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Battesimo e Sbattezzo

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2007 13:29
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Cosa comporta l'essere cattolico battezzato anche se non si è più praticanti (pur rimanendo cristiani)
Sbattezzo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Il termine sbattezzo indica le procedure che formalizzano l'uscita da una religione che preveda il battesimo come sacramento di adesione, dalla relativa comunità e/o dai relativi enti religiosi.

Queste procedure vengono praticate da persone che non si riconoscono nella religione e/o nella comunità di fedeli a cui - spesso solo formalmente - appartengono.
Ciò può accadere quando chi aveva precedentemente scelto di aderire ad una religione muta di orientamento,
oppure quando chi era stato inserito nei ranghi di una religione per scelta fatta da altri al posto suo
(tipicamente dai genitori al posto di un figlio neonato)
esprime un proprio orientamento e decide di formalizzarlo.

In genere, con lo sbattezzo si richiede la cancellazione del proprio nominativo o l'inserimento di una annotazione correttiva
nelle liste di persone che hanno avuto somministrato il battesimo, o comunque da liste ed elenchi tenuti dagli enti religiosi,
al fine di interrompere qualsiasi residuo contatto formale dopo il maturato distacco spirituale e ad evitare che la persona richiedente lo sbattezzo possa ulteriormente essere in qualche modo connotata come fedele contro la propria intenzione.


* 1 Lo sbattezzo nel mondo
o 1.1 Italia
o 1.2 Germania
o 1.3 Belgio
* 2 Lo sbattezzo secondo le chiese
o 2.1 Chiesa Cattolica
* 3 Lo sbattezzo dal punto di vista di chi lo richiede
o 3.1 Atei e agnostici
o 3.2 Cristiani
+ 3.2.1 Testimoni di Geova
* 4 Note
* 5 Voci correlate
* 6 Collegamenti esterni




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Briscola IperCafonica 2012
13/09/2007 13:14

La dichiarazione di sbattezzo,
la sua notifica alle autorità ecclesiastiche ha anche effetti giuridici civili,

perché libera l' affiliato da qualsiasi dovere giuridico verso la setta alla quale è appartenuto
(è il caso della dichiarazione di abiura per gli ebrei, della quale quella di sbattezzo è l' equivalente )
ed inibisce agli organi ecclesiastici della confessione di esercitare,
malgrado quanto previsto dal diritto interno della confessione,
qualsiasi atto di giurisdizione avente rilevanza o effetti civili.


Per fare un esempio concreto la notifica della dichiarazione con la quale il firmatario si ritiene sbattezzato al parroco della parrocchia presso la quale fu amministrato il battesimo, e/o al vescovo della diocesi di residenza,
inibisce loro di compiere qualsiasi atto avente rilevanza civile quali ad esempio dichiarazioni pubbliche, rilievi, osservazioni relative alla condotta morale e religiosa dello sbattezzato.
Nel caso in cui, malgrado la comunicazione all'autorità ecclesiastica, ciò avvenga, colui che ha notificato la propria dichiarazione di sbattezzo può richiedere la tutela dell'ordinamento civile contro ogni abuso dell'autorità ecclesiastica.
La notifica della dichiarazione di sbattezzo costituisce inoltre attiva testimonianza del rifiuto dell'appartenenza confessionale in uno stato che ci vuole e ci presume tutti credenti o comunque affiliati, per effetto dell'incorporazione battesimale, ad una chiesa.
E' una forma di reazione all'indifferentismo in materia religiosa che sfocia in un rifiuto attivo di ogni settarismo coatto.



www.abanet.it/papini/anticler/sbattezzo.html


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Briscola IperCafonica 2012
13/09/2007 13:29

PERCHÉ CANCELLARE GLI EFFETTI DEL BATTESIMO?

Non certo per fare un contro-rito vendicativo: nessuna associazione laica lo riterrebbe una cosa seria.

Ci sono invece motivazioni ben più importanti per “sbattezzarsi”:

* per coerenza: se non si è più cattolici non v’è alcuna ragione per essere considerati ancora tali da chi non si ritiene più degni della propria stima;
* per mandare un chiaro segnale a tutti i livelli della gerarchia ecclesiastica;
* per una questione di democrazia: troppo spesso il clero cattolico, convinto di rivolgersi a tutta la popolazione della propria parrocchia, “invade” la vita altrui (pensiamo alle benedizioni natalizie o, più banalmente, al rumore prodotto dalle campane). Si crea così una sorta di “condizionamento ambientale” e si diffonde la convinzione che bisogna battezzare, cresimare, confessarsi e sposarsi in chiesa per non essere discriminati all’interno della propria comunità. Abbattere questo muro, rivendicando con orgoglio la propria identità di ateo o agnostico, è una battaglia essenziale per vivere in una società veramente libera e laica.
* per la voglia di far crescere il numero degli “sbattezzati”, contrapponendolo alla rivendicazione cattolica di rappresentare il 97% della popolazione italiana;
* perché si fa parte di gruppi “maltrattati” dalla Chiesa cattolica: gay, donne, conviventi, ricercatori…
* per rivendicare la propria identità nei passaggi importanti della propria vita. Non essere più cattolici comporta l’esclusione dai sacramenti, l’esclusione dall’incarico di padrino per battesimo e cresima, la necessità di una licenza per l’ammissione al matrimonio (misto), la privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di ripensamento da parte dell’interessato. Significa quindi non dover sottostare alle richieste del proprio futuro coniuge di voler soddisfare la parentela con un rito in chiesa, non vedersi rifilare un’estrema unzione (magari mentre si è immobilizzati), e avere la relativa sicurezza che i propri eredi non effettueranno una cerimonia funebre in contrasto con i propri orientamenti.
* il catechismo della Chiesa cattolica ricorda (nn. 1267 e 1269) che il battesimo «incorpora alla Chiesa» e «il battezzato non appartiene più a se stesso […] perciò è chiamato […] a essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa».
Qualora non lo siano, le autorità ecclesiastiche sono giuridicamente autorizzate a “richiamare” pubblicamente il battezzato.
Nel 1958 il vescovo di Prato definì “pubblici peccatori e concubini” una coppia di battezzati sposatasi civilmente.
La coppia subì gravi danni economici, intentò una causa al vescovo e la perse:

essendo ancora formalmente cattolici, continuavano infatti a essere sottoposti all’autorità ecclesiastica.
Ogni prelato può dunque tranquillamente permettersi esternazioni denigratorie nei confronti dei battezzati: perché rischiare?
* perfino per un vantaggio economico: se si è battezzati e capita di dover lavorare, anche saltuariamente, in Paesi come la Germania o l’Austria, si finisce per essere tassati per la propria appartenenza alla Chiesa cattolica, e in modo assai salato (anche 60 euro al mese su uno stipendio di 2.000 euro…).

Ma tante altre ancora possono essere le motivazioni:
non c’è certo bisogno di ricevere suggerimenti da parte dell’UAAR!

www.uaar.it/laicita/sbattezzo/


_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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