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Flew: "C’è un Dio nell’universo"

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2007 12:38
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07/12/2007 10:19

"L’origine della vita e l’esistenza dell’uomo sulla Terra non possono essere spiegate solo con la biologia"


Anthony Flew



DI LORENZO FAZZINI

Era universalmente ricono­sciuto come il 'campione' mondiale dell’ateismo, pa­drino di quella schiera di divul­gatori dell’inesistenza di Dio - Ri­chard Dawkins in primis - che affollano le librerie di mezzo mondo. Ma ora ha messo nero su bianco, in un volume che di cer­to farà discutere, il suo approdo intellettuale al riconoscimento che 'c’è un Dio'.

Anthony Flew, 84 anni, filosofo del­la scienza di Oxford, autore di saggi in cui per decenni ha propu­gnato il più ferreo ateismo intellettuale, ha ammesso di aver 'ca­pitolato' di fronte all’evidenza e di credere in una Divinità. There Is a God è il titolo del volume scritto a quattro mani insieme a Roy A­braham Varghese, il pensatore cat­tolico i cui libri furono per il cat­tedratico oxfordiano il punto di partenza, già nel 2004, per una ri­visitazione dei propri enunciati. Fu appunto 3 anni orsono che Flew affermò per la prima volta di non credere più come un tempo al fatto che Dio non esistesse. Si trattò allora della prima scalfittu­ra del proprio pensiero espresso nel monumentale God and Philo­sophy del 1966, più volte riedito. Ora, con There Is a God, Flew compie l’abiura completa del suo pas­sato ateismo scientifico.

Nel testo appena uscito negli Sta­ti Uniti per Harper Collins, il filosofo britannico dà conto del mo­do in cui sia arrivato a quella fede che egli definisce 'deistica', come ha dichiarato in un’intervista per la rivista To The Source. In questo iter intellettuale, asserisce l’auto­re, «ci sono stati due fattori decisivi. Il primo, la mia crescente em­patia verso lo sguardo di Einstein e altri noti scienziati secondo i quali ci deve essere stata un’Intel­ligenza dietro la complessità inte­grata dell’uni­verso fisico».

In seconda bat­tuta, a convince­re l’ex ateo di Oxford ci ha pensato «il mio sguardo perso­nale che ha inte­grato questa medesima com­plessità. Credo che l’origine della vita e la ri­produzione non possono essere semplicemente spiegate da un punto di vista biologico, nono­stante i numero­si tentativi che sono stati fatti in questo senso».

Per Flew non è valida l’equazio­ne che 'più scienza' vorrebbe dire 'meno fe­de' in un Principio originante la vita: «Mentre facciamo sempre più scoperte sulla ricchezza e l’in­telligenza della vita, pare sempre meno plausibile che un brodo chimico abbia potuto generare in maniera magica il codice geneti­co. Penso che le origini delle leg­gi della natura e della vita, nonché quelle dell’universo, portano chiaramente verso una Sorgente intelligente».

Ma è soprattutto il procedimento intellettuale di Flew - lo anticipa il sottotitolo di There Is a God, ossia 'Come il più famoso ateo del mon­do ha cambiato idea' - che meri­ta di essere approfondito: è stata 'l’evidenza' del Creatore del co­smo a 'condurre' il pensatore britannico ad affermarne l’esistenza: «Non ho sentito nessuna voce. È stata la stessa evidenza che mi ha condotto a questa conclusione». Quella, cioè, di «essere un deista» il quale crede «che Dio è una per­sona ma non un soggetto con cui si può avere una discussione. È l’essere eterno, il Creatore dell’u­niverso. Accetto il Dio di Aristote­le » la sua lapidaria ammissione.

C’è poi una postilla, nel ragiona­mento di Flew, che merita una segnalazione: sebbene affermi che questo libro rappresenti il suo 'te­stamento', annota: «Non accetto nessun tipo di ri­levazione divina sebbene sarei fe­lice di studiarne un’attestazione». Ed è alla fede cri­stiana che l’ex negatore di Dio assegna il mag­gior credito di fi­ducia: «Sto conti­nuando a studia­re il cristianesi­mo ».

Nell’intervista ri­lasciata a Benja­min Wiker, Flew stigmatizza poi l’ateismo dog­matico di Ri­chard Dawkins. Rifacendosi alle recenti critiche del filosofo agno­stico Anthony Kenny, afferma che l’autore de L'illusione di Dio ha «mancato nell’affrontare tre principali argo­menti quando ha argomentato ra­zionalmente la questione di Dio. Sono proprio gli stessi temi che mi hanno portato ad accettare l’esi­stenza di un Dio: le leggi della na­tura, la vita con la sua organizza­zione teleologica e l’esistenza del­l’Universo ». Non solo: Flew bolla come «sforzo comico» la modalità con cui Dawkins ha provato a spiegare l’o­rigine della vita, parlando di «oc­casione fortunata»: «Se questo è il miglior argomento che si può a­vere su questo tema - è stato il giu­dizio sferzante dell’ottuagenario di Oxford - la questione è chiusa». Ma per l’ex ateo di Oxford la vi­cenda-Dio si è appena aperta.

Lo studioso polemizza anche con Richard Dawkins e con i suoi attacchi a ogni ipotesi di Creazione: «È uno sforzo comico».

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
08/12/2007 12:38

Re:
Etrusco, 07/12/2007 21.01:

[SM=x44466]





[SM=x44473]


a me sembra interessante come discorso, tanto più che viene da un filosofo che aveva fatto dell'ateismo la sua bandiera [SM=x44475]

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