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Il Papa Nero

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2008 01:35
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12/01/2008 01:35

Gesuiti in conclave per eleggere il loro Generale
IL “PAPA NERO” SARÀ INDIANO O CINESE?
– I GESUITI CHIUSI IN CONCLAVE A ROMA PER NOMINARE IL NUOVO SUPERIORE GENERALE
– CI VUOLE UNO CHE CONOSCA BENE L’ASIA E IL MEDIO ORIENTE, OLTRE A ROMA…



Orazio La Rocca “la Repubblica”


Sarà un indiano? Un cinese? Un asiatico? Incomincia a prendere forma, con questi interrogativi, l'identikit del successore di padre Hans Peter Kolvenbach al vertice della Compagnia di Gesù.
Se ne sta parlando, riservatamente, da lunedì scorso tra i 226 delegati riuniti a Roma alla Congregazione generale dell'Ordine in corso nella sede della Curia di Borgo S. Spirito, a due passi dal Vaticano. Tutto si sta svolgendo a porte chiuse, come una sorta di Conclave (lo storico organismo pontificio a cui partecipano i cardinali per eleggere il Papa).

E proprio come un Conclave che si rispetti i delegati non possono avere contatti con l'esterno, né telefonare. In totale isolamento dovranno individuare il nome di colui il quale sarà chiamato a succedere al dimissionario superiore generale, l'olandese padre Hans-Peter Kolvenbach, che è stato il ventottesimo successore di S. Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia.

Prima di Kolvenbach, c'era stato solo un altro superiore generale, lo spagnolo Padro Arrupe, a rassegnare anticipatamente le dimissioni contravvenendo alle disposizioni di S. Ignazio che aveva stabilito che il capo dei gesuiti doveva essere eletto a vita. Ma Arrupe fu costretto a lasciare la guida dell'Ordine per motivi di salute, in seguito ad un ictus, anche se - sotto sotto - il suo gesto fu accettato senza riserve dai vertici vaticani perché in contrasto con la sua "politica" pastorale, specialmente in materia di teologia della Liberazione.

Padre Kolvenbach lascia invece spontaneamente, dopo aver chiesto il placet di papa Ratzinger. E c'è da immaginare che anche il suo successore farà altrettanto, uniformando la durata della carica di superiore generale a quella dei vescovi, che devono rassegnare le dimissioni al compimento del 75esimo compleanno.



Il primo voto del Conclave gesuiti è in programma per il prossimo 19 gennaio. Ma fin dall'inizio della Congregazione generale, tra i delegati è iniziato a delinearsi un vero e proprio toto-nomine dal quale sta emergendo un potenziale candidato che sia "giovane, esperto di politica pastorale a livello internazionale, sensibile alle problematiche dei paesi dell'Est e, in particolare, dei paesi asiatici, Cina in testa".

Ma c'è stato chi lo ha detto senza esitazione proprio all'avvio del "congresso", come il cardinale romano, Tomas Spedlik, gesuita: "Non escludo che il nuovo superiore possa arrivare, comunque, da un paese mediorientale", ha azzardato commentando il primo identikit emerso dai colloqui in corso alla Curia di Borgo S. Spirito.

"E' bene - ha poi aggiunto - che per pensare al nuovo superiore generale si guardi ad una figura che conosca bene la grande Asia e lo stesso Medio oriente. Ma occorre pensare anche a qualcuno che conosca bene anche Roma. Perché se viene uno da fuori deve prima abituarsi alla realtà romana e vaticana. E ci vorrà un po' di tempo prima di abituarsi. E' bene però che i delegati si affidino allo Spirito Santo per operare una scelta saggia ed oculata, come fanno i cardinali nella elezione papale".

Il porporato non ha fatto nomi, ma ha significativamente indicato la possibile area di provenienza, a cui "potrebbero guardare" i 226 delegati presenti, ai quali un altro cardinale Franc Rodè a nome del Papa ha rivolto, nell'omelia inaugurale dei lavori, un forte richiamo "all'obbedienza al Pontefice e alla Chiesa". Parole ferme e pesanti che hanno scosso la solenne celebrazione anche perché pronunciate accanto alla tomba di S. Ignazio a cui il cardinale ha fatto frequentemente riferimento.

"Vedo con tristezza e inquietudine - ha ammonito Rodè - che va decadendo sensibilmente in alcuni membri il senso ecclesiale (Sensus Ecclesiae) di cui parla frequentemente il vostro Fondatore;
ma vedo anche da parte di alcuni un crescente allontanamento dalla Gerarchia.
La spiritualità ignaziana di servizio apostolico "sotto il Romano Pontefice" non accetta questa separazione". Il prossimo Superiore generale è avvertito...



Dagospia 11 Gennaio 2008

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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