Admin e Mods

:: Benvenuti :: Welcome :: Da Ottobre 2003 :: Maggio 2009 :: Il B-side forum è vietato ai minori ::

Maggio 2009

Pandado

Simpatia Osè

Robyk

ibrahimovich87

mvalda

gianlucala

fux

teresio

Realizzato per amore del B-side e della bellezza femminile.

Da 4 anni solo il meglio per voi

Gemellaggi

Celebrity in Pantyhose :: FORUMANDO :: Vip Bellissime :: ipergnocche :: Vere Esibizioni

Risoluzione consigliata 1024x768

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
SERIE A 2020/2021 2ª Giornata (2ª di Andata)

26/09/2020
Torino - Atalanta 2-4
Cagliari - Lazio 0-2
Sampdoria - Benevento 2-3
Inter - Fiorentina 4-3
27/09/2020
Spezia - Sassuolo 1-4
Verona - Udinese 1-0
Crotone - Milan 0-2
Napoli - Genoa 6-0
Roma - Juventus 2-2
28/09/2020
Bologna - Parma 4-1

Classifica
1) Napoli, Milan e Verona punti 6;
4) Juventus e Sassuolo punti 4;
6) Atalanta(*), Lazio(*), Inter(*), Benevento(*), Bologna, Fiorentina, e Genoa 3 punti;
13) Cagliari e Roma punti 1;
15) Udinese(*), Spezia(*), Torino, Sampdoria, Crotone e Parma punti 0.

(gazzetta.it)

Benevento - Inter, Udinese - Spezia e Lazio - Atalanta sono state posticipate al 30 settembre d'ufficio per consentire un adeguato
inizio della preparazione della nuova stagioone a causa del protarsi degli impegni agonistici della precedente.
(*) Atalanta, Benevento, Inter, Lazio, Spezia e Udinese una partita in meno.
29/09/2020 23:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Inter show a Benevento:
vince 5-2 con doppietta di
Lukaku e il primo gol di Hakimi



Partita ricca di reti: gran debutto dal 1' del marocchino che segna e fa assist.
Di Gagliardini e Lautaro gli altri centri nerazzurri.
Vidal si fa male all'esordio da titolare, ma Conte è a punteggio pieno.
Per i campani a segno due volte Caprari


Filippo Conticello

Conte ha prima salutato Pippo e poi gli ha scatenato contro le sue mille bocche di fuoco: bell'amico. E povero Inzaghi che poco ha potuto col suo volenteroso Benevento: il 2-5 finale non deve certo abbatterlo perchè arriveranno partite più morbide. Ma è la fotografia nuda e cruda di quello che può essere questa Inter in costruzione: basta che sia razionale come in questo recupero della prima giornata in terra sannita. Qui, per evitare l'impazzimento un'altra volta, Conte ha scatenato i nuovi, Hakimi-Vidal, e ha trovato tutt'altra squadra: più lucida ed energica. Il marocchino ha bullizzato almeno tre terzini che Inzaghi gli ha messo sulla strada, mentre Arturo è stato il solito acceleratore di potenza. Per il resto, Sensi ha ben altro dinamismo rispetto a Eriksen e Skriniar, recuperato alla causa dopo le sirene del mercato, aggiunge solidità alla difesa. Lo svolgimento è stato una logica conseguenza di queste premesse.

LA PARTITA — Già dopo 29" si sprigiona tutta la potenza della fuoriserie di Conte: Kolarov arma il sinistro per un lancio panoramico e poi Hakimi, dopo l'uno due con Sanchez, può fare quello che gli riesce meglio nella vita, infilarsi alle spalle del terzino avversario. Dopo il viola Biraghi, stavolta è toccato al povero Barba. Lukaku è il bomber destinato a raccogliere la manna dal cielo: lo ha fatto con la Fiorentina, si è ripetuto alla stessa identica maniera col Benevento. La sensazione è che non sarà l'ultima volta. La doccia gelata non impedisce al Benevento di essere se stesso, ovvero una squadra manovriera e coraggiosa in cui gli esterni devono spingere nel 4-3-2-1, ma questo spalanca le porte all'Inter quando ha campo davanti.

DILAGARE — Il raddoppio sgorga sempre dalla stessa fascia, con un cross del marocchino, ammorbidito dolcemente da Young: il gol lo fa con un bel sinistro Gagliardini, ma è il gioco sulle corsie a rubare l'occhio. Dopo l'esperimento di Perisic a San Siro, le fasce nerazzurre sembrano tornate ai legittimi proprietari. Poi Gaglia, particolarmente in palla, offre l'assist per il 3-0 facilissimo di Lukaku. Insomma, un festival che i 1000 del Vigorito sono costretti ad applaudire. L'ortodossia contiana presuppone, però, che la palla si giochi sempre dal basso: a volte la sfera scotta troppo sui piedi di Handanovic che, così, fornisce sotto forma di pacco regalo l'occasione trasformata da Caprari nell'1-3. In questo caso, niente di particolarmente grave per Conte, ma verranno partite in cui sarà meglio non fare questi doni agli avversari. E a proposito di offerte, dopo i tanti passaggi elargiti ai compagni, è il formidabile Hakimi a ricevere un omaggio: glielo fa il povero Letizia che cicca nell'aria piccola, e Achraf segna comodamente il quarto gol, ciliegina di un primo tempo super.

SECONDO TEMPO — Al di là del punteggio, il Benevento ha piena cittadinanza in questa categoria e lo dimostra regalando un secondo tempo coraggioso: il palo timbrato da Moncini, dopo bello scambio, e l'occasione di Letizia sono un esempio delle buone armi in possesso di Inzaghi: contro avversari più morbidi dell'Inter potrà sfruttarle, intanto può consolarsi con il meritato bis segnato da Caprari. Conte, invece, nella ripresa perde presto una delle sue frecce: Vidal lascia per un dolore alla coscia e verrà valutato nelle prossime ore. Gli ingressi successivi di Brozovic, Perisic e di Lautaro per Lukaku (l'argentino fa in tempo pure a segnare il quinto gol della serata) sono da leggersi in ottica Lazio. Domenica l'Inter vuole confermarsi lassù e il primo scontro diretto arriva al momento giusto. Benevento, però, regala un'altra bella notizia: il fatto che in un impianto così raccolto ci siano mille persone, ben distribuite sulle due tribune, fa sembrare la partita più vicina alla normalità. Il vociare del pubblico si sente finalmente distinto, il tifo e i fischi percepiti dai giocatori sono piccolo pezzi di vita riconquistata.

30/09/2020 23:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Inter show a Benevento:
vince 5-2 con doppietta di
Lukaku e il primo gol di Hakimi



Partita ricca di reti: gran debutto dal 1' del marocchino che segna e fa assist.
Di Gagliardini e Lautaro gli altri centri nerazzurri.
Vidal si fa male all'esordio da titolare, ma Conte è a punteggio pieno.
Per i campani a segno due volte Caprari


Filippo Conticello

Conte ha prima salutato Pippo e poi gli ha scatenato contro le sue mille bocche di fuoco: bell'amico. E povero Inzaghi che poco ha potuto col suo volenteroso Benevento: il 2-5 finale non deve certo abbatterlo perchè arriveranno partite più morbide. Ma è la fotografia nuda e cruda di quello che può essere questa Inter in costruzione: basta che sia razionale come in questo recupero della prima giornata in terra sannita. Qui, per evitare l'impazzimento un'altra volta, Conte ha scatenato i nuovi, Hakimi-Vidal, e ha trovato tutt'altra squadra: più lucida ed energica. Il marocchino ha bullizzato almeno tre terzini che Inzaghi gli ha messo sulla strada, mentre Arturo è stato il solito acceleratore di potenza. Per il resto, Sensi ha ben altro dinamismo rispetto a Eriksen e Skriniar, recuperato alla causa dopo le sirene del mercato, aggiunge solidità alla difesa. Lo svolgimento è stato una logica conseguenza di queste premesse.

LA PARTITA — Già dopo 29" si sprigiona tutta la potenza della fuoriserie di Conte: Kolarov arma il sinistro per un lancio panoramico e poi Hakimi, dopo l'uno due con Sanchez, può fare quello che gli riesce meglio nella vita, infilarsi alle spalle del terzino avversario. Dopo il viola Biraghi, stavolta è toccato al povero Barba. Lukaku è il bomber destinato a raccogliere la manna dal cielo: lo ha fatto con la Fiorentina, si è ripetuto alla stessa identica maniera col Benevento. La sensazione è che non sarà l'ultima volta. La doccia gelata non impedisce al Benevento di essere se stesso, ovvero una squadra manovriera e coraggiosa in cui gli esterni devono spingere nel 4-3-2-1, ma questo spalanca le porte all'Inter quando ha campo davanti.

DILAGARE — Il raddoppio sgorga sempre dalla stessa fascia, con un cross del marocchino, ammorbidito dolcemente da Young: il gol lo fa con un bel sinistro Gagliardini, ma è il gioco sulle corsie a rubare l'occhio. Dopo l'esperimento di Perisic a San Siro, le fasce nerazzurre sembrano tornate ai legittimi proprietari. Poi Gaglia, particolarmente in palla, offre l'assist per il 3-0 facilissimo di Lukaku. Insomma, un festival che i 1000 del Vigorito sono costretti ad applaudire. L'ortodossia contiana presuppone, però, che la palla si giochi sempre dal basso: a volte la sfera scotta troppo sui piedi di Handanovic che, così, fornisce sotto forma di pacco regalo l'occasione trasformata da Caprari nell'1-3. In questo caso, niente di particolarmente grave per Conte, ma verranno partite in cui sarà meglio non fare questi doni agli avversari. E a proposito di offerte, dopo i tanti passaggi elargiti ai compagni, è il formidabile Hakimi a ricevere un omaggio: glielo fa il povero Letizia che cicca nell'aria piccola, e Achraf segna comodamente il quarto gol, ciliegina di un primo tempo super.

SECONDO TEMPO — Al di là del punteggio, il Benevento ha piena cittadinanza in questa categoria e lo dimostra regalando un secondo tempo coraggioso: il palo timbrato da Moncini, dopo bello scambio, e l'occasione di Letizia sono un esempio delle buone armi in possesso di Inzaghi: contro avversari più morbidi dell'Inter potrà sfruttarle, intanto può consolarsi con il meritato bis segnato da Caprari. Conte, invece, nella ripresa perde presto una delle sue frecce: Vidal lascia per un dolore alla coscia e verrà valutato nelle prossime ore. Gli ingressi successivi di Brozovic, Perisic e di Lautaro per Lukaku (l'argentino fa in tempo pure a segnare il quinto gol della serata) sono da leggersi in ottica Lazio. Domenica l'Inter vuole confermarsi lassù e il primo scontro diretto arriva al momento giusto. Benevento, però, regala un'altra bella notizia: il fatto che in un impianto così raccolto ci siano mille persone, ben distribuite sulle due tribune, fa sembrare la partita più vicina alla normalità. Il vociare del pubblico si sente finalmente distinto, il tifo e i fischi percepiti dai giocatori sono piccolo pezzi di vita riconquistata.

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/09/2020 23:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Galabinov eroe dello Spezia: la prima vittoria è a Udine

Successo meritato per i liguri, grazie alla doppietta del bulgaro.
Preoccupano i friulani, a cui non basta l’espulsione di Terzi nella ripresa


Francesco Velluzzi


Scrive la storia lo Spezia di Vincenzo Italiano, è buio pesto per l’Udinese sconfitta (0-2) dai liguri che colgono la prima fondamentale vittoria in serie A. Aveva parlato di un bambino di 15 giorni Italiano dopo la scoppola interna di domenica col Sassuolo, ma stavolta la sua squadra ha mostrato la maturità di chi la A può giocarsela eccome. L’impresa dello Spezia, che resiste anche in 10 dopo l’espulsione del capitano Terzi, ha due eroi: il centravanti Galabinov, 31 anni, bulgaro, un esempio di come si interpreta il mestiere. Freddo, preciso, mestierante e abile il portiere brasiliano Rafael, 38 anni, scaricato dal Cagliari a fine stagione, ma desideroso di mettersi ancora i guanti. Li indossa al 20’ della ripresa quando il nuovo titolare Zoet (preferito da Italiano al friulano Scuffet, artefice della promozione) si fa male e deve uscire in barella. Non solo para tutto, ma fornisce anche l’assist del secondo gol al bulgaro. L’Udinese deve recriminare tanto perché non bastano le pesantissime assenze a creare un alibi di ferro per la squadra di Gotti. Tutto ruota attorno a De Paul che non può bastare, soprattutto se deve inventarsi regista. Un’altra serata storta dopo quella di Bergamo, ancora un litigio col gol. C’è il pubblico sulla tribuna centrale (mille persone), l’unica aperta. I più fortunati nel cuore della tribuna, ricevono un pacco dono che sembra natalizio con la cena completa: dalle orecchiette alla delizia al limone. E pure la mascherina nera del club. Ma il cibo rischia di andare di traverso perché la squadra di casa proprio non ne azzecca una.

PRIMO TEMPO — Gotti decide di dar fiducia al 2002 Martin Palumbo, il suo pupillo come il già testato (a Verona) Mamadou Coulibaly. Sono loro a giostrare da mezze ali accanto a De Paul che deve agire da faro del centrocampo. A Gotti mancano tutti e quattro i centrali: Mandragora, Walace, Jajalo e pure Arslan. Oltre a Nuytinck e Stryger Larsen. E in più i nuovi innesti Pereyra e Bonifazi non sono ancora pronti. Insomma, il quadro non è confortante. Italiano ne cambia sei rispetto al debutto interno col Sassuolo. Recupera il vecchio volpone capitan Terzi e Maggiore. Ridà fiducia a Gyasi come esterno d’attacco e tiene in panchina Farias per l’eventuale svolta. In cabina di regia c’è Matteo Ricci che innanzitutto deve schermare l’estro di De Paul, ma se ne infischia e dopo 1’26” va in gol con un gran tiro da fuori area che colpisce prima il palo. Ma l’arbitro Prontera è chiamato dal Var (Pairetto) che gli segnala la posizione irregolare di Verde e l’Udinese respira. Zero emozioni fino al 24’ quando Okaka, servito in area da Samir, spara alto. Dopo 4’ il gol (ma stavolta si vede subito) viene annullato a Lasagna per fuorigioco. E’ buonissimo, invece, quello che regala il clamoroso, neppure tanto, vantaggio allo Spezia. Gyasi (29’) si fa beffe di Becao mette un cross sul quale Galabinov (gran primo tempo) è solissimo e di testa batte Musso. La reazione dell’Udinese non c’è, c’è soltanto Rodrigo De Paul che si danna l’anima e cerca di risolvere da solo, quando imbecca bene Lasagna (che aveva fatto ammonire Terzi) a 2’ dalla fine, l’attaccante di San Benedetto Po trova il gran recupero di Chabot. E lo Spezia va negli spogliatoi felice. Meritatamente perché ha giocato più e meglio dell’Udinese.

SECONDO TEMPO — L’Udinese torna in campo decisa a far la partita e a recuperare lo svantaggio, ma la ragnatela dello Spezia è difficile da aggirare. Italiano inserisce Bartolomei per Deiola, Gotti prova Forestieri per Palumbo dopo 56’. Ma i problemi dei liguri cominciano poco dopo perché al 16’ il portiere Zoet si fa male su un rinvio e deve uscire in barella. A 38 anni torna in campo Rafael, dopo l’esperienza di Cagliari. Gotti butta dentro Nestorovski per Okaka e Ouwejan per Zeegelaar. Gli effetti sono immediati perché il macedone imbecca Lasagna che a tu per tu con Rafael si fa murare. Lo Spezia perde Terzi per doppia ammonizione (su Forestieri) e finisce in 10. E’ assalto Udinese con Italiano che immette forze fresche Farias, Erlic e l’ex Pordenone Pobega. Gotti tenta il tutto per tutto: Matos al posto di Samir e imposta un 4-2-4. Ma anche questa mossa procede poco se non una tra botta di Ouwejan (bravo) che Rafael riesce a respingere alla grande. Non sbaglia niente Rafael. Resiste bene in 10 il fortino dello Spezia. E il portiere brasiliano si trasforma anche un bravo assist man perché su un’uscita trova col rinvio un pallone perfetto per Galabinov tutto solo che, al contrario degli attaccanti bianconeri, non fallisce e chiude la partita.

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/09/2020 23:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Atalanta, è il solito spettacolo:
poker da applausi anche a casa della Lazio



I nerazzurri chiudono il primo tempo già in vantaggio di tre gol (Gosens, Hateboer e Gomez).
Nella ripresa gol illusorio di Caicedo, ma il Papu chiude il match con un gioiello all'incrocio


Nicola Berardino

Non ha scampo una Lazio incerta contro un’Atalanta spietata e scatenata: la squadra di Gasperini passa all’Olimpico con un severo 4-1 a suggellare una prova da vera big. Già nel primo tempo i nerazzurri ipotecano la vittoria portandosi sul 3-0 con le firme di Gosens, Hateboer e Gomez. Che nella ripresa replica segnando il quarto gol che smonta le illusioni laziali aperte dal gol di Caicedo. Atalanta con personalità d’alta classifica a differenza della Lazio ancora a caccia di una propria identità anche perché sinora Inzaghi non ha potuto far fruttare gli acquisti per l’assetto titolare. Per ritrovare i livelli della passata stagione si prospetta una strada decisamente in salita per la formazione biancoceleste.

TRIS NERAZZURRO — Rispetto alla formazione di Cagliari, Inzaghi deve rinunciare a Correa che si ferma prima della partita per un mal di schiena e va in panchina. Tocca a Caicedo affiancare Immobile. Gasperini ritocca lo schieramento di Torino con Malinovskyi alle spalle delle punte Gomez e Zapata e inserendo Palomino e Djimsiti in difesa. Avvio aggressivo da parte della Lazio, mentre l’Atalanta resta guardinga. Ma già al 10’ la formazione di Gasperini si porta in vantaggio. Traversone di Gomez, il colpo di testa di Hateboer innesca il tocco vincente di Gosens dal limite dell’area piccola. Proteste laziali per una spinta di Hateboer su Marusic. Ma Maresca, con l’ausilio del Var, convalida il gol. La Lazio si innervosisce, accusa il colpo e soprattutto perde di lucidità in fase di costruzione del gioco. L’Atalanta sente di avere in pugno la partita. Sale in cattedra con le sue sicurezze. E al 32’ timbra il raddoppio. Si inverte la scena rispetto al primo gol. Questa volta è Gosens con un cross tagliato a ispirare il colpo al volo di Hateboer. La Lazio prova a reagire, Al 34’ traversa di Immobile su un palone catapultato in area da Marusic. Ma è l’Atalanta ad avvicinarsi ancora al gol: Strakosha si oppone a Zapata. Il tris nerazzurro è solo rimandato. Al 32’ su una respinta corta di testa di Patric si scaglia Gomez che entra in area e segna con preciso rasoterra. Finale di tempo con Lazzari che smista al centro invece di tenare la conclusione da posizione favorevole.

IL BIS DEL PAPU — Due cambi in avvio di ripresa. Gasperini avvicenda Djimsiti con Romero. Poi Inzaghi sostituisce Leiva con Cataldi. La Lazio si ricarica. Al 9’ prodezza di Sportiello su tiro ravvicinato di Marusic. Due minuti dopo, nuova sostituzione nell’Atalanta: De Roon al posto di Pasalic. Al 12’ Caicedo riapre i giochi. L’ecuadoriano, lanciato da Milinkovic , infila Sportiello in uscita. Inzaghi cambia Radu con Bastos. Immobile si fionda verso Sportiello che gli chiude lo specchio della porta: palla sull’esterno della rete. Non sbaglia invece Gomez al 16’: il Papu, servito da Malinovskyi, sigla la sua doppietta con uno spettacolare diagonale sotto la traversa. La Lazio si sente smarrita. Al 25’ Inzaghi mette nuova benzina a centrocampo, rinunciando a Milinkovic, Lazzari e Luis Alberto. Spazio a Djavan Anderson, Escalante e Akpa Akpro. Alla mezz’ora la Lazio impreca per un intervento di Romero su Caicedo all’ingresso dell’area. La squadra di Inzaghi si rianima. Romero fa muro su un bolide di Caicedo. Al 37’ Gasperini innesta Lammers per Zapata e Muriel per Gomez. Ed è proprio Muriel a sciupare una ghiotta chance per portare l’Atalanta ancora a segno. Mojica subentra a Gosens. Con orgoglio la Lazio va all’attacco sino all’ultimo soffio del terzo minuto di recupero, ma non è la serata per graffiare un’Atalanta impeccabile.

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/09/2020 23:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
SERIE A 2020/2021 Posticipi 1ª Giornata (1ª di Andata)

30/09/2020
Benevento - Inter 2-5
Udinese - Spezia 0-2
Lazio - Atalanta 1-4

Classifica
1) Napoli, Atalanta, Inter, Milan e Verona punti 6;
6) Juventus e Sassuolo punti 4;
8) Bologna, Fiorentina, Lazio, Spezia, Benevento e Genoa punti 3;
14) Cagliari e Roma punti 1;
16) Torino, Udinese, Sampdoria, Crotone e Parma punti 0.

(gazzetta.it)
30/09/2020 23:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Samp, che colpaccio! Quagliarella e Verre stendono la Fiorentina



Primi punti per la squadra di Ranieri in campionato.
Alla Viola, con Chiesa capitano (all'ultima a Firenze?) che prende un palo clamoroso al 95', non basta Vlahovic


Filippo Grimaldi

L'audace colpo della banda-Ranieri. Con una perla di Verre, la Samp conquista i suoi primi punti stagionali e manda al tappeto (1-2 il finale) una Fiorentina che parte bene, poi si squaglia illudendosi per il pari provvisorio di Vlahovic, ma andando al tappeto per la prodezza di Verre a sette minuti dalla fine. Per i viola, però, il palo colpito al 50' della ripresa da Chiesa. Blucerchiati in campo con Ramirez alle spalle di Quagliarella unica punta. Gli ospiti mostrano maggiore concretezza. La Viola ha poche idee, scarso dinamismo e un atteggiamento poco propositivo che alla fine costa caro. Eppure la squadra di Iachini, schierata con Kouame in avanti al fianco di Vlahovic, inizia bene, poi si perde alla distanza, e non riesce a difendere nel finale l'uno a uno grazie al serbo. Certo, Iachini ha l'attenuante dell'assenza di Ribery, ma la sua squadra mostra nel complesso poche idee e paga anche la serata non felicissima di Chiesa, che si batte, ma concretizza poco. Una sfida messa in discesa dalla Samp già nel primo tempo con il rigore del suo capitano (43'), lanciato da Candreva, bravo a conquistarsi il tiro dal dischetto per una netta trattenuta dell'ingenuo Ceccherini. Eppure la Fiorentina, nella notte della possibile ultima recita di Chiesa, gioca venti minuti di grande sostanza in partenza: Chiesa è murato dalla difesa ospite dopo ottanta secondi, poi Kouame spreca un pallone facile (9') su lancio di Bonaventura. Vlahovic ci prova ancora al 13', Audero va in angolo.

PASSO INDIETRO — E qui comincia la lenta involuzione dei viola, in evidente affanno sulla crescita della Sampdoria che inizia a trovare spazi con Candreva a destra e Ramirez che parte per vie centrali e poi spazia sull'intero fronte d'attacco. Le prime crepe nella difesa viola si mostrano al 22', quando Quagliarella ruba palla a Dragowski (irregolarmente, però: l'attaccante tocca il portiere sulla spalla destra) e va a segno. La squadra di Ranieri insiste, Damsgaard prende coraggio e inizia a spingere forte a sinistra. La Viola è appannata, insicura e prevedibile: al minuto 36 Candreva dalla destra mette in area un pallone su cui entra Castrovilli in scivolata, colpendo la traversa della porta di Dragowski, che poi però è super su Ramirez.

IL RISCATTO — La ripresa non cambia il canovaccio di una partita in cui la Sampdoria fa tesoro del gol di vantaggio, ma non rinuncia ad attaccare. Candreva, sempre lui al 10' colpisce l'incrocio dei pali alla sinistra di Dragowski, legittimando la supremazia blucerchiata. Iachini toglie uno spento Kouame per Cutrone, ma nulla cambia. Vlahovic riesce comunque (27') a trovare il pari su un tiro sporco di Milenkovic. Partita finita? Macché: Verre con un pallonetto delizioso beffa Dragowski. Ma la Fiorentina non ci sta: nel recupero sfiora il pari con un diagonale velenoso di Chiesa che finisce sul palo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/10/2020 01:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Sassuolo, altro poker e De Zerbi primo per un giorno! Crotone k.o.



Neroverdi in vetta con 7 punti.
Decidono i due attaccanti, ancora in gol (doppietta per l'ex Bari).
Locatelli chiude il match. A Stroppa non basta Simy


Pierfrancesco Archetti

Il Sassuolo è primo da solo per una notte, il Crotone resta ultimo a zero punti. A lungo la differenza tra le due squadre non è quella che indicano classifica e risultato: fino all’85’ la partita resta aperta, poi due reti nel finale danno più spessore ed esagerazione al successo del Sassuolo. Dovrebbe essere felice Roberto Mancini, visto che segnano i tre azzurri da lui convocati: Berardi, Caputo (doppietta) e Locatelli. Il Crotone dovrebbe essere più cattivo sotto porta, alla fine prevale soltanto per i tiri in porta: 6-4, ma il finale è 4-1 per gli avversari.

EQUILIBRIO — Già nel primo tempo si esprime meglio il Crotone ma l’unica rete è del Sassuolo. Per uscire dal traffico di centrocampo, a Locatelli riesce un cambio di campo eccellente. Berardi pescato sul settore destro vince un duello con Reca, lo scambio con Defrel gli offre la possibilità di tiro. Conclusione bassa non irresistibile e con una minima deviazione dello stesso Defrel, Cordaz non ci arriva. Il Crotone invece arriva con più facilità in area, però non ha veleno nelle conclusioni. La chance migliore arriva con una punizione di Cigarini, ma la palla si stampa sulla traversa. Invece Messias, Vulic e compagni sono troppo morbidi quando hanno la possibilità di tiro.

DUE RIGORI — Il Crotone si sistema a 3-5-2 con il debutto dal primo minuto di Reca e Vulic, sempre con Simy in attacco affiancato questa volta da Messias, il quale si sdoppia in avanti fra trequarti e area. Il Sassuolo con il solito 4-2-3-1 non riesce a distendersi, spesso viene insabbiato in mezzo e raramente riesce ad affondare sui lati. La rete è l’unico tiro in porta della prima parte contro i quattro degli avversari. L’altra grande opportunità capita a Toljan che però manca il raddoppio tirando alto in diagonale da pochi passi. A inizio ripresa un fallo inutile di Bourabia su Cigarini permette al Crotone di pareggiare con un rigore di Simy. Ancora su rigore, dopo 9 minuti, il Sassuolo va avanti con Caputo. L’arbitro Pezzuto chiamato al Var punisce un mani di Pereira su cross di Kyriakopoulos, appena entrato per Muldur. Il Crotone reagisce ma senza l’aggressività necessaria e il pareggio non arriva. Così il Sassuolo in contropiede triplica con Caputo, lanciato da Berardi, e arrotonda al 93’ con Locatelli.

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/10/2020 01:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Pedro fa un gran gol, l’Udinese non segna mai: Fonseca e la Roma respirano

Decide un capolavoro dell’ex Barcellona nella ripresa,
friulani generosi ma senza attaccanti pericolosi


Andrea Pugliese


Idee, spunti e un gol di rara bellezza. Pedro si è regalato così la sua prima grande giornata in giallorosso, consegnando alla Roma la sua prima vittoria stagionale (1-0) con un gioiellino a girare che non ha lasciato scampo a Musso. E in una partita in cui Udinese e Roma hanno confermato tutte le grandi difficoltà attuali dei loro centravanti (clamorosi gli errori sotto porta di Dzeko e Lasagna), è stato proprio lo spagnolo a regalare i primi veri sorrisi a Friedkin. Per i giallorossi prova sontuosa in fase difensiva di Ibanez, ottimo nelle letture e in chiusura. Nell’Udinese, invece, non è bastato un buon De Paul, che prima da mezzala e poi da regista davanti alla difesa ha provato sempre ad inventare qualcosa di diverso. La squadra di Gotti, in tre partite, non è ancora mai riuscita ad andare a segno. E questo la dice lunga sullo stato di forma dell’attacco friulano.

PUNTE A SALVE — Gotti butta dentro subito Pereyra e riporta De Paul a fare la mezzala, Fonseca invece conferma l’undici che ha pareggiato con la Juventus, con Pellegrini ancora in cabina di regia e Pedro e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko. Ne nasce una partita in cui la Roma ha il dominio territoriale (62,2% di possesso palla all’intervallo), ma l’Udinese è brava ad attaccare gli spazi. De Paul è il centro di ogni giocata bianconera, Lasagna cerca sempre di giocare alle spalle dei difensori giallorossi e Pereira prova a pungere, ma non ha ancora il supporto della forma migliore. Dall’altra parte, invece, Ibanez è strepitoso nelle letture difensive e in un paio di chiusure (anche quella al 43’, quando Lasagna gli parte alle spalle ma il brasiliano gli sporca il pallone a tu per tu con Mirante), Pellegrini palleggia bene in mezzo al campo ma Dzeko non riesce ancora ad essere Dzeko. Il bosniaco ha un’occasione d’oro al 22’ (su lancio in verticale di Ibanez), ma spreca alto faccia a faccia con Musso. Prima la Roma era andata vicino al gol anche con Pellegrini, che non è riuscito a ribadire in gol da due passi a causa del recupero super in ripiegamento di Pereira. Pericolosa anche l’Udinese, con un paio di spunti di Lasagna (tiro da fuori, bene Mirante) e Ouwejan, sulla cui palla tagliata ancora Lasagna arriva in ritardo. Più in generale a mancare nei primi 45 minuti sono proprio le punte, a conferma proprio del momento buio che vivono da entrambe le parti.

GIOIELLO PEDRO — La ripresa si apre più o meno con lo stesso spartito del primo tempo. Con una differenza, però, che al 9’ Pedro regala il suo primo affresco italiano, sfruttando un regalone di Becao (passaggio in orizzontale) e bruciando Musso con un tiro a giro da fuori. Lo spagnolo quando prende palla sembra danzare, quando può fa anche male. Poco dopo arriva anche il 2-0 di Mkhitaryan, annullato però per fuorigioco (netto). Allora Gotti cambia le carte e mette dentro Molina e Forestieri per Ter Avest e Arslan, con De Paul che torna a fare il regista davanti alla difesa. L’idea è di aumentare la qualità in mezzo al campo, per accrescere anche i fornimenti alle punte. Così al 22’ Mirante deve superarsi su Lasagna (e sulla ribattuta di Forestieri), poi è Okaka a sprecare la palla del pareggio su iniziativa di Molina e infine Ouwejan a mettere i brividi alla Roma da fuori. Insomma, l’Udinese cresce, alla caccia del primo gol del campionato. Ci riprova Molina (bene Mirante in angolo), poi Gotti mette dentro anche Nesterovski, per l’assalto finale. Ma l’Udinese nel frattempo ha perso la forza propulsiva di metà ripresa e la Roma riesce a portare a casa la sua prima vittoria stagionale. Con i sorrisi finali di Dan e Ryan Friedkin.

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/10/2020 01:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Atalanta, altra goleada.
Cagliari travolto 5-2: Dea a punteggio pieno



A segno Muriel, Gomez, Pasalic, Zapata e Lammers (da applausi).
Di Godin (all'esordio con i sardi) l'illusorio pari


Francesco Velluzzi

Cambia solo il numero dei gol che stavolta, rispetto a Torino e Lazio, sono cinque e non quattro. E per fortuna, del Cagliari, tra i pali c’è Alessio Cragno che ne toglie altrettanti. L’Atalanta è un rullo inarrestabile. Il debutto all’ora di pranzo al Gewiss Stadium, pronto per la Champions, è uno spettacolo per mille che divorano panini, crostata e pop corn all’intervallo come fosse una partita di Nba di basket. Perché anche qui lo spettacolo è assicurato. La differenza è che si gioca all’aperto e c’è sole al primo tempo, ma soprattutto tanto vento. Finisce 5-2 per i nerazzurri primi in classifica con 13 gol all’attivo e cinque al passivo. Perché il Cagliari qualche fastidio lo crea. Basterà registrarsi, recuperare qualche acciaccato, da Caldara a Toloi e Gollini per far suonare la musica anche in Europa. Stavolta al Cagliari non riesce l’impresa, che compiva dal 2017 con tre blitz da grande squadra. Qui qualcosa va rivisto, anche senza l’arrivo di Nainggolan, un affare che può riservare sorprese agli ultimi minuti del mercato, dove però deve arrivare un terzino, se non due. Perché lì nascono i problemi maggiori.

PRIMO TEMPO — Le formazioni sono quelle annunciate con l’Atalanta che ha maggiori assenze rispetto al Cagliari. Ai noti indisponibili si è aggiunto Toloi. L’Atalanta dimostra di non fare sconti a nessuno. E dopo 7’ è già in vantaggio. Errore in uscita e Palomino lancia nel corridoio centrale Luis Muriel in mezzo ai difensori gialli del Cagliari. Sembra fuorigioco, ma Orsato dal Var dà l’ok e Pasqua convalida. Gara subito in salita per la squadra di Eusebio Di Francesco che vuole chiudere gli esterni nerazzurri e dà raccomandazioni soprattutto a Lykogiannis. Ma l’Atalanta, pur pasticciando in qualche occasione dietro, davanti è una macchina che funziona alla perfezione e continua a creare problemi con Cragno che respinge su gran botta di De Roon al 22’, ma il Cagliari cresce con un 4-2-3-1 che (oscilla con un 4-4-2 a seconda dei movimenti di Joao Pedro) vede il brasiliano Joao Pedro al centro tra lo scattante Sottil (bene, il migliore dopo Cragno) e Nandez e Simeone (ancora ininfluente) davanti a cercare l’acuto. E infatti guadagna campo e gli uomini di Gasp devono intervenire più volte in scivolata per frenare gli assalti a destra. Al 24’, su angolo di Marin, Diego Godin colpisce indisturbato di testa e pareggia. Debutto con gol per il campione uruguaiano con la sua specialità. Ma l’illusione del Cagliari dura solo 5’ perché dall’altra parte c’è il genio del Papu. Gomez (come mercoledì a Roma con la Lazio in occasione dell’1-4) si inventa una conclusione imparabile per Cragno. E i mille del Gewiss Stadium lo osannano. E da lì l’Atalanta prende il largo sfruttando la pochezza a destra dietro dei rossoblù. Se Faragò è prestato al ruolo di terzino, a Zappa (anche lui offensivo) manca l’esperienza e l’azione telecomandata del 3-1 viene rifinita da Gosens proprio da lì dalla sua parte e a Pasalic (37’) resta che metter dentro. Difesa rossoblù che preoccupa dappertutto. E il 4-1, forse troppo severo per quel che il tempo ha espresso, lo confeziona Duvan Zapata (primo gol in campionato) sempre sulla corsia di destra (dove Zappa manca) bevendosi nell’uno contro uno Godin e battendo Cragno.

SECONDO TEMPO — L’Atalanta non molla e Cragno (davvero superlativo) deve compiere due prodezze su Zapata e Romero, ma al 7’ il Cagliari accorcia con azione che è sviluppata da Nandez per Lykogiannis, che mette al centro e Joao è lesto ad anticipare tutti. Poi è Simeone a sfiorare il 4-3 su percussione di Sottil. La partita ritorna equilibrata col Cagliari che guadagna una punizione centrale per fallo su Rog. Joao la calcia sulla barriera. Si cambia: al 20’ Gasp toglie Zapata e Gomez... ma entrano Lammers e Malinovskyi. DiFra, come promesso, fa debuttare anche il francese (preso dall’Ajaccio insieme al fratello) Tramoni per il regista Marin. Gasp concede ancora minuti al colombiano Mojica e si copre un po’ inserendo Freuler per Muriel. Mentre dall’altra parte (Caligara per l’ottimo Sottil) il bomber di due stagioni fa Leonardo Pavoletti rimane mestamente a scaldarsi e a incitare i compagni (perché?). Non è finita perché c’è gloria anche per uno degli ultimi arrivati, Sam Lammers. L’olandese ex Psv ubriaca Lykogiannis con un numero da fenomeno e colpisce in diagonale per il 5-2. Poi è ancora Cragno su Malinovskyi. Ah, per la cronaca Pavoletti (16 gol due tornei fa) entra a 5’ dalla fine (insieme a Klavan e Faragò).

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/10/2020 00:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019 (431 messaggi, agg.: 27/05/2019 00:22)
Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020 (423 messaggi, agg.: 02/08/2020 23:36)
Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa) (424 messaggi, agg.: 25/05/2022 13:28)

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:21. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Versione 3.0 - Realizzata da Simpatia Osè - Risoluzione consigliata 1024x768