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Hitler e l’atomica

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2005 05:30
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04/06/2005 09:42


Uno storico: trovato il diagramma di una bomba sporca. «Ci fu un doppio test». Gli studiosi: molti dubbi, ma i nostri scienziati non erano così innocenti

La «bomba» o l’ennesima patacca sul nazismo? Veramente Hitler ebbe un ordigno nucleare, sia pur rudimentale, riuscendo perfino a sperimentarlo? O sono solo le speculazioni, infondate, di uno storico in cerca di notorietà e di un editore in cerca di mercato? Si riapre in Germania una polemica, è il caso di dirlo, al calor bianco. Dilaga sui media tedeschi e internazionali. Lacera la comunità intellettuale e accademica, quella degli storici nonmeno di quella dei fisici. Etorna a sanguinare un’antica ferita, quella del ruolo giocato dalla scienza nella Germania nazista. Innescata in marzo da un libro, Hitlers Bombe, uscito per i tipi della DVA, la querelle è tornata d’attualità in questi giorni dopo che l’autore, Reiner Karlsch, ha reso noto un diagramma, ritrovato dopo la pubblicazione del saggio, che suonerebbe ulteriore conferma per la sua tesi, fin qui molto contestata.
Basandosi su testimonianze, nuovi documenti dagli ex archivi sovietici e perfino analisi di laboratorio, Karlsch, apprezzato studioso dell’argomento, aveva sostenuto nel libro che i nazisti furono vicini al possesso dell’arma atomica, che un reattore venne costruito non lontano da Berlino e che almeno due ordigni tattici ibridi, due «bombe sporche» si direbbe oggi, molto più piccole di quelle che gli americani avrebbero sganciato su Hiroshima e Nagasaki, vennero fatte esplodere con successo, nell’ottobre 1944, sull’isola di Ruegen e, nel marzo 1945, in Turingia. Nonostante i buoni risultati, secondo l’autore, le armi non furono mai impiegate in battaglia, perché la scarsezza di materiale fissile ne impedì la produzione di massa e anche per altri problemi tecnici, mai risolti, nel lancio e nella detonazione.
«I nazisti—aveva spiegato Karlsch, presentando il libro — non lavoravano a una bomba classica, ma speravano di combinare un mini-ordigno con un razzo. Non ne abbiamo mai sentito parlare, perché venne coinvolto solo un piccolo gruppo di scienziati, legati alle SS e i documenti furono coperti dal segreto, dopo essere stati trovati dagli Alleati». E, in verità, tutti gli studi sul programma nucleare hitleriano si sono sempre concentrati sul gruppo diretto dal fisico Werner Heisenberg, basato a Lipsia e Berlino, che non seppe e forse non volle costruire la bomba atomica per il Führer. Lanciato con grande fanfara dall’editore, Hitlers Bombe si è però subito scontrato con un muro di scetticismo e contestazioni. Al punto che lo stesso Karlsch ha fatto parziale marcia indietro, ammettendo di non aver prodotto prove inconfutabili, ma di «aver raccolto un’impressionante serie di indizi». E, smentendo parzialmente i sensazionali annunci della DVA, aveva fato notare che «lo stesso titolo del libro non parla di bomba atomica, ma soltanto di bomba: l’ho fatto deliberatamente, poiché il tipo di ordigno che venne sperimentato rimane aperto alla discussione». In effetti, il processo indiziario di Karlsch è piuttosto atipico per uno storico.
A sostegno della tesi della bomba nazista sono, per esempio, il rapporto di una spia russa nel quale «fonti affidabili» riferiscono di «due forti esplosioni» nella notte del 3marzo.Ola testimonianza di una donna tedesca, interrogata negli Anni ’60 dalle autorità della Ddr, che racconta di aver visto «una colonna di luce intensa alzarsi di notte verso il cielo e poi aprirsi a forma di albero ». Nel libro, c’è anche un testimone italiano, il giornalista fascista Luigi Romersa, uomo di fiducia di Mussolini e autore di reportages di guerra sul Corriere della Sera. Il suo racconto non è nuovo e, soprattutto, non è mai stato considerato attendibile. Nell’ottobre ’44, Romersa era stato incaricato dal Duce di recarsi in Germania per consegnare due lettere, una a Hitler, l’altra a Goebbels: Mussolini voleva avere rassicurazioni sulle nuove armi, che si raccontava fossero in possesso della Germania. Dopo gli incontri con il Führer e il ministro della Propaganda, il giornalista racconta di essere stato trasportato, con un aereo, su un’isola del Mare del Nord, di cui non conosceva il nome. Lì, in un bunker sotterraneo, assistette all’esplosione, con tanto di bagliore accecante.
Uomini in tuta protettiva, quattro o cinque ore dopo, lo avrebbero guidato attraverso il terreno dello scoppio, parlandogli di una «bomba che distrugge tutto»: «Rimasi molto impressionato dal fatto che il paesaggio fosse completamente cambiato, le casupole che avevo visto prima erano sparite, gli alberi come smembrati». Romersa tornò in Italia entusiasta e riferì al Duce. Il 1°novembre 1944, pubblicò un articolo sul Corriere della Sera, dove raccontava delle V1, delle V2, i missili di von Braun che già cadevano su Londra e «delle nuovissime armi», costruite secondo principi «contro i quali non esiste alcuna difesa conosciuta... saranno le armi del colpo finale». Nel libro, Karlsch ha usato anche i risultati di analisi di laboratorio, fatte a spese proprie, su campioni del terreno vicino a Ohrdurf, la città della Turingia non lontana dall’esplosione, che confermano la presenza di tracce di plutonio, uranio, cesio-137 e cobalto-60. A lasciare perplessi storici e scienziati è stato l’impianto generale dell’opera, l’uso di fonti quasi sempre di seconda mano e, non ultimo, un approccio piuttosto arruffone alla fisica.
«I testimoni o non sono affidabili, ovvero riferiscono di fatti ai quali hanno assistito. Quanto ai documenti, ognuno può essere interpretato in modo diverso» ha scritto Der Spiegel. «Non ci fu alcuna bomba atomica nazista, Karlsch e il suo editore vogliono solo far sensazione» ha detto Dieter Hoffmann, professore di Storia della scienza al Max Planck Institute di Berlino. La scoperta del diagramma, contenuto in un rapporto senza data e piuttosto schematico, potrebbe però convincerli che l’intuizione di Karlsch sia fondata. Tanto più che lo stesso Hoffmann gli riconosce un merito importante. Quello di aver dimostrato che la scienza tedesca non fosse così innocente, di fronte al nazismo, come invece venne fatto credere dopo il 1945. Grazie al rifiuto di Heisenberg, nel Dopoguerra gli studiosi tedeschi riguadagnarono, infatti, status internazionale e piena accettazione nella comunità scientifica. In realtà, Karlsch prova che altri fisici, protetti da Himmler e fin qui considerati di secondo piano, erano andati molto più avanti nella fissione. «Così—dice Hoffmann—la smettiamo con la leggenda dei pacifici scienziati tedeschi».

da [URL]www.corriere.it[=URL]www.corriere.it

La domanda a mio avviso è: se l'aveva, perché non l'ha usata?[SM=x44464]

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04/06/2005 14:11

In effetti dal punto di vista tattico ne avrebbe avuto tutto l'interesse,dato che a quell'epoca la guerra stava prendendo una piega ormai irreversibile per la Germania.
Nell'articolo però si sottolinea come un conto era far esplodere due bombe,dall'altro utilizzarle su larga scala,e i mezzi per Hitler apparivano ormai tremendamente limitati.
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06/06/2005 02:17

Re:
vero..


Scritto da: texdionis 04/06/2005 14.11
In effetti dal punto di vista tattico ne avrebbe avuto tutto l'interesse,dato che a quell'epoca la guerra stava prendendo una piega ormai irreversibile per la Germania.
Nell'articolo però si sottolinea come un conto era far esplodere due bombe,dall'altro utilizzarle su larga scala,e i mezzi per Hitler apparivano ormai tremendamente limitati.

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06/06/2005 13:53

L'ATOMICA DI HITLER, intervista ad uno dei protagonisti.

Professor Weizsaecker, quando iniziò a lavorare alla bomba?
Nel settembre del 1939, quando scoppiò la guerra, io fui immediatamente arruolato nell'esercito, ma dopo due settimane mi richiamarono per lavorare ad un progetto riguardante le armi.

Come venne a sapere della possibilità di usare la reazione a catena per costruire la bomba atomica?
Beh, ero un fisico nucleare e tutti i fisici del mondo, che avevano capito il lavoro di Otto Hahn sulla fissione, si erano resi conto immediatamente di questa possibilità.

Perché lei, Heisenberg ed Hahn accettaste di lavorare alla bomba atomica per i Nazisti?
Ci rendemmo conto molto presto che quest'arma era possibile, in linea di principio, e poiché ci aspettavamo che gli Inglesi e gli Americani volessero costruirla, pensammo che anche la Germania dovesse averne la capacità. Ma ciò non era dovuto ad Hitler, per noi Hitler era sempre stato un malvagio, pensavamo che la bomba avrebbe potuto essere necessaria alla nostra nazione.

Come deterrente?
Non potevamo saperlo.

Ma la vostra nazione era sotto il dominio di Hitler, non avevate paura di mettergli in mano un'arma micidiale?
Posso solo dire che, quando iniziai a lavorare alla bomba, ebbi l'idea che se fossi stato capace di costruirla, forse avrei potuto parlare con Hitler e convincerlo ad adottare una politica migliore, ma quest'idea era sbagliata, e quando ci rendemmo conto di non poter costruire la bomba, io fui contento di non essermi ritrovato nella difficile situazione di dover parlare con Hitler.

Perché non costruiste la bomba?
Non avevamo le risorse necessarie. Credo che, per la bomba, gli americani spesero mille volte la somma che spendemmo in Germania, e noi non potevamo spendere così tanto. E rimanemmo molto sorpresi quando sapemmo che gli americani avevano costruito la bomba in pochissimo tempo.

Quando terminò il programma di costruzione dell'atomica?
Giungemmo alla conclusione che non eravamo in grado di costruirla dopo un anno e mezzo, più o meno. E solo dopo aver realizzato ciò, Heisenberg decise di andare a parlare con Bohr.

Parliamo di quel famoso incontro tra Bohr ed Heisenberg a Copenhagen, nel settembre del '41.
Accompagnai Heisenberg a Copenhagen, ma non all'incontro. Heisenberg non aveva la certezza che anche gli inglesi e gli americani non fossero in grado di costruire la bomba e non poteva parlare con i suoi amici inglesi o americani, perché probabilmente non gli avrebbero creduto. Tuttavia, credeva che se avesse detto a Bohr che noi tedeschi non potevamo costruire la bomba, Bohr avrebbe potuto parlare con gli Alleati e dire loro di non costruirla, proprio perché noi non eravamo in grado di farlo.

Quando il colloquio tra i due ebbe luogo, erano liberi di parlare?
In un certo senso,si. Heisenberg poteva parlare sapendo che le autorità militari tedesche non erano a conoscenza dello scopo del colloquio e la conversazione ebbe luogo durante una passeggiata. Comunque, Heisenberg usò un linguaggio molto indiretto, dal momento che sapeva di rischiare la testa parlando di un progetto segreto ad uno straniero.

In una delle lettere rilasciate a febbraio e riguardanti l'incontro in questione, Bohr scrive ad Heisenberg: " …tu e Weizsaecker esprimeste la vostra convinzione che la Germania avrebbe vinto [la guerra] e che perciò era piuttosto insensato per noi … essere restii riguardo a tutte le offerte tedesche di cooperazione. Io mi ricordo in modo piuttosto preciso anche la nostra conversazione nel mio ufficio all'Istituto quando in termini un po' vaghi tu parlasti in modo che poté darmi solo la chiara impressione che, sotto la tua leadership, in Germania veniva fatto di tutto per sviluppare armi atomiche e che tu … avevi passato gli ultimi due anni lavorando più o meno esclusivamente a tale preparativi" (si ringrazia il Niels Bohr Archive di Copenhagen per l'autorizzazione a citare i contenuti delle lettere, consultabili al sito web [URL]www.nba.nbi.dk[=URL]www.nba.nbi.dk).

Insomma, dalle lettere di Bohr emerge una versione completamente diversa di quell'incontro, com'è possibile? Quando Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari, Bohr disse immediatamente: "Non voglio parlare con te di queste cose" e, dopo la guerra, io seppi da uno dei figli di Bohr che Bohr pensava che Heisenberg lo volesse indurre a lavorare all'atomica con la Germania, e poiché lui non voleva lavorarci, lo fermò immediatamente.

Ma nelle lettere c'è scritto che Bohr ascoltò in silenzio i discorsi di Heisenberg e non che lo fermò immediatamente.
Beh, Bohr non lo fermò immeditamente. Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari e dopo un po' avvertì che Bohr non voleva continuare.

Heisenberg disse a Bohr che la Germania avrebbe vinto la guerra?
Nel settembre del '41 la Germania aveva appena sconfitto la Francia, e dunque Heisenberg potrebbe anche aver detto a Bohr una cosa del genere, ma, all'inizio della guerra, era convinto che Hitler stesse andando incontro alla catastrofe e questo si rivelò vero, alla fine.

Secondo il libro "La guerra di Heisenberg" del giornalista Thomas Power, Heisenberg "boicottò" l'atomica tedesca, tenendo volutamente nascosto il suo expertise ai Nazisti. Ma Heisenberg sapeva davvero come costruire la bomba?
Tutti i bravi fisici la sapevano costruire, in linea di principio.

Beh, in linea di principio, si, ma in pratica?
In linea di principio, Heisenberg era in grado di farlo, ma era cosciente del fatto che non potevamo costruirla, viste le condizioni in cui lavoravamo. Da parte mia, io fui molto contento quando realizzai che non potevamo costruirla, perché non mi sarei trovato di fronte al problema morale.

Lei dice questo, ma il Progetto Manhattan per la costruzione dell'atomica americana fu concepito e largamente realizzato da profughi dell'Europa fascista, terrorizzati dall'idea della bomba tedesca, forse se voi non aveste mai cominciato a lavorarci… Il Progetto Manhattan fu assolutamente indipendente dal nostro lavoro! Fu la conseguenza delle stesse conclusioni che tirammo in Germania. Visto che l'atomica era possibile, noi ci aspettavamo che gli inglesi e gli americani volessero costruirla, e gli Alleati si aspettavano la bomba tedesca, e dettero immediatamente il via al loro Progetto, che fu iniziato per essere certamente più forte di quello tedesco.

Il giorno dopo il lancio dell'atomica su Hiroshima, stando alle trascrizioni di Farm Hall, lei disse: "La storia registrerà che gli americani e gli inglesi fecero una bomba e che allo stesso tempo i tedeschi sotto il regime di Hitler costruirono un reattore utilizzabile. In altre parole lo sviluppo pacifico del reattore ad uranio fu portato avanti in Germania sotto il regime di Hitler, mentre gli americani e gli inglesi svilupparono questa spaventosa arma da guerra". Ritiene ancora che questo giudizio sia giusto, visto che voi lavoraste alla bomba?
Ci lavorammo, ma giungemmo alla conclusione di non poterla costruire e ne fummo molto felici.

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06/06/2005 23:35

Re: L'ATOMICA DI HITLER, intervista ad uno dei protagonisti.

Scritto da: Peppinox 06/06/2005 13.53

Professor Weizsaecker, quando iniziò a lavorare alla bomba?
Nel settembre del 1939, quando scoppiò la guerra, io fui immediatamente arruolato nell'esercito, ma dopo due settimane mi richiamarono per lavorare ad un progetto riguardante le armi.

Come venne a sapere della possibilità di usare la reazione a catena per costruire la bomba atomica?
Beh, ero un fisico nucleare e tutti i fisici del mondo, che avevano capito il lavoro di Otto Hahn sulla fissione, si erano resi conto immediatamente di questa possibilità.

Perché lei, Heisenberg ed Hahn accettaste di lavorare alla bomba atomica per i Nazisti?
Ci rendemmo conto molto presto che quest'arma era possibile, in linea di principio, e poiché ci aspettavamo che gli Inglesi e gli Americani volessero costruirla, pensammo che anche la Germania dovesse averne la capacità. Ma ciò non era dovuto ad Hitler, per noi Hitler era sempre stato un malvagio, pensavamo che la bomba avrebbe potuto essere necessaria alla nostra nazione.

Come deterrente?
Non potevamo saperlo.

Ma la vostra nazione era sotto il dominio di Hitler, non avevate paura di mettergli in mano un'arma micidiale?
Posso solo dire che, quando iniziai a lavorare alla bomba, ebbi l'idea che se fossi stato capace di costruirla, forse avrei potuto parlare con Hitler e convincerlo ad adottare una politica migliore, ma quest'idea era sbagliata, e quando ci rendemmo conto di non poter costruire la bomba, io fui contento di non essermi ritrovato nella difficile situazione di dover parlare con Hitler.

Perché non costruiste la bomba?
Non avevamo le risorse necessarie. Credo che, per la bomba, gli americani spesero mille volte la somma che spendemmo in Germania, e noi non potevamo spendere così tanto. E rimanemmo molto sorpresi quando sapemmo che gli americani avevano costruito la bomba in pochissimo tempo.

Quando terminò il programma di costruzione dell'atomica?
Giungemmo alla conclusione che non eravamo in grado di costruirla dopo un anno e mezzo, più o meno. E solo dopo aver realizzato ciò, Heisenberg decise di andare a parlare con Bohr.

Parliamo di quel famoso incontro tra Bohr ed Heisenberg a Copenhagen, nel settembre del '41.
Accompagnai Heisenberg a Copenhagen, ma non all'incontro. Heisenberg non aveva la certezza che anche gli inglesi e gli americani non fossero in grado di costruire la bomba e non poteva parlare con i suoi amici inglesi o americani, perché probabilmente non gli avrebbero creduto. Tuttavia, credeva che se avesse detto a Bohr che noi tedeschi non potevamo costruire la bomba, Bohr avrebbe potuto parlare con gli Alleati e dire loro di non costruirla, proprio perché noi non eravamo in grado di farlo.

Quando il colloquio tra i due ebbe luogo, erano liberi di parlare?
In un certo senso,si. Heisenberg poteva parlare sapendo che le autorità militari tedesche non erano a conoscenza dello scopo del colloquio e la conversazione ebbe luogo durante una passeggiata. Comunque, Heisenberg usò un linguaggio molto indiretto, dal momento che sapeva di rischiare la testa parlando di un progetto segreto ad uno straniero.

In una delle lettere rilasciate a febbraio e riguardanti l'incontro in questione, Bohr scrive ad Heisenberg: " …tu e Weizsaecker esprimeste la vostra convinzione che la Germania avrebbe vinto [la guerra] e che perciò era piuttosto insensato per noi … essere restii riguardo a tutte le offerte tedesche di cooperazione. Io mi ricordo in modo piuttosto preciso anche la nostra conversazione nel mio ufficio all'Istituto quando in termini un po' vaghi tu parlasti in modo che poté darmi solo la chiara impressione che, sotto la tua leadership, in Germania veniva fatto di tutto per sviluppare armi atomiche e che tu … avevi passato gli ultimi due anni lavorando più o meno esclusivamente a tale preparativi" (si ringrazia il Niels Bohr Archive di Copenhagen per l'autorizzazione a citare i contenuti delle lettere, consultabili al sito web [URL]www.nba.nbi.dk[=URL]www.nba.nbi.dk).

Insomma, dalle lettere di Bohr emerge una versione completamente diversa di quell'incontro, com'è possibile? Quando Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari, Bohr disse immediatamente: "Non voglio parlare con te di queste cose" e, dopo la guerra, io seppi da uno dei figli di Bohr che Bohr pensava che Heisenberg lo volesse indurre a lavorare all'atomica con la Germania, e poiché lui non voleva lavorarci, lo fermò immediatamente.

Ma nelle lettere c'è scritto che Bohr ascoltò in silenzio i discorsi di Heisenberg e non che lo fermò immediatamente.
Beh, Bohr non lo fermò immeditamente. Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari e dopo un po' avvertì che Bohr non voleva continuare.

Heisenberg disse a Bohr che la Germania avrebbe vinto la guerra?
Nel settembre del '41 la Germania aveva appena sconfitto la Francia, e dunque Heisenberg potrebbe anche aver detto a Bohr una cosa del genere, ma, all'inizio della guerra, era convinto che Hitler stesse andando incontro alla catastrofe e questo si rivelò vero, alla fine.

Secondo il libro "La guerra di Heisenberg" del giornalista Thomas Power, Heisenberg "boicottò" l'atomica tedesca, tenendo volutamente nascosto il suo expertise ai Nazisti. Ma Heisenberg sapeva davvero come costruire la bomba?
Tutti i bravi fisici la sapevano costruire, in linea di principio.

Beh, in linea di principio, si, ma in pratica?
In linea di principio, Heisenberg era in grado di farlo, ma era cosciente del fatto che non potevamo costruirla, viste le condizioni in cui lavoravamo. Da parte mia, io fui molto contento quando realizzai che non potevamo costruirla, perché non mi sarei trovato di fronte al problema morale.

Lei dice questo, ma il Progetto Manhattan per la costruzione dell'atomica americana fu concepito e largamente realizzato da profughi dell'Europa fascista, terrorizzati dall'idea della bomba tedesca, forse se voi non aveste mai cominciato a lavorarci… Il Progetto Manhattan fu assolutamente indipendente dal nostro lavoro! Fu la conseguenza delle stesse conclusioni che tirammo in Germania. Visto che l'atomica era possibile, noi ci aspettavamo che gli inglesi e gli americani volessero costruirla, e gli Alleati si aspettavano la bomba tedesca, e dettero immediatamente il via al loro Progetto, che fu iniziato per essere certamente più forte di quello tedesco.

Il giorno dopo il lancio dell'atomica su Hiroshima, stando alle trascrizioni di Farm Hall, lei disse: "La storia registrerà che gli americani e gli inglesi fecero una bomba e che allo stesso tempo i tedeschi sotto il regime di Hitler costruirono un reattore utilizzabile. In altre parole lo sviluppo pacifico del reattore ad uranio fu portato avanti in Germania sotto il regime di Hitler, mentre gli americani e gli inglesi svilupparono questa spaventosa arma da guerra". Ritiene ancora che questo giudizio sia giusto, visto che voi lavoraste alla bomba?
Ci lavorammo, ma giungemmo alla conclusione di non poterla costruire e ne fummo molto felici.






[SM=x44459] [SM=x44462]

In effetti si è sempre saputo che la Germania aveva il know-how per costruire la bomba, ma a dispetto di quanto si ritiene, le risorse sia finanziarie che materiali disponibili erano insufficienti sin dagli inizi della guerra. Inoltre verso la fine della guerra quasi tutti i finanziamenti furono dirottati per la costruzione delle V1 e V2.
Per quanto riguarda poi l'ipotesi della "bomba sporca" la ritengo poco probabile visto che le conoscenze sugli effetti delle radiazioni erano ancora scarse (per inciso è stato proprio grazie alle bombe di Hiroshima e Nagasaki che si sono potuti studiare in modo approfondito tali effetti).


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(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




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08/06/2005 05:30

Re: L'ATOMICA DI HITLER, intervista ad uno dei protagonisti.
[SM=x44473] [SM=x44473] [SM=x44473]


Scritto da: Peppinox 06/06/2005 13.53

Professor Weizsaecker, quando iniziò a lavorare alla bomba?
Nel settembre del 1939, quando scoppiò la guerra, io fui immediatamente arruolato nell'esercito, ma dopo due settimane mi richiamarono per lavorare ad un progetto riguardante le armi.

Come venne a sapere della possibilità di usare la reazione a catena per costruire la bomba atomica?
Beh, ero un fisico nucleare e tutti i fisici del mondo, che avevano capito il lavoro di Otto Hahn sulla fissione, si erano resi conto immediatamente di questa possibilità.

Perché lei, Heisenberg ed Hahn accettaste di lavorare alla bomba atomica per i Nazisti?
Ci rendemmo conto molto presto che quest'arma era possibile, in linea di principio, e poiché ci aspettavamo che gli Inglesi e gli Americani volessero costruirla, pensammo che anche la Germania dovesse averne la capacità. Ma ciò non era dovuto ad Hitler, per noi Hitler era sempre stato un malvagio, pensavamo che la bomba avrebbe potuto essere necessaria alla nostra nazione.

Come deterrente?
Non potevamo saperlo.

Ma la vostra nazione era sotto il dominio di Hitler, non avevate paura di mettergli in mano un'arma micidiale?
Posso solo dire che, quando iniziai a lavorare alla bomba, ebbi l'idea che se fossi stato capace di costruirla, forse avrei potuto parlare con Hitler e convincerlo ad adottare una politica migliore, ma quest'idea era sbagliata, e quando ci rendemmo conto di non poter costruire la bomba, io fui contento di non essermi ritrovato nella difficile situazione di dover parlare con Hitler.

Perché non costruiste la bomba?
Non avevamo le risorse necessarie. Credo che, per la bomba, gli americani spesero mille volte la somma che spendemmo in Germania, e noi non potevamo spendere così tanto. E rimanemmo molto sorpresi quando sapemmo che gli americani avevano costruito la bomba in pochissimo tempo.

Quando terminò il programma di costruzione dell'atomica?
Giungemmo alla conclusione che non eravamo in grado di costruirla dopo un anno e mezzo, più o meno. E solo dopo aver realizzato ciò, Heisenberg decise di andare a parlare con Bohr.

Parliamo di quel famoso incontro tra Bohr ed Heisenberg a Copenhagen, nel settembre del '41.
Accompagnai Heisenberg a Copenhagen, ma non all'incontro. Heisenberg non aveva la certezza che anche gli inglesi e gli americani non fossero in grado di costruire la bomba e non poteva parlare con i suoi amici inglesi o americani, perché probabilmente non gli avrebbero creduto. Tuttavia, credeva che se avesse detto a Bohr che noi tedeschi non potevamo costruire la bomba, Bohr avrebbe potuto parlare con gli Alleati e dire loro di non costruirla, proprio perché noi non eravamo in grado di farlo.

Quando il colloquio tra i due ebbe luogo, erano liberi di parlare?
In un certo senso,si. Heisenberg poteva parlare sapendo che le autorità militari tedesche non erano a conoscenza dello scopo del colloquio e la conversazione ebbe luogo durante una passeggiata. Comunque, Heisenberg usò un linguaggio molto indiretto, dal momento che sapeva di rischiare la testa parlando di un progetto segreto ad uno straniero.

In una delle lettere rilasciate a febbraio e riguardanti l'incontro in questione, Bohr scrive ad Heisenberg: " …tu e Weizsaecker esprimeste la vostra convinzione che la Germania avrebbe vinto [la guerra] e che perciò era piuttosto insensato per noi … essere restii riguardo a tutte le offerte tedesche di cooperazione. Io mi ricordo in modo piuttosto preciso anche la nostra conversazione nel mio ufficio all'Istituto quando in termini un po' vaghi tu parlasti in modo che poté darmi solo la chiara impressione che, sotto la tua leadership, in Germania veniva fatto di tutto per sviluppare armi atomiche e che tu … avevi passato gli ultimi due anni lavorando più o meno esclusivamente a tale preparativi" (si ringrazia il Niels Bohr Archive di Copenhagen per l'autorizzazione a citare i contenuti delle lettere, consultabili al sito web [URL]www.nba.nbi.dk[=URL]www.nba.nbi.dk).

Insomma, dalle lettere di Bohr emerge una versione completamente diversa di quell'incontro, com'è possibile? Quando Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari, Bohr disse immediatamente: "Non voglio parlare con te di queste cose" e, dopo la guerra, io seppi da uno dei figli di Bohr che Bohr pensava che Heisenberg lo volesse indurre a lavorare all'atomica con la Germania, e poiché lui non voleva lavorarci, lo fermò immediatamente.

Ma nelle lettere c'è scritto che Bohr ascoltò in silenzio i discorsi di Heisenberg e non che lo fermò immediatamente.
Beh, Bohr non lo fermò immeditamente. Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari e dopo un po' avvertì che Bohr non voleva continuare.

Heisenberg disse a Bohr che la Germania avrebbe vinto la guerra?
Nel settembre del '41 la Germania aveva appena sconfitto la Francia, e dunque Heisenberg potrebbe anche aver detto a Bohr una cosa del genere, ma, all'inizio della guerra, era convinto che Hitler stesse andando incontro alla catastrofe e questo si rivelò vero, alla fine.

Secondo il libro "La guerra di Heisenberg" del giornalista Thomas Power, Heisenberg "boicottò" l'atomica tedesca, tenendo volutamente nascosto il suo expertise ai Nazisti. Ma Heisenberg sapeva davvero come costruire la bomba?
Tutti i bravi fisici la sapevano costruire, in linea di principio.

Beh, in linea di principio, si, ma in pratica?
In linea di principio, Heisenberg era in grado di farlo, ma era cosciente del fatto che non potevamo costruirla, viste le condizioni in cui lavoravamo. Da parte mia, io fui molto contento quando realizzai che non potevamo costruirla, perché non mi sarei trovato di fronte al problema morale.

Lei dice questo, ma il Progetto Manhattan per la costruzione dell'atomica americana fu concepito e largamente realizzato da profughi dell'Europa fascista, terrorizzati dall'idea della bomba tedesca, forse se voi non aveste mai cominciato a lavorarci… Il Progetto Manhattan fu assolutamente indipendente dal nostro lavoro! Fu la conseguenza delle stesse conclusioni che tirammo in Germania. Visto che l'atomica era possibile, noi ci aspettavamo che gli inglesi e gli americani volessero costruirla, e gli Alleati si aspettavano la bomba tedesca, e dettero immediatamente il via al loro Progetto, che fu iniziato per essere certamente più forte di quello tedesco.

Il giorno dopo il lancio dell'atomica su Hiroshima, stando alle trascrizioni di Farm Hall, lei disse: "La storia registrerà che gli americani e gli inglesi fecero una bomba e che allo stesso tempo i tedeschi sotto il regime di Hitler costruirono un reattore utilizzabile. In altre parole lo sviluppo pacifico del reattore ad uranio fu portato avanti in Germania sotto il regime di Hitler, mentre gli americani e gli inglesi svilupparono questa spaventosa arma da guerra". Ritiene ancora che questo giudizio sia giusto, visto che voi lavoraste alla bomba?
Ci lavorammo, ma giungemmo alla conclusione di non poterla costruire e ne fummo molto felici.


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