Liberalizzazioni

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2013 15:09
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30/01/2007 14:16

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 29/01/2007 22.56
Quando esattamente?

Hai letto questa discussione? Link...




Parliamo degli anni '80 (quando è stato abolito l'equo canone).
La discussione cui rimandi tu è quella riferita ai Siiq (che conosco bene, ci sto lavorando sopra per un articolo). Non capisco se ti riferisci alla possibilità di vedere scendere i prezzi di immobili/affitti o altro. In teoria dovrebbe accadere proprio un calo degli affitti, in pratica dubito molto fintantochè non esisterà una politica che disincentivi la proprietà di un appartamento vuoto (o non affittato con regolare contratto).
La diatriba sul danneggiamento dei piccoli proprietari rispetto ai grandi è abbastanza sterile in quanto i costi gestionali dei gtandi gruppi sono del tutto differenti rispetto a quelli di un piccolo proprietario, alla fine non vedo nessun rischio di crollo dei prezzi (al massimo un contenimento alla loro crescita). Di questa opinione sono anche gli esperti del settore.

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30/01/2007 14:32

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: mementino 30/01/2007 14.16


Parliamo degli anni '80 (quando è stato abolito l'equo canone).
La discussione cui rimandi tu è quella riferita ai Siiq (che conosco bene, ci sto lavorando sopra per un articolo)..



è vero che dietro questi SIIQ si nascondono interessi di gruppi in qualche modo legati a partiti politici?

e perchè società del calibro di Pirelli ha deciso di disinvestire dalla tecnologia per buttarsi a capofitto nel mercato immobiliare?

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30/01/2007 15:50

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Ujoe 30/01/2007 14.32


è vero che dietro questi SIIQ si nascondono interessi di gruppi in qualche modo legati a partiti politici?

e perchè società del calibro di Pirelli ha deciso di disinvestire dalla tecnologia per buttarsi a capofitto nel mercato immobiliare?



Non si può escludere che vi siano interessi "clientelari", certo la logica di nascita del Siiq dovrebbe avere effetti calmieratori del mercato immobiliare nel suo complesso.
La Pirelli RE ha cominciato attorno alla fine del 2000 a studiare il mercato immobiliare italiano e ha visto che c'erano margini interessanti di crescita (e di profitti) se si raffronta la realtà italiana con quella inglese o tedesca. Tra l'altro con investimenti non così rilevanti come quelli richiesti nel coparto tecnologico. Quindi...

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30/01/2007 21:19

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: mementino 30/01/2007 15.50


Non si può escludere che vi siano interessi "clientelari", certo la logica di nascita del Siiq dovrebbe avere effetti calmieratori del mercato immobiliare nel suo complesso.
La Pirelli RE ha cominciato attorno alla fine del 2000 a studiare il mercato immobiliare italiano e ha visto che c'erano margini interessanti di crescita (e di profitti) se si raffronta la realtà italiana con quella inglese o tedesca. Tra l'altro con investimenti non così rilevanti come quelli richiesti nel coparto tecnologico. Quindi...



Scusa, visto che sei ferrato in materia,
son vere quelle voci che nelle speculazioni immobiliari relative all'ultima cartolarizzazione sarebbero in gioco anche alcune società statunitensi che fanno capo a Bush o ai suoi amici?

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31/01/2007 09:33

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 30/01/2007 21.19
Scusa, visto che sei ferrato in materia,
son vere quelle voci che nelle speculazioni immobiliari relative all'ultima cartolarizzazione sarebbero in gioco anche alcune società statunitensi che fanno capo a Bush o ai suoi amici?



Non te lo so dire. Sulla questione l'unica cosa che so è che quando si cartolarizza e si mette in Borsa entrano in gioco altri interessi, talvolta molto forti. Al momento no ho comunque l'impressione di vedere interessi "occulti" oltrefrontiera, ma non ho elementi per avvalorare o meno questa impressione.

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31/01/2007 09:44

stavolta anche se partendo da un ragionamento diverso do ragione al runny

non serve scomodare analisi ed altri complicazioni per valutare le benzine...
basta capire come funziona il mercato dei prodotti petroliferi...

faccio due esempi in toscana esiste una raffineria (agip) a livorno
nelle marche ne esiste una aa ancona (esso)

allora, per ovvie comodità logistiche, TUTTI i distributori delel toscana si riforniscono a livorno, e tutti i marchigiani ad ancona, basta vedere le variopinte livree delel autobotti in fila...

caso diverso in quelle zone intermedie tra due raffinerie... ma poco cambia.

il controllo sulla qualità va fatto quindi in zone servite da diverse raffinerie


certamente poi anche le raffinerie stesse non forniscono sempre lo stesso prodotto...
ma questo accade in tutti i settori commerciali.

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Ci vuole tutta una vita per capire che non é necessario capire tutto.

La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

Il delitto è soprattutto una questione geografica. Per ciò che è permesso nel Pacifico meridionale un europeo può finire in galera.
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01/02/2007 14:38

Re: Re:

Scritto da: Runningman77 29/01/2007 22.39
veramente i distributori non marchiati in Italia sono 3 o 4 se non ricordo male...
erano su un articolo di 4 ruote
sono della
Petrol, Grifo o Dubois

uno sta a Bracciano
ora la benzina costa uguale anche li


Io, qui, ne conosco due, vorrà dire che sono i due che ti mancano [SM=x44452]
La benzina costa meno, tuttora, in questi due.
Fate vobis.

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Più lo si invoca, meno ce n'è

"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo".
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01/02/2007 14:47

Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: la micia 29/01/2007 22.43

ma vedrai che adesso sono di più

se a Modena ce n'è uno...sicuro ce ne stanno altri...

Modena in ste cose, è sempre un passo indietro...




Ho fatto un giro e, solo della Petrol, ce n'è uno a Meolo, uno a Piove di Sacco, uno a Istrana e uno a Rovereto.
Senza contare che esistono anche altre marche rispetto a quanto denunciato da Runni, tipo IES.
[SM=x44475]

[Modificato da Dottor Slump 01/02/2007 14.48]

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15/12/2011 12:03

Le liberalizzazioni

Quel carniere quasi vuoto


 

 

(foto Benveg nù-Guaitoli-Lannutti )
È difficile dar torto ai delusi delle liberalizzazioni. Questo governo ha in squadra Mario Monti e Antonio Catricalà, il commissario europeo antitrust per antonomasia e l'ex presidente dell'autorità per la concorrenza, eppure si presenta con il carniere quasi vuoto.

Le liberalizzazioni, dicono i sacri testi, sono importanti per un doppio ordine di motivi, creano un ambiente imprenditoriale propedeutico alla crescita e Dio sa quanto in questa congiuntura ne abbiamo bisogno. In qualche caso poi l'apertura dei mercati produce in tempi brevi nuovi posti di lavoro. Non è automatico ma è sicuramente una condizione necessaria.

In Italia il campo delle deregolazioni da attuare è vasto, proviamo a vedere come si è mosso il governo, dove ha trovato resistenza e dove forse non ha affondato il colpo per oggettiva debolezza. Se prendiamo in esame gli interessi dei grandi monopoli è facile individuare almeno tre dossier di grande interesse: il gas, le concentrazioni televisive e le autostrade. Nei primi 2 casi un difensore d'ufficio della coppia Monti-Catricalà sosterrebbe che sono mancati i tempi tecnici. Una scelta di liberalizzazione in quei 2 campi richiede una preparazione accurata e in 30 giorni nessun governo sarebbe stato capace di concludere alcunché. Però sulle autostrade l'esecutivo dei tecnici ha sicuramente segnato il passo, dando oggettivamente spazio alle dietrologie interessate. La materia autostradale in un primo tempo rientrava tra le competenze della nuova authority dei trasporti, nel secondo tempo invece ne è rimasta fuori? Cosa è successo nell'intervallo? Ci sono state pressioni sull'arbitro? E chi sono stati i Moggi della situazione?

In una seconda tipologia di deregolazioni possiamo comprendere quelle che riguardano poteri categoriali diffusi: libere professioni, farmacie e taxi. Liberalizzazioni che non sono mai andate avanti in Italia non tanto per l'esplosività del contenzioso politico ad esse legato quanto per la capacità delle categorie di intessere rapporti di scambio elettorale con quote significative di parlamentari. Questa condizione ostativa con un governo di tecnici non dovrebbe esistere, eppure la gestazione delle misure di deregulation è stata un entra-ed-esci. Risultato: i taxisti cantano vittoria, i farmacisti pure e gli Ordini hanno perlomeno allontanato l'amaro calice. Sia chiaro, la tesi tremontiana (e non montiana) secondo la quale la liberalizzazione dei taxi riguarda solo tre città risponde al vero, ciò non toglie però che nell'immaginario liberal la sconfitta della lobby del 3570 o del 4040 valga quanto una sanzione a Microsoft. E allora se il governo ha dovuto, almeno per ora, ritirarsi il motivo è sempre lo stesso, i modernizzatori non hanno un «popolo» da mobilitare mentre le lobby fanno presto a minacciare la paralisi del traffico o dell'aspirina. I consumatori si lamentano ogni giorno del servizio taxi, li vedete però andare in piazza per la liberalizzazione? E a loro volta le associazioni delle parafarmacie sono troppo deboli per reggere l'urto dei farmacisti. Idem per i giovani architetti e avvocati che sostengono la meritocrazia e non gli Ordini ma purtroppo non hanno sufficiente voce per far valere le loro istanze. Morale: un governo tecnico non deve far politica ma può spiegare all'opinione pubblica i vantaggi sistemici delle deregolazioni, senza un'operazione di questo tipo anche le piccole lobby ce la fanno a frenare.

Se questa è la lista dei rimpianti dei liberalizzatori sarebbe sbagliato omettere ciò che di innovativo il governo ha fatto. Liberalizzare gli orari del commercio e, soprattutto, dare all'autorità antitrust il potere di impugnare le delibere degli enti locali nell'affidamento dei servizi pubblici non è una novità da poco. È una picconata al nostro socialismo municipale. Per un governo classicamente incardinato sui partiti sarebbe stato molto più difficile assestarla.

Fonte: Corriere della Sera - Dario di Vico 15 dicembre 2011 | 7:58

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15/12/2011 12:18

LA MANOVRA - I TRASPORTI

Scioperi e pacchetti di voti,
la resistenza dei tassisti

La guerriglia delle auto pubbliche contro le liberalizzazioni


 

Piove, ma loro sono gli unici a non bagnarsi mai. Al posteggio di piazza della Madonna di Loreto, muovono lenti le macchine incontro ai turisti che saltellano sgocciolanti tra Palazzo Venezia e l'Altare della Patria. Liberalizzare non è un verbo che li tocchi. «Mbe'? È giusto così!», sbuffa Franco, barricadero di sempre, ripetendo un mantra classico della categoria: «Le licenze so' la nostra liquidazione. Lei la vorrebbe perdere la liquidazione? No? E manco noi».

Ora se ne stanno tranquilli, gli invincibili a tassametro, assaporando un'altra vittoria, l'ennesima. «Ma Tranquillo ha fatto 'na brutta fine», ridacchiano guardinghi. Il Campidoglio dista meno di cinquecento passi. E questa è stata terra di battaglia per i tassisti della Capitale e per quelli di tutt'Italia, da Milano a Napoli, da Trieste a Bari, che qui sono venuti a marciare su Roma nell'estate 2006, sventolando bandiere (spesso nere) contro la lenzuolata di Bersani (allora ministro dello Sviluppo economico) e strillando «saremo il vostro Iraq» a un già allora traballante governo Prodi. Bastò. Basta ancora.
«Esatto, non ci toccano. E sa perché?», s'infervora Alessandro Genovese, «perché la storia insegna che anche nei Paesi del Nord Europa, come l'Irlanda o la Spagna , sono tornati indietro da 'sta catastrofe della deregolamentazione. In Irlanda i colleghi si so' suicidati! Perciò non ci toccano». Non perché siete una lobby? «E dai! Va di moda 'sta storia. Ma la nostra è una lobby aperta a tutti. E poi le lobby vere c'hanno capitali». Genovese è il numero 2 dell'UGL, vice di Pietro Marinelli, uno dei gladiatori storici del sindacalismo tassinaro. A Milano, per dire, la guerriglia delle auto bianche non è stata meno virulenta. Dopo la paralisi della città nel 2003, i tassisti hanno affisso sui muri attorno a via Solferino foto e profili di giornalisti ed editorialisti del Corriere «colpevoli» di chiedere servizi migliori per gli utenti: «Soggetti pericolosi». Sotto casa del professor Giavazzi passavano con la consegna di strombazzare «giorno e notte». Da Napoli le truppe cammellate sono salite nel 2006 a rinfocolare la protesta romana. Ma per capire la questione bisogna affacciarsi nella Capitale, perché tutti i taxi alla fine portano a Roma, e tutte le proteste s'infilano nella storia di tribuni che hanno sterzato la bonarietà plebea del tassinaro di Aldo Fabrizi verso vicoli intasati di rabbia: buttandola in politica, oltre che in caciara. «Essere di destra per i tassisti non è una condizione dell'anima, semmai è una corsia preferenziale», ha scritto lieve Roberto Cotroneo. Marinelli, che ora evita i riflettori, era detto «P38» da giovane, non è difficile capire perché. Continua a ostentare sul braccio il tatuaggio della X Mas che l'ha reso famoso: «Lo rivendico. Ogni uomo deve tenere nel cuore Dio, patria e famiglia. Quanto alla Decima, avevo 23 anni». Suo nipote, Alessandro Migliazza, ex pugile, ammazzò per una corsa contesa un noleggiatore, simbolo della categoria più odiata dai tassisti. «Non è un killer», spiegò Marinelli al nostro Fabrizio Peronaci: «Gli ha dato solo un cazzotto, gliene avesse dati dieci...».

Questa storia non è tutta violenta, certo, ma la violenza, non solo fisica, l'attraversa. La prima giunta che provò a rosicchiare certe rendite di posizione consolidate fu quella di Rutelli. Il diessino Walter Tocci, vicesindaco, decise di «portare ai tassisti la libertà, nel senso inteso da Adam Smith». Risultato: 12 giorni di sciopero, minacce di morte a Tocci, e un trattamento speciale per Rutelli e famiglia: nel dice dice tra passeggero e autista, si cominciò a diffondere la fola che il sindaco avesse interessi nella società che gestiva i parcometri. Menzogna totale, rimasta però conficcata nella testa di molti romani. Di Veltroni si disse che per illuminare la galleria sotto il Quirinale avesse tolto elettricità agli ospedali. Balle, ma temutissime. Veltroni ammetteva in privato che i tassisti possono spostarti una campagna elettorale. Ma rivendica in pubblico un risultato: «Siamo gli unici a essere riusciti ad aumentare il numero dei taxi». Tra molti patemi.
«Io non sono mai stato fascista, ma ci siamo messi col centrodestra per legittima difesa», sostiene adesso Loreno Bittarelli, che ha conteso a lungo a Marinelli la leader ship della piazza tassinara, ha guidato le marce del 2006 e ora ha trovato un contegno da padre nobile: «Se Alemanno ha vinto, lo deve a me», ha detto di recente. Sul legame del nuovo sindaco con la constituency delle auto bianche molto s'è favoleggiato, talvolta a torto. Non si possono certo mettere in conto ad Alemanno le bandiere nere col teschio sventolate sul suo naso sotto il palco di via dei Cerchi durante la rivolta del 2006 o i saluti romani sulla scala del Campidoglio esibiti dai tassisti «liberati» nel maggio 2008 in occasione della sua vittoria elettorale. E tuttavia il primo sindaco romano di tradizione missina sentì il bisogno di rassicurare i suoi elettori in un non dimenticato incontro al parking del Gianicolo. E di piazzare l'avvocato del 3570, la sigla di Bittarelli, come consulente (non retribuito) dell'assessorato ai Trasporti. Ancora l'altro giorno ha applaudito, in nome della qualità del servizio, lo stop alla liberalizzazione delle licenze: «La direzione è giusta».

E il legame è antico, solido e gestito assieme a Storace e Gasparri. «Gianni non ci tradirà mai», ripete da sempre Bittarelli. Ma la battaglia sugli aumenti delle tariffe ha portato qualche amaro cartello di scherno ( «Minestraro », «Pinocchio »...) pure sotto il balcone del sindaco più amato. «Ci sono settori politici secondo cui i tassisti sono molto importanti... nella formazione dell'opinione pubblica», sorride l'economista Marco Causi, già assessore nella giunta Veltroni. Qualche suo compagno di partito ammette che questa propensione a cavalcare le auto bianche sia trasversale. E riscontrabile, in Regioni come l'Emilia o la Toscana, anche nelle file del centrosinistra.

Già. I voti alla fine non puzzano mai. «Chi si astiene dalla lotta, è un gran fijo de 'na ...», strillava Carlo Bologna, altro capopopolo di mille tafferugli, mentre i suoi fedeli saltavano addosso a cronisti e fotografi durante i diciassette giorni di fuoco del luglio 2006. Come Sordi nelle sue migliori interpretazioni. Perché, gratta gratta, sotto ogni tormento italico sempre spunta una commedia all'italiana.

Goffredo Buccini per il Corriere della Sera 15 dicembre 2011 | 11:06
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15/12/2011 12:34

Alessandro Campi: "Dopo i tassisti, salvati anche i farmacisti.
Per essere un governo guidato da un liberista storico avversario dei trusts, dei monopoli, nonché fautore della libera concorrenza, diciamo che sta facendo molto male e molto meno di ciò che ci si poteva aspettare."
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15/12/2011 22:08

Re:
Etrusco, 12/15/2011 12:34 PM:

Alessandro Campi: "Dopo i tassisti, salvati anche i farmacisti.
Per essere un governo guidato da un liberista storico avversario dei trusts, dei monopoli, nonché fautore della libera concorrenza, diciamo che sta facendo molto male e molto meno di ciò che ci si poteva aspettare."



Assurdo continuare a garantire il privilegio ai titolari di farmacia, ancora di più che non ai tassisti, sia perchè impatta molto più profondamente su tutta la popolazione nazionale, sia perchè conferma l'odiosa divisione proprio all'interno della categoria dei farmacisti.

Sono tutti laureati in farmacia, ma chi è titolare di farmacia è di serie A, chi non lo è è costretto a lavorare in subordine o nelle farmacie, inquadrato nel settore commercio, quindi senza riconoscimento professionale.

Attenzione allora a parlare di "farmacisti", come sempre la parola è tutto, la parola è comprensione, la parola è potere.

La casta che si difende, e si ribella al debole governo, è quella dei proprietari o titolari di farmacia, mentre i farmacisti, che in maggioranza non hanno questo privilegio, vengono ignorati e mantenuti in soggezione dai primi.

Un vero governo, con le palle, non avrebbe fatto la timida e re-ingoiata proposta limitata ai farmaci di fascia C, avrebbe semplicemente detto che chiunque ha una laurea in farmacia può aprire una farmacia dove e quando vuole, stop.

Tutti liberisti, tutti per la la libertà di azione, e poi a frignare sotto le sottane dello stato.

Non va bene il liberismo totale? OK, allora statalizziamo tutte le farmacie, non ci sono più titolari, solo dipendenti, al massimo concessionari paganti.

Un secolo fa, nella riforma del sistema sanitario, Giolitti affermava il principio che l’assistenza farmaceutica alla popolazione, e quindi l’esercizio della farmacia, è un’attività primaria dello Stato, esercitata direttamente dallo stesso attraverso gli Enti locali (comuni), oppure delegata a privati per l’esercizio, in regime di concessione governativa. Ne conseguiva che la farmacia, giacché concessione governativa ad personam, non poteva essere né comprata, né venduta, né trasferita per successione o a qualsiasi altro titolo.

Nemmeno questo va bene? Allora andate a ciapà i ratt, come si dice da queste parti.
[Modificato da fabius039 15/12/2011 22:08]
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Re: Re:
fabius039, 15/12/2011 22.08:



Assurdo continuare a garantire il privilegio ai titolari di farmacia, ancora di più che non ai tassisti, sia perchè impatta molto più profondamente su tutta la popolazione nazionale, sia perchè conferma l'odiosa divisione proprio all'interno della categoria dei farmacisti.

Sono tutti laureati in farmacia, ma chi è titolare di farmacia è di serie A, chi non lo è è costretto a lavorare in subordine o nelle farmacie, inquadrato nel settore commercio, quindi senza riconoscimento professionale.

Attenzione allora a parlare di "farmacisti", come sempre la parola è tutto, la parola è comprensione, la parola è potere.

La casta che si difende, e si ribella al debole governo, è quella dei proprietari o titolari di farmacia, mentre i farmacisti, che in maggioranza non hanno questo privilegio, vengono ignorati e mantenuti in soggezione dai primi.

Un vero governo, con le palle, non avrebbe fatto la timida e re-ingoiata proposta limitata ai farmaci di fascia C, avrebbe semplicemente detto che chiunque ha una laurea in farmacia può aprire una farmacia dove e quando vuole, stop.

Tutti liberisti, tutti per la la libertà di azione, e poi a frignare sotto le sottane dello stato.

Non va bene il liberismo totale? OK, allora statalizziamo tutte le farmacie, non ci sono più titolari, solo dipendenti, al massimo concessionari paganti.

Un secolo fa, nella riforma del sistema sanitario, Giolitti affermava il principio che l’assistenza farmaceutica alla popolazione, e quindi l’esercizio della farmacia, è un’attività primaria dello Stato, esercitata direttamente dallo stesso attraverso gli Enti locali (comuni), oppure delegata a privati per l’esercizio, in regime di concessione governativa. Ne conseguiva che la farmacia, giacché concessione governativa ad personam, non poteva essere né comprata, né venduta, né trasferita per successione o a qualsiasi altro titolo.

Nemmeno questo va bene? Allora andate a ciapà i ratt, come si dice da queste parti.



perfettamente d'accordo [SM=x44462]

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ENTRO IL 20 GENNAIO

Liberalizzazioni, Catricalà: decreto in arrivo

L'annuncio del sottosegretario: interverremo anche sulla Rai
«Gli evasori? Non avremo pietà. Spareremo ad alzo zero»


 

Il sottosegretario Catricalà negli studi di Porta a Porta (Ansa)Il sottosegretario Catricalà negli studi di Porta a Porta (Ansa)


 - Il governo Monti ingrana la marcia sulle liberalizzazioni. Il provvedimento del governo sarà un decreto, pronto «prima del 20» e riguarderà «tutti i settori». Lo ha detto a Porta a Porta il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, che ha parlato di «un provvedimento d'urgenza», specificando che «una legge avrebbe un periodo troppo lungo di gestazione».

IL METODO - A Catricalà, come a tutti gli altri esponenti del governo Monti, non sfuggono le fibrillazioni che animano la maggioranza, e in particolare il Pdl: «Attenzione - ha aggiunto - noi vogliamo dare il modo di esprimersi ai partiti». E il metodo scelto per mettere d'accordo tutti in una fase che si prospetta foriera di molti contrasti, è quello del dialogo: «Credo che dovremmo fare delle consultazioni con i partiti», ha spiegato Catricalà, aggiungendo nel merito che l'intervento riguarderá «tutti i settori: energia, assicurazioni, trasporti, farmacie, notai e acqua». Su quest'ultimo aspetto il sottosegretario ha ammesso che «c'è un problema: il referendum ha sconfitto le liberalizzazioni e ci impedisce un intervento diretto, ma pensiamo comunque a delle modifiche che non vadano contro il risultato referendario».

LE FARMACIE - Il sottosegretario ha quindi affrontato il tema delle farmacie: «Vogliamo ottenere risultati per i consumatori - ha spiegato -. Ci sarà un aumento della pianta organica in modo da avere i giusti sconti sui farmaci». Quindi, il capitolo notai: «Anche qui ci sarà un aumento particolarmente rilevante della pianta organica». Il nodo dei distributori di carburante: «Bisogna creare le situazioni per cui un benzinaio possa utilizzare la benzina con altri beni da vendere». Il sistema ferroviario: «Esistono storture che avvantaggiano le Ferrovie dello Stato, ci saranno norme per una maggiore facilità di accesso». E l'energia: «Lo scorporo di Eni e Snam non è una delle priorità indicate ma ci sono tanti altri rimedi per pagare meno il gas».

LA TV DI STATO - Catricalà ha parlato anche della Rai. Il piano all'orizzonte è una riforma della governance. Per il sottosegretario il governo può intervenire con «alcune misure di efficientamento» come ad esempio studiando una «governance diversa» o con interventi sul pagamento del canone. Materie come la privatizzazione di uno o più canali o sul servizio pubblico sono invece «di stretta competenza parlamentare».

IL RECUPERO DELLE TASSE EVASE - «Nessuna pietà verso gli evasori, spareremo ad alzo zero». Catricalà ha ribadito il messaggio più volte ripetuto nei giorni scorsi. Sottolineando che si tratta di un obiettivo primario del governo, perché «chi evade in un momento come questo tradisce la Patria». Anzi, «dobbiamo stringerci intorno ai controllori che combattono gli evasori». Catricalà accenna anche alla questione del concordato con la Svizzera: «Se serve farlo lo faremo ma non vogliamo dare l'idea che questo governo fa condoni».

Fonte: Corriere della Sera - 9 gennaio 2012 (modifica il 10 gennaio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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11/01/2012 12:03

A PROPOSITO DI LIBERALIZZAZIONI
La pagliuzza e la trave


Come Fiorello, che ne ricava un divertente video quotidiano su Twitter , ognuno di noi alla mattina va dal giornalaio, scambia due chiacchiere col benzinaio, saluta la farmacista, salta su un taxi. Sono giornate di grandi discussioni. Noi consumatori sosteniamo che se questi mestieri si aprissero a un po' di concorrenza, spenderemmo qualche euro in meno e avremmo qualche occupato in più. Loro ci mostrano i volti di gente modesta e lavoratrice, che di certo non ha passato le vacanze a Cortina, e che comincia a soffrire di una sindrome da accerchiamento. Su un punto hanno ragione: non meritano di portare da soli la croce dei ritardi italiani in materia di libero mercato, né di essere additati come l'ostacolo principale alla crescita.


L'altra sera in tv Antonio Catricalà ha detto che il governo sarà «senza pietà» con chi evade, e analoga inflessibilità ha annunciato nei confronti delle categorie cosiddette protette. Ma lo stesso sottosegretario, a una domanda sui vantaggi che porterebbe la separazione proprietaria tra Eni e Snam rete gas, ha invece risposto che «non è una priorità» del governo. Ora, poiché noi italiani paghiamo il gas fino al 50% in più del Paese più liberalizzato d'Europa, la Gran Bretagna (fonte Istituto Bruno Leoni), e poiché negli ultimi dieci anni abbiamo pagato il gas il 43,3% in più (fonte Cgia di Mestre), e poiché una famiglia tipo pagava 1.050 euro nel 2010 e ora ne paga 1.209 (fonte senatore Morando e onorevole Testa), ci domandiamo perché mai non sia una priorità intervenire in questo settore. Quanti giornalai e tassisti e farmacisti liberalizzati ci vogliono per fare un mercato del gas liberalizzato?


L'equità, stella polare dichiarata di questo governo, deve valere anche per i lavoratori autonomi e i professionisti. Prima di cercare la pagliuzza nell'occhio dei «piccoli» e dei «privati», bisogna rimuovere la trave in quello dei «grandi» e dei «pubblici». Sono infatti i mercati in cui il soggetto dominante è pubblico quelli dove c'è più grasso da raschiare. Negli ultimi 4 anni l'impennata maggiore l'hanno registrata le bollette dell'acqua (+25,5%) e i biglietti dei trasporti ferroviari (+23,6%), a fronte di un'inflazione del 4,9%. Si parla tanto di concorrenza nell'Alta velocità, ma pochi sanno che un recente decreto legge del governo Berlusconi proibisce ai concorrenti delle Fs sulle tratte regionali di effettuare fermate tra una regione e un'altra, con l'esplicita finalità di... evitare la concorrenza alle Fs, i cui treni locali sono sussidiati con i soldi dei contribuenti.

Quanto ci costa tutto ciò? E quanto ci costa spostare un conto corrente da una banca a un'altra? E quanto pesa sulle nostre bollette il grande business degli incentivi
che paghiamo non solo alle energie «rinnovabili» ma anche a quelle cosiddette «assimilate», al punto che in Italia in nome dell'ambiente diamo soldi perfino ai petrolieri?
E perché le tariffe della raccolta dei rifiuti urbani sono cresciute del 60% in 10 anni, e quelle delle assicurazioni auto 4 volte più dell'inflazione dal '94 a oggi? [SM=x44492]
Di barriere da rimuovere per liberare la crescita il governo ne ha dunque a sufficienza. Siccome è tecnico, non può avere timore di cominciare da quelle che proteggono i santuari più ricchi e più inaccessibili. [SM=x44493]

Antonio Polito11 gennaio 2012 | 9:09© RIPRODUZIONE RISERVATA
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11/01/2012 20:55

Re:
Etrusco, 1/10/2012 10:44 AM:

Liberalizzazioni, Catricalà: decreto in arrivo


...energia, assicurazioni, trasporti, farmacie, notai e acqua». Su quest'ultimo aspetto il sottosegretario ha ammesso che «c'è un problema: il referendum ha sconfitto le liberalizzazioni e ci impedisce un intervento diretto, ma pensiamo comunque a delle modifiche che non vadano contro il risultato referendario». >



Piano, il referendum ha bocciato la privatizzazione obbligatoria che veniva imposta alle società pubbliche che gestiscono l'acqua.

Se si vuole liberalizzare, che vuol dire che io, cittadino, posso liberamente ed individualmente scegliere da chi approvvigionarmi di acqua, e la mia scelta non è a vita, ma posso modificarla come e quando voglio, e qualcuno sorveglia che non si instauri un monopolio di fatto, e che quindi ci siano sempre più fornitori alternativi ed indipendenti, allora va benissimo, e non credo che contrasti con l'esito del referendum.

Come poi questo sia tecnicamente fattibile per l'acqua non è un mio problema, basta che non diventi una liberalizzazione fasulla come tante altre, cioè dove in realtà il fornitore del bene o del servizio è comunque uno solo, e c'è solo una pluralità di venditori che gestiscono in proprio solo la fatturazione.
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11/01/2012 21:14

fabius039, 11/01/2012 20.55:


... una liberalizzazione fasulla come tante altre, cioè dove in realtà il fornitore del bene o del servizio è comunque uno solo, e c'è solo una pluralità di venditori che gestiscono in proprio solo la fatturazione.




Infatti [SM=x44462]
Purtroppo in Italia di Liberalizzazioni vere, utili al mercato e soprattutto ai consumatori finali (maggiore Qualità, minori costi) non ce ne sono e dovremo aspettare ancora chissà quanto! [SM=x44465]

Siamo però capaci di creare società di servizi che in realtà lucrano sulle "microtruffe" che pochi avranno mai voglia o convenienza a denunciare... A proposito, iniziamo ad importare dagli USA la CLASS ACTION così come l'hanno loro, sarà utile anche per quando decolleranno le liberalizzazioni, non facciamoci trovare disarmati [SM=x44461]

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13/01/2012 10:33

LIBERALIZZAZIONI - LA BOZZA DEL DECRETO LEGGE

Norme generali sulle liberalizzazioni
e tutela dei consumatori

 

Art 1 (Liberalizzazioni delle attività economiche e riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese)

1. Fermo restando quanto previsto dal decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, sono abrogate le norme che prevedono limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso dell’amministrazione comunque denominati per l’avvio di un’attività economica a far data dal 30 ottobre 2012, con esclusione delle norme che disciplinano il servizio taxi e i servizi professionali che sono regolati dai seguenti articoli… (indicarli) 2. Per l’avvio delle attività per le quali sono stati soppressi, ai sensi del comma 1, i limiti numerici e i preventivi atti di assenso dell’amministrazione, si applica quanto previsto dal comma 6 dell’art. 34 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
3. Al fine di garantire lo sviluppo della concorrenza e la libertà di iniziativa economica privata, il mantenimento di un regime amministrativo volto a subordinare l’avvio di un’attività economica al previo rilascio di licenza, autorizzazione, nulla osta o preventivi atti di assenso dell’amministrazione comunque denominati, deve essere giustificato sulla base dell’esistenza di un interesse generale, costituzionalmente rilevante e compatibile con l’ordinamento comunitario, nel rispetto del principio di proporzionalità. I requisiti soggettivi e oggettivi per l’esercizio di un’attività economica devono essere individuati sulla base dell’esistenza di un interesse generale, costituzionalmente rilevante e compatibile con l’ordinamento comunitario, nel rispetto del principio di proporzionalità.
4. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più regolamenti, ai sensi dell’art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, allo scopo di individuare quelle attività per le quali permane l’atto preventivo di assenso dell’amministrazione, nel rispetto della norma generale di cui al comma 3 e in deroga a quanto stabilito dal comma 1. Con uno o più regolamenti adottati secondo la procedura di cui al periodo precedente, sono disciplinati, nel rispetto dei principi di cui al comma 3, i requisiti per l’esercizio delle attività economiche, i termini e le modalità per l’esercizio dei poteri di controllo dell’amministrazione. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato rende parere obbligatorio, nel termine di trenta giorni decorrenti dalla ricezione degli schemi di regolamento, in merito al rispetto del principio di proporzionalità. In mancanza del parere nel termine, lo stesso si intende rilasciato positivamente. 5. Sono escluse dall’ambito di applicazione del presente articolo, i servizi finanziari come definiti dall’articolo 4 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 e i servizi di comunicazione come definiti dall’art. 5 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 (Attuazione direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno) e le attività sottoposte a regolazione e vigilanza di apposita autorità indipendente.
6. Le Regioni adeguano la propria normativa ai principi stabiliti dal presente articolo.

Art. 2 (Libertà di praticare sconti)

1. Fatte salve le disposizioni di cui al decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145 e al decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 146, in materia di pratiche commerciali scorrette e di pubblicità ingannevole e comparativa, gli articoli 2 e 3 della legge 10 ottobre 1990, n. 287 e gli art. 101 e 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, ogni impresa che svolga attività commerciale anche al dettaglio, in qualunque settore merceologico, può decidere in autonomia il periodo nel quale effettuare sconti, saldi o vendite straordinarie, la durata delle promozioni e l’entità delle riduzioni.
2. Sono abrogate le norme vigenti che stabiliscono obblighi preventivi di comunicazione all’amministrazione, poteri amministrativi o limiti di qualunque tipo inerenti alle facoltà disciplinate dal primo comma. 3. Sono altresì abrogati l’articolo 15 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, l’articolo 3, comma 1, lettera f), limitatamente alle parole da “tranne” a “prodotti”, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni nella legge 4 agosto 2006, n. 248, e comunque ogni altra disposizione incompatibile con quanto stabilito ai commi 1 e 2.

Art. 3 (Sviluppo delle imprese e flessibilità sul lavoro)

Dopo il comma 1 dell’art. 18 della legge 20 maggio del 1970, n.300, è aggiunto il seguente: “1 bis. In caso di incorporazione o di fusione di due o più imprese che occupano alle proprie dipendenze alla data del 31 gennaio 2012 un numero di prestatori d’opera pari o inferiore a quindici, il numero di prestatori d’opera di cui al comma precedente è elevato a cinquanta”

Art. 4 (Norme a tutela e promozione della concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e a tutela dei consumatori)

1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, viene individuato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche nell’ambito dei dipartimenti esistenti, un ufficio che svolge le funzioni di tutela e di promozione della concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e di tutela dei consumatori.
2. La struttura individuata ai sensi del comma 1 del presente articolo svolge, in particolare, le seguenti funzioni: a) Monitora la normativa regionale e locale e individua, anche su segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, le disposizioni contrastanti con la tutela o la promozione della concorrenza; b) Assegna all’ente interessato un congruo termine per rimuovere i limiti alla concorrenza; c) Decorso inutilmente il termine di cui alla lettera b), propone al Presidente del Consiglio di sottoporre al Consiglio dei Ministri l’esercizio dei poteri sostitutivi di cui all’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131. d) Supporta gli enti locali nel monitoraggio e nelle procedure di dismissione delle loro partecipazioni societarie nei servizi pubblici locali; e) Ha il potere di proposta di cui all’articolo … del presente … (privatizzazioni); f) Svolge le funzioni di cui all’articolo … del presente … (clausole vessatorie). 3. Nell’esercizio delle funzioni di cui al comma precedente, l’ufficio individuato ai sensi del comma 1 del presente articolo, tramite funzionari appositamente autorizzati, può formulare richieste di informazioni a privati e enti pubblici. Le pubbliche amministrazioni sono tenute a collaborare con l’ufficio individuato ai sensi del comma 1 del presene articolo. Con regolamento adottato, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono disciplinati i poteri e le procedure istruttorie, in modo da garantire il contraddittorio, la piena cognizione degli atti, la verbalizzazione e la maggiore speditezza possibile dell’intervento amministrativo; sono inoltre disciplinati i rapporti tra la struttura e le altre amministrazioni pubbliche.
4. Il decreto di cui al comma 1 stabilisce anche l’organizzazione e il funzionamento dell’ufficio individuato ai sensi del medesimo comma.
5. I componenti, funzionari e i dipendenti dell’ufficio individuato ai sensi del comma 1 del presente articolo non godono di emolumenti aggiuntivi o di gettoni di presenza comunque denominati, operano con autonomia di giudizio, rispondono per gli atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni solo per dolo o colpa grave.

CAPO II TUTELA DEI CONSUMATORI
Art. 5(Tutela amministrativa contro le clausole vessatorie)

1. Al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 dopo l’articolo 37 è aggiunto il seguente “Art 37 bis (Tutela amministrativa contro le clausole vessatorie) 1. L’ufficio individuato ai sensi dell’articolo … , comma 1, del presente … è competente ad accertare, d’ufficio o su denuncia dei consumatori interessati, la vessatorietà delle clausole inserite nei contratti tra professionisti e consumatori.
2. Il provvedimento che accerta la vessatorietà della clausola è diffuso mediante pubblicazione su apposita sezione del sito internet istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sul sito dell’operatore che adotta la clausola ritenuta vessatoria e mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all’esigenza di informare compiutamente i consumatori.
3. Le imprese interessate hanno facoltà di interpellare preventivamente l’ufficio di cui al comma 1 in merito alla vessatorietà delle clausole che intendono utilizzare nei rapporti commerciali con i consumatori. Le clausole non ritenute vessatorie a seguito di interpello, non possono essere successivamente valutate dall’ufficio di cui al comma 1 per gli effetti di cui al comma 2. Resta in ogni caso ferma la responsabilità dei professionisti nei confronti dei consumatori.
4. In materia di tutela giurisdizionale, contro gli atti dell’ufficio di cui al comma 1, adottati in applicazione del presente articolo, è competente il giudice amministrativo in sede di giurisdizione esclusiva. È fatta salva la giurisdizione del giudice ordinario sulla validità delle clausole vessatorie e sul risarcimento del danno.

Art. 6 (Estensione del campo di applicazione delle azioni di classe)

All’articolo 140 – bis del codice del consumo di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, sono apportate le seguenti modificazioni: a) – al comma 2 lett. a) la parola “identica” è sostituita dalla parola “omogenea”; - Il comma 2 lett. b) è così sostituito: “b) i diritti spettanti ai consumatori finali di un prodotto o servizio nei confronti del relativo produttore, anche a prescindere da un diretto rapporto contrattuale; - Al comma 2 lett. c) è soppressa la parola “identici”. b) – al comma 3 le parole “senza ministero del difensore” sono sostituite dalle seguenti “anche senza il ministero del difensore”. - Al comma 3, terzo periodo, le parole “contenente,oltre all’elezione di domicilio, l’indicazione degli elementi costitutivi del diritto fatto valere con la relativa documentazione probatoria, è depositato in cancelleria, anche tramite l’attore” sono sostituite dalle seguenti “allegante l’omogeneità della fattispecie ed il rinvio agli elementi costitutivi del diritto fatti valere nell’atto introduttivo dall’attore principale, è depositato in cancelleria, anche tramite l’attore”. - Al comma 3 è aggiunto il seguente periodo: “L’adesione può essere comunicata, anche nel giudizio di appello, fino all’udienza di precisazione delle conclusioni”. c) – il comma 6 primo periodo è così sostituito “All’esito della prima udienza il tribunale decide con ordinanza sull’ammissibilità della domanda, ferma restando l’ammissibilità delle posizioni identiche, ma può sospendere il giudizio quando sui fatti rilevanti ai fini del decidere è in corso un giudizio davanti al giudice amministrativo”; - Al comma 6, secondo periodo le parole “quando è manifestamente infondata, quando sussiste un conflitto di interesse” sono soppresse e le parole “l’identità dei diritti individuali” sono sostituite dalle seguenti “l’omogeneità dei diritti” d) Al comma 7, secondo periodo, è sostituito dal presente “sul reclamo la corte d’appello decide con ordinanza in camera di consiglio entro e non oltre quaranta giorni dal deposito del ricorso”. e) Al comma 9, lettera a) la parola “individuali” è sostituita dalla seguente “omogenei”. f) Al comma 12 dopo le parole “dette somme.” sono aggiunte le seguenti “In quest’ultimo caso il giudice assegna alle parti un termine di novanta giorni per addivenire ad una conciliazione sulla liquidazione del danno. Il verbale di conciliazione costituisce titolo esecutivo. Scaduto il termine, il giudice liquida le somme dovute ai singoli aderenti”.

CAPO III SERVIZI PROFESSIONALI
Art. 7 (Disposizioni sulle tariffe professionali)

1. Sono abrogate tutte le tariffe professionali, sia minime sia massime, comprese quelle di cui al capo V, titolo III, legge 16 febbraio 1913, n. 89.
2. Al primo comma dell’articolo 2233 del codice civile, sono apportate le seguenti modificazioni: a) Le parole “le tariffe o” sono soppresse; b) Le parole “sentito il parere dell’associazione professionale a cui il professionista appartiene.” sono sostituite dalle seguenti “secondo equità.”.
3. Al primo comma dell’articolo 636 del codice di procedura civile, le parole da “e corredata da “ fino a “in base a tariffe obbligatorie” sono abrogate.
4. Alla legge 16 febbraio 1913, n. 89 sono apportate le seguenti modificazioni: a) Il comma 2 dell’articolo 74 è soppresso; b) All’articolo 79: la parola “379” è sostituita dalla parola “636”; le parole da “al pretore” fino a “competenza per valore” sono sostituite dalle seguenti: “al giudice competente che decide ai sensi dell’articolo 2233 del codice civile”; l’ultimo periodo è soppresso.

Art. 8 (Obbligo di comunicazione del preventivo)

1. Tutti i professionisti concordano in forma scritta con il cliente il preventivo per la prestazione richiesta. La redazione del preventivo è un obbligo deontologico e costituisce illecito disciplinare.
2. Nell’atto di determinazione del preventivo il professionista ha l’obbligo di indicare l’esistenza di una copertura assicurativa, se stipulata, per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale, la sua durata e il suo massimale.
3. Il presente articolo non si applica all’esercizio delle professioni reso nell’ambito del servizio sanitario nazionale o in rapporto di convenzione con lo stesso.
4. Entro novanta giorni dall’entrata in vigore del presente … i codici deontologici si adeguano alle previsioni del presente articolo.

Art. 9 (Accesso dei giovani all’esercizio delle professioni)
1. All’articolo 6 della legge 9 maggio 1989, n. 168, dopo il comma 3, è inserito il seguente: “ 3 bis. Le università possono prevedere nei rispettivi statuti e regolamenti che il tirocinio ovvero la pratica, finalizzati all’iscrizione negli albi professionali, siano svolti nell’ultimo biennio di studi per il conseguimento del diploma di laurea specialistica o magistrale; il tirocinio ovvero la pratica così svolti sono equiparati a ogni effetto di legge a quelli previsti nelle singole leggi professionali per l’iscrizione negli albi. Sono esclusi dalla presente disposizione i tirocini per l’esercizio delle professioni mediche o sanitarie. Resta ferma la durata massima dei tirocini prevista dall’articolo 33, comma 2 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214”.

Art. 10 (Estensione ai liberi professionisti della possibilità di partecipare al patrimonio dei confidi)
1. All’articolo 39, comma 7, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: “le piccole e medie imprese socie” inserire le parole: “e i liberi professionisti soci”.

Segue - Articoli dal 11 al 28

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Corriere della Sera 12 gennaio 2012 | 18:03

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14/01/2012 00:29

Le preannunciate misure di liberalizzazione (calma, aspettiamo la versione definitiva) fanno esultare le associazioni dei consumatori, e schiumare di rabbia chi ne è colpito.

Repubblica porta un titolo trionfalistico:


Liberalizzazioni, ogni famiglia risparmierà novecento euro all'anno
Il decreto sulla concorrenza verrà varato entro la prossima settimana. Soddisfazione delle associazioni dei consumatori. Secondo l'antitrust si guadagna un punto e mezzo di Pil

"FINALMENTE il governo ha ascoltato i consumatori". Esultano tutte le associazioni - da Adusbef a Federconsumatori, da Altroconsumo ad Adoc, dal Codacons al Movimento di difesa del cittadino - dopo la diffusione della bozza di decreto sulla concorrenza. L'arma segreta del governo Monti per rilanciare la crescita nella "fase due" dovrebbe vedere la luce entro il 20 gennaio e per ora raccoglie il plauso dei consumatori. "Le liberalizzazioni proposte, seppur non ancora confermate - dicono le associazioni - si allineano a quanto da noi richiesto". Motivo di tanto entusiasmo è il risparmio atteso dagli interventi a 360 gradi su benzina, farmacie, professioni, taxi, ferrovie, autostrade, servizi pubblici, treni, negozi. L'intera operazione di "deregulation" riporterebbe nelle tasche di ogni famiglia italiana almeno 900 euro l'anno grazie all'apertura dei diversi mercati e al conseguente abbassamento di prezzi e tariffe. Una ricaduta totale pari a 21,6 miliardi, un punto e mezzo di Pil, come confermato dall'Antitrust. Un dato tuttavia sottostimato, dicono gli esperti. I risparmi potrebbero essere più generosi anche per i benefici in termini di qualità dei servizi offerti.
Repubblica




Gli fa eco "Altroconsumo":


Professioni - notai e avvocati
Via tutte le tariffe professionali. Si stabilisce che la valutazione della correttezza delle parcelle debba attenersi semplicemente a un principio di equità, eliminando il diritto dell’associazione professionale di esprimere alcuna valutazione in materia.
il professionista sarà tenuto a presentare sempre un preventivo.
Dalle inchieste di Altroconsumo sui notai, nel caso di rogito per la compravendita di un appartamento, se i professionisti allineassero le proprie tariffe a quelle più basse si avrebbe una riduzione dei costi per il consumatore fino al 30%, con un risparmio su una parcella di 2.000 euro anche di 600 euro.
Sul fronte avvocati, oggi una causa di separazione semplice costa mediamente intorno a 1.500 euro. Se le parcelle si allineassero verso i valori più bassi, scenderebbero intorno a 1.000 euro, con un risparmio di oltre il 30%.

Altroconsumo



E tutti plaudono alla abolizione delle tariffe minime:


Professioni: abolizione delle tariffe minime, crescerà il numero dei notai
Messaggero



Per contro si alzano gli ululati di tutte le categorie interessate.

Calma e molto, ma molto gesso!

A prima vista si potrebbe pensare: vabbè, non so bene quale potrebbe essere l'effetto, ma se gli interessati strepitano vuol dire che ne sono colpiti, e quindi ne beneficiano i cittadini.

Uuuhm, sulla validità di quel "quindi" ci andrei cauto.
Non è per niente automatico che il danno di alcuni (ammesso che ci sia) sia un vantaggio della collettività.

E poi ragioniamo un attimo: tutti enfatizzano l'abolizione delle tariffe minime, peccato che fossero già state abolite nel 2006 dal decreto Bersani! Forse non se lo ricorda neanche lui, e nessuno se n'è accorto, benefici zero, poi, siamo sinceri, quando mai un avvocato o altro professionista ha applicato le tariffe minime?

Ma nessuno scrive nei titoli che si aboliranno anche le tariffe massime! Opperbacco, credo che questo ce ne accorgeremo.

E gli ingenui ottimisti di Altroconsumo che vagheggiano "Se le parcelle si allineassero verso i valori più bassi, scenderebbero intorno a 1.000 euro, con un risparmio di oltre il 30%". E perchè mai dovrebbero allinearsi al basso? Per spontanea e virtuosa scelta degli interessati? Perchè non si potranno allineare verso l'alto, che poi non ha più confini superiori?

Ha, dicono i simpatici paladini dei consumatori, ma c'è obbligatorio il preventivo!
Lo voglio vedere il preventivo di un avvocato, lo voglio proprio vedere!
Ma redarlo è, recita il decreto, "un obbligo deontologico e costituisce illecito disciplinare".
"Obbligo deontologico" fa ridere i polli, "illecito disciplinare" dovrebbe essere una sanzione irrogata dall'ordine professionale dell'inadempiente, cioè dai suoi colleghi e da quegli ordini professionali che si dovrebbero abolire. [SM=x44457]

Ragazzi, mettiamoci in testa che se in una legge, un decreto, quando si parla di un "obbligo" se non si dice con chiarezza chi deve fare i controlli, quali sanzioni sono irrogate, quando l'ente preposto alla sorveglianza pubblica i dati della sua attività, se non si prescrive tutto questo con chiarezza, tutto il resto sono chiacchiere!

Naturalmente tutte queste deregulation qualche semplificazione e vantaggio lo porteranno, ma molto marginali e spesso non in termini economici: se posso trovare più facilmente una farmacia aperta ne sono lieto, ma che questo mi faccia ridurre la mia spesa per medicinali non ci credo affatto, semmai su questo aspetto sarebbero utili dei molto più rigidi controlli nei piani alti dove nascono in maniera spesso oscura i prezzi dei farmaci, non sulla strada.


[Modificato da fabius039 14/01/2012 00:40]
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17/12/2013 20:24

Le liberalizzazioni sono servite solo per fare gli interessi delle lobby?

Nella tabella in basso uno dei dati, che potrebbe sembrare positivo, riguarda i servizi telefonici, ma e' ingannevole perche' attualmente l'Italia ha il costo piu' alto nell'Unione Europea ( Fonte: Il Fatto Quotidiano )
perche' l'evoluzione tecnologica in questo settore non e' stata rigirata all'utente finale.

LE PRIVATIZZAZIONE: NUMERI IMPIETOSI, UN VERO FLOP, LO DIMOSTRA UNO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE

Le liberalizzazioni? Non servono per rilanciare l’economia o i consumi. Anzi… Le recenti esperienze dell’ultimo quindicennio dimostrano l’esatto contrario. Ovvero che le liberalizzazioni fanno la felicità delle lobbies o dei grandi potentati economici che stanno dietro ai settori liberalizzati. E fanno male alle tasche dei cittadini e dei contribuenti, costretti a pagare persino quattro volte tanto rispetto all’andamento fisiologico dell’inflazione. Pertanto meglio evitarle, le liberalizzazioni.

La denuncia-provocazione è stata lanciata due settimane fa dalla Cgia di Mestre, il sindacato artigiano della Cgil per il Nord Est, attraverso un dettagliato studio che dimostra come le liberalizzazioni varate nell’ultimo ventennio hanno portato soltanto ad un’impennata dei prezzi, nettamente superiore alla crescita dell’inflazione, con una conseguente stangata occulta per i cittadini.

Un esempio?
E’ quello che la stessa Cgia bolla come il fallimento più clamoroso ovvero quello relativo alle assicurazioni sui mezzi di trasporto che, si legge nel report, dal 1994 ad oggi sono aumentate del + 184,1 %, contro un incremento dell’inflazione del +43,3%. In pratica un incremento superiore di oltre quattro volte rispetto al galoppare dell’inflazione.

Un altro esempio? Sempre nel periodo di riferimento compreso tra il 1994 ed il 2011 i costi dei servizi bancari/finanziari (costo dei conti correnti, dei bancomat, commissioni varie e via dicendo) sono aumentati mediamente del + l 09 ,2%, mentre l’incremento dell’inflazione è stato pari al +43,3%, dunque un incremento due volte e mezzo maggiorato rispetto a quello dell’inflazione.

Stesso discorso anche per i trasporti ferroviari che hanno fatto’ registrare un aumento dei prezzi molto consistente: tra il 2000 ed il 2011, sono aumentati del +53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al +27,1 %.

Se per i servizi postali l’aumento del costo delle tariffe è stato del +30,6%, pressoché pari all’incremento dell’inflazione avvenuto tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%). per l’energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell’inflazione (che tra il 2007 ed i 20 Il è stata del +8,4%).

Solo per i medicinali e i servizi telefonici le liberalizzazioni hanno portato dei vantaggi economici ai consumatori. Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%. Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011 le tariffe sono diminuite del . 15,7%, mentre l’inflazione è aumentata del 32,5%.

Insomma, liberalizzazione-flop! Da qui la denuncia-provocazione del segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: “Vuoi vedere che se il Paese rischia il collasso è colpa delle mancate liberalizzazioni dei taxi, dei farmaci di fascia C o delle edicole? In queste ore stiamo assistendo ad un vero e proprio attacco contro queste categorie, ma è possibile che non ci sia nessuno che alzi un dito e chieda conto alle assicurazioni, alle banche, alle ferrovie o alle societa’ del gas o delle autostrade sul fatto che le liberalizzazioni che ci sono state in questi ultimi 20 anni hanno prodotto aumenti esponenziali di prezzi e tariffe, recando vantaggi solo ai grandi potentati economici che stanno dietro a questi settori? Visto che le liberalizzazioni avvenute in passato nella stragrande maggioranza dei casi hanno dado luogo ad vera e propria impennata dei prezzi o delle tariffe, forse è un bene – ha continuato Bortolussi – per i consumatori che i taxi rimangano contingentati e i medicinali di fascia C con ricetta medica continuino ad essere venduti solo nelle farmacie comunali.

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