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Ordini cavallereschi

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2008 19:57
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10/01/2008 20:11

Riconosce solo: Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme & Ordine di Malta
CATTO-CHIC?
ACCATTONI-CHEAP DI ORDINI CAVALLERESCHI IN CUI LA RELIGIONE È UN PRETESTO, E IL FINE È SFOGGIARE UNIFORMI DEL ‘700 E ANDARE A FESTE E BALLI – IL VATICANO È PREOCCUPATO…



F. Di Giacomo e G. Galeazzi per “La Stampa”


I catto-chic amano la Chiesa, ma in chiesa non ci vanno spesso. Dichiarano di essere a favore dei valori della tradizione cattolica, ma li lasciano fuori dal posto di lavoro e dalle loro mura domestiche.
Se devono farsi vedere in compagnia dei preti, preferiscono ecclesiastici importanti.


Per andare a messa, ovviamente quelle «esclusive» a loro riservate, celebrate in latino e cantate al suono di musiche gregoriane, amano sfoggiare cappe crociate ed uniformi settecentesche. La sartoria Barbiconi, noto atelier di abiti ecclesiastici, ha nel suo fornitissmo catalogo anche un'impressionante serie di decorazioni, placche, spadini e speroni.

Il catto-chic non bada a spese pur di coltivare i propri sogni di gloria. E così gli ordini cavallereschi cattolici stanno vivendo una nuova primavera: rinascono da secoli di oblio e dall'estinzione, si moltiplicano, si copiano, si clonano, si fanno concorrenza. E regolarmente fanno partire i severi altolà della gerarchia vaticana.

E' l'«Osservatore Romano» ad avvertire (il 4 luglio del 2002) «come già pubblicato in passato dal nostro giornale» che «la Santa Sede, oltre ai propri Ordini Equestri, riconosce e tutela due soli Ordini Cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di Malta - ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta - e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme».

Il «già pubblicato in passato» del giornale della Santa Sede si riferisce alle puntuali, e cicliche, messe in guardia che costellano l'emergere di questo strano fenomeno, ritenuto dal Vaticano «preoccupante» già negli Anni Settanta, Cinquanta, Trenta del secolo scorso. La voglia di inventarsi la patacca in nome di qualche santo è vecchia, ma in questi anni desacralizzati sta assumendo proporzioni esagerate.

Massimo Introvigne, presidente del Cesnur: «Spesso si rivolgono a noi persone che hanno speso somme incredibili per poi scoprire che il titolo di cavaliere acquistato non ha nessun valore. In genere, abboccano ai richiami di uno dei tanti ordini templari, che in Italia sono oltre cinquanta e nessuno dei quali ha una discendenza storica con il vero Ordine del Tempio.



Oggi nel nostro Paese sommando tutti i “titolati” degli ordini neo-templari, si arriva a decine di migliaia di persone. Nella migliore delle ipotesi sono appassionati di templarismo che amano coltivare qualche illusione di cappa e spada. Ma ci sono anche personaggi che vendono iniziazioni a prezzi alti e con caratteristiche più o meno truffaldine».



Franz Von Lobstein, priore dei Cavalieri di Malta
© Foto U.Pizzi


Nel mondo i Cavalieri di Malta sono dodicimila, riuniti in associazioni e gran priorati. Hanno un record dell'autenticità ed un altro, meno piacevole: sono l'ordine più imitato della storia. Attualmente, i veri cavalieri di Malta sono in lite legale con almeno 15 cloni. Talvolta riescono a spedire nelle patrie galere qualche falsario, grazie allo statuto sovrano che l'Ordine vanta davanti all'ordinamento internazionale.

Sull'orizzonte della globalizzazione, e grazie alla loro forte carica elitaria ed identitaria, gli ordini cavallereschi cattolici sembrano custodire il segreto per acquisire prestigio, presenza ed influenza sociale. Servono a farsi notare. E servono anche a destare qualche preoccupazione.

Sabino Acquaviva, sociologo: «E' significativo che l'odierno revival degli ordini cavallereschi si ricolleghi all'immagine ottocentesca del Cristo Re, il Signore che è sovrano, rispetto all'altro filone prevalente dal Concilio Vaticano II in poi, che ha scelto come orizzonte l'opzione preferenziale per i poveri. Il fatto poi, che riaffiori questo filone trionfalistico e formalistico, a scapito del cattolicesimo sociale e pauperista, è altamente indicativo.

Negli ordini cavallereschi si incontrano principalmente professionisti come avvocati, funzionari statali e militari. Ed anche se si associano per perseguire scopi lodevoli come il sostegno ai cristiani di Terra Santa, così come fanno i Cavalieri del Santo Sepolcro, il lato religioso è vissuto con la mano sinistra, quasi strumentalmente, come pretesto. Chi vuol fare un discorso religioso rilevante, e vivere un'autentica esperienza spirituale, non fa certo riferimento a queste organizzazioni».

Il cardinale Carlo Furno, Gran maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro dal 1995 al 2007, guarda con occhi paterni ai suoi ex assistiti: «le reclute che entrano svolgono il loro noviziato e vengono istruiti sui fini dell'ordine. L'investitura è preceduta da una notte di preghiera come nel Medioevo. Gli incontri periodici avvengono ogni mese e abbiamo le nostre chiese per la messa domenicale e i festeggiamenti. Poi ci sono i ricevimenti e le attività mondane». Solo tra cavalieri e dame, ovviamente. Come nel medioevo.


Dagospia 10 Gennaio 2008

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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Haeresiarca
10/01/2008 20:58

Un sigaro e un titolo di cavaliere non si negano a nessuno...

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Io seguo sempre il gregge.

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11/02/2008 19:57

I “TUTORI” DELL’ORDINE (DI MALTA)
– NATI NEL MEDIOEVO, I CAVALIERI DI MALTA,
PRIVI DI ARMI MA PIENI DI SOLDI,
COSTITUISCONO UNA POTENTISSIMA LOBBY CATTOLICA

– RICONOSCIUTA E “TEMUTA” DA TUTTI…



Luigi Mascheroni per “Il Giornale”




Cavalieri di Malta


Nei seminari, da sempre, si dice che sono solo tre le cose che Dio non sa.
Cosa pensano esattamente i Gesuiti,
quanti ordini di suore esistano
e quanto siano ricchi i Cavalieri di Malta.
[SM=x44499]
Se il tempo è un moltiplicatore del denaro, essendo dieci secoli che la bianca Croce Ottagona si staglia sul mondo cristiano, è facilmente in-immaginabile quale tesoro si nasconda nei sacri palazzi dell’unico ordine cavalleresco sopravvissuto al Medioevo, una delle più antiche istituzioni della civiltà occidentale.

Era l’anno del Signore 1048 quando un pugno di mercanti di Amalfi ottenne il permesso dal Califfo d’Egitto di edificare a Gerusalemme un ospedale dove assistere i pellegrini di Terrasanta. Di ogni fede e razza.

E fu il Beato Gerardo Sasso, il monaco benedettino fondatore dell’hospitale di San Giovanni, a convincere Pasquale II, nel febbraio 1113, a riconoscere l’Ordine religioso.

Concedendo la tutela, da allora mai venuta meno, della Santa Sede e insieme il diritto di eleggere liberamente il proprio Gran Maestro.
È così, senza interferenze da parte di alcuna autorità laica o religiosa, che i cavalieri di Malta montano a cavallo della Storia, scorrazzando da allora da Gerusalemme a Roma e dalle Crociate alle missioni umanitarie per un intero millennio.

Depositari
- ad ascoltare una delle tante leggende nere che con la stessa pervicacia del suo vangelo attraversano il Cristianesimo -
di inquietanti segreti sulla figura del Cristo ed eredi del tesoro dei «confratelli» Templari bruciati sul rogo, i Cavalieri di Malta lasciate le armi per la difesa militare dei pellegrini, hanno da tempo impugnato la sola virtù della carità cristiana, dedicandosi unicamente al servizio della fede e dei sofferenti: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum, come recita il motto dell’Ordine.

Cavalieri senza armi di uno Stato sovrano il cui territorio è oggi costituito da due soli palazzi romani - Palazzo Magistrale di via Condotti e Villa Magistrale sull’Aventino - ma riconosciuto da oltre cento Paesi e da tutti i grandi organismi mondiali, dall’Onu all’Unione Europea, i figli del Beato Gerardo sono oggi un esercito di 12.500 membri, tra frati «professi», dame e cavalieri laici, e 80.000 volontari permanenti tra medici, infermieri, ausiliari.



L’Ordine è per costituzione un ente indipendente e sovrano - «neutrale, imparziale e apolitico» - che si prende cura giornalmente di anziani, disabili, rifugiati, orfani e lebbrosi in 120 nazioni dei cinque continenti (ora come un millennio fa senza distinzione di razza o di religione) e con un proprio ordinamento giuridico, il diritto di rilasciare passaporti, emettere francobolli, battere moneta e targare le proprie auto blu con la sigla Smom, che abbrevia la dizione ufficiale del «Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta».

Ma l’Ordine è anche, da sempre, considerato una potentissima lobby cattolica, ramificata - con la stessa forza e ampiezza con la quale gli alberi genealogici dei suoi membri affondano le proprie radici nella più bella nobiltà europea e americana - in mezzo pianeta e nell’intero complesso sistema dei potentati diplomatici occidentali.


L'Ordine di Malta


Milizia sorta per lenire il dolore da sempre costretta a fare i conti con il potere, l’Ordine è gloriosamente sopravvissuto alle crociate, ai saraceni, all’Inquisizione, alle guerre di religione, alle rivoluzioni, alle baionette napoleoniche, ai pentapartiti della Repubblica italiana e alla P2.

Esercitati ad affrontare da coraggiosi guerrieri assedi e battaglie (gli arabi li chiamavano con odio e soggezione i «diavoli neri») e abituati a solcare indenni i marosi della Storia (la flotta dell’Ordine era considerata una delle più potenti del Mediterraneo, depredava i carichi delle navi considerate ostili ma contribuì alla vittoria di Lepanto nel 1571), i Cavalieri di Malta hanno fatto della riservatezza - soprattutto nel «dare», come impone la vera carità - una virtù così affinata da apparire a molti sospetta. Facendo dimenticare a volte il servizio a difesa dei sofferenti, come le missioni umanitarie degli ultimi decenni dal Congo all’Irak.

Esclusivissimo «club dei club» della Fede e arcigna consorteria nobiliare che pure da anni ha aperto al «mondo borghese»,
l’Ordine ha contato (e conta) fra i propri fedeli il fior fiore della politica e della finanza cattolica, apostolica e romana:
dagli Agnelli ai Marzotto,
da Cossiga ad Andreotti,
petrolieri e armatori, principi e regine, capi della Cia e vertici della Chase Manhattan Bank.

Tutti accomunati da un’unica regola:

«Vivere in modo integerrimo, secondo una condotta cristiana esemplare, dedicarsi al prossimo come insegna il Vangelo, e operare sempre sostenuti dalla preghiera».
Forse il vero «segreto» (ben più di quello che in molti hanno cercato nella famosa Torre del Diavolo sull’Isola di Malta dove si dice si insegnassero i misteri alchemici) che ha permesso al Sovrano Militare Ordine di Malta di sopravvivere per mille anni.


Dagospia 11 Febbraio 2008
dagospia.excite.it/articolo_index_37920.html

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