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Ancora sull'Inquisizione: condanne, torture e roghi o esagerazioni dei nemici della Chiesa?

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2007 01:09
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02/10/2007 19:17

Per par condicio, in questo forum di komunisti miscredenti [SM=x44452], riporto anche l'altra campana, di alcuni studiosi che tentano di "ammorbidire" il ruolo della Chiesa in quei frangenti:




Tratto da Cristianità, 23 (1995) marzo, n. 239, p. 24-26



I pregiudizi sulla storia della Chiesa sono numerosi e tenaci, radicati non solo nei ceti intellettuali più sensibili alle influenze della cultura laicista ma anche in molti cattolici, affetti da un ingiustificato complesso d'inferiorità a causa di una scarsa conoscenza della loro storia.

Esempio classico del radicamento di tali pregiudizi è l'esistenza, ancora oggi, di una "leggenda nera" sull'Inquisizione, costruita dall'Europa protestante nel Cinquecento, alimentata dai libelli degli illuministi nel Settecento e ripresa dalla letteratura popolare ottocentesca di ispirazione massonica. Eppure l'Inquisizione, grazie alla prescrizione, sempre rispettata, di mettere per iscritto le fasi della procedura, le deposizioni e le testimonianze, è una delle poche istituzioni del passato su cui è disponibile una quantità di dati tale da rendere impossibile ogni travisamento storico. Infatti, gli studiosi che negli ultimi anni hanno cominciato a esplorare l'imponente documentazione archivistica si sono trovati, con stupore, al cospetto di tribunali dotati di regole eque e di procedure non arbitrarie.


Tuttavia, se l'immagine dell'Inquisizione sta mutando, e in senso favorevole, presso gli specialisti, i risultati della rinnovata ricerca storica sono poco conosciuti al di fuori della cerchia ristretta degli addetti ai lavori. Pertanto è quanto mai opportuna l'iniziativa della casa editrice Leonardo, che ha dato alle stampe il volume Elogio della Inquisizione -traduzione della voce Inquisition, scritta da Jean-Baptiste Guiraud per il Dictionnaire apologétique de la foi catholique, edito fra il 1911 e il 1913-, allo scopo di mettere a disposizione di un vasto pubblico un testo noto finora soltanto ai frequentatori di biblioteche specializzate.


L'INQUISIZIONE MEDIOEVALE
(sintesi di Alleanza Cattolica)

L'Inquisizione nasce verso la fine del Medioevo propriamente detto, non a fronte di eretici immaginari ma come reazione agli eccessi reali di movimenti come i catari, portatori di un "totalitarismo della morte" apologista del suicidio e dell'omicidio degli oppositori, e -più tardi- come i dolciniani, impegnati a mettere a ferro e a fuoco i villaggi in nome di un'utopia comunistica.

Fino al secolo XII le eresie erano state contrastate solo con mezzi spirituali, perché propugnavano deviazioni di contenuto esclusivamente teologico, ma le cose cambiano con la nascita di eresie a carattere popolare, in cui dal dissenso sulla dottrina si passava alla critica eversiva dell'assetto istituzionale.

Poiché la fede dava forma a tutta la società medievale, chi attentava all'integrità della fede insidiava mortalmente la società civile; per questo motivo le eresie suscitavano spesso riprovazioni più violente tra i laici che tra i religiosi.

La Chiesa dunque è costretta a intervenire per controllare e frenare una reazione nata dal popolo e gestita, non sempre con il necessario discernimento, dalle autorità civili. Nel 1231, Papa Gregorio IX nomina i primi inquisitori permanenti, chiamando a svolgere questo ruolo i Domenicani e, poco dopo, anche i Francescani.

Gli inquisitori sono, in genere, persone dotte, oneste, di costumi irreprensibili, zelanti della fede. Essi devono essere esperti di teologia, condurre una vita virtuosa e avere almeno quarant'anni di età. L'immagine dell'inquisitore ignorante è dunque falsa. Bernard Gui, protagonista del libro di Umberto Eco, Il nome della rosa, era procuratore generale dell'ordine domenicano: "per la sua vasta produzione, specialmente storica, la ricca e minuta informazione e lo studio dell'esattezza, il G(ui) è considerato uno dei più notevoli storici del Trecento, come pure il migliore storico domenicano del medioevo" (Enciclopedia Cattolica, voce Gui, Bernard).

L'inquisitore era competente a giudicare solo i battezzati; pertanto, gli ebrei e i musulmani non ricadevano sotto la sua giurisdizione.

Giunto sul luogo designato alla sua azione, egli concede il perdono a tutti gli eretici che entro un certo termine, denominato "tempo di grazia", si presentano spontaneamente e abiurano l'errore. Alla scadenza, i sospettati di eresia sono citati a comparire davanti all'inquisitore e interrogati a piede libero.

Una novità per l'epoca è costituita dalla presenza del notaio, che ha l'obbligo di mettere per iscritto tutte le fasi del procedimento. L'inquisito poteva avvalersi dell'opera di un avvocato, che doveva consigliarlo nell'impiego dei mezzi procedurali.

Per quanto riguarda la tortura, è falsa l'affermazione secondo cui se ne faceva un uso generalizzato e indiscriminato. Le disposizioni erano molto dettagliate: non doveva provocare spargimento di sangue o mutilazioni, né porre l'imputato in pericolo di morte; doveva essere dosata secondo la gravità del crimine e non poteva durare più di un quarto d'ora.

L'impressione popolare che la camera di tortura inquisitoriale fosse teatro di raffinatissime scene di crudeltà, di modi ingegnosi di infliggere l'agonia e di una insistenza criminale nell'estorcere le confessioni, è l'esito della propaganda degli scrittori a sensazione, che hanno sfruttato la credulità di molti. Questa immagine persiste ancora oggi, soprattutto perché si eseguono confronti molto superficiali tra le tecniche adottate dall'Inquisizione e le atrocità proprie degli Stati totalitari moderni.

E' falsa anche l'affermazione secondo cui l'inquisitore decide in poche ore e senza appello sulla sorte dell'imputato. Infatti, proprio l'Inquisizione inventa la giuria, composta da un numero indeterminato di probi viri, che si pronunciavano sulla questione e, eventualmente, sulla pena da infliggere.

Quanti confessavano e abiuravano il proprio errore, mettendosi in regola con Dio e con gli uomini, erano soggetti solo a lievi penitenze, quali elemosine, digiuni, pellegrinaggi.

La condanna al carcere poteva comportare una breve detenzione oppure la prigionia "perpetua e irremissibile". In realtà, la detenzione definita "perpetua" non durava più di cinque anni, se il detenuto si pentiva, e quella "irremissibile" circa otto; condanne come quella "al carcere perpetuo per anni uno" sono di ordinaria amministrazione nei dispositivi inquisitoriali. La pena dell'ergastolo, che nell'ancien régime non era prevista, sarà una "invenzione" del Settecento illuminista.

Nei casi più gravi il colpevole è consegnato al braccio secolare per l'applicazione delle pene stabilite dalle leggi civili contro gli eretici.

Gli ordinamenti laici riservavano all'eretico impenitente o recidivo la pena capitale, sconosciuta alla legislazione ecclesiastica. Per questo motivo gli inquisitori si limitavano ad accertare l'esistenza dell'eresia e rimettevano l'esecuzione della condanna al giudice laico.

La svolta più significativa è compiuta dalla monarchia francese, che sottrae gradualmente agli inquisitori la competenza in materia di eresia e la affida ai tribunali reali e al Parlamento.
L'Inquisizione in Francia diventa dunque una sigla di cui si appropria il potere politico e su cui la Chiesa non ha più potestà. I tribunali che processano i Templari e Giovanna d'Arco non rappresentano più la vera Inquisizione, ma sono manifestazione del nuovo potere "laico".


L'INQUISIZIONE ROMANA


L'Inquisizione Romana, o Sant'Uffizio, nacque per rispondere alla sfida luterana. Essa fu centralizzata a Roma e affidata ai cardinali. Santi come Pio V (il papa della battaglia di Lepanto) furono inquisitori. Il Sant'Uffizio evitò all'Italia la caccia alle streghe e le guerre di religione. Il periodo della Controriforma, contrariamente a quanto molti sostengono, fu un'epoca di splendore di arti, lettere e scienze.
Nacque il "barocco" e scienziati perseguitati nei paesi protestanti (come Stenone e Keplero) ebberocattedre universitarie e onori. In molte città d'Italia tuttavia il Sant'Uffizio non operò, perché alla lotta all'eresia provvedevano magistrature laiche (tutti i governi erano spaventati da quel che succedeva oltralpe). Così Genova, Venezia, Lucca. Napoli e Milano erano sotto la Spagna, ma non permisero che si insediasse l'Inquisizione spagnola, la quale operò solo in Sicilia e in Sardegna. In Roma si ebbe una sola condanna per stregoneria (ma vi era connesso un avvelenamento)".


L’INQUISIZIONE SPAGNOLA

Anche Jean Dumont, storico francese specializzato in ispanistica, ritiene che il punto di partenza corretto per parlare dell'Inquisizione spagnola stia nel mettere a fuoco la questione ebraica in Spagna. Nei regni della penisola iberica gli ebrei, molto numerosi, erano soggetti da secoli a uno statuto, non scritto, di tolleranza e godevano di una particolare protezione da parte dei sovrani. Invece, i rapporti a livello popolare fra ebrei e cristiani erano più difficili, soprattutto perché era consentito ai primi non soltanto di tenere aperte le botteghe in occasione delle festività religiose, che a quell'epoca erano molto numerose, ma anche di effettuare prestiti a interesse, in un'epoca in cui il denaro non veniva ancora considerato un mezzo per ottenere ricchezza. La situazione era complicata dalla presenza di numerosi conversos, cioè di ebrei convertiti al cattolicesimo, che dominavano l'economia e la cultura e rivestivano anche cariche ecclesiastiche. In alcuni casi evidenti, gruppi di conversos mostravano che la loro adesione alla fede cattolica era puramente formale e celebravano in pubblico riti inequivocabilmente giudaici. A partire dal 1391 nei regni spagnoli esplodono episodi di violenza popolare contro ebrei e falsi convertiti, che le autorità arginano con difficoltà. Quando Isabella di Castiglia (1451-1504) sale al trono, nel 1474, la convivenza fra ebrei e cristiani è molto deteriorata e il problema dei falsi convertiti è tale che, secondo l'autorevole storico della Chiesa Ludwig von Pastor (1854-1928), era in questione l'esistenza o la non esistenza della Spagna cristiana. In quella situazione si moltiplicano le richieste, provenienti anche da autorevoli conversos, in favore dell'istituzione dell'Inquisizione.


Indulgenza verso la stregoneria

La relativa mitezza dei tribunali inquisitoriali emerge anche dall'atteggiamento tollerante tenuto nei confronti della stregoneria, proprio nel periodo in cui dilagava in Europa la fobia antistregonica, legata direttamente alla diffusione dell'occultismo e del pensiero magico nel Rinascimento e alla psicosi del demoniaco, indotta dalla Pseudo-Riforma protestante. È ormai certo che in Spagna fu proprio l'Inquisizione - dopo una prima incontrollata diffusione di timori popolari e di repressione statale - a impedire lo sviluppo di una vera e propria caccia alle streghe, così come è poco noto che a Roma l'Inquisizione fece giustiziare per stregoneria una sola persona, nel 1424. È significativo, inoltre, che furono i principi più legati ai valori cavallereschi e feudali ad attestarsi su posizioni di moderazione e di scetticismo verso i supposti poteri delle streghe, mentre la parte più "progressista" della cultura ufficiale sposò la causa dell'intolleranza e della persecuzione in nome del progresso della ragione. Da parte loro, i Pontefici raccomandarono sempre agli inquisitori di limitare il loro interesse per gli stregoni ai soli casi in cui fossero presenti elementi sacrileghi o idolatrici, cioè quando, alla superstizione, potessero essere attribuiti con evidenza i caratteri dell'eresia.
L'Inquisizione spagnola interviene per la prima volta nel 1526, a seguito della persecuzione scatenata dalla popolazione di Navarra negli anni precedenti; la maggioranza degli inquisitori si pronuncia a favore di una politica di clemenza, sollecitando inoltre l'invio di predicatori per istruire i superstiziosi. La successiva ondata contro le streghe si verifica nel 1610, ancora in Navarra. L'emozione suscitata dal dilagare dei fenomeni attribuiti alla magia investe perfino gli inquisitori di Logrono, ma interviene il Consiglio della Suprema e Generale Inquisizione, annullando tutte le sentenze e consigliando maggiori precauzioni nel prosieguo delle indagini.


Popolarità dell'Inquisizione

Il ruolo svolto dall'Inquisizione spagnola, che godette sempre di grande popolarità, è decisivo non soltanto per preservare il paese da quella sanguinosa fobia di massa costituita dalla caccia alle streghe, ma anche e soprattutto per assicurare la pace sociale e religiosa alla Spagna. Infatti quel tribunale, colpendo una percentuale ridotta di conversos e di moriscos, cioè musulmani diventati cristiani solo per opportunismo, certifica che tutti gli altri erano veri convertiti, che nessuno aveva il diritto di discriminare o di attaccare con la violenza, ed evita un bagno di sangue. Inoltre, contribuendo alla repressione dell'eresia e sostenendo l'operato della Contro-Riforma, svolge una preziosa azione educativa sul basso clero e il resto della popolazione, confortandone la fede e la morale. Non può essere sottovalutata la portata di tale impresa, che costituisce una nazione spiritualmente compatta di fronte alla Francia lacerata dalle guerre di religione, all'Inghilterra sulla strada dell'eresia e al sultano difensore del mondo islamico. Inoltre, l'Inquisizione non ostacola mai le grandi imprese culturali dei secoli XVI e XVII; anzi, ripiegandosi su sé stessa, la Spagna giunge in quegli anni al culmine del suo splendore. Personaggi come il giurista Francisco de Vitoria (1492-1546), i teologi Domenico de Soto (1495-1560), Melchor Cano (1509-1560) e Francisco Suarez (1548-1617), i drammaturghi Felix Lope de Vega (1562-1635) e Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), il romanziere Miguel de Cervantes (1547-1616), i pittori El Greco (1545-1614), Bartolomé Murillo (1617-1682) e Diego Velázquez (1599-1660) dominano la cultura europea e danno vita al cosiddetto siglo de oro spagnolo. Anche la vita religiosa conosce la sua epoca aurea, attraverso le figure di sant'Ignazio di Loyola (1491-1556), fondatore della Compagnia di Gesù, di san Giovanni di Dio (1495-1550), fondatore dell'Ordine degli Ospedalieri, dei mistici santa Teresa d'Avila (1515-1582) e san Giovanni della Croce (1542-1591), riformatori dell'ordine carmelitano, del francescano san Pietro di Alcantara (1499-1562) e del gesuita san Francesco Borgia (1510-1572).
Pertanto, non fu un'impresa facile sopprimere l'Inquisizione. Soltanto con la diffusione dell'illuminismo e con la laicizzazione della monarchia, con l'invasione napoleonica e con la propaganda liberale si perviene alle soppressioni del 1813 e del 1834, che suscitano l'opposizione degli spagnoli di tutti i ceti, per i quali l'Inquisizione era il simbolo di quanto costituiva l'identità del paese, cioè la fedeltà incondizionata al cattolicesimo.


Per approfondire:

Henry Kamen, L'Inquisizione spagnola, trad. it., Feltrinelli, Milano 1973;
Bartolomé Benassar, Storia dell'Inquisizione spagnola dal XV al XIX secolo, trad. it., Rizzoli, Milano 1985;
Jean Dumont, L'Inquisizione fra miti e interpretazioni, intervista a cura di Massimo Introvigne, in Cristianità, anno XIV, n. 131, marzo 1986, pp. 11-13;
Integrazioni bibliografiche - redatte da Marco Invernizzi e da Oscar Sanguinetti - in appendice a Jean-Baptiste Guiraud (1866-1953), Elogio della Inquisizione, trad. it., Leonardo, Milano 1994;
Joseph Perez, Isabella e Ferdinando, trad. it., SEI, Torino 1991
Giovanni Romeo, Inquisitori, esorcisti e streghe nell'Italia della Controriforma, Sansoni, Firenze 1990;
Gustav Henningsen, L'avvocato delle streghe. Stregoneria basca e Inquisizione spagnola, trad. it., Garzanti, Milano 1990.

www.storialibera.it


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02/10/2007 19:55

Il valore dello scritto qui sopra è evidente dal fatto che dedica una sola riga al Braccio Secolare. [SM=x44467]
Parte del lavoro sporco lo facevano fare ad altri, ma su "ordinazione"

Interessante notare come tutta la pappardella non nomini il documento forse principale...la bolla Ad extirpanda di Innocenzo IV, con la quale si avalla l'uso della tortura.

Un dettaglio che evidenzia la malafede:


L'inquisitore era competente a giudicare solo i battezzati; pertanto, gli ebrei e i musulmani non ricadevano sotto la sua giurisdizione.



Certo, ma si sono dimenticati di parlare dell'uso della delazione. Confessare un peccato proprio e tacere su peccati altrui era considerato gravissimo, ergo moltissimi condannati pur di evitare la tortura non potevano far altro che denunciare complici (veri o finti che fossero). E nel caso di delazione anche i sopracitati ebrei e musulmani, assieme a omosessuali, donne "facili", eretici e quant'altro cadevano sotto la giurisdizione.

Per lo studio dell'Inquisizione non si può prescindere dal fondamentale testo di Michèle Escamilla-Colin Crime et chatiments dans l’Espagne inquisitoriale, (2 voll., edito da Berg International). Certo che se si fa storia con in bibliografia Introvigne, entro qualche anno l'inquisizione sarò paragonata alla Croce Rossa. [SM=x44463]

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02/10/2007 20:07

Re:
-Asmodeus-, 02/10/2007 19.55:

Certo che se si fa storia con in bibliografia Introvigne, entro qualche anno l'inquisizione sarò paragonata alla Croce Rossa. [SM=x44463]





[SM=x44452]

però non c'è solo Introvigne, c'è pure Rino Camilleri! [SM=x44499] l'apologetica è interessante, tutto sommato... più che altro ho difficoltà a vedere le cose bianche o nere, il torto tutto da una parte e la ragione tutta dall'altra, per mia abitudine mi piace sentire diverse "campane". poi è ovvio che in certi casi è più un'arrampicata di specchi che altro, ma è possibile che qualcosa di vero ci sia anche da questa parte [SM=x44464]


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02/10/2007 20:12

Re: Re:
Nikki72, 02/10/2007 20.07:




però non c'è solo Introvigne, c'è pure Rino Camilleri! [SM=x44499]



Anfatti. [SM=x44466]

Nikki72, 02/10/2007 20.07:


l'apologetica è interessante, tutto sommato... più che altro ho difficoltà a vedere le cose bianche o nere, il torto tutto da una parte e la ragione tutta dall'altra, per mia abitudine mi piace sentire diverse "campane". poi è ovvio che in certi casi è più un'arrampicata di specchi che altro, ma è possibile che qualcosa di vero ci sia anche da questa parte [SM=x44464]





D'accordissimo. [SM=x44462]

Basta non trasformare la leggenda da "nera" in "bianca".

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03/10/2007 01:09

Re:
-Asmodeus-, 02/10/2007 19.55:

Il valore dello scritto qui sopra è evidente dal fatto che dedica una sola riga al Braccio Secolare. [SM=x44467]
Parte del lavoro sporco lo facevano fare ad altri, ma su "ordinazione"

Interessante notare come tutta la pappardella non nomini il documento forse principale...la bolla Ad extirpanda di Innocenzo IV, con la quale si avalla l'uso della tortura....

... si sono dimenticati di parlare dell'uso della delazione. Confessare un peccato proprio e tacere su peccati altrui era considerato gravissimo, ergo moltissimi condannati pur di evitare la tortura non potevano far altro che denunciare complici (veri o finti che fossero).
...
Per lo studio dell'Inquisizione non si può prescindere dal fondamentale testo di Michèle Escamilla-Colin Crime et chatiments dans l’Espagne inquisitoriale, (2 voll., edito da Berg International). Certo che se si fa storia con in bibliografia Introvigne, entro qualche anno l'inquisizione sarò paragonata alla Croce Rossa. [SM=x44463]




[SM=x44459]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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