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Nel regno dell'uccello Mandolino

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2007 16:30
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01/10/2007 16:30

Nel regno dell'uccello Mandolino

di Lillo&Greg
per Kataweb Viaggi


Un viaggio sulle orme di un animale rarissimo. Un esempio di come contribuire in poche, disastrose, mosse all'estinzione di una specie. I Viaggi



Ancora un viaggio naturalistico per osservare da vicino un animale che purtroppo si sta inesorabilmente estinguendo: l’uccello Mandolino. L’uccello Mandolino, chiamato così perché è un uccello, vive nelle foreste di Santo Eggionni, un’isola dell’arcipelago delle Morositas. Ci avventuriamo all’interno dell’intricata vegetazione per raggiungere l’habitat del variopinto volatile. Anur, La guida, ci informa che ne è rimasta una sola coppia ma che la femmina ha appena deposto le uova, situazione che ci fa ben sperare nel proseguimento della specie. Anur non fa in tempo ad avvertirci di fare attenzione quando un inquietante rumore ci paralizza. Sotto i miei piedi si spande una poltiglia arancione. Anur è esterrefatto, poi con gli occhi sbarrati sussurra a mezza bocca: “vi stavo appunto per dire che la femmina dell’uccello Mandolino depone abitualmente le uova nei sentieri creati dall’uomo…”.

Da una parte siamo costernati, dall’altra ci viene da dire “ma ti sembra un posto normale dove deporre le uova?!!”. Ormai è andata, inutile fustigarsi, continuiamo il cammino che dovrebbe condurci all’incontro ravvicinato con gli ultimi esemplari rimasti. “Di cosa si nutre l’uccello Mandolino?” chiedo curioso ad Anur. “Solo di fiori di Paupilya Arcantis, una rarissima pianta locale…”. Mentre Anur mi illustra minuziosamente le proprietà nutritive di questi fiori sopraggiunge Greg con del fogliame in mano: “Guardate che cespuglio di basilico che ho sradicato!!! Stasera faccio il pesto!!!” urla eccitato. Ancora una volta lo sguardo atterrito di Anur seguito da poche e strozzate parole: “…è un cespuglio di Paupilya Arcantis…” “Ammazza! È uguale al basilico!” aggiunge Greg con l’aria di un innocente infante.

Proviamo maldestramente a ripiantare il cespuglio ma le radici spezzate non ci fanno presagire un roseo futuro per il
vegetale.

Arriviamo finalmente alla meta ma dell’uccello Mandolino nemmeno l’ombra. Dopo due ore di ricerche ci arrendiamo e decidiamo di tornare alla Jeep che ci aspetta nella radura appena al di fuori della foresta. Chiedo ad Anur di farmi guidare perché soffro la macchina e la strada tortuosa che ci aspetta potrebbe procurarmi spiacevoli conati di vomito.

“C’è la possibilità che l’uccello Mandolino si accoppi nuovamente?” chiedo ad Anur mentre avvio il fuoristrada. “Certo…anzi è auspicabile dato il danno che abbiamo fatto schiacciando le uova!” risponde Anur piccato per l’accaduto. “Quando e dove si accoppiano generalmente?” “In qualsiasi momento” continua Anur “il problema è che è molto difficile che la femmina resti gravida, comunque amano congiungersi fuori dalla foresta negli spazi apert...” Le parole di Anur sono interrotte da un violento sobbalzo della Jeep. Scendiamo a guardare e la scena che ci si pone davanti è raccapricciante. Il maschio e la femmina dell’uccello Mandolino, uno sopra l’altra, schiacciati dalla ruota del fuoristrada.

Nessuno di noi dice una parola. Ci rimettiamo in viaggio in un silenzio tombale. Solo dopo una mezz’ora Greg, per rompere il ghiaccio chiede ad Anur: “quanto ha contribuito l’uomo all’estinzione dell’uccello Mandolino?”. Anur lo centra con un destro.
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