Alessandra Mammì per “L’espresso”
Signor Hirst, non ha paura di diventare il più grande artista cattolico del XXI secolo?
"Impossibile, io non credo in Dio". "Se è per questo, forse non ci credeva neanche Rubens". "Ma lui era il pittore ufficiale della religione ufficiale, io do immagine a una nuova religione lavorando sul fallimento della vecchia".
La 'New Religion' di Damien Hirst è tutta contenuta in una scatola. Non quelle teche trasparenti con le carcasse di animali che lo hanno reso famoso, ma uno scatolone traslucido color latte, dall'apparenza minimalista, pieno di cassetti estraibili che tra oggetti e serigrafie contengono l'iconografia completa del Vangelo secondo Damien.
Z O O M
(La 'New Religion' di Damien Hirst)
Un contenitore a metà tra la 'Boîte-en-valise' di Marcel Duchamp, il kit da messa da campo dei nostri preti e una cassetta da pronto soccorso. Comunque un Ufo che sta portando il verbo nel mondo e dopo Londra, New York, Singapore, Oslo atterra a Palazzo Pesaro Papafava di Venezia l'8 giugno, in piena euforia da Biennale con mostra e libro da neo-catechismo a cura di Damiani editore.
La nuova religione di Damien Hirst è sintesi iconografica di scienza e cattolicesimo, dove le croci barocche tempestate di pietre dure diventano una croce di legno tempestata di policrome pillole di analgesici, aspirine e tranquillanti; dove accuratissime serigrafie propongono associazioni fra farmaci e martiri tipo il Tylenol per San Matteo o la codeina a San Bartolomeo; dove un pasticcone di paracetamolo è conservato in apposito contenitore imbottito di raso bianco come una santa ostia eucaristica.
C'è anche l'altare nel kit, una sottile lamina di legno chiaro su cui poggiare l'ostia chimica, la croce farmaceutica, più un sacro cuore d'argento martoriato di aghi da flebo e lamette da barba. Perché per questo ex Young British Artist nato nel 1965 a Bristol, la religione è soprattutto quella cattolica di Santa Romana Chiesa. La più ricca di simboli e metafore, la più narrativa e terribile, la più melodrammatica e, nei secoli, padrona e sostegno dell'arte occidentale.
Lei Parla di New Religion, ma nella scatola l'unica religione presente è quella cattolica piena di croci, santi martiri, riferimenti a parabole e miracoli.
"Sono stato educato come cattolico e questo resta un'impronta indelebile. Ma soprattutto ho vissuto alcuni mesi in Messico. Lì la religione cattolica, più le reminiscenze delle culture maya e azteca hanno creato un sistema di simboli e icone davvero terrificante. Un bagno di sangue, continui riferimenti al martirio e la morte ovunque presente. Il tutto in una ricchezza di immagini irresistibile per un artista".
(The Fate of man di Damien Hirst)
Che hanno per esempio ispirato 'The Fate of Man', quell'impressionante calco in argento di un teschio pieno di denti che fa parte del kit.
"È il teschio di un bambino di dodici anni con sotto i denti da latte e sopra quelli permanenti, già formati che stanno per spuntare. Lo vendevano su eBay in un sito che si chiama 'The Bone Room'. Ne rimasi assolutamente scioccato, all'epoca i miei figli avevano appunto circa 12 anni".
Eppure lo ha comprato per farne un'opera.
"Lo choc mi ha fatto pensare che in arte la rappresentazione del teschio corrisponde sempre a quella di un adulto. Noi lo guardiamo e pensiamo all'immagine di un vecchio, alla conclusione del ciclo naturale delle cose. Il teschio di un bambino invece non è naturale, è terribile. Non ha giustificazione, suscita rabbia, orrore, non fa credere in Dio".
Ma lei ha detto che non crede in Dio.
"Non si può credere che esista un Dio e non intervenga in un mondo che è un continuo bagno di sangue, dove la violenza e i massacri sono sul ciglio della nostra porta. Siamo arrivati a un tale punto di follia che la vecchia religione non basta. Ma di fronte alla paura che ci perseguita abbiamo bisogno comunque di credere in qualcosa: nell'onnipotenza di Dio, nel potere della medicina, oppure nelle fate".
O nella somma di tutto questo, come fa lei sommando cose diverse come scienza e religione.
"La medicina e la religione non sono affatto diverse, hanno da sempre molte cose in comune. La croce per esempio, che è il logo di Cristo e delle farmacie, la stessa uniforme degli officianti ovvero il camice del medico e la tunica del prete, l'ostia e la pillola che portano la salvezza attraverso la bocca, lo stetoscopio attorno al collo del medico e la stola al collo del sacerdote. Se poi si approfondisce, identica è anche la missione: tutte e due combattono la morte, tutte e due regalano speranza, tutte e due puntano alla vita eterna, tutte e due creano fiducia e consenso sui meccanismi della paura".
(The Wounds of Christ di Damien Hirst)
Già ma la prima si rivolge all'anima e la seconda al corpo
"Anche qui i destini si intrecciano. E così, ecco che il cattolicesimo promette la salvezza dell'anima, ma lo fa mettendo in scena il corpo: cuori sanguinanti, ferite, piaghe, stimmate, orridi martirii con pelli scuoiate e santi in graticola. Mentre la scienza, che di sangue e corpo si occupa, tende a rappresentarsi in forma spirituale e astratta: pillole sferiche, polveri immacolate, boccette dalle forme essenziali, alambicchi trasparenti. Prendiamo il sacro cuore della scatola, è ferito ma di un argento pulito e incontaminato, quasi sterile. L'aspetto clinico e quello emozionale si sommano in nuova immagine".
Quella della New Religion?
"Appunto. La scienza tende a un'essenza realistica, la religione invece è romantica. Io credo che la nuova religione debba essere più scientifica e la nuova scienza più fideistica".
Ma lei comunque che non è prete né scienziato: da artista che ruolo si ritaglia?
"Tutte le istituzioni del potere usano l'arte come forte strumento di persuasione. Senza l'arte non si convince nessuno, senza l'arte non si crea consenso. Neanche il denaro ha il potere dell'arte, in fondo una banconota è una pittura e una moneta è una scultura. Senza immagine la banconota è solo un pezzo di carta. Anche la scienza usa i simboli dell'arte e della religione per far prendere le medicine".
(The Last Supper di Damien Hirst)
Cosa intende dire?
"Per esempio che l'aspirina con il suo pasticcone bianco assomiglia a un'ostia. Crede che sia un caso?".
Ma questa chiesa mobile chiusa in una scatola cos'è davvero: una provocazione, un gioco surrealista, un nuovo credo?
"L'idea del gioco surrealista non mi dispiace. Mi sento vicino ai surrealisti. Per il resto guai se gli artisti cercano di dare risposte. Noi siamo al mondo solo per porre delle domande".
Dagospia 28 Maggio 2007
[Modificato da Etrusco 28/05/2007 22.02]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.