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Scoperto il «mantello» dell’invisibilità

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2007 14:38
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24/10/2006 18:45



Più vicino il mantello dell'invisibilità
Passi avanti nella realizzazione di tecnologie e materiali che permettono di rendere un oggetto invisibile all?occhio umano. Ci lavorano alla Duke University, sulle tracce delle già numerose ricerche in materia

Roma - "È un piccolo passo sulla strada per le applicazioni dell'invisibilità" rivela Steven Cummer, membro del team di ricerca che coinvolge la Duke University Pratt School of Engineering e l'Imperial College di Londra. Non siamo lontani dalle invenzioni fantascientifiche che nel corso dei secoli permettevano a nobili eroi e personaggi animati dagli intenti più crudeli di agire indisturbati, vestendo un mantello che li nascondeva dagli sguardi indiscreti. I presupposti ci sono, ma la strada è ancora tutta da percorrere.

L'uomo vede perché la luce, riflettendo sugli oggetti, viene restituita alla retina. Riuscendo a deviare la luce mediante una sorta di scudo, facendola scorrere come fosse la corrente d'acqua che scroscia attorno ad un masso in un torrente, l'oggetto risulterebbe invisibile. Èquesto il concetto sul quale sta lavorando il team di ricerca anglo-americano che ha tentato di sviluppare, prima in ambito teorico e ora con un esperimento, la teoria proposta da Sir John Pendry dell'Imperial College di Londra.

L'esperimento si è svolto in forma semplificata: lo "scudo" funziona su due dimensioni invece che su tre, l'occultamento non è quindi completo e riesce a deviare microonde elettromagnetiche collocabili in uno spettro di frequenze non percepibili all'occhio umano. In altre parole l'oggetto non sparisce alla vista umana, ma solo ad appositi rilevatori.

I metamateriali, composti artificiali che costituiscono la "barriera occultante", sono disposti in una serie di cerchi concentrici, struttura che conferisce loro delle specifiche proprietà elettromagnetiche, e li rende capaci di interagire con le onde che li colpiscono.

I metamateriali guidano le onde e le fanno scivolare attorno all'oggetto: "È come se si creasse un vuoto nello spazio, le onde elettromagnetiche sono direzionate attorno all'area, e i metamateriali le fanno riemergere dall'altra parte dell'oggetto: le onde si comportano come se passassero attraverso un volume vuoto di spazio" cerca di spiegare David Shurig, uno dei progettisti della Duke University.

Il prossimo obiettivo sarà sviluppare un "mantello" tridimensionale invece che una barriera, che sia capace di conferire invisibilità anche al range di frequenze visibili all'occhio umano.

Visto che le microstrutture nascoste nei metamateriali devono essere più piccole della lunghezza d'onda delle onde elettromagnetiche sulle quali operano, si dovranno sviluppare strutture di metamateriali più intricate e miniaturizzate. Per l'invisibilità ottica le strutture dovrebbero essere sulla scala dei nanometri, un miliardesimo di un metro.

Per l'invisibilità radar è sufficiente lavorare nell'ordine dei millimetri, rivela Pendry. È questo il motivo per cui il progetto è stato foraggiato dalla DARPA, la Defense Advanced Research Projects Agency americana: le applicazioni di questa tecnologia in ambito militare fanno gola al Pentagono. L'implementazione di questa tecnologia di occultamento appare più appetibile rispetto a quella già applicata ai velivoli stealth: ricoperti di vernici radar-assorbenti, confondono i dispositivi di localizzazione ma non li ingannano del tutto.

Le applicazioni non si limiterebbero, però, al solo ambito militare, cioè al nascondere armi distruttive rese ancor più temibili dall'invisibilità. Si pensa all'invisibilità come ad un mezzo per ridurre l'impatto ambientale di interi palazzi. Oppure si potrebbero creare mantelli di metamateriali per consentire ai segnali della telefonia cellulare di aggirare gli ostacoli.


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Se ne parlava QUI

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