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The London TIMES: Italian Connection

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2008 11:10
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18/02/2006 02:44

D'Alema:

«Noi processati per due telefonate
da chi oggi deve rispondere di ben altro»

Il presidente dei Ds all'attacco dopo la chiusura dell'inchiesta per corruzione che vede coinvolto Berlusconi.
«E' il suo sistema»


ROMA - Contro i Ds, sulla vicenda Unipol, è stato costruito un processo «per un paio di telefonate» e quel processo è stato costruito da chi ora deve rispondere di «ben altro che di un paio di telefonate».
Il presidente della Quercia, Massimo D'Alema, commenta così le nuove vicende giudiziarie in cui è coinvolto il premier Silvio Berlusconi. Il leader della Cdl è accusato di corruzione dalla procura di Milano relativamente ad un versamento di 600 mila euro che sarebbe stato girato all'avvocato inglese David Mills. Lo stesso Mills in una lettera - poi ritrattata - aveva scritto di aver ricevuto quel denaro in cambio di favori e protezioni garantite a Berlusconi nel corso di altri procedimenti.

«E' IL SUO SISTEMA» - «Io non mi occupo di cronaca giudiziaria», dice D'Alema parlando a Radio Radicale. «Ho trovato singolare - aggiunge però l'ex presidente del consiglio - che si sia costruito un processo contro i Ds per un paio di telefonate che la magistratura considerava di nessun rilievo giudiziario. Noi siamo stati processati, indicati come il fulcro di una nuova questione morale, cosa comunque indecente ma, provenendo da un centrodestra che deve rispondere di ben altro che un paio di telefonate, l'ho trovato non soltanto indecente, ma immorale». D'Alema prosegue facendo notare che le accuse, quella di corruzione di testa, rivolta al premier Berlusconi rientra in qualche modo in un «sistema» applicato dal premier giá altre volte. «Non dimentichiamoci che il principale collaboratore di Berlusconi ovvero Cesare Previti è stato condannato due volte per corruzione di magistrati - dice D'Alema - evidentemente questo era il metodo seguito quando ancora non si poteva fare leggine ad personam».

Fonte: Corriere della Sera

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18/02/2006 02:48

Mills: «Così ho evitato guai a Mister B.»
L'avvocato inglese ex consulente Fininvest nel 2004 fa parziali ammissioni su denaro ricevuto dal Cavaliere. Poi ritratta.


MILANO - Quei 600 mila dollari? Li ho avuti nel 1997 dallo scomparso Carlo Bernasconi (dirigente Fininvest e cugino di Silvio Berlusconi, ndr).
Per cosa? Un «gift», un regalo. A compenso di tutti quei rischi e costi. Perché le persone di Mister B. conoscono come stanno le cose: sanno che, con le mie deposizioni in Tribunale, io l’ho tenuto fuori dal mare di guai in cui l’avrei buttato se avessi detto tutta la verità a mia conoscenza. In che modo? Facendo, di fronte ai giudici, delle "tricky corners", espressione idiomatica difficilmente traducibile, forse accostabile a "gimkane" o "curve pericolose".

Il 2 febbraio 2004 scrive proprio così l’avvocato David Mills (già consulente Fininvest e 15 anni prima ideatore del comparto riservato estero del Biscione) ai suoi commercialisti dello studio «Rawlinson&Hunter», alle prese con il fisco inglese che a Mills chiede conto di 600 mila dollari non denunciati nel 1997 come parcella professionale. Scrive così, Mills. Senza immaginare, però, che i commercialisti avrebbero consegnato la lettera agli inquirenti inglesi (che ancora sabato scorso gli hanno perquisito la casa), e che questi l’avrebbero trasmessa per rogatoria ai magistrati italiani.
Il 18 luglio 2004, interrogato sulla lettera dai pm, Mills conferma il tenore del testo, pur insistendo a rimarcare di non aver davvero mentito nei due processi milanesi, ma di essersi solo barcamenato senza dire tutta la verità. E’ vero, spiega, ho comunque cercato di proteggere Silvio Berlusconi sugli affari che avevo fatto per lui negli anni: e un giorno Carlo Bernasconi mi disse che, per ringraziarmi, il dottor Berlusconi aveva deciso di darmi del denaro.
Poi, però, pochi mesi dopo, nel novembre 2004, Mills ritratta questa versione e in un memoriale ai pm ne offre un’altra. Ora che il fisco inglese mi ha comunque fatto pagare le tasse su quei 600 mila dollari, dice, tanto vale che dica la verità. E la nuova verità, stavolta, è che i soldi non venivano da Berlusconi-Bernasconi, ma avevano a che fare con i rapporti tra l’avvocato Mills e tre suoi clienti. Anche se i tre (interrogati) danno una versione diversa, la difesa di Mills ora si attesta qui: «Mills ha dato in modo estremamente preciso e circostanziato contezza della situazione - spiega l’avvocato Federico Cecconi -: in nessun modo i 600 mila dollari riguardano Silvio Berlusconi o soggetti riconducibili in qualche modo al gruppo di Berlusconi».
Fatto sta che, se dunque esistono almeno tre Mills (Mills1 quello della lettera, Mills2 quello dell’interrogatorio che la conferma, Mills3 quello della memoria che la ripudia), è solo sulla scorta del Mills1 e del Mills2 che la Procura di Milano è riuscita a ritrovare parzialmente il filo dei 600mila dollari di Mills in mezzo mondo: i soldi, infatti, partono dalle Bahamas, nel 1998 vengono usati dalla sua società offshore Struie Ltd per comprare quote dell’hedge fund Giano Capital, e nel 1999 sono reinvestiti nell’altro fondo Torrey Global.

Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

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02/03/2006 12:45

La Berlusconi-connection inguaia il governo Blair

Berlusconi e sui torbidi affari con l’avvocato David Mills, il testimone comprato, mettono nei guai il governo di Tony Blair in Inghilterra. La moglie dell’avvocato Mills è infatti il ministro della Cultura inglese, Tessa Jowell, blairiana di ferro. E dalle carte della procura milanese risulta coinvolta nello scandalo. Ma ciò che è peggio – e che rivela in prima pagina il Times di Londra – avrebbe cercato di ostacolare attraverso il gabinetto Blair l'indagine italiana. In particolare il governo avrebbe ostacolato una richiesta di estradizione per David Mills...
L'avvocato britannico Mills, suo marito, secondo i pm milanesi, avrebbe ricevuto soldi da Silvio Berlusconi in cambio di una falsa testimonianza... Il Times riporta una lettera «furiosa» dei magistrati italiani ad un alto funzionario del ministero dell'Interno britannico per essere stati ostacolati nella loro inchiesta in Gran Bretagna. E la vicenda mette ora in forte imbarazzo il governo Blair. Tanto che sulla vicenda ora indagherà il segretario di gabinetto britannico Gus O’ Donnell, secondo quanto ha affermato ai Comuni lo stesso premier Tony Blair.

Secondo questa lettera citata dal Times, il ministero degli Interni inglese avrebbe passato al Viminale alcune informazioni scritte anche in relazione alla «proposta estradizione» di Mills. E questo violando tutti gli obblighi alla riservatezza richiesti. Queste informazioni, dice il Times
citando la lettera, furono inviate dal Serious Fraud Office (l'agenzia del governo che indaga sui casi di truffa e frode più gravi) non direttamente ai pm di Milano, ma in «pacchi non sigillati» attraverso il governo italiano. La notte scorsa, il ministero dell'Interno britannico ha negato ogni irregolarità, una posizione che è stata ribadita da Downing Street, per la quale il caso è stato gestito «in modo normale». «Penso che la cosa sarebbe stata criticabile se fosse stata gestita in altro modo - ha affermato un portavoce di Blair - È stato trattato da funzionario a funzionario. Nessun ministro è stato consultato. Il ministero dell'Interno non poteva essere più chiaro nel dire che le normali procedure sono state seguite. Sono procedure accettate a livello internazionale».

Ma intanto, ha promesso Blair, ÒDonnell indagherà anche su possibili atti impropri o interferenze del ministero dell'Interno britannico nell'inchiesta dei pm milanesi su David Mills, accanto all'indagine sul ministro della Cultura Jowell.Tessa Jowell, è una fedelissima di Tony Blair. E ora è sotto inchiesta governativa – l’inchiesta viene condotta dal segretario di gabinetto su una possibile violazione del codice di comportamento ministeriale – anche sulla firma in calce alla richiesta di mutuo che si sospetta sia stato usato dal marito Mills per riscuotere i 600.000 dollari di pagamento per la falsa testimonianza a favore di Berlusconi. L'indagine del segretario O’Donnell, ha affermato Blair, sollecitato dai Conservatori,«esaminerà tutte le accuse che vengono fatte».

Intanto, lo stesso Times rivela che Mills sarebbe «impegnato in colloqui segreti» per un possibile accordo con i magistrati.Il legale, che da sempre respinge le accuse, potrebbe evitare il carcere e ricevere una «condanna simbolica» in cambio della «completa verità» sulla vicenda.

Gli avvocati di Mills hanno detto ieri che il loro cliente si trova in Svizzera, dove sta discutendo con loro sul da farsi.Ieri, scrive il Times, i magistrati Fabio de Pasquale e Alfredo Robledo hanno detto che si sta discutendo di patteggiamento. Federico Cecconi, il capo degli avvocati di Mills a Milano, ha confermato che il patteggiamento «è un'opzione», affermando di aver trascorso gli ultimi tre giorni in colloqui sull'argomento nel Canton Ticino. Secondo «fonti legali» del quotidiano londinese, se Mills risultasse colpevole e collaborasse, se la potrebbe cavare con una sentenza simbolica, di meno di un anno di carcere, possibilmente anche con la sospensione della pena.

In Gran Bretagna questo scandalo viene chiamato sulle prime pagine dei giornali : “Italian Connection”.

da L'Unità on line.


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10/03/2006 13:29

Mediaset, pm chiedono il processo
per Berlusconi e l'avvocato Mills
La richiesta si riferisce all'inchiesta su presunte irregolarità
nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset


MILANO - La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e dell'avvocato David Mills con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta su presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset. L'inchiesta è incentrata su 600mila dollari che l'avvocato inglese David Mills, marito di Tessa Jowell, ministro per gli Spettacoli del governo di Tony Blair, avrebbe ricevuto per fare, secondo l'accusa, false dichiarazioni nell'ambito di due datati processi milanesi: quello per le tangenti alla guardia di finanza e quello per la vicenda All Iberian. A quanto si è saputo, non è stato chiesto il rinvio a giudizio del legale per falsa testimonianza in quanto il reato è da considerarsi prescritto.

Durissima la reazione del portavoce del premier Paolo Bonaiuti: "Il tandem Corsera procura di Milano colpisce come nel '94 (quando arrivò l'avviso di garanzia a Berlusconi durante il vertice Onu a Napoli). Dopo la dichiarazione di voto del Corriere ecco, puntuale con le elezioni, la dichiarazione di voto della Procura di Milano attraverso un teorema falso, indegno e impossibile".

Da Repubblica on line.
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10/03/2006 13:37

Re:

Scritto da: pasquale.60 10/03/2006 13.29
Mediaset, pm chiedono il processo
per Berlusconi e l'avvocato Mills
La richiesta si riferisce all'inchiesta su presunte irregolarità
nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset


MILANO - La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e dell'avvocato David Mills con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta su presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset. L'inchiesta è incentrata su 600mila dollari che l'avvocato inglese David Mills, marito di Tessa Jowell, ministro per gli Spettacoli del governo di Tony Blair, avrebbe ricevuto per fare, secondo l'accusa, false dichiarazioni nell'ambito di due datati processi milanesi: quello per le tangenti alla guardia di finanza e quello per la vicenda All Iberian. A quanto si è saputo, non è stato chiesto il rinvio a giudizio del legale per falsa testimonianza in quanto il reato è da considerarsi prescritto.

Durissima la reazione del portavoce del premier Paolo Bonaiuti: "Il tandem Corsera procura di Milano colpisce come nel '94 (quando arrivò l'avviso di garanzia a Berlusconi durante il vertice Onu a Napoli). Dopo la dichiarazione di voto del Corriere ecco, puntuale con le elezioni, la dichiarazione di voto della Procura di Milano attraverso un teorema falso, indegno e impossibile".

Da Repubblica on line.




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La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

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Il dubbio è l'unica verità nella vita.
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tutta colpa della stampa comunista

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10/03/2006 19:06

In qsiasi Paese civile ci si dimette x moooooooooooooooolto meno...

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Nolan van der Meulen


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10/03/2006 19:08

Re:

Scritto da: pasquale.60 10/03/2006 13.29

Durissima la reazione del portavoce del premier Paolo Bonaiuti: "Il tandem Corsera procura di Milano colpisce come nel '94 (quando arrivò l'avviso di garanzia a Berlusconi durante il vertice Onu a Napoli). Dopo la dichiarazione di voto del Corriere ecco, puntuale con le elezioni, la dichiarazione di voto della Procura di Milano attraverso un teorema falso, indegno e impossibile".




Pippo Franco potrebbe liberare un posto al Bagaglino...

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10/03/2006 22:18

almeno abbiamo il record di un Presidente del Consiglio più indagato e condannato...e son soddisfazioni per un Paese come il nostro

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"Niente di più facile di smettere di fumare, lo faccio 20 volte al giorno!"

Oscar Wilde




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11/03/2006 10:07

Re:

Scritto da: never169 10/03/2006 22.18
almeno abbiamo il record di un Presidente del Consiglio più indagato e condannato...e son soddisfazioni per un Paese come il nostro




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11/03/2006 19:29

Già altre volte...
...è riuscito a cavarsela con faccia tosta, per l'immunità parlamentare. Voglio vedere stavolta come fa a salvare almeno la faccia, dopo accuse così circostanziate!

Giorgione

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Chi sa fa. Chi non sa insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa neanche dirigere è del tutto incompetente; può darsi alla politica.
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Vecchietto, sì. Ma le belle fanciulle continuo ad apprezzarle, finchè dura la Grazia Divina...

Io sono un coglione... Continuo ad esserlo anche dopo che il cainano si è ritirato. Spero per sempre.
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11/03/2006 20:32

Re: Già altre volte...

Scritto da: giogio232323 11/03/2006 19.29
...è riuscito a cavarsela con faccia tosta, per l'immunità parlamentare. Voglio vedere stavolta come fa a salvare almeno la faccia, dopo accuse così circostanziate!

Giorgione

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Non gli serve...basta che parli di complotto comunista ecc...
come al solito,insomma [SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]

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11/03/2006 21:38

Re: Già altre volte...

Scritto da: giogio232323 11/03/2006 19.29
...è riuscito a cavarsela con faccia tosta, per l'immunità parlamentare. Voglio vedere stavolta come fa a salvare almeno la faccia, dopo accuse così circostanziate!

Giorgione

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sta sempre a scimmiottare le leggi americane
ma se era in Usa adesso lui e il suo avvocato erano già finiti al fresco e senza nemmeno tutto quell'esercito di avvocati che si porta sempre dietro [SM=x44453]
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31/01/2007 01:23

CASSAZIONE
Inchiesta Berlusconi-Mills:
'No alla ricusazione del Gup'

La sesta sezione penale dell'Alta Corte
ha dichiarato inammissibile la richiesta avvanzata dalla difesa dell'ex premier.
Il processo riprenderà il 13 marzo.

Berlusconi e Mills sono accusati di corruzione in atti giudiziari



Roma, 30 gennnaio 2007 - La sesta sezione penale della Corte di cassazione ha dichiarato inammissibile la domanda di ricusazione del Gup milanese Fabio Paparella, avanzata dalla difesa di Silvio Berlusconi nell'ambito dell'udienza preliminare del procedimento Berlusconi-Mills.

All'ex premier e all'avvocato inglese era stata contestata la corruzione in atti giudiziari.
Il procedimento, instaurato validamente, proseguirà di fronte al Tribunale di Milano a partire dal prossimo 13 marzo.

Secondo l'avvocato/onorevole Nicolò Ghedini, che ha fatto ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d'appello di Milano con la quale era stata bocciata la ricusazione del Gup Paparella, il magistrato avrebbe dovuto astenersi dal momento che aveva già disposto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi nel procedimento Mediaset sui presunti fondi neri del gruppo.

Già la Corte d'Appello di Milano lo scorso 17 agosto aveva respinto il ricorso di Berlusconi che, insieme a Mills, è accusato di corruzione in atti giudiziari. In conseguenza dell'inammissibilità del ricorso, Silvio Berlusconi è stato condannato a pagare 1.000 euro alla cassa delle ammende oltre al pagamento delle spese processuali.


ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2007/01/30/5459362

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15/12/2007 14:40

Processo Mills, modifica dell'accusa potrebbe scongiurare prescrizione

L'avvocato inglese David Mills, accusato di aver accettato 600mila dollari da Silvio Berlusconi per testimoniare il falso in un processo


L'avvocato inglese di Berlusconi: David Mills

Un ritocco all'accusa di corruzione in atti giudiziari contestata dalla Procura a Silvio Berlusconi e David Mills imputati a Milano prolunga i tempi di prescrizione del reato di due anni e provoca la reazione delle difese che parlano di «un accanimento terapeutico» per tenere in vita un processo «morto».

È accaduto davanti ai giudici della decima sezione penale del Tribunale in un aula dove prossimamente non è escluso che possa presentarsi l'ex presidente del consiglio per rendere dichiarazioni.

...

www.unita.it/view.asp?IDcontent=71399

www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2748611.html?ref...
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03/07/2008 18:34

SILVIO APPESO A UN FILE
– UN DOCUMENTO CANCELLATO E POI SCOPERTO SUL COMPUTER DELL’AVV. MILLS:
SI PARLA DI SOMME MOLTO PIÙ ALTE PAGATE DALLA FININVEST
– NEL TESTO: “IL CAV CAPISCE LA MIA POSIZIONE”…



1 - BERLUSCONI-MILLS, IL FILE SEGRETO…
Peter Gomez e Leo Sisti per “L’espresso” in edicola domani



Il 5 febbraio 2004
, mentre ascoltava il suo cliente David Mills rievocare una volta ancora la storia dei suoi rapporti con la Fininvest e spiegare che con le sue testimonianze reticenti aveva «tenuto Mr. B fuori da un mare di guai», il fiscalista Bavid Barker annota su un pezzetto di carta due parole: «Subornazione di testimone». Ai suoi occhi, i 600 mila dollari che il legale inglese di Silvio Berlusconi aveva incassato dal «braccio destro» del Cavaliere, Carlo Bernasconi, non potevano essere altro che il prezzo del silenzio.

La somma, o una parte della somma, sborsata dagli uomini Fininvest per evitare che Mills rivelasse ai magistrati come il leader di Forza Italia avesse bonificato nel 1991 in Svizzera 21 miliardi di lire a Bettino Craxi; come avesse violato le leggi anti-trust italiane e spagnole controllando attraverso prestanome la maggioranza della vecchia Telepiù e di Telecinco; e come centinaia di milioni di dollari fossero stati sottratti dai bilanci del gruppo per finire sui conti personali della famiglia Berlusconi.


«Ci parve tutto molto strano: a che titolo Mills aveva ricevuto soldi da Bernasconi? Era per caso il suo figlio adottivo?», ha ripetuto in aula con humour britannico Barker quando è stato ascoltato nel processo che vede Mills e Berlusconi imputati per corruzione in atti giudiziari. Un dibattimento da fermare a tutti costi: a colpi di ricusazione dei giudici e persino facendo ricorso a leggi unanimemente considerate incostituzionali.

Un processo da bloccare, non solo per il timore della sentenza, ma anche per quello della requisitoria.
Gli onorevoli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo non vogliono infatti che il pm Fabio De Pasquale ricostruisca pubblicamente tutti gli aspetti di una vicenda definita, nel 2004, dallo stesso Mills in uno sconcertante documento inedito «molto insolita» come «sono stati anche, a dir poco, insoliti i miei ultimi nove anni».

È la carta segreta dell’accusa che “L’espresso” ha potuto leggere: due paginette sperdute tra le centinaia di migliaia di atti che De Pasquale vorrebbe ripercorrere nel suo intervento finale.
È un file cancellato dal computer di Mills, ma recuperato dai detective di Londra. Scorrendolo si scopre che Bernasconi nel 1999 promise all’avvocato molto più dei 600 mila dollari fatti poi rientrare in Inghilterra. Ma che invece, scrive il legale inglese a un misterioso interlocutore, «voleva farmi un regalo di circa 500 mila sterline».



Silvio Berlusconi col suo avvocato difensore Ghedini e Letta
© Foto U.Pizzi

E questa non è l’unica sorpresa del processo Berlusconi-Mills.
Di che cosa si sia finora discusso in tribunale gli italiani del resto non lo sanno. Le tv non si sono fatte vedere. I giornalisti nemmeno, salvo qualche cronista inglese e alcuni stoici colleghi milanesi che, da marzo 2007, hanno seguito le udienze riuscendo però a pubblicare ben poco.

Per questo, nel luglio dello scorso anno, il duo Ghedini-Longo ha detto chiaro e tondo che quello contro Berlusconi «è un processo di cui meno si parla e meglio è per il cliente».
Per questo ora la requisitoria di De Pasquale fa paura.
Se il pm riuscirà a intervenire, butterà sul tavolo nuovi documenti, i file di Mills, i bonifici bancari giunti da poco per rogatoria, le testimonianze rese in un aula semideserta, che raccontano come, secondo l’accusa, per 13 anni il Cavaliere e i suoi uomini abbiano tentato di risolvere le loro grane giudiziarie distruggendo prove, pianificando versioni di comodo e versando milioni di sterline al loro avvocato londinese.


Al centro del processo infatti non c’è solo la presunta mazzetta contestata dall’accusa.
C’è anche un pagamento di 2 milioni e 400 mila sterline, definito da Mills «inaspettato», versato a titolo di compenso professionale, su esplicito consenso del presidente del Consiglio, dopo un incontro avvenuto ad Arcore nel luglio del 1995.

Insomma, se il processo venisse stoppato dopo la requisitoria, ma prima della sentenza, su Berlusconi resterebbe una macchia indelebile capace di azzoppare le sue aspirazioni di successione a Giorgio Napolitano al Quirinale.
E ancor peggio potrebbero andare le cose se, come prevedibile, dopo il fermo di un anno del dibattimento, che il Parlamento dovrebbe votare il prossimo 27 luglio, il tribunale decidesse di stralciare (a causa dell’approvazione del lodo Schifani bis) la posizione del premier da quella di Mills.
In quel caso si andrebbe a una sentenza contro il solo avvocato inglese che, nell’eventualità di una condanna o di una prescrizione, finirebbe per avere effetti politici anche sul Cavaliere
(per l’accusa Mills è il corrotto, Berlusconi il corruttore, mentre Bernasconi è morto nel 2001).

Sul momento comunque il problema maggiore per il premier è la requisitoria di De Pasquale. Mills, come è noto, all’una di notte del 18 luglio del 2004 ha confermato davanti ai pm il contenuto di una lettera in cui confessava al proprio commercialista di aver ricevuto nel 2000, 600 mila dollari dopo una serie di colloqui con «una persona legata all’organizzazione di B» (Bernasconi).
Poi però ha ritrattato. E ha indicato come fonte del denaro un altro suo cliente: l’armatore di Salerno Diego Attanasio. Ma in aula Attanasio è stato categorico: «Mai dati o prestati 600 mila dollari a Mills».

L’analisi dei conti esteri gestiti dal legale londinese e le dichiarazioni di altri clienti hanno quindi dimostrato come Mills confondesse il suo patrimonio personale con quello di chi gli aveva affidato soldi in gestione. Tanto che ora De Pasquale, pur non essendo stato in grado d’individuarne l’origine esatta, lo dice chiaramente.

E nel capo d’imputazione, riformulato pochi mesi fa, parla di «denaro confluito, e di seguito occultato, nella massa di fondi ($10 mln) di proprietà di Attanasio movimentati - su istruzioni di Mills - a Londra, in Svizzera e a Gibilterra». Non per niente tra le carte il pm milanese conserva uno schema da cui emerge come Mills, prima d’incassarla, abbia fatto circolare quella somma decine di volte (anche avanti e indietro) su conti suoi e della clientela.



La difesa di Berlusconi però teme soprattutto altri documenti:

i file spuntati fuori dal pc di Mills nel febbraio del 2006, quando la Metropolitan police ha fatto irruzione nella sua abitazione. Uno di questi è la bozza della memoria con cui Mills aveva ritrattato la sua confessione del 2004.
In due righe, non presenti nell’originale depositato, si cita un incontro, avvenuto nel novembre del 2002, tra Mills, l’attuale deputato Alfredo Messina (ex direttore finanziario di Mediaset) e gli «avvocati Fininvest» alla vigilia della deposizione del legale londinese nel processo (in cui era imputato Berlusconi) Sme-Ariosto.

Un episodio che conferma come al di là degli attacchi di facciata - Mills fino ad allora era sempre stato trattato ruvidamente dai difensori del Cavaliere - i rapporti tra lui e il gruppo Berlusconi fossero in realtà più che buoni.
Del resto proprio Mills, nella carta segreta di De Pasquale, un memorandum intitolato“Il dividendo Fininvest e Carlo Bernasconi-Confidenziale”, scrive: «Carlo mi assicurò che lui e il suo boss (Berlusconi, ndr) si erano resi conto che avevo fatto quel che dovevo fare e niente di più. Capì anche quanto la saga Berlusconi fosse stata distruttiva per la mia carriera».

Poi prosegue, ricordando che Bernasconi «rimase inorridito» quando seppe che buona parte del denaro che gli era stato dato da Fininvest nel 1995 (i 2,4 milioni di sterline) non era stata riscossa da Mills, ma dai suoi partner di studio che lo avevano costretto a dividere la somma (1,5 milioni di sterline al netto delle tasse) con loro. Per questo Bernasconi decise di dargli mezzo milione di sterline. Vediamo come: «Nel settembre ’99 Carlo mi chiamò e mi disse che aveva avuto un successo eccezionale in quell’hedge fund (che gli avevo consigliato, ndr) e voleva condividerlo con me.

Disse che lui, e non soltanto lui (non fu più preciso né io insistetti - non penso intendesse Berlusconi stesso, ma altri della Fininvest), era molto dispiaciuto per me e che voleva farmi un regalo di circa 500 mila sterline.
A dire il vero si scusò che (quella cifra, ndr) non fosse tanto quanto i miei partners mi avevano preso. (...) disse che il regalo sarebbe stato in parte in un hedge fund e parte in contanti. Alla fine mi trasferì 600 mila dollari, valore facciale, nel Torrey Fund (il fondo consigliato da Mills, ndr) nell’ottobre 1999 e mandò l’equivalente di 250 mila dollari alla mia banca di Londra».

Non è chiaro che cosa sia esattamente questo memorandum; Mills, come Berlusconi, rifiuta di farsi interrogare in aula. È probabile però che si tratti di una bozza delle spiegazioni preparate per il fisco inglese che proprio nella primavera del 2004 gli stava facendo le pulci. Nel documento il legale tende infatti a tenere fuori Berlusconi dal giallo politico-finanziario. Esattamente come ha scritto in una lettera ufficiale del 4 maggio inviata agli uffici delle tasse.

Resta il fatto che in quei mesi, con chiunque parlasse o a chiunque scrivesse, Mills faceva risalire “il tesoro” ai suoi affari con la Fininvest. Non con altri clienti. Federico Cecconi, l’avvocato di Mills, ostenta sicurezza: «Dagli atti risulta che quelle somme sono da ricondurre a soggetti ed entità diversi da Bernasconi o da manager Fininvest-Mediaset». Il Cavaliere, invece, è tutt’altro che tranquillo. E per essere sicuro di vincere conta sulle Camere: la legge blocca processi passerà a fine mese.



2 - ECCO IL DOCUMENTO…
Da “L’espresso”


«Nei primi mesi del ’98 vidi Carlo (Bernasconi) un paio di volte a Milano... Mi assicurò che lui e il suo boss (Berlusconi, ndr)
avevano capito che avevo fatto quel che dovevo fare e niente di più. Si rese conto anche quanto la saga Berlusconi fosse stata distruttiva per la mia carriera. Era rammaricato per i fastidi che mi aveva causato... Durante la nostra conversazione lui e io discutemmo di strategie d’investimento... un hedge fund a corto-lungo termine... Come braccio destro di Berlusconi nel business della televisione (Bernasconi) era molto ricco...

In quel fondo, Torrey Global Offshore, avevo messo il 35 per cento nella prima metà del 1999. Nel settembre ’99 Carlo mi chiamò e mi disse che aveva avuto un successo eccezionale (investendo) in quell’hedge fund e voleva condividerlo con me. Disse che lui e non soltanto lui (non fu più preciso né io insistetti - non penso intendesse Berlusconi stesso, solo altri della Fininvest), era molto dispiaciuto per me e volle farmi un regalo di circa 500 mila sterline...

Fui ovviamente imbarazzato per quel gesto. (Carlo) disse che il regalo sarebbe stato in parte in un hedge fund (Torrey: 600 mila dollari nell’ottobre ’99) e in parte cash (l’equivalente di 250 mila dollari inviati alla mia banca di Londra)... Considerai con attenzione se il regalo... potesse o dovesse essere valutato reddito, o dividendo oppure un guadagno da tassare... Ne parlai con contabili e avvocati fiscalisti. Non poteva essere reddito (non stavo lavorando per la Fininvest)... né una liquidazione (non ero mai stato un dipendente Fininvest)...

Considerai perfino se (quella somma) potesse essere giudicata una tangente (il che era alquanto sgradevole), ma nessuna condizione vi era attaccata... (Quindi) credo fosse un regalo proveniente da un uomo ricco, che se lo poteva permettere, a un amico a lui vicino, e che aveva comprensione per le sue difficoltà e forse sentiva di condividere qualche responsabilità, indirettamente.

Non so se Berlusconi (uno degli uomini più ricchi d’Europa) fosse coinvolto: io credo che (Bernasconi) abbia assicurato che i manager più anziani della Fininvest (parecchi di loro sono stati indagati insieme a lui in vari casi) erano stati trattati generosamente, quanto a pensioni e così via. Ma Carlo non ha mai fatto cenno a una tale cosa se non per dirmi questo: Berlusconi capiva la mia posizione...

L’investimento nel Torrey Fund venne venduto alla fine del 2000... per un po’ ha avuto un andamento eccezionale e poi ha cominciato ad andar giù... Scambiai l’investimento con il fondo Sigma in euro... Mi resi reso conto che questa è una storia molto insolita, ma anche gli ultimi nove anni sono stati, a dir poco, insoliti.

03 Luglio 2008

[Modificato da Etrusco 03/07/2008 18:38]
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CASO MILLS: TRIBUNALE MILANO NON RINVIA ESAME PERITI

Milano, 7 lug. - (Adnkronos) - Nessun rinvio nell'esame dei periti chiamati a deporre dai difensori di David Mills e Silvio Berlusconi ...
Dopo una breve camera di consiglio il Tribunale presieduto dal giudice Nicoletta Gandus ha bocciato la richiesta degli avvocati di aggiornare l'esame dei tecnici a dopo l'interrogatorio, fissato per il 14 luglio prossimo, del banchiere Paolo Del Bue.
Per i giudici, infatti, non vi e' alcuna "priorita' logica" che giustifichi un ordine cronologico quale quello chiesto dalle difese.
Per il Tribunale, per di piu', l'esame dei periti e' opportuno "anche per il complesso allestimento relativo all'apparato tecnico " che ha predisposto per oggi.
Eventualmente, hanno consentito i giudici "la necessita' di integrazioni da parte dei periti alla luce delle dichiarazioni che rendera' Paolo Del Bue potra' trovare spazio nell'udienza del 18 luglio".

(Cri/Zn/Adnkronos)

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BERLUSCONI-MILLS: IMPEGNI PARLAMENTARI, LEGALI CHIEDONO RINVIO…

(Agi) -

I legali di Silvio Berlusconi, Niccolo' Ghedini e Piero Longo, hanno depositato una istanza nella quale chiedono il rinvio dell'udienza di venerdi' del processo in cui sono imputati il premier e l'avvocato inglese David Mills, per corruzione in atti giudiziari.

La richiesta di rinvio e' motivata dagli impegni parlamentari dei due avvocati nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato.
Venerdi' il processo riprende dopo la pausa estiva e l'entrata in vigore del Lodo Alfano.
In base a questa legge, gli avvocati del presidente del Consiglio potranno domandare la sospensione del processo.


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17/09/2008 09:56

comunque per stare tranquilli... meglio procastinare ancora di qualche giorno per far avvicinare ancora di più la prescrizione.. non si sa mai!!!

VERGOGNA!! diranno sicuramente gli osservatori internazionali... ma siamo in Italia che ce vojamo fa!!

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Re:
fantasex, 17/09/2008 9.56:

comunque per stare tranquilli... meglio procastinare ancora di qualche giorno per far avvicinare ancora di più la prescrizione.. non si sa mai!!!

VERGOGNA!! diranno sicuramente gli osservatori internazionali... ma siamo in Italia che ce vojamo fa!!




No, è più probabile che questo balletto dei rinvii sia finalizzato
ad ostacolare il più possibile il processo all'Avv. Mills:
col Lodo Alfano ormai Berlusconi sta al sicuro,
ma, trattandosi di corruzione, se si dovesse arrivare ad una condanna del corrotto Mills,
si avrebbe implicitamente anche la condanna per il corruttore Berlusconi [SM=x44522]

Semmai ci sarà una condanna a Mills, quindi,
questa avverrà dopo le prox elezioni per la Presidenza della Repubblica [SM=x44451]

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