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L come...LETTERATURA PARANORMALE

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2006 00:54
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26/10/2004 21:35

E' cosi chiamata,come anche "letteratura medianica",tutta una vasta produzione letteraria che,unita a una non meno vasta produzione artistica e musicale appartenente più latamente all' arte paranormale,costituisce il vasto fenomeno detto "automatismo creatore".Viene ottenuta per lo più mediante la scrittura automatica,ma talora anche per tiptologia,o con la planchette o l'ouija.
Bisogna notare anzitutto che non è facile distinguere la letteratura paranormale - come tutta l'arte paranormale in genere - dalle stesse espressioni considerate normali: in un certo senso tutta la creazione artistica è paranormale perchè non se ne conoscono a tutt'oggi i normali processi che ne stanno alla base.Possiamo considerare normali quella letteratura e quell'arte che si ricollegano in qualche modo alla personalità cosciente dei loro creatori,alle loro concezioni di vita,alla loro volontà di creare;e paranormali quelle in cui questo legame sembra venire meno e la creazione appare del tutto indipendente dalla personalità normale dell'autore il quale opera senza avere coscienza di quello che fa e senza poter dirigere lo sviluppo della sua opera.

Ma anche così dobbiamo riconoscere che non è possibile individuare il punto preciso in cui un atto creativo finisce di essere normale per diventare paranormale.Molti scrittori,per limitarci solo agli scrittori,hanno più volte vissuto l'esperienza di iniziare un'opera orientati verso dati fini e di proseguirla mutando,quasi involontariamente ,di direzione: è noto che il Foscolo iniziò i Sepolcri per sostenere la triste inutilità delle sepolture e proseguì il carme facendone la glorificazione.
Il Cervantes cominciò il Don Chisciotte per fare un'allegra satira del romanzo cavalleresco e solo a metà dell'opera si accorse di stare scrivendo una nuova epopea.

Fine prima parte.
27/10/2004 00:45

[SM=x44462] interessante
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27/10/2004 14:10

Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 27/10/2004 0.45
[SM=x44462] interessante



oh!

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05/06/2005 19:02

La paranormalità in scrittori celebri
Ma spesso è avvenuto qualcosa di più o almeno di diverso:molti scrittori famosi hanno dichiarato apertamente di avere scritto opere non meno famose in un singolare stato di semincoscienza o addirittura di incoscienza:anche se l'opera veniva a corrispondere alla loro personalità cosciente inquadrandosi nel complesso della loro produzione,nel momento della creazione il ponte fra l'inconscio e il conscio sembrava spezzarsi.
William Blake,nella prefazione del suo poema GERUSALEMME, lo definì il maggior poema del mondo aggiungendo:"Posso lodarlo perchè oso pretendere di esserne stato il solo segretario:gli autori sono nell'eternità".
E più oltre:"Ho scritto questo poema sotto diretta dettatura:dodici e a volte venti o trenta versi d'un fiato,senza premeditazione o addirittura contro la mia volontà".Goethe affermò di avere scritto I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER "quasi inconsciamente,come sonnambulo",e di avere poi letto il libro con meraviglia;in realtà il grande poeta aveva doti di sensitività ereditate da un nonno.
Walter Scott scrisse uno dei suoi romanzi più celebri, LA SPOSA DI LAMMERMOORE, durante una malattia,in uno stato di trance più o meno leggera,e non ne serbò poi alcun ricordo tanto da leggerlo come se fosse stato l'opera di un altro.


La signora Howard,intima amica di Harriet Beecher Stowe,autrice de LA CAPANNA DELLO ZIO TOM,riferisce che una sera in cui,ospiti della sorella della scrittrice,si erano ritirate nella stessa stanza da letto,e Harriet,dopo essere rimasta a lungo assorta,disse:
"Stamani ho ricevuto una lettera di mio fratello Edward,che è preoccupato sul mio conto perchè teme che tutte le lodi che mi fanno,tutta la notorietà creatasi intorno al mio nome,ridestino in me moti di orgoglio a discapito della mia anima di cristiana...Non se ne preoccuperebbe se sapesse che quel libro non l'ho scritto io." E,alle domande stupite dell'amica,continuò:"Io non ho fatto altro che annotare quello che ho visto...tutte le scene del mio romanzo si sono svolte dinanzi in una visione e io non ho fatto che descrivere quello che vedevo...Tua figlia Annie mi ha rimproverato di aver fatto morire Evangelina;ma non è stato per colpa mia:non potevo impedirlo.Ne sono rimasta straziata più di ogni altro,come se fosse morta la persona più cara della mia famiglia,a tal punto che non potei riprendere la penna per più di due settimane."
Molti anni dopo,un pomeriggio in cui la scrittrice,ormai settantenne,passeggiava sola in un parco,un ammiratore sconosciuto le si avvicinò chiedendole di poter stringere la mano all'autrice di un romanzo così famoso."Non l'ho scritto io",rispose Harriet,"lo ha scritto Dio:è Lui che me lo ha dettato."

Fine seconda parte.
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06/06/2005 02:20

Re:
[SM=x44473]


Scritto da: texdionis 26/10/2004 21.35
E' cosi chiamata,come anche "letteratura medianica",tutta una vasta produzione letteraria che,unita a una non meno vasta produzione artistica e musicale appartenente più latamente all' arte paranormale,costituisce il vasto fenomeno detto "automatismo creatore".Viene ottenuta per lo più mediante la scrittura automatica,ma talora anche per tiptologia,o con la planchette o l'ouija.
Bisogna notare anzitutto che non è facile distinguere la letteratura paranormale - come tutta l'arte paranormale in genere - dalle stesse espressioni considerate normali: in un certo senso tutta la creazione artistica è paranormale perchè non se ne conoscono a tutt'oggi i normali processi che ne stanno alla base.Possiamo considerare normali quella letteratura e quell'arte che si ricollegano in qualche modo alla personalità cosciente dei loro creatori,alle loro concezioni di vita,alla loro volontà di creare;e paranormali quelle in cui questo legame sembra venire meno e la creazione appare del tutto indipendente dalla personalità normale dell'autore il quale opera senza avere coscienza di quello che fa e senza poter dirigere lo sviluppo della sua opera.

Ma anche così dobbiamo riconoscere che non è possibile individuare il punto preciso in cui un atto creativo finisce di essere normale per diventare paranormale.Molti scrittori,per limitarci solo agli scrittori,hanno più volte vissuto l'esperienza di iniziare un'opera orientati verso dati fini e di proseguirla mutando,quasi involontariamente ,di direzione: è noto che il Foscolo iniziò i Sepolcri per sostenere la triste inutilità delle sepolture e proseguì il carme facendone la glorificazione.
Il Cervantes cominciò il Don Chisciotte per fare un'allegra satira del romanzo cavalleresco e solo a metà dell'opera si accorse di stare scrivendo una nuova epopea.

Fine prima parte.

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26/06/2005 18:22

Dickens e Balzac affermarono spesso di vedere, scrivendo, svolgersi dinanzi a loro con particolare vivezza le scene dei loro romanzi e, talora, diverse da quelle che avevano immaginato, così da dovere spesso modificare la trama.
D.H.Lawrence scrisse tutte le sue opere in uno stato di semincoscienza o di totale incoscienza;e John Galsworthy,uno scrittore tutt'altro che visionario,sempre attento a seguire la realtà quotidiana di un mondo vittoriano,in una conferenza tenuta a Oxford sulla "Creazione dei personaggi in letteratura",descrisse così il singolare modo in cui lavorava:
"Mi sprofondo in un seggiolone patriarcale con un taccuino sulle ginocchia,una stilografica in mano,la pipa in bocca e,dinanzi a me,l'ultima pagina del romanzo che sto scrivendo...Nulla,assolutamente nulla esiste nel mio cervello:io me ne sto quieto a sedere facendo il vuoto nella mia mente,senza pensare,senza aspettare,senza sperare nulla.Tuttavia comincio sempre col rileggere l'ultima pagina scritta.A un dato momento ho l'impressione che la mia mente esuli dalla poltrona in cui giace il corpo che la contiene,per recarsi là dove si trovano i personaggi che agiscono,o conversano,o attendono di farsi avanti,o stanno già con la bocca semiaperta,impazienti che mi decida a farli parlare.
D'improvviso la penna è scossa da un sobbalzo subito seguito da altri sobbalzi minori;dopo di che prende uno slancio irrefrenabile e scrive con grande rapidità continuando per un'ora o due.Quando rileggo quello che è stato scritto senza il mio intervento consapevole,rimango sempre stupito nel constatare che la mia mano ha ripreso il tema dal punto preciso in cui era rimasto interrotto."


Fine terza parte.
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24/08/2005 23:43

Ancora più singolare il caso del romanziere William Sharp,che verso il 1890 cominciò a cadere in stati di trance durante i quali scriveva per scrittura automatica poesie e romanzi del tutto diversi per stile e ispirazione dai suoi soliti e firmati con un nome femminile: Fiona MacLeod.
La produzione di Fiona,ispirata ad antiche vicende di storia celtica in un clima intensamente neoromantico,venne pubblicata sotto questo nome e ottenne un notevole successo;solo dopo la morte dello Sharp,avvenuta nel 1905,si venne a sapere che lui e Fiona MacLeod erano la stessa persona fisica. "Vi è qualcosa di strano ed elettrizzante", scriveva lo Sharp a sua moglie nel 1896, "nel sapere che in me si riuniscono due persone.Quanto intime!Eppure quanto diverse tra loro!A volte ho l'impressione che Fiona stia dormendo nella camera vicina e mi sorprendo nell'atto di ascoltare,quasi a spiare i passi,o nell'attesa di vedere aprirsi la porta e comparirmi Fiona.Essa però,quando mi si rivela,lo fa bisbigliandomi interiormente.Ora attendo con ansia di sapere come svolgerà la trama del suo nuovo romanzo,Gli amanti della montagna".
Rudyard Kipling,al pari di Socrate,affermava di essere costantemente guidato da un Daemon: "Il mio Daemon" ,scrive, "venne da me per tempo,quando,disorientato,mi dedicavo ad altre cose,e mi sussurrò:"Tu devi dedicarti a questo e solo a questo"Io gli obbedii e ne fui ricompensato...Il mio Daemon era con me nei romanzi della Jungla,nel romanzo Kim,nei due romanzi Puck,ed io ebbi sempre una grande deferenza per lui,temendo di perderlo."

Anche Robert Louis Stevenson aveva dei genii che lo ispiravano,da lui chiamati Brownies,o folletti;a suo dire "essi,durante il sonno,di notte in notte,di sogno in sogno,riescono a tessere sapientemente la trama di tutto il mio romanzo,capitolo per capitolo,distribuendo i temi emozionali in progressione ascendente,in una guisa che essi soli sanno fare".

Fine quarta parte.
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03/10/2005 18:24

Fantasia e realtà
Sempre rimanendo nel campo degli scrittori noti,incontriamo curiosi fenomeni in cui vicende da loro immaginate e credute solo frutto della loro fantasia,si sono rivelate poi realmente avvenute.
La signora E.Somerville riferisce nelle sue Memorie Irlandesi che,poco dopo avere pubblicato il suo romanzo Carlotta,fu visitata da una vecchia signora la quale le chiese come era riuscita a conoscere con tanta esattezza le vicende della protagonista.Ella rispose di essersele semplicemente immaginate,ma l'altra affermò di avere conosciuto la vera Carlotta e che tutta la sua drammatica storia si era svolta come la scrittrice aveva narrato."Allora",continua la Somerville,"mi ricordai che,quando scrivevo il romanzo,mia sorella aveva ottenuto per scrittura automatica una comunicazione da parte di un'entità che affermava di essere la "vera Carlotta",ed era un messaggio così saturo di odio implacabile da suggerire il proverbio "nell'inferno non vi sono furie paragonabili a una donna ingannata".

Un altro romanziere inglese,Rider Haggard,riferisce un caso simile.Nel suo romanzo Fair Margaret aveva creato il personaggio di un certo Peter Brome,il cui padre era stato ucciso nella battaglia di Bosworth.Dopo la pubblicazione del romanzo ricevette una lettera del colonnello Peter Brome Gilles,il quale gli chiedeva dove avesse ricavato i particolari della vita del suo antenato Peter Brome: in realtà il padre di lui era caduto nella battaglia di Bosworth,la sua famiglia aveva posseduto beni nella contea di Suffolk,confinante con quella di Essex,dove erano i territori dei Brome del romanzo,e un ramo della famiglia aveva introdotto nel suo stemma il simbolo di un uccello come aveva raccontato lo scrittore.

Fine quinta parte.
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03/12/2005 17:37

Arthur Conan Doyle,il creatore di Sherlock Holmes,viaggiando in Svizzera,si fermò alla locanda Schwarembach,situata in una località selvaggia e deserta che gli parve adattissima come scena di un racconto tragico:e immaginò la storia di un albergatore criminale che aveva deciso di uccidere e derubare il primo straniero che capitasse nel suo albergo e che,ponendo in atto il suo proposito,uccideva il proprio figlio,da lui troppo tardi riconosciuto.
Non molto più tardi,sfogliando un libro di racconti di Guy de Maupassant,trovò lo stesso racconto,che si svolgeva appunto nella locanda Schwarembach;e infine venne a sapere che,ancora prima di loro,il drammaturgo tedesco Zacharias Werner aveva svolto la stessa trama nella sua tragedia IL VENTIQUATTRO FEBBRAIO (1810),ispirata a un fatto reale che era avvenuto in quella locanda.




Lo scrittore mistico tedesco Johann Jung Stilling,nel suo romanzo NOSTALGIA,descrisse minutamente i riti di una società segreta orientale che credeva fosse solo una sua invenzione.Venne poi a sapere che questa società esisteva effettivamente e praticava tutti i riti che lui aveva descritto.
Il giornalista e scrittore inglese William T. Stead,che era anche medium,in un suo racconto pubblicato nel 1893,descrisse il naufragio di un enorme piroscafo,considerato inaffondabile,a causa di un urto contro un iceberg.Nel 1912 egli periva nel naufragio del "Titanic" :-: ,avvenuto nelle stesse circostanze da lui narrate nel suo racconto.

Questi episodi mostrano come fenomeni paranormali possano inserirsi nella creazione letteraria in vario modo,e sembrano confermare l'ipotesi di una paranormalità di base nella produzione artistica in genere e in quella letteraria in particolare.

Fine sesta parte.
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05/12/2005 22:40

Rientra in questa categoria anche il romanzo "Frankenstein ovvero il moderno Prometeo" di Mary Shelley.
Nel giugno 1896 lord Byron, John William Polidori suo medico personale nonchè segretario, il poeta Shelley e la sua futura moglie Mary si ritrovarono a villa Diodati sul lago di Ginevra. Fin dai primi giorni l'atmosfera fu esaperata da un tempo sempre freddo e piovoso. Una sera per ingannare il tempo Byron propose ai compagni una seduta spiritica al termine della quale ognuno dei presenti doveva scrivere un racconto di fantasmi.
La cosa nata come gioco si rivelò ben più seria, coinvolgendo i presenti più di quanto essi stessi si aspettassero. L'evento saliente fu il sogno di Mary che verrà poi trasposto nel romanzo, ma nello stesso sogno ebbe anche la visione della morte del marito.
Anche il Polidori ebbe una visione in cui presero forma le sue ossessioni e il suo rapporto ambiguo di amore/odio con Byron; da questa nacque il racconto "Il Vampiro" che influenzò lo stesso Bram Stoker.

[SM=x44515]


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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




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29/12/2005 21:34

La letteratura paranormale nell'Ottocento
E' difficile, e forse impossibile,ricostruire una storia della letteratura paranormale:già nell'Antico Testamento si trovano accenni a quella che avrebbe potuto essere una scrittura automatica,come quando,nel secondo libro dei Paralipomeni (XXI,12),troviamo scritto "Ora,gli pervenne una lettera del profeta Elia,il quale gli diceva...": il profeta Elia era già morto al tempo della guerra contro Ramot di Galaad a cui si riferisce il passo.
Swedenborg scrisse certamente per visione o per scrittura automatica alcune delle sue opere.

Ma solo nell'Ottocento possiamo a grandi linee seguire lo svilupparsi di una vera letteratura paranormale,nel senso che la personalità dei suoi autori non sembra poter coincidere,per differenza di cultura e di livello,con quella che si rivela nelle opere,ottenute per lo più a scrittura automatica.
Il primo esempio che viene in genere ricordato è quello della monaca agostiniana tedesca Anna Katharina Emmerich,che,dal 1818 al 1824,quando morì,dettò al poeta Clemens Brentano vari volumi sulla storia di Gesù e della Vergine Maria,ricchi di sorprendenti particolari.
Il primo fu pubblicato nel 1833 col titolo LA VITA TERRENA E L'AMARA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO SECONDO LE CONTEMPLAZIONI DELLA BEATA KATHARINA EMMERICH.
Seguì LA VITA DELLA SANTA VERGINE MARIA SECONDO LE VISIONI DELLA BEATA ANNA KATHARINA EMMERICH.
Queste opere non furono oggetto di studio storico e,per quello che riguarda lo stile,furono certamente mediate dal grande poeta romantico.

Fine settima parte.
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07/01/2006 21:29

Una vera fioritura si ha verso la metà del secolo nel risveglio mistico e religioso che commosse l'America nel periodo in cui nacque lo spiritismo.
Cominciò Andrew Jackson Davis nel 1845,con la grande opera PRINCIPI DELLA NATURA,SUE DIVINE RIVELAZIONI E APPELLO AL GENERE UMANO ("The principles of Nature,Her Divine Revelations,and a Voice to Mankind,1947),da lui dettata in stato di trance al reverendo Fishborough in quindici mesi.Si trattava di uan vasta discussione mistico-filosofico-scientifica sui principi dell'universo,che si addentrava in vasti campi del sapere,con numerose citazioni ebraiche riconosciute esatte.E il Davis,per quanto visionario appassionato,er aun uomo di scarsa cultura.Il prof. Bush dichiarò straordinario che un'opera simile fosse stata concepita dalla mente di un solo uomo.
Seguirono,nello stesso giro di anni,altre opere letterarie paranormali di ispirazione religiosa.Fra il 1851 e il '52 il reverendo Hammonds scriveva in scrittura automatica un libro di 250 pagine in ottavo: IL PELLEGRINAGGIO DI THOMAS PAYNE E DI ALTRI AL SETTIMO CIRCOLO ("The Pilgrimage of Thomas Payne and Others to Seventh Circle,1852"),che è una visione dell'aldilà e del progresso delle anime nella loro nuova vita.
Nel 1857 veniva pubblicata la voluminosa opera di John Murray Spear,L'EDUCATORE ("The Educator") che,secondo l'autore,gli sarebbe stata dettatta da un gruppo di spiriti superiori.
Il Murray,tuttavia, era un mistico e un predicatore,il suo libro ne rispecchiava le dottrine e l'opera può essere quindi considerata al limite fra il normale e il paranormale.

Fine ottava parte.
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21/01/2006 14:24

Lo stesso,però,non si può dire dell'opera di un contabile di scarsa cultura,già fabbro,IL RISANAMENTO DELLA NAZIONE ("The healing of the nation",1855),ottenuta per scrittura automatica in una calligrafia diversa da quella del medium,e che viene considerata una delle migliori opere edificanti scritte paranormalmente.
Ma la produzione più singolare di questo periodo è probabilmente quella di Hudson Tuttle,anche lui scarsamente colto,che dopo aver scritto un libro sull'aldilà,SCENE DEL MONDO SPIRITICO ("Scenes in the Spiritistic World",1853) appena sedicenne,pubblicò nel 1856 una monumentale opera scientifica,GLI ARCANI DELLA NATURA ("Arcana of Nature"),tra i cui ispiratori sarebbero stati il Lamarck e Alexander von Humboldt,di cui il Tuttle non aveva mai letto una riga.
L'opera fu apprezzata da uomini di scienza quali Darwin e il Büchner,che la credettero scritta da un vero scienziato e la citarono.
Fra l'altro,GLI ARCANI abbonda di citazioni tratte da opere scientifiche americane e straniere,alcune delle quali assai rare,che il Tuttles non aveva mai letto nè,data la sua cultura di semplice agricoltore e la sua giovane età - aveva solo diciotto anni quando scrisse l'opera - avrebbe potuto leggere.

Fine nona parte.
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05/02/2006 12:13

Anche in Europa si ebbero in questi anni espressioni di letteratura paranormale.
In Francia una fanciulla quattordicenne,Hermance Dufeaux,scrisse due libri singolari: LA VITA DI GIOVANNA D'ARCO,che le sarebbe stata dettata dalla stessa protagonista,e LE CONFESSIONI DI LUIGI XI.In entrambi vi erano particolari storici esatti e non certo alla portata di una ragazzina.Ma il caso più illustre di letteratura medianica in quella metà del secolo è quello che avvenne nell'isola normanna di Jersey,dove Victor Hugo con la moglie,i figli e pochi amici viveva in esilio politico.Le famose sedute di Jersey si svolsero dal 1853 al 1855 con una abbondante produzione di comunicazioni in prosa e in versi,per tiptologia,nelle quali sembrava esprimersi in modo evidente la potente personalità dello stesso Hugo,come prosatore e come poeta.Il grande scrittore,tuttavia,in quelle sedute,rimase sempre un semplice spettatore,e spesso non vi prese parte:fungeva per lo più da medium suo figlio Charles.

Ma il suo stile impetuoso rimane inconfondibile,quali che fossero le personalità che si presentarono.Solo quando si manifestò André Chénier per completare alcune sue liriche rimaste interrotte lo stile cambiò per dar luogo alla raffinata preziosità del poeta neoclassico.
Eccone un breve esempio:

Conduis-moi,cher Camille,et
dis-lui que je suis
L'esclave de ses jours conquis
pendant ses nuits;
Dis-lui que tout en moi par sa
bouche respire
Et qu'étant une fleur ella m'a
pour son Zéphire.
Oh! qu'on soufre d'aimer!oh!
quels cruels tourments!
Pour un moment heureux com-
bien d'autres moments
Où l'âme pleure et tombe,et,
pauvre feuille morte,
Obéissant au vent qui l'arrache
et l'emporte.
Erre et tremble et palpite et
songe au doux banquet
Où Camille l'avait mêlée à son bouquet...


Di ispirazione poetica fu anche l'opera famosa di Allan Kardec IL LIBRO DEGLI SPIRITI ("Le livre des esprits",1856).
In Inghilterra,nel 1857,venivano pubblicate le poesie ottenute per ispirazione medianica da J.Garth Wilkinson.
Nel 1870,sempre in Inghilterra,William Stainton Moses dava inizio a una nuova produzione letteraria paranormale che continua per tutto il secolo.Le comunicazioni del Moses contengono elevati insegnamenti religiosi che egli raccolse nell'opera INSEGNAMENTI SPIRITICI ("Spirit Teachings",1883).
Nel 1876 veniva pubblicato uno dei migliori romanzi medianici,dettato in 46 sedute fra il 1870 e il '71 da un incolto ebanista,il medium David Duguid: HAFED,PRINCIPE DI PERSIA ("Hafed,Prince of Persia"),il cui protagonista era la guida stessa del medium.Fu seguito,nel 1887,da un altro romanzo: HERMES,DISCEPOLO DI GESU' ("Hermes,a Disciple of Jesus").
Infine,verso la fine del secolo,il giornalista e sensitivo William T. Stead,sulla sua rivista BORDERLAND,presentava al pubblico fra il 1893 e il'97 le comunicazioni da lui avute,per scrittura automatica,da una sua collega da poco defunta,la signorina Julia Ames,sotto il titolo LETTERE DI JULIA ("Letters from Julia"),pubblicandole poi in volume nel 1897 col titolo DOPO LA MORTE ("After Death").

Fine decima parte.
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04/03/2006 18:27

In America,in questo periodo,appaiono due interessanti scritti paranormali.
L'uno,di cui si discusse molto,fu pubblicato nel 1874 col titolo IL MISTERO DI EDWIN DROOD("The Mistery of Edwin Drood") ed è la continuazione di un romanzo di Dickens,EDWIN DROOD,che lo scrittore,morendo nel 1870,aveva lasciato interrotto.L'autore,T.P.James,era un semplice meccanico che ignorava la prima parte della narrazione e scrisse la seconda per scrittura automatica riprendendo il racconto dal punto preciso da cui si era fermato.Intorno a quet'opera spiritisti e non spiritisti battagliarono a lungo:J.Forster trovò tra le carte del Dickens un intero capitolo destinato a essere inserito nel romanzo incompiuto e del quale non vi era alcun accenno nella continuazione del James:era certo molto strano che lo spirito del romanziere,manifestandosi per dare una prova della sua sopravvivenza,non avesse pensato a questo capitolo che avrebbe costituito una notevole prova di identità.
Da parte loro gli spiritisti insistettero sul fatto del perfetto aggancio della continuazione con la parte originale,sui numerosi modi di dire inglesi che appaiono nella continuazione e che non vengono usati in America,sull'identità dello stile ecc.
Conan Doyle,spiritista convinto,pur difendendo l'autenticità dell'ispirazione spiritica,riconobbe che "siamo ancora lungi dall'essere autorizzati ad affermare l'esistenza di una reale ispirazione da parte del grande romanziere".

La seconda opera,apparsa nel 1882 col titolo OAHSPE,e scritta automaticamente su di una macchina per scrivere dal dott. John Ballou Newbrough,è una sorta di nuova Bibbia contenente una dottrina cosmica secondo una tradizione tipicamente americana.

Fine undicesima parte.
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20/03/2006 18:58

Ricordiamo infine un caso italiano,che si manifestò dal 1867 al 1869 con la medianità del prof. Francesco Scaramuzza,direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Parma.
Nonstante la sua carica,lo Scaramuzza sapeva poco di lettere,e aveva già 64 anni quando si rivelò,caso piuttosto raro,medium scrivente,buttando giù per tre anni,con incredibile rapidità,opere poetiche di ogni genere,tra cui un POEMA SACRO di 3000 ottave,che gli sarebbe stato dettato dallo spirito dell'Ariosto,e due commedie in versi il cui autore sarebbe stato il Goldoni.Il Bozzano,che ebbe fra le mani queste opere,non pubblicate,afferma che le due commedie sono "vivaci,brillanti,magistralmente sceneggiate e che rivelano tutto il sapore dell'arte goldoniana".
Il poema,invece,non ha nulla di ariostesco:affronta "eccelsi argomenti,quali la natura di Dio,la genesi dell'universo,la creazione dei soli e dei mondi,gli scopi della vita e i destini dello spirito individualizzato per effetto del transito nella vita incarnata",ma la lingua è povera e i versi pedestri e volgari:la stessa personalità medianica che detta,si lagna spesso col medium per la forma trasandata con cui riveste le sue idee.

Fine dodicesima parte.

[Modificato da texdionis 20/03/2006 18.59]

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16/04/2006 20:53

Letteratura paranormale fino ai giorni nostri
Anche nel Novecento la letteratura medianica è abbondantissima e,in alcuni casi,di notevole interesse.
Negli Stati Uniti si parlò molto di "Patience Worth" e delle sue opere:questa "entità" si manifestò nel 1913,per mezzo dell'ouija,alla medium non professionista Pearl Lenore Curran,affermando di essere nata nel Seicento in un villaggio inglese del Dorsetshire,di avere vissuto là come semplice contadina e di essere poi emigrata in America dove era rimasta vittima di una scorreria di indiani.Presto Patience cominciò a dettare alla Curran,lettera per lettera e parola per parola,una vasta produzione letteraria:un romanzo che si svolge in Palestina ai tempi di Cristo: LA STORIA DOLOROSA ("The Sorry Tale"),a cui seguirono altri sette romanzi,un dramma,varie liriche e un poemetto,Telka,che è ancor oggi considerato uno dei casi più sconcertanti di questa fenomenologia.Ne LA STORIA DOLOROSA il protagonista è un figlio naturale dell'imperatore Tiberio,da lui avuto da una schiava bellissima,Theia,la quale,scacciata da Roma e deportata in Palestina,lo dà alla luce in un tugurio di lebbrosi presso Betlemme,la stessa notte in cui,a Betlemme,nasce Cristo.
La donna,esasperata,chiama il bambino Hate (Odio),e nell'odio questo sciagurato condurrà tutta la sua esistenza parallelamente a quella del suo divino coetaneo Gesù,che condurrà la sua nell'amore.
Il Prince fa notare l'abbondanza e l'esattezza dei particolari storici che appaiono in questa ampia narrazione;inoltre la Curran,che non cadeva mai in trance,durante la dettatura vedeva i fatti narrati con molti particolari anch'essi storicamente esatti,che non inseriva nel racconto ma che riferiva più tardi.

Un altro romanzo,SPERANZA TRUEBLOOD,si svolge invece in epoca vittoriana:è l'autobiografia di una ragazza inglese che vive in un villaggio sopportando con dolente serenità il vuoto che le si fa attorno,in quell'angusto ambiente,per la sua nascita illegittima.Anche qui la vita di un villaggio inglese,di cui la Curran non aveva alcuna idea,viene rappresentata con un profondo senso della realtà e con profonda esattezza.

Fine tredicesima parte.
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29/04/2006 14:27

L'opera più nota,per gli studi di cui fu oggetto,è però TELKA,un poemetto scritto con sole parole usate nel Seicento,il 90% delle quali è di origine anglosassone,percentuale che non ha riscontro in nessun altro scrittore inglese,neppure nel Chaucer.
Il linguaggio che ne deriva è senza dubbio artificiale,fatto di parole prese da varie regioni inglesi e da tempi diversi,ma è usato con un indiscutibile gusto per la parola,che ci ricorda,sebbene su di un altro piano,il linguaggio medievalizzante e artificialmente composito del D'Annunzio nei suoi drammi medievali.La trama,poi,alla quale,a differenza del linguaggio fu dedicata poca attenzione dagli studiosi,è nettamente neoromantica intrecciando i rustici amori di Telka,una contadina ombrosa e piena di senso pratico,e del trovatello Franco,con le misteriose e truci vicende di un vecchio Lord e di sua figlia Ione,una fanciulla cieca e dolcemente folle,che vivono in un castello diroccato.Telka,divenuta moglie di Franco,si prenderà amorosa cura di Ione;alla morte di questa,lo stalliere Ricardo racconterà la storia del castello e dei suoi abitatori,fosca vicenda di amori,di vendette e e di espiazioni.Franco risulterà figlio di una sorella maggiore di Ione,morta di sofferenze dopo avere amato e sposato un uomo indegno,e,con Telka e la loro figlioletta,prenderà possesso del castello,di cui è rimasto unico erede.
Se il linguaggio,più che seicentesco,appare al di fuori dello spazio e del tempo,la trama si colloca decisamente nel clima del romanzo gotico inglese e delle sue rievocazioni neoromantiche,a esempio CIME TEMPESTOSE della Brontë,così che l'insieme ci si presenta come una rievocazione quanto mai composita di forme linguistiche e di moduli letterari.

Fine quattordicesima parte.
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28/05/2006 13:04

Circa la stessa epoca,fra il 1918 e il 1927,appaiono in Inghilterra i cosiddetti RACCONTI DI GLASTONBURY,pubblicati dall'archeologo Frederick Bligh Bond e da lui ottenuti da medium diversi: si riferiscono all'antica abbazia di Glastonbury e alle leggende di re Artù e della ricerca del Graal e sembrano dettati da monaci dell'XI-XVI secolo,fra i quali il monaco Johannes Bryant,che visse realmente a Glastonbury dal 1497 al 1534.
Nel 1928 ha inizio un ciclo di romanzi paranormali scritti automaticamente da Geraldine Cummins.Sono cinque lunghe narrazioni,di cui le prime quattro riguardano la storia delle prime comunità cristiane e sarebbero state ispirate da un gruppo di "messaggeri spirituali" diretti dall'apostolo Cleofa: la quinta,dedicata alla fanciullezza del Redentore,sarebbe stata invece dettata da un altro gruppo,diretto da un'entità che si nasconde sotto lo pseudonimo di "Messaggero della Croce".
Tutto il ciclo è scritto in uno stile di singolare limpidità che,per la sua semplicità stessa,non manca di potenza.Ne diamo un breve esempio: l'inizio del secondo capitolo dei GRANDI GIORNI DI EFESO ("The Great Days of Ephesus",1933),il terzo di questi romanzi,in cui l'apostolo Paolo torna alla casa paterna,in Tarso,sperando di potersi riconciliare col padre Haran,che lo aveva maledetto durante la sua conversione:

"Haran era adesso molto vecchio,e Paolo sperava che gli anni avessero attenuato la sua amarezza,e che egli avrebbe revocato la sua sentenza di bando,la maledizione da lui gettata sul figlio,e lo avrebbe di nuovo accolto."
"Paolo amava molto suo padre.Nessun altro suscitava la stessa tenerezza nella sua anima.Fin dal tempo della visione sulla strada di Damasco egli aveva pregato ogni giorno affinchè il vecchio abbandonasse l'ostile spirito farisaico e conoscesse Cristo.
E adesso il santo credeva che fosse giunta l'ora in cui la sua preghiera sarebbe stata esaudita.Haran,che era conosciuto anche come Saulo il Vecchio,abitava a Tarso,ma solo per una stagione.Sarebbe presto partito per Gerusalemme per poter morire all'ombra del tempio di Sion.
"Ora Paolo credeva che,forse,il padre si sarebbe intenerito nella città in cui era nato e in cui era nato anche suo figlio.
"In quella città sul fiume,circondata da terre belle e rigogliose,i pensieri di un padre non potevano essere duri.Certo egli era cambiato nel ricordare i giorni della sua giovinezza,quando Paolo gli era caro più di ogni altra cosa,orgoglio della sua anima,pupilla dei suoi occhi.
"Così il santo era impaziente e senza alcun timore quando raggiunse la casa di sua sorella Deborah e disse allo schiavo di avvertirla che il suo errante fratello era tornato a casa.
"E Deborah salutò con gioia Paolo,lo fece entrare nella casa di suo marito e gli manifestò tutto il suo affetto.Gli disse che suo marito lo odiava ancora e per questo non poteva offrirgli l'asilo del suo tetto.Comunque egli non era in casa;Deborah dispose il cibo davanti al viaggiatore e gli lavò lei stessa i piedi sanguinanti".


Fine quindicesima parte.
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09/06/2006 11:21

Una sesta opera della Cummins,LA VIA ALL'IMMORTALITA' ("The road to Immortality",1932),appare dettata dall' entità Myers.
Le nozioni storiche,talora molto minute,che appaiono nel ciclo,e il vero valore di quest'ultima opera,che è la seconda pubblicata,hanno sempre reso perplessi gli studiosi sull'attività paranormale della Cummins.
Il nome di questa medium è legato anche a un'opera teatrale che un'altra medium,la signora Esther Dowden,ottenne,nel 1923,dall'entità di Oscar Wilde,dalla quale aveva avuto in precedenza numerose comunicazioni.La Cummins infatti,amica della Dowden,le fu vicina,in stato di veglia,mentre la medium,in trance,scriveva l'opera,rileggendo via via le parti scritte per dar modo al comunicante di correggerle minutamente.Ne risultò quella che fu intitolata UNA COMMEDIA STRAORDINARIA,in cui personaggi spiritici appaiono al fianco di quelli terreni e mondani del mondo wildiano e che non fu mai rappresentata nè pubblicata.Chi l'ha letta afferma che,nello stile e nella tecnica,è perfettamente coerente con la genuina produzione teatrale del Wilde;i capocomici a cui fu presentata la rifiutarono perchè condotta con modi antiquati e ormai superati.

In Francia,tra il 1928 e il 1931,venivano pubblicate anonime le LETTERE DI PIETRO ("Lettres de Pierre") in sei volumi,comunicazioni fatte alla madre da un giovane ufficiale caduto durante la prima guerra mondiale.L'opera ha un notevole valore morale e dà numerosi ragguagli sulla vita nell'aldilà e sui rapporti fra gli "spiriti" e i viventi.

Fine sedicesima parte.
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