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La Casa Ecologica : news, incentivi, certificazioni...

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23/03/2016 16:38

Coibentazione del cassonetto delle tapparelle o degli stipiti/intercapedini delle porte e finestre:


Etrusco, 15/10/2015 19.04:

La riqualificazione energetica del cassonetto



La Riqualificazione Termoacustica del cassonetto secondo il sistema PosaClima Renova: guarda il video
https://www.youtube.com/watch?v=zM1TZklpm1w



Un'altra soluzione è il nuovo Aerogel organico a base poliuretanica:

Aerogel poliuretanico
per l’isolamento termico di cassonetti e stipiti di porte o finestre
Le prime applicazioni commerciali dell’aerogel poliuretanico Slentite messo a punto e commercializzato da BASF
Mercoledì 23 Marzo 2016
 

Dopo l’avvio di un impianto pilota a Lemförde, in Germania, avvenuto l’anno scorso, arrivano le prime applicazioni commerciali dell’aerogel poliuretanico Slentite messo a punto e commercializzato da BASF. Due esempi delle proprietà isolanti del materiale sono state mostrate daBeck+Heun all’ultima edizione di Frontale, la fiera dei serramenti e delle facciate di Norimberga.

CASSONETTI E STIPITI. Le prime applicazioni riguardano l’isolamento termico dei cassonetti che alloggiano le tapparelle e la coibentazione dell’intercapedine tra il muro e il telaio di porte o finestre, indipendentemente dal materiale con cui sono realizzate (legno, PVC o metallo). Grazie al ridotto spessore a parità di prestazioni, l’aerogel poliuretanico è particolarmente indicato per interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, anche a livello puntuale per risolvere eventuali ponti termici dell’involucro edilizio. Secondo Michael Krüger, direttore sviluppo presso Beck+Heun, l’utilizzo di Slentite ha consentito di migliorare le prestazioni isolanti del 35% rispetto ai materiali convenzionali.

 

 
PROPRIETÀ. Slentite è uno speciale aerogel organico, a base poliuretanica, molto leggero, ma con elevate proprietà termoisolanti:
la conducibilità termica 
λ (lamda) è pari a 0,017 W/mK
.
La sua struttura a celle aperte consente anche un controllo igrometrico, migliorando le condizioni di comfort ambientale.
Rispetto agli aerogel a base inorganica in commercio, i pannelli messi a punto da BASF si caratterizzano per le buone proprietà meccaniche,
con una resistenza alla compressione superiore a 300 kPa.

Fonte: Casa&Clima
[Modificato da Etrusco 23/03/2016 16:42]

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26/04/2016 00:31

News / Edilizia

La coibentazione edilizia dal punto di vista del progettista termotecnico


L'efficienza energetica di un edificio non è solo 'questione di caldaia':
una buona coibentazione permette di limitare le dispersioni termiche.
I consigli del progettista termotecnico





MATERIALI ISOLANTI




Una buona coibentazione consente, infatti, di limitare le dispersioni termiche dell’ambiente interno verso l’esterno.

La riduzione del fabbisogno di potenza termica consente l’impiego di terminali di emissione funzionanti a bassa temperatura, come, ad esempio, i pannelli radianti a pavimento.

Nelle costruzioni termicamente performanti trovano particolare applicazione i moderni generatori di calore: le pompe di calore impiegate singolarmente o in abbinamento a caldaie a condensazione.

La progettazione dell’involucro assume particolare importanza per consentire un buon comfort termico degli occupanti, ma anche per ridurre le dispersioni termiche e di conseguenza ottenere un reale risparmio energetico.

Il punto di partenza è la trasmittanza termica espressa in W/m2k che rappresenta la quantità di calore che attraversa 1m2 di parete per una differenza di 1 grado.
La trasmittanza termica è l’inverso della resistenza termica.
Minore è il valore di trasmittanza termica maggiore sarà il livello di isolamento e viceversa.

Per far sì che una data parete raggiunga il valore ottimale di trasmittanza termica (magari in conformità al limite fissato per legge) occorre prendere in considerazione il coefficiente lambda del materiale coibente scelto e variarne lo spessore per aumentare la resistenza termica della parete e di conseguenza diminuire la trasmittanza termica.

Particolare attenzione deve essere fatta all’eventuale formazione di condensa all’interno degli strati che compongono la parete.

A tal proposito occorre valutare accuratamente la compatibilità dei materiali scelti analizzando in dettaglio la permeabilità.

Con l’ausilio del diagramma di Glaser è possibile valutare per ogni mese che compone l’anno solare l’andamento della temperatura nei singoli strati, della pressione parziale del vapore acqueo e la pressione di saturazione del vapore.

La formazione di condensa interstiziale si ha quando la pressione di saturazione del vapore interseca la pressione parziale del vapore.

Qualora il diagramma di Glaser evidenzi la probabile formazione di condensa interstiziale occorre prevedere un freno al vapore ovvero l’installazione di un materiale (come ad esempio polietilene PE) che funga da barriera al vapore.

Una buona progettazione, tuttavia, deve prendere in considerazione diversi aspetti che vanno oltre il semplice concetto di isolamento termico.
A determinare il comfort concorre anche lo sfasamento termico specie nel periodo estivo.
Lo sfasamento termico, espresso in H, rappresenta il ritardo temporale tra due condizioni: il momento in cui la superficie esterna della parete raggiunge la temperatura massima e il momento in cui la superficie interna raggiunge la temperatura massima.

In pratica, nel periodo estivo quando all’esterno si hanno temperature elevate un buon sfasamento termico (circa 12 h) consente di ritardare l’andamento dell’onda termica da esterno ad interno.
Lo sfasamento termico aumenta utilizzando materiali edilizi aventi elevata capacità termica.

La buona progettazione dell’involucro deve prendere in considerazione anche l’aspetto acustico: è un aspetto molto importante in quanto oggi il rumore è considerato una vera propria forma di inquinamento.

A tal proposito, occorre evidenziare come alcuni materiali isolanti ottimi in campo termico non necessariamente lo siano in campo acustico.

Il progettista deve, quindi, valutare una molteplicità di fattori trovando il giusto compromesso per consentire sia un’efficienza termica sotto tutti i fronti che acustica.

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29/04/2016 22:59

Schermature Solari ed Eco bonus, disponibile la guida
Disponibile l'aggiornamento 2016 della Guida alle Detrazioni Fiscali
che FederlegnoArredo dedica alle Schermature Solari e alle procedure per ottenere la detrazione fiscale a loro riservata
Venerdì 29 Aprile 2016
 

Con la legge di stabilità 2016 il Parlamento conferma le schermature solari fra i prodotti
che per il loro contributo al risparmio energetico meritano di godere dell’Eco bonus 65%.
È così possibile continuare ad acquistare e posare tende e schermature solari potendone
portare in detrazione il 65% della spesa.
Spesa che è detraibile sino ad un massimo di 60.000 euro.

Certamente una scelta che premia la capacità di un intero settore industriale di dare
il suo contributo al risparmio energetico rendendo l'edilizia
meno energivora nei suoi fabbisogni per raffrescamento.

 
La guida, a cura di FederlegnoArredo con la collaborazione tecnica della Commissione ASSOTENDE,
aiuta il consumatore ad interpretare correttamente la selezione dei prodotti che possono essere
installati conformemente ai principi della norma e  lo aiuta nel gestire aspetti amministrativi e fiscali
che sempre sembrano complessi ma che sono solo utilizzati per permettere una corretta gestione
delle procedure e delle finalità della normativa stessa.

La guida aiuta anche il “Rivenditore” ad assistere con competenza e attenzione il Consumatore
e lo guida nelle varie fasi della proposta tecnica ed amministrativa.
Allegati dell'articolo

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01/05/2016 15:47

Sono tutte idee utili per migliorare il comfort abitativo, ma quanto mi costa? Poi nella casa dove si vive non tutti possono permettersi di fare questi lavori mentre ci abitano, rumore, polvere, vicini....
Per dire che sarebbe meglio fare queste modifiche su una casa in fase di nuova costruzione o in fase di ristrutturazione, ma non solo per inseguire le offerte speciali degli incentivi (sebbene allettanti al 65%)
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18/01/2017 20:18

 

Bonus casa 2017: nuove proroghe e novità


La legge di bilancio ha prorogato i bonus casa per l'efficienza energetica (e non solo) introducendo alcune novità.
Facciamo il punto


Stefano Setti





Come, ormai, noto è stato approvato in via definitiva al Senato il disegno di legge contenente la Manovra 2017. Il provvedimento dovrà ora essere firmato dal Capo dello Stato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per entrare in vigore il 1° gennaio 2017.
Tra le diverse novità fiscali si evidenzia la proroga dei bonus casa con delle novità.

Detrazioni per gli interventi di efficienza energetica
E’ stata prorogata fino al 31 dicembre 2017 la detrazione fiscale riconosciuta, nella misura del 65%, per gli interventi di efficienza energetica.
Parti comuni di condomini: per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali, che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, la detrazione è riconosciuta nella misura del 70 per cento. La detrazione si calcola su un ammontare complessivo delle spese non superiore a 40 mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Attestazione di prestazione energetica: la sussistenza delle condizioni di cui sopra dev’essere asseverata da professionisti abilitati attraverso un’apposita attestazione della prestazione energetica degli edifici.

Attenzione: La medesima detrazione spetta, nella misura del 75 per cento, per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica relativi alle parti comuni di edifici condominiali finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che conseguano almeno la qualità media di cui al D.M. 26 giugno 2015.


Cessione del credito: per gli interventi di cui sopra, a decorrere dal 1° gennaio 2017, in luogo della detrazione, i beneficiari possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi oppure ad altri soggetti privati, con la facoltà di successiva cessione del credito (non però a banche ed intermediari finanziari).
Iacp: tali detrazioni sono estese anche agli istituti autonomi per le case popolari (Iacp), comunque denominati, per interventi realizzati su immobili di loro proprietà adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

Bonus edilizia
Prorogata fino al 31 dicembre 2017 la detrazione, nella misura del 50 per cento, per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

Bonus mobili
Prorogato fino al 31 dicembre 2017. Si prevede in particolare che ai contribuenti che fruiscono della detrazione riconosciuta per gli interventi edilizi iniziati a decorrere dal 1° gennaio 2016, spetta anche una detrazione, fino a concorrenza del suo ammontare, per le ulteriori spese documentate sostenute nel 2017 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore ad A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

Attenzione: La detrazione in esame, da ripartire tra gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo, spetta nella misura del 50 per cento delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10mila euro. Detto ammontare dev’essere considerato, per gli interventi effettuati nel 2016 o per quelli iniziati nel medesimo anno e proseguiti nel 2017, al netto delle spese sostenute nel 2016 per le quali si è fruito della detrazione.

“Sismabonus”
Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di cui all’art. 16-bis, comma 1, lettera i), del Tuir, le cui procedure autorizzatorie siano iniziate dopo il 1° gennaio 2017, su edifici ubicati nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274 , riferite a costruzioni adibite ad abitazione e ad attività produttive, spetta una detrazione del 50 per cento, fino ad un ammontare complessivo delle stesse spese non superiore a 96mila euro per unità immobiliare per ciascun anno.
1. La detrazione dev’essere ripartita in 5 quote annuali di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.
2. Qualora gli interventi in esame consistano nella mera prosecuzione di interventi iniziati in anni precedenti, ai fini del computo del limite massimo delle spese si tiene conto anche delle spese sostenute negli stessi anni per le quali si è già fruito della detrazione.

Zona sismica 3
Dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021, le regole di cui sopra si applicano anche agli edifici ubicati nella zona sismica 3.

Riduzione del rischio sismico
Qualora alla realizzazione degli interventi indicati consegua una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore, la detrazione dall’imposta spetta nella misura del 70 per cento. Se dall’intervento derivi il passaggio a due classi di rischio inferiori, la detrazione spetta nella misura dell’80 per cento.

Parti comuni
Qualora gli interventi in esame siano realizzati su parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni spettano, rispettivamente, nella misura del 75 e dell’85 per cento. Inoltre:
• la detrazione si applica su un ammontare delle spese non superiore a 96mila euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio;
• per tali interventi, dal 1° gennaio 2017, in luogo della detrazione è possibile optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi oppure ad altri soggetti privati, con la facoltà di successiva cessione del credito (non è comunque possibile cedere il credito a banche o intermediari finanziari).

Verifica sismica degli immobili
Sempre a decorrere dal 1° gennaio 2017, sono detraibili anche le spese effettuate per la classificazione e verifica sismica degli immobili.

Credito d’imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive
Prorogato per ciascuno degli anni 2017 e 2018 il credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive turistico-alberghiere, con l’estensione alle strutture che svolgono attività agrituristica. L’agevolazione è riconosciuta nella misura del 65 per cento.
Il credito d’imposta va ripartito in due quote annuali di pari importo e può essere utilizzato a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati.

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14/02/2017 23:53





Home Dai Blogger Rinnovabili negli edifici (d.lgs. 28/2011 e UNI/TS 11300): da gennaio 2018 si...




Rinnovabili negli edifici (d.lgs. 28/2011 e UNI/TS 11300):
da gennaio 2018 si cambia!  









 



Rinnovabili negli edifici: da gennaio 2018 si cambia





Di recente stiamo assistendo a un nuovo interesse per le fonti rinnovabili di energia. Sarà perché l’obiettivo di copertura del 20 % dei consumi da rinnovabili previsto a livello europeo per il 2020 è sempre più vicino, sarà perché gli incentivi (detrazioni fiscali e conto termico) sostengono anche le tecnologie che sfruttano le fonti pulite oppure perché gli obblighi legislativi, fissati dal d.lgs. 28/2011, sono diventati sempre più restrittivi nel corso degli anni.

A partire dal 1° gennaio 2018, inoltre, l’obbligo sancito dal d.lgs. 28/2011, di una copertura del 35% dei consumi di energia primaria per usi termici da fonti rinnovabili, diverrà pari al 50%.

Non è certo la prima volta che in Italia si parla di rinnovabili. Già negli anni ’90 (con la legge 10/91) si prescriveva che per gli edifici pubblici venisse valutata la fattibilità tecnica ed economica di utilizzo delle fonti rinnovabili nei soli edifici pubblici.






Rinnovabili negli edifici (d.lgs. 28/2011): ecco i metodi di calcolo aggiornati


La normativa (d.lgs. 192/2005 e d.lgs. 28/2011)


Negli anni 2000 (con il d.lgs. 192/2005) l’obbligatorietà è estesa a tutti gli edifici (pubblici e privati), non è più ammessa deroga nel caso di non fattibilità economica e viene fissato un obiettivo quantitativo: la copertura del 50% dei consumi di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria.

Con il d.lgs. 28/2011 l’obbligatorietà di copertura non solo viene estesa a tutti gli usi termici (riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento) ma interessa anche la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; in caso di mancata fattibilità tecnica è necessario ridurre il consumo di energia primaria dell’edificio oltre i limiti di legge fissati dai decreti 26 giugno 2015. È necessario quindi conoscere nel dettaglio quali siano gli obblighi, quando debbano essere rispettati e come possano essere raggiunti i limiti prestazionali richiesti, che sono oggi davvero sfidanti.


Leggi anche

Intestazione catastale fotovoltaici in copertura: l’errore sistematico che si commette sempre


La normativa tecnica (UNI/TS 11300)


In parallelo anche la normativa tecnica di calcolo ha fatto notevoli passi in avanti con la pubblicazione delle norme UNI/TS 11300-4 (che tratta i metodi di calcolo delle tecnologie che utilizzano le fonti pulite) e UNI/TS 11300-5 (che chiarisce i concetti di fonti rinnovabili e non). Diverse sono le tecnologie che vengono analizzate (solare termico, fotovoltaico, generatori a biomassa e pompe di calore), numerosi sono i dati di input che devono essere raccolti per la valutazione della prestazione energetica e altrettanti sono gli output che vanno analizzati per verificare il soddisfacimento dei limiti di legge e per eseguire ottimizzazioni.


Ti potrebbe interessare anche: FER negli edifici: ecco i metodi di calcolo aggiornati


Conclusioni


L’edilizia è un mondo di prototipi: in relazione alle diverse destinazioni d’uso e caratteristiche degli edifici può essere più o meno oneroso raggiungere i limiti di legge e esistono tecnologie più o meno adatte a soddisfare le prescrizioni. Possono però essere definite delle linee guida abbastanza generali che consentono di identificare le strategie di uso delle rinnovabili in relazione al tipo di edificio e al clima.

Il volume da me scritto, Fonti rinnovabili negli edifici: requisiti di legge e metodi di calcolo, analizza tutti questi temi e si configura come una guida per i professionisti che operano nel settore dell’efficienza energetica degli edifici (ingegneri, architetti, geometri e periti) nei diversi step della progettazione, al fine di raggiungere i requisiti minimi di legge, conseguire classi pregevoli nel sistema di certificazione energetica in vigore ed ottenere gli incentivi disponibili.


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Fonti rinnovabili negli edifici: requisiti di legge e metodi di calcolo

Fonti rinnovabili negli edifici: requisiti di legge e metodi di calcolo


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La rilevanza degli obblighi di legge (definiti all’interno del D.Lgs 28/2011 e dei provvedimenti regionali) e la complessità della normativa tecnica di calcolo (contenuta all’interno delle UNI/TS 11300) hanno reso neces- sario un momento di riflessione...


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[Modificato da Etrusco 14/02/2017 23:54]

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Re: Coibentazione del cassonetto delle tapparelle o degli stipiti/intercapedini delle porte e finestre:
Etrusco, 23/03/2016 16.38:





Un'altra soluzione è il nuovo Aerogel organico a base poliuretanica:

Aerogel poliuretanico
per l’isolamento termico di cassonetti e stipiti di porte o finestre
Le prime applicazioni commerciali dell’aerogel poliuretanico Slentite messo a punto e commercializzato da BASF
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Dopo l’avvio di un impianto pilota a Lemförde, in Germania, avvenuto l’anno scorso, arrivano le prime applicazioni commerciali dell’aerogel poliuretanico Slentite messo a punto e commercializzato da BASF. Due esempi delle proprietà isolanti del materiale sono state mostrate daBeck+Heun all’ultima edizione di Frontale, la fiera dei serramenti e delle facciate di Norimberga.

CASSONETTI E STIPITI. Le prime applicazioni riguardano l’isolamento termico dei cassonetti che alloggiano le tapparelle e la coibentazione dell’intercapedine tra il muro e il telaio di porte o finestre, indipendentemente dal materiale con cui sono realizzate (legno, PVC o metallo). Grazie al ridotto spessore a parità di prestazioni, l’aerogel poliuretanico è particolarmente indicato per interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, anche a livello puntuale per risolvere eventuali ponti termici dell’involucro edilizio. Secondo Michael Krüger, direttore sviluppo presso Beck+Heun, l’utilizzo di Slentite ha consentito di migliorare le prestazioni isolanti del 35% rispetto ai materiali convenzionali.

 

 
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la conducibilità termica 
λ (lamda) è pari a 0,017 W/mK
.
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con una resistenza alla compressione superiore a 300 kPa.

Fonte: Casa&Clima



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Come isolare il cassonetto degli avvolgibili?

</header>
 

Probabilmente è inutile isolare l’intera casa e non isolare il cassonetto degli avvolgibili, punto critico per quanto riguarda la dispersione di calore.

Perchè è necessario isolare anche il cassonetto? Quali sono i vantaggi?
I vantaggi sono molteplici e risiedono, quindi in:
– aumento del comfort abitativo;
– eliminazione correnti d’aria;
– eliminazione condensa e formazione di muffe;
– miglioramento dell’insonorizzazione.

 isolamento cassonetto avvolgibile wurth

Da cosa è composto il Kit Isolarbox?

isolamento cassonetto avvolgibile wurth

  1. Fianco sinistro
  2. Fianco destro
  3. Pannello superiore
  4. Pannello inferiore
  5. Pannello frontale

 

Come si posa il Kit Isolarbox?

 
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Istruzioni per l’assemblaggio del passacinghia inferiore doppio spazzolino

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Quali sono gli altri prodotti di cui hai bisogno?

 

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NASTRO DI FISSAGGIO PER TELI DA SOTTOTETTO EURASOL®
nastro per mascheratura wurth isolamento cassonetto
NASTRO PER MASCHERATURA
ADESIVO PERIMETRALE
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Come rendere una vecchia casa ecosostenibile con pochi soldi




Trasformare una vecchia abitazione in una casa ecosostenibile è possibile e possono farlo tutti.
Lo dimostra l'esperienza di Ivan Piga che da solo e con pochi soldi ha riqualificato la proria casa e... la sua vita!

</header>

Da solo, con materiali naturali e pochi soldi, Ivan Piga ha riqualificato una vecchia casa rendendola ecosostenibile.
Per aiutare altre persone con il suo stesso desiderio a realizzarlo, Ivan ha deciso di condividere la sua esperienza, con noi e in rete (1).

 

Raccontaci brevemente la tua esperienza
Il mio progetto comincia per una questione di sopravvivenza nell’ottobre del 2011, poiché allora mi son trovato disoccupato dopo 20 anni di lavoro come operatore socio-sanitario presso centri di recupero per tossicodipendenze. Senza lavoro e con un mutuo da finire di pagare, ho pensato di vendere la casa che avevo acquistato per comprarne una che costasse meno con il ricavato della vendita e, dopo aver estinto il mutuo della casa precedente, rimettere a posto quella nuova sopravvivendo con il resto dei soldi. Così ho comprato una vecchia casa e l’ho riqualificata restaurandola internamente, cercando di utilizzare materiali che potessero salvaguardare la mia salute e quella dell’ambiente. Era tanto tempo poi che desideravo costruire una casa autonoma ed ero convinto che se mi fossi impegnato a fondo e fossi stato determinato avrei potuto far avverare il mio desiderio. Dall’immaginarla al realizzarla però, mi sono reso conto di non avere alcuna garanzia di riuscire nell’impresa, anche perché in questo campo non avevo alcuna esperienza.

 

Ivan Piga

Ivan Piga

Da dove hai iniziato quindi?
Appena arrivato nella casa dove mi trovo oggi, in provincia di Parma, ho deciso di eliminare i termosifoni, fiducioso che la coibentazione di sughero che avevo intenzione di posare mi avrebbe assistito. Fortunatamente avevo ragione: il microclima dentro casa oggi è formidabile e mi ha permesso di eliminare il problema dell’umidità nelle pareti (pur vivendo nell’umida e nebbiosa Bassa Padana) e di non scendere mai sotto i 19 gradi anche in inverno, servendomi solo poche ore al giorno di una stufetta elettrica durante i mesi più freddi e spendendo notevolmente meno di ciò che avrei speso se avessi mantenuto l’impianto di riscaldamento (prima con l’impianto gpl della mia casa precedente spendevo circa € 2000 all’anno ed ora spendo meno della metà). Un costo fisso oltre alla bolletta dell’acqua ora è giusto quello della bolletta elettrica appunto, che mi serve per il riscaldamento, per la cottura con piano in ceramica, per il boiler dell’acqua calda e per la luce.

 

 

Mi sono anche dotato di un pannello fotovoltaico che mi è costato € 6.500 ed ogni anno il GSE (Gestore Servizi Elettronici) che riceve l’energia che produco, mi corrisponde € 700 come compenso per la fornitura dell’energia prodotta dal mio pannello. Ora con la nuova legge il guadagno per l’energia che produco sarà ridotto e sono in attesa di capire quanti soldi perdo, rispetto agli scorsi anni (pare una legge incomprensibile anche agli stessi addetti del settore). In buona sostanza, hanno tolto gli incentivi alle energie rinnovabili per darli all’industria fossile (come già riportato in quest’articolo n.d.r.). Personalmente tutta l’energia che produco con il fotovoltaico la vendo, secondo il contratto che ho scelto poiché sembrava rispondere maggiormente alle mie esigenze. Poiché per diventare autonomo a livello energetico, avrei dovuto acquistare delle batterie di accumulo (che permettono di accumulare l’energia per poterla utilizzare anche quando il sole non c’è) piuttosto care, che la stessa azienda produttrice dell’impianto mi ha spiegato che non convenivano, perché la spesa sarebbe stata superiore al guadagno. Recentemente però sono uscite le nuove batterie agli ioni di litio della Tesla che costano circa € 3000, quindi magari, sarebbe il momento buono per passare all’auto-produzione di energia, a seconda di quanto poco mi renderà vendere energia con il mio pannello e della possibilità o meno di rientrare nelle spese per l’acquisto delle batterie (si veda anche qui).

 

Ivan Piga a lavoro

Ivan Piga a lavoro

Cosa ti senti di consigliare a chi vuole riqualificare la propria abitazione?
In primis il sughero: è il materiale naturale più economico, sano e man, mano che lo posi ti rendi conto quanto cambi la temperatura della tua abitazione, anche con le finestre aperte! E poi isola sia dal freddo che dal caldo. Ma personalmente ho scelto il sughero anche perché è un materiale a bassissimo impatto ambientale (non essendoci bisogno né di abbattere l’albero per ricavare il sughero, né di danneggiarlo, se l’estrazione viene fatta da mani esperte, come avviene di solito). Inoltre il sughero funge anche da fonoassorbente.
Mentre per quanto riguarda i pannelli di truciolare OSB in legno, personalmente ho deciso di acquistarli prevalentemente perché costano poco e vengono fatti con parti di legno riciclate (sono scarti di altre lavorazioni) ed in Europa il collante che viene utilizzato per assemblarlo non è tossico, ma è pur sempre chimico; quindi non li consiglierei.
Oltre alla coibentazione delle pareti per massimizzare l’isolamento termico però, naturalmente bisognerebbe anche riqualificare le finestre. Personalmente ho cambiato i vetri preesistenti con altri spessi 1 cm che, oltre a mantenere il calore interno durante la stagione fredda, contribuiscono anch’essi ad isolare dal rumore.

 

Dove hai imparato le tecniche che hai utilizzato per realizzare i lavori di ristrutturazione della casa?
Alcune me le sono inventate io, altre le ho imparate grazie ad alcuni video tutorial che ho visto su youtube. Posare il pavimento ad esempio, l’ho imparato dal video di una persona su youtube, poi ho deciso di metterci sotto del sughero compresso (pur non avendo video che spiegassero come fare), che ora rende il pavimento estremamente gradevole da calpestare perché morbido. Magari in alcuni casi i video mostrano delle tecniche che ho modificato, come quelle per la coibentazione in sughero con la colla, mentre personalmente ho preferito fissarlo a secco per permettermi di recuperare e riutilizzare i materiali in un secondo momento, nel caso se ne dovesse presentare l’occasione, anche solo per eseguire eventuali lavori di manutenzione. In generale ho realizzato tutto in modo tale da rendere i materiali smontabili e riutilizzabili.

 

Rotolo di sughero e pannelli di truciolato

Rotolo di sughero e pannelli di truciolato

Come mai hai deciso di condividere la tua esperienza in rete?
Per essere d’aiuto a quante più persone possibili! Così come anche a me molti dei video condivisi in rete hanno aiutato a mettere in pratica il mio sogno, insegnandomi moltissimo e facendomi rendere conto di quanto la collaborazione e la condivisione delle esperienze sia fondamentale.

 

C’è anche chi si costruisce la casa di sana pianta, con le proprie mani, a te non è venuta la tentazione?
Io sono per la riqualificazione delle case vecchie: se costruisci una casa nuova, pur utilizzando i migliori metodi innovativi ed ecologici, non sarà mai più ecologica di una casa riqualificata. Ci sono talmente tanti edifici vuoti, sfitti, inutilizzati, che dovremmo utilizzare quest’enorme spreco di risorse, anziché cementificare nuove aree e nuovi appezzamenti di terra, contribuendo ad accentuare la già allarmante speculazione edilizia. A mio parere non bisogna assolutamente continuare a costruire, bisogna bensì riqualificare tutte le nostre case vecchie con materiali ecosostenibili e possibilmente a basso costo: personalmente per riqualificare la mia casa ho speso circa € 10.000 in tutto!

 

Pensi che chiunque armato di buona volontà e tanto tempo libero possa essere in grado di rinnovare la propria casa come hai fatto tu?
Sì, a me pare una cosa alla portata di tutti! Molte persone dichiarano la loro perplessità quando lo dico, ma è la verità: basti pensare che tutti questi lavori non li avevo mai fatti prima in vita mia!

 

1. Per vedere gli aggiornamenti in tempo reale sull’andamento dei lavori, ecco il link alla pagina facebook dedicata, mentre per vedere i video descrittivi e tutorial realizzati da Ivan Piga, ecco il canale youtube

 

 

 

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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Percorso di navigazione Infobuild energia > Notizie > Progettare per costruire sostenibile

 

Progettare per costruire sostenibile


20/10/2017: Percorso metodologico, indicazioni applicative e dettagli costruttivi per progettare edifici a energia zero.

 


 Indicazioni per progettare edifici a energia quasi zero


 


a cura di Valentina Radi. Architetto, Dottore di ricerca e docente, afferisce alla sezione Architettura del Centro Ricerche Architettura>Energia dell’Università di Ferrara


 


All’interno del Centro Ricerche Architettura>Energia, Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, nasce l’idea un nuovo progetto editoriale: la collana “Progettare per costruire sostenibile” diretta dal Prof. Pietromaria Davoli e pubblicata dalla casa editrice Maggioli Editore. Questo nuovo progetto, ha la volontà di richiamare l’attenzione su differenti  aspetti strategici del progetto di architettura.


 


Tre in particolare:


 


1] Fornire strumenti e supporti alla formazione professionale ed universitaria, con indicazioni che richiamino la ricerca sull’estrema coerenza fra idea concepita e idea costruita, nell’atto esecutivo e soprattutto nell’intero ciclo di vita dell’opera edilizia.


Affinché ogni prefigurazione dell’intero processo edilizio collabori a rendere maggiormente giustificato, espressivo, essenziale, affidabile, duraturo ed ecocompatibile l’organismo architettonico e le soluzioni tecnologiche introdotte. E questo affinché il progetto morfologico dell’edificio e quello di dettaglio tecnologico non avvengano in maniera diacronica, ma perfettamente integrata.


 


2] Riscoprire il valore del termine sostenibilità. Essendo stata la disciplina della Sostenibilità declinata e approfondita, nel corso di questi trent’anni, in tutte le ramificazioni del sapere, deve rimanere baricentrico il suo valore, fondante e insostituibile, comprensivo di tutte le attenzioni verso uno sviluppo antropico compatibile con il benessere delle generazioni future. Per fare ciò occorre concentrare l’attenzione sulla ricerca di policies e di tools per una sua piena attuazione, come pure per innescare intersezioni inedite fra concetti di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, in modo che si applichino metodiche davvero ibridamente interdisciplinari e non solo multidisciplinari. In questa direzione c’è ancora molto da operare.


 


3] Valorizzare l’aspetto etico e di green economy, di un costruire secondo principi di sviluppo sostenibile, ma anche per ragioni di convenienza economica e di mercato. Uno scenario in cui applicare alle costruzioni i virtuosi concetti di bioclimatica e di resilienza alle sollecitazioni ambientali, di efficienza e di riduzione dei consumi, di limitazione dei livelli di inquinamento interno, di impiego di energie rinnovabili per l’autoproduzione e l’autosufficienza, di impianti con elevatissimi rendimenti e fortemente integrati con le caratteristiche di involucri estremamente performanti. Tutti fattori questi che avvicinano l’architettura a un Sistema Costruttivo a impatto zero e a consumo zero di energia.


 


Testi, quelli della Collana, che possono essere anche di supporto all’utente finale, non addetto ai lavori, attraverso i quali iniziare a comprendere con completezza perché e come si genera un ambiente di vita salubre, confortevole e poco energivoro, ponendo la massima attenzione ai label dei circuiti certificatori e dei sistemi di rating, così come fa da anni per i propri elettrodomestici dotati, per esempio, di etichetta energetica ed ambientale. E soprattutto comprendere l’importanza di attuare una scelta consapevole che conduca ad un’autentica qualità della propria vita. 


Primo Volume: Progettare edifici a energia quasi 0


 Copertina libro progettare edifici a energia zero


 


L’architetto Federico Arieti è l’autore del primo volume già in distribuzione “Progettare edifici a energia zero”. Testo realizzato come risultato dell’esperienza che il professionista e docente ha acquisito nell’ambito della progettazione bioclimatica e nel settore della certificazione energetica degli edifici, soprattutto in relazione alla formazione nell’ambito di CasaClima.


 


Nel volume si definisce un percorso organico, nel quale si pone attenzione ad ogni azione progettuale, nell’ambito edilizio, letta in relazione al proprio contributo sul bilancio energetico globale dell’edificio e quindi alle potenzialità che essa manifesta in termini di “azzeramento” della domanda energetica e di massimizzazione del comfort. L’esposizione si sofferma su diversi approfondimenti di natura costruttiva, senza mai dare per scontati i fondamenti. Quanto illustrato sono approfondimenti che l’autore ha iniziato a trasferire teoricamente durante il corso da lui condotto, in parallelo al Laboratorio di Costruzione dell’Architettura 1 nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, aperto a studenti dei diversi anni, sulle tematiche in oggetto.


 


Nel volume vengono forniti strumenti progettuali e possibili scelte tecnologiche per la progettazione di edifici ad energia zero. Si parte da definizioni e indicazioni nell’ambito della fisica tecnica, per poi porre attenzione sulle proprietà dei materiali e le opportunità e caratteristiche dei diversi sistemi costruttivi applicabili per una progettazione efficiente e compatibile. Con indicazioni relative ai principi di progettazione bioclimatica. Vengono fornite dettagliate informazioni relativamente le tecnologie applicabili all’involucro con dettagli costruttivi e descrizione di materiali in commercio, come pure sono descritti i sistemi e i contributi forniti dalla ventilazione meccanica controllata (VMC) e l’impiantistica attiva. La certificazione di quanto progettato potrà essere verificata attraverso il supporto numerico ProCasaClima, per il calcolo dei fabbisogni termici dell’involucro.


 


Questo libro può rappresentare un’opportunità di formazione e quindi un concreto ed efficiente strumento per una progettazione attenta al consumo di energia non rinnovabile negli edifici, ovvero innovate modalità di costruire “secondo natura”.


Un’attenzione che sotto  il profilo normativo si è definita dall’uscita del D.Lgs. 192/2005 e ancora prima dall’impegno promosso dalla Provincia Autonoma di Bolzano.


Ed ora vuole rispondere al messaggio della direttiva 2010/31/UE, che impone la realizzazione in standard “near to zero energy” per tutti i nuovi edifici a partire dall’inizio del 2021, e anticipa di due anni il termine per gli edifici pubblici. Cercando di sfruttare quanto possibile la potenzialità del d.lgs. 102/2014 che, in attuazione della direttiva 2012/27/UE, impone un miglioramento della prestazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione centrale pari al 3% annuo della superficie climatizzata.


 


Testo particolarmente efficace per il progetto di nuovi edifici, ma la cui struttura ed informazioni esposte dettagliatamente, con puntuali approfondimenti, può dare molti strumenti per gli interventi di recupero. Con un’attenzione anche al patrimonio storico-artistico, per gli immobili vincolati ai sensi del Testo Unico dei Beni Culturali (d.lgs. 42/2004), in quanto ogni intervento è chiamato a rispondere a richieste normative nazionali ed europee nella realizzazione o riqualificazione di edifici.


 


Riferimenti che si pongono l’obiettivo di dare un nuovo sguardo e contributo di valorizzazione ad un approccio sostenibile del progetto anche sotto un profilo sociale ed economico, dove il benessere ed il comfort ricercato per l’individuo nell’ambito della qualità di vita indoor, si potrà esprimere quindi anche nell’etica di un approccio condiviso e sostenibile di cui beneficerà in termini condivisi tutta la comunità e l’ambiente naturale in cui essa vive e in cui vivrà chi verrà negli anni futuri.


 


Crediti della Collana 


Ogni prodotto editoriale della collana sarà un documento di esperienze di ricerche e competenze, supportate e verificate da un prestigioso ed ampio comitato scientifico, composto da docenti di provenienza e prestigio nazionale ed internazionale.


 


Comitato scientifico


Alessandra Battisti, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”


Andrea Boeri, Università di Bologna


Roberto Bologna, Università degli Studi di Firenze


Stefano Della Torre, Politecnico di Milano


Maria Cristina Forlani, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara


Dora Francese, Università degli Studi di Napoli Federico II


Giovanna Franco, Università degli Studi di Genova


Paola Leardini, The University of Queensland, Australia


Mario Losasso, Università degli Studi di Napoli Federico II


Maria Teresa Lucarelli, Università Mediterranea di Reggio Calabria


Paulo Mendonca, University of Minho, Guimarães, Portogallo


Massimo Perriccioli, Università degli Studi di Camerino


Andrea Rinaldi, Università degli Studi di Ferrara


Alexandre Ton dos Santos, Pontifícia Universidade Católica do Paraná, Brasile


Corrado Trombetta, Università Mediterranea di Reggio Calabria


Fabrizio Tucci, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”


 


Comitato editoriali


Vittorino Belpoliti, University of Sharjah, Emirati Arabi Uniti


Paola Boarin, The University of Auckland, Nuova Zelanda


Marta Calzolari, Università degli Studi di Ferrara


Danila Longo, Università di Bologna 




la definizione di “sviluppo sostenibile” venne codificata a livello internazionale nel lontano 1987.


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17/04/2018 17:17

Analisi Bozza Decreto FER 2018: Agg. 21 marzo 2018



21 marzo 2018


Biogas, Biomasse, Cogenerazione, Decreto FER, Decreto Rinnovabili 2018, Eolico, Fotovoltaico, Idroelettrico, Incentivi FER 2018, Incentivi

Analisi Bozza incentivo FER 2018

Dopo mesi di attesa, qualche giorno fa dal Ministero dello Sviluppo Economico è stata diffusa la bozza relativa al nuovo decreto FER
che regolamenterà il sistema incentivante per impianti FER nel periodo 2018-2020. 

Ricordiamo che la bozza per essere resa operativa dovrà ancora acquisire il concerto da parte del Ministero dell’Ambiente
e acquisire i pareri della Conferenza Unificata Stato-Regioni e dell’ARERA. Il tutto dovrà poi essere notificato alla Commissione UE.
La strada è ancora lunga però un passo in avanti è stato fatto.

 

Questo primo documento, FER1, riguarda le cosi dette tecnologie mature: fotovoltaico, eolico on-shore, idroelettrico, geotermia,
gas
derivati da processi depurativi o da discarica

 

Sono state rimandate a un decreto FER2, di cui ancora non si sa nulla, gli incentivi relativi a cogenerazione a biomasse, biogas,
eolico off-shore, geotermia innovativa, solare termodinamico.

 

Nella giornata odierna, durante il convegno sul Rapporto dell’Attività 2017 organizzato dal GSE,
la responsabile del Ministero dello Sviluppo economico ha confermato che
anche quest’ultimo decreto andrà in concertazione entro pochi giorni.
Ciò significa che a breve dovremmo avere in mano la bozza.



 

 

Cosa prevedono i meccanismi d’accesso agli incentivi?

Dalla bozza sono state eliminate qualsiasi tipologia di accesso diretto agli incentivi.

 

Per tutti gli impianti delle tipologie descritte nel FER1, per poter ottenere gli incentivi, è necessario richiedere l’iscrizione
e risultare idonei ai Registri oppure partecipare a delle Aste al ribasso.
Quest’ultimo meccanismo è riservato a tutti gli impianti con potenza superiore a 1 MW.

Tutto ciò sicuramente penalizzerà le piccole iniziative. 

 

L’accesso diretto forniva una certezza sulla remunerazione dell’investimento, con questo decreto tutto ciò è venuto meno.

Il primo registro è previsto per fine anno (30 novembre 2018). Il bando rimarrà aperto per 30 gg e il GSE avrà 90 gg per pubblicare la graduatoria.  

Dunque tutto ciò si traduce con la paralisi quasi completa del settore per l’intero 2018 rimandando le prime installazione nel 2019.

 

Il decreto prevede infine 7 bandi con una potenza ben definita che consentirà di diluire per tutto il triennio la realizzazione degli impianti.

 

In merito ai bandi le note di rilievo sono sostanzialmente due:
1) unico bando per fotovoltaico ed eolico

2) sproporzione tra registri e aste.

 

Sappiamo bene che oggi il mercato del fotovoltaico sta vivendo una grande ripresa grazie alla diminuzione dei costi di realizzazione.
Essa rappresenta una tecnologia FER matura che sta riuscendo a riemergere, senza la necessità d’incentivi,
sia nell’ambiente industriale, sia domestico, lavorando in regime di scambio sul posto e massimizzando gli l’autoconsumi.

 

Si comprende la necessità magari d’introdurre un sistema che incentivi in modo neutrale tutte le FER, come dettato dalla Comunità Europea,
ma si comprende meno il perché metterla in competizione con una tecnologia non matura quale l’eolico?
Che per forza di cose soccomberà perché gioca una gara impari.


Negli ultimi 5 anni non sono state registrate variazioni di costi significative a causa sicuramente dell’incidenza dei costi fissi di installazione
e tutte le opere civili e di sviluppo molto più oneroso rispetto al fotovoltaico.

 

La scelta di alzare da 60 kW a 100 kW la taglia di riferimento potrebbe giocare a vantaggio, ma tutto ciò non basta.
Questa soglia economicamente ha una lieve incidenza perché il costo €/kW di aerogeneratore da 100 è inferiore ad uno da 60,
ma non cambia nulla in riferimento agli iter autorizzativi e abilitativi (d.Lgs. 3 marzo 2011, n.28). 

 

Cosa succederà a tutte le autorizzazioni da 60 kW cantierabili?

L’unica possibilità è quella di trovare un aereogeneratore con medesima geometria e procedere avviando l’iter di variante.
Per la connessione invece, con molta probabilità bisogna accantonare la TICA esistente e ricominciare l’iter,
nella speranza che l’elettrodotto segua lo stesso percorso (autorizzato necessariamente con la PAS).

 

Secondo punto d’analisi dei meccanismi è la disparità fra registro ed asta.

Prendiamo ad esempio la quantità di potenza incentivatile nella classe 1 (fotovoltaico ed eolico)

La potenza complessiva per i registri è pari a 580 MW mentre quella per le aste è 4.800 MW.
Per le aste dunque è stata messa a disposizione una potenza pari ad oltre
8 volte la potenza dei registri. 

Tutto ciò sarà a beneficio dei pochi gruppi che possono avere le capacità economiche finanziarie per partecipare alle aste, infatti, sono previsti
tutta una serie di requisiti molto restringenti ed esosi.

Il meccanismo d’incentivo, come sottolineato all’art. 3 comma 8, è alternativo al ritiro dell’energia e al meccanismo di Scambio sul Posto.


I soggetti che hanno usufruito degli incentivi in oggetto e per un motivo decidono, prima del termine del termine del periodo di diritto,
di operare nel mercato libero (ad esempio a causa di un prezzo di vendita dell’energia più alto rispetto all’incentivo) dovranno restituire
tutti gli incentivi erogati

A valle di questa prima analisi sicuramente ci rendiamo conto che ciò che stato fatto è un inizio, ma non è assolutamente sufficiente.

Credo che il nuovo governo debba mantenere lo scheletro della bozza, ma è doveroso lavorare in sinergia con gli operatori di settore per
cambiare diversi parametri e rendere questo decreto un motore promotore per la realizzazione d’impianti e non un sistema disincentivante

 

Tutto ciò deve esser fatto sempre guardando agli obiettivi del SEN e della comunità europea sul raggiungimento degli traguardi prefissati.

 

Nonostante gli indiscutibili risultati già raggiunti ad oggi, il cammino verso gli obiettivi al 2030 indicati dalla nuova Strategia Energetica Nazione
è tutt’altro che scontato, soprattutto per quanto riguarda il target di 55% di rinnovabili elettriche sui consumi finali lordi (FER-E/CFL).

 

 Nei prossimi giorni pubblicheremo un secondo articolo di approfondimento, continuando l’analisi della bozza,
soffermandoci sulla parte relativa ai contratti PPA e ad altre piccole sfaccettature sui registri e le aste.


Fonte

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