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Un'altra storia sul Graal...

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2006 18:50
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08/03/2006 18:38

Mi sa che "Indiana Jones e l'ultima Crociata" non era del tutto inventata...a quanto pare in nazisti cercavano davvero il Graal...Leggete qui, é un po'lungo...

da Archeomisteri Sett/Ott 2003

Verso la metà degli anni '30 un giovane ufficiale delle SS, Otto Rahn, venne inviato nella regione dei Pirenei direttamente da Adolf Hitler e da Himmler alla ricerca del Sacro Graal e dei tesori perduti di questo territorio. Nel più ampio spettro di ricerche e studi condotti sotto il nazismo per la ricerca di "sacre reliquie" la quest du Graal avrebbe condotto Rahn ad avvicinarsi al mistero legato a Rennes le Chateau e all'antico castello di Montsegur, ultima roccaforte catara.

Nel 1939 Otto Rahn scompare nelle Alpi svizzere, e il suo corpo non sarebbe mai più stato ritrovato. Si suppone, con notevole cognizione di causa, che il giovane pupillo del Reichsfuhrer Himmler fosse stato ucciso perché venuto in possesso di informazioni troppo scottanti e sopratutto perché non sarebbe riuscito ad assolvere all'incarico di ritrovare la Sacra Coppa di Cristo. Già dalla propria ascesa il nazismo aveva infatti cercato di recuperare e detenere antichi manufatti, reliquie o simboli eh avessero potuto dare forza e prestigio al movimenti e ai suoi capi carismatici, una forza di natura sia terrena che spirituale. Prova di tali affermazioni sono da ritrovarsi per esempio nello spostamento della Sacra Lancia di Longino dal museo dell'Hofburg di Vienna a Berlino, dove sarebbe stata ritrovata nel dopoguerra. La Lancia di Longino, secondo la tradizione, era stata l'arma che avrebbe trafitto il costato di un Gesù morente, facendo sgorgare da questa ferita il sangue che sarebbe poi stato raccolto nel Sacro Graal. La Lancia oggi è ritornata alla sua sede originaria e, anche se non è e non sarà mai possibile attestarne l'oggettività storica, da sempre è costellata da un'aura di mistero e rispetto. Carlo Magno la volle per legittimare il proprio potere e molti monarchi successivi, come gli Asburgo Lorena(gli ultimi depositar!), associarono il proprio potere al suo possesso. Una leggenda secolare affermava infatti che il custode della Sacra Lancia avrebbe ottenuto immenso potere e grande forza. Hitler ovviamente non si lasciò scappare tale possibilità.

Che Rahn durante le sue missioni abbia capito e forse anche ottenuto accesso a qualche segreto sembra oggi abbastanza fuori discussione, ma è altrettanto certo che si sia reso conto della pericolosità delle proprie scoperte, come del resto traspare dalla lettura dei suoi libri, e che ciò possa averlo condotto alla morte. I suoi testi, ad una lettura superficiale potrebbero essere paragonati a delle "passeggiate letterarie sullo stile di Stendhal', ricche di riferimenti romantici, storici e di una esaltazione certe volte quasi eccessiva verso gli eroici catari combattenti contro il giogo della chiesa romana, ma soprattutto (e ovviamente) rinveniamo una esaltazione della razza ariana unica depositaria — secondo Rahn — dell'antica saggezza atlantidea. Secondo Mariano Bizzarri e Francesco Scurria "tutto questo poteva accontentare il lettore tedesco medio, imbevuto di pregiudizi e di antisemitismo, ma non certo i gerarchi nazisti la cui ignoranza era proverbiale. Se invece di bruciare libri, li avessero letti, avrebbero capito ciò che Rahn aveva scoperto". Non potremmo aggiungere altro a quanto asserito dai due autori. Rahn condusse uno studio attento e minuzioso sulle leggende e i misteri legati a questa terra vivendo ed assaporando i misteri dei Pirenei. La sua ricerca lo portò molto vicino alla scoperta di un "grande segreto", come egli stesso affermerà in diverse missive indirizzate ad Himmler. Tale segreto sarebbe rimasto però celato dal tempo e inghiottito nuovamente nelle terre del Razés.

Rahn non fu l'unico nazista a recarsi nei Pirenei alla ricerca di sacri manufatti ed antichi segreti. Probabilmente per continuare l'opera iniziata da questo loro primo esploratore le alte gerarchie del partito nazista decisero di inviare in loco Otto Skorzeny,l'importante ufficiale delle SS cui si deve l'audace azione che liberò dalla prigionia del Gran Sasso Benito Mussolini agli arresti dopo il 25 luglio. Dietro questo individuo sono nati numerosi misteri cui ancora oggi non si è riusciti a dare risposta. Nel suo libro "La coppa di smeraldo - L'arca d'oro" lo studioso americano Howard Buechner afferma che Skorzeny probabilmente sarebbe venuto in possesso di uno dei fantomatici tesori nascosti in questa regione, tesoro che sarebbe stato successivamente inviato a Merkers (in Germania) per essere poi recuperato e acquisito dagli americani in ben 32 camion. Skorzeny e Rahn non furono dei semplici "creduloni' attirati dalle leggende e dai misteri di una regione del sud della Francia. La loro presenza nei Pirenei era motivata non solo da una spasmodica ricerca operata dalle alte gerarchie del partito nazista, ma anche dalla ricerca e dalla consapevolezza che in questi territori potevano essere nascosti non solo tesori ma segreti di inestimabile valore. Queste affermazioni non sono solo il frutto di nostre congetture (opinabili quanto si voglia), ma posseggono un retroterra documentario e storiografico prodotto dagli stessi Rahn e Skorzeny, come da altri esploratori o autori. Anche in questo caso non gioca tanto la "voglia del mistero" quanto la consapevolezza che qualcosa di importante era in effetti nascosto nell'antico Razés. Molte domande rimarranno insolute. Perché, per esempio, i servizi segreti di Israele, degli USA e di molti altri paesi si recarono in diverse occasioni in questa zona? Perché il fascino di questo paese e dei suoi misteri, nel caso ci trovassimo davanti ad una mistificazione, non hanno trovato una spiegazione ragionevole dopo oltre un secolo di ricerche? Nel corso degli anni sono "cascate molte teste" di falsificatori, ma il nocciolo di questo mistero è rimasto quasi inalterato. Sauniere ebbe accesso a qualcosa che modificò per sempreil corso degli eventi della sua vita, qualcosa che lo portò a trasformarsi da semplice prete di campagna in un uomo dalle infinite risorse finanziare e dagli alti appoggi politici. E non solo... Per quanto tempo ancora Rennes-le-Chateau ci nasconderà i suoi misteri? Solo il tempo, e le ricerche di ricercatori seri, ce lo potranno dire.

dalla Trasmissione Televisiva VOYAGER (per saperne di più...)

Rennes Le Chateau: un paese al centro del mistero

Rennes le Chateau è un paesino dell’Aude, nei Pirenei francesi. Al suo centro, una chiesa di campagna che poco più di un secolo fa stava cadendo a pezzi. Il parroco che decise di restaurarla si chiamava François-Bérenger Saunière: quella decisione, che cambiò la vita di molte persone, a cominciare dalla sua, ha dato il via ad uno dei più complessi e impenetrabili misteri della Storia di tutti i tempi.

I quasi 200 abitanti che la abitano, convivono con una folla di domande… la prima delle quali non può essere che questa: E’ davvero possibile che in un solo luogo si concentrino, secolo dopo secolo, così tanti enigmi?

Cosa lega questo piccolo paesino francese alla passione di Gesù? Perché questo luogo era così importante per i romani e i visigoti, per i templari e i catari, per Nicolas Poussin, un grande pittore del ‘600 e per il fratello dell’Imperatore d’Austria? Perché artisti e uomini potenti nell’ultimo secolo hanno voluto visitare Rennes le Chateau? Perché nella Chiesa ristrutturata da Saunière ci sono geroglifici che rimandano ai misteri d’Egitto e le iniziali dei nomi dei santi raffigurati nelle statue formano il nome GRAAL? Perché la perpetua ed erede di Berengére, Marie Dénardaud diceva che “La gente che vive qui cammina sull’oro e non lo sa”? Perché sulla porta d’entrata della Chiesa dedicata a Maria Maddalena – un fatto che come vedremo non è casuale - François-Bérenger Saunière fece scrivere, in latino, “Questo è un luogo terribile»?

Quando nel 1885 Saunière arriva a Rennes le Chateau ha una montagna di problemi da affrontare. Il povero parroco si trova a dover far i conti con forti ristrettezze economiche e con una chiesa nel centro del Paese che cade letteralmente a pezzi. Nonostante tutto si dà da fare e, poco alla volta, riesce a dare il via ai lavori. Prima molto faticosamente poi, d’un tratto, la situazione cambia. E cambia un giorno preciso. Dopo quasi 7 anni di ristrettezze, Sauniere appunta nel suo diario “Oggi ho trovato un tesoro!”

E’ probabilmente quello il giorno in cui Saunière, spostando l’altare della Chiesa – che all’epoca era attaccato al muro perché l’officiante, al contrario di oggi, dava le spalle ai fedeli – trovò quattro antiche pergamene nell’incavo di una colonnina di sostegno. Due di quelle pergamene risalivano pare al Medioevo mentre altre due erano state scritte da un predecessore di Sauniere, l’abate Antoine Bigou, che aveva retto in precedenza la parrocchia di Rennes.

Sauniére porta questi documenti dal suo vescovo, nella vicina Carcassonne, e da questi viene autorizzato ad andare a Parigi. Per fare cosa? Non è ben chiaro: probabilmente per far consultare le pergamene a qualche esperto ma anche per fare qualche verifica personale. Infatti, sicuramente, oltre a frequentare alcuni circoli esoterici a Parigi, Berengere si dà anche alla bella vita e passa molte ore al Louvre, e precisamente nelle sale dove sono conservati i quadri di un grande pittore manierista del Seicento: Nicolas Poussin.

Tra i quadri di Poussin uno in particolare interessava Saunière: “Pastori d’Arcadia”, una tela realizzata nel 1640, dove è raffigurato un antico sarcofago con l’iscrizione “Et in Arcadia Ego”. Molti sostengono che il sarcofago e il paesaggio circostante ricordassero uno scenario davvero esistente nei dintorni di Rennes le Chateau anche se non risulta che Poussin (un pittore molto noto e molto studiato) sia mai andato da quelle parti.

E di quel quadro, come di altri, Berengére si procurerà una copia. Curiosamente, tra i quadri che d’improvviso cominciarono a interessarlo c’era anche un ritratto di un papa speciale: Celestino V, un papa che non andò mai a Roma e che visse e morì a L’Aquila. Celestino, tra le altre cose, era il predecessore di quel Bonifacio VIII che tanta parte ebbe nello scioglimento sanguinoso dell’ordine dei Templari, all’inizio del Trecento. Una circostanza questa che diventa singolare perché la storia dei Templari e quella di Rennes sono collegate…

Rientrato a Rennes le Chateau, nel giro di qualche anno, quasi per miracolo Saunière ristrutturerà la Chiesa con gran dispendio di mezzi economici e passando lui stesso ad uno stile di vita da nababbo, senza mai fornire spiegazioni di questo repentino cambiamento. Alcuni hanno calcolato che nel giro di pochi anni Sauniere spese l’equivalente di circa 15 milioni di euro (più o meno 30 miliardi di vecchie lire) . Non solo, dopo quel ritrovamento l’abate prese a fare lunghe escursioni da cui tornava con bisacce piene di pietre che si chiudeva a studiare in sacrestia. Cosa era arrivato a sapere Sauniere? Che tipo di tesoro aveva trovato?

Prima Ipotesi: C’è chi pensa al ritrovamento di un tesoro in senso classico: oro, gioielli, pietre preziose, denaro… E in questo caso si tratterebbe di valori creati in età molto lontane, anche tra loro… Perché il tesoro di Rennes le Chateau è diverso da tutti gli altri? Un po’ perché è il più antico e un po’ perché si tratta di un tesoro composto da tanti tesori che formatisi nel corso della Storia hanno, per una ragione o per l’altra, sempre finito per capitare da queste parti. Quella che fa capo a questo paesino è una straordinaria saga che parte dall’antico tesoro del Tempio di Salomone a Gerusalemme, passa per antichi romani e visigoti, transita per i catari, gli eretici sterminati non lontano da qui, a Montsegur, nel 1244 e arriva ai Cavalieri Templari.

Per un curioso caso della Storia, quando i visigoti saccheggiarono Roma presero anche il tesoro del Tempio di Gerusalemme che Tito aveva portato via quando aveva conquistato la città nel 66 d.c. La loro migrazione non si fermava in Italia ma continuò fino ai Pirenei dove si formò per qualche tempo un regno visigoto. Ma le coincidenze non sono finite: infatti sempre in questa zona si radicò l’eresia dei Catari, probabili custodi di ingenti ricchezze sparite con lo sterminio dell’ultima resistenza catari, qui vicino, a Mont Segur. Anche molte fortezze templari sorsero in questa zona, secondo alcuni quasi a voler difendere un tesoro immenso che continuava ad arricchirsi con nuovi apporti. E, sempre a voler considerare le coincidenze, non può sfuggire che se tutto questo è vero allora il mitico tesoro del Tempio di Gerusalemme si ritrovò, dopo vari secoli ad essere custodito da un ordine cavalleresco che prendeva il nome proprio dal fatto di aver avuto la propria prima sede, subito dopo la prima crociata, in un ala di quello che una volta era stato il grande tempio di Salomone poi ingrandito da Erode.

Seconda Ipotesi: il tesoro di Sauniére non era un vero e proprio tesoro ma una serie di documenti in grado di confermare una leggenda antica, ambientata – tanto per cambiare – proprio in questi luoghi. Secondo questa leggenda, Gesù non morì sulla croce ma, salvato dai suoi, poté lasciare la Palestina e raggiungere il sud della Francia. Con lui, nel piccolo gruppo di ebrei cristiani fuggiaschi, ci sarebbe stata anche Maria Maddalena, la prostituta che, secondo la Bibbia, Gesù aveva convertito. Un’altra versione della leggenda vuole che invece da queste parti sia arrivata solo la Maddalena con pochi altri ebrei. Ad ogni modo, nella terra dove si dice che secoli prima si fossero rifugiati alcuni seguaci di Gesù, il Tesoro del Tempio di Gerusalemme trovò la sua nuova collocazione. Da quella piccola comunità di ebrei fuggiti dalla Palestina si sarebbe sviluppata la discendenza che avrebbe dato vita alla prima dinastia di re francesi, i Merovingi. La ricchezza di Berengere sarebbe quindi derivata dalla “vendita” di documenti relativi a questa storia o comunque ad un sapere arcaico ed esoterico

Terza ipotesi: E’ quella più prosaica ed è relativa al fatto che François Berengere Sauniere fosse dedito ad un traffico di donazioni e messe che, per la verità, non si capisce come possa spiegare il gran movimento di personaggi e denaro che attorniò il sacerdote per tutta la seconda parte della sua vita.

Una cosa è certa: nel giro di pochi anni, da anonimo curato di campagna Berengere Sauniere divenne un uomo ricco e importante. Ricco perché spese a piene mani, facendosi costruire una casa lussuosa, il giardino, il Belvedere e la torre di Magdala per la biblioteca. Acquistò terre e fece beneficenza. Ma fece costruire anche una strada per raggiungere Rennes Le Chateau. Un’opera che possiamo mettere in relazione sia col fatto che sicuramente Sauniere volle condividere con i suoi conpaesani parte della sua fortuna sia però per rendere più agevole il viaggio ai Vip che lo raggiungevano. C’era Emma Calvè, la cantante lirica più celebre dell’epoca, una specie di Maria Callas, c’era il segretario di Stato francese per la Cultura, nobili e finanzieri. Ma il più sorprendente è forse l’arciduca Giovanni d’Asburgo, fratello dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe che versò a Sauniere somme ingenti.

Sauniere però non visse mai nella lussuosa abitazione e sul letto si sdraio solo dopo morto: questa casa gli serviva ad accogliere, in una terra inospitale, gli importanti visitatori del sacerdote, come appunto il fratello dell’Imperatore d’Austria

E il flusso di celebrità che ha seguitato a visitare Rennes Le Chateau, un paesino dove non c’è veramente nulla che non sia ricollegabile alla strana vita di Berengere Sauniere, è lunga anche negli anni asuccessivi: Mitterand, Marlene Dietrich, Grace Kelly, Josephine Baker e Richard Wagner. In particolare il compositore tedesco, molto amato da Hitler e dai nazisti, venne da queste parti prima di comporre la sua opera “Parsifal”, una storia dove ha un ruolo centrale la ricerca del mitico GRAAL. Cercavano forse questo gli uomini dell’esercito tedesco nel 1943-44 nei loro frenetici scavi sotto la guida del gerarca nazista più noto per le sue conoscenze esoteriche, Otto Rahn?

È probabile che parte del segreto di Sauniere sia custodito dai tanti simboli contenuti nella chiesa restaurata e dedicata a Maria Maddalena. Ecco i principali:

1. sul portone d’entrata c’è una scritta in latino che dice “Questo è un luogo terribile”
2. l’acquasantiera è retta da un demone la cui figura è tratta da un libro della biblioteca di Sauniere. In quel libro il demone viene chiamato “Asmodèo”: nella mitologia ebraica era questo il nome del re dei demoni e il guardiano del tesoro di Salomone
3. In un mosaico sopra l’altare è raffigurata l’Ultima Cena con una donna, ai piedi del Cristo, con una coppa in mano. Un accoppiamento quello tra Ultima Cena e Maria Maddalena che non trova riscontro nel racconto della Bibbia
In un grande affresco murario si vede una borsa semi aperta da cui si intravede il luccichio dell’oro; inoltre le iniziali dei nomi dei santi raffigurati dalle statue collocate nella Chiesa formerebbero il nome di GRAAL.
4. Alcune caratteristiche della Chiesa richiamano il testo di una delle pergamene ritrovate.

Ma Saunière non si limitò alla Chiesa: restaurò il presbiterio, riorganizzò il cimitero, creò un giardino geometrico davanti alla Chiesa. Al centro del giardino una statua della Vergine posta su una delle due antiche colonne (sistemata al contrario) che sorreggevano l’antico altare della Chiesa. Altra stranezza: si fece costruire uno studio a fianco del cimitero, uno studio che poggia su una grande cisterna d’acqua. E una volta che scoppiò un grande incendio, benché fosse molto amato dagli abitanti per il bene che faceva, negò l’utilizzo dell’acqua della sua cisterna. Come mai? Secondo alcuni esperti di magia l’acqua è una potente protezione dagli influssi negativi e Sauniere – di cui sono noti i legami con ambienti esoterici e magici – probabilmente non voleva rinunciarvi o ne aveva bisogno per le sue ricerche.

Si dice che nel corso delle sue ricerche Saunière abbia distrutto alcune tombe proprio per non lasciare tracce delle sue scoperte. Tra queste il caso più clamoroso è quello della tomba di una nobildonna della zona, morta un secolo prima: si chiamava Marie, marchesa d’Hautpoul de Blanchefort. La sua tomba recava un’iscrizione abbastanza strana, composta dal predecessore di Sauniere, l’abate Bigou. La cosa curiosa è che Bigou era stato cappellano della nobile famiglia dei Blanchefort, famiglia che poteva vantare tra i propri antenati addirittura un Gran Maestro dei Templari, Bernard de Blanchefort, quarto maestro dell’Ordine, l’uomo che aveva voluto misteriosi scavi in queste terre, sulle quali troneggiava anche il suo castello a due chilometri in linea d’aria da Rennes.

L’iscrizione di Bigou, che Sauniere distrusse ma che era stata copiata in precedenza, aveva delle correlazioni con i testi delle pergamene trovate sotto l’altare. In particolare, mettendo in fila solo le parole scritte tenendo conto di errori e spaziature sbagliate si arriva a comporre – secondo alcuni – la frase:

A RE DAGOBERTO II E A SION APPARTIENE QUESTO TESORO ED EGLI E’ LA MORTO

Re Dagoberto era un re merovingio, il riferimento al tesoro del Tempio di Gerusalemme è evidente. Del resto la pergamena fa riferimento al “Demone Guardiano” riportato nell’acquasantiera, il demone Asmodeo che faceva da guardiano al tesoro del Tempio.

Torre di Magdala. La torre-biblioteca dedicata alla Maddalena chiude il perimetro della casa e del piccolo parco voluti da Sauniere. Il sacerdote non volle mai spiegare perché aveva così tanto denaro a disposizione e non si fece sfuggire una parola neanche quando venne sospeso a divinis. Riammesso dalla Chiesa qualche anno prima della morte, Berengere Sauniere al momento di passare a miglior vita non risultò possessore di nulla. Tutto era intestato alla sua governante e forse anche amante: Marie Denardaud che visse nella lussuosa casa di Sauniere fino alla morte, nel gennaio 1953. Alla fine della Seconda Guerra mondiale, con l’introduzione dei nuovi franchi, veniva chiesto a chi voleva cambiare le vecchie monete con le nuove, la provenienza di quelle somme. La Denardaud non volle mai sottoporsi a questo interrogatorio e si racconta che avesse bruciato grossi mucchi di banconote in questo giardino. Anche lei si è portata il suo segreto nella tomba.

Ma né lei né Sauniere hanno fatto i conti col diario di un capomastro di Rennes che aveva svolto tutti i lavori per il ricco sacerdote, compresa la costruzione della torre di Magdala. Ebbene, nel diario di quel capomastro, gli eredi hanno trovato una nota in cui l’uomo racconta di aver ricevuto l’ordine da Sauniere di nascondere una cassa sotto questa torre. E successive indagini con il red scan hanno evidenziato che effettivamente sotto questa torre c’è un parallelepipedo (una cassa) ma ancora non è stata tirata fuori.

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22/03/2006 21:40

Re:
io non ho mai capito se questo Graal esiste davvero,e soprattutto cosa e'!qualcuno me lo spiega?
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27/03/2006 18:48

Re: Re:

Scritto da: UMBY147 22/03/2006 21.40
io non ho mai capito se questo Graal esiste davvero,e soprattutto cosa e'!qualcuno me lo spiega?



E'una leggenda nata in epoca medioevale.
Il Graal sarebbe il calice in cui Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto il sangue di Cristo crocifisso sgorgato dalla ferita sul costato infertagli dal legionario Longino. (con una lancia o con una spada...non é mai stato chiarito)
Prova a leggerti qualcuno dei testi consigliati...anche se molte cose sono pura spazzatura.

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27/03/2006 18:50

[SM=x44466]
un "po' " lungo??..... è un papiro, cacchio!!
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