orckrist, 20/01/2008 21.33:
Direi che questa ti calza a pennello:
Che vita mai, che gioia senza Afrodite d'oro?
Ch'io sia morto quando più non mi stiano a cuore
l'amore segreto, i dolci doni e il letto:
questi sono i fiori della giovinezza, desiderabili
per gli uomini e le donne. Quando poi dolorosa sopravviene
la vecchiaia, che rende l'uomo turpe e cattivo,
sempre nell'animo lo corrodono tristi pensieri;
e di vedere i raggi del sole non gioisce,
ma è odioso ai ragazzi e in dispregio alle donne:
così penosa fece il dio la vecchiaia.
Lo ammetto, sono ossessionato dall'idea di invecchiare.
E' un mio limite, è vero, sono epicureo, romantico, d'annunziano.
Rifiuto lo status quo, l'idea del matrimonio, dei figli, del riposo.
Morire in se non mi spaventa, nè mi preoccupa.
Anzi... penso che la morte, prima sopraggiunge, meglio è.
Preferirei morire giovane nel pieno della mia vita senza pensare a malattia e vecchiaia, così, improvvisamente, piuttosto che schiattare in un letto a 90 anni con pronipoti vari al mio capezzale.
E' una visione miope ed egoistica che porta ad una sana follia... il mio ricercare una religione di qualche tempo fa che mi ha portato al buddhismo è riconducibile proprio alla mia inquietudine di fondo che mi porta a non considerare la vita godibile nella sua interezza.
L'ho un pò superata, questa concezione... ma continua ad essere preponderante.
Non è che per caso la mia visione assomiglia a quella epicurea...
in realtà, nonostante non fosse per nulla correlato ai miei studi, Epicuro l'ho letto e studiato
e come ben sa avadoro, apprezzo molto anche il signor Durrenmatt
Nel suo capolavoro (il giudice e il suo boia) un ispettore di polizia conclude un gioco perverso con un suicidio molto particolare
Ecco, credo che sia quel libro in giovanissima età che ha forgiato questa mia filosofia