PROGETTI - Audi con Virtuea Quattro immagina un veicolo alimentato a idrogeno in grado di mutare aspetto a comando del proprietario, grazie a un proiettore olografico, cambiando così da berlina a sportiva, da utilitaria a extralusso,
mentre General Motors con Ant punta sulla costruzione di un network di auto in grado di comunicare tra loro per rendere la circolazione più scorrevole.
La 14 progettata da Honda è a metà tra le macchine del videogame WipeOut e quelle del film «Transformers»: un robot modulare alimentato a energia solare, in grado di convertirsi a seconda del numero di passeggeri. Mazda, con quello che pare il design più ardito in assoluto, propone Motonari RX, un concept che si colloca in territorio manga, come un mezzo da indossare, in grado di comunicare con la muscolatura del guidatore e di fargli percepire la strada con un’esperienza di natura psicosomatica. Mercedes non rinuncia all’eleganza e ispirandosi ai modelli da Grand Prix dell’età d’oro offre un’auto creata di particelle micrometalliche in grado di cambiare forma e riparare ogni ammaccatura grazie all’utilizzo di campi magnetici. Oneone di Nissan è l’ultima frontiera del robot personale, capace di muoversi per la città autonomamente, che si tratti di andare a ritirare la spesa o di accompagnare i figli a scuola, mentre l’audace Biomobile Mecha di Toyota è concepita come un veicolo in grado di espandersi e ritrarsi, per adattarsi ai ristretti spazi urbani, e di assorbire l’inquinamento. In modo analogo Slipstream di Volkswagen è pronta a modificare la marcia: verticale e su due ruote per la configurazione da città, orizzontale e su quattro ruote per
scivolare ad altissima velocità sulle autostrade del futuro.
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.