Shsst! il Silenzio è Sacro

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16/07/2007 14:27






IL MESSAGGERO  A fondo pagina: Preti pedofili, maxi risarcimento.



LUNITA  A centro pagina: Preti pedofili, la Chiesa Usa risarcisce 500 vittime di abusi.



LA REPUBBLICA  In alto: Pedofilia, ecco la Rete degli orchi.


www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchie...




Pedofilia: Usa, Arcidiocesi LA paghera' 600 mlioni di dollari per ... Corriere della Sera




Preti pedofili, diocesi Usa
paga 485 milioni di euro


www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=192994

di Andrea Tornielli - lunedì 16 luglio 2007
, 09:00




È un risarcimento da capogiro,
ben 660 milioni di dollari (485 milioni di euro), che creerà non pochi problemi alla diocesi di Los Angeles,
e rappresenta un precedente da guinness dei primati
nella dolorosa vicenda dei sacerdoti accusati di pedofilia negli Usa:
sarà sottoscritto oggi il patteggiamento extragiudiziario che annullerà una quindicina di processi civili
che dovevano approdare in tribunale e prendere in esame accuse per
reati di pedofilia e molestie sessuali commessi da preti, frati e personale laico delle parrocchie
della città del cinema in un arco di tempo di settantanni.


La diocesi guidata dal cardinale Roger Mahoney ha quindi deciso di pagare, risarcendo 508 vittime di molestie sessuali, molte delle quali avvenute molti anni fa (sono stati segnalati infatti casi risalenti agli anni precedenti la seconda guerra mondiale).
Lintesa pone fine a tutte le azioni legali nei confronti della arcidiocesi, la più popolosa di tutti gli Stati Uniti.
Comè noto, in America la legislazione prevede che nel caso di reati di questo genere, a rispondere non sia soltanto la persona accusata  così accade ad esempio in Italia  ma anche la Chiesa nella quale il responsabile delle molestie presta servizio.
Dopo lo scandalo scoppiato a Boston cinque anni fa, che aveva portato alla rinuncia del cardinale Bernard Law, e a un deciso giro di vite da parte delle autorità vaticane, diverse diocesi statunitensi hanno rischiato la bancarotta.
Stamane si sarebbe dovuta celebrare la prima delle quindici cause intentate alla Chiesa di Los Angeles, che ha fatto ogni sforzo per chiudere la maratona legale prima di arrivare in aula:
larcidiocesi sarebbe infatti andata incontro a danni punitivi e alla possibilità che lo stesso arcivescovo, il cardinale Roger Mahoney, fosse chiamato sul banco dei testimoni a rispondere sul perché di fronte a certi casi i soggetti coinvolti non siano stati tempestivamente messi in condizione di non nuocere.


Altri 114 milioni di dollari erano stati promessi dalla Chiesa di Los Angeles in accordi precedenti,
portando a un totale di 774 milioni di dollari il totale che la diocesi californiana deve reperire e sborsare.
Le azioni legali per gli abusi sessuali del clero sono già costati alla Chiesa cattolica americana la cifra astronomica di 1,5 miliardi di dollari.

Lavvocato della diocesi, Michael Henningham, ha detto che parte dei fondi verranno da ordini religiosi e da assicurazioni:
«Le parrocchie non verranno toccate, le attività della Chiesa subiranno un impatto, ma non ci sarà una paralisi».
A ciascuna vittima andranno 1,3 milioni di dollari.
Alcuni casi affondano nella notte dei tempi, ma è stato possibile rivolgere lo stesso le accuse perché lo stato della California nel 2002 aveva approvato una legge che creava una finestra di un anno durante la quale potevano essere presentate denunce senza limiti retroattivi di tempo.

Negli Usa esistono studi di avvocati specializzati in questo tipo di denunce, che accorrono ad ogni segnalazione, e ha fatto scalpore, qualche tempo fa, una pubblicità che recitava:
«Se vuoi guadagnare un milione, manda tuo figlio in parrocchia per qualche tempo e poi vieni da noi».
«Spero che sia il momento conclusivo di un capitolo molto triste nella storia recente della Chiesa americana
 ha detto al Giornale il vescovo Rino Fisichella, rettore della Pontificia università Lateranense 
dal quale emerge che pur non essendo certo lunica ad essere coinvolta, la Chiesa cattolica è stata capace di fare un serio esame di coscienza affrontando in modo approfondito il problema.
Non dobbiamo però mai dimenticare, a fronte di questi casi dolorosi, la stragrande maggioranza di preti, di religiosi e religiose, di laici che sacrificano la loro vita nel servizio agli altri».






PEDOFILIA: DON DI NOTO SCRIVE AI VESCOVI E AL CLERO

www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2367578.html?ref...



"Coraggio e testimonianza contro i preti pedofili".
"Venite e amate i piccoli e i deboli"

e' il titolo della "Lettera che nasce dall'amore verso la Chiesa", scritta da don Fortunato Di Noto, parroco siciliano e fondatore dell'Associazione Meter
- e pubblicata oggi in esclusiva (dedicando una pagina intera) dal quotidiano dei vescovi Avvenire
e che affronta il triste fenomeno "preti e pedofilia"
e che "chiede una scelta di coraggio e forte testimonianza" ai vescovi e ai sacerdoti.

Una Lettera, scrive don Di Noto, che vuole sollecitare "ad affrontare diversamente la questione della pedofilia quando e' coinvolto un sacerdote
con la consapevolezza che questi episodi non possono infangare l'intera azione della Chiesa".
Numerose le adesioni, Radio Vaticana oggi trasmettera' una intervista esclusiva a don Fortunato e gia' dei sacerdoti hanno fatto pervenire la loro adesione e solidarieta' da Palermo, Padova ed altre citta'.
Una Lettera, pubblicata sul quotidiano dei Vescovi che chiede "gesti forti anche in nome delle vittime dimenticate"; i preti che hanno abusato "sarebbe meglio lasciassero il ministero", ribadisce don Di Noto.
"Non e' una protesta, ne' tantomeno una denuncia - ci tiene a sottolineare don Di Noto -, bensi' e' il frutto della sollecitazione che ricevo dai numerosi messaggi che giungono a me e alla associazione".
"Spero che la lettera - conclude don Fortunato Di Noto, possa essere spunto per una riflessione collettiva, che susciti dibattito e trovi risposte adeguate al fenomeno
in modo da non doversi sentir dire un giorno da parte di un bambino abusato:
Tu non eri dalla mia parte".




[Modificato da Etrusco 18/01/2008 17:12]

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16/07/2007 18:05

UNA PENITENZA DA 660 MILIONI DI DOLLARI

 QUESTA LA CIFRA CHE LA CHIESA DI LOS ANGELES DOVRÀ PAGARE PER RISARCIRE LE 508 VITTIME RICONOSCIUTE DEI PRETI PEDOFILI

 PREVISTA ANCHE LA DIVULGAZIONE DI ALCUNI DOSSIER SULLO SCANDALO&



1 - UNA PENITENZA DA 660 MILIONI DI DOLLARI
Ennio Caretto per il Corriere della Sera


È il massimo risarcimento concordato (o imposto) dalla giustizia americana nello scandalo dei preti pedofili, esploso 5 anni fa:
le 508 vittime riceveranno 660 milioni di dollari, un milione e 300 mila dollari circa a testa.
Li verserà l'arcidiocesi di Los Angeles
, se l'accordo stipulato dalle parti l'altro ieri verrà avallato dal tribunale, dove domani incominceranno le udienze davanti al giudice Haley Fromholz.

Questo processo non chiuderà il drammatico capitolo degli abusi sessuali dei sacerdoti cattolici negli Stati Uniti:
da qui a gennaio, se ne apriranno altri in altre diocesi.
Ma segnerà una svolta cruciale perché  stando all'accordo 
il cardinale di Los Angeles, Roger Mahony, dovrà rendere pubblici alcuni dossier riservati sulla tragedia.
Si sa che numerosi preti vennero trasferiti in altre città o Stati e vi commisero nuovi reati
e lo scandalo potrebbe ancora ingigantirsi.

Lo stesso cardinale si è scusato pubblicamente con le vittime delle molestie:
«Non c'è modo di ridar loro l'innocenza che gli è stata tolta. Non doveva accadere e non accadrà più».

L'accordo è stato annunciato dall'avvocato delle vittime Raymond Boucher, e confermato dal legale dell'arcidiocesi Michael Hennigan. Boucher, che rappresenta 242 violentati, ha dichiarato che se non fosse stato raggiunto «l'arcidiocesi avrebbe pagato un prezzo molto più alto», ma ha elogiato il cardinale Mahony per la disponibilità a gettare luce sulla dolorosa vicenda. Hennigan ha sostenuto che «si è finalmente fatta chiarezza, e la Chiesa potrà adesso riprendere la sua missione».

Ma i due avvocati non hanno escluso colpi di scena al processo:
i sacerdoti colpevoli potrebbero tentare di bloccare la pubblicazione dei dossier, alcune delle vittime potrebbero rifiutare l'accordo, e il giudice Fromholz potrebbe chiederne una modifica.

Secondo i due legali, il pagamento dei 660 milioni verrà eseguito in parte dall'arcidiocesi, in parte dalle assicurazioni e in parte da una trentina di ordini e di parrocchie.
L'arcidiocesi, una delle più ricche d'America, verserà 250 milioni di dollari:
per farlo, venderà un grattacielo nel cuore di Los Angeles, Wiltshire avenue, la grande arteria verso Santa Monica, e immobili e terreni alla periferia.

Non dovrebbe risentirne molto:
il Los Angeles Times, che ha svolto un'inchiesta sui beni e le finanze della Chiesa californiana, ritiene che abbia un «tesoro» di almeno 4 miliardi di dollari.

Altre cinque diocesi, tra le più povere, sono invece finite in dissesto a causa dello scandalo: San Diego in California, Tucson in Arizona, Portland nell'Oregon, Davenport nello Iowa e Spokane nello Stato di Washington.

Negli Usa l'accordo ha fatto rumore per l'entità della somma e per la trasparenza della Chiesa, cui molti dubitavano. David Clohessy, il direttore della Associazione delle vittime dei preti pedofili («Survivors network of people abused by priests»), ha affermato che «tutti i cattolici ci debbono essere grati, perché senza il coraggio dei nostri membri decine di predatori dell'infanzia rimarrebbero ancora nascosti e non sapremmo nulla dei loro protettori».



(Mons. Rino Fisichella - Foto U.Pizzi)


2 - FISICHELLA: LA CHIESA SA RICONOSCERE GLI SBAGLI
(Apcom) -
La notizia è che la diocesi di Los Angeles verserà 660 milioni di dollari come risarcimento alle vittime di pedofilia, per atti compiuti dal suo clero.
Monsignor Rino Fisichella, in una intervista al Corriere della sera, spiega:
"Siamo davanti ad una pagina molto triste nella storia della Chiesa, una pagina che più volte Benedetto XVI ha voluto ripercorrere invitando tutti ad una seria presa di coscienza".

"Il fatto che atti di pedofilia abbiano coinvolto sacerdoti non può che fare esprimere una profonda solidarietà nei confronti delle vittime, non solo per il dolore procurato, ma anche per il profondo disagio psicologico che ne è derivato - continua Fisichella - E aggiungo, anche per la sfiducia nei confronti dell'opera porta avanti dal clero e dall'episcopato".
Non va dimenticato che:
"attentare all'innocenza dei bambini è qualcosa di gravissimo,
stigmatizzto con una violenza inaudita dallo stesso Gesù,
come viene riportato nel Vangelo secondo Matteo".

Monsignor Fisichella sottolinea:
"C'è da applaudire la Chiesa americana per il coraggio che ha avuto di voltare pagina in modo netto.
Quando si ha il coraggio di riconoscere gli sbagli."



Dagospia 16 Luglio 2007
213.215.144.81/public_html/articolo_index_33187.html

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16/07/2007 22:10

Re:
Etrusco, 16/07/2007 14.27:

IL MESSAGGERO  A fondo pagina: Preti pedofili, maxi risarcimento.



LUNITA  A centro pagina: Preti pedofili, la Chiesa Usa risarcisce 500 vittime di abusi.



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Pedofilia: Usa, Arcidiocesi LA paghera' 600 mlioni di dollari per ... Corriere della Sera




Preti pedofili, diocesi Usa
paga 485 milioni di euro


www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=192994

di Andrea Tornielli - lunedì 16 luglio 2007
, 09:00




È un risarcimento da capogiro,
ben 660 milioni di dollari (485 milioni di euro), che creerà non pochi problemi alla diocesi di Los Angeles,
e rappresenta un precedente da guinness dei primati
nella dolorosa vicenda dei sacerdoti accusati di pedofilia negli Usa:
sarà sottoscritto oggi il patteggiamento extragiudiziario che annullerà una quindicina di processi civili
che dovevano approdare in tribunale e prendere in esame accuse per
reati di pedofilia e molestie sessuali commessi da preti, frati e personale laico delle parrocchie
della città del cinema in un arco di tempo di settantanni.


La diocesi guidata dal cardinale Roger Mahoney ha quindi deciso di pagare, risarcendo 508 vittime di molestie sessuali, molte delle quali avvenute molti anni fa (sono stati segnalati infatti casi risalenti agli anni precedenti la seconda guerra mondiale).
Lintesa pone fine a tutte le azioni legali nei confronti della arcidiocesi, la più popolosa di tutti gli Stati Uniti.
Comè noto, in America la legislazione prevede che nel caso di reati di questo genere, a rispondere non sia soltanto la persona accusata  così accade ad esempio in Italia  ma anche la Chiesa nella quale il responsabile delle molestie presta servizio.
Dopo lo scandalo scoppiato a Boston cinque anni fa, che aveva portato alla rinuncia del cardinale Bernard Law, e a un deciso giro di vite da parte delle autorità vaticane, diverse diocesi statunitensi hanno rischiato la bancarotta.
Stamane si sarebbe dovuta celebrare la prima delle quindici cause intentate alla Chiesa di Los Angeles, che ha fatto ogni sforzo per chiudere la maratona legale prima di arrivare in aula:
larcidiocesi sarebbe infatti andata incontro a danni punitivi e alla possibilità che lo stesso arcivescovo, il cardinale Roger Mahoney, fosse chiamato sul banco dei testimoni a rispondere sul perché di fronte a certi casi i soggetti coinvolti non siano stati tempestivamente messi in condizione di non nuocere.


Altri 114 milioni di dollari erano stati promessi dalla Chiesa di Los Angeles in accordi precedenti,
portando a un totale di 774 milioni di dollari il totale che la diocesi californiana deve reperire e sborsare.
Le azioni legali per gli abusi sessuali del clero sono già costati alla Chiesa cattolica americana la cifra astronomica di 1,5 miliardi di dollari.

Lavvocato della diocesi, Michael Henningham, ha detto che parte dei fondi verranno da ordini religiosi e da assicurazioni:
«Le parrocchie non verranno toccate, le attività della Chiesa subiranno un impatto, ma non ci sarà una paralisi».
A ciascuna vittima andranno 1,3 milioni di dollari.
Alcuni casi affondano nella notte dei tempi, ma è stato possibile rivolgere lo stesso le accuse perché lo stato della California nel 2002 aveva approvato una legge che creava una finestra di un anno durante la quale potevano essere presentate denunce senza limiti retroattivi di tempo.

Negli Usa esistono studi di avvocati specializzati in questo tipo di denunce, che accorrono ad ogni segnalazione, e ha fatto scalpore, qualche tempo fa, una pubblicità che recitava:
«Se vuoi guadagnare un milione, manda tuo figlio in parrocchia per qualche tempo e poi vieni da noi».
«Spero che sia il momento conclusivo di un capitolo molto triste nella storia recente della Chiesa americana
 ha detto al Giornale il vescovo Rino Fisichella, rettore della Pontificia università Lateranense 
dal quale emerge che pur non essendo certo lunica ad essere coinvolta, la Chiesa cattolica è stata capace di fare un serio esame di coscienza affrontando in modo approfondito il problema.
Non dobbiamo però mai dimenticare, a fronte di questi casi dolorosi, la stragrande maggioranza di preti, di religiosi e religiose, di laici che sacrificano la loro vita nel servizio agli altri».






PEDOFILIA: DON DI NOTO SCRIVE AI VESCOVI E AL CLERO

www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2367578.html?ref...



"Coraggio e testimonianza contro i preti pedofili".
"Venite e amate i piccoli e i deboli"

e' il titolo della "Lettera che nasce dall'amore verso la Chiesa", scritta da don Fortunato Di Noto, parroco siciliano e fondatore dell'Associazione Meter
- e pubblicata oggi in esclusiva (dedicando una pagina intera) dal quotidiano dei vescovi Avvenire
e che affronta il triste fenomeno "preti e pedofilia"
e che "chiede una scelta di coraggio e forte testimonianza" ai vescovi e ai sacerdoti.

Una Lettera, scrive don Di Noto, che vuole sollecitare "ad affrontare diversamente la questione della pedofilia quando e' coinvolto un sacerdote
con la consapevolezza che questi episodi non possono infangare l'intera azione della Chiesa".
Numerose le adesioni, Radio Vaticana oggi trasmettera' una intervista esclusiva a don Fortunato e gia' dei sacerdoti hanno fatto pervenire la loro adesione e solidarieta' da Palermo, Padova ed altre citta'.
Una Lettera, pubblicata sul quotidiano dei Vescovi che chiede "gesti forti anche in nome delle vittime dimenticate"; i preti che hanno abusato "sarebbe meglio lasciassero il ministero", ribadisce don Di Noto.
"Non e' una protesta, ne' tantomeno una denuncia - ci tiene a sottolineare don Di Noto -, bensi' e' il frutto della sollecitazione che ricevo dai numerosi messaggi che giungono a me e alla associazione".
"Spero che la lettera - conclude don Fortunato Di Noto, possa essere spunto per una riflessione collettiva, che susciti dibattito e trovi risposte adeguate al fenomeno
in modo da non doversi sentir dire un giorno da parte di un bambino abusato:
Tu non eri dalla mia parte".






Non ho trovato la notizia sull'Avvenire...
O poffarbacco, neanche sull'Osservatore Romano...
Che sia un disguido? [SM=x44473]
Ma non vi preoccupate: hanno entrambi la pubblicità per l'8X1000!!! [SM=x44459]


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Re: Re:
bekerovka, 16/07/2007 22.10:


Non ho trovato la notizia sull'Avvenire...
O poffarbacco, neanche sull'Osservatore Romano...
Che sia un disguido? [SM=x44473]
Ma non vi preoccupate: hanno entrambi la pubblicità per l'8X1000!!! [SM=x44459]






Non ti preoccupare,
l'importante è che capiscano ora meglio che i bambini non si devono offendere, altrimenti dovranno sborzare tanti bei soldini.

Almeno fuori dall'Italia saranno puniti severamente.
Poi si spera che prima o poi anche in Italia i preti pedofili siano incarcerati rapidamente e le vittime aiutate adeguatamente.

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16/07/2007 23:26

No, maaaaa... per accettare un'ammenda di 600 milioni di dollari ed evitare il processo...

Cosa sarebbe divenuto di pubblico dominio al processo? [SM=x44473]


E ricordatevelo, quando destinate l'8 per mille...

Anzi, ricordatevi pure che le vacanze del Pastore Tedesco st'anno costano 1 milione di euro. Indovinate quanti bambini africani muoiono di fame con l'8 per mille che non gli è arrivato nel frattempo [SM=x44459]
















Che gran schifo! [SM=x44504]

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Re:
Leonessa73, 16/07/2007 23.26:

No, maaaaa... per accettare un'ammenda di 600 milioni di dollari ed evitare il processo...

Cosa sarebbe divenuto di pubblico dominio al processo? [SM=x44473]


E ricordatevelo, quando destinate l'8 per mille...





Infatti si intuisce tra le righe:


la Chiesa di Los Angeles, che ha fatto ogni sforzo per chiudere la maratona legale prima di arrivare in aula:
l arcidiocesi sarebbe infatti andata incontro a danni punitivi e al rischio che lo stesso arcivescovo, il cardinale Roger Mahoney, fosse chiamato sul banco dei testimoni a rispondere sul perché di fronte a certi casi i soggetti coinvolti non siano stati tempestivamente messi in condizione di non nuocere.


[SM=x44499]

Io l'8 X Mille ho deciso di destianarlo alla Chiesa Valdese (unica a destinarlo TUTTO in beneficenza documentando on line tutte le voci precise):
ogni altra scelta (Stato italiano, lasciare la voce in bianco, etc.) destinerebbe in % anche il mio 8 X Mille alla confessione religiosa che raccoglie più consensi.

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16/07/2007 23:44

Re: Re:
Etrusco, 16/07/2007 23.37:



Io l'8 X Mille ho deciso di destianarlo alla Chiesa Valdese (unica a destinarlo TUTTO in beneficenza documentando on line tutte le voci precise):
ogni altra scelta (Stato italiano, lasciare la voce in bianco, etc.) destinerebbe in % anche il mio 8 X Mille alla confessione religiosa che raccoglie più consensi.




Anche io [SM=x44462]

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Re: Re: Re:
Leonessa73, 16/07/2007 23.44:




Anche io [SM=x44462]




Ottima scelta! [SM=x44500]

Poi l'importante è far numero, non tanto quante tasse paghi... [SM=g51505]

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Re: Re:
Etrusco, 16/07/2007 23.37:







Io l'8 X Mille ho deciso di destianarlo alla Chiesa Valdese (unica a destinarlo TUTTO in beneficenza documentando on line tutte le voci precise):
ogni altra scelta (Stato italiano, lasciare la voce in bianco, etc.) destinerebbe in % anche il mio 8 X Mille alla confessione religiosa che raccoglie più consensi.




Siamo in tanti... [SM=x44462]
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18/07/2007 14:21

Dopo la pesante condanna inflitta alla Chiesa Cattolica per i gravi abusi di pedofilia (a ciascuna vittima spetta 1,5 Milioni di dollari di risarcimento, per un totale, finora, di 1,5 Miliardi)
tentiamo di difendere quel che rimane della credibilità vaticana.


mercoledì 18 luglio 2007
Massimo Introvigne: Gli ingrananggi bene oliati di rivendicazioni etiche

A proposito di risarcimenti miliardari
di Massimo Introvigne




dal sito del CESNUR


La transazione per lastronomica cifra di 660 milioni di dollari che ha chiuso una serie di cause civili contro lArcidiocesi di Los Angeles per casi di veri o presunti abusi sessuali compiuti da sacerdoti contro minorenni,
merita qualche commento che parta da una conoscenza realistica del sistema legale americano.
È anzitutto ipocrita parlare di 660 milioni versati alle vittime.
Una parte cospicua della somma è destinata a coprire le spese legali.
Inoltre, la maggioranza delle persone che hanno agito contro lArcidiocesi ha sottoscritto con i propri studi legali  di solito sempre gli stessi, ormai specializzati in questo tipo di cause  patti di quota lite (contingency), cioè accordi in virtù dei quali gli avvocati non si fanno pagare per rappresentare i clienti ma intascano poi in caso di transazione o di successo una percentuale importante (spesso il cinquanta per cento) di quanto al cliente spetta a titolo di risarcimento.
I patti di quota lite
 che il decreto Bersani ha introdotto anche in Italia, e contro i quali hanno a lungo protestato gli Ordini degli Avvocati 
sono per definizione segreti e si prestano a evidenti abusi.
Ma è pressoché certo che almeno la metà, e forse ben di più, dei famosi 660 milioni sono finiti non alle vittime, ma nelle capaci casse di un piccolo numero di voraci avvocati.


È anche vero che le decisioni sulle transazioni in casi di richieste di risarcimento per abusi sessuali sono ormai prese non dalle istituzioni religiose attaccate  non tutte cattoliche, dal momento che richieste di danni miliardari hanno colpito anche protestanti, induisti ed ebrei 
ma dalle compagnie di assicurazione.
Queste ultime  in particolare una, indiscussa leader su questo mercato  assicurano le istituzioni religiose (e non solo) contro il rischio di pagare danni per casi di abuso sessuale anche verificatisi molti anni prima della stipula della polizza.
Le assicurazioni pagano una parte consistente di questi risarcimenti, ma gestiscono le transazioni e qualche volta preferiscono pagare senza discutere per poi alzare i premi, già tuttaltro che modesti, che ormai tutte le organizzazioni religiose, scolastiche e sportive degli Stati Uniti pagano per assicurarsi contro il rischio di catastrofi economiche che seguono accuse di abusi sessuali.

Lo schema  illustrato in una serie di studi fondamentali sul tema del sociologo Philip Jenkins  vede dunque in campo dal punto di vista economico
due attori principali che restano poco noti al pubblico:
le società di assicurazione,
che pagano una buona parte dei risarcimenti (e si rifanno alzando i premi),
e gli studi legali specializzati, che incassano il grosso delle somme.
Né le une né gli altri sono particolarmente interessati allaccertamento della verità.

Per questo, le somme astronomiche di cui si parla
 e si parlerà ancora, perché il caso di Boston su cui si sta ancora trattando non è molto più piccolo di quello di Los Angeles  in realtà ci dicono poco sulla questione dei preti pedofili, anche se sono utili a chi vuole attaccare la Chiesa con titoli sensazionali.
La realtà rimane quella descritta dal rapporto del John Jay College del 2004, il più autorevole studio sul tema che tutti citano ma pochi hanno letto.
In cinquantadue anni i preti americani accusati di pedofilia sono stati 958, quelli che hanno subito una condanna penale 53.
Troppi: anche un solo prete pedofilo è uno di troppo, e basta a giustificare la linea di tolleranza zero di Papa Benedetto XVI sul punto e le scuse del cardinale Mahony.
Ma i dati veri sono questi.

Fonte: Centro Culturale di Lugano


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18/07/2007 16:44

Cazzarola, Etrù, mettimi in contatto con questo scrittore, ché s'è scordato di menzionare Michael Jackson come precedente per dimostrare l'innocenza dei pedofili!!! [SM=x44518]

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Re:
Leonessa73, 18/07/2007 16.44:

Cazzarola, Etrù, mettimi in contatto con questo scrittore, ché s'è scordato di menzionare Michael Jackson come precedente per dimostrare l'innocenza dei pedofili!!! [SM=x44518]



[SM=x44456]

Comunque, questo stimatissimo e quotatissimo crociato dell'integralismo cattolico,
fa notare che un ruolo determinante in questo scandalo della pedofilia cattolica lo hanno giocato:
le Compagnie d'Assicurazione
e gli Studi Legali
interessati solo al vile denaro.

Ovviamente Introvigne lascia aperte molte, troppe falle dialettiche, ma il pubblico a cui si rivolge è un pubblico tranquillamente acritico che spesso si batte il petto all'unisono:
mai e poi mai potrebbero prenderlo in contropiede e fargli notare ad esempio che se dei 1000 preti accusati di pedofilia solo 50 sono stati condannati... è solo perchè gran parte di tutti gli altri hanno preferito risolvere il contenzioso in via stragiudiziale, con un patteggiamento conveniente ad entrambe le parti,
senza troppi clamori mediatici [SM=x44499]

Ovviamente ognuno è libero di interpretare la realtà come meglio preferisce, ma insomma... tutto purchè non si offenda l'intelligenza dei propri interlocutori [SM=x44494]

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27/07/2007 20:49

PRETE PEDOFILO, MA QUANTO MI COSTI?

- POLIZZE ASSICURATIVE. DISMISSIONI. DONAZIONI DEI FEDELI.
COSÌ I VESCOVI USA AFFRONTANO L'EMERGENZA DELLO SCANDALO

- 660 MLN PER RISARCIRE 508 VITTIME
– MA IL TOTALE SUPERA ORMAI I 2.4 MLD…


La strategia per uscire dalla crisi dei preti pedofili è ovunque la stessa:
trattare per anni sui risarcimenti,
evitare i processi pubblici,
e, quando è possibile, dichiarare lo stato di bancarotta per pagare il meno possibile…
[27-07-2007]



Enrico Pedemonte per “L’espresso” (ha collaborato Paolo Pontoniere)


Ma davvero la Chiesa Cattolica è assicurata contro i preti pedofili?

si domanda Jon Stewart strofinandosi gli occhi mentre legge la notizia di agenzia con il più perfido dei suoi sorrisi.
Stewart è il conduttore del 'Daily Show', mezz'ora di satira amata soprattutto dai giovani che va in onda ogni sera alle 11 e fa strame della politica Usa.
Oggi è il turno della Chiesa cattolica perché la diocesi di Los Angeles ha firmato un accordo impegnandosi a pagare 660 milioni di dollari per risarcire 508 vittime dei preti pedofili.

Si tratta di un risarcimento record per la Chiesa americana, ma il cardinale Roger Mahony è rassicurante mentre elenca le cifre alla stampa: 250 milioni arriveranno dai conti in banca della Chiesa, rimpinguati dalla vendita di numerosi edifici, tra cui la sede amministrativa della diocesi che da sola renderà 40 milioni; altri 183 milioni saranno garantiti dai diversi ordini religiosi, anche da quelli che si sono tenuti fuori dall'accordo e con i quali sarà aperto un contenzioso; e i rimanenti 227 milioni saranno sborsati dalle assicurazioni. "Assicurazioni?", sgrana gli occhi Stewart per far ridere i suoi ascoltatori. Proprio così, ma non è certo una novità.

Fin dai primi anni Novanta tutte le chiese d'America hanno cominciato a cautelarsi contro gli abusi sessuali. L'arcidiocesi di Los Angeles non rivela i termini dei contratti, ma è noto che oltre metà delle diocesi si assicura con Catholic Mutual. Ormai si tratta di un mercato enorme, che va ben oltre il mondo cattolico. GuideOne, una società di assicurazione che domina il mercato protestante, rivela che le parrocchie più piccole, quelle con un solo pastore, pagano cento dollari l'anno per una copertura di 100 mila dollari, mentre quelle più grandi versano seimila dollari per essere garantite fino a un milione.

Nel caso dell'arcidiocesi di Los Angeles molti dei risarcimenti sono dovuti a episodi che risalgono a più di 15 anni fa, alcuni addirittura agli anni Quaranta, quando le assicurazioni anti-abuso non erano ancora la norma. Nel 2003 l'allora governatore della California, il democratico Gray Davis, aveva sospeso per un anno la prescrizione dei reati di abuso sessuale sui minori. Offrendo in questo modo a tutte le vittime, anche quelle del passato, la possibilità di fare causa ai loro aguzzini e mettendo la Chiesa nei guai. Ma questo spiega solo in parte perché soltanto un terzo dei risarcimenti pattuiti uscirà dalle casse delle compagnie assicurative. In realtà queste sostengono che i responsabili della diocesi non esercitarono il controllo dovuto. I contratti assicurativi parlano chiaro: le chiese devono garantire minimi standard di sicurezza, per esempio accertarsi che nessun adulto sia mai lasciato da solo con un bambino.

Randall Balmer, che insegna religione americana alla Columbia University e dirige 'Cristianity Today', sostiene che si è trattato di un accordo a buon mercato per la diocesi di Los Angeles: "Fossero finiti in tribunale sarebbero stati obbligati a pagare oltre il triplo, perché tale era la richiesta delle vittime". Per Balmer questo dimostra non solo la capacità di leadership del cardinale Mahoney, ma anche la vitalità della Chiesa cattolica americana. Quando lo scandalo esplose a Boston, nel 2002, furono in molti a temere che non solo la diocesi locale, ma l'intera Chiesa statunitense sarebbe finita sul lastrico. Alla fine quella crisi costò all'arcidiocesi oltre 150 milioni di dollari. Il cardinale Bernard Law fu costretto a dimettersi per avere spostato da una parrocchia all'altra, per coprirlo, John Geoghan, il sacerdote accusato di avere abusato di oltre 130 ragazzi che è diventato il simbolo di questa pagina nera della Chiesa americana.

Negli ultimi cinque anni, per pagare i debiti, la diocesi ha dovuto vendere la sua storica sede e i 55 acri di terreno circostante, chiudere 65 parrocchie e una dozzina di scuole e alienare l'ospedale cattolico. Cinque anni dopo la ristrutturazione va avanti: il cardinale Sean O'Malley ha appena annunciato la cessione per 65 milioni dei rimanenti terreni intorno allo storico quartier generale. La prossima mossa sarà il trasferimento della sede in un palazzo periferico proprietà di un miliardario cattolico. Una scelta che ha suscitato il rammarico pubblico del sindaco della città.

Ma la crisi di Boston è solo un episodio della catastrofe finanziaria provocata dallo scandalo. Stando solo ai dati ufficiali, i risarcimenti hanno ormai toccato i 2,4 miliardi di dollari, una cifra immensa che però non tiene conto di quanto la Chiesa ha sborsato in eventuali accordi privati per mettere a tacere le denunce sugli abusi sessuali. Già all'inizio degli anni Novanta girava voce che in questo modo fossero stati pagati un miliardo di dollari. Ma la Chiesa americana ha resistito al terremoto. Per capire come abbia fatto basta dare un'occhiata al suo giro di affari complessivo, che secondo stime di Reuters vale 102 miliardi di dollari.

La strategia seguita per uscire dalla crisi dei preti pedofili è ovunque la stessa: trattare per anni sui risarcimenti, evitare i processi pubblici, vendere i gioielli di famiglia per ripianare i bilanci e quando è possibile dichiarare lo stato di bancarotta per pagare il meno possibile.

Sono cinque le diocesi già finite in bancarotta: San Diego (California), Spokane (Stato di Washington), Portland (Oregon), Tucson (Arizona) e Davenport (Iowa). C'è un punto che accomuna tutti questi casi, e che sta diventando una strategia generale della Chiesa americana: il rifiuto da parte delle diocesi di attingere ai beni delle parrocchie per saldare i creditori.

Succede a San Diego, dove il giudice federale Louise DeCarl Adler emette una sentenza per ordinare alla diocesi di usare i possedimenti delle parrocchie per risarcire le 140 vittime. Cercando di districarsi tra i 780 conti bancari, il giudice dichiara: "Si tratta del sistema di contabilità più bizantino che si sia mai visto".

La stessa cosa accade a Davenport. Qui la diocesi sigla un accordo per versare 10,5 milioni di dollari di indennizzi, ma di fronte a ulteriori richieste getta la spugna e dichiara lo stato di bancarotta. Il vescovo dice che, venduti tutti i beni (compresa la sua residenza) e incassati i rimborsi dell'assicurazione, in cassa restano 12,5 milioni di dollari. Ma i creditori chiedono di controllare "transazioni sospette di denaro e di beni" avvenute poco prima della dichiarazione di bancarotta. E soprattuto vogliono poter attingere ai beni delle parrocchie, ricche di palazzi. Ma la diocesi si oppone.

La strategia futura della chiesa viene resa esplicita a Spokane, nello Stato di Washington, dove i casi di abuso sono 177, e la diocesi ha firmato un accordo che prevede 48 milioni di dollari di rimborsi.
In questo caso, incassati i venti milioni dell'assicurazione, il vescovo William Skylstad, che è anche presidente della Conferenza episcopale americana, per onorare gli impegni vende tutto quello che ha, compresi gli uffici diocesani e la casa in cui abita.
Poi chiede dieci milioni di contributi aggiuntivi ai parrocchiani e 6,5 milioni alle aziende dei cimiteri e alle scuole cattoliche. Infine, dopo avere spremuto la diocesi, detta le regole della sua riforma:
tutte le parrocchie devono trasformarsi in corporation, con un consiglio di amministrazione guidato dal parroco.

A loro saranno conferiti tutti i possedimenti: "È la parrocchia il proprietario dei beni", scrive Padre Steve Dublinski, vicario generale della Diocesi sull''Indian Register', il giornale diocesano.
A che cosa serve questa riorganizzazione?
"A dare stabilità al futuro della Chiesa", precisa padre Michael Savelesky: "Così le parrocchie saranno meno vulnerabili in caso nuove azioni legali siano mosse contro la diocesi o contro ciascuna delle altre parrocchie".
Essendo Skylstad il capo del vescovi americani, è facile immaginare che questa sia la strategia che verrà adottata in tutti gli States.
Spezzettando le proprietà ecclesiastiche tra migliaia di soggetti economici ben distinti dal punto di vista societario, domani sarà impossibile pretendere rimborsi miliardari.
Se le singole parrocchie, o una diocesi, non saranno in grado di pagare, saranno semplicemente lasciate fallire. E i creditori non sapranno a che porta bussare.

I fedeli sembrano apprezzare questi sforzi per difendere il futuro dell'Istituzione. Dopo un iniziale crollo delle donazioni, gli oboli dei cattolici americani sono saliti da 6,3 miliardi di dollari nel 2004 ai 6,6 nel 2005: non un aumento colossale, ma comunque più dell'inflazione. E secondo uno studio del Center for applied research in the apostolate alla Georgetown University, la percentuale di americani adulti che si definisce cattolico resta stabile al 23 per cento: 69 milioni di persone che dicono di andare a messa una volta alla settimana, esattamente come nel 2000. I cattolici, spiega l'autore della ricerca Mark Gray, distinguono tra i comportamenti sbagliati di alcuni membri della Chiesa e la loro fede.

Succede anche a New York, dove le chiese continuano a essere gremite nonostante l'impopolarità del vescovo Edward Egan, soprannominato 'Mani di forbice'. La diocesi di New York è stata fino a oggi immune dallo scandalo, ma Egan ha comunque adottato metodi draconiani. Per risparmiare ha eliminato 21 parrocchie suscitando rivolte di piazza tra i 2 milioni e mezzo di fedeli; ha demolito la chiesa di Santa Brigida nell'East Village. E ha venduto la chiesetta di Sant'Anna, al cui posto sta sorgendo un dormitorio per studenti della New York University, alto 26 piani: un'eresia per i parrocchiani. Più recentemente ha ceduto gli 'air rights' della Church of Transfiguration, una chiesetta nota come 'Little Church Around the Corner' (sulla 29esima strada e Quinta Avenue): un accordo che consentirà la costruzione di un grattacielo da 55 piani proprio a fianco.
I cattolici in rivolta lo accusano di comportarsi come un dittatore, più finanziere di Wall Street che vescovo.
Ma lui tira dritto, tagliando i rami secchi. Perché la Chiesa Usa continua a essere il più generoso contribuente del Vaticano
, nonostante la lunga Quaresima dei risarcimenti alle vittime dei pedofili. E sono stati i vescovi come Egan a compiere il miracolo.


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18/09/2007 13:20

Firenze, bufera sul vescovo:
"E' lui quello dei festini"


Mons. Claudio Maniago, Vescovo ausiliario di Firenze finito nella bufera

Accuse contro l'ausiliare Maniago: «Orge sado-maso e minacce ai testimoni»


GUIDO RUOTOLO
FIRENZE

Anche il Vescovo ausiliare di Firenze, Claudio Maniago,
chiamato in causa da alcuni testimoni tra cui due sacerdoti e due dipendenti civili della Curia stessa,

è finito nel tritacarne dei sospetti, dei veleni, delle accuse indicibili che stanno destabilizzando la Chiesa fiorentina,
e che ha visto già una testa cadere, quella di don Lelio Cantini, ex parroco della chiesa «Regina della Pace», indagato - insieme alla sua perpetua «veggente», Rosanna Saveri - dalla Procura di Firenze per violenze sessuali, psicologiche e plagio.

Lo scandalo di don Cantini
Don Cantini è già stato «condannato» dal Vescovo, il cardinale Ennio Antonelli, al termine di un processo canonico
- «essendo i fatti a lui contestati ormai lontani nel tempo e giuridicamente prescritti» -,
al divieto (per cinque anni) di confessare, di celebrare messa e gli altri sacramenti, di assumere incarichi ecclesiastici.
Ma quelle accuse, anche se lontane nel tempo
(le violenze anche contro ragazze minorenni dai 12 ai 17 anni)
sono state ritenute fondate.

E l’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze avrebbe anche raccolto testimonianze di abusi e di violenze più recenti.

Nell’ambito di questa indagine sono emerse le accuse nei confronti del vescovo ausiliare, Claudio Maniago,
che «sapeva» cosa faceva don Cantini
e lo avrebbe protetto, coprendolo anche nella gestione (privatistica) del patrimonio immobiliare,
frutto delle «donazioni»
dei parrocchiani.
Di più, secondo le testimonianze raccolte in Procura,
anche il Vescovo Maniago avrebbe partecipato a degli incontri sessuali,
l’ultimo nel 2003, e avrebbe «minacciato» i testimoni esortandoli al silenzio.


L’alto prelato non sarebbe stato ancora formalmente iscritto sul registro degli indagati,
anche se la Procura di Firenze ha avviato nei suoi confronti delle verifiche investigative sulla base dei testimoni che lo accusano:
sono stati setacciati i tabulati telefonici del cellulare a lui riferibile
e portate a termine, sembrerebbe con esiti positivi, delle prime verifiche bancarie.

Storie indicibili, di festini a luci rosse.
Le vittime delle violenze subite da don Cantini già nel 2004 si rivolsero al Vescovo Maniago, per chiedere aiuto.
Ma non accadde nulla.
Solo un anno dopo, si rivolsero al Vescovo Antonelli e il 20 marzo del 2006 addirittura a Sua Santità Benedetto XVI, a papa Ratzinger.

Il 21 aprile 2007, il pm Paolo Canessa, riceve nel suo ufficio un uomo, P. C., gay dichiarato,
che ha riconosciuto nella foto pubblicata sulle pagine locali di un quotidiano il vescovo Maniago, come colui che partecipò, nell’agosto di dieci anni fa, a un incontro «sadomaso».
«Feci un annuncio sul periodico “Contattiamoci” nella rubrica “sadomaso” - verbalizza il testimone - e un giorno fui chiamato da una persona che poi seppi essere un sacerdote che si presentò come “don Andrea”
,
che mi diede appuntamento alla Certosa del Galluzzo a Firenze e che poi mi portò sulla costa vicino Cecina.
Ebbi un primo rapporto con don Andrea, che poi mi ospitò in quella che indiscutibilmente era la canonica di una chiesa.
La mattina dopo, don Andrea e un altro sacerdote, don Mauro, mi dissero di prepararmi che sarebbe arrivato il “padrone”.
C’erano anche due “ragazzi di vita”, meridionali...
Il “padrone” l’ho riconosciuto in fotografia, era Claudio Maniago...».


Storia incredibile, quella verbalizzata da P. C.
(in parte accennata sulle pagine locali di un quotidiano e per questo l’uomo è stato minacciato).
Il testimone racconta della sua crisi, quella sera, del suo abbandono, della fuga.
E che fu ricontattato da don Andrea che gli offrì (e poi diede) dei soldi, oltre tre milioni di lire:
«Avevo paura - ha verbalizzato - che si potesse pensare a un’ estorsione per comprare il mio silenzio...
ma loro dicevano di volermi fare soltanto un’offerta...».

I soldi e la crisi
P. C. ha indicato al pm Canessa la possibilità di trovare dei riscontri:
«Quei soldi mi furono bonificati sul conto della agenzia 1 della Banca di Iesi (poi Banca delle Marche ndr.)».
Effettivamente, dai primi accertamenti confermano una movimentazione proprio in quel periodo.
Un «indizio» che non prova nulla ma che, evidentemente, rappresenta per gli inquirenti un punto a favore della credibilità del testimone.
Ma non è soltanto questa «accusa» ad aver convinto la Procura di Firenze ad allargare le indagini sugli abusi sessuali compiuti da Don Cantini, il padre spirituale,
il «maestro» che ha guidato il Vescovo Maniago nel suo percorso che lo avrebbe portato ad indossare la tonaca.

Ci sono i testimoni della Curia.
E l’inchiesta del pm Canessa adesso vuole verificare la fondatezza di quelle «accuse».

Fonte:
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200709articoli/25846gi...




Corriere della Sera . . . Link...


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19/09/2007 12:36

Gli inquirenti cercano contatti con le indagini di Firenze.
Estorsione, indagato ArciVescovo di Siena.
Inchiesta sulla vendita di case. E un incendio doloso in Curia.


L’ArciVescovo di Siena Antonio Buoncristiani
(Ansa)


FIRENZE — Gestione del patrimonio immobiliare e incontri proibiti organizzati da sacerdoti.
C’è un’altra inchiesta che coinvolge le gerarchie ecclesiastiche della Toscana.
Mentre la procura di Firenze dispone nuovi accertamenti sull’attività del vescovo ausiliare Claudio Maniago,
quella di Siena iscrive nel registro degli indagati l’ArciVescovo Antonio Buoncristiani per estorsione.
L’alto prelato viene coinvolto nell’indagine che ha già portato alla richiesta di rinvio a giudizio di Monsignor Giuseppe Acampa, 38 anni, l’economo della Curia cittadina accusato di incendio doloso, calunnia e truffa.

E adesso gli inquirenti fiorentini vogliono accertare se ci sia un collegamento tra le due vicende, soprattutto per quanto riguarda l’amministrazione degli immobili e del denaro della Chiesa.

L’INCENDIO DOLOSO — Comincia tutto il 2 aprile del 2006 quando un rogo divampa nella sede dell’Economato della Curia di Siena.
Monsignor Acampa accusa un archivista di aver appiccato l’incendio, ma gli accertamenti della polizia delineano un quadro diverso.
E alla fine è proprio lui a finire indagato.
Secondo i magistrati avrebbe dato alle fiamme l’ufficio «con l’unica finalità di distruggere documenti attinenti operazioni finanziarie promosse dalla diocesi attraverso la Curia».

Gli affari curati dal sacerdote vengono analizzati attraverso accertamenti bancari e patrimoniali.
Si scopre così che il prelato ha venduto a un imprenditore veneto uno degli immobili ereditati dalla diocesi,
«a prezzi molto inferiori a quelli di mercato».
Come ricompensa per il favore si sarebbe fatto regalare «un’Audi A3 dal valore di 27.000 euro»
e per questo viene accusato di truffa ai danni della Chiesa.
Si scopre anche che avrebbe partecipato a incontri particolari con altri due preti.
Le testimonianze di alcuni sacerdoti forniscono i dettagli.

Nessun reato viene contestato per questi episodi, ma la sua immagine ne esce a pezzi. Alla fine di giugno arriva la svolta.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali svelano i tentativi che sarebbero stati fatti dall’arcivescovo di Siena per convincere i testimoni a ritrattare.
Qualche giorno dopo Buoncristiani viene iscritto nel registro degli indagati per estorsione.
Sospettato di aver indotto numerose persone «anche con mirate pressioni» a fornire una versione diversa
da quella verbalizzata davanti ai pubblici ministeri. Nei suoi confronti sono ancora in corso gli accertamenti, le stesse autorità ecclesiastiche stanno valutando la situazione. Intanto esplode il caso di Firenze.

APPARTAMENTI E FESTINI — Dopo aver accertato che don Lelio Cantini, il parroco accusato di violenza sessuale su numerose ragazze minorenni,
si era fatto consegnare dai fedeli denaro e proprietà,
i pm hanno deciso di verificare eventuali «coperture» che per anni gli avrebbero garantito l’impunità.
Le verifiche hanno consentito di stabilire che la curia fiorentina ha beneficiato di eredità e donazioni, arrivando a possedere almeno 2.000 immobili.
Palazzi e terreni, accusano adesso due dipendenti e due sacerdoti, che il vescovo ausiliare Claudio Maniago avrebbe gestito in maniera disinvolta.
«Ci minacciava intimandoci di non parlare della sua attività»,
hanno raccontato a verbale prima di accusarlo di non essere intervenuto per fermare don Cantini pur essendo perfettamente a conoscenza dei suoi illeciti.
E di aver partecipato a festini a luci rosse
, circostanza confermata da un uomo di quarant’anni
che si è presentato in Procura lo scorso aprile per raccontare i dettagli di un incontro avvenuto dieci anni fa.
...

Fiorenza Sarzanini
19 settembre 2007 - Corriere della Sera


RomagnaOggi.it


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[Modificato da Etrusco 19/09/2007 12:45]
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02/10/2007 02:24

SACERFROCI


– IL REPORTAGE DI “EXIT” SUI PRETI GAY:
“SE PENSO AL SEMINARIO O ALLA MIA DIOCESI, GLI OMOSESSUALI SONO UNA BUONA PARTE”

– “PORTANDO IL COLLETTO SI ATTIRA TANTO”

– “ LA CHIESA È IPOCRITA, PERCHÉ PURE IN VATICANO CE NE SONO TANTI”…





Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera”

I racconti: «Se penso al seminario o alla mia diocesi credo che gli omosessuali siano una buona parte».
Le confessioni a cuore aperto: «Sono stato insieme con un ragazzo siciliano per un anno.
Se due uomini si vogliono bene, non conta se porti la tonaca oppure no».
Anche le avance, certo: «Portando il colletto si attira tanto. Tu faresti l'amore con me?».

E le critiche alla Chiesa:
«Con noi fa come l'esercito americano: io non ti chiedo niente, ma tu non devi dire niente.
Copre, insabbia, ma così non cresce».

Sono preti quelli che parlano. Preti gay, ripresi con una telecamera nascosta durante i loro incontri clandestini con un ragazzo conosciuto sulle chat line per omosessuali.


I FILMATI — Mezz'ora di filmati che andranno in onda stasera durante Exit, il programma condotto da Ilaria D'Amico che riparte in prima serata su La7. Un'inchiesta su un mondo sommerso: nessun giudizio, solo la voglia di togliere il velo che copre un pezzo di realtà.

Un lavoro partito con una mail arrivata in redazione. A scrivere era un ragazzo gay. Diceva di frequentare abitualmente le chat per omosessuali, di aver conosciuto così tanti preti, e poi anche di averli incontrati di persona. Quelli di Exit hanno documentato le fasi dell'aggancio sulla chat, registrato le telefonate fatte per mettersi d'accordo, e ripreso (con una telecamerina nascosta) gli appuntamenti clandestini.

IN UFFICIO — Volti non riconoscibili, voci camuffate, le immagini si fermano ad un certo punto perché l'obiettivo è raccontare non choccare.
Non si nascondono i preti, anzi.
Protetti dal nickname
(il nome in codice che si utilizza per chattare)
dicono subito di essere sacerdoti e non hanno problemi ad organizzare un appuntamento. Gli incontri filmati sono tre. Il primo prete è il più dolce: «Se ritornassi indietro, il sacerdote lo rifarei. Hai tante soddisfazioni, aiuti gli altri. (...) La prima esperienza con un uomo l'ho avuta dopo, 10 anni fa. Ma io sto bene con questa mia, tra virgolette, omosessualità».

Il secondo è il più spavaldo: racconta di aver avuto un «centinaio» di incontri: «In seminario mi trattenevo per la paura di essere beccato, ma poi non mi sono più controllato».
Dice anche che sui gay la «Chiesa è ipocrita perché pure in Vaticano ce ne sono tanti».





Il terzo incontro è quello più duro.
Appuntamento in Piazza San Pietro, si capisce che dall'altra parte non c'è un semplice parroco.
Nell'aggancio sulla chat ha detto di avere tendenze sadomaso. I due si spostano in un ufficio lussuoso.

Il ragazzo è un po' preoccupato e lui lo tranquillizza: «Se vuoi andare via non c'è problema».
Poi il discorso finisce sull'atteggiamento della Chiesa:
«Non ce l'ha con i gay ma — dice il prete — è contro il sesso prima del matrimonio.
I gay non si possono sposare e quindi non devono avere rapporti».

Nervosismo, nessuna traccia di quella serena voglia di intimità degli altri incontri.

I due si avvicinano.
«Stai per commettere un peccato davanti agli occhi di Dio»,
dice il ragazzo.
«Io non lo sento come un peccato», risponde l'altro.
E ancora.
«Non ha senso che tu sia prete », «Qui finisce la nostra storia — risponde il sacerdote — hai troppe preclusioni.
Ti metto sull'ascensore e se qualcuno ti ferma non dire nulla».


LA CONFESSIONE — Dopo i tre filmati «rubati» c'è un prete gay che
(anche lui volto oscurato e voce camuffata)
accetta di raccontare la sua storia:
il compagno trovato in seminario, un ragazzo che poi dirigerà il coro durante la sua ordinazione, «il giorno più bello della mia vita, mettevo insieme i miei due amori».
Il rapporto durato tanti anni con un altro uomo «anche se poi la lontananza ci ha divisi».

Don Felice — nome di fantasia — accusa la Chiesa:
«Ha paura che l'omosessuale sia anche pedofilo.
Un errore. Se c'è pedofilia, che non dipende dall'omosessualità, si tratta di un reato. Ma la Chiesa, invece di dire, copre».

E infine racconta le difficoltà di una vita come la sua: «Ci muoviamo come gli indiani in un mondo di cow boy, attenti a non essere impallinati.
Ma io sono sereno con la mia coscienza. Dio è più grande del nostro cuore».



Dagospia 01 Ottobre 2007
[Modificato da Etrusco 02/10/2007 22:11]
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13/10/2007 16:39

CITTA' DEL VATICANO - Scandalo all'ombra di S. Pietro.



Le autorità vaticane tre giorni fa hanno sospeso dall'incarico e sottoposto a procedimento disciplinare un monsignore capoufficio di uno dei più importanti dicasteri pontifici, la Congregazione per il Clero, il "ministero" pontificio retto dal Cardinal-Prefetto Claudio Hummes, brasiliano,
che sovrintende, tra l'altro, alla gestione degli oltre 400 mila sacerdoti presenti in tutte le diocesi del mondo e alla formazione religiosa di seminaristi e catechisti.

Motivo:
l'alto prelato - un monsignore di circa 60 anni ben portati,
titolare di rubriche giornalistiche su siti attenti alla vita della Chiesa e del Vaticano,
tra i volti più noti dell'emittente cattolica Telepace dove per anni ha curato rubriche a carattere religioso - avrebbe preso parte,
anonimamente, alla discussa prima puntata di Exit presentata da Ilaria D'Amico e andata in onda il primo ottobre scorso sull'emittente La7, che tra i reportage trasmessi ha presentato anche una inchiesta sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.




Monsignor Tommaso Stenico


Nel servizio, quattro persone che si presentavano come sacerdoti, ripresi con volti e voci contraffatte con alle spalle edifici religiosi con flash puntati pure sullo sfondo di piazza San Pietro, avevano confessato le loro preferenze sessuali, ammettendo senza troppi giri di parole di essere gay.

Uno dei quattro intervistati, stando a quanto hanno verificato i vertici della Congregazione per il Clero, sarebbe uno dei monsignori che ricopre la carica di capo ufficio nello stesso dicastero.
Un alto prelato fino a pochi giorni fa in "ascesa" nell'establishment vaticano, perché titolare di altri due importanti incarichi,
alla Commissione speciale per la trattazione delle cause di dispensa dei sacerdoti
e alla Peregrinatio Ad Petri Sedem, l'organismo responsabile dei pellegrinaggi in arrivo in Vaticano, nell'ambito del quale operava nella Consulta pastorale.

Nell'intervista concessa ad Exit si vede che il monsignore fa accomodare spontaneamente nel suo ufficio il suo interlocutore al quale rivela con molta naturalezza la sua omosessualità, spiegando persino di "non sentirsi in peccato", ma di doverlo fare di nascosto per non essere richiamato dai superiori vista l'attuale ferma opposizione della dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale ed omosessualità.

Quasi un guanto di sfida sul piano della pastorale sociosessuale lanciato alle autorità pontificie dall'interno del Vaticano, nella convinzione di poter parlare liberamente perché protetto dall'anonimato.
Ma non tutto - a quanto sembra - è andato per il verso giusto, perché subito dopo la messa in onda del servizio in Vaticano qualcuno ha riconosciuto la stanza dell'incauto sacerdote trasformata in improvvisato set per registrare l'intervista, e dove si sospetta possa essere avvenuto anche qualche "episodio" a luci rosse.

Riconosciuti nel filmato pure l'ascensore di accesso alla Congregazione del Clero e la porta di ingresso del dicastero, ripresi dalle telecamere mentre il prelato fa accomodare l'intervistatore.
Dopo una più attenta verifica del servizio ed una veloce inchiesta interna, facilitata anche dal fatto che l'unico a tenere la chiave dell'ufficio era il capo ufficio incriminato, il monsignore è stato immediatamente sospeso dall'incarico e denunciato alle autorità giudiziarie pontificie che hanno subito aperto un fascicolo a suo carico.

Da tre giorni la porta dell'ufficio è chiusa a chiave, nessuno vi può entrare, il telefono squilla a vuoto, sia quello del posto di lavoro del monsignore che quello di casa.
Non si sa se dopo la sospensione si arriverà al licenziamento, eventualità che dovrà essere presa in considerazione dal tribunale pontificio dopo un dibattimento previsto dalle leggi vaticane.
Da qualche giorno, però, dell'alto prelato si sono perse le tracce.

(13 ottobre 2007)

www.repubblica.it


Fonte: La Repubblica - (13 ottobre 2007)


La7, Chiesa e omosessualità

(13 ottobre 2007)

Ecco la video inchiesta di Exit che ha "incastrato" un monsignore gay. Il prelato riceve un ragazzo per un incontro nel suo studio in Vaticano
(da YouTube)




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17/10/2007 21:44

DALLA PARROCCHIA ALLA PACCHIA


- “I PRETI GAY SONO ALMENO IL 60%”

- PARLA IL RAGAZZO CHE HA FATTO DA ESCA PER “EXIT”:
LA CHIESA ATTACCA QUEI TRE POVERETTI PER FAR CREDERE CHE IL CASO SIA CIRCOSCRITTO

– IL PAPA DICA CHE NON È SBAGLIATO ESSERE GAY...




Daniele Nardini per
www.gay.it


Intervista esclusiva al ragazzo che ha fatto da “esca” per il monsignore gay in Vaticano, per un reportage andato in onda nella trasmissione di La 7 “Exit”.

Com'è nata la tua collaborazione con “Exit”? Come hai fatto a diventare l'esca?
Era da molto tempo che ero in contatto con dei preti. Ho inviato una mail ad “Exit” proponendogli un servizio sulla omosessualità nella chiesa. Loro si sono fidati di me e hanno accettato.


(Monsignor Tommaso Stenico, il primo parroco che si è dichiarato gay)

Eri già in contatto con dei preti gay?
Si. Frequento spesso la chat e lì ce ne sono tantissimi. Ho avuto numerose richieste da parte loro, anche a pagamento.

E hai mai accettato?
Si, ma solo per curiosità. Non ho mai avuto rapporti sessuali con loro.

Cosa ti ha spinto a fingerti interessato a loro?
Ero curioso, volevo capire se erano davvero preti. Capire come ragionavano, cosa c'era dietro, scoprire i loro segreti ecc. All'inizio mi dava fastidio esser contattato da loro poi dopo un pò mi hanno incuriosito.

E che idea ti sei fatto del fenomeno?
Inizialmente non condividevo nulla di ciò che facevano. Mi capitava di litigarci spesso, anche perchè non sono credente. Poi ho iniziato ad entrare più a fondo nella loro realtà e ho capito che tanti di loro sono vittime di un sistema. Per questo non li guidico, sono uomini come noi.
E se fanno sesso con ragazzi, prostitute o se fanno sesso sadomaso non importa: credo sia giusto che anche loro possano scegliere se farlo e come farlo. Addirittura, dopo un po', ho cercato di incoraggiare qualcuno di loro ad uscire allo scoperto ma la paura non è paragonabile neanche a quella che avevamo noi una cinquantina di anni fa.

Pensi che i rapporti tra gay e preti sia diffuso?
Si. Tanto più di quello che si pensa. Nella puntata di “Exit” il dottor Cantelmi ha detto che i preti gay sono solo il 3% ma solo perchè i servizi erano 3. Per quanto ho indagato io sono oltre il 60% ma è una stima approssimativa. Sicuramente sono anche di più.

Dopo la trasmissione e il clamore che ha provocato quei preti sono stati sottoposti a inchiesta canonica. Non hai mai avuto sensi di colpa per averli ingannati?
No, il fine era molto più importante. Adesso la chiesa attacca quei 3 poveretti per far credere che il caso sia circoscritto a loro ma non è giusto. I preti gay sono tantissimi e loro non lo vogliono accettare nonostante la cosa sia nota. A pagare saranno solo 3 su migliaia di altri che non fanno nulla di diverso rispetto a loro.

Che grado aveva, tra coloro che hai incontrato, il prelato più in alto nella scala gerarchica della Chiesa?
Monsignore.

Mai stato nelle mura vaticane?
Non mi va di rispondere a questa domanda. Dovrei spiegare altre cose che non posso rivelare.

D'accordo. Qualcuno dei preti che hai incontrato ti ha mai confessato di aver avuto attenzioni verso i bambini?
No, anzi. Quelli che ho incontrato io erano assolutamente contrari alla pedofilia.

Raccontaci qualcosa che non abbiamo visto in trasmissione...
Beh credo che non sia emersa l'umanità dei preti che ho incontrato. Posso dirti che ti a fare il prete, anche di una piccola parrocchia, si guadagna davvero bene. Hanno quasi tutti case lussuose, vari tv al plasma, doccia idromassaggio, dipinti a olio.

E come si giustificano per quell'opulenza?
Dicono che sono doni da parte dei loro fedeli.

Vuoi dire qualcosa per chiudere?
Ci terrei a ribadire un'ultima cosa: le motivazioni che mi hanno spinto a farlo. Come dicevo non condanno i preti, ma la Chiesa che non dà loro la possibilità di esprimersi come persone. Tutti dicono che nella chiesa ci sono delle regole e che quindi se un prete si scopre gay deve abbandonare la tunica. I preti omosessuali che ho incontrato amano il loro lavoro e secondo me è giusto che lo facciano qualsiasi cosa facciano nella loro vita privata.

Anzi, possono sicuramente insegnarci di più in questo modo anziché vivendo nella castità.
Per concludere: l'ho fatto perchè ancora tantissimi adolescenti si suicidano in quanto non accettano la propria sessualità.
Nelle grandi città è facile, ci si accetta anche a 14 anni.
Ci sono, però, tante realtà diverse in cui c'è ancora una forte morale cattolica.
Spero in un giorno in cui il Papa si alzi e dica al mondo che non è sbagliato essere gay.



Dagospia 17 Ottobre 2007
213.215.144.81/public_html/articolo_index_35213.html

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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18/10/2007 14:28

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19/10/2007 13:15

Caso Stenico, 'Exit' contro 'Panorama':
"Il Monsignore non sapeva di essere ripreso".
E intanto è giallo su un dossier



CITTA' DEL VATICANO - Ci sarebbe una clamorosa svolta nelle indagini su Monsignor Tommaso Stenico,

l'alto funzionario della Curia vaticana che avrebbe adescato un gay su internet per un incontro a luce rosse. Lo rivela Panorama, in un articolo sul numero in edicola in queste ore.
Il filmato trasmesso da La7 nel corso del programma Exit sarebbe falso. Secondo le autorita' vaticane, Stenico era d'accordo con gli autori di Exit e nella stanza c'era un terzo uomo che filmava l'incontro.
Il prelato, secondo quanto scrive il settimanale, puntava a far scoppiare in maniera clamorosa lo scandalo dei preti omosessuali in Vaticano, a causa della sua mancata promozione a vescovo.
A questo scopo aveva gia' redatto un dettagliato dossier con un elenco di nomi e di circostanze che chiamerebbero in causa un certo numero di sacerdoti e alcuni vescovi.
[SM=x44497]
(un'autentica schedatura che Stenico avrebbe realizzato nel corso degli anni
approfittando del ruolo di capo ufficio della Congregazione per il clero e di psicologo presso il Centro di assistenza sanitaria (Fas) della Citta' del Vaticano. Per un certo periodo di tempo il monsignor aveva anche aperto uno studio per l'assistenza psicologica ai sacerdoti in difficolta'.





Panorama ha potuto leggere in esclusiva una memoria difensiva inviata da Stenico al cardinale Hummes.
Lungi dal cercare giustificazioni, il monsignore attacca e denuncia con forza il progressivo degrado morale e dei costumi che, a suo dire, si e' diffuso nella Curia vaticana.
''Di fronte al tentativo di invalidare il lavoro della redazione di ‘Exit’,

ribadiamo la totale e assoluta veridicita' di tutti i documenti filmati trasmessi nella puntata dedicata al tema dell'omosessualita' nella Chiesa''.

In questi termini ‘La7’ replica in una nota a quanto anticipato dal settimanale Panorama, secondo il quale Monsignor Tommaso Stenico (nella foto) sarebbe stato d'accordo con gli autori della trasmissione e consapevole di essere ripreso durante il filmato del suo incontro con un giovane gay adescato su Internet.


Fonte: Petrus - PapaNews.it . . .


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