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Fiorentina-Juve, succede di tutto

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2005 09:25
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Forattini
02/12/2005 09:18

I lacrimogeni lanciati dalla polizia per sedare i disordini tra le tifoserie hanno provocato lo stop di 28' della partita valida per gli ottavi di coppa Italia. La gara è poi finita 2-2
Giocatori in difficoltà per i lacrimogeni. NewpressFIRENZE, 1 dicembre 2005 - Ancora una brutta pagina per il calcio di casa nostra. Motorini lanciati dagli spalti, derby che diventano guerriglia, fumogeni che colpiscono portieri, razzismo vergognoso. Stasera, in Fiorentina-Juventus di coppa Italia l'ultimo capitolo di un libro degli errori, o sarebbe meglio dire orrori. La gara è stata sospesa al terzo minuto della ripresa a causa di un fitto lancio di lacrimogeni effettuato dalla polizia all'esterno dello stadio. Il fumo ha ben presto invaso il campo di gioco, rendendo impossibile ai giocatori di continuare la partita. Vista l'impossibilità di riprendere il gioco, l'arbitro Palanca ha deciso di fare rientrare i calciatori negli spogliatoi in attesa di prendere una decisione definitiva. Al momento della sospensione, il match vedeva in vantaggio la Fiorentina per una rete a zero, gol di Bojinov. I fumogeni sono stati lanciati dalla polizia per evitare lo scontro tra le tifoserie. La gara è poi ripresa dopo 28' di stop ed è finita con uno spettacolare 2-2.
La gara. Capello mischia le carte. In campo dal 1' Balzaretti in difesa, Blasi a centrocampo e Zalayeta in attacco, non esattamente le prime scelte. Occhi puntati su Buffon, al rientro dopo l'infortunio alla spalla destra patito il 14 agosto nello scontro con Kakà durante il torneo Berlusconi. E poi su Del Piero a due reti di distanza (180 a 182) da Boniperti come migliore goleador di tutti i tempi in maglia bianconera. Prandelli limita il turnover: tra le novità spiccano Maggio e Pazienza. Toni in panchina, fari sulla coppia d'attacco Pazzini-Bojinov: talento inversamente proporzionale all'età.
La gara è vivace ed equilibrata. Chi gioca ha qualcosa da dimostrare: magari per convincere l'allenatore a dargli più spazio. E' il caso di Bojinov: il bulgaro paga con la panchina il modulo ad una punta (Toni) scelto da Prandelli. Stasera è indemoniato. All'inizio arruffone, poi aggiusta la mira e diventa implacabile. Il suo destro finalizza una splendida azione dei viola iniziata da Maggio, anche lui al rientro dopo un infortunio, e rifinita da Ujfalusi. Bojinov trafigge un tonico Buffon con il piede sbagliato, poi va a festeggiare in maniera polemica, ma spiritosa. Corre verso la panchina e ci si siede. Prandelli può sorridere, messaggio neanche tanto subliminale, ma di certo non maleducato. La Juve reagisce con Vieira, Frey si fa trovare pronto. Sulle fasce Mutu e Balzaretti sono molto propositivi, Del Piero svaria su tutto il fronte offensivo, Zalayeta si fa vivo con un bolide di sinistro che colpisce la traversa. Bojinov non è da meno: il suo sinistro morbido colpisce la traversa e finisce alto. Il primo tempo finisce 1-0: risultato che ci può stare, anche se la Juve non ha demeritato.
Nel secondo tempo succede di tutto. Prima la sospensione, poi il gol di Pazzini subito dopo la ripresa del gioco. Il centravanti dei viola si gira bene in area e complice uno stop sospetto (tra petto e braccio) si ritrova a tu per tu con Buffon e non sbaglia: 2-0. La Juve non ci sta. Schiuma rabbia e trova il gol con un destro secco di Pessotto, al primo centro stagionale. Capello inserisce tutti insieme i grossi calibri: Emerson, Nedved e Ibrahimovic. I risultati non si fanno attendere: la Juve preme, compatta, diventa il rullo compressore dei giorni migliori e ottiene il pari con Mutu, che sbaglia il cross da sinistro e indovina una traiettoria che sorprende Frey. Il finale è incandescente, tra due squadre in grande salute. Finisce pari, 2-2: calcisticamente è un ghiotto antipasto della sfida di domenica. Sulla vergogna sugli spalti meglio stendere un velo pietoso.

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Forattini
02/12/2005 09:23







Il gas "Cs" è una sostanza chimica messa al bando dalla
convenzione di Ginevra che invece viene ammesso per
risolvere problemi di ordine pubblico. L’Unione europea, lo
scorso anno, ha messo a punto un lungo documento nel quale
sottolinea l’inopportunità di usare questo gas proprio perché
può provocare degli effetti collaterali anche irreversibili

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Forattini
02/12/2005 09:23

Il libro "L'Amor mio non muore", pubblicato per la prima volta nel 1971, dedica un intero capitolo ai gas lacrimogeni utilizzati dalle forze dell'ordine e descrive in dettaglio le tipologie di gas esistenti, i loro effetti e le modalità di difesa da parte di chi li subisce.
Lo stato gassoso
Artifici nebbiosi, fumogeni, lacrimogeni - Secondo il manuale delle guardie di pubblica sicurezza gli artifici nebbiogeni, fumogeni e lacrimogeni" sono uno dei "mezzi di coazione" a disposizione dei poliziotti.

Questi artifici sono consegnati agli agenti di P.S. insieme al tromboncino mod. 61, nel caso il reparto fosse dotato ancora del vecchio moschetto modello 91, o del tromboncino speciale per il fucile automatico leggero FAL-BM 59 calibro 7,62, modello unificato di recente adottato dalla gendarmeria capitalista dei Paesi della NATO.

Per la repressione del proletariato le forze dell’ordine usano soltanto (almeno per ora) gli artifici lacrimogeni. Questi sono fabbricati in diversi tipi. Gli agenti di pubblica sicurezza hanno in dotazione il "Candelotto Lacrimogeno NL" mentre i carabinieri hanno l’"Artificio Unificato Modello 60 Lacrimogeno".

Candelotto lacrimogeno NL - (per lancio a mano o con fucile). Questo artificio è di forma ogivale con rivestimento in plastica, contiene nitrocellulosa e CN. Quando si deve usare a mano si svita dal fondo il tappo di protezione e si tira la cordicella d’accensione, altrimenti si avvita ad un "codolo" con alette. Il codolo si investe sul tromboncino applicato alla volata del moschetto. La cartuccia di lancio
è una cartuccia calibro 6,5 di moschetto TS. L’accensione con miccia di ritardo avviene al momento
dello sparo. Il ritardo è di qualche secondo. Questo artifizio è normalmente tirato con il moschetto inclinato a 45 gradi. Grazie alla sua forma aereodinamica viaggia alla velocità di circa 70 metri al econdo. Compie la sua traiettoria in genere a parabola ed ha una gittata di circa 250 metri. Fidando
del fatto che l’artifizio in questione è in plastica spesse volte lo si è visto tirare ad altezza uomo; questo fatto viene regolarmente denunciato dai compagni e smentito dai questori.

Artifizio Unificato Modello 60 Lacrimogeno - (per lancio a mano o con fucile). Artifizio di forma cilindrica con rivestimento in lamierino, contiene nitrocellulosa e CN. Lo si può usare sia a mano che lanciato con il fucile. Quando si stacca il tappo di protezione e si avvita il codolo ricorda la famigerata "ballerina", la bomba a mano tedesca. Il codolo si investe sul tromboncino applicato alla
volata di un fucile automatico leggero calibro 7,62 Nato. Anche per questo artifizio l’accensione è a
frizione con miccia di ritardo. Viaggia alla velocità di 50 metri al secondo ed ha una gittata di poco
superiore al Candelotto Lacrimogeno. Anche questo è spesso sparato ad altezza uomo.

Aggressivi invalidanti - Gli aggressivi chimici possono essere di due tipi: aggressivi letali ed aggressivi invalidanti. I primi si suddividono in aggressivi asfissianti, vescicanti e aggressivi tossici per il sangue come l’idrogeno solforato. I secondi comprendono la famiglia dei cosiddetti gas lacrimogeni e gas
nervini.

Sono genericamente indicati come gas lacrimogeni i seguenti gas: clorosolfonato dio-dianisina,
cloroacetone, acroleina, bromuro di benzile, bromoacetato di etile, ioduro di benzile,
dicloroformossina, iodoacetone, bromoacetone, omega-cloroacetofenone, defelilcloroarsina,
defenilicianoarsina, difenilamminoclorairsina, orto-clorobenzalmalononitrile, bromuro di cianogeno,
cloruro di cianogeno, acido cianidrico, più alcuni altri che non sono più prodotti o sono stati prodotti in piccole quantità e mai usati per la repressione civile e militare.

CN, CS - Gli artifici lacrimogeni in dotazione alle forze dell’ordine italiane e usualmente impiegati
anche nei rimanenti cosiddetti Paesi civili della Nato sono caricati con il CN. Il CS e l’adamsite non
vengono ancora usati in Italia a causa dei loro effetti sul sistema nervoso (provocano psicosi
d’angoscia) e per le eventuali lesioni, prolungate anche dopo la gasazione o permanenti, che
potrebbero produrre sui ragazzi, sulle donne, sulle persone anziane e su tutti coloro che fossero, nel
momento dell’attacco repressivo, ammalate alle vie respiratorie o agli occhi o avessero eczemi
cutanei in corso. Riteniamo comunque che se si dovessero verificare nel nord del Paese o nelle città
a forte immigrazione episodi insurrezionali della portata di Reggio Calabria le forze dell’ordine, in
concorso con le Forze Armate, non esiterebbero ad usare anche il CS. Vediamo adesso le
caratteristiche di questi tre gas e di alcuni loro derivati:

CN, omega-cloro-acetofenone: Polvere bianca, studiata come prodotto di guerra chimica per
determinate azioni strategiche sui centri urbani o contro assembramenti di persone. Provoca
soprattutto lacrimazione e irritazione della pelle (vedi tabella).

CNS: Miscela di cloro-acetofenone e cloropicrina sciolti in un solvente molto volatile.

CNL: Miscela di cloro-acetofenone e nitrocellulosa. La nitrocellulosa è un composto chimico ottenuto
per l’azione dell’acido nitrico sulla cellulosa, il composto è esplosivo.

CS. orto-cloro-benzal-malononitrile: Questo composto aggressivo fu studiato dagli inglesi, che ne
realizzarono le prime partite sperimentali intorno al 1949, espressamente per la repressione delle
rivolte proletarie, partendo da alcune ricerche americane condotte intorno al 1929. E’ dotato di
proprietà irritanti maggiori di quelle del CN e leggermente inferiori a quelle dell’adamsite. Il CS
colpisce dapprima gli occhi provocando forme congiuntivitiche di estrema gravità accompagnate da
sensazione di bruciore e di dolore che durano per molto tempo anche dopo che l’esposizione ai gas
è terminata. Accanto a questi effetti il CS provoca anche difficoltà nella respirazione, tosse,
oppressione al petto.

Quando l’esposizione è molto prolungata i soggetti sono colpiti da enfisema polmonare con
emorragia, nausea e conati di vomito. L’azione aggressiva del gas è così repentina e completa che i
soggetti esposti, in genere, vengono assaliti anche da psicosi d’angoscia che li rende incapaci di
difendersi e di reagire alla situazione. Alcuni autorevoli membri del W.H.O. (Organizzazione
Mondiale della Sanità ritengono che il CS abbia capacità cancerogene (vedi tabella).

CS-1: Si ottiene fissando il CS su uno strato di gel di silice. E’ uno dei modi di spargimento del CS.

CS-2: Si ottiene fissando il CS con il silicone che lo libera lentamente. Questa composizione riesce a conservare per settimane la concentrazione efficace. (Le nubi di gas grigiastro che si alzano sinistre
là dove lo scontro fra il proletariato e la repressione è più forte devono la loro colorazione alla
nitrocellulosa o agli elementi fumogeni aggiunti. Questa colorazione da una parte serve a
localizzare la presenza dei gas nell’aria e a favorirne la diffusione, dall’altra a reprimere
psicologicamente le forze di decolonizzazione).

Legittimità dell’uso dei gas - E’ legittimo, anche dal punto di vista della morale borghese, gasare il
proletariato, in nome dell’assurdo pregiudizio della difesa dell’ordine pubblico?.

L’"Internazionale Capitalista" che va sotto il nome di Nazioni Unite per bocca del suo segretario
generale ha recentemente riaffermato nella relazione introduttiva all’anno 1969 quanto segue:
< Protocollo di Ginevra si riferiscono all’uso in guerra (il corsivo è nostro) di tutti gli agenti chimici,
batteriologici e biologici – inclusi i gas lacrimogeni e altri agenti di disturbo - ora esistenti o che
potranno essere studiati in avvenire>>. Dunque due morali, la morale di guerra che serve quando il
capitale scaglia i proletari l’uno contro l’altro e la morale di pace (sic) quando il proletariato si scaglia
contro l’ideologia dominante. In questa seconda situazione, molto più pericolosa per i padroni, le
belle maniere non contano più. Questo bimoralismo, del resto, era chiaramente affiorato fin dalle
prime riunioni del famoso Sottocomitato insediato dalla Società delle Nazioni nel lontano 1924. Il
testo preparatorio francese del protocollo di Ginevra del 1925 considerato dall’opinione pubblica
come il più categorico e severo diceva testualmente: << Il fatto che per il mantenimento dell’ordine
interno la polizia possa usare occasionalmente contro i trasgressori della legge varie attrezzature che
scaricano gas, non può, secondo l’opinione della delegazione francese, essere addotto in sede di
discussione su questo punto, poiché il Protocollo o Convenzione in questione si riferisce soltanto
all’uso di gas tossici o simili in tempo di guerra>>. La miseria della contraddizione fra l’impiego in
tempo di pace di certi gas e il divieto in tempo di guerra fu esplicitata altrettanto bene nel 1932 (8
novembre) dal delegato amerikano durante i lavori della Commissione Generale della Società delle
Nazioni insediata nel giugno dello stesso anno. Il Wilson dichiarò essere << fuori questione l’uso del
gas lacrimogeno in tempo di guerra, tuttavia la delegazione degli Stati Uniti avrebbe trovato qualche
difficoltà ad accettare l’impegno di rinunciare all’uso ed alla fabbricazione di questo gas per le
necessità delle operazioni di polizia interna al Paese >> (il corsivo è nostro). Suggerì anche che
venisse inclusa nella relazione una clausola che autorizzasse l’addestramento delle forze di polizia
all’uso di questi gas a scopi di pubblica sicurezza. Mai uno sporco disegno di repressione era stato più
esplicitamente espresso in tale postribolo! Ma l’impudenza del delegato amerikano non si fermò qui.
Durante la discussione del Comitato Speciale per le armi chimiche, batteriologiche ed incendiarie
che si riunì nei mesi successivi, questo porco dichiarò che il governo degli Stati Uniti era disposto a
rinunciare all’uso di sostanze lacrimogene a scopi militari in tempo di guerra, ma in questo caso
sollecitava i membri del Comitato a dichiarare che l’uso dei gas lacrimogeni da parte della polizia
per proteggere la proprietà privata, doveva essere considerato lecito. (Il corsivo è nostro).

Nelle successive riunioni questo argomento non fu più sollevato in quanto fu tacitamente accettato
da una parte il fatto che il gas lacrimogeno fosse incluso nell’elenco dei gas proibiti in guerra e
dall’altra che ogni Stato era libero di farne l’uso che voleva nelle operazioni di polizia interna.

Il protocollo numero 3 che modifica e completa il trattato di Bruxelles del 1948 riafferma questi
principi morali dicotomici: << Si definiscono armi chimiche qualsiasi attrezzatura o apparecchio
concepito espressamente per l’uso a scopi militari (il corsivo è nostro), di sostanze chimiche asfissianti
, tossiche, irritanti, paralizzanti, eccetera…>>. Dove irritanti sta anche per gas lacrimogeni. Il disegno repressivo che la fabbricazione, il commercio e l’uso di questi gas sottintende non potrebbe essere
più chiaro.

Chi fabbrica i gas lacrimogeni?: Una delle << premiate e rinomate >> fabbriche di altri tempi era la
"Ditta Mortini Camillo" che produceva il "Candelotto Triplo Lacrimogeno sfollagente" per lancio a
mano. Il CN e il CS, invece, sono prodotti dalla "ICI" (Imperial Chemical Industries Ltd.) e dalla
Divisione Chimica Lake Erie della << Smith & Wesson>>. La sede italiana della "ICI" si trova a
Milano in viale Isonzo 25. I prodotti della Smith & Wesson non sono ancora venduti in Italia. Per
quanto riguarda l’approvvigionamento militare la "Bpd_Snia Viscosa" è la più importante fornitrice di
polvere da sparo e munizioni di ogni tipo dell’esercito italiano. Si può stimare che i due terzi del suo
fatturato militare (circa 20 miliardi di lire) sono rappresentati da questa voce.

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Forattini
02/12/2005 09:24

Danni cromosomici

Il CS micronizzato e mescolato con un antiagglomerante o trattato con idrorepellenti a base di
silicone [formule note come CS1 e CS2] può rimanere attivo per giorni e settimane, se polverizzato
sul suolo. Ciononostante, è considerato dai produttori e dalle forze di polizia come un'arma non
letale. A Québec, dove di CS si fece un uso smodato per reprimere le manifestazioni contro il
Trattato dell'Area di libero commercio delle Americhe [aprile 2001], l'ufficio di pubblica igiene
avvisò i residenti di indossare guanti di gomma e lenti protettive nel trattare i residui, ed anche di
gettar via cibo contaminato, rimpiazzare i filtri dell'aria condizionata, e lavare l'esterno delle
abitazioni. I genovesi ricordano di aver ricevuto tali istruzioni?
Alcuni dei manifestanti di Québec, ancora dopo quattro settimane avevano riferito di difficoltà
respiratorie, e sintomi simili all'influenza. Almeno cento donne denunciarono casi di mestruazione
prematura.
Secondo uno studio pubblicato nel 1989 dal Journal of the American Medical Association, il CS
assorbito verrebbe metabolizzato nei tessuti periferici sotto forma di cianuro, nota sostanza
cancerogena. Uno degli autori di questo studio, Bailus Walker, professore di tossicologia ambientale
all'Università Howard, ha studiato le complicazioni polmonari nel corso di una visita negli ospedali
della Corea del Sud, nel 1987, dopo che la polizia locale aveva usato il CS contro i dimostranti. Il
dottor Walker riscontrò danni al sistema respiratorio di bambini, e casi di danno cromosomico, al
punto da affermare che Il CS può essere "molto, molto tossico", se usato nelle dosi sbagliate.

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Forattini
02/12/2005 09:25

Il primo deposito di armi chimiche lo abbiamo in Italia!
Il sito della Simad Spa che produce questi artifizi

Simad

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