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Afef Jnifen

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2017 07:29
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AFEF, IL BRACCIO VIOLENTO DELLE DONNA: “Sì ALLA CASTRAZIONE CHIMICA”
- “gli stupratori SONO ANIMALI CHE non rispettano le regole fondamentali dell’umanità. perché NON renderli inoffensivi?”
– “GLI STRANIERI CHE STUPRANO TORNINO A CASA LORO”…

Luca Ubaldeschi per "La Stampa"


«Chi commette uno stupro è un animale feroce e con le bestie che rappresentano un pericolo non ci sono alternative,
bisogna neutralizzarle, renderle inoffensive».


afef jnifen

In che modo?
«Con condanne pesanti e interventi ancora più radicali. La castrazione chimica?
Certo
, da tempo sostengo che sarebbe utile».

Afef Jnifen, tunisina, conduttrice televisiva e moglie di Marco Tronchetti Provera, è nota per non essere una simpatizzante leghista. Ma da donna che ha il coraggio di dire ciò che pensa, di fronte all'escalation di violenze sessuali non si preoccupa di ritrovarsi allineata alle posizioni del Carroccio se questo significa sostenere qualcosa di cui è profondamente convinta.

«Perché su questi temi non c'entra essere di destra o di sinistra.
C'entra garantire la sicurezza delle persone. So che la frase può apparire uno slogan, ma è davvero così».

E quindi si arriva alla castrazione chimica per gli aggressori?

«Guardi che è una soluzione già dibattuta e affrontata in altri Paesi europei.
Un'iniezione ogni 3 o 6 mesi accompagnata da un trattamento psicologico a chi è in carcere per violenza sessuale per evitare che una volta tornato in libertà compia un'altra aggressione.
L'anno scorso il presidente francese Sarkozy arrivò a proporre di creare un ospedale dedicato a curare i responsabili di stupri».

Lei sa che la castrazione chimica è oggetto di grandi polemiche. C'è che parla di legge del taglione. Che ne pensa?
«Penso che gli stupratori siano persone che non rispettano le regole fondamentali dell'umanità.
Quindi non vedo perché dovremmo avere scrupoli nel renderli inoffensivi.

Legge del taglione? E sia.
Mi risulta che nei Paesi dove c'è molta severità le aggressioni siano poche».


E nei Paesi arabi?
«Rarissime. Certo, esistono casi, ma mi creda, prima di toccare una donna un uomo ci pensa davvero più di una volta perché sa di andare incontro a pene durissime.
C'è chi evoca la pena di morte. Io dico no, ma certo non si può pensare che un violentatore se la cavi con poco e che magari un anno e mezzo dopo il fatto una ragazza incontri per strada, libero, l'uomo che l'ha violentata. E' successo ed è folle».

Il governo annuncia di voler impedire la concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. Come giudica questa misura?
«Era ora che si svegliassero, avrebbero dovuto farlo prima. Trovo vergognoso, di più, allucinante, che fosse permesso andare agli arresti domiciliari».

In diversi degli ultimi casi c'è stata la responsabilità di stranieri, circostanza che ha aumentato le tensioni sociali. Qual è la sua opinione?
«Se il colpevole è un immigrato, dopo la condanna ci deve essere un accordo perché il Paese di origine lo riprenda.
E' impensabile che l'Italia debba pagare anche il suo mantenimento in carcere.
Non ho dati in proposito, ma se la maggioranza degli episodi vede coinvolti stranieri, come pare leggendo i quotidiani di questi giorni, è una ragione ulteriore per avere norme più severe.
Non accetto l'idea di "importare" delinquenti».


Stupro
C'è chi comincia a mobilitarsi, si torna a parlare di ronde.

Le fanno paura?
«Sono contro chi voglia farsi giustizia da sé, ma se ronda vuol dire un gruppo di cittadini che controlla il territorio e segnala alla polizia i problemi, beh, allora va bene.
D'accordo, è un fallimento del sistema, ma li capisco. Non si sentono tutelati ed è molto grave che un Paese non trasmetta sicurezza. La debolezza dello Stato, tra l'altro, incoraggia chi vive fuori dalla legge».

Ma non c'è il pericolo che si scateni una caccia all'uomo? Meglio, una caccia allo straniero?
«Sì, il rischio esiste. E' compito di un governo fare in modo che non si arrivi a tanto, mentre qui c'è un deficit di prevenzione».


Luca Ubaldeschi per "La Stampa" [16-02-2009]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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