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Il Vaticano scomunica Repubblica

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2007 15:47
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08/10/2007 00:08

Quell'inchiesta di Curzio Maltese sulla Casta di S.Pietro non s'aveva da fare!
IL VATICANO SCOMUNICA “LA REPUBBLICA”

– TUTTA COLPA DI UN’INCHIESTA DI CURZIO MALTESE SULLA CASTA DI SAN PIETRO

- OGNI ANNO PASSANO DALLO STATO AL MONDO CATTOLICO QUATTRO MILIARDI, L' EQUIVALENTE DEL 'PREZZO DELLA CASTA' DEI POLITICI – MAURO REPLICA…




1 – LA CHIESA SCOMUNICA “LA REPUBBLICA”
Ezio Mauro per la Repubblica


Con una reazione senza precedenti, in soli due giorni il giornale dei vescovi "Avvenire" e il settimanale "Famiglia Cristiana" si sono scagliati contro l´inchiesta giornalistica di "Repubblica" su quanto costa la Chiesa cattolica agli italiani, firmata da Curzio Maltese.

Se aggiungiamo che anche Papa Benedetto XVI, ricevendo giovedì il nuovo ambasciatore d´Italia presso la Santa Sede, ha affrontato l´argomento (per spiegare che la Chiesa non ha mire di potere, non pretende privilegi, non aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale, perché ha un interesse profondo per il bene) allora è doveroso concludere che un´indagine giornalistica sta creando un effetto a catena nei Sacri Palazzi, forse perché il tema è in Italia inusuale.

"Avvenire" parla di "totali menzogne e mezze verità", mentre sottolinea come la Chiesa cattolica italiana "non goda di alcuna garanzia, perché dipende solo ed esclusivamente dagli italiani, che oggi la sostengono, domani chissà".

"Famiglia Cristiana" si domanda invece addirittura "chi vuole ridurre al silenzio i cattolici italiani" e denuncia gli "attacchi alla Chiesa", spiegandoli così: "I preti vengono visti e raccontati come libertini pedofili e molestatori sessuali, veri figli di Sodoma e Gomorra, mentre la Chiesa è rappresentata come un carrozzone fallimentare, simile alla Cassa per il Mezzogiorno, destinataria di aiuti di Stato".

Il giornale sostiene ancora che non c´è nulla di meglio di storie di sesso e soldi ("che comunque riguardano singoli individui") per "stuzzicare istinti morbosi" e ricorda, infine, l´importanza della presenza cattolica nel Paese, oltre al "prezzo più alto" pagato dal mondo cattolico al terrorismo e alla mafia. Perché, conclude il settimanale, "si pretende di bandire l´intelligenza cattolica dallo spazio pubblico"?

Rispondiamo brevemente, perché l´inchiesta di Maltese (che parla di soldi – lo ricordiamo – e non di sesso) non ha bisogno di difese e nelle prossime puntate si illustrerà da sola. Non sappiamo chi voglia "ridurre al silenzio" i cattolici, ma ammesso che qualcuno ne abbia l´intenzione, che cosa c´entra "Repubblica" e che cosa c´entra soprattutto il libero lavoro d´inchiesta di un giornale sul costo della Chiesa per gli italiani?

Condurre un´indagine giornalistica, raccogliere opinioni, presentare cifre e rendiconti presi da fonti ufficiali cattoliche, perché deve costituire una minaccia o addirittura un progetto per bandire il pensiero cattolico dallo spazio pubblico? Non ci risulta che esistano, magari in qualche clausola non conosciuta del Concordato, aree riservate e precluse al libero lavoro giornalistico.
Oppure ai finanziamenti della Chiesa si deve applicare una sorta di inedita servitù giornalistica, non prevista per le altre istituzioni, italiane e occidentali, e in vigore soltanto nei Paesi non democratici?



2 - QUANTO CI COSTA LA CHIESA (L’INCHIESTA CHE HA SCATENATO LA RABBIA DEL VATICANO)

Curzio Maltese per La Repubblica


«Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati». Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l' arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul Marcinkus, dall' arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche scelte si riveleranno più azzeccate.

Nel "ventennio Ruini", segretario dall' 86 e presidente dal ' 91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all' interno del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI. Le ragioni dell' ascesa di Ruini sono legate all' intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio.

Ma un' altra chiave per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime il prelievo diretto sull' Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all' anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l' ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

Dall' otto per mille, la voce più nota, parte l' inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani.
Il calcolo non è semplice, oltre che poco di moda.
Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica.
Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all' anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L' equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all' anno".

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all' ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute.
Ma si arriverebbe a cifre faraoniche
quanto approssimative, del genere strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali.
Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all' anno, tra finanziamenti diretti dello Stato
e degli enti locali
e mancato gettito fiscale.

La prima voce comprende il miliardo di euro dell' otto per mille,
i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell' ora di religione
(«Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire», nell' opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori),
altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità.
Poi c' è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi
, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all' ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell' ultimo decennio, di 250 milioni.

A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un' inchiesta dell' Unione Europea per "aiuti di Stato". L' elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l' Ici (stime "non di mercato" dell' associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l' elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l' Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini.

Il totale supera i quattro miliardi all' anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all' anno, più qualche decina di milioni. La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati. Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno.

Il meccanismo dell' otto per mille sull' Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all' epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale.

Una mostruosità giuridica la definì già nell' 84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini. Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell' otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d' accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l' impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata.
Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull' otto per mille.

Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all' estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all' autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all' interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari.

Senza contare l' altro paradosso:
se al "voto" dell' otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro.
Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell' otto per mille «per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa».
Una delle testimonianze migliori è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell' Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

Al capitolo "L' altra faccia dell' otto per mille", Beretta osserva:
«Chi gestisce i danari dell' otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici».
Continua: «Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?».

«E infatti - conclude l' autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere».
A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall' editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose, si capisce che la critica al "dirigismo" e all' uso "ideologico" dell' otto per mille non è affatto nell' universo dei credenti.

Non mancano naturalmente i "vescovi in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: «I vescovi non parlano più, aspettano l' input dai vertici. Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato». Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa".

Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa: «Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono».

La Chiesa di vent' anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall' egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall' universo edonista delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima.

Tanto pluralista da ospitare nel suo seno mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione, e di "scoprire" l' antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l' impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta. Dopo vent' anni di "cura Ruini" la Chiesa all' apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l' agenda dei media e influisce sull' intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno.

Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent' anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione. Il clero è vittima dell' illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico.

Nella vita reale rischia d' inverarsi la terribile profezia lanciata trent' anni fa da un teologo progressista:
«La Chiesa sta divenendo per molti l' ostacolo principale alla fede.
Non riescono più a vedere in essa altro che l' ambizione umana del potere,
il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale,
sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo».
Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.

(Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)


Dagospia 07 Ottobre 2007
213.215.144.81/public_html/articolo_index_34967.html

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08/10/2007 09:24


«La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede.
Non riescono più a vedere in essa altro che l' ambizione umana del potere,
il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale,
sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo».

Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.





Una fotografia perfetta della situazione [SM=x44465]
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Re:
Nikki72, 08/10/2007 9.24:


Una fotografia perfetta della situazione [SM=x44465]



Già, ma se non l'avesse fatta un teologo cattolico di indiscussa fama e stima,
molti bigotti cattolici si sarebbero subito precipitati a bollarlo come anticlericale, agnostico eterno dubbioso... [SM=x44455]

[SM=x44499]

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08/10/2007 11:57

Re:
Nikki72, 08/10/2007 9.24:


«La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede.
Non riescono più a vedere in essa altro che l' ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo».



Questa citazione, che potrebbe essere condivisa se inserita in un discorso serio sullo stato della Chiesa, è di dubbia provenienza.
Ossia:
è fatta da Curzio Maltese ( [SM=x44497] )
al termine di un articolo anticlericale ( [SM=x44497] [SM=x44497] )
lasciata indefinita e non verificabile ( [SM=x44497] [SM=x44497] [SM=x44497] )
estrapolata dal contesto originario ( [SM=x44497] [SM=x44497] [SM=x44497] [SM=x44497] ).

Mi sembra un po' vago per ricamarci sopra.

Tornando al 3d non ho nulla in più da aggiungere da quanto già detto al commento dell'articolo di CM. Se la Chiesa con Avvenire e FamigliaCristiana reagisce, lo fa solamente per legittima difesa

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08/10/2007 12:18

Re: Re:
paperino73, 08/10/2007 11.57:

Nikki72, 08/10/2007 9.24:


«La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede.
Non riescono più a vedere in essa altro che l' ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo».



Questa citazione, che potrebbe essere condivisa se inserita in un discorso serio sullo stato della Chiesa, è di dubbia provenienza.
Ossia:
è fatta da Curzio Maltese ( [SM=x44497] )
al termine di un articolo anticlericale ( [SM=x44497] [SM=x44497] )
lasciata indefinita e non verificabile ( [SM=x44497] [SM=x44497] [SM=x44497] )
estrapolata dal contesto originario ( [SM=x44497] [SM=x44497] [SM=x44497] [SM=x44497] ).

Mi sembra un po' vago per ricamarci sopra.

Tornando al 3d non ho nulla in più da aggiungere da quanto già detto al commento dell'articolo di CM. Se la Chiesa con Avvenire e FamigliaCristiana reagisce, lo fa solamente per legittima difesa




Paperino, mi dispiace contraddirti ma quelle parole Ratzinger le ha scritte eccome, precisamente in un suo famoso saggio di teologia intitolato Introduzione al cristianesimo del 1968, pagg. 280-281, ti cito tutto il periodo:

I secoli della storia della chiesa sono così zeppi di colpe umane d'ogni genere, da renderci ben comprensibile la terrificante visione di Dante, il quale vide assisa sul carro trionfale della chiesa la grande meretrice babilonese; e da render giustificabili ai nostri occhi le tremende parole del vescovo parigino Guglielmo d'Alvernia (del secolo XIII), il quale riteneva che chiunque osservasse la depravazione della chiesa, dovesse allibire dallo spavento: "Essa ormai non è più la sposa, bensì un mostro d'orrendo aspetto e di selvaggia belluinità...". Al pari della santità, anche la cattolicità della chiesa ci appare quanto mai problematica. La tunica inconsutile del Signore è tutta strappata e contesa fra diversi partiti; l'unica chiesa è frazionata in tante chiesuole, ognuna delle quali accampa più o meno insistentemente la pretesa di essere l'unica in regola. Sicché oggi la chiesa è divenuta per molti l'ostacolo principale che impedisce loro l'accesso alla fede. Non sono più capaci di vedere in lei altro che l'ambizione di potenza umana, scorgendovi solo il piccolo teatro di operazioni in cui si agita un gruppo di uomini i quali, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, danno per lo più l'impressione di ostacolare la marcia al vero spirito del cristianesimo.


magari lo posto in qualche forum cattolico, sono curiosa di leggere le risposte... [SM=x44475]

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Re: Re: Re:
Nikki72, 08/10/2007 12.18:



Paperino, mi dispiace contraddirti ma quelle parole Ratzinger le ha scritte eccome, precisamente in un suo famoso saggio di teologia intitolato Introduzione al cristianesimo del 1968, pagg. 280-281, ti cito tutto il periodo:

magari lo posto in qualche forum cattolico, sono curiosa di leggere le risposte... [SM=x44475]




[SM=x44459] [SM=x44460]

Però stai attenta: sono parole che danno molto fastidio ai bigotti cattolici (o falsi cristiani se preferisci) che affollano certi forum, dove si parla tanto (bene), ma si mette in pratica poco o nulla di quanto teorizzato battendosi e gonfiandosi il petto:
ti banneranno di sicuro! [SM=x44452]

PS di Curzio Maltese non è poi tanto necessario dubitare sull'attendibilità delle sue fonti e citazioni [SM=x44461]

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Nikki72, 08/10/2007 12.18:


Paperino, mi dispiace contraddirti ma quelle parole Ratzinger le ha scritte eccome, precisamente in un suo famoso saggio di teologia intitolato Introduzione al cristianesimo del 1968, pagg. 280-281



[SM=x44460]



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08/10/2007 13:21

GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR [SM=x44511] [SM=x44511] [SM=x44511] mi hanno mandato un avvertimento, leggete qui:



Motivo:
indicare la fonte e fare attenzione a non suscitare disprezzo verso l'autorità ecclesiastica






HO RIPORTATO LE PAROLE DEL PAPA!!!!!! E LORO MI DICONO DI FARE ATTENZIONE ALLA FONTE!!!!! tra l'altro ho specificato anche il titolo del libro, l'anno, le pagine ecc. chiunque può andare a controllare, è un libro che si trova in qualsiasi libreria cattolica!!!! ma roba da matti!!!! censurano pure Ratzinger adesso!! che schifo!! sono troppo incxxxxta!!!!!!! [SM=x44512] [SM=x44492] [SM=x44510]

[Modificato da Nikki72 08/10/2007 13:22]
08/10/2007 14:04

Link di questi pseudo-cattolici:

www.totustuus.biz/forumdisplay.php?f=31


[SM=x44495]
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Re:
Nikki72, 08/10/2007 13.21:

GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR [SM=x44511] [SM=x44511] [SM=x44511] mi hanno mandato un avvertimento, leggete qui:



Motivo:
indicare la fonte e fare attenzione a non suscitare disprezzo verso l'autorità ecclesiastica




HO RIPORTATO LE PAROLE DEL PAPA!!!!!! [SM=x44512] [SM=x44492] [SM=x44510]




Purtroppo se uno è cattolico, ma bigotto, suo malgrado non può avere le sufficienti facoltà mentali per capire integralmente di cosa si stia parlando e di interloquire proficuamente nella discussione:
appena c'è qualcosa di imprevisto o che possa dare un punto di vista nuovo alla cosa, non riuscendo bene a capire, si chiude a testugine, tappa occhi e orecchie e si rifiuta di accelerare gli scambi neurali [SM=x44464]


Tra l'altro le citate parole di quell'insigne teologo possono solo suscitare enorme apprezzamento verso le Autorità Ecclesiastiche, verso Sua Santità ed i Cardinali che lo aiutano nel suo pontificato.



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08/10/2007 15:24

Re: Re:
Etrusco, 08/10/2007 15.03:






Tra l'altro le citate parole di quell'insigne teologo possono solo suscitare enorme apprezzamento verso le Autorità Ecclesiastiche, verso Sua Santità ed i Cardinali che lo aiutano nel suo pontificato.







E' quello che penso anch'io, ma sembra che ogni cosa che metta non dico in discussione ma anche solo che faccia porre dei problemi, sia automaticamente "non accettabile", neanche se viene dal Papa.
intanto io mi faccio una bella --> [SM=x44452] [SM=x44452] [SM=x44452]


[Modificato da Nikki72 08/10/2007 15:25]
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Re: Re: Re:
Nikki72, 08/10/2007 15.24:




E' quello che penso anch'io, ma sembra che ogni cosa che metta, non dico in discussione, ma anche solo che faccia porre dei problemi, sia automaticamente "non accettabile", neanche se viene dal Papa.



[SM=x44456]

Lo so: amano fare discussioni dove tutti si battono il petto dandosi ragione acriticamente l'un l'altro [SM=x44457]

Pensa tu che io ad una signora anziana, che mi sembrava tra le più sagge di un gruppo di Rinnovamento nello Spirito che frequento,
ho argomentato riportando alcune parole del Cardinal Martini...
e lei quasi si è fatta il segno della croce (non condividendone le visioni troppo progressiste...per lei) [SM=x44472]

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