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Presunti fenomeni ufologici nel Bellum civile di Petronio

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2006 15:10
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06/04/2006 15:10

Con questo contributo mi prefiggo di ricondurre, anche se dubitativamente, alcuni versi del Bellum civile di Petronio ad un ambito clipeologico. Il B. c. è un ampio inserto poetico contenuto nei Satyricon libri dell’autore latino. Eumolpo, uno dei protagonisti del romanzo, deplorando la decadenza della poesia dei suoi tempi, legge una sua creazione, il B.c. appunto, ispirata alla guerra combattuta tra Cesare e Pompeo. La critica letteraria ha messo in luce il valore parodistico dell’epillio nei confronti della Pharsalia lucanea, che è anche certamente la fonte principale dell’excursus; ha analizzato la funzione ideologica e narrativa.
A me, invece, preme il tentativo di evidenziare una possibile valenza clipeologica di alcuni versi che si richiamano ad analoghe raffigurazioni virgiliane. Il poeta di Andes, infatti, ricorda in alcuni passi delle sue opere i prodigi che precedettero ed accompagnarono il conflitto intestino tra Cesare e Pompeo ; Lucano, nella Pharsalia, li sceneggia drammaticamente, utilizzando come fonte l’autore dell’Eneide ; infine Petronio si sofferma su quei portenta, aggiungendo un particolare assente nelle fonti. È necessario, a questo punto, riassumere le manifestazioni inspiegabili ricordate dagli scrittori, suddividendoli, in quattro gruppi:
1) fenomeni ufologici (comparsa di luci misteriose, dischi etc.);
2) fenomeni solari o presunti tali (cambiamento della forma e del colore del sole);
3) fenomeni di tipo miracolistico (lacrimazione di statue);
4) altre manifestazioni inspiegabili (incendi improvvisi, detonazioni).
Una comparazione dei tre brani consente di evidenziare le analogie e le differenze. Nel testo petroniano, rispetto ai modelli, manca il riferimento all’essudazione delle sculture, ma l’autore accenna ad incendi che divampano in concomitanza con l’apparizione di luci nel cielo. Si tratta di un’aggiunta arbitraria o il ricordo di un evento realmente accaduto e trasmesso da un’altra tradizione? Della connessione tra avvistamenti di dischi di presunta provenienza extraterrestre e roghi che divampano all’improvviso, si trova menzione in noto saggio di P. Kolosimo. Esaminiamo ora i versi del B.c.: fax stellis comitata incendia ducit. Come interpretare fax e stellis. Il vocabolo fax è generalmente reso dai traduttori con “cometa”, in relazione alla stella crinita(anche in questi passi i traduttori rendono il termine con “cometa”) che fu vista in cielo dopo che Cesare era morto nella congiura ordita da Bruto e Cassio nell’anno 44 a.C. Si può congetturare che la cometes (o sidus o stella crinita), citata dagli autori latini, fosse un u.f.o. e non una cometa o una meteora; parimenti in fax si può vedere un oggetto non identificato e non un corpo celeste, poiché fax, letteralmente “fiaccola, torcia” , non ha valore univoco, potendo denotare, per estensione semantica, qualsiasi oggetto sfavillante. La traduzione proposta per lo più è la seguente: “Una cometa guidando uno sciame di stelle.” Tale versione mi lascia perplesso: infatti non mi sembra verosimile una cometa accompagnata ( comitata) da astri (stellis), piuttosto l’immagine di un’astronave-madre attorniata da ricognitori mi pare più rispondente al tipo di descrizione. Del resto, in qualche caso sono stati descritti u.f.o con code o con apparenti scie di scarico che si possono facilmente scambiare per l’appendice di una cometa. Quanto all’aggettivo novis, l’accezione più idonea ad una raffigurazione corrusca ed icastica è, senza dubbio, quella di “singolare, straordinaria.”.
Dunque non erano quelle rappresentate dei fenomeni naturali, ma luci dall’aspetto inconsueto e forse terribile. Propongo allora di spiegare il passaggio in questo modo: “Una fiaccola scintillante, accompagnandosi a luci singolari, causa degli incendi.”D’altronde il termine fax evoca la sagoma di un ordigno di forma più o meno allungata che ben s’adatta a delineare un particolare velivolo alieno, secondo l’”iconografia” desumibile da un‘ampia casistica costituita da fotografie, filmati, disegni, testimonianze oculari. Inoltre l’improvviso divampare di incendi non dovrebbe apparire inspiegabile, se si pensa ad un’astronave che, con l’elevatissimo calore correlato forse al sistema propulsivo, accende dei roghi, quando si avvicina al suolo.
Interessanti pure i vv. 6-7 che ricordano i cosiddetti fenomeni solari associati alle presunte visioni mariane. Leggiamoli: numquam ore cruento deformis Titan vultum caligine texit, ipse nitor Phoebi vulgato laetior orbe / crevit et aurato praecinxit fulgore vultus, ossia” Il sole, mutato di forma, dall’aspetto sanguinolento, si coprì di nebbia. La stessa luce del sole divenne più intensa, il disco si espanse e si circondò di un fulgore dorato.”.
L’immagine, quasi certamente di un’eclissi (vultum caligine texit), si associa qui ad un cambiamento della forma (deformis) e del colore del sole. Inoltre il cenno ad un aumento delle dimensioni dell’astro è evidente in nitor laetior vulgato orbe crevit. È questo un fenomeno spesso registrato nella letteratura che si occupa delle visioni mariane. Bisogna, però, precisare che tale fenomenologia quasi certamente non concerne la nostra stella, piuttosto si riferisce alla percezione di un disco o globo luminoso che evoluisce nel cielo, con movimenti repentini. Il disco volante, a differenza del sole, può essere fissato, senza rimanere abbacinati.
A conclusione di questo breve studio, osservo come i versi presi in esame del B.c. s’inseriscono nel solco di una tradizione che collega avvenimenti storici cruciali (lo scontro tra Cesare e Pompeo, la morte di Cesare, la guerra di Perugia, il conflitto contro i cesaricidi, la guerra tolemaica sino alla vittoria di Ottaviano su Antonio e Cleopatra) a prodigi di varia natura. È stato notato che tali segni celesti (oggi le definiamo ondate di avvistamenti u.f.o.) occorrono o s’intensificano poco prima o in concomitanza di eventi decisivi per l’umanità. Nessuno può negare che la guerra civile fra i triumviri, conclusasi con l’instaurazione del dominio di Cesare, costituisca una svolta epocale nella storia della Res publica romana ormai avviata ad una trasformazione delle strutture politiche, istituzionali, sociali… Questa trasformazione trova il suo compimento nel principato augusteo.

Antonio Marcianò
cosenascoste .com
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