Shsst! il Silenzio è Sacro

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23/02/2007 14:42

GUERRA NELL’EPISCOPATO POLACCO
– DOPO LO SCANDALO DELL’ARCIVESCOVO-SPIA, ECCO LA RISPOSTA:
“DON STANISLAO COPRÌ I PRETI PEDOFILI”

- PESANTE ACCUSA PER IL FEDELISSIMO DI GIOVANNI PAOLO II…



(Karol Wojtyla e Stanislao Dziwisz - Foto da Lapresse)

Giacomo Galeazzi per “La Stampa”



Il cardinale Stanislao Dziwisz, per quarant’anni segretario di Karol Wojtyla (ventisette dei quali in Vaticano) e attuale arcivescovo di Cracovia,
è accusato di aver coperto casi di abusi e molestie perpetrati da prelati polacchi e alte personalità ecclesiastiche.
Nel mirino, il mancato intervento del braccio destro di Giovanni Paolo II in alcune vicende particolarmente scabrose,
nonostante le circostanziate denunce coinvolgessero influenti personalità della gerarchia ecclesiastica.




(Il cardinale Stanislao Dziwisz)

Tra questi, un ArciVescovo connazionale e amico di don Stanislao e il fondatore dell’ordine religioso in maggior crescita oggi al mondo: i Legionari di Cristo.
Fin dal 2000 l’«angelo custode» del Pontefice sarebbe stato informato di gravi casi di molestie che vedevano coinvolti prelati celebri, ma avrebbe «insabbiato» il dossier che proveniva dal clero polacco e da un tribunale ecclesiastico sudamericano.
L’accusa è pesante, simile a quella che ha costretto alle dimissioni il cardinale Bernard Law, l’ex arcivescovo di Boston nominato arciprete di Santa Maria Maggiore a Roma.

In primo luogo risulterebbe che il cardinale Dziwisz avrebbe ignorato le rivelazioni di esponenti della Chiesa polacca che avevano per oggetto un suo sodale.
Invece di attivarsi per verificare le gravissime accuse contenute nelle informative, don Stanislao avrebbe tenuto prudentemente in un cassetto gli allarmanti documenti che gli aveva inviato, sette anni fa, un gruppo di sacerdoti per avvertirlo degli abusi di Monsignor Juliusz Paetz, allora arcivescovo di Poznan, a danno di seminaristi.
I preti che avevano indirizzato l’informativa riservata a don Stanislao si aspettavano una pronta reazione da parte del segretario del Papa e avrebbero scoperto, invece, con grande stupore, che Karol Wojtyla era stato completamente lasciato all’oscuro della vicenda.





(Veltroni e dom Stanislao - U.Pizzi)


Lo scandalo dell’arcivescovo Paetz venne poi alla luce
indipendentemente dalla denuncia fatta giungere a monsignor Dziwisz e portò alle clamorose dimissioni del presule polacco nel 2002.

Le accuse aleggiavano da diverso tempo attorno all’arcivescovo Paetz, al punto che la Conferenza episcopale polacca aveva messo segretamente al lavoro una commissione d´inchiesta. I testimoni d’accusa (giovani vittime di molestie sessuali) sono più di una dozzina e incombeva la minaccia che la vicenda potesse allargarsi a prelati vicini a monsignor Paetz negli anni del suo soggiorno in Vaticano come assistente alla Camera pontificia.

Segnalazioni tutt’altro che rassicuranti erano giunte sul suo conto anche dal giudice polacco della Rota Romana, monsignor Antoni Stankiewicz e da un’amica di gioventù di Karol Wojtyla, la psichiatra Wanda Poltawska, guarita da un tumore terminale, nel 1962, per l’asserita intercessione di padre Pio. Malgrado il silenzio di don Stanislao, dopo un paio di anni, monsignor Paetz, chiacchierato dai suoi stessi sacerdoti per i rapporti con alcuni studenti e chierici del seminario, fu allontanato dalla prestigiosa carica. Ma ciò solo in seguito a un articolo pubblicato dell’autorevole quotidiano «Reczpospolita». Fino all’ultimo il presule ha negato le accuse, sostenendo di aver rassegnato le dimissioni «per il bene della chiesa di Poznan».

Nelle vicende di abusi compiuti da prelati, le omissioni attribuite a don Stanislao, oggi depositario di quel
ricchissimo archivio personale che Giovanni Paolo II aveva chiesto fosse dato alle fiamme dopo la sua morte, non si limitano alla Polonia, ma coinvolgono anche il leder dei Legionari, un corpo scelto e superpreparato di sacerdoti e laici di tutto il mondo, in rapidissima espansione.




Nel 2002, sempre nel ruolo delicatissimo di segretario personale del Pontefice, monsignor Dziwisz avrebbe ricevuto la lettera di don Antonio Ornelas, un sacerdote messicano, membro del tribunale ecclesiastico diocesano, che portava alla luce gli abusi e le molestie di padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo.
Anche in questo caso, la risposta di don Stanislao sarebbe stata il silenzio.
Del resto un processo canonico avrebbe inevitabilmente costretto il Vaticano ad affrontare spinosissime questioni.
Nel caso Maciel, infatti, i capi d’accusa fanno riferimento al canone 977 (assoluzione di un complice nel peccato contro il sesto comandamento, ossia «non commettere atti impuri»).
Nella legislazione ecclesiastica l’abuso sessuale di un sacerdote, sia pure sui minori,
è meno grave del cosiddetto delitto di «complicità», quando, cioè, il sacerdote confessore assolve colui o colei con cui ha avuto rapporti sessuali.

Nel primo caso è prevista la sospensione o al massimo la dimissione del sacerdote,
nel secondo, è prevista la scomunica «latae sententiae» riservata alla Sede Apostolica.

Ed è proprio questo il delitto di cui si sarebbe macchiato padre Maciel e sul quale le autorità vaticane si sarebbero dovute pronunciare.
Anche lui, però, fu allontanato dal suo posto molto tempo dopo la denuncia rivolta a don Stanislao, e cioè solo nel 2005, per lodevole iniziativa di papa Ratzinger, nel frattempo succeduto a Karol Wojtyla.
Ad aver colto i limiti del provvedimento vaticano, è il canonista messicano padre Antonio Roqueñi, per otto anni cappellano universitario dell’Opus Dei
, e poi, per vent’anni, canonista al Tribunale ecclesiastico di Città del Messico, che ha deciso di offrire la propria opera di canonista agli accusatori di padre Maciel. Dopo «attento studio e investigazione», Benedetto XVI gli ha inflitto come pena «una vita riservata di preghiera e penitenza».

L’accusa di aver tentato di coprire gli scandali sessuali nella Chiesa raggiunge il cardinale Dziwisz mentre è ancora aperta nella conferenza episcopale polacca la ferita delle dimissioni del neo-arcivescovo di Varsavia Stanislaw Wielgus.
Un’onda lunga che ha raggiungo anche l’arcidiocesi di Cracovia. Anche monsignor Janusz Bielanski, stretto collaboratore del cardinale Dziwisz, è stato costretto a dimettersi da rettore della cattedrale di Cracovia per le accuse di collaborazionismo con i servizi segreti polacchi.
In questo, caso come per i silenzi addebitati a don Stanislao nello scandalo dei prelati molestatori, la risposta di padre Robert Necek, portavoce del cardinale di Cracovia, è categorica: «Sua Eminenza non ha insabbiato nulla, non c’è alcuna testimonianza, si tratta di accuse assolutamente ingiuste».

Giacomo Galeazzi per “La Stampa”

Dagospia 22 Febbraio 2007
213.215.144.81/public_html/articolo_index_29806.html

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
23/02/2007 17:22

continuo a non avere parole.. [SM=x44465]
ma perchè Ratzinger,invece di parlare dei PACS (che ha un pò stancato,secondo me [SM=x44465] )non comincia ad occuparsi di queste barbarie?
24/02/2007 18:50

era l'estate
di tanti anni fa' ero in vacanza sull'apennino modenese

fu' trovato un boy scout impiccato...

i giornali ne parlarono...poco..quasi nulla

comunque su clubclassinet
ho trovato questo

"Di Ratzinger mi limiterò a ricordare solo questo episodio: Otto giorni dopo la famigerata dichiarazione vaticana sulla "necessità di discriminare gli omosessuali", il 26 luglio 1992, l'insegnante di religione cattolica, Giorgio Andreotti, esponente dell'Azione Cattolica a Modena, animatore di tutte le attività della parrocchia, allenatore dei giovani della zona, laureato in teologia, uccise un ragazzo di 17 anni, il seminarista Claudio Costi, tentando poi il suicidio. Salvato in tempo, dichiarerà che "schiacciato dai sensi di colpa per aver offeso le leggi della Chiesa e per essere diventato oggetto dell'anatema lanciato dal cardinal Ratzinger, hanno deciso di uccidersi insieme, così come insieme avevano peccato" ("Paese Sera", 11 agosto 1992).
"

Quel ragazzo non era gay...sua madre lo urlo' a tutti, aveva 17 anni e non puo' smentire...perchè è stato ucciso ...da quello che...fu' liberato quasi subito.

di fatto di quel caso...è stato insabbiato tutto...

gia' tra la chiesa e cosa nostra....in queste faccende c'è poca differenza...
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27/02/2007 19:38

Re: era l'estate

Scritto da: la micia 24/02/2007 18.50
di tanti anni fa' ero in vacanza sull'apennino modenese

fu' trovato un boy scout impiccato...

i giornali ne parlarono...poco..quasi nulla

comunque su clubclassinet:

"... il 26 luglio 1992, l'insegnante di religione cattolica, Don Giorgio Andreotti, esponente dell'Azione Cattolica a Modena, animatore di tutte le attività della parrocchia, allenatore dei giovani della zona, laureato in teologia, uccise un ragazzo di 17 anni, il seminarista Claudio Costi, tentando poi il suicidio. Salvato in tempo, dichiarerà che "schiacciato dai sensi di colpa per aver offeso le leggi della Chiesa e per essere diventato oggetto dell'anatema lanciato dal cardinal Ratzinger, hanno deciso di uccidersi insieme, così come insieme avevano peccato" ("Paese Sera", 11 agosto 1992).
"

Quel ragazzo non era gay...sua madre lo urlo' a tutti, aveva 17 anni e non puo' smentire...perchè è stato ucciso ...da quello che...fu' liberato quasi subito.

di fatto di quel caso...è stato insabbiato tutto
...

gia' tra la chiesa e cosa nostra....in queste faccende c'è poca differenza...



La Chiesa Cattolica è molto efficiente nel riuscire sempre ad insabbiare questi reati in cui è coinvolto il Clero Cattolico.
Ma riusciranno ad imporre questo Sacro Silenzio ancora a lungo?
Sembra che il nuovo Papa sia molto severo a riguardo e contrario a questi omertosi insabbiamenti....
Staremo a vedere [SM=x44499]

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27/02/2007 19:49


La ragione cristiana di Fabrizio De André
da WikiPedia:




l'atteggiamento tenuto dal noto cantautore Fabrizio De Andrè, Faber,
nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche, è sovente sarcastico e fortemente critico nel contestarne i comportamenti contraddittori, come, ad esempio, nelle canzoni "Un blasfemo", "Il testamento di Tito", "La ballata del Michè".

Tale idiosincrasia per il clero fonda le sue radici, probabilmente, nell'infanzia di De André, durante la sua permanenza, alle medie inferiori, presso l'Istituto Arecco, una scuola gestita dai Gesuiti e frequentata dai rampolli della "Genova-bene".
Durante il primo anno fu vittima di un tentativo di molestia sessuale da parte di uno dei gesuiti dell'istituto;
nonostante l'età, la reazione verso il "padre spirituale" fu pronta e, soprattutto, chiassosa e prolungata
,
tanto da indurre paradossalmente la Direzione addirittura ad espellere il giovane De André, nel bislacco tentativo di placare lo scandalo.

[SM=x44463]
L'improvvido espediente, tuttavia, si rivelò controproducente poiché, a causa del provvedimento d'espulsione,
dell'episodio venne a conoscenza anche il padre di Fabrizio, esponente della resistenza e vicesindaco di Genova, che informò il Provveditore agli Studi pretendendo un'immediata inchiesta che terminò col semplice allontanamento dall'istituto scolastico del gesuita.

Fonti: Cesare G. Romana, Amico Fragile, Sperling Paperback (2000)


[SM=x44499]

[Modificato da Etrusco 27/02/2007 19.56]

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27/04/2007 01:27


Viterbo - Tribunale
Fissata l'udienza preliminare per il parroco accusato di pedofilia
27 aprile 2007 - ore 1,04
Fonte: Tusciaweb


- Si terrà l'11 luglio l'udienza preliminare a carico di don Massimiliano Crocetti, 36 anni, parroco di Oriolo Romano sottoposto agli arresti domiciliari nell'agosto 2006 per violenza sessuale su un ragazzo di 13 anni che frequenta la sua parrocchia.

Nei confronti del sacerdote, al termine di alcuni mesi d'indagini condotte dalla Squadra Mobile, il Gip del Tribunale di Viterbo aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari in un convento indicato dalla Curia di Viterbo.

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02/05/2007 12:24

INERTE E INDIFFERENTE,
IL VESCOVO DI AGRIGENTO NON DENUNCIA IL PRETE CHE ABUSA.


PARLA UNA VITTIMA.


AGRIGENTO-ADISTA.

Un vescovo viene informato di abusi sessuali commessi da un sacerdote ai danni di un seminarista e non prende alcun provvedimento.
Dirà, poi, che la questione non lo riguardava.

I drammatici fatti non avvengono nell'ennesima diocesi statunitense, dove il "bubbone" è esploso ormai da anni, grazie anche al coraggio delle vittime e alla dismissione dell'atteggiamento omertoso di persone coinvolte e dei vertici ecclesiastici.
Il vescovo in questione è italiano:
si tratta di Mons. Carmelo Ferraro, che era alla guida della diocesi di Agrigento all'epoca dei fatti e lo è anche adesso.

Il sacerdote, Don Bruno Puleo, ha patteggiato la pena il 7 luglio:
gli sono stati inflitti solo 2 anni e 6 mesi di reclusione

(è stato un secondo patteggiamento fra le parti: il primo era per una pena di due anni, che era stata giudicata insufficiente dal gip Luigi Patronaggio).
Ha preferito il patteggiamento al processo, che avrebbe molto probabilmente aggravato la sua posizione.
Il patteggiamento infatti ha riguardato una sola vittima.
Le indagini, condotte dal pm Caterina Sallusti, avevano però riscontrato abusi nei confronti di altri sette ragazzi, sei dei quali dello stesso seminario (quello arcivescovile di Agrigento che si trova a Favara) dove don Puleo, inizialmente diacono, era stato assistente per un periodo che si è concluso nel 1995. Attualmente don Puleo è parroco a Sant'Anna, una piccola frazione nei dintorni di Agrigento.

Marco Marchese, la vittima che ha sporto denuncia,
ha subìto abusi nel seminario arcivescovile di Agrigento a partire dall'età di 12 anni.
Oggi ne ha 22, ha lasciato il seminario nel 2000 e, a vicenda giudiziaria conclusa, ci tiene a sottolineare che non era il carcere per il suo "carnefice" lo scopo della sua azione, ma l'emersione di un fenomeno che causa sofferenza indicibile a tanti bambini, con la speranza inoltre che la Chiesa abbia il coraggio di mettersi dalla parte degli offesi.

Marchese si era deciso a presentare un esposto dopo aver constatato che né il Rettore del seminario, don Gaetano Montana,
né il Vescovo Ferraro - ai quali aveva raccontato tutto - avevano preso provvedimenti per fermare Don Puleo.

Il giorno dopo il patteggiamento, Marco ha inviato al vescovo una lettera molto severa e accorata.
"Scrivo proprio a lei che - recita l'apertura della lettera - una sera di novembre del 2000 ha ascoltato, quasi con indifferenza, il mio racconto (…).
Scrivo a lei perché sono addolorato e profondamente amareggiato dal suo silenzio", amareggiato "per questa povera Chiesa che si ritrova ad essere guidata da una persona che non ha saputo dirigere il gregge affidatogli, soprattutto i piccoli e gli indifesi".
Ne riportiamo il testo integrale nel numero di Adista-documenti allegato.
Ma Marchese non intende fermarsi a questo:
intende procedere in sede civile
contro quanti - sicuramente il rettore e il vescovo - hanno omesso di prendere provvedimenti contro don Puleo, malgrado, avendone l'autorità, fosse per loro un obbligo intervenire.
In ambito ecclesiale, non esiste nel Diritto Canonico un canone riguardante eventuali pene da comminare a chi non denuncia un reato avendone conoscenza.

Ma è anche vero che il card. Bernard Law ha subìto così forti pressioni (anche dalla Santa Sede?) proprio per aver "coperto" i preti pedofili della sua diocesi da vedersi costretto, nel dicembre del 2002, a dimettersi da vescovo di Boston.
Il Diritto Canonico lascia peraltro troppa autonomia di gestione ai vescovi che si trovino di fronte a reati dei loro sacerdoti. Anche se per costoro ci sono canoni precisi.
In particolare, per i delitti contro il sesto comandamento, commessi "con violenza, o minacce, o pubblicamente, o con un minore al di sotto dei 16 anni", il canone 1395, al paragrafo 2, prevede "giuste pene, non esclusa la dimissione dallo stato clericale".
Ma non è stato applicato finora contro don Puleo, il quale è stato solo spostato dalla parrocchia, popolosa e ricca di bambini, di Palma di Montechiaro a quella ben più piccola di Sant'Anna, piccolo borgo nella provincia di Agrigento. Spostamento avvenuto però nel 2002: l'esposto di Marco Marchese contro don Puleo è della primavera del 2001. Il vescovo non poteva non esserne a conoscenza.
Tutta la vicenda è ricostruita qui di seguito nell'intervista che abbiamo realizzato con Marco Marchese.


Come comincia la tua storia?
Sono entrato nel seminario minore nel 1994 perché la mia vocazione era di diventare sacerdote. Avevo 12 anni, frequentavo la seconda media. Avevamo come assistente don Puleo, che allora era diacono. Lui aveva per me molte attenzioni, mi faceva anche dei regali. Poi, ai primi di dicembre, mi fece accomodare nella sua stanza e successe il tutto.


La cosa si ripeté?
Sì, soprattutto nei giorni di pioggia, perché altrimenti preferivo giocare a calcio e non andavo a riposare con lui.


Nessuno faceva caso al fatto che andassi a riposare con lui?
Penso di no, perché capitava che noi ragazzi trascorressimo del tempo in camera sua a chiacchierare. Poi si trattava delle prime ore del pomeriggio, ognuno stava per conto proprio. Questa cosa è durata fino a quando lui, l'anno successivo, è diventato sacerdote e ha lasciato il seminario minore. Il nostro rapporto però è continuato. Lui è diventato il mio padrino di cresima. Io andavo a trovarlo, o in parrocchia o in casa sua.


Lui continuava con le sue attenzioni verso di te?
Sì.


Non riuscivi ad opporti?
La prima volta rimasi perplesso. Era ovviamente la mia prima esperienza sessuale, precocissima e sbagliata. Lui mi diceva che era solo una questione di amicizia, che la nostra era un'amicizia particolare, mi diceva di non parlarne con nessuno perché avrei suscitato delle gelosie, che era normale il nostro comportamento, che era giusto. Io gli credevo. E mi sono affezionato a lui. Anche se cominciai subito a star male: mi fu diagnosticata una colite nervosa che mi portai dietro per un bel po'.


Quando hai capito che il vostro rapporto era sbagliato?
Quando sono andato al liceo, una scuola pubblica, perché nel seminario maggiore non esisteva una scuola superiore, e sono entrato in contatto con altri ragazzi e con le ragazze. Allora avevo minori possibilità di passare del tempo con don Puleo, perché ero impegnato in varie attività comunitarie. Succedeva quando lui chiedeva al rettore del seminario, don Gaetano Montana, che mi inviasse nella sua parrocchia, in occasione delle cosiddette giornate per il seminario in cui si fa raccolta di fondi per le istituzioni di formazione sacerdotale, perché altrimenti non ci vedevamo mai. Sicché andavo nella chiesa dove celebrava.


Fino a che età hai dunque mantenuto il rapporto con don Puleo?
Fin verso i 16 anni, perché a quel punto le nostre strade si sono divise: io non volevo più incontrarlo, e anche lui non faceva pressione per vedermi perché, a quanto ho capito dopo, aveva altri ragazzi sotto mano. E in effetti sono venuti fuori i nomi di altri ragazzi vittime delle stesse attenzioni morbose da parte sua.


Ragazzi del tuo stesso seminario?
Sei sì. Del settimo non so nulla di preciso.


In tutti questi anni non ti sei confidato con nessuno?
Mai. Fino a quando uno degli assistenti che mi accompagnavano a Palermo per una delle tante visite a motivo della colite, e che aveva sentito di strani episodi che accadevano in seminario, riuscì a farmi parlare e mi consigliò di parlare subito con il vice-rettore. A me non interessava fare del male a quell'uomo, ma fare in modo che nessun altro ragazzo dovesse più soffrire quello che io avevo sofferto.


E andasti dal vice-rettore?
Sì, il giorno dopo. Mi assicurò che avrebbe parlato con il rettore, che dovevo stare tranquillo, che avrei dovuto pensare agli studi e basta. Non ho avuto nessun tipo di riscontro. Durante un ritiro spirituale parlai anche con il rettore che mi disse che era stato messo al corrente della mia situazione dal vice-rettore e che avrebbe parlato con il vescovo, monsignor Carmelo Ferraro, tuttora in carica. Io mi fidai. Inoltre, se mi capitava di incontrare don Puleo, erano sempre incontri pubblici, ritiri spirituali, ci si salutava normalmente come se i nostri rapporti in passato fossero stati normali e basta. Nel giugno del 2000 lasciai il seminario.


Quali furono i tuoi passi successivi?
Continuavo ad aspettarmi qualche riscontro alla mia denuncia. Invece non succedeva niente. Allora chiesi un incontro con il vescovo che mi ricevette subito. Stranamente, perché quando eravamo in seminario, se gli chiedevamo udienza, dovevamo attendere a lungo. Il vescovo mi ascoltò e cadde dalle nuvole. Disse che nessuno mai l'aveva informato di quanto era avvenuto. Io gli confidai la mia paura che don Puleo potesse continuare a fare del male ad altri ragazzi. Aggiunsi anche che il sacerdote andava aiutato perché la pedofilia è una malattia. "Cerchi di fare qualcosa", insistetti, "lei è il padre spirituale di tutti i sacerdoti". Era anche la massima autorità cui io potessi rivolgermi. Il vescovo mi assicurò che ci avrebbe pensato lui e che dovevo stare tranquillo. Mi licenziò regalandomi un libro. Da allora non ho avuto più notizie dal vescovo, non ho più avuto a che fare con lui. Invece il giorno successivo ebbi notizie da don Puleo, perché si precipitò a casa mia e mi rimproverò aspramente perché gli avevo fatto perdere la fiducia del vescovo.


Dunque il vescovo, in seguito al colloquio con te, l'aveva chiamato?
Sì. Mi disse che il vescovo lo aveva mandato a chiedermi scusa se mi aveva provocato dei turbamenti.


Come si è arrivati alla denuncia davanti all'autorità giudiziaria?
Qualche giorno dopo parlai con il mio parroco, don Giuseppe Veneziano, che tra l'altro era stato suo rettore quando don Puleo era in seminario. Si meravigliò del mio racconto, sia perché don Puleo era stimato in diocesi, sia perché il vescovo non gliene aveva fatto parola. Successivamente mi chiamò per dirmi che aveva parlato col vescovo. "Questa storia con don Puleo è acqua passata, ormai sono anni che è successa, tu stai tranquillo, fatti la tua vita, chiudiamola qui". Intanto però don Puleo continuava a fare il parroco. Era nella parrocchia del Villaggio Giordano, a Palma di Montechiaro.


Neanche un'ammonizione al prete?
Non so che dire. Però, a seguito di non so quali vicende, due anni fa, è stato spostato e gli è stata affidata un'altra parrocchia: non è più a Palma di Montechiaro ma in un piccolo paesino nei dintorni di Agrigento, Sant'Anna.


A causa di altre vicende di pedofilia?
Beh, tre di questi ragazzi sono di Palma di Montechiaro. Qualcuno avrà saputo qualcosa… Ma non posso dirlo con certezza.


Don Gaetano Montana è ancora al suo posto?
Sì, continua a fare il rettore del seminario arcivescovile. Mi chiedo come sia possibile. Altri ragazzi possono passare le stesse mie disavventure e nessuno li difenderà. Dico questo perché, riguardo a don Gaetano, devo aggiungere una cosa. Non avendo raggiunto alcun risultato con i miei colloqui, ho parlato con i miei genitori, i quali hanno contattato un avvocato. Questi, prima di fare l'esposto alla magistratura (presentato poi nella primavera del 2001), ha voluto incontrare il vescovo per capire come mai la massima autorità non avesse preso alcun provvedimento. Il vescovo rispose che lui era super partes, che bisognava prendersela con il prete e che comunque il polverone che sarebbe seguito allo scandalo non conveniva a nessuno.


Dopo la presentazione dell'esposto cos'è successo?
Parlai con il Sostituto Procuratore che chiamò tutte le persone che io avevo citato.


Facesti anche il nome del vescovo fra le persone informate dei fatti?
Sì, e furono chiamate. Ma non so se fu chiamato anche il vescovo. Fui messo a confronto con il parroco, don Giuseppe Veneziano, e con il rettore, don Gaetano Montana. Il parroco inizialmente negò che gli avevo parlato degli abusi subiti. Poi, caduto in contraddizione, si è trincerato dietro il segreto confessionale. Cosa che non sta in piedi: io non mi ero confidato con lui in confessione. Il rettore non negò, anche se disse che non ricordava bene quando gli avevo parlato della mia storia. Alla domanda: "come mai non parlò con il vescovo?", rispose che era preso da altre cose, c'era da ristrutturare il seminario, e siccome il ragazzo, cioè io, sembrava abbastanza tranquillo, tutta la faccenda si poteva rimandare. Lui parlò con il vescovo quando questi, in seguito al nostro colloquio, lo interpellò.


Qualche giorno fa, il 7 luglio, don Puleo è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione. Finisce qui o farai ulteriori mosse?
Intendo intentare una causa civile contro le persone che hanno un ruolo di responsabilità in situazioni del genere. Certamente il rettore del seminario, ma tanto più il vescovo, il quale, pur non avendo responsabilità penale, è civilmente - e moralmente - responsabile. Avrebbe dovuto prendere provvedimenti che non ha preso. A me non risulta che il vescovo sia mai stato interrogato: attendo di prendere visione di tutti gli atti processuali per averne conferma.
Un'altra cosa che intendo fare, ed è il motivo per cui all'università sto studiando psicologia, è aiutare le persone che subiscono abusi. Per la qual cosa ho già fondato un'associazione, che deve diventare uno sportello di ascolto

fonte: Adista.


Associazione Prometeo Onlus

www.associazioneprometeo.org



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02/05/2007 16:50

Re: Re: era l'estate


Scritto da: Etrusco 27/02/2007 19.38


La Chiesa Cattolica è molto efficiente nel riuscire sempre ad insabbiare questi reati in cui è coinvolto il Clero Cattolico.
Ma riusciranno ad imporre questo Sacro Silenzio ancora a lungo?
Sembra che il nuovo Papa sia molto severo a riguardo e contrario a questi omertosi insabbiamenti....
Staremo a vedere [SM=x44499]





[SM=x44465] prima si dice che il cardinal Ratzinger aveva fatto di tutto per non far "trapelare" certi misfatti (la famosa dichiarazione per coprire i preti pedofili), ora invece sembra che papa Ratzinger sia contrario agli insabbiamenti... ma stiamo parlando della stessa persona? [SM=x44473]
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STAFF IPERCAFORUM



02/05/2007 17:41

Quello che mi ha sorpreso...
...è stata l'assenza dal dibattito in questione di molti degli ipercattolici che frequentano il forum. Costoro, sempre pronti a parlare per dogmi, evitano di confrontarsi con gli altri forumiti. Io mi rendo conto del fatto che non sono colpevoli in prima persona di reati semplicemente vomitevoli, e che non possono rispondere di delitti commessi da altri (oltre tutto, già passati in giudicato, con il colpevole che ha patteggiato), ma non possono negare che su atrocità di questo tipo la Santa Chiesa (Romana, Cattolica, Apostolica) ha sempre cercato di glissare e di negare anche le evidenze più...evidenti. Anche nel caso del ragazzo di Favara, sarebbe stato più decente tacere, invece si cerca di ammonire lui e le eventuali altre vittime di casi analoghi, che è meglio tacere. Cioè (mi si passi il riferimento goliardico) seguire "la legge di Bisenzio, ch'è pigliarlo nel culo e far silenzio".

[SM=x44490] [SM=x44490] [SM=x44490]

Giorgione

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Chi sa fa. Chi non sa insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa neanche dirigere è del tutto incompetente; può darsi alla politica.
Giorgione (credo, nonno del forum...)

Vecchietto, sì. Ma le belle fanciulle continuo ad apprezzarle, finchè dura la Grazia Divina...

Io sono un coglione... Continuo ad esserlo anche dopo che il cainano si è ritirato. Spero per sempre.
02/05/2007 17:55

Re: Quello che mi ha sorpreso...



Scritto da: giogio232323 02/05/2007 17.41
...è stata l'assenza dal dibattito in questione di molti degli ipercattolici che frequentano il forum. Costoro, sempre pronti a parlare per dogmi, evitano di confrontarsi con gli altri forumiti. Io mi rendo conto del fatto che non sono colpevoli in prima persona di reati semplicemente vomitevoli, e che non possono rispondere di delitti commessi da altri (oltre tutto, già passati in giudicato, con il colpevole che ha patteggiato), ma non possono negare che su atrocità di questo tipo la Santa Chiesa (Romana, Cattolica, Apostolica) ha sempre cercato di glissare e di negare anche le evidenze più...evidenti. Anche nel caso del ragazzo di Favara, sarebbe stato più decente tacere, invece si cerca di ammonire lui e le eventuali altre vittime di casi analoghi, che è meglio tacere. Cioè (mi si passi il riferimento goliardico) seguire "la legge di Bisenzio, ch'è pigliarlo nel culo e far silenzio".

[SM=x44490] [SM=x44490] [SM=x44490]

Giorgione





Non mi risulta che ci siano ipercattolici nell'Iper (l'unico che c'era è stato bannato [SM=x44464] )... per il resto ti do ragione, anzi, l'ultima polemica è proprio di oggi:

"E' terrorismo l'attacco al Papa"
1°maggio,denuncia Osservatore Romano
Sono "terrorismo" i "vili attacchi" contro il Papa fatti durante la manifestazione del 1° maggio ripresa in diretta Tv. L'Osservatore Romano in un editoriale condanna duramente "l'insulso comizio durante il concerto. Anche questo è terrorismo - scrive il quotidiano -. E' terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. E' terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell'amore".

"E' vile e terroristico - stigmatizza ancora l'organo della Santa Sede - lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile. Ed usando argomenti risibili, manifestando la solita sconcertante ignoranza sui temi nei quali si pretende di intervenire pur facendo tutt'altro mestiere".

Le parole del 'conduttore' - ammonisce il quotidiano vaticano riferendosi ad Andrea Rivera - forse sono solo espressione di una sconcertante superficialità. Ma la loro pericolosità non è altrettanto superficiale. Sono di queste ore gli attacchi e le minacce, pesanti, rivolte al presidente della Cei, l'arcivescovo Angelo Bagnasco, cui è arrivata l'apprezzata solidarietà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si sta battendo con coraggio anche sul tema degli incidenti sul lavoro. Sono di queste ore anche gli slogan nei cortei inneggianti ai terroristi, i messaggi che appaiono su internet, provenienti da 'br' in carcere - prosegue l'Osservatore Romano - un'offensiva che cerca di trovare terreno fertile nell'odio anticlericale. Un odio purtroppo coscientemente alimentato da chi fa del laicismo la sua sola ragione d'essere, per convenienza politica. Lo dimostrano le interpretazioni capziose di discorsi fatti dallo stesso Presidente della Cei, discorsi condotti sempre, come si diceva, in nome dell'amore, in difesa del bene dell'uomo, ragionamenti articolati e argomentati, rivolti a chi ha l'onestà di ascoltarli".

Eppure qualcuno li ha forzati - conclude l'Osservatore Romano - per aprire una 'guerra' strisciante, una nuova stagione della tensione, dalla quale trae ispirazione chi cerca motivi per tornare ad impugnare le armi, per rivitalizzare organizzazioni che hanno perso su tutti i fronti, primo fra tutti quello della storia. Anacronismi. Come quella presenza sul palco a san Giovanni. Un residuato in mezzo a tanti giovani".

Sull'argomento continuano le polemiche anche nel mondo politico. "Le farneticanti parole espresse da Andrea Rivera, uno dei conduttori della manifestazione del primo maggio a San Giovanni, di fatto buttano altra benzina sul fuoco della pericolosa polemica contro la libertà di espressione dei credenti e in particolare del clero cattolico italiano", afferma il capogruppo dell'Udeur alla Camera, Mauro Fabris. Ora mi auguro che i sindacati vorranno condannare, come è nella loro tradizione di rispetto per ogni cultura e ogni religione, le parole di sarcasmo e di incitamento all'odio di Andrea Rivera" sottolinea Fabris.

Di parere opposto invece il capogruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena, secondo cui: "L'Osservatore Romano sta veramente esagerando. Tacciare di terrorismo, un'accusa gravissima, la battuta di un comico, significa aver perso completamente il senso delle proporzioni". "Se si arriva al punto di cercare di intimidire i comici, gli uomini e le donne di spettacolo, che hanno riconosciuto universalmente il diritto alla satira e alla presa in giro di chiunque, Papa compreso, siamo veramente a un livello pericoloso di intolleranza", ha concluso Russo Spena.

www.tgcom.it

Che poi non capisco cosa abbia detto sto tizio di "farneticante": ha solo (per quello che ho sentito io) espresso la sua riprovazione verso una Chiesa che nega i funerali religiosi al povero Welby e poi li concede a Pinochet e compari [SM=x44465] non so se abbia aggiunto altro, ma su questo nessuno può dargli torto, credo [SM=x44467]

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PippyZzetta
02/05/2007 20:15

certo che:
- dopo l'11 settembre
- dopo l'11 marzo
- dopo il 7 luglio
- dopo nassyria
- dopo qualsiasi altro posto del medio roiente o del sud est asiatico vi venga in mente

parlare di "terrorismo" è irresponsabile e superficiale.
io lo trovo francamente inaccettabile

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02/05/2007 20:41

Re: Re: Quello che mi ha sorpreso...

Scritto da: Nikki72 02/05/2007 17.55






Non mi risulta che ci siano ipercattolici nell'Iper (l'unico che c'era è stato bannato [SM=x44464] )... per il resto ti do ragione, anzi, l'ultima polemica è proprio di oggi:

[



infatti.

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F=mv (Aristotele)

Egon: "Mai incrociare i flussi"
Peter: "Perché?"
Egon: "Sarebbe male"
Peter: "Faccio sempre confusione tra il bene e il male, che intendi per male?"
Egon: "Immagina che la vita come tu la conosci si fermi istantaneamente e ogni molecola del tuo corpo esploda alla velocità della luce"
Ray: "Inversione protonica totale"
Peter: " E quello è male... Ok è un importante ragguaglio, grazie Egon"

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02/05/2007 20:47

E in ogni caso, troppo spesso parte la caccia al pedofilo senza che ci siano prove. a mio personale giudizio, tutto il caso Rignano fa acqua da tutte le parti. più di una volta la gogna mediatica si è risolta con un arrossamento da pannolino.

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03/05/2007 12:38

Lostin, per piacere...
...parlare di prove mi pare superfluo, dopo che c'è stato un patteggiamento di pena chiesto dal colpevole, e di conseguenza una condanna definitiva. Per quanto riguarda gli ipercattolici, ignoro chi sia stato bannato, ma in ogni caso ricordo che sono stati diversi ad intervenire dicendo che era falso parlare della Chiesa che tendeva a stendere cortine fumogene sui crimini di pedofilia ammantati dalla veste talare.
Cara Nikki, non parlavo certo di te, che sei stata sempre moderata e duttile nei tuoi interventi. Con alcuni dei quali posso non essere stato d'accordo (ci mancherebbe, tutti d'accordo! Sai che noia?), ma senza che venisse mai meno la mia stima nei tuoi confronti.

[SM=x44462]

Giorgione

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Chi sa fa. Chi non sa insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa neanche dirigere è del tutto incompetente; può darsi alla politica.
Giorgione (credo, nonno del forum...)

Vecchietto, sì. Ma le belle fanciulle continuo ad apprezzarle, finchè dura la Grazia Divina...

Io sono un coglione... Continuo ad esserlo anche dopo che il cainano si è ritirato. Spero per sempre.
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03/05/2007 14:36

Re: lostin, per piacere...

Scritto da: giogio232323 03/05/2007 12.38
...parlare di prove mi pare superfluo, dopo che c'è stato un patteggiamento di pena chiesto dal colpevole, e di conseguenza una condanna definitiva. Per quanto riguarda gli ipercattolici, ignoro chi sia stato bannato, ma in ogni caso ricordo che sono stati diversi ad intervenire dicendo che era falso parlare della Chiesa che tendeva a stendere cortine fumogene sui crimini di pedofilia ammantati dalla veste talare.
Cara Nikki, non parlavo certo di te, che sei stata sempre moderata e duttile nei tuoi interventi. Con alcuni dei quali posso non essere stato d'accordo (ci mancherebbe, tutti d'accordo! Sai che noia?), ma senza che venisse mai meno la mia stima nei tuoi confronti.

[SM=x44462]

Giorgione



Errore mio: pensavo di aver postato sul thread di Rignano, i due dibattiti sono molto simili [SM=x44462]
In ogni caso il mio discorso aveva valenza generale, intendevo parlare della media dei casi, non certo di un caso dove c'è stato il patteggiamento.
Quanto alle cortine fumogene, trovo la faccenda un po' oscura. Non riesco a capire quale sia il vantaggio del vaticano a mantenere questa linea invece di fare pulizia, se pulizia si deve fare. (please non rispondete con cose del tipo "poi non ne rimane neanche uno di prete")
ps
lostin si scrive minuscolo.

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Peter: " E quello è male... Ok è un importante ragguaglio, grazie Egon"

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04/05/2007 12:55

Neanche io, caro lostin,
riesco a capire quale potrebbe essere il vantaggio di tacere e nascondere, anziché fare pulizia. Però è quello che accade. Diversamente non riesco a spiegarmi la richiesta di un risarcimento alla vittima della pedofilia (riconosciuta, provata e ammessa, come abbiamo convenuto). Non voglio "seminare scumazza", per cui mi astengo assolutamente dall'estendere la discussione ai vescovi americani sorpresi e sospesi (solo?) in flagrante pedofilia (mi pare che la notizia sia comparsa anche qui, sul forum). Quello che mi interessa non è tanto il numero dei casi (chi lo sa quanti casi rimasti ignoti ci sono in giro, non necessariamente con colpevoli in tonaca), bensì l'atteggiamento persecutorio della Chiesa, appunto nei confronti della vittima. Perché, secondo me, possono esserci tanti colpevoli, noti o meno, e non si può pretendere che la Chiesa vada a sparare al singolo pidocchio. Ma, in un caso acclarato come quello di cui abbiamo discusso, il minimo della decenza sarebbe stato come minimo rifondere alla vittima le spese per le cure psichiatriche, o un qualche aiuto di diverso genere. Tutto, insomma, tranne la persecuzione. Questa non riesco assolutamente a digerirla, né tanto meno a conciliarla con l'immagine d'amore che la Chiesa vorrebbe trasmettere.

Giorgione

[SM=x44492]

[Modificato da giogio232323 04/05/2007 12.57]

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Re: Neanche io, caro lostin,

Scritto da: giogio232323 04/05/2007 12.55
riesco a capire quale potrebbe essere il vantaggio di tacere e nascondere, anziché fare pulizia.
Però è quello che accade. Diversamente non riesco a spiegarmi la richiesta di un risarcimento alla vittima della pedofilia (riconosciuta, provata e ammessa,
come abbiamo convenuto).
Non voglio "seminare scumazza", per cui mi astengo assolutamente dall'estendere la discussione ai vescovi americani sorpresi e sospesi (solo?) in flagrante pedofilia (mi pare che la notizia sia comparsa anche qui, sul forum).
Quello che mi interessa non è tanto il numero dei casi (chi lo sa quanti casi rimasti ignoti ci sono in giro, non necessariamente con colpevoli in tonaca),
bensì l'atteggiamento persecutorio della Chiesa, appunto nei confronti della vittima.
Perché, secondo me, possono esserci tanti colpevoli, noti o meno, e non si può pretendere che la Chiesa vada a sparare al singolo pidocchio.
Ma, in un caso acclarato come quello di cui abbiamo discusso,
il minimo della decenza sarebbe stato come minimo rifondere alla vittima le spese per le cure psichiatriche, o un qualche aiuto di diverso genere. Tutto, insomma, tranne la persecuzione.
Questa non riesco assolutamente a digerirla,
né tanto meno a conciliarla con l'immagine d'amore che la Chiesa vorrebbe trasmettere.

Giorgione

[SM=x44492]



Concordo con te, Giorgione [SM=x44462]

Però devo fare una precisazione: per fortuna queste connivenze omertose riguardano solo una parte delle alte gerarchie ecclesiastiche:
la Chiesa Cattolica per fortuna è costituita per la stragrande maggioranza anche da quei fedeli che seguono l'originario messaggio d'amore cristiano e lo mettono persino in pratica! (Incredibile, ma vero!) [SM=x44461]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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04/05/2007 22:35

Re: Re: Neanche io, caro lostin,

Scritto da: Etrusco 04/05/2007 22.20


Concordo con te, Giorgione [SM=x44462]

Però devo fare una precisazione: per fortuna queste connivenze omertose riguardano solo una parte delle alte gerarchie ecclesiastiche:
la Chiesa Cattolica per fortuna è costituita per la stragrande maggioranza anche da quei fedeli che seguono l'originario messaggio d'amore cristiano e lo mettono persino in pratica! (Incredibile, ma vero!) [SM=x44461]



Ottimista!! [SM=x44455]
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Family Day: sabato 12 maggio 2007

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12/05/2007 19:09


Questa vignetta, comparsa sulla prima pagina del Manifesto, ha indotto Silvio Berlusconi (sempre sia lodato) a scendere in piazza a manifestare per il Family Day.
Lo ha spiegato lo stesso Cavaliere, non risparmiando critiche a [SM=x44493] Vauro, l'autore della vignetta:
«Questa vignetta - ha sottolineato Berlusconi - mi ha fatto decidere di venire a portare la mia testimonianza perché è una cosa indegna».

Ironica la replica di Vauro:
«Sono contento di aver contribuito al Family Day e che Berlusconi, mica uno qualunque, ha maturato la decisione di recarsi alla manifestazione dopo aver visto la mia vignetta.
Solo per questo potrei chiedere duecento anni di indulgenza plenaria...».


[SM=x44456]

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