Dagli imbrogli politici a quelli calcistici:
TRE DOCUMENTI CONTRO IL MILAN
BORRELLI, IL NUOVO CAPO DELL’UFFICIO INDAGINI FEDERALE,
È IL VERO SPETTRO CHE AGITA LE NOTTI E I GIORNI DEI DIRIGENTI ROSSONERI:
E’ NELLE SUE MANI IL
COMMISSARIAMENTO DELLA LEGA DI GALLIANI…
1 - TRE DOCUMENTI CONTRO IL MILAN
Riccardo Luna per “Il Romanista”
Dopo le nuove intercettazioni
Galliani "si ribella" contro i giornali ma per la prima volta
è preoccupato.
Nella primavera 2005 in almeno tre riprese gli investigatori descrivono
il "sistema rossonero" di condizionamento degli arbitri.
Oggi l’incontro con Guido Rossi, ma il commissariamento della Lega è nelle mani di Borrelli.
PER LUI I DESIGNATORI VENIVANO "TRANVATI"
È stato un perfido trafiletto, in coda al giornale, nella pagina dei libri, dove un anonimo estensore (il direttore?) lo invitava senza mezzi termini a fare come il "Barone Rampante" di Calvino:
salire sulla prima mongolfiera che passa e sparire.
Togliersi dai maroni, direbbero dalle sue parti.
Mollare la presidenza della Lega.
Ma non è finita.
La cosa che più lo ha allarmato non è stato il puntuale resoconto in cui il capo dello sport de La Repubblica Fabrizio Bocca ha messo a nudo «il sistemino Milan» ironizzando sul «lato comico della vicenda», ovvero sulla «faccia tosta» di Moggi che dava all’alleato rossonero «qualche bella fregatura».
E’ stato
l’accostamento, che quasi tutti i giornali hanno fatto, fra il suo incontro odierno - programmato da tempo -
con Guido Rossi e la presunta convocazione del commissario della Federcalcio per mandarlo a casa.
Guido Rossi
E ancora, fra il suo
tentativo di ridimensionare le responsabilità del Milan nonostante le intercettazioni,
e la considerazione opposta di Borelli sul fatto che la rete del malaffare del pallone fosse molto estesa.
Ecco, Borrelli.
Il nuovo capo dell’Ufficio indagini federale è il vero spettro che agita le notti e i giorni dei dirigenti rossoneri.
Non solo perché quando era il procuratore capo di Milano fece vedere i sorci verdi a Silvio Berlusconi.
Ma perché proprio Borrelli può essere lo strumento che consentirà a Guido Rossi di fare quell’intervento risolutivo che ormai tutti aspettano: commissariare Galliani o almeno, costringerlo ad un passo indietro che consenta ai club di A e B, che pure lo votarono compatti, di scegliersi una guida libera da conflitti di interesse. E soprattutto libera dal peso ingombrante di intercettazioni ed indagini sempre più compromettenti.
Tutto dipenderà da come Borelli concluderà le indagini fra meno di due settimane:
se il Milan sarà tirato in ballo pesantemente, come pare inevitabile,
nessuno potrà salvare Galliani.
Che questo lo sa benissimo e
si agita in maniera scomposta. Facendo altri danni.
Sabato,
per smontare l’ipotesi di una combine in Udinese-Milan, ha detto di aver comprato Janculovsky «sei mesi prima»: quando era vietato, ha subito notato Zamparini.
Ieri, si è fatto schermo di un passaggio dell’informativa dei carabinieri in cui le responsabilità del Milan sarebbero inferiori a quelle della Juve di Moggi.
Cosa che nessuno discute.
Ma
che il Milan fosse parte del sistema malato è provato dagli investigatori aldilà di ogni ragionevole dubbio.
Il primo documento che inchioda il Milan è datato 29 marzo 2005.
E’ una richiesta di proroga delle indagini, in corso ormai da dieci mesi. A proposito del sistema Galliani si legge:
«Nello specifico settore le risultanze emergenti dalle attività tecniche in atto e dalle complessive indagini continuano invece a produrre elementi utili a conferma delle attività di controllo del potere arbitrale e delle conseguenti commistioni ed attività di pressione esercitate in particolare sui designatori da parte della società calcistica del Milan.
Infatti, sulla base degli elementi acquisiti si è riscontrato che, mentre sul piano decisionale-politico del sistema calcio vi sono interessi condivisi tra le due società ed in particolare una sostanziale convergenza,
sul piano meramente sportivo, invece, vi è un serrato confronto - in relazione anche all’altalenanza dei risultati sportivi – tra il gruppo guidato da Moggi e quello guidato dai dirigenti del Milan.
Entrambi i contendenti, per la parte di competenza, hanno instaurato rapporti di natura commistiva con tutto il sistema arbitrale ed in particolare con i designatori su cui ognuno dei due gruppi fa pressione per giungere al proprio fine. L’attività tecnica sta facendo emergere in maniera chiara che i due poteri forti del calcio italiano, ossia la JUVE ed il MILAN pur se alleati per quanto riguarda le scelte di palazzo, risultano, invece, avversari per quanto riguarda il sistema arbitrale anche se emerge nitidamente una maggiore capacità di dominio e controllo del MOGGI in relazione alle sue potenzialità».
(Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani evidentemente preoccupati....)
Due settimane più tardi, in una nuova richiesta di proroga delle indagini, il passaggio è ancora più netto.
«L’attività tecnica in atto continua a produrre conferme ed elementi utili sull’attività di controllo del potere arbitrale da parte del MILAN.
Sulla base degli elementi acquisiti si è ancor di più comprovato (…) che l’altro corpo, e forte potere del calcio italiano, è il MILAN: questi, contrapponendosi sotto alcuni aspetti a quello della Juventus, determina a proprio favore tutta l’attività calcistica, le designazioni arbitrali, nonché le decisioni di questi, senza dimenticare che il Presidente del Milan è anche il Presidente della Lega Calcio».
Passano altre due settimane e si registra una terza richiesta di proroga:
«L’attività tecnica continua a fornire ampie conferme che anche il MILAN - in misura autonoma e comunque non organizzata - riesca ad incidere su alcune decisioni arbitrali».
Fonte: Il Romanista - Riccardo Luna - Dagospia - 5 giugno 2006
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.