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Campionato di calcio Serie A stagione 2017/2018

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 12:18
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03/12/2017 18:30

Bologna-Cagliari 1-1: Destro risponde a Joao Pedro

I sardi ci sperano ma a dieci minuti dalla fine l'attaccante di Donadoni pareggia i conti



Chi cercava continuità dopo due vittorie di fila, chi aveva bisogno di far dimenticare la figuraccia di Coppa Italia. Obiettivi raggiunti in entrambi i casi: il pareggio (il primo del Cagliari dopo 23 gare di campionato) è il risultato più logico. E il Bologna fatica molto per meritarlo.

EQUILIBRIO — Il gol di Joao Pedro sblocca un primo tempo molto equilibrato. Le squadre si annullano, giocando in modo prudente e concedendo pochi spazi. Quella dell’ex Lopez (qui è stato esonerato due anni fa a tre giornate dai playoff per andare in A), ha subito una buona occasione: minuto 5, fuga di Padoin sulla sinistra, cross, Joao Pedro anticipa De Maio e Mirante ma mette fuori. Il Bologna si affida soprattutto al movimento di Palacio, che spesso lascia la sinistra per alternarsi a Poli. Al 23’ La Penna annulla giustamente un gol di Poli in fuorigioco, due minuti più tardi i rossoblù protestano per un fallo di mano di Ceppitelli che però tocca prima con la faccia: carambola, dunque. La Penna non fischia, poi chiede un parere al Var (Pasqua) e conferma la decisione. Gli uomini di Donadoni s’innervosiscono e prendono il al 42’: tutto nasce da un errore di Maietta che dà il via all’azione, la palla arriva a Faragò che con un delizioso assist di controbalzo di sinistro libera Joao Pedro a centro area (male De Maio che si fa sorprendere). Il brasiliano, trasformato in seconda punta da Lopez, batte Mirante che accenna a un’inutile uscita.

SOLO BOLOGNA — Ma nel secondo tempo si vede solo il Bologna che attacca con rabbia e poca lucidità. All’11’ Rafael salva di piede su Destro, tre minuti dopo punizione per fallo di Cigarini su Donsah: batte Pulgar, gran volo di Rafael. Al 24’ è Poli a mangiarsi il pareggio: cross del solito Palacio da sinistra, Destro non ci arriva e l’esterno manda alto da ottima posizione. Il gol (meritato) è nell’aria e arriva al 36’: cross di Masina da sinistra, Rafael esce male, Pisacane sbaglia il tempo e Destro colpisce di testa. E’ il suo gol numero 6 al Cagliari.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/12/2017 18:33

Fiorentina-Sassuolo 3-0: gol di Simeone, Veretout e Chiesa

I viola tornano a vincere dopo 4 gare di astinenza:
dominano i neroverdi, a cui non basta l'arrivo in panchina di Iachini per cambiare marcia



Stesso punteggio, oltre un mese dopo. La Fiorentina regola il Sassuolo 3-0 e riprende il cammino di vittorie interrotto lo scorso 25 ottobre quando superò con il medesimo risultato il Torino. Gara senza storia e tanto lavoro da fare per il nuovo tecnico dei neroverdi Iachini. Pioli conferma la formazione in grado di pareggiare domenica scorsa con la Lazio. Iachini invece cambia. Un centrale in più, Goldaniga, ed un centrocampista in meno. Un 5-4-1 che in fase offensiva diventa 3-4-3. Davanti Matri preferito a Falcinelli. Inizio sonnolento e ritmi bassissimi. Ci provano Benassi (centrale) e Berardi (palla altissima), ma le emozioni sono pochissime. Al 26' Chiesa verticalizza per Thereau, il tiro del francese termina abbondantemente a lato. Un minuto dopo contropiede Sassuolo, Matri anticipa Biraghi ma calcia debole.

DOPPIO VANTAGGIO — Al 28' Consigli è bravo a deviare in angolo un colpo di testa di Chiesa su assist di Badelj. La Fiorentina aumenta la pressione ed il Sassuolo soffre. Al 32' i viola passano: cross perfetto di Laurini, Acerbi salta a vuoto e Simeone di testa batte l'incolpevole Consigli. Quinto gol in campionato del Cholito. Il Sassuolo reagisce con Politano, il cui diagonale viene toccato dal piede di Sportiello finendo sul palo. Ma in transizione la Fiorentina raddoppia. Simeone serve Thereau sulla destra, il francese partito in posizione regolare intuisce il movimento del connazionale Veretout: assist al bacio e gol del centrocampista.

SENZA STORIA — Dopo l'intervallo si riparte senza cambi. A sfiorare ancora il gol è la Fiorentina, due volte con Pezzella respinto al mittente da Consigli. Iachini allora prova a cambiare qualcosa: fuori un evanescente Berardi, dentro Falcinelli. Poi è Gazzola a lasciare il campo a Lirola. Niente da fare, il Sassuolo non c'è e la Fiorentina ne approfitta. Thereau taglia splendidamente il campo per Chiesa che si invola sulla destra e tocca dolcemente sul secondo palo. Gol bellissimo per il figlio del grande Enrico. Pioli risparmia qualche minuto a Laurini e Thereau, inserendo Vitor Hugo e Babacar passando al 3-5-2. Non accade altro e la Fiorentina si gode il successo che la riporta in una posizione di classifica con finestra sull'Europa. Per il Sassuolo pochissime note liete (Consigli) ed una certezza. Al momento il proprio scudetto è la salvezza.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/12/2017 18:37

Inter-Chievo 5-0, tris Perisic, Icardi e Skriniar.
Spalletti primo da solo

Nerazzurri primi da soli: ora la Juve.
Tripletta del croato, gol di Icardi e Skriniar:
la squadra di Spalletti annienta i veronesi


"Salutate la capolista" urla la gente di San Siro. Dopo che a scaldare l'atmosfera nel pre-gara era stato Alberto Brignoli da Benevento, è festa grande per una grande Inter che si prende la vetta della classifica sbriciolando un Chievo che dura metà tempo. Decidono la tripletta di Perisic e gli acuti di Icardi - aspettando Immobile stasera, l'argentino diventa capocannoniere solitario - e Skriniar. Alla faccia dei dubbi sulla pressione da primato e sulle tre assenze pesanti, i nerazzurri hanno dato una prova di forza devastante, divertendosi e facendo divertire con giocate d'alta scuola. Gruppo in fiducia che sabato andrà in casa della Juve a +2 per capire se lo "scudetto" resta davvero soltanto il ritorno in Champions o se si può ambire al bersaglio grosso.

A SPALLATE — Spalletti non rischia Vecino, al fianco di Borja c'è Joao Mario, con Brozovic alle spalle di Icardi. In fase difensiva l'Inter si allinea nel 4-4-2, ma servirà a poco perché la pressione nerazzurra è costante e il Chievo, pur ordinato soprattutto all'inizio, in tutta la frazione riuscirà ad impegnare Handanovic soltanto con un colpo di testa di Meggiorini (14') e una telefonata di Birsa nel finale. Nel mezzo, senza dimenticare i pericoli creati all'alba del match da Ranocchia e Candreva, c'è solo l'onda interista. Che nasce da una squadra corta che si muove in sincronia, forte di giocatori in fiducia tra cui Santon e Ranocchia, mentre Joao Mario ci mette un po' a carburare. Come da caratteristiche delle due squadre, il gioco scorre soprattutto sulle fasce. L'Inter colleziona corner come ciliegie e Ranocchia va vicino al gol addirittura quattro volte da calci da fermo. Insegna il fabbro che a furia di dare spallate, prima o poi qualsiasi porta si apre. Quella di Sorrentino cede al 23', con Santon che sovrasta Depaoli e Sorrentino che sulla prima respinta si vede piegare i guantoni da Perisic, fino a quel momento ben frenato da Cacciatore. Trovato il vantaggio, la manovra interista diventa ancora più fluida. Joao si fa ipnotizzare su assist di Icardi, ma al 38' il capitano si mette in proprio. Errore di Inglese, break di Brozovic che verticalizza per Mauro il quale pare perdere l'attimo invece si decentra apposta per scagliare una sassata in diagonale sulla quale Sorrentino non è impeccabile. Con Birsa costretto ad abbassarsi troppo e gli interni che non trovano mai il tempo dell'inserimento, le due punte rimangono spesso isolate. E al 43' Joao Mario si mangia il 3-0 che avrebbe chiuso i conti già all'intervallo.

SIGILLI E ACCADEMIA — Nessun cambio e stesso copione a inizio ripresa. Al 9' Perisic sfiora la doppietta su cross di Joao, due minuti dopo Ranocchia si prende l'ovazione per un'ammonizione (!!) per fallo su Meggiorini. Birsa al 13' sbaglia il cambio di gioco, Perisic è un rapace, scherza Dainelli e trova il diagonale mancino della sicurezza. Da lì in poi è accademia e testa a Torino. Anche perché Skriniar (il terzo stagionale) apre e chiude un'azione da manuale, con gol di testa in tuffo sul babà di Candreva. Il Chievo non può far altro che guardare, rischia più volte la manita e perde pure Rigoni per infortunio. Entra Tomovic, con Cacciatore che si piazza davanti alla difesa. Spalletti invece concede la giusta passerella a Icardi, D'Ambrosio e Candreva per dare un po' di lustro anche a Eder, Dalbert e Karamoh, che va due volte vicino al gol. Che trova ancora Perisic nel recupero, dopo che Sorrentino era stato miracoloso su Ranocchia e Borja. Per oggi può davvero bastare così.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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04/12/2017 00:24

Sampdoria-Lazio 1-2: Milinkovic Savic e Caicedo rimontano Zapata

Tutto nella ripresa: Zapata porta avanti i blucerchiati,
ma le reti del talento serbo e di Caicedo regalano la vittoria alla squadra di Inzaghi



Ancora Caicedo e sempre nel recupero. L'attaccate ecuadoriano che domenica scorsa in pieno recupero aveva causato il rigore che aveva consentito alla Fiorentina di riprendere la Lazio, stavolta regala alla squadra di Inzaghi tre punti d'oro e insperati per come si era messa la partita. Sempre in pieno recupero. La Lazio continua così la sua serie di vittorie lontano dall'Olimpico (ora sono 9 su 9 gare giocate tra coppa e campionato) e si riporta nel gruppetto di testa di campionato. S'interrompe invece la striscia vincente interna della Samp, al primo k.o. a Marassi dopo 6 successi su 6 partite. La squadra di Giampaolo prima s'illude di continuare l'en plein col gol di Zapata, ma poi crolla nel finale sotto i colpi di Milinkovic e Caicedo.

EMOZIONI SENZA GOL — Le squadre partono subito a tutta e continueranno così fino all'intervallo. Ritmi elevatissimi da ambo le parti, con i rispettivi centrocampo che vengono spesso saltati. Samp meglio nei primi venti minuti, Lazio più pericolosa nella seconda parte della prima frazione. Con occasioni da rete che grosso modo si equivalgono. La squadra di casa sfiora il gol con i tiri da fuori di Praet e Ramirez e soprattutto con la conclusione ravvicinata di Zapata che Strakosha riesce in qualche modo a respingere. La formazione di Inzaghi ci prova invece con i colpi di testa a botta sicura (che però finiscono fuori) di Parolo e Marusic, con una bella girata di Immobile e poi in particolare la doppia occasione Immobile-Luis Alberto (sul primo o tiro Viviano respinge, sul secondo salva sulla linea Bereszynski). Mancano i gol, non le emozioni.

EMOZIONI E GOL — La ripresa comincia sulla stessa falsariga di quanto visto nella prima frazione. Lazio vicinissima al gol al 7': il tiro di Parolo supera Viviano ma finisce sul palo. Tre minuti dopo l'occasione capita alla Samp e la squadra di casa la sfrutta passando in vantaggio: lancio di Torreira per Quagliarella che smista verso Zapata che a tu per tu con Strakosha non perdona. A quel punto la partita cambia. La Samp cerca giustamente di amministrare il vantaggio e chiude gli spazi ad una Lazio che fa fatica a creare occasioni. Inzaghi decide così di cambiare. Dopo l'avvicendamento Bastos-Patric (difensore per difensore) cambia modulo con gli inserimenti di Caicedo e Lukaku e per Leiva e Lulic, passando al 3-5-2. Il pari arriva poco dopo. Punizione di Luis Alberto dalla trequarti, la spizza Parolo per il tap-in vincente di Milinkovic. Sembra finita e invece no. In pieno recupero Milinkovic prende palla sulla trequarti, la fa filtrare in area dove interviene prima Immobile e quindi Caicedo per il gol-vittoria della Lazio.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
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05/12/2017 00:03

Crotone-Udinese 0-3: doppietta di Jankto e gol di Lasagna

Il mancino della Repubblica ceca firma la doppietta che indirizza la partita, poi il tris di Lasagna



Nonostante un inizio di stagione molto modesto, scorrendo la rosa dell'Udinese in molti si chiedevano cosa ci facesse là sotto la squadra che da due partite di campionato è allenata da Oddo dopo l'esonero di Delneri, forse tardivo. E infatti, al primo scontro con una squadra che per salvarsi dovrà fare della vera fatica, emergono le differenze, con un 3-0 che matura alla distanza dopo un inizio migliore del Crotone.

CI PENSA JANKTO — Abbastanza scontato che un giocatore di ben altro livello, Jakub Jankto, faccia la differenza. L'ex Ascoli veniva da un periodo complicato, tra voci di richiesta di cessione e una panchina contro il Napoli per scelta tecnica. Importante per Oddo averlo ritrovato, nel momento di maggiore difficoltà della partita. Perché la prima parata importante è di Bizzarri sul gran destro del vivace Nalini, la cui uscita per infortunio nella ripresa danneggerà molto la squadra di Nicola. Jankto prima cicca un sinistro abbastanza comodo, poi non può sbagliare sulla respinta di Cordaz, che aveva salvato su Lasagna.

FINISCE — Da questo momento è un altra partita, col Crotone che non crea nulla e una rinfrancata Udinese che la mette al sicuro in avvio di ripresa. Maxi Lopez salta con irrisoria facilità Ceccherini e serve a Jankto la palla del raddoppio, col boemo che incrocia benissimo il destro. Il tris è un bel contropiede, con Barak che regala a Lasagna il più facile dei gol.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
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05/12/2017 00:07

Serie A, Verona-Genoa 0-1: decide Pandev. Ma Taarabt era in gioco?

Colpo dei liguri al Bentegodi: Ballardini prosegue la striscia positiva e porta i rossoblù fuori dalla zona retrocessione.
I Var giudicano regolare la posizione del marocchino al momento della rete del macedone


Il 15° turno di Serie A va in archivio con il colpaccio del Genoa, che passa 1-0 al Bentegodi: la striscia positiva di Ballardini prosegue e i liguri lasciano la zona retrocessione, salendo a quota 13 e mettendosi ben 5 squadre alle spalle. Tra queste c'è il Verona, penultimo a 9, che però protesta sul gol-partita di Pandev per un possibile fuorigioco: i Var sono di parere opposto.


GIALLO TAARABT — Nonostante la situazione pericolante delle due squadre, la prudenza resta negli spogliatoi: il Verona, trascinato da un tonico Buchel, parte col piede premuto sull'acceleratore e mette subito i brividi a Perin con un tiro-cross di Verde che scheggia la traversa, ma il Genoa non perde occasione per ripartire in velocità. Il piano tattico di Ballardini è chiaro: tagliare i rifornimenti a Cerci e Valoti, imbavagliare Bessa e Verde, azionare Taarabt. E col passare dei minuti, la partita s'incanala su ritmi meno forsennati, più adatti a giocatori esperti come Veloso, Rigoni e Pandev. Un attimo prima dell'intervallo, quando tutto lascia pensare che si vada al riposo sullo 0-0, ecco l'episodio che spacca la partita: Taarabt fugge sulla sinistra, il suggerimento è deviato da Bertolacci e perfetto per il destro vincente di Pandev. L'1-0 per il Genoa viene convalidato, i Var non suggeriscono nulla a Damato, ma la posizione di Taarabt è molto dubbia anche dopo i replay televisivi. Ci sarà da discutere.

RIGONI SPRECA — Pecchia protesta al rientro in campo, dopo aver rivisto le immagini. Ma ormai può far poco, se non inserire subito Kean al posto dell'acciaccato Bruno Zuculini. E' il Genoa, però, ad avere il match-point: Pandev e Rigoni, prima di lasciare il posto a Lapadula e Omeonga, confezionano una palla-gol che l'ex rosanero mette incredibilmente a lato. Gli attacchi del Verona proseguono fino alla fine, ma perdono di lucidità di minuto in minuto e Perin deve intervenire solo su Cerci e Kean. Troppo poco. Al fischio finale, dopo aver imprecato per il raddoppio fallito in contropiede da Biraschi, Ballardini esulta: in poche settimane ha già cambiato faccia al Genoa, rendendolo solido e pratico. Doti che mancano al Verona, e per salvarsi servono come il pane.

Stefano Cantalupi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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05/12/2017 00:09

SERIE A 2017/2018 15ª Giornata (15ª di Andata)

01/12/2017
Roma - Spal 3-1
Napoli - Juventus 0-1
02/12/2017
Torino - Atalanta 1-1
03/12/2017
Benevento - Milan 2-2
Bologna - Cagliari 1-1
Fiorentina - Sassuolo 3-0
Inter - Chievo 5-0
Sampdoria - Lazio 1-2
04/12/2017
Crotone - Udinese 0-3
Hellas Verona - Genoa 0-1

Classifica
1) Inter punti 39;
2) Napoli punti 38;
3) Juventus punti 37;
4) Roma(*) punti 34;
5) Lazio(*) punti 32;
6) Sampdoria(*) punti 26;
7) Fiorentina, Milan e Bologna punti 21;
10) Atalanta, Torino e Chievo punti 20;
13) Cagliari punti 16;
14) Udinese(*) punti 15;
15) Genoa punti 13;
16) Crotone punti 12;
17) Sassuolo punti 11;
18) Spal punti 10;
19) Hellas Verona punti 9;
20) Benevento punti 1.

(*) Sampdoria, Roma, Lazio e Udinese una partita in meno.


(gazzetta.it)
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10/12/2017 00:34

Cagliari-Sampdoria 2-2: Quagliarella doppietta, Farias e Pavoletti rispondono

Giampaolo rimontato dopo un tempo:
Viviano sbaglia e provoca il gol dell'1-2, poi il bomber rossoblù pareggia.
Lopez perde tre giocatori per infortunio nei primi 40 minuti


Un punto che scontenta tutti. Il Cagliari riacchiappa una partita che dopo un tempo pareva segnata. Ma Lopez - che fa i conti con Rafael out a due minuti dal via, dentro Cragno, più gli infortuni di Ceppitelli, Dessena e Faragò nel giro di quaranta minuti del primo tempo - non salta di gioia. E anche per Giampaolo c'è poco da sorridere. La Samp-Narciso ci mette del suo dopo essersi portata avanti con personalità e tecnica. La classifica dei padroni di casa si muove. Ma c'è da stringere i denti. E la rosa mostra i noti limiti in termini di quantità e qualità.

QUAGLIA SHOW — Per il Cagliari avvio shock: Rafael dà forfait, dopo 3' Ceppitelli esce in barella per un problema al ginocchio, Lopez chiama Pisacane. Si parte. Approccio brioso dei rossoblù, i doriani replicano compatti. La prima folata è del Cagliari: Faragò innesca Pavoletti, Viviano respinge. Si vede Joao Pedro: piattone a lato. La Samp cresce. Manovra e fisicità vengono a galla. Ramirez crossa, Romagna dorme, Quaglierella segna di punta. La reazione è debole. A sinistra, Padoin e Ionita ci provano. In regia, Cigarini si danna l'anima. Pisacane copre e rilancia. Il raddoppio di Quagliarella, piattone di sinistro e assist di tacco di Ramirez, nasce da un rinvio errato di Padoin. Il centravanti vola a quota 9 in stagione. Lopez si sbraccia. Tutto si complica, la Samp mostra un palleggio pregiato. Il Cagliari non molla. Ma il divario ancor prima che tecnico è nel recupero e nella gestione della palla. Intanto, Pavoletti su punizione di Cigarini, incorna a lato. Il centravanti si sbatte ma non va: servito da Faragò, scivola in area al momento del tiro. Lopez è in croce: nel giro di 10' danno forfait Faragò e Dessena, in campo Van Der Wiel e Farias. La Samp controlla, va quasi a memoria. Una fiammata di Ramirez trova Cragno ben piazzato.

RIMONTA — Nella ripresa il copione pare scritto da Stephen King. I rossoblù partono contratti. La Samp è padrona del campo. Torreira giganteggia, Praet pure, Ramirez tira: centrale. E Zapata (fischiato a più riprese) fa coast to coast: Cragno e Romagna si salvano in angolo. Ma i doriani commettono un errore nel guardarsi a lungo allo specchio. E il Dio del calcio provvede: all'11' Viviano ha tra i piedi il più banale dei rinvii. Ma gli riesce l'episodio che riapre i giochi: centra Farias, voltato, e la palla rotola lentamente in rete. Il 2-1 rinvigorisce il Cagliari e i rossoblù ringraziano per il secondo anno di fila il portiere blucerchiato: il 2-1 finale del 2016 venne deciso da un altro errore clamoroso di Viviano, che regalò il gol partita a Melchiorri nel finale. Stavolta, dopo lo scivolone, Viviano si riscatta parzialmente su incornata all'angolino di Pavoletti. Cigarini e soci accelerano. Il pareggio lo firma Pavoletti, impatto giusto su traversone di Ionita. Un gran gol. Pavoloso (4 reti in rossoblù) si batte il petto. L'inerzia del match cambia. I padroni di casa ci credono, la Samp cede campo. Ci provano dal limite JP10 e Farias. La partita diventa bella. Caprari (in campo per Ramirez) mette i brividi di destro: Cragno c'è, sarà il migliore in campo. Il risultato è in bilico. Farias calcia a lato, servito da Ionita. Ci si avvia alla fine. Caprari trova Cragno di destro, sul tap in Pisacane salva. Pasqua fischia la fine. Lopez e Giampaolo si abbracciano. Allievo e maestro dividono recriminazioni e rabbia in parti uguali.

Mario Frongia

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10/12/2017 00:39

Juventus-Inter 0-0: traversa di Mandzukic, resistono i nerazzurri

Per Mandzukic le occasioni migliori, ma il portiere dell'Inter non concede nulla.
Domani il Napoli può tornare primo


“Vostro onore, la giuria non è arrivata a un verdetto unanime”. Non ci sono condannati, non ci sono prove schiaccianti, Juve-Inter non sposta gli equilibri. Allo Stadium finisce 0-0, ma forse il pareggio un verdetto lo porta con sé: l’Inter resta fra gli indiziati per lottare fino alla fine per lo scudetto. Non era scontato. Ad Allegri non riesce la “mandrakata” di battere due capolista in una settimana: imposta la gara per incartare l’avversario e poi fa scatenare i suoi nel secondo tempo, quando la Juve si fa preferire, ma senza sfondare.

PROTAGONISTI MANCATI — Il peso della vittoria mancata peserà forse, rivisti gli highlights, su Mandzukic, che ha 3-4 occasioni buone in una gara che ne vede poche: la migliore per l’Inter è un tiro di Brozovic al minuto 84. Con un Mandzu in formato Icardi, la partita avrebbe preso altre strade, ma con Benatia e Chiellini appena meno attenti di stasera (in cui le hanno prese tutte) il numero 9 interista avrebbe avuto almeno una chanche. Non è stato uno spettacolo pirotecnico, il derby d’Italia, ma un test di solidità. Passato da entrambe. Per le emozioni e le giocate, invece, ripassare. L’ingresso di Dybala, per un quarto d’ora, è accolto con un’ovazione, ma Paulo darà poche Joye.

JUVE SENZA BUCHI — La rinuncia iniziale al numero 10 permette ad Allegri di schierare una formazione ancora più ordinata e compatta in fase difensiva: un 4-5-1, con a turno un centrocampista centrale che esce su Borja quando lo spagnolo ha palla. Così la Juve chiude tutto: non è un bus parcheggiato in area, ma è un bus messo di traverso, e acceso, sulla trequarti difensiva. Il risultato è che l’Inter non si fa viva dalle parti di Szczesny fino al 56’ (Icardi in area, tiro ribattuto da Benatia con richiesta rigore), mentre i bianconeri riescono ad aggirare la squadra di Spalletti, altrettanto compatta, solo sull’asse Cuadrado-Mandzukic: per due volte, in apertura e chiusura di tempo, un cross da destra del colombiano trova il croato sul secondo palo. Al 9’ Mandzu è solo, ma si fa parare il tiro di sinistro e indirizza male il colpo di testa (libera Miranda); al 45’ sovrasta D’Ambrosio di testa, ma trova la traversa.

INTER SENZA ALI — La Juve torna dagli spogliatoi con più “licenza di offendere”, e lo fa con il solito straripante Cuadrado, ma anche sfruttando la proficua collaborazione fra Matuidi ed Asamoah. Arriva più volte al tiro, ma nulla che davvero faccia tremare Handanovic (se non un quasi autogol di Perisic in copertura). L’Inter vede una giornata di inatteso sciopero delle sue fasce, a partire dal fu-stakanovista Candreva: senza gli sbocchi esterni, con Brozovic rifinitore che si accende solo per brevi tratti, tutto passa da Borja Valero, che per un’ora le prende e le gestisce tutte (poi, inevitabilmente, cala). Secondo 0-0 in casa delle grandi (dopo Napoli), più vittoria a Roma: Spalletti continua da imbattuto, primo anche a fermare l’attacco bianconero. Non poco, comunque.

Valerio Clari

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10/12/2017 17:58

Chievo-Roma 0-0: Sorrentino para tutto

Al 'Bentegodi' i giallorossi non riescono a scardinare la difesa gialloblu,
complice una prestazione incredibile del portiere classe '79:
Inter, Napoli e Juventus ringraziano


Il d.s. Monchi aveva chiesto "la prova del nove" alla Roma dopo la vittoria del girone di Champions, ma stavolta i conti non tornano. Il Chievo non fa sconti e così, dopo aver fermato il Napoli sullo 0-0, impone lo stesso risultato anche ai giallorossi, che per la quarta volta in questa stagione concludono senza segnare. I giallorossi, però, possono rimpiangere le occasioni sprecate ed il fatto di aver incontrato un Sorrentino in condizione super che ha compiuto almeno quattro parate straordinarie. Se a questo uniamo che la Roma ha battuto 13 angoli a 1, ha mandato ben 12 volte in fuorigioco i rivali e ha avuto un possesso palla di quasi il 67% si capisce che la malattia al momento sembra solo una: il gol. Non a caso, con 27 reti segnate, è la squadra di vertice che fa più fatica a trovare la porta.

TURNOVER — Nella ferrea logica del turnover, rispetto all'ultimo match di Coppa Di Francesco dall'inizio lascia fuori Florenzi e Perotti (acciaccati), De Rossi squalificato, Manolas e Dzeko per dare spazio a Bruno Peres, Gerson, Gonalons, Juan Jesus e l'attesissimo Schick, all'esordio da titolare. Al solito, la manovra giallorossa pencola verso sinistra, con Kolarov ed El Shaarawy pronti ad innescare il turbo ogni volta che possono. Nel primo tempo, però, i meccanismi non paiono perfettamente oliati, perché Schick non partecipa alla manovra come Dzeko e sulla fascia destra Gerson accelera assai meno di quanto dovrebbe, così il girar palla proposto da Gonalons non risulta sempre efficace anche perché in mediana Bastien e Depaoli, aiutati sempre in seconda battuta dal centrale Radovanovic, arginano bene Nainggolan e Strootman, provando poi a lanciare Inglese, Meggiorini e Birsa dietro la linea difensiva giallorossa composta da Fazio e Juan Jesus, non sempre con esiti banali. Come sempre, dove la difesa non arriva, ci pensa Sorrentino al rattoppo. L'avvio, comunque, è di marca romanista, con Nainggolan che al 3' tira alto dal limite. Sempre il belga, al 10', innesca un cross con cui Gonalons di testa impegna il portiere clivense. Occhio però che i gialloblù non dormono, e così al 12' una punizione di Birsa viene deviata da Bruno Peres, sulla palla interviene Inglese che scheggia la parte superiore della traversa, mentre lo stesso Birsa due minuti dopo conclude fuori di poco da buona posizione. La Roma si scuote. Al 22' Fazio devia di testa al lato una punizione di Kolarov, ma l'occasione vera arriva subito dopo. Su una palla respinta dalla difesa gialloblù fuori area interviene Kolarov che tira di prima intenzione, sulla palla interviene Schick che costringe Sorrentino alla deviazione, ma non è finita: sul pallone arriva Gerson che pare concludere a botta sicura, ma il portiere si supera e devia ancora. Il Chievo si scuote e Meggiorini, in una ripartenza, al 25' va al tiro al lato, così come Kolarov al 28'. L'ultima occasione della prima frazione però è sempre giallorossa, ma al 38' Schick sbuccia il cross radente di Kolarov.


SORRENTINO SUPER — Nella ripresa la Roma parte forte, ma non inquadra mai la porta con El Shaarawy, Kolarov, Gonalons e Nainggolan. Tutto questo in 8 minuti. Il Chievo fa fatica a ripartire e solo con Radovanovic riesce ad arrivare al tiro. Ma fino a metà ripresa è quasi un monologo giallorosso, che al 15' sfiorano il vantaggio con Gonalons che, servito da Schick, costringe alla deviazione Sorrentino, che al 20' si ripete su Kolarov. Il serbo, incontenibile, al 22' mette in area un tiro cross su cui il subentrato Dzeko arriva con un ritmo di ritardo. Di Francesco tenta il tutto per tutto, tant'è che metterà anche Under per arrivata ad un 4-2-4 di pura potenza. La trazione anteriore giallorossa, però, lascia campo al Chievo, che comincia a ripartire con pericolosità. Al 23', infatti, Inglese trova Cacciatore che al volo conclude fuori di poco e lo stesso attaccante, al 28' libera Birsa da buona posizione ma lo sloveno tira alto. Segnalato un controllo Var sempre al 28' per un mani di Tomovic in area su cross di Dzeko (la palla era già uscita), al. 30' è Meggiorini a impegnare Alisson. La Roma però fa un ultimo sforzo, però al 34' Dzeko sciupa da due passi su cross di Nainggolan, mentre al 37' tocca a Sorrentino fare l'ultimo miracolo di piede su tiro di Schick deviato in modo spiazzante da Tomovic. L'ultimo vero brivido però è per Alisson, perché al 38' Cacciatori trova Birsa sul dischetto, però ancora una volta lo sloveno conclude alto. Gli ultimi fuochi giallorossi - con Dzeko e Perotti - finiscono innocui fra le braccia di Sorrentino. Morale: la Roma è la vincitrice morale del match, ma nel calcio questo significa nulla. Se il Chievo è da applaudire per ordine e convinzione, i giallorossi devono ritrovare vena in attacco se vogliono assaltare il cielo.

Massimo Cecchini

Fonte: Gazzetta dello Sport
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10/12/2017 18:09

Napoli-Fiorentina 0-0, Sarri senza Insigne non ritrova la vetta

Zielinski e Mertens hanno le migliori occasioni, ma non trovano il gol.
L'Inter resta in testa alla classifica



Niente sorpasso sull'Inter, tutto come una settimana fa. Il Napoli non batte a domicilio la Fiorentina, non approfitta quindi dello scontro diretto finito pari allo Stadium tra i nerazzurri e la Juve. Poca brillantezza nella manovra azzurra, nessun gol e solo qualche occasione sciupata. Che non sia il miglior momento della squadra di Sarri, complici anche gli infortuni, è ormai chiaro: ma va reso merito alla Fiorentina perché la formazione di Pioli per un tempo si è resa pericolosa e per l'altro si è difesa bene.

SIMEONE PERICOLOSO — Confermate le indiscrezioni della vigilia e quindi formazioni con moduli simili anche se Pioli ha sacrificato Thereau su Jorginho (del regista della Nazionale la prima occasione della partita) allargando spesso Veretout a sinistra in una sorta di 4-4-1-1. Incessante il sostegno del San Paolo agli azzurri. Partenza lanciata della squadra di Sarri, anche se al 12' Simeone ha fatto paura ai 45.00 di Fuorigrotta quando su assist di Thereau è andato in gol prima di essere fermato in posizione di fuorigioco dal guardalinee Peretti (poi supportato dal Var). Fiorentina brava ad accorciare sui mediani del Napoli e a ripartire con Chiesa e Benassi (suo il destro parato da Reina al 16'). L'atteggiamento propositivo della Viola è stato davvero apprezzabile anche se è mancata concretezza lì davanti (Simeone al 41' si è visto respingere da Reina un tiro da posizione ravvicinata seppur defilata e poi di testa ha messo tra le mani del portiere avversario un'altra buona occasione). Meno possesso palla del solito, invece, per il Napoli che ha provato ad incidere solo quando ha difeso in avanti e rubato palla agli ospiti sulla loro trequarti. Male nel primo tempo Zielinski, finta ala sinistra.

MERTENS SCIUPA — Ripresa iniziata senza cambi ma con più emozioni: la prima è targata proprio Zielinski, sinistro alto su grande imbeccata di un ispirato Allan (da lui è partita anche l'azione del destro di Hamsik che ha scosso l'esterno della rete). Paradossale che siano stati spesso i padroni di casa ad agire in contropiede. La Fiorentina è rimasta ordinata, ma ha sofferto la manovra "alla mano" del Napoli da destra a sinistra: vedi parata con l'ausilio del palo di Sportiello su Zielinski al 10'. Simeone e Thereau (poi sostituito) quando le squadre si sono allungate hanno avuto poca benzina però nel motore per ripartire. Nei venti minuti finali il Napoli ha spinto forte: Mertens ha sciupato un grande assist di Allan, però, sparando su Sportiello. Ounas ha dato vivacità ed effettuato un buon cross per Callejon, impreciso nella volée che è finita fuori. Sul fondo si sono spente anche le speranze del Napoli di tornare in testa alla classifica.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
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10/12/2017 18:17

Spal-Verona 2-2: Cerci e Caceres in gol,
Semplici rimonta negli ultimi 5 minuti

Spettacolo a Ferrara: la squadra ospite dal 2-0 viene ripresa dai gol di Paloschi e Antenucci



Un secondo tempo elettrizzante, un finale sconvolgente (per il Verona) e un punto a testa che lascia l'amaro in bocca sia a Semplici che a Pecchia. Il Verona vinceva 2-0 a pochi minuti dalla fine grazie alla mossa del suo tecnico in apertura di ripresa: un 4-2-3-1 che ha sorpreso nettamente la Spal. Per giunta un inutile fallo da rigore di Viviani, tra i migliori, su Cerci apriva agli ospiti la via del successo. Rigore trasformato impeccabilmente da Cerci. Per giunta un contropiede finalizzato in maniera ottimale da Verde con un assist all'arrembante Caceres dava agli ospiti il secondo vantaggio (24').

AL TAPPETO — Qui la Spal era oggettivamente al tappeto. Ebbene Semplici tenta il tutto per tutto inserendo la terza punta (Antenucci) e costringe il Verona ad abbassarsi. Tra un assalto e un palo (di Grassi), tra un gol annullato a Floccari per fallo sul portiere commesso da Paloschi e una parata decisiva di Nicolas, arrivano due sciocchezze consecutive dei difensori gialloblu. Prima è Ferrari a indugiare in contrasto con Paloschi fino a regalare palla all'avversario che a quel punto infila il portiere. Passano due minuti ed è Caracciolo a commettere un inutile fallo da rigore su Floccari. Il neo entrato Antenucci trasforma con freddezza.

EQUITA' — Tutto sommato il punto a testa appare equo poiché i padroni di casa (in completo anni 50 per festeggiare i 110 anni di vita del club) hanno prodotto più occasioni ma gli ospiti avevano la partita in banca sino alla storica zona Cesarini di antica memoria, quando cioè hanno subito la rimonta. Molto da fare per Rocchi e la Var gestita da Calvarese, con proteste equamente distribuite fra le due panchine. Fra i singoli in grande evidenza Grassi e Lazzari fra gli spallini e Caceres e Romulo tra i veronesi. Però gli acuti decisivi sono di Cerci e Verde da una parte e di Paloschi e Floccari dall'altra.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
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10/12/2017 18:23

Udinese-Benevento 2-0: decidono i gol di Barak e Lasagna

I campani, dopo il clamoroso pareggio col Milan, crollano contro i friulani alla loro terza vittoria di fila con Oddo in panchina


Una settimana di elogi, titoloni, speranze. Il pareggio col Milan aveva illuso innanzitutto il presidente del Benevento Vigorito, ma l'Udinese presa in mano da Massimo Oddo non sarà ancora bellissima, ma è incredibilmente concreta. I bianconeri sbrigano la pratica nel primo tempo con un gol in avvio di Barak, favorito da un errore di Del Pinto e risolvono quattro minuti prima dell'intervallo con un gran tiro di Kevin Lasagna abile a sfruttare la gran palla del solito sorprendente Barak, vero valore aggiunto dell'Udinese. Che si toglie dai guai per il momento, lasciando ovviamente ancor più nella depressione il Benevento che ha un solo punto in classifica dopo 16 giornate, ha la peggior difesa del torneo e pure il peggior attacco, solo otto reti segnate.


LA PARTITA — Eppure il Benevento, sistemato con un 4-3-3 che diventava 3-4-3 con Letizia libero di agire, era partito forte, affidando a D'Alessandro tutte le sgommate a destra, l'ex romanista e atalantino è stato quasi sempre imprendibile per gli esterni bianconeri, ma i suoi compagni non sono mai riusciti a finalizzare e sulla palla migliore avuta Puskas si è fatto ribattere il tiro ravvicinato da Bizzarri. L'Udinese ha decisamente cambiato atteggiamento, più solida, più attenta, con Maxi Lopez e Lasagna davanti che sembrano una coppia navigata. Non convince tanto l'esperimento di Fofana in mezzo nel centrocampo a cinque. Sbaglia troppi passaggi e troppi palloni e siccome la pazienza ha un limite dopo 55 minuti Oddo lo spedisce in panchina, cercando maggior ordine con Balic. I sanniti giocano bene, ma la qualità è quella che è. Manca un centravanti forte (Iemmello è infortunato, Coda non è entrato), e la qualità di Ciciretti sarebbe servita prima. In questo modo l'Udinese è riuscita a controllare quasi con serenità un match in cui il Benevento ha attaccato di più andando al tiro 15 volte, ma senza mai trovare fortuna o incappando in Bizzarri al quale è sfuggito soltanto un pallone su un tiro da fuori di Letizia, abile a proporsi in avanti agendo da quarto in difesa, ma molto spesso da ala pura perché è in fase di possesso che crea pericolo. L'Udinese ha capitalizzato tirando tre volte nel primo tempo nello specchio: risultato due gol è una traversa di Ali Adnan su punizione.

CHE NUMERI! — Oddo ha vinto tre partite di fila, compresa quella di coppa Italia col Perugia e non ha più il complesso della vittoria che lo aveva avvilito a Pescara in serie A. Ha dato sostanza e coraggio a una squadra che aveva un po' di paure, ha recuperato alcuni uomini che avevano perso spazi e fiducia e ora va a San Siro pronto a rendere dura la vita all'Inter. Il Benevento è atteso da un altro scontro, in casa con la Spal. Forse l'ultima occasione per poter svoltare.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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10/12/2017 23:42

Serie A, Sassuolo-Crotone 2-1. Esordio amaro per Zenga

Goldaniga e Politano lanciano Iachini, l'autogol di Acerbi risveglia i calabresi, che sfiorano il pari.
Cordaz para anche un rigore a Matri. Gli emiliani sorpassano proprio gli Squali



Svolta Sassuolo. In fondo ad un match vivace solo nella ripresa, Iachini vince l’atteso scontro salvezza con Zenga e conquista la prima vittoria in casa della stagione salendo a quota 14, a più 3 dalla zona retrocessione. La squadra neroverde risorge grazie ai gol di Goldaniga e Politano e costringe il Crotone al quarto k.o. di fila.

BERARDI DOVE SEI? — Partita ultratattica e fisica nel gelo di Reggio Emilia, tra due squadre ancora alla ricerca di una nuova identità dopo i rispettivi e recenti cambi di allenatori in panchina. Emozioni col contagocce, nei primi 45’. Il Sassuolo si fa vivo in avvio con un tiraccio sull’esterno della rete di Berardi, mentre il primo Crotone di Zenga, subentrato in settimana a Nicola, attacca sfruttando la catena di sinistra Martella-Stoian. La prima vera occasione si materializza per i calabresi al 25’, quando Martella pennella un bel cross in mezzo per Budimir che manca l’aggancio sul più bello. I padroni di casa, alla costante ricerca del Berardi perduto, rispondono con un siluro dai 25 metri di Missiroli che si perde sul fondo a pochi centimetri dal palo alla sinistra di Cordaz e con un tiro telefonato dell’ex di giornata Falcinelli che si spegne tra le braccia di Cordaz.

IL VERO POLITANO — Alla ripresa del gioco il portiere del Crotone deve respingere con i piedi una bordata di Missiroli leggermente deviata: è il preludio al gol. Che arriva puntuale al 4’ con la testa vincente di Goldaniga, attaccante aggiunto in area, su assist di Politano. L’esterno del Sassuolo guida la riscossa neroverde e al 16’ s’inventa il gol del 2-0 con uno splendido destro a giro su cui Cordaz non può arrivare. Tracce di vero Politano e tracce di vero Sassuolo per un riscatto a lungo rinviato. Zenga, che dopo l’1-0 aveva cercato di rivitalizzare la sua squadra con gli innesti di Aristoteles e Trotta e schierando un tridente vero, trova il gol della speranza al 21’ con l’autorete di Acerbi che insacca nella propria porta nel tentativo di anticipare Budimir su un cross di Mandragora. E 2’ dopo per poco Budimir non impacchetta il 2-2: il suo tiro dal margine destro dell’area piccola va a sbattere sul corpo di Lirola che s’immola salvando i suoi. E’ l’ultimo sussulto dei calabresi, poi i padroni di casa riprendono in mano il comando del match permettendosi pure di fallire un calcio di rigore con lo sciagurato Matri al 44’.

Alessio d'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
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10/12/2017 23:45

Milan-Bologna 2-1: doppietta di Bonaventura e gol di Verdi

La doppietta del centrocampista regala il primo successo a Gattuso sulla panchina rossonera.
Per un buon Bologna inutile il gol di Verdi



Chissà come sarebbero stati quei due lì, a giocare insieme a San Siro: Gattuso che ringhia e strappa palloni sporchi in mezzo al campo, Jack che li pulisce fino a farli luccicare e li spedisce in porta. A Rino, però, basta e avanza guardarlo giocare dalla panchina, Jack Bonaventura: la sua doppietta ammazza-Bologna regala a Ringhio il primo successo da allenatore dei rossoneri e fa respirare il Diavolo. Il 2-1 agli emiliani riporta il Milan al successo dopo tre gare senza, e per le gare interne la statistica si allunga: i rossoneri non vincevano in casa da 81 giorni e quel 2-0 alla Spal che sembrava preistoria. Jack trascina Gattuso e Gattuso trascina Jack: siamo a tre reti e un assist in due partite.

IN VERTICALE — La curva canta ininterrottamente dal primo minuto, come chiesto da Ringhio. Lui invece le canta ai suoi, bombardandoli di indicazioni dalla “gabbia” dell’area tecnica: se potesse, entrerebbe in campo a dare una mano. Il suo Milan ci mette grinta, cuore e gambe: la palla corre più veloce e le giocate sono più semplici rispetto alla fase montelliana, Bonucci e compagni tentano spesso il lancio in verticale per la torre Kalinic ad aprire spazi davanti a Mirante. E i gol del Diavolo nascono così: al 10’ Abate cerca la profondità, il croato vince il duello con Helander e appoggia di testa per Bonaventura, che batte Mirante con la complicità di Gonzalez. Stesso copione per il gol partita, al 76’: Borini crossa dalla trequarti e pesca Jack che di testa infila la doppietta.

LA COSTANTE — Come succede da agosto, però, il Diavolo non sfrutta fino in fondo il momento buono e rimette in partita l’avversario: il Bologna, schierato da Donadoni con un 4-3-3 che passa a 4-5-1 in fase di non possesso, fa pochino per rendersi pericoloso, ma ai rossoblù basta spostare Verdi dalle parti di Abate e Musacchio per creare problemi ai rossoneri. Il pareggio emiliano al 23’ nasce da un’azione tutta costruita dagli ex milanisti: Destro – non esattamente un funambolo – salta Musacchio e scarica al centro per Verdi, che aggiunge il sinistro di stasera alla sua collezione di gol da copertina. E la costante rossonera si ripresenta puntuale anche dopo aver segnato il 2-1: Donnarumma e la traversa dicono di no a Taider e Masina mentre i 39500 di San Siro esultano ancora per la doppietta di Bonaventura.

IL PROBLEMA — Risultato a parte, è un Milan che dà segnali di ripresa. Tra i due gol di Jack un ottimo Torosidis salva due volte sui cross di Kessie e Rodriguez e Bonucci sfiora il colpaccio di testa su angolo di Suso. Lì davanti, però, siamo alle solite: Kalinic e il tiro in porta sono come le rette parallele, non si incontreranno mai, e i fischi che lo accompagnano al momento del cambio con Silva glielo ricordano. Gattuso le prova tutte: passa al 4-4-2 inserendo Cutrone per Abate (con Borini che scala da esterno d’attacco a terzino) e concede una ventina di minuti al portoghese. Ma il risultato non cambia: i rossoneri arrivano in area ma mancano i colpi degli attaccanti. Ringhio li manderà a ripassare da Bonaventura?

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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11/12/2017 23:49

Lazio-Torino 1-3: Berenguer, Rincon, Luis Alberto e Edera.
Espulso Immobile

Var decisiva a fine primo tempo: la Lazio reclama un rigore ma arriva
l'espulsione del centravanti per un abbozzo di testata a Burdisso.
Poi i granata dilagano e vincono con merito



Dopo quattro pareggi di fila il Torino riconquista la vittoria con un 3-1 all'Olimpico ai danni della Lazio . In una partita che esplode di veleni a fine primo tempo quando la Lazio reclama un rigore per un mani di Iago Falque e Immobile viene espulso per una testata su Burdisso. Le decisioni dell’arbitro Giacomelli smontano gli equilibri della gara che nella ripresa il Torino fa sua con lucidità dinanzi a una Lazio che non riesce più a riagganciare il risultato. Per i biancocelesti una sconfitta amara nel giorno in cui puntavano a riagganciare il quarto posto.

VAR AL VELENO — Inzaghi conferma la stessa formazione per l’ottava giornata di fila. In panchina si rivede Felipe Anderson, rientrato giovedì in Europa League dopo quattro mesi di stop. Mihajlovic apporta una novità per reparto: in difesa, spazio a Molinaro; a metà campo c’è Valdifiori; in avanti Berenguer. Infortunati Niang e Ansaldi. Ma la sorpresa riguarda Ljajic, che sembrava destinato alla panchina per scelta tecnica: Mihajlovic invece alla fine lo manda in tribuna e nel Torino esplode un caso ancor prima del via della gara. Al 5’ granata pericolosi con Belotti che colpisce il palo. All’8’ risponde la Lazio con una botta di Immobile deviata in angolo da N’Koulou. La squadra di Inzaghi prova a farsi largo in velocità sulla fascia destra con Luis Alberto e Marusic. Al 19’ bordata di Rincon che sorvola la porta della Lazio. Al 21’ fiondata di Marusic deviata in angolo da Sirigu. Ma la vera occasione arriva per il Torino: al 24’, bel lancio di Iago Falque per Molinaro che conclude con un sinistro di poco a lato. La Lazio manovra, ma è la formazione di Mihajlovic a puntare con più frequenza la porta: al 31’, stacco aereo di Belotti fuori bersaglio. Colpo di classe di Luis Alberto: al 42’ punizione che viene ribattuta in volo da Sirigu. Finale di tempo incandescente. Su tocco di Immobile c’è un mani di Iago Falque in area, l’azione prosegue e lo stesso centravanti della Lazio va a colpire un il palo. Subito dopo faccia a faccia di Immobile con Burdisso: testata del laziale al genoano. L’arbitro Giacomelli decide di ricorrere alla Var. Giacomelli rivede i due episodi a bordo campo, ma interviene solo per espellere Immobile, graziando Burdisso che aveva provocato l’attaccante e non sanzionando il mani di Iago Falque. Clima di grande tensione in campo nei due minuti d recupero. A fine primo tempo, è Inzaghi a frenare la rabbia dei suoi giocatori.

TRIS GRANATA — Nella ripresa, la Lazio parte con Milinkovic in posizione più avanzata mentre Luis Alberto agisce da terminale del gioco. Tentativo a rete di Rincon, ma sono i biancocelesti forzare il ritmo. Ci prova Leiva: Molinaro ribatte in angolo. Al 9’ passa il Torino: sgroppata di Berenguer sulla sinistra, rimpallo con Bastos e tocco angolato dello spagnolo che fulmina Strakosha. Inzaghi fa subito due sostituzioni: dentro Basta e Felipe Anderson, fuori Bastos e Marusic. Subito dopo il terzo cambio per la Lazio: Caicedo rileva Leiva. Inzaghi ordina l’assalto. La sua squadra ci crede anche se con tanta tensione e tantissima frenesia. Così al 19’ il Torino sfrutta il varco per il raddoppio: una parabola di Rincon dalla distanza timbra il 2-0. La Lazio non molla: al 24’ spettacolare incursione di Luis Alberto che batte Sirigu. Nel Torino esce Iago Falque ed entra Edera che al 28’ va a segnare il terzo gol dei granata con una parabola dalla distanza. Anche per lui come per Berenguer, prima rete in Serie A. E la partita dell’Olimpico non ha più storia.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
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13/12/2017 00:17

Serie A, Genoa-Atalanta 1-2: Ilicic e Masiello ribaltano Bertolacci

Prima vittoria esterna in campionato per la squadra di Gasperini, che riavvicina la zona Europa.
Per Ballardini è il primo k.o. da quando è tornato sulla panchina rossoblù



Il Ferraris resta terra di conquista, l'Atalanta ottiene il suo primo successo esterno stagionale in campionato con i gol di Ilicic e Masiello, il Genoa, invece, incassa l’ottava partita senza successi in casa e il primo stop dell’era Ballardini.

PRIMO TEMPO — I bergamaschi non hanno l’approccio giusto alla sfida, il Genoa sì. I rossoblù sono aggressivi e determinati e in 4 minuti raggiungono il vantaggio: Taarabt rima triangola con Pandev, poi serve Bertolacci al limite dell’area, sinistro secco e uno a zero. La sfida, stappata velocemente, diventa vibrante: Freuler, al 15’ si vede ribattere dalla traversa un sinistro potente su respinta corta della difesa, Laxalt sfiora il raddoppio al 18’, Toloi, di testa al 26’, impegna severamente Perin su punizione di Gomez. Il pareggio arriva al 44’ sugli sviluppi di un’azione apparentemente innocua: lancio dalle retrovie, Zukanovic e Petagna si scontrano, il difensore resta a terra e il centravanti serve al centro Ilicic: destro micidiale ed è 1 a 1. Per la Var è tutto regolare.

SECONDO TEMPO — L’intervallo non porta cambiamenti e non cancella le emozioni. Bertolacci, al 4’ innesca splendidamente Pandev. Il centravanti conclude due volte, ma Berisha respinge sempre. Tre minuti e l’Atalanta è in vantaggio: punizione di Ilicic da sinistra, la palla attraversa lo specchio della porta e trova sul secondo palo Masiello, dimenticato da Rigoni. Il tocco di testa in rete e semplicissimo. Ballardini inserisce Lapadula, Omeonga e Ricci, ma il tutto inutile ed è Perin a compiere l’intervento più difficile ribattendo un colpo di testa ravvicinato di Palomino.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
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13/12/2017 00:18

SERIE A 2017/2018 16ª Giornata (16ª di Andata)

09/12/2017
Cagliari - Sampdoria 2-2
Juventus - Inter 0-0
10/12/2017
Chievo - Roma 0-0
Napoli - Fiorentina 0-0
Spal - Hellas Verona 2-2
Udinese - Benevento 2-0
Sassuolo - Crotone 2-1
Milan - Bologna 2-1
11/12/2017
Lazio - Torino 1-3
12/12/2017
Genoa - Atalanta 1-2

Classifica
1) Inter punti 40;
2) Napoli punti 39;
3) Juventus punti 38;
4) Roma(*) punti 35;
5) Lazio(*) punti 32;
6) Sampdoria(*) punti 27;
7) Milan punti 24;
8) Atalanta e Torino punti 23;
10) Fiorentina punti 22;
11) Bologna e Chievo punti 21;
13) Udinese(*) punti 18;
14) Cagliari punti 17;
15) Sassuolo punti 14;
16) Genoa punti 13;
17) Crotone punti 12;
18) Spal punti 11;
19) Hellas Verona punti 10;
20) Benevento punti 1.

(*) Sampdoria, Roma, Lazio e Udinese una partita in meno.
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16/12/2017 23:29

Inter-Udinese 1-3, Lasagna, De Paul e Barak fermano Spalletti

Primo k.o. per i nerazzurri: non basta il temporaneo pareggio di Icardi.
Terza vittoria di fila per Oddo


Dopo 23 risultati utili consecutivi, tra amichevoli e gare ufficiali, l'Inter di Luciano Spalletti incontra la prima sconfitta in campionato. Gliela presenta Massimo Oddo con la sua Udinese. Al Meazza finisce 3-1 per i friulani, in vantaggio con Lasagna, ripresi subito da Icardi, e poi scattati con il rigore di De Paul e il centro di Barak. Al triplice fischio i tifosi applaudono comunque. In tribuna, prima volta stagionale, c'era il presidente Erick Thohir: nessuna dietrologia, una constatazione. Amichevole.

LE FORMAZIONI — Per restare in vetta un'altra giornata senza dover attendere il Napoli l'Inter prova a dimenticarsi della prova negativa offerta contro il Pordenone in Coppa Italia e affronta un'altra friulana, l'Udinese di Massimo Oddo. La nuova versione dei bianconeri è materia da verificare con attenzione: due vittorie consecutive in campionato e zero gol subiti. Per questo Luciano Spalletti alza l'attenzione degli oltre 52 mila del Meazza che cantano "Inter Bells" e degli undici in campo. Brozovic trequartista e Santon terzino sinistro si guadagnano le conferme, Maxi Lopez invece va in panchina.

PRIMO TEMPO INTER — Al fischio d'inizio il Natale passa sullo sfondo. Quattro minuti e il cross di Brozovic trova la testa di Vecino che a sua volta incontra solo la rete esterna. L'avvio pende a sinistra, al 7' è Perisic a crossare per Candreva che taglia sul primo palo e con la testa non impensierisce Bizzarri. Un minuto e Icardi si veste da assistman: difende palla sul lato corto dell'area e pesca Perisic che al volo, disturbato, gira largo. I nerazzurri, senza forzare il ritmo, tengono in mano la partita con il canonico 4-2-3-1 mentre l'Udinese risponde con un 5-3-2 da albero natalizio con le folte radici. Ma un'ingenuità di Santon regala il vantaggio all'Udinese. Il terzino perde palla in uscita, Widmer la recupera e la mette in mezzo per Lasagna che, dimenticato dai difensori nerazzurri appoggia comodamente in rete. Ma lo svantaggio, sotto gli occhi presidenziali di Erick Thohir, dura pochissimo. Prima azione nerazzurra, cross di Candreva per Icardi che sul primo palo gira subito in rete. E' 1-1, è come se si ripartisse dopo 15'. Al 19' Santon prova a farsi perdonare, ma il destro è centrale e comodo per Bizzarri. Meglio, decisamente, il destro il Candreva che al 21' tenta la giocata dell'anno con una conclusione al volo dal limite dell'area defilato sulla destra: palla alta di pochissimo. Al 28' arriva il primo giallo, è per Adnan che ferma la ripartenza di Candreva. L'iracheno pochi minuti dopo rischia il secondo giallo per un fallo di mano volontario: Mariani decide di sorvolare. La magia di Borja Valero al 33' fa spellare le mani al pubblico: tunnel a Fofana e destro centrale. Tempo di proiezioni fantastiche: prima Candreva direttamente da calcio d'angolo e poi Brozovic, stessa fonte, provano al volo dal limite. I tiri finiscono fuori di poco con coefficiente di difficoltà elevatissimo. Gioca solo l'Inter e al 40' il sinistro di Perisic costringe Bizzarri a una respinta imbastita all'improvviso. I friulani restano in partita per le poche leggerezze interiste che consentono loro di affacciarsi ogni tanto dal davanzale del Meazza.

RIPRESA FRIULANA — Si riprende con un brivido gigantesco per il popolo nerazzurro. Lasagna si ritrova in area piccola un pallone-gol dopo 29 secondi e Handanovic compie una parata che vale come un gol. Avvio fin troppo morbido per la banda di Spalletti. Il qual dopo 9' cambia qualcosa: dentro Gagliardini per Brozovic con Borja Valero che diventa il trequartista. Al 12' interviene la Var. Il cross di Widmer sbatte sul braccio sinistro di Santon. L'arbitro Mariani però deve prima verificare che la palla non sia uscita e insieme con i colleghi impiega più di 2 minuti. Alla fine è rigore che batte De Paul al 16' trasformando il 2-1 per i friulani. Una sveglia potente, spera Spalletti, per la sua squadra rientrata intorpidita. L'Inter barcolla, sembra capirci poco e dopo 22' della ripresa non ci sono segnali di quella continuità vista nella prima frazione. La traversa di Skriniar del 23' è un lampo. Quello che Spalletti si aspetterebbe di vedere con maggior frequenza dai suoi, ecco perché inserisce Karamoh al 24' per Santon. I nerazzurri passano a tre dietro e davanti a una specie di 2-1 con l'ala e Borja Valero alle spalle di Icardi. Sale la pressione interista, al 27' colpo di testa di Gagliardini da corner di Candreva, Bizzarri ancora in corner. Pochi secondi e Vecino si prende il giallo che gli farà saltare la prossima per squalifica contro il Sassuolo. Al 32' l'Udinese allunga: discesa sulla sinistra di Jankto, cross per Barak che sigla il 3-1. Vecino esce ed entra Eder, ma ciò che è mancata è stata la stessa volontà del primo tempo. Barak, in fiducia, ci prova anche dalla distanza ma il sinistro è bloccato da Handanovic. Il finale vede i nerazzurri con cinque giocatori offensivi in campo. Ma il numero non fa il contenuto. Oddo si prende la terza vittoria consecutiva in campionato - più quella di Coppa Italia contro il Perugia -, l'Inter si prende i primi schiaffi dell'anno. Il Napoli, in campo tra un'ora a nella Torino granata, può tornare primo. E la Juve, domani a Bologna, cacciare i nerazzurri al terzo posto.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
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16/12/2017 23:33

Torino-Napoli 1-3: Sarri al 1° posto, gol di Koulibaly, Zielinski, Hamsik e Belotti

Gli azzurri approfittano del k.o. dell'Inter e la sorpassano:
pratica risolta dopo mezzora, Mihajlovic chiude in 10 contro 11 perché Ljajic entra e si fa male.
Insigne dentro nella ripresa



Rieccolo il Napoli. Dopo due settimane, si riprende il primato stravincendo contro il Torino (leggi qui la classifica). Rieccola la squadra spettacolare, che impartisce lezioni di gioco ed entusiasma per la qualità della sua manovra. Tutto come prima, dunque, nessuna sorpresa, nemmeno quella di rivedere i campo Lorenzo Insigne dal primo minuto, così come s'era paventato alla vigilia. Niente di tutto questo, Sarri ha schierato la solita formazione con la sola eccezione di Zielinski in luogo dell'attaccante della Nazionale, destinato alla panchina dopo il principio di pubalgia diagnosticato qualche settimana fa: entrerà a metà ripresa. Di contro, Mihajlovic tiene fuori Liajic, una decisione che non sorprende: con la stessa formazione, il Toro aveva battuto la Lazio nel posticipo di lunedì sera. A nulla è servito, perché il Napoli ha trovato quelle reti alternative così come aveva auspicato l'allenatore, in attesa che gli attaccanti si sblocchino. Koulibaly, Zielinski e Hamsik hanno costretto il Toro alla resa già nei primi quarantacinque minuti. In pratica, non c'è stata partita, l'accorgimento tattico di Mihajlovic con la marcatura a uomo sui centrocampisti napoletani non è stato sufficiente per contrastare l'egemonia dell'avversario.

APRE KOULIBALY — Pronti via ed il Napoli è già in vantaggio su azione di calcio d'angolo. La battuta di Callejon trova la spizzata di Allan sulla quale irrompe Koulibaly che di testa realizza (4'). La mazzata disorienta il Toro che fa fatica a uscire dalla propria meta campo, Jorginho è padrone della mediana, mentre Allan va in contrasto evitando qualsiasi ripartenza avversaria. Ed è proprio il metodista della Nazionale che s'inventa la verticalizzazione sulla quale s'inserisce Zileinski per il raddoppio (25'). Non basta l'impegno ai granata: il Napoli è nettamente superiore, soprattutto nella qualità del palleggio. Così, alla mezz'ora, arriva il terzo gol ad opera di Marek Hamsik che ritorna a segnare dopo 10 partite. Il primo tiro verso Reina lo scaglia l'inerme Belotti al 40', ma la palla va fuori.

DENTRO LJAJIC — Ad inizio ripresa, Mihajlovic inserisce Ljajic per dare un tantino di fantasia al gioco offensivo, mentre il Napoli continua a macinare gioco e creare occasioni senza concretizzarle. Il Toro accorcia le distanze al 18', l'azione parte proprio da Ljajic che apre per Belotti: il diagonale dell'attaccante, che non segnava dal 20 settembre, non lascia scampo a Reina. Intanto, Sarri inserisce Insigne, mentre Ljajic è costretto ad uscire per un problema muscolare lasciando il Toro in dieci. Il finale è un monologo napoletano.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
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