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Q come... QUARTA DIMENSIONE

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2007 21:44
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27/06/2006 12:15

Il concetto matematico di una quarta dimensione spaziale per noi impercepibile e inimmaginabile,o di una dimensione spazio-temporale che in realtà si estende nello spazio,ma che viene da noi percepita come tempo,continua a offrirsi agli studiosi come base di una spiegazione dei fenomeni paranormali,sia quelli di carattere psichico - percezione extrasensoriale - ,sia quelli di carattere fisico - psicocinesi in senso lato - .

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27/06/2006 12:27

Breve storia
Il primo a fare ricorso a una quarta dimensione spaziale per spiegare alcuni fenomeni parafisici è considerato l'astronomo tedesco T. Zöllner,nel 1878,al quale l'idea era stata suggerita dalle teorie sugli spazi a più dimensioni enunciate dal matematico Bernhard Rieman nel 1854.
In realtà lo Zöllner era stato preceduto dall'ipotesi del matematico inglese C.H.Hinton e dal russo Uspienskij: ma,mentre essi si erano limitati a considerare la cosa da un punto di vista teorico,lo Zöllner ebbe il merito di applicare per primo la teoria a una serie di esperienze da lui condotte con il medium Slade.
Negli anni Venti il fisico e astronomo inglese Sir Arthur Stanley Eddington,sulle basi della teoria della relatività e dell'esistenza di un cronotopo,o quarta dimensione spazio-temporale,da essa sostenuta,interpretò questa dimensione come il luogo in cui il reale,tutto pervaso da un pensiero universale,si rivela un tutto unico,indipendente dallo spazio e dal tempo perchè in esso spazio e tempo si unificano.[SM=x44473]
Nel 1933 G.C.Barnard riprese la teoria meno idealisticamente, fondandosi anche lui su di una dimensione spazio-temporale che,con una certa libertà e non senza qualche gioco dialettico,interpretò ora come dimensione spaziale,ora come dimensione temporale a seconda dei fenomeni che prendeva in considerazione.
In Italia il prof. Luigi Fantappiè enunciava una teoria della "relatività finale" ipotizzando la presenza di numerosi universi a un numero qualsiasi di dimensioni, che fra l'altro avrebbero potuto dare ragione dei fenomeni paranormali;e nel 1954 il prof. Tito Alippi,su di un piano meno complesso,avanzava una spiegazione di tutta la fenomenologia paranormale grazie a una quarta dimensione spazio-temporale.

Fine prima parte.
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05/11/2006 22:32

La quarta dimensione spaziale
L'idea di una quarta dimensione spaziale da aggiungersi alle tre conosciute fu la prima, abbiamo detto, a essere presa in considerazione per spiegare i fenomeni fisici della paranormalità.
Il medium Slade, con cui lo Zöllner sperimentava, produceva singolari fenomeni di compenetrazione: oggetti che uscivano da scatole chiuse o vi entravano, anelli che si infilavano nel fusto centrale di un tavolino a tre piedi, nodi che si formavano in corde circolari ecc.
Poichè l'ipotesi di una vera e propria compenetrazione costringeva a supporre il dispendio di un'enorme quantità di energia, impensabile in un organismo umano, l'astronomo tedesco tentò di sostituirla con un'ipotesi quadridimensionale seguendo un ragionamento sostanzialmente semplice.Il tipico esempio da lui dato è quello dei disegni simmetrici: due disegni simmetrici, a esempio quello di una mano destra e quello di una mano sinistra, per quanto eguali non possono coincidere a meno che non li rovesciamo l'uno sull'altro.
In un mondo a due sole dimensioni, ossia in un mondo piatto, questa operazione non potrebbe avvenire e nemmeno essere immaginata perchè, per rovesciare un disegno sull'altro, bisognerebbe sollevarlo in una terza dimensione, cosa invece possibilissima nel nostro mondo tridimensionale.
Egualmente, in un mondo piatto sarebbe impossibile torcere a 8 una corda circolare perchè anche in questo caso sarebbe necessario sollevare la corda in una terza dimensione.

Fine seconda parte.
21/11/2006 10:43

E EINSTEIN?
Dopo vari tentativi di far concordare le due teorie, Einstein propose nel 1915 una nuova teoria, conosciuta come relatività generale. Dopo il tempo venne ridefinito anche lo spazio. Einstein suggerì che lo spazio non fosse lineare e uniforme, bensì curvo, incurvato dalla gravità prodotta dalle masse dei corpi celesti.

La relatività generale implicava quindi altre tre importanti conseguenze:

1. Nello spazio tridimensionale le orbite dei corpi ci appaiono curve perché incurvate dalla massa dei corpi più grandi, mentre nello spazio quadridimensionale le orbite mantengono una traiettoria retta (lo spazio quadridimensionale è lo spazio tridimensionale con l'aggiunta del tempo). Le orbite ellittiche sono quindi la proiezione tridimensionale di orbite rettilinee quadridimensionali;

2. Anche i raggi di luce si incurvano assieme allo spazio, in prossimità di una massa la luce viene deviata dalla gravità (effetto che è la base della teoria dei buchi neri);

3. In prossimità di una massa anche il tempo subisce una distorsione e rallenta.
Grazie alla relatività generale si è potuto correggere la durata della rivoluzione di Mercurio, la massa del sole rallenta, seppur di poco, il tempo di rivoluzione previsto dai calcoli di Newton.

[Modificato da !!Carletto!! 21/11/2006 10.43]

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02/01/2007 21:36

In modo analogo,nel nostro mondo tridimensionale,due mani,per quanto eguali non possono coincidere: mettendole infatti palma contro palma o dorso contro dorso non faremmo altro che dimostrare la loro diversità.
E così pure non è possibile ottenere un nodo in una corda circolare.Ma se riuscissimo a effettuare, in una quarta dimensione, un rovesciamento simile a quello che ci appare evidente, in un mondo piatto, per far coincidere due disegni simmetrici o attuare la torsione a 8 di un circolo, la cosa non presenterebbe difficoltà.Il ragionamento può apparire convincente, se non che presenta un problema che, in definitiva, è il problema fondamentale.
Infatti, anche ammettendo che, in una quarta dimensione spaziale, tali rovesciamenti siano possibili e che, in questa dimensione, una mano sinistra possa diventare identica a una mano destra e si possa formare un nodo in una corda circolare, dobbiamo domandarci se questi mutamenti possano poi essere riportati in un mondo tridimensionale.
Torniamo al caso dei due disegni simmetrici in un mondo piatto: anche supponendo che possano essere rovesciati l'uno sull'altro grazie a una terza dimensione, come apparirebbero una volta riportati nel loro mondo bidimensionale? E come apparirebbe una corda circolare torta a 8 con lo stesso sistema?
Vi sono due possibilità: a) i due disegni apparirebbero l'uno sull'altro e la corda sovrapposta nel punto d'incrocio: ma in tal caso la terza dimensione si rivelerebbe agli ipotetici esseri bidimensionali dando loro l'idea, per essi inimmaginabile, di un "sopra" e di un "sotto", rivoluzionando la loro mentalità; b) i due disegni apparirebbero uno solo e la corda non presenterebbe alcuna sovrapposizione: ma in tal caso sarebbe avvenuta una vera e propria compenetrazione, ossia proprio quel fenomeno che si voleva eliminare.
In egual modo, nel caso di un nodo ottenuto in una corda circolare a tre dimensioni grazie a un rovesciamento nella quarta dimensione, si dovrebbe rivelare la presenza di questa dimensione o presentarsi una compenetrazione di fatto.

Fine terza parte.
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27/01/2007 16:51

Re: E EINSTEIN?

Scritto da: !!Carletto!! 21/11/2006 10.43
Dopo vari tentativi di far concordare le due teorie, Einstein propose nel 1915 una nuova teoria, conosciuta come relatività generale. Dopo il tempo venne ridefinito anche lo spazio. Einstein suggerì che lo spazio non fosse lineare e uniforme, bensì curvo, incurvato dalla gravità prodotta dalle masse dei corpi celesti.

La relatività generale implicava quindi altre tre importanti conseguenze:

1. Nello spazio tridimensionale le orbite dei corpi ci appaiono curve perché incurvate dalla massa dei corpi più grandi, mentre nello spazio quadridimensionale le orbite mantengono una traiettoria retta (lo spazio quadridimensionale è lo spazio tridimensionale con l'aggiunta del tempo). Le orbite ellittiche sono quindi la proiezione tridimensionale di orbite rettilinee quadridimensionali;

2. Anche i raggi di luce si incurvano assieme allo spazio, in prossimità di una massa la luce viene deviata dalla gravità (effetto che è la base della teoria dei buchi neri);

3. In prossimità di una massa anche il tempo subisce una distorsione e rallenta.
Grazie alla relatività generale si è potuto correggere la durata della rivoluzione di Mercurio, la massa del sole rallenta, seppur di poco, il tempo di rivoluzione previsto dai calcoli di Newton.

[Modificato da !!Carletto!! 21/11/2006 10.43]




questa mica mi persuade.... [SM=x44473]

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30/01/2007 19:16

Più persuasiva potrebbe presentarsi l'ipotesi di una quarta dimensione spaziale per spiegare i fenomeni di apporto e di asporto: un ambiente chiuso in un mondo tridimensionale potrebbe rivelarsi aperto in uno quadridimensionale così come un ambiente chiuso in un mondo bidimensionale si rivela aperto rispetto ad una terza dimensione.
In un mondo piatto, a esempio, un circolo o un quadrato racchiuderebbero un'area in modo invalicabile, mentre sarebbe facile superare il confine saltandovi sopra nella terza dimensione: egualmente una sfera o un cubo, che sembrano racchiudere ermeticamente uno spazio in un mondo tridimensionale, potrebbero risultare aperti rispetto a una quarta dimensione.Ma un esame della casistica sembrerebbe escludere l'ipotesi.
Il Crookes potè seguire il passaggio di una pianta attraverso il piano di un tavolo in cui era un sottile spiraglio; il sensitivo Gustavo Adolfo Rol gettò una volta un mazzo di fiori contro una parete: gli astanti lo videro scomparire nel momento in cui toccava il muro, e il mazzo fu ritrovato nella stanza adiacente, nel punto in cui sarebbe normalmente caduto seguendo la parabola; le piogge di sassi avvengono spesso in luoghi aperti, dove la presenza o meno di una quarta dimensione non aiuta a spiegare il fenomeno: le varie relazioni affermano che i sassi, a volte di notevoli dimensioni, si vedono materializzarsi nell'aria e cadere lentamente descrivendo una parabola.
Tutto ciò fa pensare che l'ipotesi di una quarta dimensione spaziale complichi il fenomeno piuttosto che semplificarlo, e abbia l'unico vantaggio di essere un'ipotesi "scientifica".

Fine quarta parte.
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15/02/2007 19:47

Il continuo spazio-tempo
Più suggestiva e suasiva appare l'ipotesi di una quarta dimensione spazio-temporale, o più esattamente del continuo spazio-tempo o cronotopo.
Secondo questa ipotesi, sostenuta dalla teoria della relatività e avanzata anche in precedenza da alcuni matematici come Poincarè, il tempo non sarebbe altro che il modo con cui la nostra mente percepisce una quarta dimensione spaziale.
Una tale concezione è stata volgarizzata e resa intuibile con alcuni esempi relativamente semplici.Torniamo a supporre un mondo bidimensionale e immaginiamo in esso la presenza di una sfera che, evidentemente, dovrà estendersi in una terza dimensione.Gli abitanti di questo mondo che osservino il punto in cui la sfera è a contatto con la superficie piatta percepiranno soltanto un punto.Ma, si è detto, essi percepiscono la terza dimensione come tempo: questo significa che la loro mente scorre, per così dire, lungo la terza dimensione percependola in sezioni, o momenti, successivi.
Allora il punto percepito all'inizio diverrà, in un momento successivo, un piccolo disco che andrà allargandosi via via fino a raggiungere un massimo quando la mente sarà giunta, nella terza dimensione, al diametro della sfera, dopo di che il disco tornerà a rimpicciolirsi fino a divenire nuovamente un punto e infine scomparire.Per i viventi di questo mondo piatto il fenomeno si presenta dunque come un punto che, nel tempo, si è allargato sempre più e poi è tornato a restringersi scomparendo; in realtà essi hanno osservato, dal loro limitato punto di vista, l'intero complesso di una sfera.

Fine quinta parte.
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18/03/2007 13:15

Ma gli stessi abitanti di questo mondo potrebbero essere corpi tridimensionali variamente sagomati ed estesi nella terza dimensione, di cui essi potrebbero avere la percezione esterna, e la coscienza interna, del solo strato raggiunto dalla mente nel suo avanzare lungo la terza dimensione stessa: essi penserebbero allora di nascere, di crescere, di compiere date azioni e infine di morire percependo via via gli strati successivi di un unico corpo preformato e preesistente, la cui morte è reale e presente al pari della nascita.
Se trasportiamo questo processo in un mondo tridimensionale esteso in una quarta dimensione percepibile solo come tempo, avremo lo stesso fenomeno, per noi molto meno visualizzabile ma non meno logico e coerente.

Ogni vivente, ogni oggetto del nostro mondo non sarebbe altro che la sezione tridimensionale di un corpo enormmente esteso nella quarta dimensione, ma di cui non sarebbe per noi percepibile altro che quella data sezione che costituisce il presente: le sezioni precedenti, da noi considerate passato, per noi non esistono più; quelle seguenti, considerate futuro, non esistono ancora, ma in realtà tutte continuano a coesistere nel complesso della realtà quadridimensionale: noi siamo già morti nel momento in cui nasciamo e nel momento della morte è sempre attuale la nostra nascita.
Poichè la velocità a cui la mente, universale e individuale, score lungo la quarta dimensione dovrebbe essere quella della luce e delle onde elettriche, tutta la realtà si presenterebbe enormemente allungata in quella direzione, tanto che la teoria è detta anche teoria dei corpi serpentiformi: la lunghezza media di un corpo umano nella quarta dimensione sarebbe di circa settanta anni luce [SM=x44466] .Di questo sterminato corpo, però, noi avremmo una coscienza limitata alla sola sezione illuminata, per così dire, dalla mente nel suo trascorrervi, così da considerare questa sezione come l'intero nostro organismo.
I relativisti chiamano "linea mondiale" l'insieme di tutte le sezioni di un dato corpo, vivente o non vivente, ossia l'intero corpo nella realtà quadridimensionale.

Fine sesta parte.
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19/03/2007 10:12

Aspetta però dai... la quinta e sesta parte sono cose vere, nel senso fanno parte di teorie accettate dalla comunità scientifica! Mica si può accostarle a intrighi al vaticano, realtà parallela e telecinesi. [SM=x44498] In realtà meriterebbero una sezione a parte, del tipo "scienza curiosa", ma non penso sia molto cafone tenere una sezione del genere... [SM=x44461]

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26/04/2007 19:26

I fenomeni di precognizione e di retrocognizione diventerebbero possibili in quanto la mente del sensitivo farebbe escursioni verso il cosiddetto futuro e il cosiddetto passato della realtà quadridimensionale, anticipando l'avanzare delle altre menti o correndo in senso contrario, come un viaggiatore che, in treno, riuscisse mentalmente a precedere il convoglio e a ad avviarsi lungo la strada già percorsa per tornare poi a riferire ai compagni di viaggio quello che ha visto.
Anche la chiaroveggenza tattile troverebbe in questa teoria una spiegazione: il sensitivo seguirebbe la linea mondiale dell'oggetto induttore fino al punto, nel passato, in cui esso è stato a contatto con la persona o con l'oggetto verso cui si volge la sua ricerca, dopo di che abbandonerebbe l'induttore per seguire la linea mondiale di quella persona o di quell'oggetto fino al momento presente e, eventualmente, fino a dati momenti futuri.
Per questa via si potrebbero spiegare anche gli asporti e gli apporti: un oggetto chiuso in una scatola, a esempio, verrebbe proiettato nella direzione della quarta dimensione, a velocità superiore, fino al momento in cui la scatola verrà aperta; allora potrebbe uscirne e tornare al momento presente fuori dalla scatola stessa.
Con ragionamenti analoghi, più o meno logici e più o meno coerenti, si potrebbe dare ragione di tutta la fenomenologia paranormale.

Fien settima parte.
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27/05/2007 14:43

La teoria, indipendentemente dalla sua enorme macchinosità, si presta a varie obiezioni e presenta molte lacune.
Anzitutto questa mente, universale o individuale che sia, viene concepita come un'energia fisica che si muove nello spazio al pari della luce o delle onde hertziane alla velocità massima raggiungibile dall'energia: non si capisce dunque come la mente del sensitivo possa superare tale velocità tanto da raggiungere in pochi secondi distanze che richiedono giorni, mesi o anni per essere superate normalmente.Precognizione e retrocognizione si presenterebbero così egualmente come fenomeni che trascendono le leggi fisiche conosciute, e il loro problema, nonostante l'estrema complessità della teoria, rimarrebbe egualmente irrisolto.

D'altra parte è stato osservato che questo avanzare della mente nella quarta dimensione è un movimento e, come tale, per attuarsi richiede del tempo.Per interpretare questo tempo come spazio bisognerebbe dunque ipotizzare una quinta dimensione spaziale percepita come temporale da un'altra mente o dall'inconscio della mente universale. [SM=x44473]
Per ovviare a questa obiezione, e anche alla precedente, l'Eddington sostenne che la mente non deve essere concepita come energia fisica, ma come principio a sè, come coscienza fuori del tempo e dello spazio, che sono soltanto modi di vita ma non hanno alcuna realtà fuori di essa.In altre parole, la mente non si "sposta" lungo la quarta dimensione ma "vive" in tutte e quattro le dimensioni.
In questo modo l'Eddington finiva col ridurre tutta la realtà a un puro fatto mentale e dava alla sua teoria un significato eminentemente idealistico di fronte alla quale tutta la concezione quadridimensionale, escogitata per affermare una realtà sostanzialmente fisica e conforme alle leggi note, diveniva praticamente inutile.

Fine ottava parte.
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24/06/2007 14:26

Nel 1938 il Dunne, per riportare la teoria sulle sue basi, suppose che la mente, scorrendo lungo la quarta dimensione, impieghi realmente un tempo, da considerarsi una quinta dimensione spaziale percepita come temporale dall'inconscio della mente stessa.
Questo inconscio potrebbe spostarsi nella quinta dimensione a velocità molto superiori potendo così preconoscere e retroconoscere ma, anche in queste escursioni rapidissime, impiegherebbe del tempo, che sarebbe a sua volta una sesta dimensione spaziale percepita come temporale da strati mentali ancora più profondi e più rapidi, e così via, all'infinito, fino a raggiungere una base mentale direttamente a contatto col tutto, capace di abbracciare in un attimo senza tempo tutto il complesso della realtà e coincidere con essa e con la sua immobilità, così da raggiungere il senso dell'eterno assoluto, che è appunto la vera essenza della realtà stessa.Ma a questo punto anche il Dunne si svincola, più o meno consapevolmente, dalla concezione di una realtà tutta fisica per entrare nella metafisica.
Il Broad, criticando questa teoria in un breve saggio apparso sulla rivista PHILOSOPHY, avanza l'ipotesi di una quarta dimensione temporale nella quale gli avvenimenti seguirebbero un ritmo di tempo diverso, e ciò che nella prima è futuro nella seconda potrebbe essere presente o passato.Il sensitivo potrebbe passare da una dimensione all'altra e ottenere così precognizioni e retrocognizioni.
Ma questa seconda dimensione temporale appare molto gratuita e sostanzialmente inutile nell'economia del tutto.

Fine nona parte.
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30/07/2007 21:44

In conclusione, l'ipotesi della quarta dimensione, comunque considerata, non risolve il problema del paranormale: dà solo un'apparenza di scientificità allo studio di esso, apparenza che si dissolve non appena si cerca di approfondire e di avere risposta alle domande fondamentali.
Per quello che riguarda la precognizione, ha il merito di dirci "dove" può essere ipotizzata la presenza di un futuro: in una quarta dimensione.

Ma, in definitiva, tutto si riduce a un concetto lapalissiano, perchè, dato che il futuro non è rintracciabile nelle tre dimensioni spaziali, bisogna per forza ipotizzarlo in una dimensione diversa.
Ma l'interpretazione di questa dimensione come dimensione spaziale percorsa da energie fisico-mentali, lascia intatti tutti i problemi di fondo, non supera il dualismo spirito-materia e, nella sua espressione forse più geniale, quella dell'Eddington, sfocia in un puro idealismo, che è proprio quello che si voleva evitare e che, dopo Hegel, è forse da evitarsi.

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