Articolo 18 Non se ne parla più?

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2012 12:32
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26/02/2012 13:40

Re:
fabius039, 24/02/2012 20.22:

Primo, è del tutto ovvio che non è l'esistenza o meno dell'Art. 18 a condizionare il mercato del lavoro, è un falso scopo.

Secondo, la principale tutela per tutti i lavoratori non deriva dall'Art. 18, che ha applicazione limitata, ma dalla Legge 604-1966, che si applica a tutti, e che prevede che il licenziamento non possa avvenire che per giusta causa ai sensi dell’articolo 2119
del Codice civile o per giustificato motivo, ed inoltre dispone la riassunzione (più indennità) in caso di mancato rispetto della norma, e ancora pià fortemente la nullità del licenziamento per cause di credo politico, fede religiosa, appartenenza ad un sindacato.

La maggiore tutela dell'Art. 18 consiste nel modificare da "riassunzione" a "reintegro" il diritto in caso di mancato rispetto delle condizioni, più una indennità.

In entrambi i casi l'azienda può rifiutarsi di riassumere/reintegrare pagando una indennittà di un certo numero di mensilità.

Francamente non vedo in nessun modo la centralità dell'Art.18, non mi sembra che sia l'unico baluardo che difende i lavoratori, nè d'altra parte mi sembra che sia la causa della difficoltà di assunzione.

Penso che art.18 o meno cambi ben poco per la stragrande maggioranza delle persone.

Piuttosto sarebbe da normare con ben maggiore chiarezza la "giusta causa", sottraendola ad interpretazioni cervellotiche e schizofreniche da parte dei vari pretori e giudici.

Il fatto che già oggi siano un giustificato motivo di licenziamento "le ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione
del lavoro e al regolare funzionamento di essa" dimostra che forse si sta discutendo del nulla.

E, continuo a dirlo, la tutela dei lavoratori si fa soprattutto controllando che gli amministratori non rubino e non portino alla bancarotta le aziende per i loro porci comodi, e che non possano vendere e trasferire le attività come se fossero un oggetto personale.

Ed anche i sindacati è inutile che scendano in piazza per difendere posti di lavoro che si sono persi a causa di accordi fatti da loro stessi con i padroni, vedi il caso clamoroso dell'ultimo accordo Fiat.

E' come il pompiere incendiario, che si bea di spegnere gli incendi che lui ha appiccato, o il medico che sparge i virus per poi poter riempire la clinica.



[SM=x44459] [SM=x44459] [SM=x44459] [SM=x44462] [SM=x44462]

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28/02/2012 09:44

Re:
fabius039, 24/02/2012 20.22:

la tutela dei lavoratori si fa soprattutto controllando che gli amministratori non rubino e non portino alla bancarotta le aziende per i loro porci comodi, e che non possano vendere e trasferire le attività come se fossero un oggetto personale.

Ed anche i sindacati è inutile che scendano in piazza per difendere posti di lavoro che si sono persi a causa di accordi fatti da loro stessi con i padroni, vedi il caso clamoroso dell'ultimo accordo Fiat.




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28/02/2012 10:56

Re:
fabius039, 24/02/2012 20.22:

Primo, è del tutto ovvio che non è l'esistenza o meno dell'Art. 18 a condizionare il mercato del lavoro, è un falso scopo.

Secondo, la principale tutela per tutti i lavoratori non deriva dall'Art. 18, che ha applicazione limitata, ma dalla Legge 604-1966, che si applica a tutti, e che prevede che il licenziamento non possa avvenire che per giusta causa ai sensi dell’articolo 2119
del Codice civile o per giustificato motivo, ed inoltre dispone la riassunzione (più indennità) in caso di mancato rispetto della norma, e ancora pià fortemente la nullità del licenziamento per cause di credo politico, fede religiosa, appartenenza ad un sindacato.

La maggiore tutela dell'Art. 18 consiste nel modificare da "riassunzione" a "reintegro" il diritto in caso di mancato rispetto delle condizioni, più una indennità.

In entrambi i casi l'azienda può rifiutarsi di riassumere/reintegrare pagando una indennittà di un certo numero di mensilità.

Francamente non vedo in nessun modo la centralità dell'Art.18, non mi sembra che sia l'unico baluardo che difende i lavoratori, nè d'altra parte mi sembra che sia la causa della difficoltà di assunzione.

Penso che art.18 o meno cambi ben poco per la stragrande maggioranza delle persone.

Piuttosto sarebbe da normare con ben maggiore chiarezza la "giusta causa", sottraendola ad interpretazioni cervellotiche e schizofreniche da parte dei vari pretori e giudici.

Il fatto che già oggi siano un giustificato motivo di licenziamento "le ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione
del lavoro e al regolare funzionamento di essa" dimostra che forse si sta discutendo del nulla.

E, continuo a dirlo, la tutela dei lavoratori si fa soprattutto controllando che gli amministratori non rubino e non portino alla bancarotta le aziende per i loro porci comodi, e che non possano vendere e trasferire le attività come se fossero un oggetto personale.

Ed anche i sindacati è inutile che scendano in piazza per difendere posti di lavoro che si sono persi a causa di accordi fatti da loro stessi con i padroni, vedi il caso clamoroso dell'ultimo accordo Fiat.

E' come il pompiere incendiario, che si bea di spegnere gli incendi che lui ha appiccato, o il medico che sparge i virus per poi poter riempire la clinica.




E come giudichi il governo (col placet di confindustria) che basa il suo rilancio dell'economia e dell'occupazione sull'abolizione dell'articolo 18?


A me sembra che sia tutta propaganda.
Da una parte il governo usa la modifica/abolizione dell'art 18 come argomento per dire all'opinione pubblica che sta operando una riforma che porterà benefici a tutti.

Dall'altro i sindacati confederali ha una bandiera da sventolare per mostrare ai lavoratori di avere una funzione quando da decenni CISL e UIL brontolano 2 giorni e poi accettano tutto quanto proposto dalla controparte mentre CGIL tiene botta più alungo ma alla fine capitola in cambio di briciole.

Gli unici che non mollano sono i COBAS ma a livello di mass media sembrano non esistere.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
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28/02/2012 22:48

Re: Re:
il tobas, 2/28/2012 10:56 AM:




E come giudichi il governo (col placet di confindustria) che basa il suo rilancio dell'economia e dell'occupazione sull'abolizione dell'articolo 18?


A me sembra che sia tutta propaganda.
Da una parte il governo usa la modifica/abolizione dell'art 18 come argomento per dire all'opinione pubblica che sta operando una riforma che porterà benefici a tutti.

Dall'altro i sindacati confederali ha una bandiera da sventolare per mostrare ai lavoratori di avere una funzione quando da decenni CISL e UIL brontolano 2 giorni e poi accettano tutto quanto proposto dalla controparte mentre CGIL tiene botta più alungo ma alla fine capitola in cambio di briciole.

Gli unici che non mollano sono i COBAS ma a livello di mass media sembrano non esistere.



La prima ipotesi è che il governo sappia benissimo che la questione Art. 18 sia irrilevante ai fini dell'economia globale, e ne agiti lo spauracchio solo per confondere le idee ai sindacati, come un drappo rosso davanti al toro, in modo che si distraggano dalle ben più importanti modifiche degli ammortizzatori sociali.
Poi alla fine gli danno il contentino di non aver toccato l'Art.18, i sindacati salvano la faccia ma la stangata sugli ammortizzatori ormai è data (peraltro su quel piano c'è effettivamente da intervenire).

Ovviamente c'è sempre anche l'ipotesi che siano così miopi da crederci veramente. [SM=x44464]

Ma quello che più spera che l'Art.18 resti invariato è Marchionne, perchè gli dà la scusa per abbandonare l'Italia, dando la colpa agli altri. [SM=x44472]
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02/03/2012 14:54


Articolo 18...Articolo 18...

Nel frattempo ci si è scordati che:

"L'articolo 6 del Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici" varato dall'esecutivo recita: ''Ferma la tutela derivante dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, sono abrogati gli istituti dell'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata. La disposizione di cui al primo periodo del presente comma non si applica nei confronti del personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. La disposizione di cui al primo periodo del presente comma non si applica, inoltre, ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, nonché ai procedimenti per i quali, alla predetta data, non sia ancora scaduto il termine di presentazione della domanda, nonché ai procedimenti instaurabili d'ufficio per eventi occorsi prima della predetta data."

Basta dare un'occhiata al sito dell'INAIL

E vi preoccupate ancora dell'art.18?
E' già morto.






[Modificato da orckrist 02/03/2012 14:55]

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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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10/03/2012 14:38

cioe', fatemi capire .. esattamente 10 anni fa' ( 23 marzo 2002 ) andai al circo massimo con la bandiera della cgil per difendere l' articolo 18 .. in questi 10 anni perche' avrei dovuto cambiare idea e farmi piacere la sua eventuale soppressione ?? perche' al governo non c'e' piu' [SM=x44522] ma monti ? in un eventuale cabina elettorale io voto NON SOLAMENTE per chi mi fa fare figure migliori all' estero ( rispetto poi a [SM=x44522] anche mio nipote di 12 anni farebbe meno danni ) ..

.. rispettati nel mondo, ma in italia ce lo mettono ben bene nel deretano ??


bene la lotta all' evasione fiscale, ma io sull' articolo 18 non cedo di un millimetro, eccheccazzo [SM=x44467]
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12/03/2012 13:27


E intanto la minestra ministra Fornero dixit:

"L'Italia è un Paese ricco di contraddizioni, che ha il sole per 9 mesi l'anno e con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro."

A quando il mandolino e la mamma?

E gli indignati di professione dove sono?


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12/03/2012 14:52

Re:
orckrist, 12/03/2012 13.27:


E intanto la minestra ministra Fornero dixit:

"L'Italia è un Paese ricco di contraddizioni, che ha il sole per 9 mesi l'anno e con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro."

A quando il mandolino e la mamma?

E gli indignati di professione dove sono?






mancano i baffi impomatati e la pizza, per il festival dei luoghi comuni [SM=g1700002]
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21/03/2012 11:13

Lavoro, Monti: "C'è un consenso di massima"
"Sull'art. 18 questione chiusa, no della Cgil"


Il premier: "Operazione cruciale per dare una migliore prospettiva di crescita e occupazione"

22:03 - Sulle modifiche all'articolo 18 proposte dal governo c'è il consenso di tutte le parti sociali "ad eccezione della Cgil". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine del tavolo sul mercato del lavoro. Proprio sulla riforma, ha aggiunto il premier, il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha sintetizzato i capitoli del documento "sul quale è stato acquisito il consenso di massima" dei sindacati.
"Avevamo preso l'impegno di procedere alla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali entro fine marzo: il ministro Fornero ha guidato questa operazione cruciale per dare una migliore prospettiva di competitività, produttività, crescita e occupazione. E' la sua riforma", ha detto Monti. Il dialogo con le parti sociali continuerà ancora due giorni. "Confido nella Cgil - ha aggiunto il premier - che, accanto al dissenso sul punto specifico" dell'articolo 18 "ha comunque individuato aspetti condivisi" nella riforma prospettata dal governo.

Fornero: "Il nuovo art. 18 non smantella le tutele"
Con la nuova formulazione dell'articolo 18 "non vogliamo smantellare delle tutele ma rendere meno blindato il contratto a tempo indeterminato". Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero. Il ministro ha poi sottolineato che il contratto a tempo indeterminato "deve essere la forma di contratto dominante", ma questo "si completa se non è più blindato e questa blindatura è data dall'articolo 18, con tutto il carico emotivo che ha".

Fornero: "Tempi sono fondamentali, si pensa a delega o dl"
"La tempistica è fondamentale" per l'approvazione della riforma del mercato del lavoro, ha ribadito il ministro Fornero: "Se potessimo usare una delega già ottenuta la useremo, se questo non fosse possibile vedremo quale altra soluzione". "Domani faremo una riflessione sul miglior strumento legislativo possibile", ha aggiunto il premier Monti, e "decideremo dopo aver consultato il capo dello Stato".

Monti: "Non ci sarà nessun accordo firmato con i sindacati"
Monti ha poi annunciato che "né oggi né giovedì ci sarà un accordo firmato dal governo con le parti sociali". L'accordo sulla riforma del mercato del lavoro "dal punto di vista del metodo non ha nulla di consociativo, valorizza il contributo delle parti sociali ma soprattutto valorizza appieno il ruolo del Parlamento, come richiede la Costituzione".
Tgcom





Insomma: "Io so Io e voi non siete un ca..o"
E buon dito medio a tutti






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21/03/2012 12:03

Ma possibile che non ci sia nessuno scribacchino della stampa nazionale che fa la domanda chiave alla ministra Fornero ovvero

"mi spiega tecnicamente come la modifica dell'articolo 18 farà aumentare il numero degli occupati visto che negli ultimi tempi sono sempre di più le aziende che chiudono?"

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21/03/2012 17:20

secondo un sondaggio commissionato da " la repubblica " , un eventuale " lista dei tecnici " avrebbe il 22 % dei consensi .. [SM=x44464] [SM=x44465] [SM=x44466] [SM=x44467] [SM=x44473] [SM=x44474] [SM=x44498]
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21/03/2012 22:25

Re:
il tobas, 21/03/2012 12.03:

Ma possibile che non ci sia nessuno scribacchino della stampa nazionale che fa la domanda chiave alla ministra Fornero ovvero

"mi spiega tecnicamente come la modifica dell'articolo 18 farà aumentare il numero degli occupati visto che negli ultimi tempi sono sempre di più le aziende che chiudono?"




Come ha detto sperminator sono troppo impegnati a sciorinare statistiche e sondaggi su quanto il popolo ami sua eccellenza il vicerè Monti e la sua corte....sondaggi che nascono da ampie libagioni [SM=x44501] , immagino, visto che a quanto si sente in giro la gente li vorrebbe invece appesi per i c......

Comunque, anche se ci fosse qualcuno tanto suicida da porre la domanda, non è difficile indovinare la risposta della Fornero:
"Mi spiace [SM=x44469] sono cose troppo complesse per voi piccoli mangiaspaghetti, anche se cercassi di rispondervi non capireste. Lasciate fare a chi sa."









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22/03/2012 12:39

L’obbiettivo di Monti e Napolitano è licenziare gli italiani


di Eugenio Orso - Pauper Class

Ormai la cosa dovrebbe essere chiara anche ai più distratti: l’obbiettivo di Monti e Napolitano, reggitori per conto terzi del paese fra i quali c’è unità d’intenti e una complicità di fondo, è quello di fare degli italiani un popolo di disoccupati, sempre meno sostenuti dai vecchi ammortizzatori sociali, sempre meno difesi da leggi sul lavoro e da contratti di lavoro equilibrati.

I due lo possono fare senza correre troppi rischi perché riportano soltanto ai loro capi, che risiedono altrove, a Bruxelles, Francoforte, Londra, New York, e non devono in alcun modo rendere conto al popolo italiano delle loro azioni.

Chi si ricorda la lettera della BCE, inviata da Trichet e Draghi all’allora esecutivo Berlusconi e contenente le misure richieste all’Italia per “salvare l’euro”, per “ridiventare competitiva”, per incamminarsi sulla strada impervia ed accidentata della crescita neocapitalistica?

La missiva, inizialmente “riservata” e datata 5 agosto 2011, è stata poi pubblicata, il 29 di settembre, dal Corsera, suscitando qualche clamore.

Perché il Corsera ha potuto pubblicare una missiva riservata, che conteneva i desiderata della classe globale e imponeva un futuro di lacrime e sangue a tutta la penisola?

Perché si stava già preparando il terreno per il dopo Berlusconi, per il governo fantoccio del grande capitale finanziario e per l’accelerazione della “ristrutturazione” del paese in senso ultraliberista.

Importante rilevare che in quella letterina era riassunto il programma dell’attuale governo Monti – Napolitano, e il primo gruppo di misure da imporre all’Italia, di cui al punto 1 della missiva, riguardava, appunto, la Crescita neocapitalistica, per innescare la quale si richiedeva, oltre alle famigerate liberalizzazioni, di “distruggere il contratto collettivo nazionale di lavoro (e con esso le garanzie residue per i lavoratori stabili) privilegiando i livelli di contrattazione in cui il lavoratore è più debole ed esposto ad ogni sorta di ricatto, e imporre la libertà di licenziamento indiscriminato per flessibilizzare definitivamente il fattore-lavoro.” [Eugenio Orso, La lettera globale, post pubblicato in Pauperclass e da ComeDonChisciotte]

Imporre una certa libertà di licenziamento nel paese faceva parte del diktat globalista che conteneva già l’essenziale di quel programma che oggi Monti sta diligentemente applicando, con l’appoggio incondizionato (e neppure troppo sottilmente anticostituzionale) del suo complice Napolitano.

Dopo una lenzuolatina di liberalizzazioni che hanno toccato le lobby meno intoccabili e più sacrificabili (come i tassinari, che non sono il principale problema dell’Italia, come si è cercato di far credere), si arriva al dunque, cioè alla fase finale di flessibilizzazione del fattore-lavoro.

Dietro all’attacco finale al lavoro, che deve essere rapidamente privato di ogni forma di concreta tutela, c’è molto di più della semplice tensione per una rapida riduzione dei costi di produzione (identificati furbescamente con quello generato dal lavoro), della conclamata necessità dell’aumento della produttività, e della (peraltro dubbia) volontà di attrarre i capitali stranieri in Italia con una maggior flessibilità “in uscita” imposta ai lavoratori.

Dietro l’attacco finale al lavoro c’è un progetto antropologico per ridurre l’uomo, nei contesti produttivi, a mero fattore-lavoro disumanizzato, al pari delle materie prime, dei semilavorati, dei prodotti energetici utilizzati nel ciclo produttivo (anzi, meno importante di questi ultimi, il cui costo tende ad aumentare), e per creare una neoplebe adatta a vivere, senza ribellarsi e creare troppi problemi, nei contesti culturali e sociali del nuovo capitalismo.

Controriformando il mercato del lavoro, privando delle tutele storiche i lavoratori fino ad ora “stabilizzati”, Monti, la sua segretaria Fornero e il suo compagno di merende Napolitano, contribuiscono a portare a compimento il progetto antropologico globalista, imposto dai dominanti.

Arrivando al merito dell’ultima controriforma montiana, alla quale la CGIL della Camusso non ha potuto pubblicamente aderire, per evitare di suicidarsi “in diretta” con un colpo alla tempia, notiamo che non c’è soltanto la neutralizzazione dell’articolo 18 della legge 300, ma ci sono altre misure che flessibilizzano il fattore lavoro, compromettendone le tutele e preparando il terreno per le future riduzioni delle paghe.

Il nuovo sistema riguardante gli ammortizzatori sociali, da attivare non subito ma nel 2017, prevede l’eliminazione dell’indennità di mobilità nel caso di licenziamenti collettivi (una cosa in meno), introduce l’ASPI (assicurazione sociale per l’impiego) che fungerà da indennità di disoccupazione, coprirà il 75% della retribuzione lorda fino a 1.150 euro lordi, ma si ridurrà inesorabilmente dopo i primi sei mesi, ed esclude la cassa integrazione se non è previsto il rientro in azienda dei lavoratori (altra garanzia in meno).

Si introduce un misero fondo di solidarietà per i lavoratori anziani che perderanno il lavoro a pochi anni dalla pensione, ma su base assicurativa, e con qualche misura raffazzonata e poco importante, si finge di stringere sulla precarietà (contributo aggiuntivo dell’1,4% per i contratti a termine) che invece resterà e si diffonderà ulteriormente, perché non ci si sogna neppure di abolire il complesso delle norme che l’hanno introdotta ed estesa.

Ma il punto dolente, centrale nella controriforma ultraliberista affidata all’impiegato Monti e alla sua segretaria Fornero, è la “manomissione” dell’articolo 18 della legge 300, prevedendo il reintegro nel posto di lavoro per i soli licenziamenti definiti discriminatori, che erano, sono e saranno abbastanza rari, e per gli altri casi, che invece saranno i più frequenti in assoluto, prevedendo un semplice indennizzo se lo deciderà il giudice.

I licenziamenti per motivi economico-organizzativi (chiusure, reengineering, eccetera), in quanto “giustificato motivo oggettivo” non potranno più essere messi in discussione, se non si potrà legalmente reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.

Se è improbabile che si arrivi al licenziamento per discriminazione razziale o religiosa, è molto più facile dichiarare uno stato di crisi economica e riorganizzare le unità produttive, magari al solo scopo di liberarsi di una parte della forza-lavoro, giudicata “troppo costosa”, e se del caso riassumendo in seguito qualcuno degli espulsi a condizioni peggiori per il lavoratore.

I licenziamenti non discriminatori, dovuti ad uno stato di crisi e alla necessità di riorganizzare, secondo la disgustosa retorica di tutti quelli che sostengono il governo affidato dai globalisti a Monti-Napolitano, serviranno essenzialmente per:

1) “Licenziare i fannulloni”. Una sorta di colpevolizzazione preventiva delle vittime da sacrificare sull’altare del profitto, per dirla tutta sbrigativamente.

2) “Attrarre gli investimenti stranieri”, grazie all’introduzione della flessibilità in uscita. Leggi ampia libertà di licenziare, indipendentemente dall’afflusso di capitali dall’estero.

3) Garantire la “competitività” del paese nel sovraffollato e concorrenziale spazio globale. Ma ciò che si vuole veramente, e non si dichiara apertamente, è comprimere al massimo, in tempi brevi, il costo del lavoro, “cinesizzando” il fattore-lavoro in Italia.

Riassumendo ancor di più, il licenziamento libero, data la relativa facilità di dichiarare stati di crisi ed attivare riorganizzazioni aziendali, è ormai alle porte, e servirà (a) per creare una grande massa di lavoratori a basso costo, ricattabilissimi, disposti ad accettare qualsiasi imposizione da parte del capitale pur di poter lavorare, nonché (b) per accelerare la mutazione antropologica della popolazione italiana in neoplebe, facilmente gestibile dagli agenti strategici di questo capitalismo.

***********************************


Meglio che evito di commentare ... anche perché l'articolo è già abbastanza esauriente [SM=x44465]
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Utente Power



22/03/2012 13:21

pare che finalmente " repubblica " sia passata all' opposizione .. speriamo ... [SM=g1700002]
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22/03/2012 17:52

riassumendo si può dire che l'obbiettivo del governo è tornare competitivi e per farlo si vuole un po' alla volta arrivare ad applicare un modello già altamente competitivo ovvero IL MODELLO CINESE

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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22/03/2012 17:53

Re:
il tobas, 22/03/2012 17.52:

riassumendo si può dire che l'obbiettivo del governo è tornare competitivi e per farlo si vuole un po' alla volta arrivare ad applicare un modello già altamente competitivo ovvero IL MODELLO CINESE




Pisello piccolo e occhi a mandorla? [SM=x44466]

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22/03/2012 18:23

Re: Re:
+cecily+, 22/03/2012 17.53:




Pisello piccolo e occhi a mandorla? [SM=x44466]



Presumo che prima di buttarli via tu abbia dato un occhiata a quei dvd rinvenuti durante la ristrutturazione di casa tua

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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23/03/2012 14:50

Re:
il tobas, 22/03/2012 17.52:

riassumendo si può dire che l'obbiettivo del governo è tornare competitivi e per farlo si vuole un po' alla volta arrivare ad applicare un modello già altamente competitivo ovvero IL MODELLO CINESE




analisi perfetta, ahinoi ... [SM=x44465] [SM=x44465]
23/03/2012 16:33

Mister Monti e il metodo Goldman Sachs

Dopo aver affamato i pensionati, aumentato la benzina e l’iva, spremuto i contribuenti con nuove tasse al punto da violentare lo “stato di diritto”, adesso Mario Monti vuole i licenziamenti di massa perché lo richiede il mercato che vuole tornare a investire in Italia. Naturalmente è l’ennesima balla, perché le aziende straniere non investiranno mai un centesimo finché regnerà la corruzione, la burocrazia, la giustizia lenta e la casta politica. Ma l’attuale premier usa le televisioni in perfetto stile berlusconiano (spiega una balla come fosse una verità) e procede nel suo progetto di ferire il tessuto sociale, favorendo l’aumento della disoccupazione in nome di una parola che sta svuotando le democrazie e impoverendo il mondo: il mercato.

E’ un metodo inaccettabile. Forse il Professore lo ha imparato lavorando per Goldman Sachs, la banca d’investimenti americana che ha contribuito a innescare la crisi finanziaria del 2008, trascinando nel baratro le economie del mondo. Una banca a delinquere accusata di truffa e finita sotto inchiesta, definita da un ex manager – poche settimane fa – “un ambiente tossico e distruttivo” che considera i clienti dei “pupazzi” a cui vendere derivati avvelenati, pensando unicamente al dio denaro. E’ questo il suo mercato, mister Monti? Non prova imbarazzo, egregio presidente del Consiglio, per l’incarico che ha ricoperto all’interno di una piovra finanziaria che rappresenta un pericolo per le democrazie mondiali?

Nella conferenza stampa in cui Monti & Company hanno fatto a pezzi l’articolo 18 nessun giornalista ha chiesto come mai il debito pubblico italiano è aumentato di 59 miliardi durante la permanenza del professore a Palazzo Chigi, sfiorando ormai i 2 mila miliardi. Oppure perché il suo governo non ha tassato i grandi patrimoni, ha abbassato la testa di fronte alla lobby dei tassisti, ha ammorbidito la posizione verso le banche, ha bloccato la vendita delle frequenze televisive (il cosiddetto Beauty contest tanto caro a Berlusconi). Eppure anche questo è mercato, no?

Diciamo la verità: l’intezione di facilitare i licenziamenti ha rivelato il vero volto di mister Monti. È un uomo del mercato: freddo, tecnico, insensibile al dolore della gente che perde il lavoro e la speranza nel futuro. Un uomo delle banche che mette al riparo i ricchi e indebita il popolo. Un alleato della Banca centrale europea di Mario Draghi, anche lui consulente della Goldman Sachs, a cui deve assicurare che gli interessi del mercato verranno salvaguardati. Insomma, un premier arrogante che pensa allo spread e lascia in lacrime gli italiani. Il suo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, adesso dice: “O si approva la riforma del lavoro o si va tutti a casa”. Ecco, vada tranquillamente a casa mister Monti, insieme ai suoi tecnici. E si occupi con sobrietà delle sue consulenze con le banche del mercato.

FONTE
23/03/2012 20:59

Un pò a sorpresa il governo rinuncia al diktat sulla riforma del lavoro (decreto legge o mozione di fiducia) e ricorre alla via parlamentare.
_________________________________________

Lavoro, il Governo approva la riforma «salvo intese» con un disegno di legge.
Rito abbreviato per i licenziamenti


In Cdm il varo della riforma del lavoro
Approvata, «salvo intese», la riforma del lavoro. Dopo una riunione fiume, durata quasi sette ore, il Cdm ha dato il via libera alla riforma (leggi la la relazione del ministro Elsa Fornero al provvedimento).

Slitta, invece, come annunciato, il via libera alla delega fiscale, che conterrà le linee guida della riforma complessiva del fisco: si è trattato solo di un primo giro di tavolo. Comunque non saranno modificate le aliquote Irpef, ma ci saranno novità di rilievo come la riforma del catasto con i nuovi parametri di calcolo dell'Imu.

Semaforo verde, invece, al decreto legge che corregge le norme sulle commissioni bancarie per la concessione di prestiti: l'azzeramento varrà solo per quegli istituti che non si adeguano alle norme sulla trasparenza.
(..)

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