Nel 458 a.C. il console Lucio Minucio Esqulino Augurino era rimasto assediato nel suo accampamento durante la guerra contro gli equi, mentre l’altro console Gaio Nauzio Rutilo, che combatteva i sabini, non poteva portargli aiuto. Fu allora che si decise di eleggere Cincinnato come dittatore, mentre si trovava ai Prata Quinctia a coltivare personalmente la terra.
«Durante il seguente anno, a causa del blocco di un esercito romano sul monte Algido a circa dodici miglia dalla città, Lucio Quinzio Cincinnato, che possedeva soltanto quattro acri di terra e lo coltivava con le proprie mani, venne nominato dittatore. Egli trovandosi al lavoro impegnato nell’aratura, si deterse il sudore, indossò la toga praetexta, accettò la carica, sconfisse i nemici e liberò l’esercito.»
(Eutropio, Breviarum ab Urbe Condita Lib. I, 17)
#Cincinnato, rientrato a Roma e celebrato il trionfo, abdicò dalla carica di dittatore dopo soli sedici giorni, nonostante la durata fosse di sei mesi, per tornare a coltivare i suoi possedimenti.