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In Chiesa e in tv attacchi all' inchiesta [pedofilia: asilo di Rignano Flaminio]

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2014 16:04
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Abusi, in chiesa e in tv attacchi all'inchiesta

di Dino Martirano


La vicenda di Rignano Flaminio
Abusi, in chiesa e in tv attacchi all'inchiesta


Il parroco di Rignano: "Concittadini che parlano troppo...
c'è chi cerca pubblicità."

Solidarietà all'arrestato dai colleghi di «Buona Domenica»



ROMA — Non solo a Rignano Flaminio, il paese alle porte della capitale nel quale sei adulti (tra i quali tre maestre) sono accusati di abusi sessuali nei confronti degli alunni della scuola «Olga Rovere»,
si consolida il fronte garantista che non crede alla bontà e alla professionalità delle indagini svolte dai carabinieri di Bracciano e dalla procura di Tivoli.
Il parroco di Rignano,
gli autori di «Buona domenica» di Canale 5 (colleghi di uno degli indagati)
e ora anche una nota psicologa
dell'Università La Sapienza avanzano pubblicamente i dubbi che accompagnano un'indagine delicatissima
destinata ad avere la sua prima verifica processuale il 2 maggio,
giorno entro il quale la procura dovrà depositare il fascicolo al Tribunale della libertà di Roma.
Entro i 10 giorni successivi, poi, i giudici del riesame dovranno decidere se confermare, modificare o cancellare le misure cautelari.

IL PARROCO — Don Enrico Rocchi, padre Henry per i parrocchiani, durante la messa domenicale
in cui una trentina di bambini di Rignano hanno fatto la prima comunione,
se l'è presa con quei concittadini che parlano troppo in televisione e sui giornali:
«Sono giorni tristi, ma qualcuno, proprio in questi giorni, sta cercando di farsi pubblicità.

Tutti vogliono parlare anche a rischio di violare il segreto istruttorio.
Rischio che io non voglio correre».
Poi, padre Henry ha anche lanciato un segnale a Rignano, al paese spaccato in cui si è svolta questa tragedia che per certi aspetti ancora oscilla tra l'inverosimile e il film degli orrori:
«Alcune pecorelle smarrite potrebbero avere portato fuori dal gregge altre pecorelle.
Ma noi preti siamo come i carabinieri, faremo di tutto per riportare tutte le nostre pecorelle nel gregge.
Siamo qui per dare conforto alla comunità».
Cosa avrà voluto dire?
Che, forse, qualcuno ha esagerato con le accuse contro sei concittadini che non c'entrano niente con questa storia?

SCALA A CHIOCCIOLA — Eppure l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Tivoli, Elvira Tamburelli, su richiesta del pm Marco Mansì, propone un impianto accusatorio da incubo basato sui racconti che 16 bambini hanno fatto ai genitori e alla psicologa.
Tra i vari indizi di colpevolezza c'è quello che si basa sul racconto fatto da uno degli alunni il 25 luglio scorso ai carabinieri:
«Ecco, da qui ci facevano uscire da scuola», disse il bimbo mentre era a bordo dell'auto dell'Arma che transitava davanti all'uscita secondaria della «Olga Rovere».
Una via di fuga tortuosa, attraverso una scala a chiocciola, il cui profilo a spirale è stato riscontrato nei disegni dei bambini.
Di lì, insiste il Gip, si poteva raggiungere in auto, in meno di tre minuti, l'abitazione di Gianfranco Scancarello, ovvero il più illustre degli arrestati perché, oltre ad essere il marito di una delle maestre coinvolte, è un autore televisivo di Canale 5 e di Sat 2000 (TV cattolica).
Tuttavia il metodo investigativo seguito dal pm e dalla polizia giudiziaria ora viene contestato duramente dalla professoressa Marisa D'Alessio (Psicologia dello sviluppo) della «Sapienza»:
«Trovo inaudito che le dichiarazioni dei bambini non siano state videoregistrate perché, a quell'età, il bambino ha il cosiddetto pensiero onnipotente».
Ovvero può non distinguere tra realtà e fantasia: «Al primo racconto dice la verità, ma poi, nel ripetere la medesima storia, finisce con il ricorrere alla fantasia magari influenzato da ciò che vorrebbero sentirsi dire gli adulti che lo ascoltano».

«BUONA DOMENICA» — Su Scancarello hanno preso posizione i colleghi di Canale 5,
la presentatrice Paola Perego e l'intero staff di autori di «Buona domenica» (Roberto Cenci, Stefano Jurgens, Cesare Lanza, Marco Luci, Marco Salvati e Silvia Zavattini):
«Siamo certi che Scancarello presto verrà scagionato da ogni accusa e da ogni dubbio.
Nel pieno rispetto della magistratura e delle famiglie dei bambini, vorremmo però ricordare che i processi non si fanno in tv e sui giornali...
Esprimiamo solidarietà al nostro amico Scanca: ha lavorato con noi, oggi è come se fosse qui con noi».

Dino Martirano
30 aprile 2007

[Modificato da Etrusco 30/04/2007 12.46]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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