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Il Codice Da Vinci - misteri e segreti nel cattolicesimo

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2006 02:23
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10/07/2004 03:40

Leggetevelo.



Parigi, Museo del Louvre. Nella Grande Galleria, il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l'allarme e le grate di ferro all'entrata della sala immediatamente scendono, chiudendo fuori il suo inseguitore. L'assassino, rabbioso, non ha ottenuto quello che voleva. A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e, disteso sul pavimento, si dispone come l'uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. La scena che si presenta agli occhi dei primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio disteso sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langdon

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10/07/2004 13:18



Già Shia ne parlava...


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"Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


(Anonimo del XIII sec.)

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12/07/2004 11:34


Ho letto il libro e sinceramente mi è sembrato un'accozzaglia di idee alla rinfusa...[SM=x44467]

Non mi piacciono i libri che, sia per lo stile che per l'ispirazione, mi sembra che avrei potuto leggere anch'io![SM=x44462]

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20/07/2004 09:34

Vi segnalo questo intervento di Introvigne, noto studioso di sette religiose e new age, molto ascoltato dal mondo cattolico a commento del Codice Da Vinci. Comunque il libro é molto interessante es avvincente. 1. L'anti-cattolicesimo come «ultimo pregiudizio accettabile» Immaginiamo questo scenario. Esce un romanzo in cui si afferma che il Buddha, dopo l'illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni – che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) – era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l'omicidio. Pubblicato, il romanzo non passa inosservato. Autorità di tutte le religioni lo denunciano come un'odiosa mistificazione anti-buddhista e un incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione è vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui è proposta una versione per il grande schermo, cacciano a pedate l'autore e considerano l'intero progetto uno scherzo di cattivo gusto. Lo scenario non è vero, ma ce n'è uno simile che è del tutto reale. Solo che non si parla di Buddha, ma di Gesù Cristo; non della comunità buddhista, ma della Chiesa cattolica; non di Suzuki e del suo ordine zen ma di san Josemaría Escrivá (1902-1975) e dell'Opus Dei da lui fondata; non del Dalai Lama ma di Papa Giovanni Paolo II. Il romanzo in questione ha venduto tre milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti, è sbarcato anche in Italia e la Sony ne sta traendo un film, che sarà diretto da Ron Howard e per cui è già cominciata una propaganda internazionale. Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo prodotto è solo un'altra prova del fatto che l'anti-cattolicesimo è «l'ultimo pregiudizio accettabile» (1). 2. «Il Codice da Vinci» e il Priorato di Sion Il Codice Da Vinci (2) mette in scena una caccia al Santo Graal. Quest'ultimo – secondo il romanzo – non è, come la tradizione ha sempre creduto, una coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, la vera «coppa» che ha tenuto in sé il sang réal – in francese antico il «sangue reale», da cui «Santo Graal» –, cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. La tomba perduta della Maddalena è dunque il vero Santo Graal. Apprendiamo inoltre che Gesù Cristo aveva affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile non a san Pietro ma a sua moglie, Maria Maddalena, e che non aveva mai preteso di essere Dio. Sarebbe stato l'imperatore Costantino (280-337) a reinventare un nuovo cristianesimo sopprimendo l'elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea (325). Il progetto presuppone che sia soppressa la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio, e che la sua discendenza sia soppressa fisicamente. Il primo scopo è conseguito scegliendo quattro vangeli «innocui» fra le decine che esistevano, e proclamando «eretici» gli altri vangeli «gnostici», alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena. Al secondo, per disgrazia di Costantino e della Chiesa cattolica, i discendenti fisici di Gesù si sottraggono e secoli dopo riescono perfino a impadronirsi del trono di Francia con il nome di merovingi. La Chiesa riesce a fare assassinare un buon numero di merovingi dai carolingi, che li sostituiscono, ma nasce un'organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, per proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto. Al Priorato sono collegati i templari – per questo perseguitati – e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e alcuni – fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) – hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, completa la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe, in cui periscono cinque milioni di donne. Ma tutto è vano: il Priorato di Sion sopravvive, così come i discendenti di Gesù in famiglie che portano i cognomi Plantard e Saint Clair. 3. «Fiction» o storia? Molti obiettano a qualunque critica del romanzo che si tratta, appunto, di fiction che in quanto tale non è tenuta a rispettare la verità storica. Questi critici hanno semplicemente dimenticato di leggere la pagina Informazioni storiche, dove Brown afferma che «tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà» (3), e si fondano in particolare sul fatto che «nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers Secrets» (4) con la storia del Priorato di Sion. La parte che anche l'autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini, ma una criptologa che lavora per la polizia di Parigi – Sophie Neveu, la nipote di Saunière – crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l'Opus Dei, ma le cose sono più complicate. Sul conto di questi istituto si ripetono le più crude «leggende nere», cento volte smentite, ma dure a morire, desunte dalla letteratura internazionale che lo critica, esplicitamente citata. Nel romanzo, un nuovo Papa progressista ha deciso di rescindere i legami fra la Chiesa e l'Opus Dei che risalgono a Papa Giovanni Paolo II, e il prelato dell'Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso «Maestro»: pagando a questo personaggio una somma immensa, potrà ricattare la Santa Sede impadronendosi delle prove del segreto del Priorato di Sion – cioè della «verità» su Gesù Cristo – e minacciando di rivelarle al mondo. Un ex-criminale, ora numerario dell'Opus Dei, è «prestato» al Maestro, e proprio quest'ultimo lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il «Maestro» lavora per sé stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa. Fra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie – fra i quali nasce anche l'inevitabile storia d'amore – finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall'esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l'ultima discendente di Gesù Cristo. 4. Errori e mistificazioni Solo la diffusa ignoranza religiosa spiega come qualcuno possa prendere sul serio un tale cumulo di affermazioni a dir poco ridicole. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All'epoca del Canone Muratoriano – che risale circa al 190 d.C. – il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l'esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant'anni prima che Costantino nascesse. Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Brown, ben lungi dall'essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio» (5).

E questo dovrebbe essere il commento di un romanzo... [SM=x44464]

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20/07/2004 12:15

L'ho letto più che altro perchè ho il vizio di leggere tutto quello che mi capita sotto mano, ma devo dire che concordo sul fatto che sia ".....un cumulo di affermazioni a dir poco ridicole......". [SM=x44463] [SM=x44463]
L'impressione che ne ho avuto è che l'autore sia completamente a digiuno non solo di storia della Chiesa ma anche di esegesi, indispensabile per chiunque voglia scrivere un libro di questo tipo. [SM=x44463]

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22/07/2004 04:58

Non è l'unico che parla di certe tematiche

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22/07/2004 14:23

Re:

Scritto da: Belthasar Uth Wistan 22/07/2004 4.58
Non è l'unico che parla di certe tematiche



Certo che in quanto a cripticità anche tu ci sai fare!?![SM=x44473]

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22/07/2004 14:52

Leggi anche l'ora a cui solitamente posto.

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22/07/2004 16:12

Re:

Scritto da: Belthasar Uth Wistan 22/07/2004 14.52
Leggi anche l'ora a cui solitamente posto.



Hai ragione, io a quello ora son cripico anche nei sogni![SM=x44462]

[SM=x44513] [SM=x44514] [SM=x44513]

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15/08/2004 15:05

Re:

Scritto da: orckrist 20/07/2004 12.15
L'ho letto più che altro perchè ho il vizio di leggere tutto quello che mi capita sotto mano, ma devo dire che concordo sul fatto che sia ".....un cumulo di affermazioni a dir poco ridicole......". [SM=x44463] [SM=x44463]
L'impressione che ne ho avuto è che l'autore sia completamente a digiuno non solo di storia della Chiesa ma anche di esegesi, indispensabile per chiunque voglia scrivere un libro di questo tipo. [SM=x44463]



non l ho ancora letto ma non capisco come mai anche Introvigne abbia torvato piacere nell affondare il coltello della critica spietata su questo libro,ragazzi è un romanzo,lo stiamo criticando come un accozzaglia di cocnetti storici buttati li alla rinfusa ma è un romanzo,Umberto Eco con il pendolo di foucalut ha fatto lo stesso e non ha beccato cosi tante legnate come D.Brown bisonga prenderlo per quello che è,un romanzo che si basa su alcune cose reali punto e basta.Poi c e chi come me è convinto che questi libri,su questi precisi argomenti non sono ma scritti e pubblicati a caso ma è un altra storia :-)

[Modificato da punishMYheaven 15/08/2004 15.06]

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02/10/2004 10:38

[SM=x44473] sono l'unica scema che l'ha letto in 2 giori???
vabbè che in due settimane ho letto 6 libri, ma devo dire che il codice mi è piaciuto [SM=x44464]

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02/10/2004 12:25

Re:

Scritto da: KayScarpetta 02/10/2004 10.38
[SM=x44473] sono l'unica scema che l'ha letto in 2 giori???
vabbè che in due settimane ho letto 6 libri, ma devo dire che il codice mi è piaciuto [SM=x44464]



E' un libro che può essere piacevole se viene preso come un romanzo, astraendo completamente da quella che dovrebbe essere la base storica che esso mette alla base. Se invece la si tiene presente si nota come l'autore sia abbastanza pressapochista e presuntuoso...diciamo che non ha nulla a che vedere con il nome della rosa...

Anch'io l'ho letto in due giorni, non mi è piaciuto, ma ci ho messo lo stesso poco tempo. [SM=x44477] [SM=x44482] [SM=x44477]

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31/10/2004 18:03

Intorvigne
"Il Codice Da Vinci": ma la storia è un'altra cosa
di Massimo Introvigne

1. L’anti-cattolicesimo come «ultimo pregiudizio accettabile»
Immaginiamo questo scenario. Esce un romanzo in cui si afferma che il Buddha, dopo l’illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni – che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) – era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l’omicidio. Pubblicato, il romanzo non passa inosservato. Autorità di tutte le religioni lo denunciano come un’odiosa mistificazione anti-buddhista e un incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione è vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui è proposta una versione per il grande schermo, cacciano a pedate l’autore e considerano l’intero progetto uno scherzo di cattivo gusto.
Lo scenario non è vero, ma ce n’è uno simile che è del tutto reale. Solo che non si parla di Buddha, ma di Gesù Cristo; non della comunità buddhista, ma della Chiesa cattolica; non di Suzuki e del suo ordine zen ma di san Josemaría Escrivá (1902-1975) e dell’Opus Dei da lui fondata; non del Dalai Lama ma di Papa Giovanni Paolo II. Il romanzo in questione ha venduto tre milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti, è sbarcato anche in Italia e la Sony ne sta traendo un film, che sarà diretto da Ron Howard e per cui è già cominciata una propaganda internazionale. Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo prodotto è solo un’altra prova del fatto che l’anti-cattolicesimo è «l’ultimo pregiudizio accettabile» (1).

2. «Il Codice da Vinci» e il Priorato di Sion
Il Codice Da Vinci (2) mette in scena una caccia al Santo Graal. Quest’ultimo – secondo il romanzo – non è, come la tradizione ha sempre creduto, una coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, la vera «coppa» che ha tenuto in sé il sang réal – in francese antico il «sangue reale», da cui «Santo Graal» –, cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. La tomba perduta della Maddalena è dunque il vero Santo Graal. Apprendiamo inoltre che Gesù Cristo aveva affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile non a san Pietro ma a sua moglie, Maria Maddalena, e che non aveva mai preteso di essere Dio. Sarebbe stato l’imperatore Costantino (280-337) a reinventare un nuovo cristianesimo sopprimendo l’elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea (325). Il progetto presuppone che sia soppressa la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio, e che la sua discendenza sia soppressa fisicamente. Il primo scopo è conseguito scegliendo quattro vangeli «innocui» fra le decine che esistevano, e proclamando «eretici» gli altri vangeli «gnostici», alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena. Al secondo, per disgrazia di Costantino e della Chiesa cattolica, i discendenti fisici di Gesù si sottraggono e secoli dopo riescono perfino a impadronirsi del trono di Francia con il nome di merovingi. La Chiesa riesce a fare assassinare un buon numero di merovingi dai carolingi, che li sostituiscono, ma nasce un’organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, per proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto.
Al Priorato sono collegati i templari – per questo perseguitati – e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e alcuni – fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) – hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, completa la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe, in cui periscono cinque milioni di donne. Ma tutto è vano: il Priorato di Sion sopravvive, così come i discendenti di Gesù in famiglie che portano i cognomi Plantard e Saint Clair.

3. «Fiction» o storia?

Molti obiettano a qualunque critica del romanzo che si tratta, appunto, di fiction che in quanto tale non è tenuta a rispettare la verità storica. Questi critici hanno semplicemente dimenticato di leggere la pagina Informazioni storiche, dove Brown afferma che «tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà» (3), e si fondano in particolare sul fatto che «nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers Secrets» (4) con la storia del Priorato di Sion.
Forse in risposta alle molte controversie, a partire dalla sesta ristampa la pagina Informazioni storiche, pagina 9 dell'edizione italiana Mondadori, è sparita sostituita da una pagina 9 interamente bianca: ma naturalmente rimane nell'edizione inglese (e nelle prime stampe italiane, per chi ha acquistato il volume nelle prime settimane di diffusione).
La parte che anche l’autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini, ma una criptologa che lavora per la polizia di Parigi – Sophie Neveu, la nipote di Saunière – crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l’Opus Dei, ma le cose sono più complicate. Sul conto di questi istituto si ripetono le più crude «leggende nere», cento volte smentite, ma dure a morire, desunte dalla letteratura internazionale che lo critica, esplicitamente citata. Nel romanzo, un nuovo Papa progressista ha deciso di rescindere i legami fra la Chiesa e l’Opus Dei che risalgono a Papa Giovanni Paolo II, e il prelato dell’Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso «Maestro»: pagando a questo personaggio una somma immensa, potrà ricattare la Santa Sede impadronendosi delle prove del segreto del Priorato di Sion – cioè della «verità» su Gesù Cristo – e minacciando di rivelarle al mondo. Un ex-criminale, ora numerario dell’Opus Dei, è «prestato» al Maestro, e proprio quest’ultimo lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il «Maestro» lavora per sé stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa. Fra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie – fra i quali nasce anche l’inevitabile storia d’amore – finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall’esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l’ultima discendente di Gesù Cristo.

4. Errori e mistificazioni

Solo la diffusa ignoranza religiosa spiega come qualcuno possa prendere sul serio un tale cumulo di affermazioni a dir poco ridicole. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All’epoca del Canone Muratoriano – che risale circa al 190 d.C. – il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant’anni prima che Costantino nascesse. Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio» (5). A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita» (6), Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (7). La cifra di cinque milioni di streghe bruciate dalla Chiesa cattolica è del tutto assurda, e Brown si dimentica del fatto che nei paesi protestanti la caccia alle streghe è stata più lunga e virulenta che in quelli cattolici.
L’idea stessa di un «codice Da Vinci» nascosto nelle opere dell’artista italiano è stata definita «assurda» dalla professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (8). A fronte di questi svarioni, quello del traduttore italiano che chiama la torre dell’orologio del parlamento inglese «Big Bang» (9) invece di Big Ben sembra quasi un peccato veniale. Inoltre, chi conosca un poco la storia delle mistificazioni sul Graal sa che nel Codice Da Vinci vi è ben poco di nuovo: tutto è già stato detto in centinaia di libri su Rennes-le-Château (10), e – benché il nome di questa località francese non sia mai menzionato nel romanzo di Brown – i cognomi Saunière e Plantard fanno chiaramente riferimento alle stesse vicende.

5. Il mito di Rennes-le-Château: una falsificazione già da tempo smascherata

Rennes-le-Château è un paesino francese del dipartimento dell’Aude, ai piedi dei Pirenei orientali, nella zona detta del Razès. La popolazione si è ridotta a una quarantina di abitanti, ma ogni anno i turisti sono decine di migliaia. Dal 1960 a oggi a Rennes-le-Château sono state dedicate oltre cinquecento opere in lingua francese, almeno un paio di best seller in inglese e un buon numero di titoli anche in italiano. Se ne parla anche in film e in fumetti di culto, come Preacher o The Magdalena. Il paesino si trova all’interno di quel «paese cataro», cioè della zona dove l’eresia dei catari ha dominato la regione ed è sopravvissuta fino al secolo XIII, che una sapiente promozione ha reso in anni recenti una delle più ambite mete turistiche francesi. Rennes-le-Château rimarrebbe però una nota a pie’ di pagina nel ricco turismo «cataro» contemporaneo se del paese non fosse diventato parroco, nel 1885, don Berenger Saunière (1852-1917). È a lui che fanno riferimento tutte le leggende su Rennes-le-Château.
Il parroco Saunière era soprattutto un personaggio bizzarro. Nel 1909 si rifiuta di trasferirsi in un’altra parrocchia e nel 1910, dopo aver perso un processo ecclesiastico, subisce una sospensione a divinis. Pure privato della parrocchia, rimane fino alla morte nel paese, che aveva arricchito con nuove costruzioni – fra cui una curiosa «torre di Magdala» – e scandalizzato con una serie di scavi nella cripta e nel cimitero, alla ricerca non si sa bene di che cosa. Diventato più ricco di quanto fosse consueto per un parroco di campagna, si favoleggia che abbia trovato un tesoro. Tutto poteva spiegarsi, peraltro – come sospettava il suo vescovo – con un meno romantico traffico di donazioni e di messe. In epoca recente si è sostenuto che Saunière avesse scoperto nella cripta importantissimi manoscritti antichi, ma quelli che sono emersi sono falsi evidenti del secolo XIX se non del XX. È possibile che, nel corso dei lavori per restaurare la chiesa parrocchiale – un’attività che va in ogni caso ascritta a merito dell’originale parroco – don Saunière avesse scoperto qualche reperto di epoca medioevale, ma in ogni caso non in quantità sufficiente da arricchirsi. Si continua a ripetere anche che Saunière sarebbe stato in rapporti con ambienti esoterici di Parigi, ma di questo non vi è nessuna prova. La figura di Saunière non è priva d’interesse, e le sue costruzioni mostrano che si trattava di un uomo singolarmente attento alle allegorie e ai simboli, sulla scia di una tradizione locale. Ma nulla di più ha mai potuto essere provato.
La leggenda di Saunière non sarebbe continuata nel tempo se la sua perpetua, Marie Denarnaud (1868-1953) – cui il sacerdote aveva intestato le proprietà e le costruzioni di Rennes-le-Château, per sottrarle al vescovo con cui era in conflitto – non avesse continuato per anni, anche per incoraggiare eventuali acquirenti, a favoleggiare di tesori nascosti. E se un altro personaggio, Noel Corbu (1912-1968), dopo avere acquistato dalla Denarnaud le proprietà dell’ex-parroco per trasformarle in ristorante, non avesse cominciato, a partire dal 1956, a pubblicare articoli sulla stampa locale dove – animato certo anche dal legittimo desiderio di attirare turisti in un borgo remoto – metteva i presunti «miliardi» di don Saunière in relazione con il tesoro dei catari.
Negli anni 1960 le leggende diffuse da Corbu su scala locale acquistano fama nazionale dopo aver attirato l’attenzione di esoteristi – fra cui Pierre Plantard (1920-2000), che aveva animato in precedenza il gruppo Alpha Galates ed era stato anche condannato per truffe a sfondo esoterico – e di giornalisti interessati ai misteri esoterici come Gérard de Sède, che pubblica nel 1967 L’or de Rennes (11). Tre autori inglesi di esoterismo popolare – Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln – s’incaricheranno di elaborare ulteriormente le sue idee, trasformandole in una vera industria editoriale – grazie anche alla BBC, che batte la grancassa – avviata con la pubblicazione, nel 1979, de Il Santo Graal (12). Secondo de Sède e i suoi continuatori inglesi, il parroco aveva scoperto il segreto di Rennes-le-Château, dove sarebbe depositato non solo un tesoro favoloso – variamente attribuito al tempio di Gerusalemme, ai visigoti, ai catari, ai templari, alla monarchia francese, e cui il sacerdote avrebbe attinto solo per una piccola parte –, ma anche – rivelato dalle presunte pergamene ritrovate da don Saunière, dalle iscrizioni del cimitero, dalle forme stesse degli edifici e di quanto si trova nella chiesa parrocchiale – un tesoro di tipo non materiale, la verità stessa sulla storia del mondo. Nel paesino pirenaico esisterebbero i documenti in grado di provare che Gesù Cristo – verità accuratamente nascosta dalla Chiesa cattolica – aveva avuto figli da Maria Maddalena, che questi figli portano in sé il sangue stesso di Dio e che pertanto hanno il diritto di regnare sulla Francia e sul mondo intero. Che il Santo Graal sarebbe, più propriamente, il sang réal, il «sangue reale» dei discendenti fisici di Gesù Cristo, è affermato da quando Plantard entra nella storia di Rennes-le-Château. Il Codice Da Vinci si limita a ripetere queste affermazioni. Per prudenza, afferma Plantard, la discendenza dei merovingi da Gesù Cristo sarebbe sempre stata mantenuta come un segreto noto a pochi. Ma i catari, i templari, i grandi iniziati – dallo stesso Saunière al pittore Nicolas Poussin (1594-1655), il quale ne avrebbe lasciato una traccia nel suo famoso quadro del Louvre I pastori di Arcadia, che raffigurerebbe precisamente il panorama di Rennes-le-Château – hanno custodito il segreto come cosa preziosissima, lasciando trapelare di tanto in tanto qualche indizio.
Oggi, naturalmente, un Priorato di Sion esiste. È fondato nel 1956 da Pierre Plantard – che si fa chiamare anche «Plantard de Saint Clair», inventandosi un titolo nobiliare di fantasia che è alle origini delle affermazioni de Il Codice Da Vinci secondo cui anche «Saint Clair» sarebbe un cognome merovingio –, con tanto di atto notarile e carte da bollo. Plantard ha lasciato intendere di essere egli stesso un discendente dei merovingi e il custode del Graal. La prova che il Priorato esiste da mille anni dovrebbe consistere nel nome di un piccolo ordine religioso medievale chiamato Priorato di Sion. Questo è effettivamente esistito – e finito –, ma non ha relazioni di sorta né con i merovingi né con presunti discendenti di Gesù Cristo. È difficile non concludere che il collegamento fra Rennes-le-Château, i merovingi e il Priorato di Sion è puramente leggendario, e che il Priorato è un’organizzazione esoterica le cui origini non vanno al di là dell’esperienza di Plantard e dei suoi collaboratori. Non è esistito nessun Priorato di Sion – nel senso in cui oggi se ne parla – prima dell’arrivo di Plantard a Rennes-le-Château. Ora, naturalmente esiste: ma solo dal 1956.
Nella pagina Informazioni storiche de Il Codice Da Vinci si afferma, come ho accennato, che tutta la storia è confermata da documenti inoppugnabili. Si tratta dei famosi documenti in parte «ritrovati» nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di Parigi e in parte trasmessi in precedenza allo scrittore Gérard de Sède. I documenti, però, sono stati «ritrovati» dalle stesse persone che li avevano nascosti nella Biblioteca Nazionale di Parigi: Plantard e i suoi amici. Ed è certissimo che non si tratta di documenti antichi ma di falsi moderni. Il principale autore dei falsi, Philippe de Chérisey – morto nel 1985 –, ha confessato di aver partecipato alla loro falsificazione, lamentandosi perfino per la loro utilizzazione avvenuta senza versargli il dovuto compenso, argomento su cui esistono lettere dell’avvocato di Chérisey (13).
Quanto a Poussin, la «prova» del suo collegamento con Rennes-le-Château avrebbe dovuto essere la fotografia di una tomba presente nel territorio del paesino francese, oggi distrutta, ma cui Poussin si sarebbe ispirato per il suo quadro I pastori di Arcadia. Peccato però che della tomba siano stati ritrovati il permesso e i piani di costruzione, datati 1903, ancorché la tomba sia stata completata nel 1933 (14): la tomba è dunque posteriore di quasi trecento anni al quadro di Poussin. Nessun «documento» e nessuna «prova», dunque. Solo fantasie, buone per vendere romanzi più o meno appassionanti, ma che dal punto di vista strettamente storico devono essere considerate autentica spazzatura.


* Articolo sostanzialmente anticipato, in una versione più breve, senza note e con il titolo Il Codice Da Vinci, in il Timone. Mensile di formazione e informazione apologetica, anno VI, n. 31, Fagnano Olona (Varese) marzo 2004, pp. 47-49.

(1) Cfr. PHILIP JENKINS, The New Anti-Catholicism. The Last Acceptable Prejudice, Oxford University Press, New York 2003; in una comunicazione personale, l’autore ha confermato di ritenere Il Codice Da Vinci un esempio tipico della mentalità descritta nel suo studio.
(2) Cfr. DAN BROWN, Il Codice Da Vinci, trad. it., Mondadori, Milano 2003.
(3) Ibid., p. 9.
(4) Ibidem.
(5) Vangelo di Tomaso, 114, in LUIGI MORALDI (a cura di), I Vangeli gnostici. Vangeli di Tomaso, Maria, Verità, Filippo, trad. it., Adelphi, Milano 2001, pp. 3- 20 (p. 20).
(6) Ibidem.
(7) Ibidem.
(8) Cfr. GARY STERN, Expert Dismiss Theories in Popular Book, in The Journal News, Westchester (New York) 2-11-2003, p. 1.
(9) D. BROWN, op. cit., p. 438.
(10) Cfr. un’introduzione all’immensa bibliografia sul tema, nel mio Rennes le Château: mistificatori e mistificazioni sul Graal, in Cristianità, anno XXIV, n. 258, ottobre 1996, pp. 7-9.
(11) Cfr. GERARD DE SEDE, L’or de Rennes ou la vie insolite de Bérenger Saunière, Curé de Rennes-le-Château, Julliard, Parigi 1967.
(12) Cfr. MICHAEL BAIGENT, RICHARD LEIGH e HENRY LINCOLN, Il Santo Graal, trad. it., Mondadori, Milano 1997.
(13) Cfr. lettera dell’avvocato B. Boccon-Gibod a Philippe de Chérisey, dell’8-10-1967, in cui parla di documenti «de votre fabrication et déposés à mon étude», all’indirizzo priory-of-sion.com/psp/id167.html, visitato il 20-5-2004.
(14) Cfr. PAUL SMITH, The Tomb at Les Pontils. The Real Truth, all’indirizzo priory-of-sion.com/psp/id33.html, visitato il 20-5-2004.

[Modificato da KuntaKinte77 31/10/2004 18.04]

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01/11/2004 22:53


Premetto ringraziandoti per il lavoro fatto, nel senso che portare il testo di Intorvigne è stato un arricchimento notevole per questa discussione. Continuo dicendo che le sue idee mi trovano d'accordo...ma che trovo il suo modo di esporre talmente saccente e privo di dialettica che mi vien quasi voglia di pensare che il codice da VInci sia un capolavoro!!!!![SM=x44492] [SM=x44492] [SM=x44492]

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02/11/2004 13:21

Consiglio la lettura de "il Sacro Graal" venduto in edicola a 2,90€ e che, a parer mio, fornisce fonti più attendibili de "il Codice da Vinci" che -ma è solo una mia opinione- mi sembra eccessivamente romanzato.

Questo libro credo sollevi dei punti interrogativi più interessanti aldilà del priorato o meno. Vale a dire: la chiesa "romana" ha adattato la situazione e le "sacre" sritture del vangelo a proprio vantaggio?
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02/11/2004 14:09

...facile, ma bello ...divorato...
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02/11/2004 23:38

Re:

Scritto da: KuntaKinte77 02/11/2004 13.21
Consiglio la lettura de "il Sacro Graal" venduto in edicola a 2,90€ e che, a parer mio, fornisce fonti più attendibili de "il Codice da Vinci" che -ma è solo una mia opinione- mi sembra eccessivamente romanzato.

Questo libro credo sollevi dei punti interrogativi più interessanti aldilà del priorato o meno. Vale a dire: la chiesa "romana" ha adattato la situazione e le "sacre" sritture del vangelo a proprio vantaggio?



Ho letto anche "il sacro Graal" e, se devo essere sincero, non è che mi abbia particolarmente colpito, anche perché tutte quelle portate mi sembrano congetture....non è che io chieda una prova, ma almeno un serie di indizi circostanziati mi sembrerebbero necessari, cosa che sinceramente non mi sembra di aver trovato.

Sai perché io penso che i Vangeli siano sacri, semplicemente perché sono troppo "folli" troppo fuori dai tempi e dal tempo in cui sono stati scritti, al punto che spesso si vede come gli stessi evangelisti siano in preda all'imbarazzo nel descrivere alcune parti degli stessi: ti porto un esempio, la domenica mattina dopo che Gesù è stato sepolto e momento della sua prima apparizione; a chi appare? A delle donne, a delle persone cioè che per la legge ebraica del periodo non potevano nemmeno essere utlizzate come testimoni in nessun caso a causa della "debolezza propria del loro sesso"....i tre evangelisiti che narrano nei dettagli l'episodio infatti tendono disperatamente a minimizzare, ma non possono negare un fatto che nella chiesa del periodo doveva essere conosciutissimo, e si vede tra l'altro come tentino di dare un ruolo agli apostoli, principalmente perché sapevano che altrimenti il loro racconto sarebbe sembrato ridicolo; se vuoi saperne di più cmq leggi un bel libro di Vittorio Messori "dicono che sia risorto".
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03/11/2004 10:22


Scritto da: Peppinox 02/11/2004 23.38


Ho letto anche "il sacro Graal" e, se devo essere sincero, non è che mi abbia particolarmente colpito, anche perché tutte quelle portate mi sembrano congetture....non è che io chieda una prova, ma almeno un serie di indizi circostanziati mi sembrerebbero necessari, cosa che sinceramente non mi sembra di aver trovato.




Pur apprezzando le grandi innovazioni dei vangeli (innovazioni già presenti in molte culture orientali e africane) non posso non notare alcuni spunti del libro -tratto da diversi documentari della BBC.
Per farti qke esempio: storicamente Pilato è stato un sanguinario, ma di fronte a xsto che esaltava le folle se ne lava le mani; gli uomini del sinedrio avevano il potere di lapidare (vd la maddalena) e crocifiggire eppure dicono di non poterlo fare e lo rimandano a Pilato; il tono pacato e accondiscendente nei confronti dei romani -che era il popolo che invece opprimeva e dettava legge; la trasposizione de "il nazareno" (da i nazarei = una setta) a "di Nazareth" (=città che all'apoca non esisteva....).

Oltre naturalmente ad una chiesa -parlo di quella successiva alle persecuzioni- troppo conformata al potere romano dell'epoca. Ed è quello il periodo di scoperta/rivisitazione di molti vangeli.

L'unica cosa che sicuramente è avvenuta è l'esistenza di xsto. Per il resto non è difficile trovare libri, nella cattolica Italia, a favore della sua resurrezione......
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04/11/2004 22:00

Re:

Scritto da: KuntaKinte77 03/11/2004 10.22


Pur apprezzando le grandi innovazioni dei vangeli (innovazioni già presenti in molte culture orientali e africane) non posso non notare alcuni spunti del libro -tratto da diversi documentari della BBC.
Per farti qke esempio: storicamente Pilato è stato un sanguinario, ma di fronte a xsto che esaltava le folle se ne lava le mani; gli uomini del sinedrio avevano il potere di lapidare (vd la maddalena) e crocifiggire eppure dicono di non poterlo fare e lo rimandano a Pilato; il tono pacato e accondiscendente nei confronti dei romani -che era il popolo che invece opprimeva e dettava legge; la trasposizione de "il nazareno" (da i nazarei = una setta) a "di Nazareth" (=città che all'apoca non esisteva....).

Oltre naturalmente ad una chiesa -parlo di quella successiva alle persecuzioni- troppo conformata al potere romano dell'epoca. Ed è quello il periodo di scoperta/rivisitazione di molti vangeli.

L'unica cosa che sicuramente è avvenuta è l'esistenza di xsto. Per il resto non è difficile trovare libri, nella cattolica Italia, a favore della sua resurrezione......



L'esempio che porti su Pilato non mi convince, il Sinedrio porta Gesù da Pilato (che era sanguinario come tutti i governatori romani, e se ne lava le mani perché, essendo vicina la pasqua, non voleva trovarsi una rivolta di Giudei ipereccitati...) perché, come essi affermano "voleva farsi re dei Giudei", quindi era una condanna che spettava al potere di coloro i quali si sarebbero sentiti minacciati da un fatto simile....e se nazareth non esisteva perché ne parla anche Isaia?

Se hai tempo prova a leggere Messori, ti potrebbe stupire.
[SM=x44475]

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04/11/2004 23:46

Re: Re:

Scritto da: Peppinox 04/11/2004 22.00


L'esempio che porti su Pilato non mi convince, il Sinedrio porta Gesù da Pilato (che era sanguinario come tutti i governatori romani, e se ne lava le mani perché, essendo vicina la pasqua, non voleva trovarsi una rivolta di Giudei ipereccitati...) perché, come essi affermano "voleva farsi re dei Giudei", quindi era una condanna che spettava al potere di coloro i quali si sarebbero sentiti minacciati da un fatto simile....e se nazareth non esisteva perché ne parla anche Isaia?

Se hai tempo prova a leggere Messori, ti potrebbe stupire.
[SM=x44475]



peppi messori l'ho letto cosi' come "prove su Gesu'", ecc.... tutte letture da bravo animatore oratoriano di decennale esperienza......

Che lui fosse "il re dei giudei" è evidente dal riferimento evangelico della sua stirpe che trae origine nel re davide.....

Forse la scritta sulla croce non era "ironica", ma realistica vista la discendenza.
Inoltre -ritornando su Pilato- se era il popolo stesso a chiederlo, perchè contraddirli????? [SM=x44464]
Assecondandoli avrebbe "semplificato" il tutto. Inoltre, secondo le ricostruzioni romane [SM=x44451] , il sinerdrio s'era pure riunito di sabato. [SM=x44498]

Insomma, nella ricostruzione evangelica, i "buoni" sono i romani e gli giudei i cattivi. A me suona strano visto chi avrebbe scritto gli evangeli.Salvo che la compiacenza verso i romani non fosse dovuta o ritoccata dai documenti originali che, per ns sfiga, non abbiamo. [SM=x44461]
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