedicatogli. Il Crotone può contare su circa 500 tifosi, arrivati al Vigorito, sognando l’ennesimo sgarbo agli storici rivali, che proprio contro i rossoblù hanno registrato cocenti delusioni, avendo perso due finali playoff per la promozione in B e una semifinale per il salto in C1.

RITMO — Il Benevento cerca subito di imporre un ritmo alto e già al 2’ si procura due occasioni. La conclusione di Coda è ribattuta da Martella, proprio davanti a Cordaz. Poi, sull’azione successiva, con cross di Brignola, Parigini di testa manda la palla a lato. I giallorossi fanno un giro palla rapidissimo, tentando di portare al tiro anche i centrocampisti. Ma al primo tentativo è il Crotone a sbloccare il risultato: all’11’, dalla destra Nalini effettua un cross sul quale Crociata (Venuti in scivolata non arriva a chiudere), appostato sul secondo palo, infila il portiere Puggioni e segna il suo primo gol in A. Passata in vantaggio la squadra di Zenga subisce la reazione di Sandro e compagni, che impegnano Cordaz con Brignola, Sandro, Viola e Coda, che su punizione sfiora la traversa. Dopo una costante pressione nella metà campo dei calabresi, il Benevento agguanta il meritato pareggio: da calcio d’angolo battuto da Viola, è Sandro a svettare su tutti, riuscendo a fare centro con un’incornata perfetta.

LA RIPRESA — Dopo l’intervallo De Zerbi inserisce Sagna al posto di Letizia (a destra, con Venuti che si sposta sull’altra fascia). I giallorossi creano subito un pericolo: da cross di Venuti, palla sul palo lontano, dove Martella allunga sul fondo, salvando tra Djuricic e Brignola. Zenga vuole dare maggiore peso all’attacco, così butta nella mischia Budimir (esce Crociata) e poi si affida anche a Barberis, che sostituisce Ajeti. È però il Benevento ad avere il colpo di fortuna, riuscendo ad andare di nuovo avanti: al 20’ su un tiro di sinistro di Viola, il portiere Cordaz è beffato dalla deviazione di Faraoni. Le squadre si allungano, si cerca l’immediata profondità con lanci lunghi, con Iemmello e Coda che fanno le torri per De Zerbi. Al 24’ l’arbitro Rocchi sospende per quasi due minuti la gara, a seguito di un petardo lanciato dai tifosi ospiti ed esploso vicino al portiere Puggioni. Il Crotone si lancia all’attacco e al 28’ ritrova la parità: Faraoni mette la palla a centro area, per Benali (lasciato smarcato da Sagna) che di testa firma il 2-2. Poco dopo i rossoblù fanno tremare ancora Puggioni, con una botta di sinistro di Trotta che colpisce il palo esterno. Quando la sfida sembra destinata sul pareggio, al 44’ arriva la rete che tiene in corsa la "strega". Da Iemmello palla in mezzo, Djimsiti di testa per Diabatè (in campo dal 32’ s.t. per Djuricic), che all’esordio realizza un gol pesantissimo.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 17:39
 
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Serie A, Bologna-Sassuolo 2-1.
Pulgar rilancia Donadoni

La punizione vincente del cileno fa vincere ai rossoblu una partita sofferta.
Al vantaggio iniziale di Poli aveva risposto Babacar, al primo gol in neroverde



Tre punti per il Bologna e molti rimpianti per il Sassuolo. Una punizione di Pulgar a due minuti dalla fine regala a Donadoni una vittoria immeritata, ma in fondo non è certo colpa del Bologna se il Sassuolo spreca tanto in area e non concretizza una superiorità che era diventata sempre più evidente durante la partita. Il risultato di Benevento è comunque positivo per Iachini, che pur dopo una sconfitta può sorridere per l'immutato vantaggio su quartultima e terzultima e per la crescita di Berardi.

PRIMO TEMPO — In avvio c'è solo il Bologna: dopo dieci secondi Poli pesca Di Francesco davanti a Consigli che para. Al 2' ancora Di Francesco calcia sul fondo dal limite. Al 6' Destro passa in mezzo a tre avversari e di punta prova a sorprendere il portiere avversario che però riesce a respingere. Al 12' arriva il gol: Poli lancia sulla destra Di Francesco, che crossa due volte; sul pallone che filtra in area dopo una deviazione arriva per primo Poli che segna da pochi passi (posizione regolare). Il Sassuolo finalmente comincia a giocare e il segnale è un colpo di testa di Babacar che finisce oltre la traversa. È Berardi a trascinare i compagni: al 20' mette Politano davanti a Mirante che è bravo a respingere il tiro. Al 28' Babacar gira di tacco un cross di Acerbi e Mirante è pronto a intervenire. Al 38' arriva il pareggio: angolo battuto corto, cross di Berardi, Krafth per anticipare Acerbi sul secondo palo tocca male e Babacar segna da un metro. Prima dell'intervallo c'è un'altra occasione per il Sassuolo: lancio perfetto di Berardi per Duncan che sbaglia lo stop davanti a Mirante e non riesce a concludere bene.

SECONDO TEMPO — A inizio ripresa il Bologna prova a scuotersi, Destro impegna Consigli con una bella mezza girata ma poi il Sassuolo riprende in mano la partita. Babacar calcia due volte fuori, Politano manda alto dopo una volata sulla sinistra e al 36' la squadra di Iachini costruisce il match-point: Berardi serve Mazzitelli (entrato al posto di Duncan) davanti a Mirante che riesce a deviare la conclusione del centrocampista. Il pareggio sembra scritto e invece al 43' Tagliavento fischia un fallo dubbio di Goldaniga su Krejci ed espelle per doppia ammonizione il difensore del Sassuolo: Pulgar trasforma la punizione e regala la vittoria al Bologna.

G.B Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 17:47
 
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Napoli-Spal 1-0: decide un gol di Allan.
Sarri si riprende la vetta della classifica

Minimo sforzo, massima resa.
La squadra di Sarri centra la nona vittoria consecutiva (record) e scalza la Juve in testa alla classifica


Con il minimo sforzo, ma con tante occasioni sciupate, il Napoli batte la Spal e supera nuovamente la Juve vittoriosa nel derby di Torino. Agevole il successo degli azzurri, deludente la formazione emiliana perché, nei limiti delle sue possibilità, non ha mai dato la sensazione di essere in partita forse perché psicologicamente terrorizzata dall'avvio di gara. Il gol di Allan avrebbe potuto innescare una goleada, la Spal l'ha evitata ma non è mai andata vicina al pareggio. Per la capolista qualche preziosismo di troppo ma una gestione serena del pallone e del risultato. La squadra di Sarri centra la nona vittoria consecutiva (record del club) e sale a 66 punti: nell’era dei 3 punti a vittoria solo l’Inter di Mancini nel 2006/07 aveva fatto meglio (66 punti dopo 24 partite).


TROPPO FACILE — Sotto una pioggia battente, classico Napoli versione campionato, con tutti i titolarissimi (tranne ovviamente Ghoulam). Sarri, rispetto al match con il Lispia, ha puntato sui soliti noti: Albiol, Jorginho e Mertens. Semplici ha scelto Drame per contenere Callejon ed un atteggiamento prudente con Kurtic alle spalle di Antenucci. Gli ospiti hanno provato a palleggiare ma il recupero palla alto del Napoli ha messo in difficoltà spesso Viviani, dal cui primo errore è nata l'azione che ha portato al palo di Insigne. Napoli comunque già avanti al sesto quando nessuno ha seguito il taglio interno di Allan che, imbeccato da Callejon in una percussione centrale, ha trovato il suo quarto gol in campionato. Inizio choc dunque per la Spal, che al decimo ha rischiato il colpo del ko: miracolo di Meret su destro a botta sicura di Callejon. Quattro conclusioni, tutte pericolose, in porta nei primi 25' minuti per gli azzurri (saranno cinque a fine primo tempo) e Spal che ha recitato da sparring partner anche perché poco brillante nel,e ripartenze. Il Napoli ha alzato un po' il piede dall'acceleratore complice l'atteggiamento remissivo dei ragazzi di Semplici che hanno fatto scaldare i guanti a Reina solo con Viviani al 43'.

NESSUN TIRO — Ripresa al via senza cambi e ferraresi chiamati ad un approccio diverso da quello timido della prima frazione anche se alcuni singoli determinanti, vedi Kurtic e Lazzari, hanno deluso non permettendo alla difesa di respirare. Il Napoli si è letteralmente accampato nella metà campo avversaria, Jorginho ha ispirato Mertens al 14' ma Meret ha tenuto in piedi i suoi almeno fino al gol, annullato dal Var, di Hamsik dopo l'ennesimo errore in uscita di Salamon: Allan ha recuperato il pallone e poi servito lo slovacco che di testa aveva insaccato prima dell'intervento di Mariani, l'uomo Var, che ha segnalato l'off side. Il Napoli comunque non l'ha chiusa neppure con Albiol su azione d'angolo e allora Semplici ha provato a cambiare il destino con Floccari per Grassi. Qualche spazio in più così per gli azzurri, vicini al raddoppio con Mertens ed Insigne. Nemmeno un tiro in porta, invece, da parte degli ospiti, impossibile dunque sperare nel pareggio.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2018 13:31
 
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Atalanta-Fiorentina 1-1, Badelj apre, risponde Petagna

La squadra di Pioli chiude in dieci per l'espulsione di Milenkovic, ma resiste.
Quarto pareggio consecutivo fra queste due squadre



Alla fine i rimpianti sono tutti per l'Atalanta, bloccata in casa da una Fiorentina che chiude in affanno e in dieci (per 6' più recupero), ma che ha comunque con Falcinelli la palla per il 2-1. Sarebbe stato troppo per i viola, che pure passano in vantaggio, ma poi subiscono a lungo gli uomini di Gasp: Petagna risponde a Badelj, viene fuori il quarto pareggio consecutivo fra queste due squadre.

BOTTA E RISPOSTA — La partita si sblocca dopo 17 minuti, quando Badelj trova un corridoio libero a centrocampo per far partire il contropiede: il suo tiro da fuori è respinto da Gollini, la palla finisce a Chiesa che la rimette in mezzo (con deviazione): all'appuntamento c'è ancora Badelj che con il piatto sinistro firma il suo secondo gol stagionale. L'Atalanta fa la partita ma sbaglia tantissimi passaggi, la Fiorentina parte pericolosamente in contropiede. Il pareggio arriva su calcio piazzato, al 45': Gomez batte la punizione verso centro area, Petagna anche se trattenuto da Biraghi riesce a girare di testa verso la porta.

PRESSIONE DEA — Nella ripresa non cambia il "canovaccio" del match, ma i dribbling e i cross di Gomez, l'ingresso di Ilicic e gli inserimenti di Castagne non bastano all'Atalanta, che paga anche le tossine dell'Europa League. Milenkovic in due minuti fra il 38' e il 39' rimedia due gialli che fanno chiudere la Fiorentina in dieci. Proprio sulla punizione post-rosso arriva l'occasione migliore per i bergamaschi, con Freuler, che sfiora il palo.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2018 13:34
 
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Milan-Samdporia 1-0: Bonaventura decide, Gattuso aggancia Giampaolo

Bella prova dei rossoneri, che costruiscono tantissimo contro i blucerchiati e il raggiungono al sesto posto.
Rodriguez sbaglia un rigore, la traversa ferma Calhanoglu, nel finale occasione per Caprari



Tornato a San Siro dalla trasferta in Bulgaria il Milan batte la Samp uno a zero. Gattuso aveva chiesto due cose, o meglio due in una: non fallire l’aggancio a Giampaolo e non fallire i primi venti minuti della partita, come secondo l’allenatore era successo in Europa League. Il Milan fa tutto, la prima e ancora meglio la seconda: la squadra potrebbe trovare dopo pochi minuti il vantaggio su rigore di Rodriguez (ben parato da Viviano) e poi colpisce con Bonaventura dopo un quarto d’ora.

JACK E VAR — Non sarà ancora Brad Pitt ma il Milan del primo tempo è certo più affascinante di Calimero, i due estremi usati da Gattuso per raccontare l’evoluzione dei suoi. La prima azione è quella da penalty: cross di Calabria (per lui a destra sarà solo l’inizio di una grande gara) e Murru che tocca con il braccio: senza Kessie tocca al mancino di Rodriguez, tiro calciato come in Bulgaria. Stavolta però Viviano intuisce che la corsa frenata avrebbe portato a un tiro alla sua sinistra: si distende e devia. Al 14’ Milan davvero avanti: l’azione parte da una fascia e si conclude sull’altra con il nuovo cross di Calabria che stavolta incontra in corsa la conclusione di Bonaventura. Al 37’ inizia a scendere in campo anche la Var: sul lancio in profondità per Zapata Calabria sembra sfiorare con la mano, Doveri giudica il tocco involontario. Poco dopo sul passaggio filtrante di Calhanoglu la zampata di Bonucci finisce alle spalle del portiere della Samp: la Var dice che il capitano rossonero è partito in fuorigioco.

OK CALHA — Il secondo tempo si ispira al primo e alle stesse parole di Gattuso che non vuole iniziali cali di tensione: così è Calhanoglu che semina mezza difesa e scarica il destro sulla traversa. Il turco con il 10 merita gli applausi di San Siro, per giocate e impegno. In una serata di bel gioco manca Suso: il suo calcio al volo da distanza ravvicinata finisce addirittura in fallo laterale. La ripresa in generale ha però ritmi meno intensi e coinvolgenti: il Milan controlla, la Samp non riesce a impadronirsi del gioco. Sono i rossoneri che vanno più vicino al gol: Calhanoglu calcia dalla sinistra senza incrociare la porta. Kownacki, la mossa di Giampaolo, non produce granché. Gattuso replica con Silva per Cutrone. Bello, ma anche un po’ comico, l’assist che André fornisce a Calhanoglu, di testa da terra: sul destro è bravo Viviano. Così come nel finale sul diagonale di Calabria. Al 90' rischio rossonero e occasionissima Samp: sulla discesa di Quagliarella, Caprari mette fuori di pochissimo da due passi. Basta dunque un solo gol al Milan per far felice Gattuso e acchiappare in classifica la Samp.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sprt
19/02/2018 13:37
 
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Serie A, Lazio-Verona 2-0: Immobile
porta i biancocelesti al quarto posto

La squadra di Inzaghi domina sin dal primo minuto, spreca tanto e
passa nella ripresa grazie alla doppietta del capocannoniere della Serie A



Riparte la Lazio. Dopo tre sconfitte di fila la formazione di Inzaghi riagguanta i tre punti e risale in zona Champions, strappando il quarto posto all’Inter. Per sbloccare la gara contro il Verona i biancocelesti devono però aspettare fino alla ripresa. Quando torna a segnare Immobile che era secco dal 6 gennaio (4 gol alla Spal). Gioia doppia per il capocannoniere del campionato salito a quota 22 alla vigilia del 28esimo compleanno. La sua doppietta fa svoltare la partita e manda a picco la squadra di Pecchia, che aveva preparato una prova di contenimento e poi non riesce più a riagganciare la partita, rimediando all’Olimpico la settima sconfitta nelle ultime otto giornate.

SENZA SBOCCHI — Per sostituire lo squalificato Leiva, Inzaghi sposta in regia Parolo, smista Lulic nel ruolo di interno e inserisce Lukaku sulla fascia sinistra. Pecchia opta per un assetto molto guardingo che si basa su un 5-4-1. In difesa, dà spazio a Boldor come centrale. In mediana via libera a Verde, delegato con Matos a supportare Kean nelle proiezioni offensive. Prima del fischio d’inizio, Inzaghi riunisce i suoi giocatori in cerchio davanti alla panchina per le ultime disposizioni e per caricarli. Lazio subito a caccia del gol. Al 7’ Immobile da buona posizione si fa però ipnotizzare da Nicolas. Tre minuti dopo è fuori bersaglio il tentativo di Parolo. Vicinissimo al gol ancora Immobile che calcia a lato. Nicolas è pronto su un colpo di testa di Wallace. Lazio all’assalto e alla mezz'ora sono già 17 i tiri (è il record dei cinque principali campionati europei). Verona blindato nella propria trequarti. Ci prova anche Luis Alberto dalla distanza. Biancocelesti intenzionati a sbloccare al più presto la gara. Gialloblù molto attenti. Tanta frenesia e anche parecchia imprecisione da parte della squadra di Inzaghi. Impreca Luis Alberto al 33’, quando timbra la traversa. Macina gioco la Lazio senza però trovare lo sbocco decisivo, mentre il Verona prova anche a guadagnare campo. Si chiude il primo tempo sullo 0-0.

RIECCO IMMOBILE — Nella ripresa la Lazio si rilancia all’attacco. Caracciolo rischia l’autorete per anticipare Immobile. Una ripartenza di Romulo manda in affanno la difesa laziale. Al 10’ Immobile, ispirato da Luis Alberto, scova l’angolo giusto per infilare Nicolas. Il capocannoniere del campionato ritrova il gol dopo 44 giorni. Pecchia fa entrare Calvano al posto di Buchel. Al 15’ arriva al raddoppio: ancora Immobile a segno. Il bomber ribatte di testa a rete dopo una respinta di Nicolas su tiro di Lulic. Altri cambi nel Verona. Prima Aaron rileva Verde e poi Petkovic avvicenda Matos. La formula più offensiva spinge il Verona in avanti per tentare di riaprire la partita. Inzaghi rinsalda la difesa con l’ingresso di Luiz Felipe al posto di Lukaku. Al 32’ una rasoiata di Calvano va a lato. Nella Lazio entra Murgia per sostituire Radu. La squadra di Pecchia insiste, mentre la Lazio rifiata con qualche ansia. Standing ovation per Immobile, rilevato da Caicedo. Nicolas alza sula traversa una parabola perfida di Luis Alberto. Un fuorigioco ferma Caicedo mentre a segnare. Esulta Inzaghi che riabbraccia la sua Lazio da Champions.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
20/02/2018 16:21
 
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SERIE A 2017/2018 25ª Giornata (6ª di Ritorno)

17/02/2018
Udinese - Roma 0-2
Chievo - Cagliari 2-1
Genoa - Inter 2-0
18/02/2018
Torino - Juventus 0-1
Benevento - Crotone 3-2
Bologna - Sassuolo 2-1
Napoli - Spal 1-0
Atalanta - Fiorentina 1-1
Milan - Sampdoria 1-0
19/02/2018
Lazio - Hellas Verona 2-0

Classifica
1) Napoli punti 66;
2) Juventus punti 65;
3) Roma punti 50;
4) Lazio punti 49;
5) Inter punti 48;
6) Sampdoria e Milan punti 41;
8) Atalanta punti 38;
9) Torino punti 36;
10) Udinese punti 33;
11) Fiorentina punti 32;
12) Genoa e Bologna punti 30;
14) Cagliari e Chievo punti 25;
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19) Hellas Verona punti 16;
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