PRETE PEDOFILO, MA QUANTO MI COSTI?
- POLIZZE ASSICURATIVE. DISMISSIONI. DONAZIONI DEI FEDELI.
COSÌ I VESCOVI USA AFFRONTANO L'EMERGENZA DELLO SCANDALO
- 660 MLN PER RISARCIRE 508 VITTIME
– MA IL TOTALE SUPERA ORMAI I 2.4 MLD…
La strategia per uscire dalla crisi dei preti pedofili è ovunque la stessa:
trattare per anni sui risarcimenti,
evitare i processi pubblici,
e, quando è possibile, dichiarare lo stato di bancarotta per pagare il meno possibile…
[27-07-2007]
Enrico Pedemonte per “L’espresso” (ha collaborato Paolo Pontoniere)
Ma davvero la Chiesa Cattolica è assicurata contro i preti pedofili?
si domanda Jon Stewart strofinandosi gli occhi mentre legge la notizia di agenzia con il più perfido dei suoi sorrisi.
Stewart è il conduttore del
'Daily Show', mezz'ora di satira amata soprattutto dai giovani che va in onda ogni sera alle 11 e fa strame della politica Usa.
Oggi è il turno della Chiesa cattolica perché la diocesi di Los Angeles ha firmato un accordo impegnandosi a pagare 660 milioni di dollari per risarcire 508 vittime dei preti pedofili.
Si tratta di un risarcimento record per la Chiesa americana, ma il cardinale Roger Mahony è rassicurante mentre elenca le cifre alla stampa: 250 milioni arriveranno dai conti in banca della Chiesa, rimpinguati dalla vendita di numerosi edifici, tra cui la sede amministrativa della diocesi che da sola renderà 40 milioni; altri 183 milioni saranno garantiti dai diversi ordini religiosi, anche da quelli che si sono tenuti fuori dall'accordo e con i quali sarà aperto un contenzioso; e i rimanenti 227 milioni saranno sborsati dalle assicurazioni. "Assicurazioni?", sgrana gli occhi Stewart per far ridere i suoi ascoltatori. Proprio così, ma non è certo una novità.
Fin dai primi anni Novanta tutte le chiese d'America hanno cominciato a cautelarsi contro gli abusi sessuali. L'arcidiocesi di Los Angeles non rivela i termini dei contratti, ma è noto che oltre metà delle diocesi si assicura con Catholic Mutual. Ormai si tratta di un mercato enorme, che va ben oltre il mondo cattolico. GuideOne, una società di assicurazione che domina il mercato protestante, rivela che le parrocchie più piccole, quelle con un solo pastore, pagano cento dollari l'anno per una copertura di 100 mila dollari, mentre quelle più grandi versano seimila dollari per essere garantite fino a un milione.
Nel caso dell'arcidiocesi di Los Angeles molti dei risarcimenti sono dovuti a episodi che risalgono a più di 15 anni fa, alcuni addirittura agli anni Quaranta, quando le assicurazioni anti-abuso non erano ancora la norma. Nel 2003 l'allora governatore della California, il democratico Gray Davis, aveva sospeso per un anno la prescrizione dei reati di abuso sessuale sui minori. Offrendo in questo modo a tutte le vittime, anche quelle del passato, la possibilità di fare causa ai loro aguzzini e mettendo la Chiesa nei guai. Ma questo spiega solo in parte perché soltanto un terzo dei risarcimenti pattuiti uscirà dalle casse delle compagnie assicurative. In realtà queste sostengono che i responsabili della diocesi non esercitarono il controllo dovuto. I contratti assicurativi parlano chiaro: le chiese devono garantire minimi standard di sicurezza, per esempio accertarsi che nessun adulto sia mai lasciato da solo con un bambino.
Randall Balmer, che insegna religione americana alla Columbia University e dirige 'Cristianity Today', sostiene che si è trattato di un accordo a buon mercato per la diocesi di Los Angeles: "Fossero finiti in tribunale sarebbero stati obbligati a pagare oltre il triplo, perché tale era la richiesta delle vittime". Per Balmer questo dimostra non solo la capacità di leadership del cardinale Mahoney, ma anche la vitalità della Chiesa cattolica americana. Quando lo scandalo esplose a Boston, nel 2002, furono in molti a temere che non solo la diocesi locale, ma l'intera Chiesa statunitense sarebbe finita sul lastrico. Alla fine quella crisi costò all'arcidiocesi oltre 150 milioni di dollari. Il cardinale Bernard Law fu costretto a dimettersi per avere spostato da una parrocchia all'altra, per coprirlo, John Geoghan, il sacerdote accusato di avere abusato di oltre 130 ragazzi che è diventato il simbolo di questa pagina nera della Chiesa americana.
Negli ultimi cinque anni, per pagare i debiti, la diocesi ha dovuto vendere la sua storica sede e i 55 acri di terreno circostante, chiudere 65 parrocchie e una dozzina di scuole e alienare l'ospedale cattolico. Cinque anni dopo la ristrutturazione va avanti: il cardinale Sean O'Malley ha appena annunciato la cessione per 65 milioni dei rimanenti terreni intorno allo storico quartier generale. La prossima mossa sarà il trasferimento della sede in un palazzo periferico proprietà di un miliardario cattolico. Una scelta che ha suscitato il rammarico pubblico del sindaco della città.
Ma la crisi di Boston è solo un episodio della catastrofe finanziaria provocata dallo scandalo. Stando solo ai dati ufficiali, i risarcimenti hanno ormai toccato i 2,4 miliardi di dollari, una cifra immensa che però non tiene conto di quanto la Chiesa ha sborsato in eventuali accordi privati per mettere a tacere le denunce sugli abusi sessuali. Già all'inizio degli anni Novanta girava voce che in questo modo fossero stati pagati un miliardo di dollari. Ma la Chiesa americana ha resistito al terremoto. Per capire come abbia fatto basta dare un'occhiata al suo giro di affari complessivo, che secondo stime di Reuters vale 102 miliardi di dollari.
La strategia seguita per uscire dalla crisi dei preti pedofili è ovunque la stessa: trattare per anni sui risarcimenti, evitare i processi pubblici, vendere i gioielli di famiglia per ripianare i bilanci e quando è possibile dichiarare lo stato di bancarotta per pagare il meno possibile.
Sono cinque le diocesi già finite in bancarotta: San Diego (California), Spokane (Stato di Washington), Portland (Oregon), Tucson (Arizona) e Davenport (Iowa). C'è un punto che accomuna tutti questi casi, e che sta diventando una strategia generale della Chiesa americana: il rifiuto da parte delle diocesi di attingere ai beni delle parrocchie per saldare i creditori.
Succede a San Diego, dove il giudice federale Louise DeCarl Adler emette una sentenza per ordinare alla diocesi di usare i possedimenti delle parrocchie per risarcire le 140 vittime. Cercando di districarsi tra i 780 conti bancari, il giudice dichiara: "Si tratta del sistema di contabilità più bizantino che si sia mai visto".
La stessa cosa accade a Davenport. Qui la diocesi sigla un accordo per versare 10,5 milioni di dollari di indennizzi, ma di fronte a ulteriori richieste getta la spugna e dichiara lo stato di bancarotta. Il vescovo dice che, venduti tutti i beni (compresa la sua residenza) e incassati i rimborsi dell'assicurazione, in cassa restano 12,5 milioni di dollari. Ma i creditori chiedono di controllare "transazioni sospette di denaro e di beni" avvenute poco prima della dichiarazione di bancarotta. E soprattuto vogliono poter attingere ai beni delle parrocchie, ricche di palazzi. Ma la diocesi si oppone.
La strategia futura della chiesa viene resa esplicita a Spokane, nello Stato di Washington, dove i casi di abuso sono 177, e la diocesi ha firmato un accordo che prevede 48 milioni di dollari di rimborsi.
In questo caso, incassati i venti milioni dell'assicurazione, il vescovo William Skylstad, che è anche presidente della Conferenza episcopale americana, per onorare gli impegni vende tutto quello che ha, compresi gli uffici diocesani e la casa in cui abita.
Poi chiede dieci milioni di contributi aggiuntivi ai parrocchiani e 6,5 milioni alle aziende dei cimiteri e alle scuole cattoliche. Infine, dopo avere spremuto la diocesi, detta le regole della sua
riforma:
tutte le parrocchie devono trasformarsi in corporation, con un consiglio di amministrazione guidato dal parroco.
A loro saranno conferiti tutti i possedimenti: "È la parrocchia il proprietario dei beni", scrive Padre Steve Dublinski, vicario generale della Diocesi sull''Indian Register', il giornale diocesano.
A che cosa serve questa riorganizzazione?
"A dare stabilità al futuro della Chiesa", precisa padre Michael Savelesky: "Così le parrocchie saranno meno vulnerabili in caso nuove azioni legali siano mosse contro la diocesi o contro ciascuna delle altre parrocchie".
Essendo Skylstad il capo del vescovi americani, è facile immaginare che questa sia la strategia che verrà adottata in tutti gli States.
Spezzettando le proprietà ecclesiastiche tra migliaia di soggetti economici ben distinti dal punto di vista societario, domani sarà impossibile pretendere rimborsi miliardari.
Se le singole parrocchie, o una diocesi, non saranno in grado di pagare,
saranno semplicemente lasciate fallire. E i creditori non sapranno a che porta bussare.
I fedeli sembrano apprezzare questi sforzi per difendere il futuro dell'Istituzione. Dopo un iniziale crollo delle donazioni, gli oboli dei cattolici americani sono saliti da 6,3 miliardi di dollari nel 2004 ai 6,6 nel 2005: non un aumento colossale, ma comunque più dell'inflazione. E secondo uno studio del Center for applied research in the apostolate alla Georgetown University, la percentuale di americani adulti che si definisce cattolico resta stabile al 23 per cento: 69 milioni di persone che dicono di andare a messa una volta alla settimana, esattamente come nel 2000. I cattolici, spiega l'autore della ricerca Mark Gray, distinguono tra i comportamenti sbagliati di alcuni membri della Chiesa e la loro fede.
Succede anche a New York, dove le chiese continuano a essere gremite nonostante l'impopolarità del vescovo Edward Egan, soprannominato 'Mani di forbice'. La diocesi di New York è stata fino a oggi immune dallo scandalo, ma Egan ha comunque adottato metodi draconiani. Per risparmiare ha eliminato 21 parrocchie suscitando rivolte di piazza tra i 2 milioni e mezzo di fedeli; ha demolito la chiesa di Santa Brigida nell'East Village. E ha venduto la chiesetta di Sant'Anna, al cui posto sta sorgendo un dormitorio per studenti della New York University, alto 26 piani: un'eresia per i parrocchiani. Più recentemente ha ceduto gli 'air rights' della Church of Transfiguration, una chiesetta nota come 'Little Church Around the Corner' (sulla 29esima strada e Quinta Avenue): un accordo che consentirà la costruzione di un grattacielo da 55 piani proprio a fianco.
I cattolici in rivolta lo accusano di comportarsi come un dittatore, più finanziere di Wall Street che vescovo.
Ma lui tira dritto, tagliando i rami secchi. Perché la Chiesa Usa continua a essere il più generoso contribuente del Vaticano, nonostante la lunga Quaresima dei risarcimenti alle vittime dei pedofili. E sono stati i vescovi come Egan a compiere il miracolo.
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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.