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La Destra italiana nell'era Berlusconi [riflessioni]

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2013 16:42
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09/02/2006 17:34

Dopo 60 anni finalmente abbiamo potuto vedere governare la Destra con Alleanza Nazionale (ex MSI) e gli altri partiti del centro destra, FI e UDC, che forse su alcune questioni sono anche più a dx di AN.
Facciamo un bilancio?

Per quel che è la mia sensibilità sono un po' nauseato dai metodi con cui hanno legiferato:
imponendo a colpi di fiducia emendamenti e leggi varie, anche su questioni assai delicate, compreso lo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.

Non mi è mai piaciuto chi arriva ed impone arrogantemente le sue idee dicendo: "E' così, punto e basta!"
togliendo ogni spazio al sano e democratico confronto parlamentare.

Tra l'altro AN sta perdendo coesione sui principi cardini della Destra:
Patria = si è vilmente e oppurtunisticamente prostituita alla Lega Nord (gettando nel cesso il Tricolore che è al vertice della gerarchia costituzionale!)
Famiglia = scardinamento delle tematiche sociali (solo Alemanno e Storace le difendono un po')
Si pensa che per difendere la famiglia sia sufficiente la legge sulla legittima difesa... senza pensare agli effetti devastanti della Legge Biagi...
Dio = forse stanno agevolando i cattolici anche troppo tra ICI, scuole private etc.

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09/02/2006 18:02

Re:

Scritto da: Etrusco 09/02/2006 17.34
Dopo 60 anni finalmente abbiamo potuto vedere governare la Destra con Alleanza Nazionale (ex MSI) e gli altri partiti del centro destra, FI e UDC, che forse su alcune questioni sono anche più a dx di AN.
Facciamo un bilancio?

Per quel che è la mia sensibilità sono un po' nauseato dai metodi con cui hanno legiferato:
imponendo a colpi di fiducia emendamenti e leggi varie, anche su questioni assai delicate, compreso lo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.

Non mi è mai piaciuto chi arriva ed impone arrogantemente le sue idee dicendo: "E' così, punto e basta!"
togliendo ogni spazio al sano e democratico confronto parlamentare.

Tra l'altro AN sta perdendo coesione sui principi cardini della Destra:
Patria = si è vilmente e oppurtunisticamente prostituita alla Lega Nord (gettando nel cesso il Tricolore che è al vertice della gerarchia costituzionale!)
Famiglia = scardinamento delle tematiche sociali (solo Alemanno e Storace le difendono un po')
Si pensa che per difendere la famiglia sia sufficiente la legge sulla legittima difesa... senza pensare agli effetti devastanti della Legge Biagi...
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[SM=x44462]


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Ci vuole tutta una vita per capire che non é necessario capire tutto.

La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

Il delitto è soprattutto una questione geografica. Per ciò che è permesso nel Pacifico meridionale un europeo può finire in galera.
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09/02/2006 18:54

la destra al governo: un bilancio
[SM=x44462]

Scritto da: Etrusco 09/02/2006 17.34
Dopo 60 anni finalmente abbiamo potuto vedere governare la Destra con Alleanza Nazionale (ex MSI) e gli altri partiti del centro destra, FI e UDC, che forse su alcune questioni sono anche più a dx di AN.
Facciamo un bilancio?

Per quel che è la mia sensibilità sono un po' nauseato dai metodi con cui hanno legiferato:
imponendo a colpi di fiducia emendamenti e leggi varie, anche su questioni assai delicate, compreso lo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.

Non mi è mai piaciuto chi arriva ed impone arrogantemente le sue idee dicendo: "E' così, punto e basta!"
togliendo ogni spazio al sano e democratico confronto parlamentare.

Tra l'altro AN sta perdendo coesione sui principi cardini della Destra:
Patria = si è vilmente e oppurtunisticamente prostituita alla Lega Nord (gettando nel cesso il Tricolore che è al vertice della gerarchia costituzionale!)
Famiglia = scardinamento delle tematiche sociali (solo Alemanno e Storace le difendono un po')
Si pensa che per difendere la famiglia sia sufficiente la legge sulla legittima difesa... senza pensare agli effetti devastanti della Legge Biagi...
Dio = forse stanno agevolando i cattolici anche troppo tra ICI, scuole private etc.



sottoscrivo tutto quello che hai detto.
ma vorrei aggiungere un elemento di riflessione.
siamo sicuri che in questi cinque anni c'è stato un governo di destra?
qual è un governo di destra? quello che ci fu in GB con la margherita tatcher o quello che ci fu in Usa con reagan (per parlare di quelli che hanno governato in paesi democratici). in che cosa somiglia a quei governi il governo berlusconi?
io penso che il governo berlusconiCasiniFiniBossi NON ha avuto nessuna politica, nè di destra né ovviamente di centro...
non ha fatto assolutamente nulla salvo leggi ad personam (nel campo della giustizia, leggi anticentrosinistra (la legge elettorale). Già, la riforma della scuola... lì forse c'è l'elemento di classe: quando si costringe un ragazzino a scegliere cosa farà da grande si sa già che il figlio dell'operaio è segnato (proprio contro questo principio abbiamo fatto il Sessantotto). Comunque in generale, il governo uscente non ha fatto nulla di nulla: questo è il guaio! e somiglia ai grandi governi di destra solo per l'arroganza, la mancanza di dialogo con le parti sociali e il disinteresse per le condizioni della gente.
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09/02/2006 19:00

Re: la destra al governo: un bilancio

Scritto da: pasquale.60 09/02/2006 18.54
[SM=x44462]

sottoscrivo tutto quello che hai detto.
ma vorrei aggiungere un elemento di riflessione.
siamo sicuri che in questi cinque anni c'è stato un governo di destra?
qual è un governo di destra? quello che ci fu in GB con la margherita tatcher o quello che ci fu in Usa con reagan (per parlare di quelli che hanno governato in paesi democratici). in che cosa somiglia a quei governi il governo berlusconi?
io penso che il governo berlusconiCasiniFiniBossi NON ha avuto nessuna politica, nè di destra né ovviamente di centro...
non ha fatto assolutamente nulla salvo leggi ad personam (nel campo della giustizia, leggi anticentrosinistra (la legge elettorale). Già, la riforma della scuola... lì forse c'è l'elemento di classe: quando si costringe un ragazzino a scegliere cosa farà da grande si sa già che il figlio dell'operaio è segnato (proprio contro questo principio abbiamo fatto il Sessantotto). Comunque in generale, il governo uscente non ha fatto nulla di nulla: questo è il guaio! e somiglia ai grandi governi di destra solo per l'arroganza, la mancanza di dialogo con le parti sociali e il disinteresse per le condizioni della gente.




in effetti...

mi ritornano anche in mente le parole, sproloquiate dal nano in una delle ultime apparizioni, sulla firma del protocollo di Pratica di Mare... è stato lui a fare tutto e mettere daccordo tutti! e non invece ad essere solo cortese ospite di un trattato internazionale a lungo discusso nei precedenti anni!
e ricordo anche i commenti della stampa estera sulle coreografie 'carnevalesche e nostalgiche delle grandiosità mussoliniana'

[SM=x44458] [SM=x44458]


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La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

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09/02/2006 19:09

Re: Re: la destra al governo: un bilancio

Scritto da: sunalone 09/02/2006 19.00



in effetti...

mi ritornano anche in mente le parole, sproloquiate dal nano in una delle ultime apparizioni, sulla firma del protocollo di Pratica di Mare... è stato lui a fare tutto e mettere daccordo tutti! e non invece ad essere solo cortese ospite di un trattato internazionale a lungo discusso nei precedenti anni!
e ricordo anche i commenti della stampa estera sulle coreografie 'carnevalesche e nostalgiche delle grandiosità mussoliniana'

[SM=x44458] [SM=x44458]




Sunalone... siccome forse ti farà piacere, ti do un altro spunto per ironizzare sul premier
"Ho in tasca una formula magica che permetterà di trovare una soluzione condivisa, ma la tirerò fuori solo all'ultimo momento"
Siccome sei un vigile fustigatore del premier dovresti ricordarti in che occasione ha fatto questa battuta!!!!

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09/02/2006 19:34

Re: la destra al governo: un bilancio

Scritto da: pasquale.60 09/02/2006 18.54
[SM=x44462]

sottoscrivo tutto quello che hai detto.
ma vorrei aggiungere un elemento di riflessione.
siamo sicuri che in questi cinque anni c'è stato un governo di destra?
qual è un governo di destra?
quello che ci fu in GB con la margherita tatcher o quello che ci fu in Usa con reagan
(per parlare di quelli che hanno governato in paesi democratici).

in che cosa somiglia a quei governi il governo berlusconi?
io penso che il governo Berlusconi/Casini/Fini/Bossi NON ha avuto nessuna politica, nè di destra né ovviamente di centro...

non ha fatto assolutamente nulla salvo leggi ad personam (nel campo della giustizia, leggi anticentrosinistra (la legge elettorale).

Già, la riforma della scuola... lì forse c'è l'elemento di classe: quando si costringe un ragazzino a scegliere cosa farà da grande si sa già che il figlio dell'operaio è segnato (proprio contro questo principio abbiamo fatto il Sessantotto).

Comunque in generale, il governo uscente non ha fatto nulla di nulla: questo è il guaio! e somiglia ai grandi governi di destra solo per l'arroganza, la mancanza di dialogo con le parti sociali e il disinteresse per le condizioni della gente.



Concordo su tutto, eccetto su un termine: chiamiamolo 3° Governo Berlusconi,
Fini, Bossi, Casini non hanno avuto sufficiente incisività per esserne complici a pari livello, sono stati semmai prostituiti o conniventi agli interessi della famiglia Berlusconi e dei suoi "collaboratori"....

Per il resto c'è un'enorme differenza tra l'essere di Destra
ed essere yesman di questa o quell'altra bandana...
anche se la destra italiana si è svenduta a qualcuno... anzi prostituita ed è solo un eufemismo [SM=x44470]
La nostra destra non è una Destra dalle grandi tradizioni, a differenza dei Tory inglesi,
dei Gollisti francesi o dei cristiano-sociali tedeschi....
quelle si che sono un'ottimo esempio di Destra da emulare, altro che pizza e Fini [SM=x44498]

il Cavliere Bandanato, al di là delle sue dichiarazioni ("Armi di distrazione di massa") non ha nulla a che vedere
con la Cultura ed i Valori della Destra
, nelle sue molteplici sorgenti che anche i suoi colonnelli ignorano o hanno dimenticato;
Sua Impunità è un personaggio impolitico o, se si preferisce, pre-politico, un signorotto medievale che combatte
(a differenza del suo predecessore PresDelCons di Destra, Mussolini)
solo per i propri interessi e si è comprato un esercito personale di scudieri e mercenari, un esercito di yesman.

L'unico personaggio politico di un certo spessore nel centro destra era il Prof.Sen. Domenico Fisichella . . . colui che determinò la svolta di Fiuggi, dall'MSI ad AN e colui che ispirò e plasmò il programma di AN,
ma dopo l'imposizione della Devolution e lo stravolgimento della carta costituzionale per non gettare nel WC anche la sua dignità di uomo e di politico oltre che il tricolore.... se ne è dovuto andare sbattendo la porta...
[SM=x44471]

[Modificato da Etrusco 09/02/2006 19.36]

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10/02/2006 11:04

Sono anch'io perplesso nel ritenere di destra il governo Berlusconi, lo definirei piuttosto...un consorzio temporaneo tra imprese [SM=x44451] .
Caro Etrusco, prima di affermare che"...la nostra destra non è una destra dalle grandi tradizioni...", ti suggerisco di riflettere sulle figure di Cavour, Nitti, Gobetti, Giovanni Amendola, Salvemini, Einaudi, Orlando, Malagodi, i fratelli Rosselli: senso dello Stato ed antifascismo.
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10/02/2006 12:35

Re:

Scritto da: ((Gianni)) 10/02/2006 11.04
Sono anch'io perplesso nel ritenere di destra il governo Berlusconi, lo definirei piuttosto...un consorzio temporaneo tra imprese [SM=x44451] .
Caro Etrusco, prima di affermare che"...la nostra destra non è una destra dalle grandi tradizioni...", ti suggerisco di riflettere sulle figure di Cavour, Nitti, Gobetti, Giovanni Amendola, Salvemini, Einaudi, Orlando, Malagodi, i fratelli Rosselli: senso dello Stato ed antifascismo.



Grazie per l'invito,
ma dimmi una cosa: è sufficiente avere validi personaggi di Destra per dire che possiamo vantare anche noi una discreta tradizione politica di Destra?
Anche se questi e la destra italiana, all'infuori di qualche conquista sociale del Governo Mussolini, (lasciando per ora da parte l''800) hanno raramente finalizzato e concretizzato qualcosa dei loro disegni?
[SM=x44473]

[Modificato da Etrusco 10/02/2006 12.36]

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10/02/2006 14:59

Raramente finalizzato?

Scritto da: Etrusco 10/02/2006 12.35


Grazie per l'invito,
ma dimmi una cosa: è sufficiente avere validi personaggi di Destra per dire che possiamo vantare anche noi una discreta tradizione politica di Destra?
Anche se questi e la destra italiana, all'infuori di qualche conquista sociale del Governo Mussolini, (lasciando per ora da parte l''800) hanno raramente finalizzato e concretizzato qualcosa dei loro disegni?
[SM=x44473]

[Modificato da Etrusco 10/02/2006 12.36]




Cavour: unità d'Italia;
Nitti: elettorale proporzionale, Cassa per il Mezzogiorno;
Einaudi: Banca d'Italia;
Gli altri citati hanno fortemente influenzato, in maniera diretta o indiretta, la Costituzione Italiana.
La destra politica, per favore, non confonderla con la dittatura fascista, quello fu un regime totalitario e non portò conquiste sociali, ma provvedimenti con un unico fine: l'annullamento dell'individuo a favore dello Stato. Per realizzare questo il fascismo non si pose scrupoli ed utilizzò contemporaneamente il terrore, la propaganda ed il populismo. Rivalutare lo strumento (leggi sociali) trascurando il fine(azzeramento delle coscienze e dello spirito critico) che il PNF si poneva è scorretto, oltre che pericoloso.
La Costituzione Italiana, affermando la centralità e l'intangibilità dell'individuo e ponendo lo Stato a difesa del cittadino (non viceversa) rappresenta la vittoria del pensiero liberale italiano, ti sembra poco?

[Modificato da ((Gianni)) 10/02/2006 15.00]

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10/02/2006 15:50

Re: Raramente finalizzato?

Scritto da: ((Gianni)) 10/02/2006 14.59


Cavour: unità d'Italia;
Nitti: elettorale proporzionale, Cassa per il Mezzogiorno;
Einaudi: Banca d'Italia;
Gli altri citati hanno fortemente influenzato, in maniera diretta o indiretta, la Costituzione Italiana.

La destra politica, per favore, non confonderla con la dittatura fascista, quello fu un regime totalitario e non portò conquiste sociali, ma provvedimenti con un unico fine:
l'annullamento dell'individuo a favore dello Stato.
Per realizzare questo il fascismo non si pose scrupoli ed utilizzò contemporaneamente il terrore, la propaganda ed il populismo.
Rivalutare lo strumento (leggi sociali) trascurando il fine(azzeramento delle coscienze e dello spirito critico) che il PNF si poneva è scorretto, oltre che pericoloso.

La Costituzione Italiana, affermando la centralità e l'intangibilità dell'individuo e ponendo lo Stato a difesa del cittadino (non viceversa) rappresenta la vittoria del pensiero liberale italiano, ti sembra poco?

[Modificato da ((Gianni)) 10/02/2006 15.00]




Si, la Costituzione italiana ha segnato una grande conquista per la nostra democrazia e liberalità.
La tua sintesi è molto utile per inquadrare meglio il presente e soprattutto per riflettere meglio sul topic di questa discussione:
cosa ne è oggi dei politici di Destra sopravvissuti dentro e fuori AN?

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10/02/2006 15:59

altro è la destra storica, altro è "questa destra"

Scritto da: ((Gianni)) 10/02/2006 11.04
Sono anch'io perplesso nel ritenere di destra il governo Berlusconi, lo definirei piuttosto...un consorzio temporaneo tra imprese [SM=x44451] .
Caro Etrusco, prima di affermare che"...la nostra destra non è una destra dalle grandi tradizioni...", ti suggerisco di riflettere sulle figure di Cavour, Nitti, Gobetti, Giovanni Amendola, Salvemini, Einaudi, Orlando, Malagodi, i fratelli Rosselli: senso dello Stato ed antifascismo.



alla destra storica tanto di cappello. ma nel ventennio
fascista l'italia è cambiata e la destra è cambiata. Il fascismo intanto fu un fenomeno strano in cui, almeno all'inizio si confusero destra sinistra e nazionalismo. dopo la liberazione la destra si ridusse ad una corrente maggioritaria della democrazia cristiana (che non ha nulla a che vedere con la destra storica) e ai post fascisti del MSI. E oggi? questi schieramenti che dicono di essere al centro e a destra, cosa hanno a che fare con la destra storica? nulla, nulla di nulla.
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11/02/2006 13:37

Re: altro è la destra storica, altro è "questa destra"

Scritto da: pasquale.60 10/02/2006 15.59


alla destra storica tanto di cappello. ma nel ventennio
fascista l'italia è cambiata e la destra è cambiata. Il fascismo intanto fu un fenomeno strano in cui, almeno all'inizio si confusero destra sinistra e nazionalismo.
dopo la liberazione la destra si ridusse ad una corrente maggioritaria della democrazia cristiana (che non ha nulla a che vedere con la destra storica) e ai post fascisti del MSI. E oggi? questi schieramenti che dicono di essere al centro e a destra, cosa hanno a che fare con la destra storica? nulla, nulla di nulla.



e non dimentichiamo il PLI di Altissimo....
Comunque oggi in Italia temo che manchi proprio la Politica: si è degenerato il modo di far politica... non più dialoghi e confronti, ma solo spot ad effetto, insulti e tanta volgarità che non serve a nessuno se non a chi deve nascondere i suoi errori ed insuccessi...

Divaghiamoci un po':

Da: "IL LIBRO DE KIPLI"]Da: "IL LIBRO DE KIPLI"
by Rokko Smithersons, suo originale divulgatore e collaudatore....


La nuova Destra

Non ce l'abbiamo con i neri e gli africani,
solo non vogliamo che ci rubino il lavoro.
Non ce l'abbiamo con gli omosessuali,
solo non vogliamo che ci contaminino col loro morbo.
Questa è una Destra nuova che vuole battersi per il
rispetto della civiltà e della democrazia.
Non ce l'abbiamo con gli zingari,
solo non vogliamo che mettano in pericolo
la nostra comunità.
Non ce l'abbiamo cogli extracomunitari
solo non vogliamo che occupino le nostre case.
Questa è uma Destra nuova che vuole mettersi
dalla parte del cittadino e del lavoratore.
La pelle, la lingua, la razza non c'entra.
E se non capite questo siete degli ebrei!

[Modificato da Etrusco 11/02/2006 13.38]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
23/05/2006 23:33

Re:

Scritto da: Etrusco 09/02/2006 17.34
Dopo 60 anni finalmente abbiamo potuto vedere governare la Destra con Alleanza Nazionale (ex MSI) e gli altri partiti del centro destra, FI e UDC, che forse su alcune questioni sono anche più a dx di AN.
Facciamo un bilancio?

Per quel che è la mia sensibilità sono un po' nauseato dai metodi con cui hanno legiferato:
imponendo a colpi di fiducia emendamenti e leggi varie, anche su questioni assai delicate, compreso lo stravolgimento della Costituzione della Repubblica italiana.

Non mi è mai piaciuto chi arriva ed impone arrogantemente le sue idee dicendo: "E' così, punto e basta!"
togliendo ogni spazio al sano e democratico confronto parlamentare.

Tra l'altro AN sta perdendo coesione sui principi cardini della Destra:
Patria = si è vilmente e oppurtunisticamente prostituita alla Lega Nord (gettando nel cesso il Tricolore che è al vertice della gerarchia costituzionale!)
Famiglia = scardinamento delle tematiche sociali (solo Alemanno e Storace le difendono un po')
Si pensa che per difendere la famiglia sia sufficiente la legge sulla legittima difesa... senza pensare agli effetti devastanti della Legge Biagi...
Dio = forse stanno agevolando i cattolici anche troppo tra ICI, scuole private etc.





criticate tanto quelli dei forum di destra, riportate le frasi che scrivono e andate avanti a prenderli per il culo per post e post, e nemmeno vi accorgete di quante s [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] e sparate.


[SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]


io non ci devo più venire nelle sezioni di attualità di 'sto forum, mi si alza la pressione [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]
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23/05/2006 23:49

Re: Re:

Scritto da: intergrigo88 23/05/2006 23.33




criticate tanto quelli dei forum di destra, riportate le frasi che scrivono e andate avanti a prenderli per il culo per post e post, e nemmeno vi accorgete di quante s [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] e sparate.


[SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]


io non ci devo più venire nelle sezioni di attualità di 'sto forum, mi si alza la pressione [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]



Premettendo ke ormai è inutile parlare con te, visto ke continui a comportarti come un bambino, nonostante sperassi ke, dopo la tensione del periodo elettorale, ti calmassi un pò, come buona parte degli utenti della sezione, ti faccio notare come un utente non di sinistra abbia espresso la sua posizione con calma e tranquillità impostando un dialogo con un altro utente da sempre critico verso la destra italiana (ke tu probabilmente dall'alto del tuo approfondimento definiresti "comunista").
Ebbene, come vedi l'espressione libera di opinioni è avvenuta nella più assoluta tranquillità, da te minata e rovinata.
Semplicemente, rifletti prima di postare, invece di fare questa guerra ignorantotta e immatura. Non ne fai una bella figura, partendo dai tuoi presupposti da ragazzetto un pò arrogante.
[Modificato da Etrusco 19/03/2008 23:40]
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Re: Re:

Scritto da: intergrigo88 23/05/2006 23.33


...e nemmeno vi accorgete di quante s [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44474] e sparate.


[SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]




Sarei seriamente interessato a capire il tuo punto di vista:
dove sarebbero le incongruenze di cui ti lamenti?

Ti riferisci al fatto che sono forse proprio le tematiche fuori luogo?
Oppure solo il procedimento dialettico argomentativo? [SM=x44473]

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19/03/2008 23:39

Tratto da un vecchio articolo di Narrator

29.11.2003
La crisi di Alleanza Nazionale e la destra liberale


E' difficile organizzare un discorso sulle ultime uscite di Fini
senza riconoscere il dramma di chi cerca di superare la fase storica del Msi da ormai dieci anni.
Questa prospettiva non può essere dimenticata nel comprendere cos'è successo l'altro giorno, quando abbiamo visto il vicepremier indossare la kippà, il copricapo ebraico.
Santomassimo, sul "Manifesto" del 25 novembre, nota che sta nascendo una nuova destra, alternativa a quella berlusconiana; e che però non si tratta di una destra morbida, come proverebbe la legge repressiva sulle droghe e nonostante la proposta di far votare gli immigrati.[...]

Ben altro è comunque il peso del dibattito. Marco Tarchi, sul "Giornale" del 28 novembre, ha paventato il rischio di non capire dove Fini stia andando. Tarchi non è uno qualunque: oltre a insegnare Comunicazione Politica a Firenze, era uno dei delfini di Almirante nel vecchio Msi. Forse il più "promettente"; ma gli fu preferito proprio Fini.

Sempre il 28 novembre, Adriano Sofri, su "La Repubblica", lucidamente delinea un percorso accelerato negli ultimi mesi da parte di Fini:
prima il voto agli immigrati,
poi il libro sulla Costituzione europea prefatto da Giuliano Amato,
poi il ripudio del nazionalismo in favore di un più moderato patriottismo,
ora le dichiarazioni in terra d'Israele che vanno molto al di là di quanto gli era stato chiesto dagli ebrei.

Fini, in occasione delle precedenti elezioni europee del 1999, aveva tentato un ben più modesto passo, accogliendo Mario Segni e il suo delfino Diego Masi nelle liste di An.
Ora, e poco prima delle elezioni europee del 2004, da posizione governativa, si mostra molto più sicuro di sé nella costruzione di una nuova identità per la destra.
Non lo dice mai, ma in questo modo riconosce una verità storica che era sempre passata sotto silenzio anche per l'ostracismo dell'Arco Costituzionale:
e cioè che, contrariamente all'opinione corrente, non esiste una sola destra; ma la destra moderata e liberale era rimasta finora incagliata in vecchi schemi sociali ormai superati, ed era finora rappresentata per lo più da persone decedute: Longanesi, Guareschi, Prezzolini e Montanelli.
Troppo poco perché avesse dignità nel dibattito politico.
E invece, forse, l'obiettivo di Fini è ridarle vita in uno spazio europeo, dove la destra liberale è ben più presente che in quello italiano, e con una prospettiva futura e non più (solo) passata.
Una destra liberale, che si rifa alla Destra Storica che ha fatto l'Italia, viveva in Alleanza Nazionale fino a qualche anno fa: era forse troppo presto per proporre d'eliminare la fiamma dal simbolo di An, ma qualche parlamentare ci provò a Verona sul finire degli anni '90. Oggi è sulla bocca di tutti, questa proposta, nel bene e nel male.
Passaggio necessario?
...
Oggi non è così importante che la fiamma sia tolta dal simbolo elettorale di An: di fronte al nuovo corso di Fini, e alla sua brusca accelerazione, dobbiamo soltanto sperare che nel medio termine sia costruito un bipolarismo più sano e una lotta politica più rispettosa degli avversari, al cospetto di valori finalmente comuni.

scritto da narrator alle ore 10:54
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Tutto sta nel definire cosa sia, questa destra. Per noi è aperta, laica e umana
Caro gasparri, ecco perché siamo a destra anche noi

di Filippo Rossi

Maurizio gasparri, in un’intervista pubblicata il 19 gennaio sul Riformista, si domanda se noi di Ffwebmagazine siamo abbastanza “di destra”. Almeno, dice, se siamo di destra quanto lui. E allora, premesso che – come sa chi ci legge – cerchiamo, quando è possibile, di ragionare oltre di una categorizzazione politica che si delinea ancora sulle fratture novecentesche, proviamo a rispondere. Dicendo innanzitutto che, tanto per chiarire le cose, noi siamo e ci sentiamo pienamente “a destra”.

Certo, tutto sta a definire cosa sia questa “destra”. Calando nella realtà una parola astratta, declinando nella concretezza del tempo e dello spazio quella che è solo un’etichetta.
Ebbene, la nostra destra parte dalla centralità dell’individuo. Dalla dignità della persona, dal rispetto della sua sfera di autonomia, di autodeterminazione, di libertà. Che sia libertà dai dogmi imposti, da uno Stato padrone, dal pensiero unico. E, per forza di cose se si crede nella libertà dell’individuo, si deve credere e praticare il rispetto delle differenze. Come in un mosaico, policromatico ma allo stesso tempo armonico, che non annulla le diversità ma le inserisce in un contesto, unitario e molteplice allo stesso tempo.

La nostra destra crede in una politica “prospettica”: una politica fatta di “visione”, che guarda al futuro, immaginandolo e costruendolo. Una destra “eroica”, e una politica che non si trinceri in un eterno presente fatto di paura e di difesa, che non si nutra di perpetue emergenze, che non si serva dei “valori” e delle “identità” come fossero vessilli da sbandierare per spaventare presunti nemici. E allora questa destra non può che essere “aperta”, umana. Caritatevole, per usare una bella parola che viene dal lessico cristiano.

La nostra destra crede nel principio della “laicità”.
Serena, positiva e non battagliera, certo. Ma sempre e comunque laicità. E non solo quando si parla di rapporti tra fede e politica. Ma anche quando laicità significa obiettività e flessibilità di giudizio: crediamo in una destra, per capirci, che non si lancia nella difesa “a prescindere” di un poliziotto che sbaglia.

La nostra destra crede anche nella pacatezza. Intanto, perché quando si hanno idee non c’è bisogno di gridare.
E poi perché la responsabilità (parola che fa senza dubbio parte del bagaglio politico e culturale della destra) implica la moderazione e la ricerca del dialogo. Perché parlare con l’“avversario”, quando c’è da disegnare il futuro del paese, non vuol dire cedere all’inciucio, tradire o svendere le proprie convinzioni. Vuol dire, semplicemente, avere a cuore il destino di una nazione: una destra che sia davvero patriottica, insomma.

E la nostra destra crede ancora – per quanto demodé ciò possa sembrare – nella moralità.
Una moralità vera e praticata quotidianamente, fatta di buon gusto e di buon senso, di etica e di decoro. Attenzione, niente a che vedere con quei fumosi “valori” declamati alla bisogna, e agitati come un corpo contundente da chi, alle volte, li calpesta per primo.

Si potrebbe continuare ancora. Ma sono questi, in sostanza, i cardini su cui impostiamo questa nostra destra. E pazienza se per qualcuno non è “destra” abbastanza. A noi basta, e piace, così.

Ffw - Filippo Rossi - 19 gennaio 2010
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18/05/2010 21:34



E le discriminanti più "scomode" sono la legalità e il senso dello Stato
Ma chi decide cos'è "di destra"?
di Flavia Perina


I numeri sono chiari, e adesso si può cominciare a parlare di politica. Nel "mare magnum" delle dichiarazioni degli "ex colonnelli" l'argomentazione che più colpisce l'abbiamo trovata ieri in un'intervista a Giorgia Meloni (ma il giorno prima era evocata in quella di Ignazio La Russa, e Maurizio gasparri ne ha fatto da tempo un suo cavallo di battaglia).
È la "questione ideologica", quella che Giorgia sintetizza dicendo: «Io ho una storia, fatta di An, destra, giovani, conservatorismo etico», una storia «che va difesa», quasi che Gianfranco Fini fosse al di là di quella storia, o addirittura se ne fosse messo al di fuori.
Come ha spiegato, appunto, Gasparri: «Il problema vero è che io sono rimasto sulle posizioni che abbiamo sempre espresso: lui invece è diventato un innovatore, ha cambiato idea su tante cose».
Per poi chiedersi: ma se un capo di partito cambia idea, dirigenti e militanti devono adeguarsi?

Adesso che i posizionamenti politici sono trasparenti, che ci si è schierati pro e contro, questo è il primo argomento su cui essere trasparenti. Crediamo, ad esempio, che abbia fatto molte più cose "di destra" la finiana Giulia Bongiorno fermando, correggendo o limando provvedimenti come la prescrizione breve (che avrebbe cancellato 600mila processi), piuttosto che tutti gli ex An (noi compresi) messi insieme. Senza la sua competenza e determinazione avremmo mortificato le forze dell'ordine che su quei 600mila casi hanno indagato, schiaffeggiato le vittime che hanno speso tempo e quattrini per avere giustizia, probabilmente premiato i colpevoli.
Chi si fregia del titolo di difensore dei valori della cosiddetta "vera destra" dovrebbe spiegarci a quale punto della graduatoria mette la legalità.
E a quale il senso dello Stato e dell'interesse nazionale, e un'idea repubblicana che non si basi sulla sopraffazione dei più deboli ma sulla garanzia di un diritto uguale per tutti.

Ecco, se è naturale che a un ex Forza Italia venga in mente, ad esempio, di dichiarare che si deve fare «la riforma istituzionale che ci conviene di più»,
non è normale che un'idea così sia sostenuta da uno "di destra".

Se non sorprende il controcanto di Silvio Berlusconi su Roberto Saviano (peraltro pubblicato da Mondadori), eroe civile della lotta ai clan, stupisce che le uniche osservazioni critiche siano arrivate dai "finiani": chi aspira a interpretare la destra-destra dovrebbe ancora avere nelle orecchie, per dirne una, la relazione di Beppe Niccolai all'antimafia, le assemblee del FdG con Paolo Borsellino, gli stessi comizi di Almirante in Sicilia. Come fa a stare zitto? Come fa a far finta di niente?

Perché ci sono solo i "finiani" nel comitato che chiede la verità per Stefano Cucchi,
vittima innocente che ci ricorda tanti dei nostri?
Come mai gli eredi più titolati della tradizione della destra, una tradizione che aveva in massimo conto la partecipazione, sono i più distratti davanti al problema dell'astensionismo?

Perché è il "finiano" Pasquale Viespoli il solo che sentiamo parlare con passione di Sud o di patto generazionale per salvare i giovani da un futuro immobile e precario?
E come mai, tra le tante fondazioni e think thank che gli ex colonnelli hanno costituito, è toccato solo i "finiani" del Secolo aver dedicato convegni e approfondimenti giornalistici non retorici a personaggi che hanno fatto la storia della "nostra" destra come Giano Accame, Tony Augello o Marzio Tremaglia, di cui domani ricorre il decimo anniversario della prematura scomparsa,
o al vero e formidabile "sdoganatore" già negli anni Ottanta della destra politica italiana che fu Bettino Craxi?

Il fatto è che il vero Dna della destra, più che sul crinale della retorica dei valori e delle cosiddette questioni di coscienza, dove il nostro mondo - fin dall'epoca del divorzio - ha sempre giudicato normale esprimersi liberamente, ruota intorno alle discriminanti ben più scomode (almeno nell'era berlusconiana) del senso dello Stato e della legalità, della protezione dei deboli e della valorizzazione del merito oltre i diritti di casta.
Facile fare la morale in tema di coppie di fatto, che non incide sul "core busisness" di nessuno.
Ma il coraggio della destra, a nostro giudizio, si mostra anche altrove.
Anzi, soprattutto altrove.

Flavia Perina - Pubblicato sul Secolo d'Italia del 21 aprile 2010
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Re:
Etrusco, 18/05/2010 21.18:






...d'altronde...lui...in merito al post berlusca...e' quello che io come scrissi tempo fa...si e' messo in testa un'idea meravigliosa... [SM=x44452]

...ormai e' chiaro, visto che e' disposto anche a far pessime figure come questa, pur di farsi notare agli occhi del grande capo fra i vari pretendenti al trono, sgomitanti come gli assistenti del primario durante il giro delle visite in clinica in un famoso film con alberto sordi... [SM=x44450]
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27/09/2010 01:17

L'immagine della destra italiana:
"Più in basso è difficile"


Molti lettori si chiedono se la storia di un piccolo appartamento («50-55 metri quadrati») possa dominare per parecchie settimane la vita pubblica italiana. La risposta, purtroppo, è sì, soprattutto se il caso scoppia dopo una lunga stagione di scandali, veleni e accuse incrociate. A chi scrive sui giornali piacerebbe parlare anche d’altro, ma un giornalista americano disse molti anni fa che la stampa consegna le notizie come il lattaio consegna il latte del mattino. E quello che si beve oggi in Italia è di pessima qualità.

Eppure questa rappresentazione è parziale. Se potessimo dimenticare per un momento il quartierino di Montecarlo, rovesciare il cannocchiale e sbirciare in tutti i piccoli appartamenti di cui è piena la penisola, constateremmo che tra la rappresentazione pubblica dell’Italia e l’esistenza quotidiana dei suoi cittadini esiste una distanza abissale. Non è una novità. Abbiamo sempre saputo che il Paese è afflitto da una sorta di schizofrenia. Quando discute di politica o scende in campo come militante per un partito o un movimento, l’italiano esprime giudizi radicali, denuncia situazioni intollerabili, minaccia azioni violente, propone soluzioni estreme. Quando organizza la sua vita, amministra i suoi soldi e fa le sue scelte quotidiane, è generalmente un buon calcolatore dei costi e benefici di una qualsiasi decisione, piccola o grande, che attenga ai suoi personali interessi.

Ne abbiamo la prova quando diamo un’occhiata alle statistiche sul risparmio delle famiglie, sui consumi, sul numero delle aziende private e delle partite Iva, su quello delle case che appartengono a chi le abita. Ne abbiamo una prova ancora più convincente quando constatiamo che i fenomeni più interessanti e positivi dell’economia nazionale non sono quelli pianificati dall’alto, ma accadono spesso quando le api della società nazionale fanno sciame e producono risultati che gli economisti e i sociologi non avevano previsto e dovranno cercare di spiegare a posteriori. Siamo rivoluzionari, se non addirittura eversivi, quando parliamo, ma siamo moderati quando amministriamo la nostra vita e i nostri beni. Queste sono le qualità che ci permettono di sopravvivere nei momenti difficili, questi sono gli ammortizzatori della nostra vita quotidiana.

Ma presentano parecchi inconvenienti. La somma di alcuni milioni di buone scelte individuali non produce necessariamente una buona politica nazionale. La somma degli interessi personali non è l’interesse di tutti. Vi sono circostanze in cui un Paese deve adattarsi a grandi cambiamenti e fare scelte cruciali, necessariamente collettive e valide per tutti. Quella che stiamo attraversando è una fase storica in cui il futuro dell’Italia, come quello di qualsiasi altro Paese dell’Unione europea, dipende dalle sue decisioni in materia di educazione, ricerca scientifica, riforme istituzionali, energia, infrastrutture.

Un Paese in cui i singoli cittadini e le loro corporazioni gestiscono oculatamente il loro tran-tran quotidiano, ma esprimono una classe politica faziosa e rissosa, prende inevitabilmente le curve della storia con una snervante lentezza.
La crisi politica di questi mesi non è soltanto uno spettacolo desolante.
Proietta verso il mondo l’immagine di un Paese su cui non è possibile fare affidamento e sottrae tempo prezioso a quello che andrebbe impiegato per il rinnovamento economico e istituzionale del Paese.

Dal 22 aprile, il giorno della rissa tra Berlusconi e Fini alla direzione del PdL, il governo appare paralizzato, ripiegato acidamente su se stesso. Fra i costi maggiori di questa interminabile crisi vi sarà l’aumento del ritardo che abbiamo accumulato da quando i nostri amici e concorrenti hanno cominciato a camminare più rapidamente di noi.
Vi è infine un altro pericolo di cui i politici dovrebbero essere maggiormente consapevoli. Il Paese non li ama. Se un partito o un leader conta di prevalere sull’avversario conquistando il consenso della maggioranza degli italiani, non si faccia illusioni. Raramente, nella storia dell’Italia repubblicana, i nostri rappresentanti hanno goduto di minore credito.
Raramente sono stati meno rispettati e stimati. Non è un fenomeno soltanto italiano.

Anche altrove, dall’America di Obama alla Francia di Sarkozy, vi è un malumore diffuso. Ma è particolarmente visibile in un Paese che non ha ancora una forte coesione nazionale.
Questa crisi è il peggiore servizio che la classe politica possa rendere all’Italia nel 150° anniversario della sua esistenza.

Sergio Romano
26 settembre 2010
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